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Era una serata tranquilla, una di quelle in cui ci si siede con una birra in mano e si parla del più e del meno. Io e Luca, il mio amico più giovane, stavamo chiacchierando nel soggiorno di casa mia. La mia ragazza, che chiameremo Giulia, era uscita con delle amiche per un aperitivo e non sarebbe tornata prima di qualche ora.
Luca si era sempre dimostrato curioso di sapere di più sulla mia relazione con la mia ragazza. Era difficile non notarla: 31 anni portati magnificamente, un corpo elegante e sensuale, e una sicurezza che non passava inosservata. Con i suoi abiti sempre curati e un atteggiamento spigliato, sapeva attirare gli sguardi ovunque andasse.
“Deve essere davvero una fortuna stare con lei,” disse Luca, con un sorriso malizioso, mentre prendeva un sorso di birra.
“Lo è,” risposi, sentendo un misto di orgoglio e imbarazzo.
Luca alzò un sopracciglio, incuriosito. “Ma davvero non ti dà fastidio sapere che probabilmente tutti la guardano? Voglio dire, è… beh, hai capito.”
Risi nervosamente. “Ci sono abituato. Alla fine, è normale che piaccia agli altri.”
Ci fu una pausa. Poi, forse per il secondo giro di birre o per l’atmosfera rilassata, mi venne un’idea. “Vuoi vedere una cosa?” chiesi, tirando fuori il telefono dalla tasca.
Luca mi guardò, un po’ sorpreso. “Cosa?”
Scrollai attraverso la galleria del mio telefono, trovando alcune foto della mia ragzzza. In alcune era in abiti eleganti, sorridente durante una cena. In altre, in costume. Mi fermai su una foto in particolare, dove indossava un bel costume ed era girata di culo.
Gli mostrai l’immagine, cercando di mantenere un tono casual. “Ecco, questa è una delle mie preferite.”
Luca si avvicinò, prendendo il telefono tra le mani. “Wow…” sussurrò, con un tono che mi fece capire che stava guardando più di quanto volessi ammettere. “È incredibile, davvero.”
Sentii una strana sensazione crescere dentro di me. Era un misto di orgoglio e di qualcosa di più oscuro, qualcosa che non avevo mai provato prima. “Sì, lo è,” dissi, osservando la sua reazione mentre sfogliava qualche altra foto.
“Non so come tu faccia,” disse, restituendomi il telefono con un sorriso complice. “Se fossi al tuo posto, non so se riuscirei a condividere nemmeno uno sguardo.”
“Magari è proprio quello il bello,” risposi, quasi senza rendermene conto.
Luca mi fissò per un momento, come per assicurarsi di aver capito bene. Poi rise. “Interessante punto di vista.”
Da quel momento, la serata cambiò. Una nuova tensione si era insinuata tra noi, un non detto che non avevamo mai esplorato prima.
La conversazione con Luca si fece più rilassata dopo quel momento, ma una tensione sottile continuava a serpeggiare nell’aria. Non riuscivo a smettere di pensare a come avesse reagito vedendo le foto della mia ragazza. Il suo sguardo era stato intenso, quasi affamato, e dentro di me cresceva una curiosità che non riuscivo a reprimere.
“Quindi,” disse Luca, rompendo il silenzio, “lei sa che mostri foto come quelle?”
Scossi la testa con un mezzo sorriso. “No, credo che si arrabbierebbe. Ma non c’è nulla di male, no? È solo… un modo per far vedere quanto sono fortunato.”
Luca rise, inclinando la testa. “Be’, di sicuro sei fortunato. Ma sei anche coraggioso. Non so se avrei il fegato di farlo, se fossi al tuo posto.”
Non risposi subito. Mi girai verso il tavolino, prendendo un altro sorso di birra, ma il mio cuore batteva più forte. C’era qualcosa nel modo in cui Luca parlava che mi faceva venire voglia di spingere i confini ancora più in là.
“Vuoi sapere una cosa?” dissi, quasi senza pensarci.
Luca alzò un sopracciglio, incuriosito. “Cosa?”
Mi appoggiai indietro sul divano, giocando con il telefono tra le mani. “Giulia è sempre stata consapevole di piacere agli altri. Non lo dice apertamente, ma credo che a volte le piaccia sapere che la guardano, che la desiderano.
Luca sorrise. “E tu come ti senti a riguardo?”
Mi fermai un momento, poi lo guardai negli occhi. “Stranamente, non mi dispiace. Anzi… credo che mi piaccia. È come se rendesse le cose più intense, capisci?”
Luca rimase in silenzio per un attimo, poi si sporse leggermente in avanti. “Quindi, se… qualcuno fosse interessato a lei, per dire, a te andrebbe bene?”
Il suo tono era leggero, ma il significato dietro quelle parole era chiaro. Sentii un brivido attraversarmi, ma invece di tirarmi indietro, decisi di continuare. “Dipende,” dissi, mantenendo il contatto visivo. “Credo che dipenderebbe da chi è la persona.”
Luca sorrise, un sorriso complice e provocatorio. “Interessante.”
Il silenzio tra noi si fece più denso. Poi, come per rompere la tensione, presi il telefono e scorsi verso una foto ancora più provocante di Giulia. Era in lingerie, seduta sul letto, con uno sguardo malizioso rivolto alla fotocamera. Era una foto che avevo scattato una sera, durante uno dei nostri momenti più intimi.
“Questa,” dissi, mostrandogliela, “è una delle mie preferite.”
Luca si avvicinò, prendendo di nuovo il telefono in mano. Questa volta il suo sguardo era diverso, più intenso, quasi ipnotizzato. “È… wow,” sussurrò, quasi senza fiato. “Non ho parole.”
Sentii una strana sensazione di potere mescolata a vulnerabilità. Era eccitante, ma anche destabilizzante. “Ti piace?” chiesi, la mia voce più bassa del solito.
Luca alzò lo sguardo verso di me, con un sorriso malizioso. “Piacere è un eufemismo.”
La stanza sembrava improvvisamente troppo piccola per contenere l’energia che si era creata tra noi. Non dissi nulla, lasciando che il momento parlasse da solo. Poi, con un tono più leggero, Luca si alzò, restituendomi il telefono.
“Direi che hai un buon gusto,”.
Luca si era sempre dimostrato curioso di sapere di più sulla mia relazione con la mia ragazza. Era difficile non notarla: 31 anni portati magnificamente, un corpo elegante e sensuale, e una sicurezza che non passava inosservata. Con i suoi abiti sempre curati e un atteggiamento spigliato, sapeva attirare gli sguardi ovunque andasse.
“Deve essere davvero una fortuna stare con lei,” disse Luca, con un sorriso malizioso, mentre prendeva un sorso di birra.
“Lo è,” risposi, sentendo un misto di orgoglio e imbarazzo.
Luca alzò un sopracciglio, incuriosito. “Ma davvero non ti dà fastidio sapere che probabilmente tutti la guardano? Voglio dire, è… beh, hai capito.”
Risi nervosamente. “Ci sono abituato. Alla fine, è normale che piaccia agli altri.”
Ci fu una pausa. Poi, forse per il secondo giro di birre o per l’atmosfera rilassata, mi venne un’idea. “Vuoi vedere una cosa?” chiesi, tirando fuori il telefono dalla tasca.
Luca mi guardò, un po’ sorpreso. “Cosa?”
Scrollai attraverso la galleria del mio telefono, trovando alcune foto della mia ragzzza. In alcune era in abiti eleganti, sorridente durante una cena. In altre, in costume. Mi fermai su una foto in particolare, dove indossava un bel costume ed era girata di culo.
Gli mostrai l’immagine, cercando di mantenere un tono casual. “Ecco, questa è una delle mie preferite.”
Luca si avvicinò, prendendo il telefono tra le mani. “Wow…” sussurrò, con un tono che mi fece capire che stava guardando più di quanto volessi ammettere. “È incredibile, davvero.”
Sentii una strana sensazione crescere dentro di me. Era un misto di orgoglio e di qualcosa di più oscuro, qualcosa che non avevo mai provato prima. “Sì, lo è,” dissi, osservando la sua reazione mentre sfogliava qualche altra foto.
“Non so come tu faccia,” disse, restituendomi il telefono con un sorriso complice. “Se fossi al tuo posto, non so se riuscirei a condividere nemmeno uno sguardo.”
“Magari è proprio quello il bello,” risposi, quasi senza rendermene conto.
Luca mi fissò per un momento, come per assicurarsi di aver capito bene. Poi rise. “Interessante punto di vista.”
Da quel momento, la serata cambiò. Una nuova tensione si era insinuata tra noi, un non detto che non avevamo mai esplorato prima.
La conversazione con Luca si fece più rilassata dopo quel momento, ma una tensione sottile continuava a serpeggiare nell’aria. Non riuscivo a smettere di pensare a come avesse reagito vedendo le foto della mia ragazza. Il suo sguardo era stato intenso, quasi affamato, e dentro di me cresceva una curiosità che non riuscivo a reprimere.
“Quindi,” disse Luca, rompendo il silenzio, “lei sa che mostri foto come quelle?”
Scossi la testa con un mezzo sorriso. “No, credo che si arrabbierebbe. Ma non c’è nulla di male, no? È solo… un modo per far vedere quanto sono fortunato.”
Luca rise, inclinando la testa. “Be’, di sicuro sei fortunato. Ma sei anche coraggioso. Non so se avrei il fegato di farlo, se fossi al tuo posto.”
Non risposi subito. Mi girai verso il tavolino, prendendo un altro sorso di birra, ma il mio cuore batteva più forte. C’era qualcosa nel modo in cui Luca parlava che mi faceva venire voglia di spingere i confini ancora più in là.
“Vuoi sapere una cosa?” dissi, quasi senza pensarci.
Luca alzò un sopracciglio, incuriosito. “Cosa?”
Mi appoggiai indietro sul divano, giocando con il telefono tra le mani. “Giulia è sempre stata consapevole di piacere agli altri. Non lo dice apertamente, ma credo che a volte le piaccia sapere che la guardano, che la desiderano.
Luca sorrise. “E tu come ti senti a riguardo?”
Mi fermai un momento, poi lo guardai negli occhi. “Stranamente, non mi dispiace. Anzi… credo che mi piaccia. È come se rendesse le cose più intense, capisci?”
Luca rimase in silenzio per un attimo, poi si sporse leggermente in avanti. “Quindi, se… qualcuno fosse interessato a lei, per dire, a te andrebbe bene?”
Il suo tono era leggero, ma il significato dietro quelle parole era chiaro. Sentii un brivido attraversarmi, ma invece di tirarmi indietro, decisi di continuare. “Dipende,” dissi, mantenendo il contatto visivo. “Credo che dipenderebbe da chi è la persona.”
Luca sorrise, un sorriso complice e provocatorio. “Interessante.”
Il silenzio tra noi si fece più denso. Poi, come per rompere la tensione, presi il telefono e scorsi verso una foto ancora più provocante di Giulia. Era in lingerie, seduta sul letto, con uno sguardo malizioso rivolto alla fotocamera. Era una foto che avevo scattato una sera, durante uno dei nostri momenti più intimi.
“Questa,” dissi, mostrandogliela, “è una delle mie preferite.”
Luca si avvicinò, prendendo di nuovo il telefono in mano. Questa volta il suo sguardo era diverso, più intenso, quasi ipnotizzato. “È… wow,” sussurrò, quasi senza fiato. “Non ho parole.”
Sentii una strana sensazione di potere mescolata a vulnerabilità. Era eccitante, ma anche destabilizzante. “Ti piace?” chiesi, la mia voce più bassa del solito.
Luca alzò lo sguardo verso di me, con un sorriso malizioso. “Piacere è un eufemismo.”
La stanza sembrava improvvisamente troppo piccola per contenere l’energia che si era creata tra noi. Non dissi nulla, lasciando che il momento parlasse da solo. Poi, con un tono più leggero, Luca si alzò, restituendomi il telefono.
“Direi che hai un buon gusto,”.