da un mio racconto erotico

– Si immagino. Allora pronto per questi scatti?
– Certo.
Inizia a scattare, pose poco impegnative. Più che altro a figura intera.
– Vieni bene. Sei assunto.
Mi dice ridendo. E faccio una battuta.
– Ma se non mi hai mai visto venire!
Ride anche lei ormai abbiamo rotto il ghiaccio.
 
– Si immagino. Allora pronto per questi scatti?
– Certo.
Inizia a scattare, pose poco impegnative. Più che altro a figura intera.
– Vieni bene. Sei assunto.
Mi dice ridendo. E faccio una battuta.
– Ma se non mi hai mai visto venire!
Ride anche lei ormai abbiamo rotto il ghiaccio.
 
– Premetto che non ce ne entra niente col lavoro, ma &egrave per una mia collezione, quando il modello si presta mi piace fare questo genere di foto. Ti spiego. Sempre nella stessa posa, creare degli scatti che visti in sequenza, danno quasi l’idea di un filmato.
– E quindi?
– Quindi vorrei farti delle foto al pene che passa dallo stato di riposo come &egrave ora fino alla massima erezione. Che ne dici?
 
– Sono d’accordo, interessante. Proviamoci.
Il solo pensiero aveva già fatto ingrandire il mio pene. Poteva essere una posizione di vantaggio, alla fine per farlo crescere mi sarei dovuto toccare davanti a lei e l’idea mi piaceva e non poco.
 
– Allora iniziamo. Siediti su quella sedia.
Mi siedo e lei fa il primo scatto.
– Adesso dovresti farlo crescere un po’.
– Si, d’accordo, come faccio?
– Giocaci, devo spiegarti io come si fa?
– Ok.
Detto ok si gira. Ci rimango quasi male, ad ogni modo prendo il pene in mano e gli do qualche colpetto, appena lo sento indurirsi leggermente la chiamo.
 
– Luana.
– Si ecco, ok. Perfetto, hai capito.
E scatta la seconda foto. Cerco di giocare d’anticipo. Appena sento il click della macchinetta fotografica, lo riprendo in mano. Lei arrossisce e si gira. Mi tocco e la chiamo e fa il terzo scatto.
La pensavo una cosa più facile, ma &egrave difficile farlo crescere poco alla volta.
 
– Sei bravo, sembra che fai questo tipo di foto tutti i giorni. Ora l’ultima, la voglio in erezione completa.
Mancava poco all’erezione completa. Il glande era quasi completamente fuori dalla sua naturale copertura, ma mi toccavo, come la chiamavo e lo lasciavo si rimpiccioliva un po.
 
– Ascolta Luana, devi essere veloce.
E riprendo il pene in mano. Lei come sempre si gira.
– Senti, se ti giri, mi sa tanto che questo ultimo scatto come dici tu non lo faremo mai.
 
– Hai ragione, ma lo faccio più per discrezione che per imbarazzo. Voglio lasciarti la tua privacy. Comunque non mi giro e cercherò di cogliere l’attimo.
Inizio a menarmelo di brutto. Arrivo al massimo dell’erezione.
 
– Ecco.
Lascio il pene. Stavolta ci siamo.
– Scusa scappellalo tutto.
Ricomincio a toccarmi. Lei ormai non mi guarda più in faccia evidentemente le piace la cosa. Mi fermo, lo scappello, e perde un po’ di erezione.
– Uffa
Sbotta Luana.
 
– Non &egrave colpa mia, ma mettiti nei mie panni, non &egrave facile.
– Hai ragione. Come possiamo fare?
E’ l’occasione buona. Posso chiedere quello che mi passa per la testa da quando &egrave iniziata questa storia. Vedere com’&egrave sotto quella salopette ormai &egrave diventato di vitale importanza per me.
 
– Luana ascolta, del resto quello che sto facendo &egrave per la tua collezione privata, perché non mi improvvisi uno strip? Vedrai che non ci sarà bisogno di toccarmi per mantenerlo in massima erezione e potrai fare tutti gli scatti che vuoi.
– Ma che scherzi?
– Mica ti ho chiesto di toccarmi, penso sia un buon compromesso.
La vedo titubante ma rossa in viso, la cosa deve averla scossa.
– Va bene. Ma non sono capace di muovermi, sono sgraziata. Facciamo così.
E velocemente quasi come me prima si spoglia.
E’ stupenda. Completamente depilata. Il suo seno avevo capito bene &egrave una bella seconda piena, ha un addome non proprio piatto ma mi piace un casino.
 
– Ecco vedi?
Il mio pene svetta in piena erezione.
– E si vedo. Facciamo questo scatto che ci rivestiamo ok?
– Ok!
E scatta.
– Posso chiederti una cosa?
– Dimmi.
– Mi faresti vedere la vagina?
– Ma che domande fai!
– Dai ormai siamo qua tutti e due nudi. Ti chiedo solo di vedere non di toccare o fare altro.
 
Si siede per terra ad un metro da me e spalanca le gambe. Il suo sesso &egrave di un rosso vivo ed oltre tutto vedo il clitoride gonfio e la vulva bagnatissima. Non credo ai miei occhi, e senza toccarmi, dal mio pene esce una goccia di liquido che preannuncia l’eiaculazione.
– Vuoi farmi tornare a casa in questo stato?
– No! Voglio vederti venire.
Non me lo faccio ripetere due volte, do dei colpi decisi e vengo copiosamente mentre lei si tocca.
 
– Sognavo questo momento da quando ancora prima di fare lo sviluppo facevamo la doccia insieme e il tuo non era che di pochi centimetri, ma quando mi vedeva anche a quei tempi diventava bello duro.
– Mi hai riconosciuto allora?
– Sin dal primo istante. Di solito durante le stop motion osservo. Con te non ci riuscivo. Tu mi avevi riconosciuto?
– Anche io dal primo istante.
– Allora Alessio, ci vediamo domani mattina per iniziare a lavorare insieme.
 
– Sognavo questo momento da quando ancora prima di fare lo sviluppo facevamo la doccia insieme e il tuo non era che di pochi centimetri, ma quando mi vedeva anche a quei tempi diventava bello duro.
– Mi hai riconosciuto allora?
– Sin dal primo istante. Di solito durante le stop motion osservo. Con te non ci riuscivo. Tu mi avevi riconosciuto?
– Anche io dal primo istante.
– Allora Alessio, ci vediamo domani mattina per iniziare a lavorare insieme.
Ti prego continua. Voglio proprio sapere come va a finire
 
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