Esperienza reale Racconto di fantasia Mia madre (racconto completo)

Lucci823

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Qui il racconto del rapporto con mia madre e di come si è evoluto negli anni, alcuni capitoli sono reali, altri romanzati. Non chiedetemi cosa è reale e cosa no, se vi va e vi piace il genere godetevi le sensazioni del racconto e commentate. Grazie

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Il racconto che segue risale a parecchi anni fa

Frequentavo le medie e avevo scoperto da poco il magico mondo delle seghe. Un pomeriggio, pensando di essere solo a casa, ho preso il calendario di Alessia Marcuzzi che tenevo ben nascosto in camera, me lo sono tirato fuori e ho cominciato a masturbarmi ma proprio nel momento in cui stavo per venire sento aprire improvvisamente la porta e mi trovo davanti mia madre.

Ho provato a ricompormi ma era troppo tardi e venni praticamente di fronte a lei. Mamma rimase qualche secondo sull'uscio, poi mi chiese scusa imbarazzata e richiuse velocemente la porta.

Non ebbi il coraggio di uscire dalla mia stanza per un paio di ore, finché non fu lei a bussare e chiedermi di parlare.

Non era incazzata come pensavo, io ero sdraiato sul letto, mamma si sedette accanto a me e mi accarezzò i capelli dolcemente.

"Tesoro, non devi vergognarti, non è successo niente...Sei diventato un ometto e hai bisogno di fare certe cose. Anzi devi farle, altrimenti rischi di stare male. Ti chiedo solamente di chiudere bene la porta quando lo fai e possibilmente di farlo in bagno così non sporchi troppo in giro".

"Mi dispiace, mamma..."

"Non devi dispiacerti...non sono arrabbiata con te, stai tranquillo. Ora però vai di là così sistemo un po' la stanza e apriamo la finestra che c'è un odorino...", mi disse sorridente facendomi l'occhiolino.

Non so perché ma le parole di mamma ebbero su di me uno strano effetto. Sentì salire nuovamente l'eccitazione, mi chiusi in bagno e mi tirai un'altra sega ma stavolta non pensavo alla Marcuzzi...

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Nei giorni successivi il pensiero di mia madre che mi beccava col cazzo in mano mentre sborravo continuava a frullarmi continuamente in testa, finché un pomeriggio non trovai il coraggio di farmi beccare di nuovo, ma stavolta volontariamente.

Quando si avvicinò l'orario del suo rientro a casa inizia a toccarmi per tenerlo mezzo duro e appena sentì la porta aprirsi lo tirai fuori segandomi velocemente. Ero seduto sul divano del soggiorno davanti alla tv che trasmetteva Passaparola.

Come previsto mamma in pochi secondi mi raggiunse e appena vide la scena si fermò un attimo sulla porta del soggiorno.

"Ciao tesoro, vedo che sei impegnato..." mi disse sorridente strizzandomi l'occhiolino. Quindi si allontanò un attimo prima di tornare con un pacchetto di fazzolettini in mano.

"Usa questi e non sporcare in giro per favore, io sistemo la spesa in cucina" mi disse lanciando una veloce occhiata al mio cazzo ormai durissimo.

Venni subito dopo usando i fazzoletti che mi aveva dato ma mi guardai bene dal gettarli, lasciandoli sul tavolino davanti alla tv in bella vista.

"Mamma io torno in camera a finire i compiti" le urlai facendo finta di lasciare il soggiorno, invece mi appostai dietro la porta.

Lei raggiunse il soggiorno e notò subiti i fazzoletti sporchi sul tavolino, sorrise dolcemente e li raccolse ma con mio grosso stupore lì aprì leggermente, quasi per controllare la consistenza dello sperma presente all'interno. Quindi si avviò verso la cucina e li gettò nel secchio della spazzatura.

Tanto bastò per farmi viaggiare ulteriormente con la fantasia: perché mamma aveva guardato all'interno dei fazzoletti? Voleva assicurarsi che la mia crescita procedesse nel modo giusto o c'era qualcos'altro?

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Nei giorni successivi pensai a un modo per capire un po' di più l'atteggiamento di mia madre. Subito dopo pranzo eravamo soliti metterci comodi insieme sul divano a guardare la tv prima che andassi a fare i compiti. Sfruttai quel momento per toccarmi da sopra i pantaloni, in modo discreto ma allo stesso tempo inequivocabile. Dalle sue occhiate vidi subito che mamma aveva capito cosa stavo facendo, a volte incrociavo il suo sguardo sorridente e comprensivo. Mi lasciava fare per un po' finchè l'erezione sotto i vestiti non diventava evidente.

"Tesoro, ora è meglio che vai in bagno e poi fila a fare i compiti".

La scena divenne abituale, ma presto non mi bastò più. Sapevo che farmi toccare da lei era impossibile, ma volevo che almeno mi guardasse per bene mentre mi segavo e così un pomeriggio, quando mi invitò a raggiungere il bagno, trovai il coraggio di chiederglielo: "Mamma, ti prego, posso farlo qui?".

Mi guardò per qualche secondo, dubbiosa, ma con mia grande sorpresa acconsentì: "Ok, ma a due condizioni: non devi sporcare nulla e non chiedermi altro. Posso farti compagnia, niente più di questo". Quindi si alzò, mi porse un pacchetto di fazzolettini e si sedette di nuovo accanto a me sul divano come se nulla fosse a guardare la tv.

Forte della sua autorizzazione mi abbassai i pantaloni della tuta e finalmente tirai fuori il cazzo duro. Mamma lanciò una rapida occhiata mentre io iniziaii a toccarmi. In un paio di minuti raggiunsi l'orgasmo e riempì il fazzoletto.

Appena finito, mamma prese il fazzoletto sporco dalle mie mani: "Questo dallo a me, ci penso io. Ora vatti a sciacquare e corri in camera a studiare".

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Dopo il pomeriggio in cui sborrai davanti a lei il rapporto con mamma inevitabilmente si intensificò. Sempre più spesso le chiedevo il permesso di finire la sega in soggiorno, richiesta che quasi sempre lei accoglieva senza grossi problemi. L'unica raccomandazione, come al solito, era quella di non sporcare in giro.

Venire nei fazzoletti però mi costringeva di fatto a coprirmi proprio nel momento clou mentre mi sarebbe piaciuto mostrare a mamma il momento dell'eiaculazione. Volevo che guardasse la potenza dei miei schizzi, che apprezzasse appieno la crescita del suo 'bambino'. Ma non trovavo il coraggio di chiederglielo, in mio soccorso arrivò un lieve fastidio al glande.

Tornato da scuola, prima di metterci a tavola, informai mia madre del problema. Mamma mi chiese di andare in camera e di abbassare pantaloncini e slip: "Tanto non è la prima volta che ti vedo, no?".

Ero seduto sul letto, il pene era a pochi centimetri dal viso di mia madre che si era inginocchiata per controllare da vicino la situazione. In pochi istanti raggiunsi il massimo dell'erezione.

Mamma sorrise. "E' vero tesoro, è leggermente arrossato, ti fa molto male?". "Un po', mamma", le risposi con la voce piagnucolante.

"Tesoro, stai tranquillo, non è niente di grave", mi rassicurò mamma accarezzandomi i capelli. "Forse i fazzoletti hanno provocato questa leggera irritazione...facciamo così, da oggi in quel momento vai in bagno come facevi prima e vediamo come va".

"Mamma, ma io...non voglio stare da solo", la implorai.

Mia madre si alzò da terra sedendosi accanto a me sul letto e restò pensierosa per alcuni secondi: "Dai, per oggi resto qui accanto a te così verifichiamo anche se nonostante l'arrossamento funziona tutto regolarmente".

"Ma....dove...vengo?" le chiesi incerto. Mamma mi guardò negli occhi e sorrise dolcemente: "Per oggi puoi sul pavimento, poi lo laviamo, non ti preoccupare. Ci penso io. Ora sbrigati che è ora di pranzo".

Mi sfilai completamente pantaloni e slip, quindi seduto sul letto della mia camera inizia a segarmi accanto a mamma che stavolta non era distratta dalla tv ma osservava solo il mio cazzo. Dopo un paio di minuti gli schizzi raggiunsero il pavimento mentre le ultime gocce colavano lungo l'asta.

Mamma si alzò rapidamente, prese dei fazzoletti rinfrescanti e avvicinandosi a me toccò per la prima volta il mio pene ancora semieretto ripulendolo a fondo dai rimasugli di sperma.

"Ora vai a farti una bella doccia, così io pulisco tutto e metto a tavola il pranzo", mi ordinò dandomi un bacio sulla fronte.

Prima di raggiungere il bagno mi voltai a guardarla. Mamma si era chinata sul pavimento e stava togliendo le chiazze di sperma con lo scottex prima di passare il mocio.

Durante il pranzo tra noi c'era molto imbarazzo, per la prima volta avevo letteralmente schizzato sotto gli occhi di mamma e lei mi aveva toccato il cazzo. Cercavo in tutti i modi di capire cosa provasse ma era come sempre all'apparenza imperturbabile.

Finché, a fine pasto, non fu lei a prendere l'argomento: "Tesoro, vista la situazione per un po' di giorni è meglio che eviti di toccarti da solo. Quando ne senti il bisogno vieni da me e lo facciamo insieme come poco fa. Non c'è nulla di male, sei il mio bambino e voglio aiutarti. Ovviamente sono tua madre e non posso fare di più ma voglio assicurarmi che tu lo faccia nel modo giusto e soprattutto che elimini tutti i residui dopo, altrimenti questa infiammazione rischia di peggiorare e dovremo andare da un medico".

"Ok, mamma, grazie".

Non potevo sperare in qualcosa di meglio. Ero davvero al settimo cielo e anche se cercai di nascondere il mio entusiasmo mamma era consapevole di aver realizzato un altro mio sogno.

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Come d'accordo da quel giorno, per circa una settimana, ogni volta che sentivo il bisogno di masturbarmi chiedevo aiuto a mamma. Lei era sempre disponibile, solitamente andavamo in camera mia, ci sedevamo uno accanto all'altro sul letto, io nudo dalla cintola in giù libero di toccarmi e schizzare sul pavimento che mamma poi ripuliva mentre io andavo a lavarmi. Una routine eccitante che fece nascere in me nuove voglie. L'obiettivo adesso era convincerla a toccarmi direttamente con le sue mani anche se sapevo che l'impresa era quasi impossibile.

Dopo una settimana dissi a mamma che l'arrossamento mi sembrava passato e le chiesi di controllare meglio. Eravamo in cucina, mamma mi disse di seguirla in camera e di spogliarmi in modo che potesse verificare la situazione. Poi mi invitò a sdraiarmi mentre lei prese una sedia e si accomodò a bordo del letto. Il pene era completamente normale e bastò che lei tirasse leggermente il prepuzio per raggiungere l'erezione.

Mamma sorrise e fece per togliere la mano ma stavolta trovai il coraggio di bloccarla con la mia mano sul cazzo, guidandola in quella che era a tutti gli effetti una sega.

"Mamma ti prego...." la implorai...."Solo una volta, te lo giuro".

Restammo così con qualche secondo, la mia mano sulla sua che massaggiava lentamente il cazzo. Mamma però mollò quasi subito la presa.

"Tesoro, sai che sono sempre disponibile ad aiutarti ma questo non posso farlo. Sono tua madre, capisco le tue esigenze di giovane uomo ma per queste cose devi trovarti una ragazzina", mi disse dolcemente.

Ero deluso e mortificato: "Scusa, non volevo offenderti".

"Non mi hai offeso tesoro, anzi...ho capito che mi trovi bella ma tra madre e figlio c'è un limite che non si può superare. Finché si tratta di osservarti per me non ci sono problemi, sei il mio piccolo e non mi scandalizzo. Ma oltre non posso andare", cercò di spiegarmi mamma.

"Posso almeno continuare a farlo con te?", le chiesi piagnucoloso.

Mamma sorrise amorevolmente: "Certo che puoi, non mi dai nessun fastidio. Finché ne sentirai il bisogno io ci sarò. Ma non chiedermi di più".

Mia madre era stata chiarissima, tra noi non ci sarebbero mai stati contatti diretti.

La mia fantasia però non conosceva limiti e così, mentre lei si allontanava per andare a sistemare la cucina, me la vidi inginocchiata tra le mie gambe a succhiarmi il cazzo. Un sogno destinato a restare tale, forse
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La situazione andò avanti così per mesi. La sega insieme a mamma era ormai diventata una piacevolissima routine. Io seduto accanto a lei sul divano dopo pranzo, l'erezione che cresce nei pantaloni, lei che se ne accorge e mi invita a fare ciò che devo: "Dai, così vai in camera a fare i compiti". Spesso le chiedevo di poter finire davanti a lei senza usare i fazzoletti, schizzando direttamente sul pavimento che poi mamma puliva.

Solo l'idea che venisse in contatto con la mia sborra mi eccitava da pazzi, forse per questo un pomeriggio che ero solo a casa, particolarmente preso dall'eccitazione del momento per la prima volta rovistati nel cesto della biancheria sporca. Mi ritrovai tra le mani uno slip di mamma. Nulla di particolarmente sexy, nero, in cotone. A renderlo unico ovviamente era l'odore che emanava. Odore di femmina. Un odore che non avevo ancora mai sentito.

Da quel giorno iniziai regolarmente a rubare l'intimo di mia madre e usarlo per le mie seghe solitarie. Una mattina però, preso dalla fretta di andare a scuola, dimenticai un suo slip sotto il cuscino e quando me lo ricordai era ormai troppo tardi. Al suono della campanella tornai a casa di corsa sperando che mamma non si fosse accorta di niente. Entrai, lei era come sempre in cucina a preparare il pranzo, quindi raggiunsi velocemente la mia camera e con mia grande sorpresa trovai lo slip in bella vista sopra la coperta. Eppure ero sicuro di averlo lasciato sotto il cuscino....

Mentre cercavo di capire cosa fosse successo sentì la voce di mamma dietro di me: "Quello era sotto il tuo cuscino....devi dirmi qualcosa?".

Mi voltai e incrociai il suo sguardo. Severo, ma non arrabbiato come avrei temuto. "Mamma, io....".

Lo slip era evidentemente macchiato di sperma e mia madre, ovviamente, se n'era accorta. La chiazza e l'odore erano inequivocabili.

"Non c'è bisogno che mi spieghi....dimmi solo perché fai le cose di nascosto? Non sono sempre stata aperta al dialogo e disponibile ad ascoltarti?", mi chiese delusa.

"Scusami mamma...", mi prese per mano e ci sedemmo uno accanto all'altra sul letto.

"La mamma non è stupida, mi ero accorta da tempo di questo ma ti ho lasciato fare sperando che prima o poi venissi a parlarmene. Non sono arrabbiata per le mutandine, quelle si lavano. Mi dispiace che non ti fidi di me", mi spiegò accarezzandomi i capelli.

Ero davvero mortificato, non sapevo cosa dire. Mamma mi aveva stupito ancora una volta. E ancora una volta fu lei a rompere il ghiaccio.

"Mi prometti che d'ora in avanti invece di rubare le cose di nascosto verrai da me a parlare? Se ogni tanto hai bisogno di questo tipo di aiuto vedrò cosa posso fare per venirti incontro. Ma non sopporto le bugie".

"Te lo prometto, mamma".

Ci abbracciammo e mia madre si alzò per tornare in cucina, ma prima di uscire dalla mia stanza si girò di nuovo verso di me: "Quelle ormai puoi tenerle, è un regalo" mi disse indicando le sue mutandine sporche del mio sperma ancora in bella vista sul letto.


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Ovviamente rispettai la promessa fatta a mia madre così, quando saliva la voglia di sentire il suo odore, le chiedevo il permesso di prendere un suo paio di mutandine. Permesso che mamma mi accordava sempre a una condizione: "Dopo che hai fatto portamele subito che le metto a lavare altrimenti la macchia non va più via".

Quindi prendevo gli slip dal cesto della biancheria sporca, mi sedevo sul divano e sotto i suoi occhi le stringevo intorno al mio cazzo duro masturbandomi fino a venire dentro. Una volta finito di sborrare era lei stessa ad avvicinarsi e prenderle dalle mie mani intrise di sperma.

Il rapporto tra noi col passare dei mesi era inevitabilmente cambiato, la complicità era sempre più forte e la mamma spesso si lasciava andare a battutine che finivano per aumentare il mio grado di eccitazione del tipo: "Oggi eri particolarmente carico...", "Si vede che ti faccio mangiare bene" e cose del genere.

Insieme alla complicità notai che cresceva anche la sua curiosità tanto che una sera, mentre mio padre era già a letto e io le massaggiavo i piedi sotto il plaid mamma guardandomi negli occhi mi sorprese con una domanda molto diretta: "Pensi qualcosa in particolare mentre ti tocchi, vero?".

"Mamma, io....ecco....non mi sembra il caso..." provai a farfugliare imbarazzato.

"Tesoro, ora fai il timido? Non mi sembra che ti faccia troppi problemi in altri momenti...Ricordati, massima sincerità. Non ti preoccupare, te l'ho chiesto io, puoi essere diretto. Non mi offendo", mi tranquillizzò.

"Sei sicura?". "Sì, tesoro, sono sicura".

A quel punto l'eccitazione prese il sopravvento sull'imbarazzo, posizionai i suoi piedi nudi all'altezza della mia patta strofinandoli sul cazzo duro da sopra i vestiti, la guardai e confessai tutto: "Penso alle tue mani sul mio cazzo, penso a te inginocchiata tra le mie gambe che me lo succhi, penso di venirti in faccia..."

"Ok, ok, va bene così..." mi interruppe lei distogliendo lo sguardo.

Calò il silenzio ma io continuavo a massaggiarmi il cazzo con i suoi piedi e lei non li ritrasse, tanto che dopo un paio di minuti sentì l'impellente stimolo di venire riempiendo i boxer di sperma. La chiazza si allargò anche sui pantaloni e mamma percepì l'umido sotto le piante dei suoi piedi.

Solo allora si alzò rapidamente dal divano e mi diede un bacio sulla fronte: "Buonanotte, tesoro".


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Le seghe davanti a mamma erano ormai entrate a far parte della nostra quotidianità ma per me ogni volta era come se fosse la prima. Sentivo la stessa scarica di adrenalina e la stessa emozione ogni volta che incrociavo il suo sguardo e vedevo i suoi occhi posarsi sul mio cazzo duro.

Col tempo mamma scoprì anche i miei gusti in fatto di donne, in particolare riguardo alle vip che erano spesso le muse delle mie seghe. L'appuntamento pomeridiano davanti al programma condotto da Caterina Balivo ad esempio divenne fisso e ogni volta che lei indossava una mini mamma sapeva già come sarebbe finita.

"Oggi la tua preferita ti ha fatto un bel regalo", mi diceva scherzosa prima di accomodarci insieme sul divano e, mentre lei guardava la tv, io lo tiravo rapidamente fuori dedicando la mia sborrata giornaliera alla Balivo sotto i suoi occhi.

Mamma non si scandalizzò di certo quando trovò nascosti in camera mia i vari calendari: Canalis, Moric, Corna, De Grenet. Tutti spesso con le pagine visibilmente appiccicate dallo sperma che avevo versato copioso qualche ora prima. Mi eccitava che lei vedesse, che lei sentisse il mio odore. Ma adesso volevo altro.

Un pomeriggio, prima che mio padre tornasse da lavoro, mamma era sotto la doccia e decisi di provarci. L'idea mi balenava da tempo: volevo vederla nuda, quale migliore occasione di quella entrando in bagno con la scusa di una pipì urgente? Mamma per fortuna non chiudeva mai la porta a chiave e quando bussai, chiedendole di entrare perché mi scappava, mi diede subito il permesso.

Mamma era sotto la doccia, chiusa nel box, dietro il vetro e completamente nuda alla vista. Restai per qualche secondo immobile a fissarla, quasi imbambolato. Non si copriva in alcun modo quindi ammirai il suo seno, una terza perfetta, i suoi capezzoli larghi e soprattutto quella striscia di pelo tra le gambe.

Era la prima volta che la vedevo completamente nuda e la reazione fu immediata. Mamma ovviamente sapeva bene l'effetto che mi avrebbe fatto.

"Che c'è? Che fai lì sulla porta? Non dovevi fare la pipì?", mi chiese evidentemente ironica.

Mi avvicinai al wc che era di fronte al box doccia, mi abbassai pantaloni e boxer ma il cazzo era già in erezione. Mamma scoppiò a ridere.

"Mi sa che prima è meglio se fai altro...", disse voltandosi. Ora potevo vedere perfettamente il suo culo completamente nudo e ancora alto e abbastanza sodo.

"Quando hai finito esci e richiudi la porta, per piacere". Iniziai a masturbarmi senza mai staccare gli occhi da mia madre finché non schizzai tutto il mio sperma dentro al water, quindi tirai l'acqua e uscì velocemente dal bagno.

Mi ritrovai nel corridoio ancora tremante. L'emozione era stata troppo forte. Poco dopo mamma mi raggiunse in camera, indossava solo l'accappatoio. Aveva i capelli bagnati, completamente struccata. Era bellissima.

"Tesoro, tutto bene?" mi chiese accarezzandomi i capelli. "Sì, mamma, scusa..." provai a rispondere.

"Shhh non devi chiedermi scusa. Non è successo niente, non hai fatto nulla di male. Quando vuoi entrare in bagno mentre mi faccio la doccia, puoi farlo. Le regole le conosci".

Quindi mi stampò un bacio sulla fronte e si alzò: "Ora vado altrimenti stasera non si cena". Prima di uscire dalla mia stanza però si voltò un'ultima volta verso di me: "Comunque mi pare che ti sia piaciuto parecchio quello che hai visto...".

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L'intimità che si era creata con mamma era sempre più forte. Ormai le bastava uno sguardo per capire quando avevo bisogno di 'sfogarmi' tanto che a volte era lei a invitarmi a farlo anche se in modo non troppo diretto. "Tesoro, mettiamoci sul divano" era la frase con cui mi dava il via libera per la sega.

Anche guardare una semplice trasmissione insieme era fonte di grande eccitazione anche perché lei non si tirava mai indietro quando c'era da parlare liberamente, anche di sesso. Una sera ad esempio, mentre alle Iene parlavano di sesso orale, trovai il coraggio di chiederle se l'avesse mai praticato. Mamma mi guardò sorniona: "Pensavi che usassi la bocca solo per parlare e mangiare?". Quindi scoppiò a ridere.

La sua risposta ovviamente mi provocò una folle erezione e osai: "Ti piace farlo?".

"Amore, non faccio mai ciò che non mi piace". Bastò questo per obbligarmi a tirarlo fuori e masturbarmi per l'ennesima volta sotto i suoi occhi. Mamma mi guardò negli occhi e sorrise: "Tranquillo, non ti chiederò cosa stai pensando, posso immaginarlo da sola...".

Mia madre sapeva ormai da tempo che il mio sogno era metterglielo in bocca. O almeno in mano. Ma sul punto non transigeva, purtroppo. Avevo provato un altro paio di volte a portare la sua mano sul mio cazzo duro mentre eravamo insieme sul divano, specie la sera, ma l'aveva sempre tolta rapidamente.

L'occasione per un avvicinamento fisico tra noi mi fu offerto dall'ennesimo week-end di lavoro di mio padre. Sarebbe stato fuori per una notte. Accadeva spesso e da piccolo in quelle occasioni dormivo sempre nel letto matrimoniale con mamma. Ora ero cresciuto e le cose ovviamente erano cambiate ma quel giorno trovai il coraggio di provarci: "Mamma, stasera posso dormire con te?".

Mia madre mi guardò: "Amore, ormai sei grande....". Ero deluso e andai via. La sera mi andai a coricare nel mio letto, ormai non ci pensavo più quando sulla porta vidi mamma. Indossava una camicia da notte sopra il ginocchio e molto scollata, sotto non portava il reggiseno ed i suoi capezzoli bucavano la stoffa.

Mamma si sedette accanto a me: "Tesoro, so che ci sei rimasto male...mi dispiace....se mi prometti di fare il bravo puoi dormire con me nel lettone". Mi alzai di scatto. Ero al settimo cielo.

Raggiungemmo la camera da letto e ci infilammo sotto le coperte. Io indossavo i boxer e una magliettina di cotone.

Avevo promesso a mamma di fare il bravo e volevo mantenere la promessa ma non riuscivo a prendere sonno, ero troppo eccitato. Così mi avvicinai lentamente, mamma mi dava le spalle. La abbracciai. Il mio cazzo duro, coperto dai boxer, si strofinava sul culo di mia madre. Non dormiva, ne ero sicuro.

Mi lasciò fare per qualche minuto, poi si voltò all'improvviso: "Tesoro così non riuscirai a dormire...dai vai in bagno". La guardai implorante: "Mamma, ti prego, posso farlo qui?".

Solo il pensiero di masturbarmi accanto a mamma nel letto in cui mi aveva concepito mi mandava fuori di testa. Eravamo al buio, sotto le coperte.

"Ok, ma non sporcare tutto..." mi disse mia madre voltandosi di nuovo dall'altra parte. Era il segnale che aspettavo, lo tirai fuori e bastarono un paio di colpi per sborrare nei boxer. L'aria della camera matrimoniale si riempì del mio odore.

"Ora cambiati e poi dormi", mi disse mamma senza mai voltarsi. Così feci. La notte trascorse tranquilla.

L'indomani mattina quando mi svegliai mamma si era già alzata ma sul suo cuscino c'era un paio di slip in bella vista accompagnato da un biglietto: "Stasera torna papà. Fanne buon uso. Mamma".

Presi tra le mani gli slip e li odorai. Non c'era dubbio, erano quelli che mia madre aveva indossato quella notte. Non potevo resistere. Avvolsi il mio cazzo duro negli slip di mamma e mi masturbai nuovamente sporcandoli col mio sperma, li ripiegai e li posizionai sotto il suo cuscino.

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Mamma era consapevole che una delle parti del suo corpo che più adoravo erano i piedi. Appena mio padre andava a letto, ne approfittavo per prenderglieli in mano e massaggiarli. Spesso li spostavo all'altezza del mio cazzo per farglielo sentire duro sotto le piante e un paio di volte avevo raggiunto l'orgasmo in questo modo dentro i pantaloni.

Un pomeriggio mamma entrò in camera mentre facevo i compiti: "Tesoro, ti va di accompagnarmi in un posto?". Ovviamente non me lo feci ripetere due volte e senza fare domande mi preparai rapidamente per uscire.

Appena saliti in auto notai che mamma indossava una gonna sopra il ginocchio che da seduta si alzava ulteriormente lasciando scoperte le cosce coperte solo da un collant nero velato. Durante il tragitto lo sguardo mi cadeva sulle gambe di mamma che si accorse subito delle mie occhiate prolungate sotto il volante.

"Ti piacciono...i collant?" mi chiese a bruciapelo ferma al semaforo voltandosi verso di me e guardandomi negli occhi. Quindi sorrise: "Beh dai non saranno quelle della tua amica Balivo ma anche la mamma ancora si difende".

Mia madre parcheggiò davanti a un negozio di scarpe. Prima di scendere dall'auto la guardai interrogativo: perché aveva voluto che la accompagnassi a fare shopping?

A spiegarmelo fu lei stessa: "Tesoro domenica prossima c'è il battesimo della cuginetta e devo comprare un paio di scarpe eleganti, papà è a lavoro...ho bisogno del parare di un ometto. Ti dispiace aiutarmi?".

Ero felicissimo anche se sapevo che sarebbe stato difficile trattenere l'eccitazione che avrei provato fino al ritorno a casa.

Entrati nel negozio mamma indossò una decina di scarpe: decollete, d'orsay, mary jane, t-strap. Il solo movimento delle sue gambe, il piede sottile coperto dal collant e la camminata per provarle mi mandarono completamente fuori giri.

Mamma chiedeva il mio consiglio ma io avevo la salivazione azzerata e il cazzo di marmo stretto sotto il jeans. "Tesoro, cerca di calmarti...." mi sussurrò mamma all'orecchio.

Alla fine la scelta ricadde su un paio di sandaletti neri, tacco 10 a spillo e laccio alla caviglia. Tornati in auto mamma si voltò verso di me e sorrise amorevole: "Grazie per avermi aiutato". Quindi mi stampò un bacio sulla guancia e accese il motore.

Tornati finalmente a casa era quasi ora di cena ma prima che rientrasse mio padre dovevo assolutamente masturbarmi. A mamma bastò incrociare il mio sguardo per capire.

"Tesoro, andiamo in bagno, io mio faccio una doccia veloce e tu....fai quello che devi fare" mi disse strizzando l'occhio.

Mia madre si spogliò senza problemi davanti a me lasciando sfilare a terra la gonna, togliendosi il maglioncino con scollatura a V. Quindi fu la volta dei collant, poi reggiseno e infine gli slip. Li guardai, mamma sorrise: "Ok, prendili...".

Lei entrò nel box doccia, mentre io afferrai i suoi slip da terra, mi abbassai jeans e boxer, mi sedetti sul water e strinsi il mio cazzo con la stoffa delle mutandine che si era appena sfilata guardandola per tutto il tempo della sega mentre si insaponava. Sborrai in un paio di minuti riempiendo gli slip di sperma. Alzai lo sguardo. Mamma non aveva mai staccato gli occhi da me.

"Lasciali lì, ci penso io...". "Grazie, mamma".

Mi rivestii velocemente e uscii dal bagno appena in tempo. Qualche minuto dopo mio padre aprì la porta di casa.

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Arrivò la domenica del battesimo. Mamma era la più bella tra le donne presenti, almeno ai miei occhi. Indossava un abito di pizzo nero, attillato, leggermente scollato sul seno e sulla schiena, semitrasparente e lungo fino alle ginocchia. Ai piedi, rigorosamente nudi, i sandaletti che avevamo scelto insieme quel pomeriggio.

Per tutta la durata della cerimonia in chiesa non riuscivo a levarle gli occhi di dosso ma notai che anche molti altri tra gli uomini presenti si giravano spesso ad ammirarla. Era una dea che emanava femminilità da ogni poro. In chiesa cercai di mantenere il controllo anche se sentivo l'erezione crescere prepotente sotto l'abito scuro che indossavo per l'occasione.

Mamma mi guardava ogni tanto, dolce come sempre. Mentre eravamo seduti uno accanto all'altra sulla panca della chiesa i miei occhi cadevano sui suoi piedini smaltati rosso scuro e quando incrociammo lo sguardo mi sorrise amorevole. Sapeva perfettamente l'effetto che mi faceva e sapeva che non avrei potuto resistere molto.

Mia madre, finita la cerimonia, approfittò di un momento di confusione e si avvicinò al mio orecchio: "Tesoro, appena arriviamo al ristorante vai in bagno". La guardai negli occhi e le risposi sussurrandole all'orecchio: "Solo se vieni con me". Non mi rispose e si allontanò rapidamente per salutare i miei cugini.

In auto, seduto sul sedile posteriore, passai tutto il tempo del tragitto dalla chiesa al ristorante allungando lo sguardo per sbirciare la scollatura di mia madre. Ero sempre più eccitato e l'erezione iniziava a vedersi anche da sotto i pantaloni. Mamma capì che doveva aiutarmi in qualche modo.

"Amore vado in bagno ad aggiustarmi il trucco, aspettami al tavolo" disse a mio padre. Era il segnale che aspettavo. Dissi a papà che anche io avevo bisogno di passare dal bagno e la raggiunsi.

Mia madre mi prese per mano e dopo aver controllato che il bagno fosse libero mi fece entrare insieme a lei chiudendo la porta alle nostre spalle. Ci guardammo. Eravamo a pochi centimetri l'uno dall'altra, stretti nel bagno di un ristorante. Potevo sentire il suo profumo che mi riempiva le narici. Ammiravo il rossetto rosso fuoco sulle sue labbra, il suo corpo stretto in quel vestitino aderente e ovviamente i suoi piedini.

"Non abbiamo molto tempo..." mi ricordò mamma invitandomi a fare in fretta ciò che dovevo.

Abbassai velocemente la zip dei pantaloni e lo tirai fuori guardandola negli occhi: "Sei bellissima, mamma". Mi bastarono pochi secondi per sentire salire lo sperma, mi girai e indirizzai gli schizzi dentro il wc per evitare di sporcarci. Quindi mi ricomposi.

Mamma mi diede un bacio sulla guancia: "Ora stai buono, aspetta...". Aprì la porta, controllò che non ci fosse nessuno e mi invitò a uscire rapidamente. Lei ci raggiunse al tavolo dopo cinque minuti. Impeccabile come se nulla fosse successo.

Durante il pranzo incrociai spesso il suo sguardo e tanto mi bastava per sentire il cazzo pulsare dentro i boxer.

Rientrammo a casa, papà andò a sdraiarsi a letto mentre io e mamma ci accomodammo come sempre sul divano. Lei si sfilò solo le scarpe: "Sono belle ma anche scomode", mi disse sorridendo e allungò i piedi verso di me.

Presi i suoi piedi tra le mie mani e iniziai ad accarezzarli mentre continuavamo a guardarci negli occhi. Quindi li posizionai all'altezza del mio cazzo facendogli percorrere tutta l'asta con la pianta da sopra i pantaloni. Mamma sorrise.

"Amore non sporcare il vestito....", mi disse preoccupata. "Mamma non mi chiedere di andare in bagno, ti prego".

Farmi spogliare in soggiorno era troppo rischioso, mio padre riposava nella stanza accanto. Mamma mi guardò e indicò le scarpe che si era appena sfilata: "Puoi usare quelle se vuoi...ma vai in camera tua".

Non me lo feci ripetere due volte. Afferrai i sandali e corsi in camera, dove con un paio di colpi sborrai sulle scarpe di mamma.

Poco dopo mia madre sbucò sulla porta della mia stanza, mi guardò e lanciò un'occhiata ai suoi sandali. Sorrise, si avvicinò e prese le scarpe: "Queste è meglio se le pulisco io"

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Inevitabilmente il rapporto speciale con mamma finì per condizionare il rapporto con l'altro sesso anche fuori da casa. Così quando la mia compagna di classe mi prese per la prima volta in mano il cazzo io immaginai che la sua mano fosse quella di mia madre. E lo stesso successe quando la vicina di casa di un anno più grande mi fece il primo pompino della mia vita.

Mamma era il mio sogno erotico, la mia ossessione. Nessuna ragazza ai miei occhi era alla sua altezza. La sua sensualità, la sua bellezza. Ma anche la sua infinità dolcezza, la sensibilità dimostrata nell'aiutarmi in ogni occasione e la sua infinita disponibilità mi avevano fatto perdere la testa. Ed ero convinto che per superare la cosa ci fosse un solo modo: ottenere che mamma mi concedesse un contatto più diretto.

Un pomeriggio, mentre eravamo sul divano a guardare la tv, trovai finalmente la forza di affrontarla: "Mamma, devo parlarti di una cosa...".

"Dimmi tesoro", mi disse mamma senza staccare gli occhi dallo schermo. "Elena ieri mi ha fatto un pompino" confessai tutto di un fiato. Mia madre si voltò verso di me, sorrise e spense la tv.

"Bene amore, sei stato bene? Com'è andata?" mi chiese curiosa.

La guardai negli occhi: "Bene, bene....ma c'è un problema".
"Quale amore?". "Non so come dirtelo....", abbassai lo sguardo.

Mamma mi prese la testa tra le mani accarezzandomi dolcemente il viso: "Lo sai che a me puoi dire tutto".
"Mentre me lo faceva pensavo a un'altra donna" riuscì a dire. Mia madre mi guardò negli occhi e capì immediatamente che quell'altra donna era lei. Dopo un iniziale attimo di smarrimento sorrise e mi abbracciò teneramente.

"Amore, non ti preoccupare....è normale. Finora sono stata il tuo riferimento femminile ma sono sicura che, appena troverai la ragazza giusta, mi vedrai solo come la mamma e non penserai più a certe cose", cercò di rassicurarmi.

Io però non ero per niente convinto e a quel punto confessai tutto: "Mamma ma pensavo a te anche mentre Alice mi faceva una sega...".

"Non è quella giusta neanche lei" affermò sicura mia madre.

Che poi ribadì la sua idea: "Stai tranquillo, l'importante ora è che fai le tue esperienze, esperienze che non puoi fare con me. Lo sai...Non è una cattiveria nei tuoi confronti, sai che ho sempre fatto tutto ciò che potevo per farti stare bene ma oltre non si può proprio andare. Non avrai problemi a trovare una ragazza che ti conquisti davvero anche perché...." mamma si fermò all'improvviso e arrossì abbassando lo sguardo.

"Anche perché? Continua..." la invitai curioso.

"Anche perché ti ho fatto proprio bene" disse mia madre indicando verso il mio cazzo con gli occhi e sorridendo imbarazzata. Inutile sottolineare che quella frase suscitò un'erezione immediata e senza pensarci abbassai pantaloni e boxer tirandolo fuori.

"Mamma, volevo chiedertelo da un po'....è più grande di quello di papà?" le chiesi ormai completamente preso dall'eccitazione.

"Oh tesoro....dai, non posso risponderti", per la prima volta da quando era iniziato il nostro rapporto speciale vidi mamma in evidente difficoltà.
Fece per alzarsi, ma io allungai un braccio e la fermai: "Se ti piace guardalo...guardami mentre mi sego per te, mamma".

Mi toccavo furiosamente guardando mia madre dritto negli occhi finché non sborrai tutto il mio piacere sul pavimento. Dopo qualche secondo di silenzio mi sollevai pantaloni e boxer, quindi senza guardare mamma mi alzai dal divano e la lasciai sola in soggiorno con le tracce del mio sperma sul pavimento davanti a lei.

Ora avevo capito, ora sapevo. Non lo faceva solo per me. Le piaceva. A mamma piaceva il mio cazzo.

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La consapevolezza che anche mamma fosse in qualche modo coinvolta emotivamente dal nostro rapporto, il passare degli anni e la mia crescita anche sotto il profilo sessuale cambiarono inevitabilmente la dinamica dei nostri momenti insieme.

Rispettai sempre la sua volontà e tra di noi non ci furono mai contatti diretti ma lentamente mi presi maggiori liberta.

Durante i pomeriggi insieme sul divano, ad esempio, mentre mi masturbavo a volte le sollevavo leggermente la vestaglia da casa in modo da ammirare meglio le sue cosce. Oppure mentre lei era intenta a cucinare mi avvicinavo da dietro con una scusa e mi strusciavo leggermente sul suo lato b facendole sentire bene l'erezione che mi premeva sotto i pantaloni.

Un'altra cosa che mi faceva impazzire era stuzzicarla durante i pasti. Specie la sera quando, mentre cenavamo insieme a mio padre, allungavo la mia gamba sotto il tavolo cercando la sua e incrociavamo lo sguardo. Mi bastava questo per eccitarmi tanto che dopo un po' correvo in bagno con una scusa e andavo a scaricarmi. Mamma sapeva e sorrideva.

Volevo trovare un modo per prendere il 'comando' del gioco e lo trovai. Per circa un mese smisi improvvisamente di farmi vedere da mamma. Niente seghe il pomeriggio sul divano, niente massaggini ai piedi, niente strusciamenti, niente ingressi in bagno mentre si faceva la doccia. Niente di niente. Non era facile rinunciare a tutto questo ma se, come pensavo, quel tipo di rapporto piaceva anche a lei sarebbe stata mia madre a cercarmi. E così fu.

Quando ormai avevo perso le speranze, un pomeriggio, mamma entrò in camera mia mentre facevo i compiti con la scusa di portarmi la merenda: "Tesoro, tutto ok?" mi chiese preoccupata sedendosi sul mio letto.

"Perché me lo chiedi mamma?" risposi facendo finta di non capire.
"Beh...." mamma abbassò lo sguardo imbarazzata.

Mi alzai dalla scrivania e la raggiunsi sul letto: "Dimmi mamma, cosa ti preoccupa?".

"No nulla, magari hai trovato la ragazza giusta..." disse finalmente senza riuscire a guardarmi negli occhi.
Avevo ragione! A mia madre mancavo. Le mancava guardarmi. Le mancavano i nostri momenti. Ma saperlo non mi bastava,

"Perché non lo dici chiaramente?" le chiesi. "Cosa?", mi rispose.
"Perché non ammetti che ti manco? Che ti manca il mio cazzo?" dissi tutto di un fiato.
Mamma mi guardò: "Vaffanculo, Alessio". Quindi si alzò e uscì dalla stanza sbattendo la porta.

Ecco, ho esagerato e ho perso tutto pensai. La notte non riuscii a chiudere occhio.
L'indomani mattina mio padre era uscito presto per un impegno di lavoro. Mia mamma, che aveva il giorno libero, entrò in camera mia mentre ero in dormiveglia. Indossava una camicia da notte molto corta e scollata, ovviamente senza reggiseno, piedi scalzi.

Ci guardammo, si avvicinò al mio letto e l'occhio le cadde sull'evidente erezione mattutina che si notava sotto i pantaloncini del pigiama.
"Fammelo vedere" mi disse all'improvviso senza staccare gli occhi dal mio cazzo.
Non me lo feci ripetere, abbassai boxer e pantaloncini, la feci sedere sul letto e mi posizionai in piedi davanti a lei completamente nudo. Quindi iniziai a masturbarmi.

"Dimmi che ti piace, dimmelo, mamma" la implorai.
Mi guardò negli occhi: "Mi piace il tuo...". Sborrai in pochi secondi tutto il mio piacere sul pavimento.
Era successo. Davvero. Ci guardammo un'ultima volta poi mamma scappò via veloce dalla stanza.

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Arrivò il giorno del suo quarantesimo compleanno. Negli anni precedenti le avevo sempre regalato un mazzo di fiori, stavolta però era un'occasione speciale. Volevo osare. Potevo osare.

Mamma aveva confessato che ammirare il mio cazzo in tiro le piaceva. Il nostro rapporto non era più unilaterale. Negli ultimi mesi non ero solo io a entrare in bagno mentre si faceva la doccia ma lo stesso faceva anche lei.

Si sedeva sul wc con la scusa di fare la pipì e mi guardava mentre, completamente nudo, mi masturbavo in doccia e ogni tanto allargava le cosce per farmi vedere meglio. Aspettava che raggiungessi l'orgasmo, poi si alzava, si rivestiva e usciva dal bagno senza dire una parola.

Il giorno prima del suo compleanno così trovai il coraggio e mi recai in un negozio di intimo. Ovviamente alla commessa dissi che dovevo fare un regalo alla mia ragazza e, dopo aver visionato una decina di completini intimi, ne scelsi uno rosso di pizzo trasparente. Solo immaginarlo indossato da mamma mi provocava un'eccitazione difficilmente controllabile.

La sera mia madre uscì da sola a cena con mio padre mentre io rimasi a casa, sperando che non facessero troppo tardi in modo da poterle consegnare il mio regalo. Rientrarono dopo mezzanotte, sentì mio padre andare in bagno per prepararsi per la notte mentre mia madre mi raggiunse subito in camera.

Era bellissima: capelli raccolti, trucco, collana, vestito lungo attillato con profonda scollatura sulla schiena e tacchi alti di vernice nera.
"Wow" esclamai appena la vidi sulla porta. Mamma sorrise: "Vado a cambiarmi, buonanotte...".

Guardai il pacchetto che avevo preparato per lei e decisi che glielo avrai consegnato solo l'indomani...prima dovevo personalizzare il regalo.

Spacchettai il completino che avevo comprato, lo presi tra le mani e lo strinsi intorno al mio cazzo masturbandomi fino a venirci dentro. Dopo lo riposizionai dentro la confezione.

La mattina dopo, prima di andare a scuola, lasciai il pacco in bella vista sul mio letto con un bigliettino: "Tanti auguri, mamma. ps: indossalo per me a pranzo". Durante le lezioni non pensavo ad altro: mia madre si sarebbe accorta delle tracce di sperma sul suo completino nuovo? Lo avrebbe indossato comunque per me?

Rientrato a casa trovai mamma intenta ai fornelli a cucinare come tutti gli altri giorni. Pensai che avesse rifiutato il mio regalo ma in camera il pacco non c'era più. Tornai in soggiorno, poco dopo mamma mi raggiunse. Ero seduto sul divano, lei si posizionò davanti a me, mi guardò negli occhi e con un solo gesto lasciò cadere a terra la vestaglia.

"Mi sta come avevi immaginato?" mi chiese sfoggiando il completino di pizzo rosso che le avevo regalato. Restai senza parole per qualche secondo. Non riuscivo letteralmente a staccarle gli occhi di dosso.

Lo tirai fuori, era già di marmo: "Guardalo mamma, è tutto per te". Il pensiero che il mio sperma, seppure ormai secco, era a contatto con la sua figa mi faceva impazzire. Venni dopo pochi minuti sborrando sotto gli occhi di mia madre che rimase in piedi davanti a me.

Per tutta la durata del pranzo mamma non si rivestì. Fu una tortura. Mentre mangiavo lo sguardo cadeva fisso nella sua scollatura, quando si alzava voltandosi per andare in cucina a prendere qualcosa gli occhi erano catturati dal suo culo ancora sodo, tanto che prima di tornare in camera a fare i compiti lo tirai di nuovo fuori.

"Devo farmene un'altra", avvisai mamma che intanto sparecchiava la tavola girando per casa col completino che le avevo regalato. Sborrai di nuovo e lasciai il mio sperma sul pavimento. Avrebbe pulito mia madre. Ormai sapevo che non le dispiaceva, anzi...

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Gli esami di maturità erano ormai vicinissimi e avrebbero segnato la fine di un capitolo della mia vita. Avevo deciso di continuare gli studi in un'altra città, quindi lontano da casa ma soprattutto da mamma.

Nei mesi precedenti ci ritagliammo sempre più frequenti momenti insieme. Praticamente ogni giorno, quando eravamo soli in casa, trovavamo il modo di regalarci reciproco piacere. Io tirando fuori il cazzo e masturbandomi, mamma ammirandomi finché non sborravo copiosamente sotto i suoi occhi.

Stare lontani sarebbe stato difficile per entrambi, lo sapevamo. La separazione era necessaria, inevitabile. Non c'era soluzione, purtroppo.

L'unica cosa che potevamo fare era goderci il più possibile l'ultimo periodo insieme. Ma non immaginavo certo il regalo che avrei ricevuto da mamma.

Un paio di sere dopo la maturità, poco prima di partire per un breve viaggio insieme ai miei amici, mamma mi chiese di accompagnarla alla casa in campagna: "Devo prendere alcune cose che abbiamo dimenticato con papà la scorsa settimana, lui non può accompagnarmi perché è impegnatissimo col lavoro".

Pensavo che sarebbe stata solo una rottura, non avevo molta voglia di farmi 50 km di auto a quell'ora ma non me la sentivo di dire no a mia madre.

Durante il viaggio tra noi c'era un clima strano. Mamma era sempre bellissima, già leggermente abbronzata, mini abito bianco aderente e scollato, sandali alla schiava ai piedi.

Lo sguardo ogni tanto mi cadeva inevitabilmente su tette e cosce, provocandomi la solita erezione sotto i pantaloni. Mamma notava le mie occhiate, spesso incrociava lo sguardo e sorrideva.

Una volta arrivati a destinazione, scendemmo dall'auto. Mamma andò subito in camera da letto mentre io mi accomodai nel salottino e accesi la tv. Quando mia madre mi raggiunse notai che si era messa comoda, ora indossava solo uno shorts molto corto e un top bianco che le lasciava la pancia scoperta e sotto il quale non portava il reggiseno.

"Ti va se stanotte restiamo qui?", mi chiese a bruciapelo mamma. Mio padre sarebbe rimasto fuori per questioni di lavoro, a casa quindi non ci aspettava nessuno. Ovviamente acconsentii.

Ordinammo una pizza e anche io mi cambiai, indossando solo un paio di pantaloncini. Durante la cena parlammo a lungo di ciò che mi attendeva dopo la maturità, quindi arrivò l'ora di andare a dormire. Avrei voluto tanto stare nel lettone con lei ma temevo un suo rifiuto, ecco perché quando entrai in camera per augurarle la buonanotte la sua proposta mi colse di sorpresa: "Mi fai compagnia?".

Mi infilai sotto il lenzuolo e notai che mamma indossava solo gli slip. Era a seno nudo a pochi centimetri da me e ovviamente ne approfittai. Mi dava le spalle, così mi attaccai dietro di lei strofinandomi leggermente sul suo lato b mentre con le mani la cingevo per i fianchi fino a salire lentamente e toccarle le tette. Mi lasciò fare per alcuni minuti, sentì crescere l'erezione ma appena provai a infilare una mano sotto il suo slip mi fermò: "C'è caldo...ora dormiamo". Era troppo, mi aveva provocato. Ora toccava a me. Prima di prendere sonno mi sparai una sega accanto a lei e stavolta sborrai liberamente imbrattando il letto che si riempì del mio odore.

Mamma cambiò le lenzuola solo l'indomani mattina, al nostro risveglio, mentre io mi trovavo sotto la doccia. E proprio in doccia mi raggiunse. Bastò vederla sulla soglia del bagno per farmelo tornare duro. Sorrise: "Abbiamo poco tempo...ti spiace se entro anche io?".

Si sfilò gli slip e mi raggiunse sotto la doccia. Eravamo completamente nudi, quasi attaccati. Il mio cazzo duro svettava a pochi centimetri dalla sua figa calda. Mamma mi guardò negli occhi, prese il bagnoschiuma, se ne versò un po' sulle mani e cominciò a insaponarmi. Era la prima volta che toccava il mio pene di sua volontà, senza che le chiedessi nulla.

Il lavaggio diventò presto una simil sega e dopo pochi minuti mamma capì che dovevo venire. Fu allora che mi sorprese di nuovo. Invece di allontanarsi o uscire dal box doccia, si inginocchiò davanti a me: "E' la tua ultima occasione, fallo".

Non potevo crederci, mamma mi stava invitando a sborrarle addosso. Dopo un attimo di smarrimento presi in mano il cazzo, lo indirizzai verso il suo viso e con due colpi la schizzai: occhi, naso, labbra...lo sperma le colò fino al seno. Sporca del mio seme era ancora più bella. La guardai, ci guardammo...quindi mi sciacquai e uscì velocemente dal box mentre mamma rimase sotto la doccia a togliersi le tracce del mio piacere.

Durante il viaggio di ritorno non scambiammo una parola e lo stesso successe per la settimana successiva finché una mattina non trovai sul mio letto una lettera. Era di mamma.

"Ciao tesoro, accompagnarti nella tua crescita di giovane maschio in questi anni è stato a volte imbarazzante, altre piacevole e addirittura appagante. Sappi che qualsiasi cosa sia successa tra noi l'ho voluta anche io. Allo stesso modo sappi che quanto è accaduto l'altro giorno, una cosa che non avevo mai concesso a nessun uomo, neppure a tuo padre, è stato il mio regalo di addio. E' tempo che tu prenda definitivamente la tua strada e io torni sulla mia.

Ti amo, come una madre ama un figlio.

Tua mamma".

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Arrivarono le feste di Natale e, come fanno tutti gli studenti fuori sede, tornai a casa per passare qualche giorno con i miei. I contatti telefonici con mamma nei mesi precedenti ovviamente erano stati continui ma dopo la sua lettera non eravamo mai tornati su quanto era successo tra noi nella casa di campagna.

"Come va? Come ti trovi? Copriti che fa freddo", al telefono mi dava le solite raccomandazioni da mamma mentre io le raccontavo come procedevano gli studi. Se qualcuno ci avesse ascoltato di certo non avrebbe neppure immaginato il tipo di rapporto che c'era stato negli anni precedenti.

Tornare a casa e ritrovarmela davanti, bella come prima e sexy più di prima, fu quindi estremamente imbarazzante tanto che per qualche giorno facevamo di tutto per evitarci e soprattutto evitavamo di restare soli. La paura di ricascarci c'era, inutile nasconderlo. L'attrazione non era improvvisamente svanita. E fu evidente la prima sera che ci ritrovammo sul 'nostro' divano.

Guardavamo la tv come ai vecchi tempi, sotto il plaid, uno seduto accanto all'altra finché non fu mamma a prendere il discorso: "E con le ragazze? Quando me la presenti questa fidanzata?".

A quel punto mi voltai e incrociai il suo sguardo. Mamma era ancora curiosa. Mamma voleva ancora conoscere la vita sessuale del suo 'bambino'.

"Dovrai aspettare ancora molto....in questi mesi ho pensato solo a una donna" le risposi senza mai staccarle gli occhi di dosso. Era chiaro che la donna alla quale mi riferivo era lei.

Mamma distolse lo sguardo: "E cos'ha di così speciale questa donna?", mi chiese a bruciapelo.

"Tutto. E' dolce, è bella. E' sexy....è porca" sussurrai avvicinandomi all'orecchio di mia madre. Eravamo a un passo dall'abisso, ma stavolta mamma si alzò di scatto e corse in camera sua dove mio padre dormiva da un pezzo.

Nei giorni successivi non restammo più da soli ma ogni occasione era buona per cercare il contatto. E così passavo dietro di lei in cucina e mi strusciavo leggermente sul suo culo ancora alto, oppure con la scusa di una posata che cade mi abbassavo sotto il tavolo e le accarezzavo le gambe.

Prima di Capodanno avevo il volo di ritorno. Mamma non si alzò dal letto per salutarmi ma quando mi svegliai, all'alba del 29 dicembre, sul mio trolley trovai un paio di slip rossi e un bigliettino: "Usali quando pensi la tua donna dei sogni".


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Dopo anni in cui il rapporto tra me e mia madre, anche per via della lontananza, non ebbe nuovi risvolti qualcosa cambiò come per tutti all'inizio del 2020.

Quando scoppiò improvvisamente la pandemia infatti mi trovavo per un periodo a casa dei miei in attesa di trovare una nuova sistemazione dopo aver abbandonato l'appartamento in cui vivevo in affitto. Rimasi così bloccato tra quattro mura insieme a loro per un lungo periodo, cosa che non succedeva ormai da tantissimi anni. E senza la possibilità di uscire e sfogare le mie voglie di giovane uomo.

Una situazione che, inevitabilmente, fece risvegliare in me lontani ricordi. Fu così che piano, piano mia madre tornò al centro delle mie fantasie più proibite. Tornai a masturbarmi pensando a lei come quando ero un ragazzino nonostante avessi compiuto da qualche mese 34 anni e lei ne avesse ormai quasi 60.

Adesso però ero un uomo e una sera, mentre mio padre era già sotto le coperte, fui io a prendere l'iniziativa senza troppi giri di parole.

"Mamma, ho bisogno del tuo aiuto". Lei mi guardò negli occhi. Aveva già capito ma voleva che fossi più chiaro, forse anche per giustificare a se stessa ciò che sarebbe successo tra noi.

"Dimmi, sai che per te farei di tutto..." mi disse sorridendomi teneramente.

La fissai e in solo colpo tirai già i pantaloni della tuta e i boxer lasciando che il mio cazzo già duro svettasse sotto i suoi occhi.

"Toccamelo, mamma" le ordinai in modo deciso prendendole la mano.

Mi guardò un attimo, poi abbassò lo sguardo sul cazzo e dopo averlo impugnato iniziò a muovere la mano. Prima lentamente, poi sempre più veloce. Venni nel giro di pochi minuti sborrando liberamente sul pavimento e sporcando le mani di mamma.

Quella sera andammo a letto senza parlare di quanto era successo, ma il giorno dopo, mentre mio padre era sotto la doccia fu lei a venire in camera mia.

"Tesoro, so che per te non è un periodo facile. Sei nel pieno della tua vita di giovane uomo, non hai una compagna e non sai come sfogare certe voglie. Ma io sono sempre tua madre. Quello che è successo ieri sera è il massimo che posso concederti. Sai che farei di tutto per te ma non posso spingermi oltre. Ti prego di non mettermi in difficoltà. Se hai bisogno di sfogarti in quel modo finché questo brutto momento non passerà puoi chiedermelo e io non mi tirerò indietro. Ma tra noi non succederà mai altro" mi disse tutto di un fiato.

La guardai, le sorrisi e la abbracciai: "Mamma, io ti voglio bene e ti rispetto. Non oserei mai chiederti cose che non vuoi e non puoi fare. Ti ringrazio davvero per la disponibilità che stai dimostrando per l'ennesima volta nei miei confronti. So che ti chiedo tanto ma ne ho davvero bisogno".

"Lo so, tesoro, lo capisco. Non ti devi scusare. Non mi costa nulla aiutarti in quel modo qualche volta. L'importante è che ci siamo capiti", chiosò mamma stampandomi un bel bacio sulla guancia.

Quindi fece per alzarsi ma prima di uscire dalla stanza si voltò un'ultima volta verso di me con uno sguardo malizioso indicando il mio cazzo: "Comunque è davvero bello".

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Mai avrei immaginato di tornare a scrivere su di noi. Mai avrei immaginato quello che è successo un paio di settimane fa. Eravamo invitati al matrimonio di una lontana parente di mia madre. La mia compagna per motivi di lavoro non ha potuto accompagnarmi alla cerimonia, mentre mio padre, che ha sempre odiato queste occasioni, ha trovato una scusa per non venire.

Mia madre mi ha così pregato di passare a prenderla e accompagnarla. Intorno alle 10 ero sotto casa dei miei. Mamma è scesa dopo una ventina di minuti, quindi è salita in auto stampandomi un bacio sulla guancia.

"Ciao Ale, scusa per il ritardo ma sai com'è...a una certa età il restauro richiede più tempo" mi ha detto ridendo.
"Ma smettila, che sei sempre bellissima" l'ho rincuorata.

In realtà è quello che penso. Oggi mamma ha ormai 62 anni ma non ha perso il suo sguardo magnetico, il suo charme, la sua eleganza e una sensualità innata che molte donne anche molto più giovani possono solo sognarsi. Durante il tragitto il suo profumo mi riempiva le narici. Indossava un abito verde scuro, lungo ma con uno spacco laterale abbastanza profondo che lasciava intravedere la coscia ricoperta da un sottile tratto di nylon. Ai piedi, smaltati anche quelli verde scuro, sandali con tacco color oro. A ogni semaforo sbirciavo furtivamente nella generosa scollatura.

"Smettila, Ale, sei sempre il solito" mi diceva mamma sorridente.
"Scusa, ma non è colpa mia, l'occhio cade..." cercavo di giustificarmi.
"Sì, certo, e qualcos'altro si alza" rispondeva dandomi un buffetto sulla guancia.
No, il nostro rapporto in tutti questi anni non è cambiato.

Ho lasciato mia madre davanti alla chiesa per andare a cercare parcheggio. Appena scesa dall'auto ho notato lo sguardo degli uomini presenti sul sagrato. Il fascino di mamma li stendeva sempre tutti. Da sempre. Notavo le occhiate, vogliose. E io li capivo bene. Abbiamo seguito la cerimonia seduti accanto. Mamma teneva le gambe accavallate, lasciando lo spacco leggermente aperto. Spesso abbassavo lo sguardo. La visione della sua gamba col tacco mi eccitava lentamente ma inesorabilmente.

Usciti dalla chiesa ho ripreso l'auto, mamma è salita e abbiamo raggiunto il ristorante. Lei commentava il matrimonio appena celebrato. Io non riuscivo a seguirla. Non pensavo che potesse prendermi ancora così tanto, dopo così tanti anni.

"Ale, ma che c'é? Mi ascolti?"
"Scusa, mamma...."
"Ci sono problemi con Chiara? Devi dirmi qualcosa? Ti vedo assente da tutta la mattina"

Potevo raccontarle una bugia ma le bugie non ci sono mai state. Non tra noi.

"Chiara non c'entra niente...."
"E allora? Dai, non farmi preoccupare"

Il luogo del ricevimento era un agriturismo abbastanza isolato, fuori città. Ho accostato in una strada sterrata. Senza uscita.
Non sapevo come dirglielo. Mamma mi guardava negli occhi: "Perché ti sei fermato?".
Ho preso le sue mani tra le mie, quindi le ho portate dolcemente all'altezza della mia patta. Mamma sentiva il cazzo duro sotto i pantaloni.

"Ale, che fai, dai...."
"O lo fai tu o dove farlo da solo appena arriviamo all'agriturismo"
Sapevo che non mi avrebbe detto di no. Non riesce a dirmi di no.

Sentivo la mano di mamma abbassarmi la zip. Tirarmelo fuori e iniziare a muoversi lentamente. La sega è durata un paio di minuti. Mamma ha evitato che mi sporcassi raccogliendo lo sperma in un fazzoletto.

Senza dire una parola, ho rimesso in moto e abbiamo raggiunto il luogo del ricevimento. Abbiamo pranzato allo stesso tavolo, uno accanto all'altra, come mamma e figlio. Come se tra noi pochi minuti prima non fosse successo niente.

Anche durante il tragitto del ritorno verso casa tra noi non ci sono state parole.

"Ciao Ale"
"Ciao mamma"

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Non ci sentivamo da quel giorno, probabilmente entrambi colti alla sprovvista da ciò che era successo. Il silenzio imbarazzato del viaggio di ritorno era quasi irreale, specie considerando il rapporto speciale che ci lega da sempre. Ora però era tutto diverso. Nessuno dei due pensava che potesse succedere qualcosa tra noi. Di nuovo.

A sciogliere il ghiaccio che si era creato è stata mia madre. Quando ho visto il suo numero sul display del cellulare ho pensato qualche secondo se rispondere. Non sapevo davvero che dirle.

"Ciao Ale"
"Ciao mamma"

Ha preso fiato: "Come stai?"
"Tutto ok, mamma, sto per andare a lavoro".
Non era vero ma volevo chiudere la telefonata al più presto.

"Ok ok, non ti rubo molto tempo, tranquillo. Ho bisogno di vederti..."
"Va bene, passo nei prossimi giorni, ok?"
"Ok...ma vieni di mattina, magari lunedì"
"Va bene mamma, ora devo scappare"
"Ciao Ale, ti aspetto"

Chiusa la telefonata mi sono seduto qualche minuto sul divano. Avevo bisogno di riflettere. Mamma voleva parlarmi e voleva farlo da sola, ecco perché mi aveva chiesto di passare lunedì mattina. Mio padre sarebbe stato a lavoro. Ma cosa voleva dirmi esattamente?
Non lo so. E questo mi spaventa ma allo stesso tempo mi eccita terribilmente.

Non posso negare che nelle ultime due settimane, durante le sedute di autoerotismo, spesso l'immagine di mia madre che mi masturbava in auto è tornata prepotente. So che è sbagliato, so che dovrei concentrarmi sulla mia compagna ma non riesco a non pensarci. E so già che sarà così almeno fino a lunedì.

Pensavo di essermi liberato di questa fantasia. Mi sbagliavo.

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La scorsa notte non ho praticamente chiuso occhio. Non facevo che chiedermi cosa mi avrebbe detto. Anche mentre facevo l'amore con la mia compagna pensavo all'incontro con mia madre. Avrebbe chiuso per sempre il nostro rapporto o ci sarebbe stata una nuova e completamente inattesa evoluzione? Non restava che aspettare ancora qualche ora ma ogni minuto che passava ero sempre più impaziente.

Finalmente è arrivata la mattina. Mi sono presentato a casa dei miei come d'accordo. Mio padre era già a lavoro. Mamma mi ha aperto la porta. Indossava una vestaglia, i capelli raccolti, struccata. Anche così la trovo ancora eroticamente appetibile.

"Ciao Ale, accomodati, hai fatto colazione?" mi ha chiesto stampandomi un bacio sulla guancia e dirigendosi verso la cucina.
L'ho seguita: "Sì mamma, grazie"

Mi sono accomodato sulla sedia mentre mamma puliva la cucina. Sembrava che fossimo tornati indietro di una ventina d'anni. Mi sentivo di nuovo l'adolescente perennemente eccitato che sognava l'aiuto di mamma. Ora però il momento della verità era arrivato.

"Mamma, che devi dirmi?" le chiesi deciso. Volevo sapere, dovevo sapere.
Si è voltata, era seria. Dopo aver chiuso l'acqua si è finalmente seduta al tavolo di fronte a me.

"Tesoro, perché non mi hai più cercato?"
"E tu? Perché non mi hai chiamato?"

Mamma è rimasta in silenzio qualche secondo: "Non sapevo cosa dire...quello che è successo mi ha fatto riflettere....lo so, mi dirai che non era la prima volta che accadeva una cosa simile tra noi ma stavolta è stato diverso"
L'ho guardata dritto negli occhi: "In che senso diverso?"

Ha abbassato lo sguardo: "Mi sono sentita diversa....sai, in passato quello che c'è stato era soprattutto un modo per aiutarti a sfogare le tue pulsioni giovanili e l'ho fatto da mamma, l'altro giorno invece per la prima volta con te mi sono sentita donna".

Era visibilmente imbarazzata. Emozionata come raramente l'ho vista. Quindi ha continuato: "In questi giorni ho pensato tanto a quanto successo. Mi sono guardata dentro. Ho analizzato le sensazioni che ho provato".
Si è fermata. Allora sono stato io a prendere la parola: "Ti va di raccontarmi a che conclusioni sei arrivata?"

"Non lo so, Ale, quello che posso dirti è che per la prima volta in tutti questi anni se l'altro giorno mi avessi chiesto di andare oltre quello che c'è stato probabilmente non sarei riuscita a dirti di no..." ha detto mamma tutto di un fiato senza guardarmi negli occhi.

Il cazzo mi stava esplodendo dentro i pantaloni ma la razionalità ha avuto il sopravvento. Avrei potuto tirarmelo fuori e chiederle di succhiarmelo, so che l'avrebbe fatto. Avrei coronato il sogno di una vita, realizzato la mia fantasia sessuale più frequente dai tempi dell'adolescenza. Ma poi? No, sarebbe stato troppo 'facile' e soprattutto avrebbe rotto quello che sta nascendo proprio adesso che il gioco si sta 'rovesciando'.

Non ho mai smesso di provare attrazione per lei, ma ora, per la prima volta anche lei ha confessato di provare lo stesso per me. Magari svanirà tutto, magari no. Adesso però tocca a lei chiedere e prendersi ciò che vuole: Tocca a lei uscire allo scoperto. Basta nascondersi dietro le mie necessità di giovane maschio, Ora siamo un giovane uomo e una donna adulta che si piacciono. Un uomo e una donna che quando sono vicini fisicamente fanno scintille. Io lo so da anni, adesso deve farci i conti anche lei.

"Mamma, apprezzo davvero quello che mi stai dicendo. La tua sincerità, la tua purezza. Conosci i miei sogni e le mie fantasie da sempre. Non ti ho mai nascosto nulla. Sinceramente non credevo di sentire ancora qualcosa di così forte per te...be, sappi che è così. Sappi che stanotte mentre facevo l'amore con Chiara pensavo a te".
"Ale, ti prego, non dirmi così..." mamma si è alzata dalla tavola voltandosi verso la cucina.

Mi sono alzato anche io e l'ho raggiunta, abbracciandola da dietro e poggiando leggermente il mio cazzo duro sul suo culo: "E' la verità....e ho ripensato tante volte a quella mattina in auto...ma non ti chiederò più nulla. Me l'hai fatto promettere tu tanti anni fa, ricordi?"

Mamma si è girata. Ci siamo guardati negli occhi. I nostri volti erano a pochi centimetri l'uno dall'altra.
"Pensaci bene...se quello che mi hai detto oggi sarà ancora valido...io ci sono per te. Voglio farti stare bene come tu hai fatto stare bene me per tanto tempo".

Quindi le ho stampato un bacio sulla guancia, l'ho guardata un'ultima volta negli occhi e sono uscito da casa lasciandola sola in cucina.

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Mi sono presentato dai miei intorno alle 11 di stamattina, a casa ovviamente c'era solo mamma. Mio padre era fuori per lavoro e non sarebbe rientrato prima del tardo pomeriggio. Durante il tragitto non ho fatto altro che immaginare cosa sarebbe potuto accadere, che parole avrebbe usato, che gesti avrebbe fatto e soprattutto: cosa mi avrebbe concesso?

Mi ha fatto accomodare in soggiorno. Mamma indossava anche stavolta una lunga vestaglia. Nulla di particolarmente sexy. Nulla che facesse presagire cosa sarebbe accaduto di lì a poco.

Tutto sembrava perfettamente normale. Lei che mi prepara il caffè, me lo serve e si accomoda sulla poltrona di fronte al divano dove sono seduto. Mentre sorseggio il caffè però qualcosa succede. Mamma improvvisamente accavalla le gambe, quindi solleva leggermente la vestaglia e le allarga lasciando che intraveda al di sotto. Lasciando che intravedessi la sua figa. Leggermente pelosa. Mamma era completamente nuda. Un sorso di caffè mi è andato di traverso.

"Che c'è? Qualcosa che non va?" mi dice lei col sorriso più malizioso che le abbia mai visto su quello splendido viso.
La guardo. Mamma si alza lentamente, si avvicina leggermente a me, slaccia piano la vestaglia e se la sfila lasciando che cada sul pavimento. Ora era nuda davanti a me.
Mi sta provocando ma no, stavolta non mi muovo. Stavolta tocca a lei prendersi ciò che vuole.

Mamma mi guarda. Ha capito. Si avvicina ancora. Ora le sue tette sono a pochi centimetri dal mio viso, quindi si china improvvisamente. Incrocia il suo sguardo col mio, sorride ancora e mi abbassa la zip. Lo tira fuori. E' già duro: "Vedo che gli sono mancata..." mi dice con un tono di voce da vera porca. Non avevo mai sentito quel tono.
E' troppo: "Succhialo e stai zitta", le ordino.

Mamma obbedisce. E' il primo pompino di mia madre. Il sogno di una vita sta diventando realtà. Voglio godermelo a lungo. Voglio che quel momento non finisca mai ma so che non resisterò troppo. Alterna lingua e bocca con maestria, si vede che l'ha fatto spesso. A mio padre sicuramente. Forse non solo a lui. Solo il pensiero che abbia succhiato altri cazzi mi porta al limite. Devo sborrare.

"Mamma...."
Lei mi guarda negli occhi senza mai staccarsi. Non resisto più. Schizzo. Una, due, tre volte dritto nella gola di mia madre. Lei ingoia tutto senza alcuna difficoltà. E' proprio brava. Dopo aver leccato per bene cappella e asta prende finalmente fiato. Dalle labbra pende la mia sborra mista alla sua saliva.

Ci guardiamo. Sappiamo entrambi che non abbiamo finito. Ora che il limite è superato dobbiamo andare oltre. Vogliamo andare oltre. Entrambi. Non sappiamo se e quando capiterà un'occasione del genere.

Mamma si alza, adesso è a cavalcioni sopra di me. Completamente nuda. Inizia a baciarmi. Le nostre lingue si uniscono. Non mi aveva mai baciato. Le palpo le tette. Non sono quelle di una ragazzina, certo, ma sono ancora sode nonostante l'età ed i parti. E soprattutto sono le tette di mamma. Affondo il viso in mezzo. Le succhio, le lecco. Le mordo i capezzoli. Mamma urla di piacere e dolore. Sono di nuovo duro.

Il momento che mai avrei neppure lontanamente immaginato è arrivato. Mi guarda negli occhi, dirige il mio cazzo verso la sua figa. Sono dentro. Mamma mi cavalca tenendosi con le mani dietro il mio collo: "Scopami, tesoro".

La guardo saltellare sul cazzo, testa all'indietro. I capelli bagnati di sudore. Tocca a me prendere l'iniziativa. Mamma è eccitata. Posso farle di tutto. Devo farle di tutto. La metto a novanta sul divano, mi posiziono dietro di lei. Inizio a stantuffarla. Sto scopando mia madre alla pecorina. Non posso crederci, ma è tutto vero. Scopo mia madre come una puttana. Affondo i colpi, mentre le schiaffeggio il culo. Urla. Sta godendo, sento le pareti della sua figa che si stringono intorno al mio cazzo. Sto per venire, di nuovo. La menopausa ci mette al riparo da sgradite sorprese. Raggiungiamo l'orgasmo praticamente in contemporanea. Le sborro in figa. Sborro nella figa di mamma.

Siamo esausti. Restiamo abbracciati, sudati e sporchi sul divano per una decina di minuti. E' quasi ora di pranzo.
"Mangi insieme a me?" mi chiede mamma alzandosi nuda dal divano mentre si dirige verso il bagno.
La guardo...è proprio una donna da sogno. La donna dei miei sogni.

Mamma si fa una doccia e prepara il pranzo mentre anche io mi tolgo di dosso i resti del nostro piacere.
Siamo seduti a tavola uno di fronte all'altra. Come se niente fosse. Come una madre e un figlio. Parliamo del più e del meno: il tempo, gli impegni di mio padre, i miei, la mia relazione con Chiara.

C'è tempo per un altro caffè. Devo andare.
"Chiamami quando vuoi, mamma".

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Stamattina sono andato da mia madre. Mi aspettava in camicia da notte, sotto non indossava il reggiseno e i capezzoli bucavano la stoffa.
Ci siamo salutati con un bacio appassionato mentre le palpavo il culo.

"Mi sei mancata, mamma"
"Anche tu...ma prima dobbiamo parlare"

Mamma mi ha preparato il caffè, ci siamo accomodati al tavolo in cucina.
"Voglio spiegarti alcune cose tesoro....vorrei che tu sapessi che non sono impazzita. Se dopo tanti anni ho deciso di concedermi c'è un motivo"
In effetti ero curioso di sapere cosa l'abbia spinta a lasciarsi scopare da me. Ho lasciato che continuasse senza interromperla.
"Da qualche tempo purtroppo tuo padre non riesce più a soddisfarmi come marito....credo che tu sappia cosa intendo..."
"Si, mamma, mi spiace..."
"Anche a me, molto. Io l'ho sempre amato moltissimo e lo amo moltissimo ancora oggi. Non l'ho mai tradito, te lo giuro. Ma anche se ho superato i 60 anni ho ancora le mie esigenze. Non avrei mai pensato di poterle soddisfare con te ma quel giorno in cui mi hai chiesto di masturbarti ha cambiato tutto....ho provato delle sensazioni fortissime e mi sono detta che forse poteva essere la soluzione che cercavo. Fare l'amore con te è stato bellissimo. Mi sono sentita desiderata, amata....e soprattutto non ho sentito la colpa di un tradimento tradizionale. Non so come spiegartelo"

Mamma ha scelto me per non tradire papà. Lo so, può sembrare assurdo, ma in fondo il suo discorso ha una logica.

"Mi dispiace davvero per te e papà, so quanto vi amate e vi rispettate. Non posso nasconderti che sognavo da tantissimo tempo che tra noi accadesse ciò che è accaduto. E vorrei che continuasse. Se posso esserti d'aiuto ne sono felice"
"Quello dipende da te...io sono qui, sincera come sempre. Sai che non ti ho mai nascosto nulla. Ma non voglio forzarti a fare nulla. So che tu hai una compagna e non voglio rovinare il vostro rapporto"
"Non rovini niente mamma..." l'ho abbracciata.

Eravamo vicini. Ci siamo baciati, di nuovo. Stavolta dolcemente. Mamma è scesa con la mano, ha tirato giù la zip e ha preso in mano il mio cazzo.
"E' sempre così duro..."
"Merito tuo, mamma. Lo sai che mi fai lo stesso effetto da anni"

Mi sono alzato, l'ho fatta sdraiare col petto sul tavolo della cucina, ho sollevato la camicia da notte, sfilato i suoi slip e sono entrato.
Scopavo mamma spingendo leggermente le sue spalle contro il legno. Il mio cazzo entrava nella sua figa. Ansimava. Sono venuto in pochi minuti.

La sborra gocciolava sul pavimento. Mamma si è girata, inginocchiandosi davanti a me e ha leccato il mio cazzo mentre mi guardava negli occhi.
"Mi è sempre piaciuto, sai? Non hai idea di quante volte avrei voluto leccarlo...."
"Sei bravissima a fare pompini"

Mamma ha continuato a leccarlo finché non è tornato duro. Lo succhiava mentre le tenevo la testa tra le mani.

"Così, mamma, così"

Ero di nuovo al limite.

"Dai tesoro, sborrami in bocca..."
Sono venuto tra le sue labbra, mamma ha ingoiato.

Ho aspettato che si facesse una doccia mentre io mi sono preparato un altro caffè aspettandola in soggiorno. Quando è tornata indossava una tuta.

Si è seduta accanto a me sul divano: "Ora sto molto meglio", mi ha confessato.
"Anche io, mamma".

Siamo rimasti abbracciati a lungo scambiandoci baci e carezze.

"Ora devo andare, mamma. La prossima volta vieni tu da me, ok?"
"Ok tesoro"

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Mamma si è presentata da me ieri mattina intorno alle 10. Fuori pioveva a dirotto. Quando ha suonato alla porta aveva i capelli bagnati e l'espressione un po' sbattuta. Dettagli che la rendevano ancora più sexy. L'ho baciata appassionatamente e palpata.

"Entra mamma, ti ho preparato un bagno caldo"
"Grazie tesoro, sei dolcissimo"

Mamma si è tolta solo il cappotto, ci siamo diretti verso il bagno. Riscaldamento accesso, acqua bollente nella vasca.

"Ti spogli per me?" le ho chiesto
Mamma ha sorriso maliziosa: "Ah ecco perché...c'era un secondo fine"

Dopo essersi sfilata il maglioncino, ha lasciato cadere a terra la gonna. Quindi si è appoggiata sul wc sfilandosi le calze nel modo più seducente e femminile che abbia mai visto. Mani e piedi, come sempre, erano curatissimi.

Quando si è rimessa in piedi era davanti a me in slip e reggiseno, rigorosamente neri: "Fai il bagno con me?" mi ha chiesto dolcissima avvicinandosi per sfilarmi felpa e ùt-shirt, poi mi ha abbassato i pantaloni. Sotto il boxer ero già duro. Mamma ha sorriso.

"Questo lo togli tu?" mi ha chiesto voltandosi in modo che le sganciassi il reggiseno. In pochi secondo ci siamo ritrovati nudi dentro la vasca. Abbiamo iniziato ad amoreggiare. Baci, carezze, palpeggiamenti. Il clima era sempre più bollente.

"Scopami" mi ha sussurrato mamma mordendomi l'orecchio. Abbiamo fatto l'amore in modo passionale, affondavo i colpi deciso e mamma si stringeva forte a me. Le sono venuto dentro mentre anche lei raggiungeva l'orgasmo.

Ho dato a mamma una mia felpa che la copriva fin sotto il culo. Io in t-shirt e boxer. Ci siamo diretti in cucina dove abbiamo sgranocchiato qualcosa.

"C'è sempre un casino in questa casa", mi ha rimproverato mamma bonariamente. Ha iniziato a rassettare qualcosa mentre io mi sono sdraiato sul divano consultando il tablet per lavoro.
Ogni tanto la guardavo: vederla girare tra le mie cose a piedi nudi e con le gambe in bella vista mi eccitava da impazzire, ogni tanto la felpa si alzava lasciando intravedere quel culo ancora appetibile.

Non ho resistito. Mi sono avvicinato da dietro e ho iniziato a toccarglielo: "Mi piace il tuo culo, mamma".
"Sei un porco" ha sorriso.

Ci siamo baciati, l'ho fatta sedere sul tavolo, le ho sfilato gli slip e l'ho scopata di nuovo mentre sollevando la felpa affondavo il viso tra i suoi seni.

"Inginocchiati, voglio sborrarti in faccia". Mamma mi ha guardato, è scesa dal tavolo, si è posizionata in ginocchio davanti a me e l'ha preso in mano segandomi lentamente mentre mi guardava negli occhi.
Non ho resistito, il primo schizzo l'ha raggiunta sulla fronte. Vederla sporca del mio sperma è sempre bellissimo.

Mamma ha preparato il pranzo mentre io sbrigavo qualcosa al pc. A tavola ci siamo lasciati andare a qualche confidenza.

"Non ho mai provato niente di simile, mamma. Ogni volta che ti guardo desidero fare l'amore con te"
"Tesoro....è una cosa che sognavi da tanto tempo. Anche per me fare l'amore con te è bellissimo. Sono felice che abbiamo trovato un nostro equilibrio"
"Come fai a sapere sempre esattamente di cosa ho bisogno?"
"Sono tua madre....quel giorno, in auto, ho capito che non sei appagato sessualmente e la cosa mi ha fatto soffrire. Così ho pensato che potessimo trovare un reciproco appagamento. Ormai siamo due adulti che scelgono liberamente di fare sesso"
"Non hai paura che questo cambi il nostro rapporto?"
"No, tesoro, tu resterai sempre mio figlio e io sarò sempre tua madre. Per anni ti sono stata vicina quando ne avevi bisogno, adesso entrambi abbiamo bisogno dell'altro"

L'eccitazione ha improvvisamente ripreso il sopravvento: "Stai dicendo che hai bisogno del mio cazzo?"
Mamma ha sorriso: "Lo sai che mi piace....il tuo....cazzo. Che c'è? Ti piace che usi certe parole?"
Avevo la salivazione azzerata.
"Mi piace il tuo cazzo, mi piace come lo usi. Mi piace gustare il tuo sperma. Mi piace succhiartelo, leccartelo...che dici? Basta così"

Mamma si è alzata, si è inginocchiata di nuovo tra le mie gambe e ha cominciato a stimolarmi con la bocca. Gliel'ho riempita dopo una decina di minuti, ha ingoiato tutto, come sempre. "Ne avevi ancora abbastanza..."

Quindi ci siamo sdraiati sotto le coperte tenendoci abbracciati, finché mamma non è passata dal bagno per farsi un'altra doccia e rivestirsi.

"Amore, è arrivata l'ora, devo tornare a casa"
"E' stato bellissimo, mamma"

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Torno eccezionalmente solo per raccontarvi una importante novità accaduta nelle ultime ore.

Ieri, come tutti saprete, era la festa della mamma. Mio padre, per una fortunata coincidenza, era fuori causa convegno mentre la mia compagna ha deciso di trascorrere il week-end con sua madre che abita a circa 100 km di distanza.

Mamma mi ha così invitato a trascorrere il sabato sera insieme, da lei. Invito che ovviamente non mi sono fatto ripetere due volte. Dopo aver cenato, ci siamo accomodati sul divano abbracciati per coccolarci. Presto però la passione ha preso il sopravvento come sempre accade quando abbiamo un minimo di intimità.

Immaginavo che potesse essere una notte speciale, ma non potevo neppure sognare cosa sarebbe accaduto.

Dopo esserci accarezzati e baciati a lungo, mamma ha iniziato a stimolarmi con la bocca. D'altronde nessuna meglio di lei sa quanto mi faccia impazzire il sesso orale. Poi si è improvvisamente alzata, sfilandosi i pantaloni della tuta che indossava e gli slip, quindi si è messa a cavalcioni sopra di me iniziando a cavalcarmi. Era più focosa del solito. Un'amazzone insaziabile. Finché a un certo punto, con mio grande stupore, si è fermata.

"Amore....stasera voglio chiederti un regalo speciale" mi ha sussurrato all'orecchio continuando a baciarmi.
"Tutto quello che vuoi, mamma, ma non ti fermare..." l'ho implorata.

Mamma a quel punto si è alzata, mi ha preso per mano e si è avvicinata al tavolo del soggiorno piegandosi a novanta davanti a me. Il messaggio era chiaro ma non riuscivo a credere ai miei occhi.

"Mamma...."
Si è voltata verso di me, guardandomi negli occhi: "Hai capito bene amore....voglio che mi inculi".
"Sei sicura?" ho provato a chiederle. "Sì, sicurissima, fallo e basta".

Mi sono avvicinato, ho puntato la cappella davanti al suo ano e ho cercato di entrare piano.

"AAAAAAAA".
Era strettissima, come mi aveva raccontato mamma l'aveva preso dietro solo un paio di volte. L'ultima quando io ero ancora un bambino.
"Mamma, ti farò male..."
"Non mi interessa. Lo voglio".

Ok, era inutile perdere ancora tempo o cercare un'altra soluzione.
Dopo aver preso un asciugamano, l'ho porto a mia madre: "Stringi questo tra i denti".

Un colpo secco. Ero dentro il culo di mia madre. Il suo volto era rigato da lacrime di dolore ma con un cenno mi ha chiesto di continuare.
Dopo aver aspettato che il suo respiro si regolarizzasse ho iniziato a muovermi lentamente dentro il suo ano. Le mani sulla schiena a schiacciare il suo petto contro il tavolo.

Una volta preso il ritmo, ho afferrato i capelli di mamma tirandoli leggermente mentre affondavo i colpi nel suo culo. Prima lentamente, poi sempre più veloce.

"Ti sborro in culoooooo" ho urlato scaricando tutto il mio piacere dentro di lei.

Dopo averla aiutata a rialzarsi, siamo andati a farci un doccia insieme e ci siamo messi a letto tenendoci stretti come due innamorati.

"Mamma, perché hai voluto farlo? Ti ho fatto troppo male?"
Mia madre mi ha guardato negli occhi: "Volevo donarti tutto di me e quella era l'unica cosa che ti mancava. Non ti preoccupare...all'inizio è stato doloroso, è vero, ma poi ho anche provato piacere. Non mi era mai successo in questo modo....E a te? E' piaciuto?".
"Se mi è piaciuto? E' stata una sensazione fantastica. Unica. Non me l'aspettavo ed è stato ancora più bello. Grazie e auguri...buona festa della mamma".

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Come da tradizione ogni anno vado a casa dei miei per guardare tutti insieme Sanremo. Dopo aver cenato presto, ci accomodiamo in soggiorno. Io e mamma sul divano, mio padre seduto in poltrona a pochi metri da noi.

La prima serata è particolarmente lunga, papà così inizia a sonnecchiare mentre mamma sente freddo e prende un plaid che mette sulle nostre gambe.

La serata sembra scorrere tranquilla finché non arriva la mezzanotte. Papà si risveglia, guarda l'orologio e decide di andare a letto: "Domani devo lavorare", si giustifica salutandomi.

Io e mamma restiamo soli chiacchierando del più e del meno. Commentiamo le canzoni ed i look dei vari artisti. Ma poi sul palco arriva Clara, una giovane e bellissima cantante. Indossa un vestito molto scollato. Elegante e sexy allo stesso tempo. Sarà l'ora tarda, sarà il calore del plaid ma sento il cazzo irrigidirsi improvvisamente sotto i pantaloni.

Mi muovo leggermente per mettermi più comodo. Mamma si volta verso di me un attimo, mi guarda negli occhi e sorride senza dire nulla.

Il momento delicato sembra passato, ma poco dopo entrano altre due giovani cantanti: Sarah Toscano e Joan Thiele, la seconda con le cosce completamente scoperte. Il cazzo è di nuovo durissimo.

Mamma conosce bene i miei gusti da sempre e ha già capito che non riuscirò a trattenermi. Si volta di nuovo verso di me, mi guarda e allunga delicatamente una mano. Sente l'erezione col palmo.

Mi guarda di nuovo, poi torna a fissare la tv ma nel frattempo abbassa la zip dei miei jeans. Mi volto verso di lei, che intanto ha uscito il mio cazzo dai pantaloni e lo impugna a piena mano.

Senza mai distogliere gli occhi dalla tv inizia a segarmi lentamente nascosta dal plaid, nella penombra del soggiorno illuminato solo dalla luce della televisione.

Uno, due, tre, quattro colpi di mano...non resisto più. Provo ad avvisarla.

"Ma'...."

"Shhh... poi si lava" risponde continuando a guardare lo schermo.

Schizzo sotto il plaid, riempendo di sperma caldo anche la mani di mamma. Quando ho finito di scaricarmi, lei si alza lentamente e prende un pacchetto di fazzoletti per pulirsi le dita.

Mi alzo anche io: "Mamma, è tardi, devo andare..."

Lei torna a sedersi sul divano dove pochi istanti prima mi ha fatto una sega: "Ok amore, buonanotte, dormi bene"
 
Qui un altro episodio

Ormai da qualche anno mi masturbavo giornalmente o quasi sotto gli occhi di mia madre. Lei, come ho già raccontato, mi lasciava fare comprendendo le mie pulsioni di giovane maschio.
Mamma ovviamente conosceva benissimo i miei gusti in fatto di donne. Spesso, mentre eravamo insieme davanti alla tv, commentavo con lei le varie vip che comparivano sul teleschermo. Ecco perché, per il mio compleanno del 2002, andò sul sicuro.

Quel giorno ero appena rientrato da scuola, mamma mi accolse come sempre in cucina intenta a preparare il pranzo mentre mia sorella minore giocava in camera sua: "Ale, vai nella tua stanza, ti ho preso una cosa".
La curiosità era grande, sapevo che mamma mi avrebbe stupito ma non potevo immaginare quello che avrei trovato sul letto.

Restai un attimo fermo sulla porta, quindi sgranai gli occhi e mi avvicinai. Il regalo di mia madre era un calendario. Anzi IL calendario, ovvero quello di Elisabetta Canalis per Max.
Proprio mentre lo aprivo e iniziavo a sfogliarlo mamma si palesò nella mia stanza.

"Piaciuto il regalo?" mi chiese sorridendo col grembiule da cucina.
Mi voltai verso di lei: "Grazie mamma, è bellissimo..."
Mamma rise: "Dai, ti lascio solo, tanto so che vuoi usarlo subito...fai con calma, poi lavati le mani che tra poco è pronto a tavola".

Chiuse la porta, io mi abbassai pantaloni e slip. Quindi cominciai a segarmi furiosamente sborrando dopo pochi minuti sul calendario.
"E' prontooo" gridò mia madre dalla cucina proprio mentre l'ultimo schizzo di sperma raggiungeva Eli sul viso.

Andai in bagno a lavarmi le mani, poi raggiunsi mamma a tavola. Mi guardò.
"L'hai già battezzata?" mi chiese ridendo. Le sorrisi annuendo.
"So che è un regalo strano da parte di una madre, ma noi siamo speciali, no? Almeno è qualcosa che ti sarà utile...solo cerca di non rovinarlo troppo presto che un'altra copia non te la compro".
Le parole di mamma mi provocarono una nuova erezione. Il suo modo di affrontare l'argomento seghe mi faceva letteralmente impazzire.

Nei giorni successivi continuai a segarmi sul calendario, spesso facendo in modo che mia madre mi vedesse mentre lo facevo. A volte lasciavo il calendario aperto e con evidenti chiazze di sborra in bella mostra sul mio letto per farglielo trovare.

Una sera, mentre eravamo insieme sotto il plaid a guardare la tv, mamma riprese l'argomento: "L'hai apprezzato tanto il mio regalo, eh?"
Mi voltai verso di lei, guardandola dritto negli occhi: "Sì, mamma...la Canalis mi piace ma..."
"Ma?" mi chiese quasi preoccupata.
"Ma quello che provo quando lo faccio con te non lo provo con nessun'altra"

Ero riuscito a metterla in imbarazzo. Strofinai leggermente il mio cazzo duro sotto i pantaloni del pigiama sulla coscia di mamma. Lei si alzò di scatto dal divano.
"Si è fatto tardi, vado a letto" mi disse stampandomi un rapido bacio sulla fronte prima di raggiungere mio padre in camera da letto, mentre io lo tiravo fuori e mi segavo ripensando al suo culo che si allontanava nel corridoio.
 
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