Esperienza reale Fiducia massima

Ocelot93

"Level 4"
1 Anno di Phica.net
Messaggi
33
Punteggio reazione
629
Punti
89
Age
32
Era una serata tranquilla, una di quelle in cui ci si siede con una birra in mano e si parla del più e del meno. Io e Luca, il mio amico più giovane, stavamo chiacchierando nel soggiorno di casa mia. La mia ragazza, che chiameremo Giulia, era uscita con delle amiche per un aperitivo e non sarebbe tornata prima di qualche ora.
Luca si era sempre dimostrato curioso di sapere di più sulla mia relazione con la mia ragazza. Era difficile non notarla: 31 anni portati magnificamente, un corpo elegante e sensuale, e una sicurezza che non passava inosservata. Con i suoi abiti sempre curati e un atteggiamento spigliato, sapeva attirare gli sguardi ovunque andasse.
“Deve essere davvero una fortuna stare con lei,” disse Luca, con un sorriso malizioso, mentre prendeva un sorso di birra.
“Lo è,” risposi, sentendo un misto di orgoglio e imbarazzo.
Luca alzò un sopracciglio, incuriosito. “Ma davvero non ti dà fastidio sapere che probabilmente tutti la guardano? Voglio dire, è… beh, hai capito.”
Risi nervosamente. “Ci sono abituato. Alla fine, è normale che piaccia agli altri.”
Ci fu una pausa. Poi, forse per il secondo giro di birre o per l’atmosfera rilassata, mi venne un’idea. “Vuoi vedere una cosa?” chiesi, tirando fuori il telefono dalla tasca.
Luca mi guardò, un po’ sorpreso. “Cosa?”
Scrollai attraverso la galleria del mio telefono, trovando alcune foto della mia ragzzza. In alcune era in abiti eleganti, sorridente durante una cena. In altre, in costume. Mi fermai su una foto in particolare, dove indossava un bel costume ed era girata di culo.
Gli mostrai l’immagine, cercando di mantenere un tono casual. “Ecco, questa è una delle mie preferite.”
Luca si avvicinò, prendendo il telefono tra le mani. “Wow…” sussurrò, con un tono che mi fece capire che stava guardando più di quanto volessi ammettere. “È incredibile, davvero.”
Sentii una strana sensazione crescere dentro di me. Era un misto di orgoglio e di qualcosa di più oscuro, qualcosa che non avevo mai provato prima. “Sì, lo è,” dissi, osservando la sua reazione mentre sfogliava qualche altra foto.
“Non so come tu faccia,” disse, restituendomi il telefono con un sorriso complice. “Se fossi al tuo posto, non so se riuscirei a condividere nemmeno uno sguardo.”
“Magari è proprio quello il bello,” risposi, quasi senza rendermene conto.
Luca mi fissò per un momento, come per assicurarsi di aver capito bene. Poi rise. “Interessante punto di vista.”
Da quel momento, la serata cambiò. Una nuova tensione si era insinuata tra noi, un non detto che non avevamo mai esplorato prima.
La conversazione con Luca si fece più rilassata dopo quel momento, ma una tensione sottile continuava a serpeggiare nell’aria. Non riuscivo a smettere di pensare a come avesse reagito vedendo le foto della mia ragazza. Il suo sguardo era stato intenso, quasi affamato, e dentro di me cresceva una curiosità che non riuscivo a reprimere.
“Quindi,” disse Luca, rompendo il silenzio, “lei sa che mostri foto come quelle?”
Scossi la testa con un mezzo sorriso. “No, credo che si arrabbierebbe. Ma non c’è nulla di male, no? È solo… un modo per far vedere quanto sono fortunato.”
Luca rise, inclinando la testa. “Be’, di sicuro sei fortunato. Ma sei anche coraggioso. Non so se avrei il fegato di farlo, se fossi al tuo posto.”
Non risposi subito. Mi girai verso il tavolino, prendendo un altro sorso di birra, ma il mio cuore batteva più forte. C’era qualcosa nel modo in cui Luca parlava che mi faceva venire voglia di spingere i confini ancora più in là.
“Vuoi sapere una cosa?” dissi, quasi senza pensarci.
Luca alzò un sopracciglio, incuriosito. “Cosa?”
Mi appoggiai indietro sul divano, giocando con il telefono tra le mani. “Giulia è sempre stata consapevole di piacere agli altri. Non lo dice apertamente, ma credo che a volte le piaccia sapere che la guardano, che la desiderano.
Luca sorrise. “E tu come ti senti a riguardo?”
Mi fermai un momento, poi lo guardai negli occhi. “Stranamente, non mi dispiace. Anzi… credo che mi piaccia. È come se rendesse le cose più intense, capisci?”
Luca rimase in silenzio per un attimo, poi si sporse leggermente in avanti. “Quindi, se… qualcuno fosse interessato a lei, per dire, a te andrebbe bene?”
Il suo tono era leggero, ma il significato dietro quelle parole era chiaro. Sentii un brivido attraversarmi, ma invece di tirarmi indietro, decisi di continuare. “Dipende,” dissi, mantenendo il contatto visivo. “Credo che dipenderebbe da chi è la persona.”
Luca sorrise, un sorriso complice e provocatorio. “Interessante.”
Il silenzio tra noi si fece più denso. Poi, come per rompere la tensione, presi il telefono e scorsi verso una foto ancora più provocante di Giulia. Era in lingerie, seduta sul letto, con uno sguardo malizioso rivolto alla fotocamera. Era una foto che avevo scattato una sera, durante uno dei nostri momenti più intimi.
“Questa,” dissi, mostrandogliela, “è una delle mie preferite.”
Luca si avvicinò, prendendo di nuovo il telefono in mano. Questa volta il suo sguardo era diverso, più intenso, quasi ipnotizzato. “È… wow,” sussurrò, quasi senza fiato. “Non ho parole.”
Sentii una strana sensazione di potere mescolata a vulnerabilità. Era eccitante, ma anche destabilizzante. “Ti piace?” chiesi, la mia voce più bassa del solito.
Luca alzò lo sguardo verso di me, con un sorriso malizioso. “Piacere è un eufemismo.”
La stanza sembrava improvvisamente troppo piccola per contenere l’energia che si era creata tra noi. Non dissi nulla, lasciando che il momento parlasse da solo. Poi, con un tono più leggero, Luca si alzò, restituendomi il telefono.
“Direi che hai un buon gusto,”.
 
Era una serata tranquilla, una di quelle in cui ci si siede con una birra in mano e si parla del più e del meno. Io e Luca, il mio amico più giovane, stavamo chiacchierando nel soggiorno di casa mia. La mia ragazza, che chiameremo Giulia, era uscita con delle amiche per un aperitivo e non sarebbe tornata prima di qualche ora.
Luca si era sempre dimostrato curioso di sapere di più sulla mia relazione con la mia ragazza. Era difficile non notarla: 31 anni portati magnificamente, un corpo elegante e sensuale, e una sicurezza che non passava inosservata. Con i suoi abiti sempre curati e un atteggiamento spigliato, sapeva attirare gli sguardi ovunque andasse.
“Deve essere davvero una fortuna stare con lei,” disse Luca, con un sorriso malizioso, mentre prendeva un sorso di birra.
“Lo è,” risposi, sentendo un misto di orgoglio e imbarazzo.
Luca alzò un sopracciglio, incuriosito. “Ma davvero non ti dà fastidio sapere che probabilmente tutti la guardano? Voglio dire, è… beh, hai capito.”
Risi nervosamente. “Ci sono abituato. Alla fine, è normale che piaccia agli altri.”
Ci fu una pausa. Poi, forse per il secondo giro di birre o per l’atmosfera rilassata, mi venne un’idea. “Vuoi vedere una cosa?” chiesi, tirando fuori il telefono dalla tasca.
Luca mi guardò, un po’ sorpreso. “Cosa?”
Scrollai attraverso la galleria del mio telefono, trovando alcune foto della mia ragzzza. In alcune era in abiti eleganti, sorridente durante una cena. In altre, in costume. Mi fermai su una foto in particolare, dove indossava un bel costume ed era girata di culo.
Gli mostrai l’immagine, cercando di mantenere un tono casual. “Ecco, questa è una delle mie preferite.”
Luca si avvicinò, prendendo il telefono tra le mani. “Wow…” sussurrò, con un tono che mi fece capire che stava guardando più di quanto volessi ammettere. “È incredibile, davvero.”
Sentii una strana sensazione crescere dentro di me. Era un misto di orgoglio e di qualcosa di più oscuro, qualcosa che non avevo mai provato prima. “Sì, lo è,” dissi, osservando la sua reazione mentre sfogliava qualche altra foto.
“Non so come tu faccia,” disse, restituendomi il telefono con un sorriso complice. “Se fossi al tuo posto, non so se riuscirei a condividere nemmeno uno sguardo.”
“Magari è proprio quello il bello,” risposi, quasi senza rendermene conto.
Luca mi fissò per un momento, come per assicurarsi di aver capito bene. Poi rise. “Interessante punto di vista.”
Da quel momento, la serata cambiò. Una nuova tensione si era insinuata tra noi, un non detto che non avevamo mai esplorato prima.
La conversazione con Luca si fece più rilassata dopo quel momento, ma una tensione sottile continuava a serpeggiare nell’aria. Non riuscivo a smettere di pensare a come avesse reagito vedendo le foto della mia ragazza. Il suo sguardo era stato intenso, quasi affamato, e dentro di me cresceva una curiosità che non riuscivo a reprimere.
“Quindi,” disse Luca, rompendo il silenzio, “lei sa che mostri foto come quelle?”
Scossi la testa con un mezzo sorriso. “No, credo che si arrabbierebbe. Ma non c’è nulla di male, no? È solo… un modo per far vedere quanto sono fortunato.”
Luca rise, inclinando la testa. “Be’, di sicuro sei fortunato. Ma sei anche coraggioso. Non so se avrei il fegato di farlo, se fossi al tuo posto.”
Non risposi subito. Mi girai verso il tavolino, prendendo un altro sorso di birra, ma il mio cuore batteva più forte. C’era qualcosa nel modo in cui Luca parlava che mi faceva venire voglia di spingere i confini ancora più in là.
“Vuoi sapere una cosa?” dissi, quasi senza pensarci.
Luca alzò un sopracciglio, incuriosito. “Cosa?”
Mi appoggiai indietro sul divano, giocando con il telefono tra le mani. “Giulia è sempre stata consapevole di piacere agli altri. Non lo dice apertamente, ma credo che a volte le piaccia sapere che la guardano, che la desiderano.
Luca sorrise. “E tu come ti senti a riguardo?”
Mi fermai un momento, poi lo guardai negli occhi. “Stranamente, non mi dispiace. Anzi… credo che mi piaccia. È come se rendesse le cose più intense, capisci?”
Luca rimase in silenzio per un attimo, poi si sporse leggermente in avanti. “Quindi, se… qualcuno fosse interessato a lei, per dire, a te andrebbe bene?”
Il suo tono era leggero, ma il significato dietro quelle parole era chiaro. Sentii un brivido attraversarmi, ma invece di tirarmi indietro, decisi di continuare. “Dipende,” dissi, mantenendo il contatto visivo. “Credo che dipenderebbe da chi è la persona.”
Luca sorrise, un sorriso complice e provocatorio. “Interessante.”
Il silenzio tra noi si fece più denso. Poi, come per rompere la tensione, presi il telefono e scorsi verso una foto ancora più provocante di Giulia. Era in lingerie, seduta sul letto, con uno sguardo malizioso rivolto alla fotocamera. Era una foto che avevo scattato una sera, durante uno dei nostri momenti più intimi.
“Questa,” dissi, mostrandogliela, “è una delle mie preferite.”
Luca si avvicinò, prendendo di nuovo il telefono in mano. Questa volta il suo sguardo era diverso, più intenso, quasi ipnotizzato. “È… wow,” sussurrò, quasi senza fiato. “Non ho parole.”
Sentii una strana sensazione di potere mescolata a vulnerabilità. Era eccitante, ma anche destabilizzante. “Ti piace?” chiesi, la mia voce più bassa del solito.
Luca alzò lo sguardo verso di me, con un sorriso malizioso. “Piacere è un eufemismo.”
La stanza sembrava improvvisamente troppo piccola per contenere l’energia che si era creata tra noi. Non dissi nulla, lasciando che il momento parlasse da solo. Poi, con un tono più leggero, Luca si alzò, restituendomi il telefono.
“Direi che hai un buon gusto,”.
Wow continua
 
Dopo aver guardato quelle foto, Luca sembrava leggermente agitato. Si alzò dal divano, sistemando la maglietta con un gesto nervoso.
“Scusa un attimo,” disse, lanciandomi un sorriso rapido. “Vado in bagno.”
Annuii, cercando di mantenere un’aria disinvolta, ma dentro di me sentivo il cuore battere forte. Lo guardai scomparire nel corridoio, lasciandomi solo con i miei pensieri.
Le immagini che gli avevo mostrato erano rimaste nella mia mente: Giulia, così bella, così sensuale, e il modo in cui Luca l’aveva guardata…
Non riuscivo a stare fermo. Mi alzai dal divano, camminando verso il corridoio. Mi fermai a pochi passi dalla porta del bagno. Era chiusa, e il rumore dell’acqua non arrivava. Invece, sentivo un leggero fruscio, un movimento soffuso che mi fece trattenere il respiro.

Con il cuore in gola, immaginai la scena dall’altra parte della porta. Luca, il mio amico, con il cazzo in mano, che immaginava le foto di Giulia che gli avevo mostrato. Mi sentii invaso da una strana eccitazione, un misto di gelosia e desiderio che non riuscivo a spiegare. Era sbagliato? Forse. Ma non potevo negare che mi stesse attirando in modi che non avrei mai immaginato.
Ilfruscio si fece più rapido, poi ci fu un attimo di silenzio. Mi resi conto che stavo trattenendo il fiato.
Dopo qualche secondo, sentii l’acqua del lavandino scorrere. Luca aprì la porta, con un’espressione apparentemente rilassata, ma gli occhi tradivano qualcosa. Un lampo di malizia, o forse di imbarazzo, che non poteva nascondere.
“Scusa, ci ho messo un po’,” disse con un sorriso. “Troppe birre.”
Lo guardai, cercando di mantenere un’aria neutra. “Tutto bene?”
Luca annuì, passandomi accanto. “Tutto perfetto,” disse, lasciandosi cadere di nuovo sul divano.
Ma sapevo cosa era successo lì dentro. E la cosa più sorprendente era che non mi sentivo arrabbiato. Tutt’altro.
 
Dopo aver guardato quelle foto, Luca sembrava leggermente agitato. Si alzò dal divano, sistemando la maglietta con un gesto nervoso.
“Scusa un attimo,” disse, lanciandomi un sorriso rapido. “Vado in bagno.”
Annuii, cercando di mantenere un’aria disinvolta, ma dentro di me sentivo il cuore battere forte. Lo guardai scomparire nel corridoio, lasciandomi solo con i miei pensieri.
Le immagini che gli avevo mostrato erano rimaste nella mia mente: Giulia, così bella, così sensuale, e il modo in cui Luca l’aveva guardata…
Non riuscivo a stare fermo. Mi alzai dal divano, camminando verso il corridoio. Mi fermai a pochi passi dalla porta del bagno. Era chiusa, e il rumore dell’acqua non arrivava. Invece, sentivo un leggero fruscio, un movimento soffuso che mi fece trattenere il respiro.

Con il cuore in gola, immaginai la scena dall’altra parte della porta. Luca, il mio amico, con il cazzo in mano, che immaginava le foto di Giulia che gli avevo mostrato. Mi sentii invaso da una strana eccitazione, un misto di gelosia e desiderio che non riuscivo a spiegare. Era sbagliato? Forse. Ma non potevo negare che mi stesse attirando in modi che non avrei mai immaginato.
Ilfruscio si fece più rapido, poi ci fu un attimo di silenzio. Mi resi conto che stavo trattenendo il fiato.
Dopo qualche secondo, sentii l’acqua del lavandino scorrere. Luca aprì la porta, con un’espressione apparentemente rilassata, ma gli occhi tradivano qualcosa. Un lampo di malizia, o forse di imbarazzo, che non poteva nascondere.
“Scusa, ci ho messo un po’,” disse con un sorriso. “Troppe birre.”
Lo guardai, cercando di mantenere un’aria neutra. “Tutto bene?”
Luca annuì, passandomi accanto. “Tutto perfetto,” disse, lasciandosi cadere di nuovo sul divano.
Ma sapevo cosa era successo lì dentro. E la cosa più sorprendente era che non mi sentivo arrabbiato. Tutt’altro.
Bel racconto
 
Dopo aver guardato quelle foto, Luca sembrava leggermente agitato. Si alzò dal divano, sistemando la maglietta con un gesto nervoso.
“Scusa un attimo,” disse, lanciandomi un sorriso rapido. “Vado in bagno.”
Annuii, cercando di mantenere un’aria disinvolta, ma dentro di me sentivo il cuore battere forte. Lo guardai scomparire nel corridoio, lasciandomi solo con i miei pensieri.
Le immagini che gli avevo mostrato erano rimaste nella mia mente: Giulia, così bella, così sensuale, e il modo in cui Luca l’aveva guardata…
Non riuscivo a stare fermo. Mi alzai dal divano, camminando verso il corridoio. Mi fermai a pochi passi dalla porta del bagno. Era chiusa, e il rumore dell’acqua non arrivava. Invece, sentivo un leggero fruscio, un movimento soffuso che mi fece trattenere il respiro.

Con il cuore in gola, immaginai la scena dall’altra parte della porta. Luca, il mio amico, con il cazzo in mano, che immaginava le foto di Giulia che gli avevo mostrato. Mi sentii invaso da una strana eccitazione, un misto di gelosia e desiderio che non riuscivo a spiegare. Era sbagliato? Forse. Ma non potevo negare che mi stesse attirando in modi che non avrei mai immaginato.
Ilfruscio si fece più rapido, poi ci fu un attimo di silenzio. Mi resi conto che stavo trattenendo il fiato.
Dopo qualche secondo, sentii l’acqua del lavandino scorrere. Luca aprì la porta, con un’espressione apparentemente rilassata, ma gli occhi tradivano qualcosa. Un lampo di malizia, o forse di imbarazzo, che non poteva nascondere.
“Scusa, ci ho messo un po’,” disse con un sorriso. “Troppe birre.”
Lo guardai, cercando di mantenere un’aria neutra. “Tutto bene?”
Luca annuì, passandomi accanto. “Tutto perfetto,” disse, lasciandosi cadere di nuovo sul divano.
Ma sapevo cosa era successo lì dentro. E la cosa più sorprendente era che non mi sentivo arrabbiato. Tutt’altro.
Wow
 
Tornati sul divano, l’atmosfera era diversa. Luca sembrava più rilassato, ma c’era qualcosa nei suoi gesti che lo tradiva: il modo in cui evitava il mio sguardo, il leggero sorriso che sembrava trattenere. Io, invece, mi sentivo invaso da un misto di curiosità ed eccitazione. Avevo intuito cosa fosse successo nel bagno, e questo pensiero non faceva altro che alimentare quella tensione silenziosa tra di noi.
“Cosa stavamo guardando, prima che andassi in bagno?” chiese Luca, rompendo il silenzio.
Sorrisi, capendo benissimo dove voleva arrivare. “Le foto di Giulia, no?”
“Ah, giusto,” disse lui, con un tono volutamente leggero. “Sono davvero incredibili, devo dirtelo. È raro vedere una ragazza così bella e… sicura di sé.”
Annuii, cercando di mantenere un’aria disinvolta. “Sì, lo so. Ma a volte penso che non mi dispiaccia far vedere quanto è bona. Voglio dire, è naturale che gli altri la trovino arrapante.”
Luca mi guardò per un istante, come per valutare le mie parole. Poi si sporse leggermente in avanti, con quel sorriso malizioso che gli avevo visto tante volte. “Quindi… non ti dà fastidio se qualcuno la desidera? O magari… se qualcuno pensa a lei in un certo modo?”
Sentii un brivido attraversarmi, ma decisi di non tirarmi indietro. “Dipende. A volte penso che sia… eccitante.”
Il sorriso di Luca si fece più largo. “E tu pensi che a lei piacerebbe sapere che altre persone la guardano in quel modo?”
“Non lo so,” risposi, onestamente. “Forse. Credo che in fondo le piaccia l’idea di essere desiderata.”
Luca rimase in silenzio per un momento, poi disse qualcosa che mi colse completamente alla sprovvista. “Sai, nel bagno… non ho potuto fare a meno di pensarci.”
Lo fissai, sentendo il cuore accelerare. Era la prima volta che qualcuno ammetteva una cosa del genere davanti a me. “Pensare a cosa?” chiesi, anche se conoscevo già la risposta.
“A lei. A quelle foto. Non riuscivo a trattenermi, ho dovuto segarmi e sborrare per lei” disse, con un tono sincero ma carico di provocazione. “Spero non ti dispiaccia.”
Inspirai profondamente, cercando di mettere ordine nei miei pensieri. Quella confessione avrebbe dovuto farmi arrabbiare, e invece… mi sentivo incredibilmente eccitato. Era come se avesse dato voce a qualcosa che avevo sempre tenuto nascosto dentro di me.
“No, non mi dispiace,” dissi, con un filo di voce. “Anzi, penso che lo capisco.”
Gli occhi di Luca si illuminarono, come se avesse trovato la risposta che cercava. “Se è così, allora… potrei dirti una cosa? O forse… chiederti qualcosa?”
“Vai avanti,” dissi, curioso di sapere dove stesse andando a parare.
“Ti dispiacerebbe mostrarmi altre foto? Non voglio sembrare irrispettoso, ma… è davvero arrapante.
Quella richiesta mi colse di sorpresa, ma non in modo negativo. Sentivo il sangue pulsare nelle orecchie mentre consideravo la sua domanda. Era come se qualcosa dentro di me volesse vedere fin dove saremmo arrivati.
Senza dire una parola, presi il telefono e scorsi nella galleria, fermandomi su una foto ancora più audace. Giulia era sdraiata sul letto, a 90, indossando un completo intimo con un’espressione provocante. Esitai un momento, poi allungai il telefono verso Luca.
“Eccola,” dissi, sentendo il cuore battere come un tamburo.
Luca prese il telefono, guardando la foto con occhi spalancati. “Mio Dio,” mormorò, quasi senza fiato. “È perfetta.”
Il silenzio che seguì fu carico di tensione. Lo osservai mentre fissava lo schermo, il suo respiro lento ma profondo. Poi, con un sorriso che sapeva di sfida, mi restituì il telefono.
 
Tornati sul divano, l’atmosfera era diversa. Luca sembrava più rilassato, ma c’era qualcosa nei suoi gesti che lo tradiva: il modo in cui evitava il mio sguardo, il leggero sorriso che sembrava trattenere. Io, invece, mi sentivo invaso da un misto di curiosità ed eccitazione. Avevo intuito cosa fosse successo nel bagno, e questo pensiero non faceva altro che alimentare quella tensione silenziosa tra di noi.
“Cosa stavamo guardando, prima che andassi in bagno?” chiese Luca, rompendo il silenzio.
Sorrisi, capendo benissimo dove voleva arrivare. “Le foto di Giulia, no?”
“Ah, giusto,” disse lui, con un tono volutamente leggero. “Sono davvero incredibili, devo dirtelo. È raro vedere una ragazza così bella e… sicura di sé.”
Annuii, cercando di mantenere un’aria disinvolta. “Sì, lo so. Ma a volte penso che non mi dispiaccia far vedere quanto è bona. Voglio dire, è naturale che gli altri la trovino arrapante.”
Luca mi guardò per un istante, come per valutare le mie parole. Poi si sporse leggermente in avanti, con quel sorriso malizioso che gli avevo visto tante volte. “Quindi… non ti dà fastidio se qualcuno la desidera? O magari… se qualcuno pensa a lei in un certo modo?”
Sentii un brivido attraversarmi, ma decisi di non tirarmi indietro. “Dipende. A volte penso che sia… eccitante.”
Il sorriso di Luca si fece più largo. “E tu pensi che a lei piacerebbe sapere che altre persone la guardano in quel modo?”
“Non lo so,” risposi, onestamente. “Forse. Credo che in fondo le piaccia l’idea di essere desiderata.”
Luca rimase in silenzio per un momento, poi disse qualcosa che mi colse completamente alla sprovvista. “Sai, nel bagno… non ho potuto fare a meno di pensarci.”
Lo fissai, sentendo il cuore accelerare. Era la prima volta che qualcuno ammetteva una cosa del genere davanti a me. “Pensare a cosa?” chiesi, anche se conoscevo già la risposta.
“A lei. A quelle foto. Non riuscivo a trattenermi, ho dovuto segarmi e sborrare per lei” disse, con un tono sincero ma carico di provocazione. “Spero non ti dispiaccia.”
Inspirai profondamente, cercando di mettere ordine nei miei pensieri. Quella confessione avrebbe dovuto farmi arrabbiare, e invece… mi sentivo incredibilmente eccitato. Era come se avesse dato voce a qualcosa che avevo sempre tenuto nascosto dentro di me.
“No, non mi dispiace,” dissi, con un filo di voce. “Anzi, penso che lo capisco.”
Gli occhi di Luca si illuminarono, come se avesse trovato la risposta che cercava. “Se è così, allora… potrei dirti una cosa? O forse… chiederti qualcosa?”
“Vai avanti,” dissi, curioso di sapere dove stesse andando a parare.
“Ti dispiacerebbe mostrarmi altre foto? Non voglio sembrare irrispettoso, ma… è davvero arrapante.
Quella richiesta mi colse di sorpresa, ma non in modo negativo. Sentivo il sangue pulsare nelle orecchie mentre consideravo la sua domanda. Era come se qualcosa dentro di me volesse vedere fin dove saremmo arrivati.
Senza dire una parola, presi il telefono e scorsi nella galleria, fermandomi su una foto ancora più audace. Giulia era sdraiata sul letto, a 90, indossando un completo intimo con un’espressione provocante. Esitai un momento, poi allungai il telefono verso Luca.
“Eccola,” dissi, sentendo il cuore battere come un tamburo.
Luca prese il telefono, guardando la foto con occhi spalancati. “Mio Dio,” mormorò, quasi senza fiato. “È perfetta.”
Il silenzio che seguì fu carico di tensione. Lo osservai mentre fissava lo schermo, il suo respiro lento ma profondo. Poi, con un sorriso che sapeva di sfida, mi restituì il telefono.
Sincero il tuo amico
 
Tornati sul divano, l’atmosfera era diversa. Luca sembrava più rilassato, ma c’era qualcosa nei suoi gesti che lo tradiva: il modo in cui evitava il mio sguardo, il leggero sorriso che sembrava trattenere. Io, invece, mi sentivo invaso da un misto di curiosità ed eccitazione. Avevo intuito cosa fosse successo nel bagno, e questo pensiero non faceva altro che alimentare quella tensione silenziosa tra di noi.
“Cosa stavamo guardando, prima che andassi in bagno?” chiese Luca, rompendo il silenzio.
Sorrisi, capendo benissimo dove voleva arrivare. “Le foto di Giulia, no?”
“Ah, giusto,” disse lui, con un tono volutamente leggero. “Sono davvero incredibili, devo dirtelo. È raro vedere una ragazza così bella e… sicura di sé.”
Annuii, cercando di mantenere un’aria disinvolta. “Sì, lo so. Ma a volte penso che non mi dispiaccia far vedere quanto è bona. Voglio dire, è naturale che gli altri la trovino arrapante.”
Luca mi guardò per un istante, come per valutare le mie parole. Poi si sporse leggermente in avanti, con quel sorriso malizioso che gli avevo visto tante volte. “Quindi… non ti dà fastidio se qualcuno la desidera? O magari… se qualcuno pensa a lei in un certo modo?”
Sentii un brivido attraversarmi, ma decisi di non tirarmi indietro. “Dipende. A volte penso che sia… eccitante.”
Il sorriso di Luca si fece più largo. “E tu pensi che a lei piacerebbe sapere che altre persone la guardano in quel modo?”
“Non lo so,” risposi, onestamente. “Forse. Credo che in fondo le piaccia l’idea di essere desiderata.”
Luca rimase in silenzio per un momento, poi disse qualcosa che mi colse completamente alla sprovvista. “Sai, nel bagno… non ho potuto fare a meno di pensarci.”
Lo fissai, sentendo il cuore accelerare. Era la prima volta che qualcuno ammetteva una cosa del genere davanti a me. “Pensare a cosa?” chiesi, anche se conoscevo già la risposta.
“A lei. A quelle foto. Non riuscivo a trattenermi, ho dovuto segarmi e sborrare per lei” disse, con un tono sincero ma carico di provocazione. “Spero non ti dispiaccia.”
Inspirai profondamente, cercando di mettere ordine nei miei pensieri. Quella confessione avrebbe dovuto farmi arrabbiare, e invece… mi sentivo incredibilmente eccitato. Era come se avesse dato voce a qualcosa che avevo sempre tenuto nascosto dentro di me.
“No, non mi dispiace,” dissi, con un filo di voce. “Anzi, penso che lo capisco.”
Gli occhi di Luca si illuminarono, come se avesse trovato la risposta che cercava. “Se è così, allora… potrei dirti una cosa? O forse… chiederti qualcosa?”
“Vai avanti,” dissi, curioso di sapere dove stesse andando a parare.
“Ti dispiacerebbe mostrarmi altre foto? Non voglio sembrare irrispettoso, ma… è davvero arrapante.
Quella richiesta mi colse di sorpresa, ma non in modo negativo. Sentivo il sangue pulsare nelle orecchie mentre consideravo la sua domanda. Era come se qualcosa dentro di me volesse vedere fin dove saremmo arrivati.
Senza dire una parola, presi il telefono e scorsi nella galleria, fermandomi su una foto ancora più audace. Giulia era sdraiata sul letto, a 90, indossando un completo intimo con un’espressione provocante. Esitai un momento, poi allungai il telefono verso Luca.
“Eccola,” dissi, sentendo il cuore battere come un tamburo.
Luca prese il telefono, guardando la foto con occhi spalancati. “Mio Dio,” mormorò, quasi senza fiato. “È perfetta.”
Il silenzio che seguì fu carico di tensione. Lo osservai mentre fissava lo schermo, il suo respiro lento ma profondo. Poi, con un sorriso che sapeva di sfida, mi restituì il telefono.
Wow complimenti
 
Era una serata tranquilla, una di quelle in cui ci si siede con una birra in mano e si parla del più e del meno. Io e Luca, il mio amico più giovane, stavamo chiacchierando nel soggiorno di casa mia. La mia ragazza, che chiameremo Giulia, era uscita con delle amiche per un aperitivo e non sarebbe tornata prima di qualche ora.
Luca si era sempre dimostrato curioso di sapere di più sulla mia relazione con la mia ragazza. Era difficile non notarla: 31 anni portati magnificamente, un corpo elegante e sensuale, e una sicurezza che non passava inosservata. Con i suoi abiti sempre curati e un atteggiamento spigliato, sapeva attirare gli sguardi ovunque andasse.
“Deve essere davvero una fortuna stare con lei,” disse Luca, con un sorriso malizioso, mentre prendeva un sorso di birra.
“Lo è,” risposi, sentendo un misto di orgoglio e imbarazzo.
Luca alzò un sopracciglio, incuriosito. “Ma davvero non ti dà fastidio sapere che probabilmente tutti la guardano? Voglio dire, è… beh, hai capito.”
Risi nervosamente. “Ci sono abituato. Alla fine, è normale che piaccia agli altri.”
Ci fu una pausa. Poi, forse per il secondo giro di birre o per l’atmosfera rilassata, mi venne un’idea. “Vuoi vedere una cosa?” chiesi, tirando fuori il telefono dalla tasca.
Luca mi guardò, un po’ sorpreso. “Cosa?”
Scrollai attraverso la galleria del mio telefono, trovando alcune foto della mia ragzzza. In alcune era in abiti eleganti, sorridente durante una cena. In altre, in costume. Mi fermai su una foto in particolare, dove indossava un bel costume ed era girata di culo.
Gli mostrai l’immagine, cercando di mantenere un tono casual. “Ecco, questa è una delle mie preferite.”
Luca si avvicinò, prendendo il telefono tra le mani. “Wow…” sussurrò, con un tono che mi fece capire che stava guardando più di quanto volessi ammettere. “È incredibile, davvero.”
Sentii una strana sensazione crescere dentro di me. Era un misto di orgoglio e di qualcosa di più oscuro, qualcosa che non avevo mai provato prima. “Sì, lo è,” dissi, osservando la sua reazione mentre sfogliava qualche altra foto.
“Non so come tu faccia,” disse, restituendomi il telefono con un sorriso complice. “Se fossi al tuo posto, non so se riuscirei a condividere nemmeno uno sguardo.”
“Magari è proprio quello il bello,” risposi, quasi senza rendermene conto.
Luca mi fissò per un momento, come per assicurarsi di aver capito bene. Poi rise. “Interessante punto di vista.”
Da quel momento, la serata cambiò. Una nuova tensione si era insinuata tra noi, un non detto che non avevamo mai esplorato prima.
La conversazione con Luca si fece più rilassata dopo quel momento, ma una tensione sottile continuava a serpeggiare nell’aria. Non riuscivo a smettere di pensare a come avesse reagito vedendo le foto della mia ragazza. Il suo sguardo era stato intenso, quasi affamato, e dentro di me cresceva una curiosità che non riuscivo a reprimere.
“Quindi,” disse Luca, rompendo il silenzio, “lei sa che mostri foto come quelle?”
Scossi la testa con un mezzo sorriso. “No, credo che si arrabbierebbe. Ma non c’è nulla di male, no? È solo… un modo per far vedere quanto sono fortunato.”
Luca rise, inclinando la testa. “Be’, di sicuro sei fortunato. Ma sei anche coraggioso. Non so se avrei il fegato di farlo, se fossi al tuo posto.”
Non risposi subito. Mi girai verso il tavolino, prendendo un altro sorso di birra, ma il mio cuore batteva più forte. C’era qualcosa nel modo in cui Luca parlava che mi faceva venire voglia di spingere i confini ancora più in là.
“Vuoi sapere una cosa?” dissi, quasi senza pensarci.
Luca alzò un sopracciglio, incuriosito. “Cosa?”
Mi appoggiai indietro sul divano, giocando con il telefono tra le mani. “Giulia è sempre stata consapevole di piacere agli altri. Non lo dice apertamente, ma credo che a volte le piaccia sapere che la guardano, che la desiderano.
Luca sorrise. “E tu come ti senti a riguardo?”
Mi fermai un momento, poi lo guardai negli occhi. “Stranamente, non mi dispiace. Anzi… credo che mi piaccia. È come se rendesse le cose più intense, capisci?”
Luca rimase in silenzio per un attimo, poi si sporse leggermente in avanti. “Quindi, se… qualcuno fosse interessato a lei, per dire, a te andrebbe bene?”
Il suo tono era leggero, ma il significato dietro quelle parole era chiaro. Sentii un brivido attraversarmi, ma invece di tirarmi indietro, decisi di continuare. “Dipende,” dissi, mantenendo il contatto visivo. “Credo che dipenderebbe da chi è la persona.”
Luca sorrise, un sorriso complice e provocatorio. “Interessante.”
Il silenzio tra noi si fece più denso. Poi, come per rompere la tensione, presi il telefono e scorsi verso una foto ancora più provocante di Giulia. Era in lingerie, seduta sul letto, con uno sguardo malizioso rivolto alla fotocamera. Era una foto che avevo scattato una sera, durante uno dei nostri momenti più intimi.
“Questa,” dissi, mostrandogliela, “è una delle mie preferite.”
Luca si avvicinò, prendendo di nuovo il telefono in mano. Questa volta il suo sguardo era diverso, più intenso, quasi ipnotizzato. “È… wow,” sussurrò, quasi senza fiato. “Non ho parole.”
Sentii una strana sensazione di potere mescolata a vulnerabilità. Era eccitante, ma anche destabilizzante. “Ti piace?” chiesi, la mia voce più bassa del solito.
Luca alzò lo sguardo verso di me, con un sorriso malizioso. “Piacere è un eufemismo.”
La stanza sembrava improvvisamente troppo piccola per contenere l’energia che si era creata tra noi. Non dissi nulla, lasciando che il momento parlasse da solo. Poi, con un tono più leggero, Luca si alzò, restituendomi il telefono.
“Direi che hai un buon gusto,”.
Bellissime sensazioni
 
Tornati sul divano, l’atmosfera era diversa. Luca sembrava più rilassato, ma c’era qualcosa nei suoi gesti che lo tradiva: il modo in cui evitava il mio sguardo, il leggero sorriso che sembrava trattenere. Io, invece, mi sentivo invaso da un misto di curiosità ed eccitazione. Avevo intuito cosa fosse successo nel bagno, e questo pensiero non faceva altro che alimentare quella tensione silenziosa tra di noi.
“Cosa stavamo guardando, prima che andassi in bagno?” chiese Luca, rompendo il silenzio.
Sorrisi, capendo benissimo dove voleva arrivare. “Le foto di Giulia, no?”
“Ah, giusto,” disse lui, con un tono volutamente leggero. “Sono davvero incredibili, devo dirtelo. È raro vedere una ragazza così bella e… sicura di sé.”
Annuii, cercando di mantenere un’aria disinvolta. “Sì, lo so. Ma a volte penso che non mi dispiaccia far vedere quanto è bona. Voglio dire, è naturale che gli altri la trovino arrapante.”
Luca mi guardò per un istante, come per valutare le mie parole. Poi si sporse leggermente in avanti, con quel sorriso malizioso che gli avevo visto tante volte. “Quindi… non ti dà fastidio se qualcuno la desidera? O magari… se qualcuno pensa a lei in un certo modo?”
Sentii un brivido attraversarmi, ma decisi di non tirarmi indietro. “Dipende. A volte penso che sia… eccitante.”
Il sorriso di Luca si fece più largo. “E tu pensi che a lei piacerebbe sapere che altre persone la guardano in quel modo?”
“Non lo so,” risposi, onestamente. “Forse. Credo che in fondo le piaccia l’idea di essere desiderata.”
Luca rimase in silenzio per un momento, poi disse qualcosa che mi colse completamente alla sprovvista. “Sai, nel bagno… non ho potuto fare a meno di pensarci.”
Lo fissai, sentendo il cuore accelerare. Era la prima volta che qualcuno ammetteva una cosa del genere davanti a me. “Pensare a cosa?” chiesi, anche se conoscevo già la risposta.
“A lei. A quelle foto. Non riuscivo a trattenermi, ho dovuto segarmi e sborrare per lei” disse, con un tono sincero ma carico di provocazione. “Spero non ti dispiaccia.”
Inspirai profondamente, cercando di mettere ordine nei miei pensieri. Quella confessione avrebbe dovuto farmi arrabbiare, e invece… mi sentivo incredibilmente eccitato. Era come se avesse dato voce a qualcosa che avevo sempre tenuto nascosto dentro di me.
“No, non mi dispiace,” dissi, con un filo di voce. “Anzi, penso che lo capisco.”
Gli occhi di Luca si illuminarono, come se avesse trovato la risposta che cercava. “Se è così, allora… potrei dirti una cosa? O forse… chiederti qualcosa?”
“Vai avanti,” dissi, curioso di sapere dove stesse andando a parare.
“Ti dispiacerebbe mostrarmi altre foto? Non voglio sembrare irrispettoso, ma… è davvero arrapante.
Quella richiesta mi colse di sorpresa, ma non in modo negativo. Sentivo il sangue pulsare nelle orecchie mentre consideravo la sua domanda. Era come se qualcosa dentro di me volesse vedere fin dove saremmo arrivati.
Senza dire una parola, presi il telefono e scorsi nella galleria, fermandomi su una foto ancora più audace. Giulia era sdraiata sul letto, a 90, indossando un completo intimo con un’espressione provocante. Esitai un momento, poi allungai il telefono verso Luca.
“Eccola,” dissi, sentendo il cuore battere come un tamburo.
Luca prese il telefono, guardando la foto con occhi spalancati. “Mio Dio,” mormorò, quasi senza fiato. “È perfetta.”
Il silenzio che seguì fu carico di tensione. Lo osservai mentre fissava lo schermo, il suo respiro lento ma profondo. Poi, con un sorriso che sapeva di sfida, mi restituì il telefono.
Anche io voglio un amico così… parlo di Luca 😂😝
 
Poco dopo, avevo sentito la chiave girare nella serratura. Giulia era tornata. Si era affacciata nel soggiorno, salutandoci con un sorriso dolce. “Ciao, ragazzi!” aveva detto, posando la borsa accanto alla porta.
“Ciao, amore,” avevo risposto, mentre lei si avviava verso la camera da letto.
Un’idea un po’ maliziosa mi era balenata in testa. Sapevo che Giulia aveva l’abitudine di cambiarsi appena rientrava a casa, e sapevo anche che la porta della nostra camera si chiudeva sempre a metà per via di un piccolo problema con la cerniera. Quella volta, però, mi ero assicurato che restasse un po’ più aperta del solito.
Continuavo a parlare con Luca, ma con la coda dell’occhio avevo notato il suo sguardo vagare verso il corridoio. La porta semiaperta offriva una visuale discreta della stanza. Giulia era davanti allo specchio, intenta a togliersi il maglione. Indossava un reggiseno di pizzo nero e uno slip brasiliano coordinato che esaltava la sua figura. Cambiandosi si era chinata a 90 gradi e mostrava il suo bellissimo culo. Luca aveva smesso di parlare. Era rimasto immobile, lo sguardo fisso verso la porta per un attimo che era sembrato eterno e si era iniziato a toccare i pantaloni che mostravano una grande erezione nonostante avesse già consumato da poco. Poi, improvvisamente, si era riscosso, distogliendo lo sguardo con un’espressione colpevole.
Io avevo fatto finta di nulla, continuando a parlare come se non avessi notato il suo imbarazzo. Dentro di me, però, mi divertiva vedere quanto fosse turbato.
Giulia, ignara di tutto, aveva finito di cambiarsi e si era messa un abito comodo prima di uscire dalla stanza. Quando era arrivata in soggiorno, Luca sembrava ancora nervoso.
“Beh, io vado,” aveva detto improvvisamente, alzandosi in fretta.
“Già? Pensavo restassi ancora un po’,” avevo risposto con un tono volutamente innocente.
“No, si è fatto tardi ” aveva mormorato, evitando di incrociare lo sguardo di Giulia e cercando di nascondere l’erezione mentre si avviava verso la porta.
Giulia aveva aggrottato le sopracciglia, guardandomi con curiosità. “Che gli è preso?” aveva chiesto.
“Boh, sarà stanco,” avevo risposto con un sorriso enigmatico, sorseggiando la birra.
Dentro di me, però, sapevo esattamente cosa era successo. E, devo ammetterlo, mi piaceva l’idea di aver giocato un po’ con la situazione.
 
Dopo che Luca se n’era andato, avevo notato che non riusciva a guardare Giulia negli occhi nemmeno per un secondo. Ero rimasto lì a pensarci per qualche minuto, con il sorriso ancora sulle labbra. Poi, con una scusa, mi ero alzato dal divano.
“Vado un attimo in bagno,” avevo detto a Giulia. Lei aveva annuito distrattamente, intenta a cercare qualcosa sul telefono.
In bagno, mi ero chiuso dentro e avevo preso il cellulare. Con un ghigno divertito, avevo scritto un messaggio a Luca.
“Ehi, che fine hai fatto? Sei scappato come se avessi visto un fantasma.”
Non avevo dovuto aspettare molto per una risposta. Il telefono aveva vibrato e il messaggio era arrivato.
“Non prendermi in giro. Era… troppo difficile trattenersi. Se fossi rimasto ancora, non so cosa sarebbe successo.”
Le sue parole avevano un tono sincero, e anche un po’ disperato. Mi ero ritrovato a ridacchiare tra me e me, immaginando quanto dovesse essere stato difficile per lui mantenere la calma dopo aver intravisto Giulia in intimo.
“Capisco,” avevo risposto, mantenendo il tono leggero. “Ma dai, mica gli potevi saltare addosso e farti cacciare a calci da casa?. Ti sei perso il meglio, però.”
Non avevo aggiunto altro, e avevo rimesso il telefono in tasca, tornando in soggiorno come se nulla fosse. Giulia, nel frattempo, si era già alzata dal divano.
“Vado a letto,” mi aveva detto con un sorriso. “Vieni anche tu?”
“Arrivo tra poco,” avevo risposto. “Finisco questa birra.
Quando finalmente ero salito in camera, lei era già sotto le coperte, con il libro che leggeva prima di dormire. Mi ero avvicinato, le avevo dato un bacio sulla fronte, e avevo cominciato a spogliarmi. Lei mi aveva guardato con quel suo sorriso sornione.
“Che succede? Sei di buon umore,” aveva detto. “Sai, Luca oggi ti ha trovato particolarmente… interessante.”
Lei aveva alzato un sopracciglio, perplessa. “Interessante? Che vuoi dire?”
“Diciamo solo che ha avuto una visuale privilegiata quando ti stavi spogliando” avevo ammesso con un sorrisetto.
Lei aveva sgranato gli occhi per un istante, poi aveva scosso la testa con un mezzo sorriso incredulo. “Ma davvero? E tu glielo hai lasciato fare?” E io: “È stato un Secondo che potevo mai fare?” E lei:”Vabbè mi ha vista altre volte in costume… capirai, avrà visto di più su Instagram”.
“Lo so,” avevo detto, mentre mi infilavo a letto accanto a lei. Ma Giulia sembrava divertirsi più di quanto volesse ammettere.
Con lei accanto, il telefono era tornato nelle mie mani. Avevo scattato alcune foto rapide di noi due a letto: io a torso nudo, lei che si copriva appena con le lenzuola, i suoi capelli disordinati ma perfetti.
Le avevo mostrate a lei per avere la sua approvazione. “Gliele mando?” avevo chiesto, con un tono scherzoso.
“Ma che dici, cretino?” aveva risposto, lasciando cadere il libro sul comodino. “Se ti diverti con cosi poco…”
 
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