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CHIARIMENTO: Il racconto è quasi totalmente inventato, tratto da una piccola confessione di un amico.
Mese dopo mese faticavo a riconoscerla. Quella che vedevo girare per casa in short sempre più corti, piedi scalzi e canotte larghe da cui ogni tanto faceva capolino una tetta non era più la mia bambina.
Sara stava diventando una donna sotto i miei occhi. Ed io, anche se ero suo padre, restavo pur sempre un uomo poco più che quarantenne molto sensibile alla bellezza femminile.
Ricordo perfettamente la prima volta. Ero sulla poltrona del salotto a guardare una partita in tv, Sara era sdraiata sul divano di fronte a gambe larghe intenta a guardare qualcosa sul tablet.
Quasi senza accorgermene il mio sguardo andava a cadere sempre più spesso su di lei. Notavo i suoi piedi curatissimi, le unghie smaltate. E poi salivo in mezzo alle gambe. Gli short che indossava erano talmente piccoli e aderenti che mi sembrava di intravedere lo spacco della sua figa.
Era mia figlia ma era anche uno splendido esemplare di giovane femmina. Gli occhi grandi neri, lo sguardo dolce e due labbra che qualsiasi uomo avrebbe sognato. Sara somigliava sempre di più a sua madre. E sua madre, che un brutto male si era portata via troppo presto, mi era sempre piaciuta tanto. Tantissimo.
Quella sera, per la prima volta, sentì qualcosa svegliarsi sotto i pantaloncini. Non potevo crederci ma era tutto vero. Quell'erezione che non potevo controllare era per mia figlia.
Sara continuava a guardare il tablet e non si accorse di nulla, mentre io con una mano cercavo velocemente di sistemare il cazzo in modo che l'erezione si notasse meno possibile. Poi mi alzai e senza dirle nulla andai in bagno.
Era l'unica soluzione per uscire da quella situazione. Chiusi la porta, mi abbassai pantaloncini e boxer, lo presi in mano. Mentre mi segavo chiusi gli occhi. Cercai di pensare ad altro: la vicina, qualche vip, una collega.
Ma nella mia testa c'era solo lei, Sara, mia figlia. Sborrai dopo pochi minuti. Sborrai forte, sborrai tanto. La potenza degli schizzi e la quantità di sperma mi impressionarono.
Una volta finito, mi sciacquai il viso e tornai in salotto. Sara non era più sul divano. La trovai in cucina a sgranocchiare le sue patatine preferite.
"Ah sei qui?"
"Sì, papi, dovevo andare in bagno ma era occupato....." mi disse passandomi rapidamente accanto e correndo a piedi scalzi verso il bagno, dove pochi minuti prima avevo sborrato copiosamente per lei.
Mi voltai e sì, lo ammetto, le guardai il culo alto e sodo come solo quello di una diciottenne può essere.
Ero nei guai.
Mese dopo mese faticavo a riconoscerla. Quella che vedevo girare per casa in short sempre più corti, piedi scalzi e canotte larghe da cui ogni tanto faceva capolino una tetta non era più la mia bambina.
Sara stava diventando una donna sotto i miei occhi. Ed io, anche se ero suo padre, restavo pur sempre un uomo poco più che quarantenne molto sensibile alla bellezza femminile.
Ricordo perfettamente la prima volta. Ero sulla poltrona del salotto a guardare una partita in tv, Sara era sdraiata sul divano di fronte a gambe larghe intenta a guardare qualcosa sul tablet.
Quasi senza accorgermene il mio sguardo andava a cadere sempre più spesso su di lei. Notavo i suoi piedi curatissimi, le unghie smaltate. E poi salivo in mezzo alle gambe. Gli short che indossava erano talmente piccoli e aderenti che mi sembrava di intravedere lo spacco della sua figa.
Era mia figlia ma era anche uno splendido esemplare di giovane femmina. Gli occhi grandi neri, lo sguardo dolce e due labbra che qualsiasi uomo avrebbe sognato. Sara somigliava sempre di più a sua madre. E sua madre, che un brutto male si era portata via troppo presto, mi era sempre piaciuta tanto. Tantissimo.
Quella sera, per la prima volta, sentì qualcosa svegliarsi sotto i pantaloncini. Non potevo crederci ma era tutto vero. Quell'erezione che non potevo controllare era per mia figlia.
Sara continuava a guardare il tablet e non si accorse di nulla, mentre io con una mano cercavo velocemente di sistemare il cazzo in modo che l'erezione si notasse meno possibile. Poi mi alzai e senza dirle nulla andai in bagno.
Era l'unica soluzione per uscire da quella situazione. Chiusi la porta, mi abbassai pantaloncini e boxer, lo presi in mano. Mentre mi segavo chiusi gli occhi. Cercai di pensare ad altro: la vicina, qualche vip, una collega.
Ma nella mia testa c'era solo lei, Sara, mia figlia. Sborrai dopo pochi minuti. Sborrai forte, sborrai tanto. La potenza degli schizzi e la quantità di sperma mi impressionarono.
Una volta finito, mi sciacquai il viso e tornai in salotto. Sara non era più sul divano. La trovai in cucina a sgranocchiare le sue patatine preferite.
"Ah sei qui?"
"Sì, papi, dovevo andare in bagno ma era occupato....." mi disse passandomi rapidamente accanto e correndo a piedi scalzi verso il bagno, dove pochi minuti prima avevo sborrato copiosamente per lei.
Mi voltai e sì, lo ammetto, le guardai il culo alto e sodo come solo quello di una diciottenne può essere.
Ero nei guai.