Esperienza reale Racconto di fantasia Mia figlia diventa donna

Lucci823

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CHIARIMENTO: Il racconto è quasi totalmente inventato, tratto da una piccola confessione di un amico.

Mese dopo mese faticavo a riconoscerla. Quella che vedevo girare per casa in short sempre più corti, piedi scalzi e canotte larghe da cui ogni tanto faceva capolino una tetta non era più la mia bambina.

Sara stava diventando una donna sotto i miei occhi. Ed io, anche se ero suo padre, restavo pur sempre un uomo poco più che quarantenne molto sensibile alla bellezza femminile.

Ricordo perfettamente la prima volta. Ero sulla poltrona del salotto a guardare una partita in tv, Sara era sdraiata sul divano di fronte a gambe larghe intenta a guardare qualcosa sul tablet.

Quasi senza accorgermene il mio sguardo andava a cadere sempre più spesso su di lei. Notavo i suoi piedi curatissimi, le unghie smaltate. E poi salivo in mezzo alle gambe. Gli short che indossava erano talmente piccoli e aderenti che mi sembrava di intravedere lo spacco della sua figa.

Era mia figlia ma era anche uno splendido esemplare di giovane femmina. Gli occhi grandi neri, lo sguardo dolce e due labbra che qualsiasi uomo avrebbe sognato. Sara somigliava sempre di più a sua madre. E sua madre, che un brutto male si era portata via troppo presto, mi era sempre piaciuta tanto. Tantissimo.

Quella sera, per la prima volta, sentì qualcosa svegliarsi sotto i pantaloncini. Non potevo crederci ma era tutto vero. Quell'erezione che non potevo controllare era per mia figlia.

Sara continuava a guardare il tablet e non si accorse di nulla, mentre io con una mano cercavo velocemente di sistemare il cazzo in modo che l'erezione si notasse meno possibile. Poi mi alzai e senza dirle nulla andai in bagno.

Era l'unica soluzione per uscire da quella situazione. Chiusi la porta, mi abbassai pantaloncini e boxer, lo presi in mano. Mentre mi segavo chiusi gli occhi. Cercai di pensare ad altro: la vicina, qualche vip, una collega.

Ma nella mia testa c'era solo lei, Sara, mia figlia. Sborrai dopo pochi minuti. Sborrai forte, sborrai tanto. La potenza degli schizzi e la quantità di sperma mi impressionarono.

Una volta finito, mi sciacquai il viso e tornai in salotto. Sara non era più sul divano. La trovai in cucina a sgranocchiare le sue patatine preferite.

"Ah sei qui?"
"Sì, papi, dovevo andare in bagno ma era occupato....." mi disse passandomi rapidamente accanto e correndo a piedi scalzi verso il bagno, dove pochi minuti prima avevo sborrato copiosamente per lei.

Mi voltai e sì, lo ammetto, le guardai il culo alto e sodo come solo quello di una diciottenne può essere.

Ero nei guai.
 
CHIARIMENTO: Il racconto è quasi totalmente inventato, tratto da una piccola confessione di un amico.

Mese dopo mese faticavo a riconoscerla. Quella che vedevo girare per casa in short sempre più corti, piedi scalzi e canotte larghe da cui ogni tanto faceva capolino una tetta non era più la mia bambina.

Sara stava diventando una donna sotto i miei occhi. Ed io, anche se ero suo padre, restavo pur sempre un uomo poco più che quarantenne molto sensibile alla bellezza femminile.

Ricordo perfettamente la prima volta. Ero sulla poltrona del salotto a guardare una partita in tv, Sara era sdraiata sul divano di fronte a gambe larghe intenta a guardare qualcosa sul tablet.

Quasi senza accorgermene il mio sguardo andava a cadere sempre più spesso su di lei. Notavo i suoi piedi curatissimi, le unghie smaltate. E poi salivo in mezzo alle gambe. Gli short che indossava erano talmente piccoli e aderenti che mi sembrava di intravedere lo spacco della sua figa.

Era mia figlia ma era anche uno splendido esemplare di giovane femmina. Gli occhi grandi neri, lo sguardo dolce e due labbra che qualsiasi uomo avrebbe sognato. Sara somigliava sempre di più a sua madre. E sua madre, che un brutto male si era portata via troppo presto, mi era sempre piaciuta tanto. Tantissimo.

Quella sera, per la prima volta, sentì qualcosa svegliarsi sotto i pantaloncini. Non potevo crederci ma era tutto vero. Quell'erezione che non potevo controllare era per mia figlia.

Sara continuava a guardare il tablet e non si accorse di nulla, mentre io con una mano cercavo velocemente di sistemare il cazzo in modo che l'erezione si notasse meno possibile. Poi mi alzai e senza dirle nulla andai in bagno.

Era l'unica soluzione per uscire da quella situazione. Chiusi la porta, mi abbassai pantaloncini e boxer, lo presi in mano. Mentre mi segavo chiusi gli occhi. Cercai di pensare ad altro: la vicina, qualche vip, una collega.

Ma nella mia testa c'era solo lei, Sara, mia figlia. Sborrai dopo pochi minuti. Sborrai forte, sborrai tanto. La potenza degli schizzi e la quantità di sperma mi impressionarono.

Una volta finito, mi sciacquai il viso e tornai in salotto. Sara non era più sul divano. La trovai in cucina a sgranocchiare le sue patatine preferite.

"Ah sei qui?"
"Sì, papi, dovevo andare in bagno ma era occupato....." mi disse passandomi rapidamente accanto e correndo a piedi scalzi verso il bagno, dove pochi minuti prima avevo sborrato copiosamente per lei.

Mi voltai e sì, lo ammetto, le guardai il culo alto e sodo come solo quello di una diciottenne può essere.

Ero nei guai.
Dalla mattina alla sera il mio era diventato un test di resistenza sempre più difficile da superare.

Sara si presentava a colazione con camicie da notte cortissime quasi fino al culetto, che lasciavano completamente scoperte le sue lunghe gambe. Sotto ovviamente non indossava il reggiseno e spesso era possibile vedere chiaramente i capezzoli che bucavano la stoffa leggerissima.

Prima di andare a lavoro, chiudendomi in bagno, ero costretto così a spararmi la prima sega della giornata. Ovviamente dedicata a mia figlia.
Il problema era che anche in ufficio ormai faticavo a concentrarmi, aspettando con ansia il momento in cui sarei tornato in casa e avrei trovato Sara ad aspettarmi.

Di solito rientravo intorno alle 18.00, Sara era spesso chiusa in camera sua ad ascoltare musica. Io aprivo la porta, le chiedevo se aveva finito i compiti come un buon padre deve fare.

Ma una volta richiusa la porta la fantasia volava. Immaginavo mia figlia che mi accoglieva mettendosi in ginocchio per succhiarmi il cazzo e dissetarsi con la mia sborra calda. A quel punto non mi restava che infilarmi sotto la doccia e spegnere i bollenti spiriti sotto un getto di acqua fredda, sparandomi un'altra sega.

A cena ci ritrovavamo a tavola. Parlavamo poco. Io assorto dai miei pensieri, Sara spesso con le cuffie alle orecchie. Mi faceva impazzire tutto di lei, anche il modo di sedersi con una gamba intrecciata sotto il corpo col piedino scalzo che spuntava fuori. Le bastava pochissimo per farmi eccitare.

Sempre più spesso, pur di stare sdraiato con lei sul divano del salotto, rinunciavo alle cose che mi piaceva vedere in tv e guardavamo insieme le serie o i film che lei amava. Il contatto dei nostri corpi era minimo, ma bastava per mandarmelo in tiro in pochi minuti.

Sara d'inverno si stringeva a me sotto il plaid e temevo che potesse percepire l'erezione folle che provato a tenere a bada dentro i pantaloni. Mentre d'estate nascondermi era ancora più difficile. La stoffa leggera dei pantaloncini che indossavo rendeva evidente i movimenti del mio cazzo.

Per evitare guai correvo in bagno con una scusa e mi svuotavo completamente, ma una volta tornato in salotto nel giro di un'ora la situazione si ripresentava puntualmente. Lo sguardo sui suoi seni ancora acerbi, su quelle gambe che sembravano due autostrade e l'erezione folle premeva sotto i boxer.

Una sera così, mentre mi ero alzato dal divano per correre a farmi l'ennesima sega, Sara senza distogliere lo sguardo dallo schermo disse solo poche parole: "Puoi restare se vuoi"

Mi fermai sulla soglia del salotto e mi voltai guardandola: "Amore ma devo andare in bagno..." provai a giustificarmi.
Sara a quel punto si voltò mettendosi seduta sul divano: "Ho 19 anni ma non sono una bambina...la mamma è morta da tempo e tu non hai avuto altre donne....lo so cosa fai in bagno".

Il sangue mi si raggelò nelle vene: "Amore....ma cosa stai dicendo"
Mia figlia a quel punto sbuffò spazientita: "Ok, fai come vuoi. Io volevo solo aiutarti...ma se preferisci chiuderti in bagno a segarti come un ragazzino fai pure".

Sara si distese di nuovo sul divano dandomi le spalle e riprese a guardare la tv. Restai immobile qualche minuto, poi senza pensare la raggiunsi e mi posizionai tra il divano e la tv, proprio di fronte a mia figlia.

Ci guardammo un attimo negli occhi, quindi abbassai boxer e pantaloncini e lasciai che il suo sguardo si posasse sul mio cazzo duro.
Presi il sorriso accennato sulle labbra di Sara come un invito a continuare. D'altronde mi aveva detto lei che potevo restare.

Afferrai il cazzo e cominciai a masturbarmi guardandola. Sapevo che sarei durato poco, quindi ogni tanto rallentavo il ritmo.
Sara mi guardava, un po' negli occhi, un po' il cazzo. Finché vidi che allungava la sua mano destra tra le gambe e iniziò a massaggiarsi piano.

Continuammo a toccarci, uno di fronte all'altra, per qualche minuto. Poi, improvvisamente, Sara si alzò dal divano e si avvicinò pericolosamente.

"Che stai fac...." provai a dire mentre mia figlia mi mise un dito sulle labbra per farmi stare zitto.
Pochi secondi dopo Sara era inginocchiata davanti a me, proprio come avevo immaginato tantissime volte, col cazzo in bocca.

Mia figlia era brava a succhiare proprio come sua madre. Alternava perfettamente labbra e lingua sul glande.
Non potevo più resistere e provai a farle cenno di spostarsi.

Sara lasciò uscire un attimo il mio cazzo dalla sua bocca: "Non ti preoccupare...mi piace la sborra, papà".
Riprese a succhiarlo ma dopo pochi secondi esplosi tra le sue labbra. Sara riuscì a governare il mio orgasmo e ingoiò fino all'ultima goccia come aveva promesso.

Quindi si alzò dal pavimento, mi sorrise un'ultima volta, spense la tv e fece per andare in camera sua.

"Meglio di una sega in bagno, no? Buonanotte papà".
 
Dalla mattina alla sera il mio era diventato un test di resistenza sempre più difficile da superare.

Sara si presentava a colazione con camicie da notte cortissime quasi fino al culetto, che lasciavano completamente scoperte le sue lunghe gambe. Sotto ovviamente non indossava il reggiseno e spesso era possibile vedere chiaramente i capezzoli che bucavano la stoffa leggerissima.

Prima di andare a lavoro, chiudendomi in bagno, ero costretto così a spararmi la prima sega della giornata. Ovviamente dedicata a mia figlia.
Il problema era che anche in ufficio ormai faticavo a concentrarmi, aspettando con ansia il momento in cui sarei tornato in casa e avrei trovato Sara ad aspettarmi.

Di solito rientravo intorno alle 18.00, Sara era spesso chiusa in camera sua ad ascoltare musica. Io aprivo la porta, le chiedevo se aveva finito i compiti come un buon padre deve fare.

Ma una volta richiusa la porta la fantasia volava. Immaginavo mia figlia che mi accoglieva mettendosi in ginocchio per succhiarmi il cazzo e dissetarsi con la mia sborra calda. A quel punto non mi restava che infilarmi sotto la doccia e spegnere i bollenti spiriti sotto un getto di acqua fredda, sparandomi un'altra sega.

A cena ci ritrovavamo a tavola. Parlavamo poco. Io assorto dai miei pensieri, Sara spesso con le cuffie alle orecchie. Mi faceva impazzire tutto di lei, anche il modo di sedersi con una gamba intrecciata sotto il corpo col piedino scalzo che spuntava fuori. Le bastava pochissimo per farmi eccitare.

Sempre più spesso, pur di stare sdraiato con lei sul divano del salotto, rinunciavo alle cose che mi piaceva vedere in tv e guardavamo insieme le serie o i film che lei amava. Il contatto dei nostri corpi era minimo, ma bastava per mandarmelo in tiro in pochi minuti.

Sara d'inverno si stringeva a me sotto il plaid e temevo che potesse percepire l'erezione folle che provato a tenere a bada dentro i pantaloni. Mentre d'estate nascondermi era ancora più difficile. La stoffa leggera dei pantaloncini che indossavo rendeva evidente i movimenti del mio cazzo.

Per evitare guai correvo in bagno con una scusa e mi svuotavo completamente, ma una volta tornato in salotto nel giro di un'ora la situazione si ripresentava puntualmente. Lo sguardo sui suoi seni ancora acerbi, su quelle gambe che sembravano due autostrade e l'erezione folle premeva sotto i boxer.

Una sera così, mentre mi ero alzato dal divano per correre a farmi l'ennesima sega, Sara senza distogliere lo sguardo dallo schermo disse solo poche parole: "Puoi restare se vuoi"

Mi fermai sulla soglia del salotto e mi voltai guardandola: "Amore ma devo andare in bagno..." provai a giustificarmi.
Sara a quel punto si voltò mettendosi seduta sul divano: "Ho 19 anni ma non sono una bambina...la mamma è morta da tempo e tu non hai avuto altre donne....lo so cosa fai in bagno".

Il sangue mi si raggelò nelle vene: "Amore....ma cosa stai dicendo"
Mia figlia a quel punto sbuffò spazientita: "Ok, fai come vuoi. Io volevo solo aiutarti...ma se preferisci chiuderti in bagno a segarti come un ragazzino fai pure".

Sara si distese di nuovo sul divano dandomi le spalle e riprese a guardare la tv. Restai immobile qualche minuto, poi senza pensare la raggiunsi e mi posizionai tra il divano e la tv, proprio di fronte a mia figlia.

Ci guardammo un attimo negli occhi, quindi abbassai boxer e pantaloncini e lasciai che il suo sguardo si posasse sul mio cazzo duro.
Presi il sorriso accennato sulle labbra di Sara come un invito a continuare. D'altronde mi aveva detto lei che potevo restare.

Afferrai il cazzo e cominciai a masturbarmi guardandola. Sapevo che sarei durato poco, quindi ogni tanto rallentavo il ritmo.
Sara mi guardava, un po' negli occhi, un po' il cazzo. Finché vidi che allungava la sua mano destra tra le gambe e iniziò a massaggiarsi piano.

Continuammo a toccarci, uno di fronte all'altra, per qualche minuto. Poi, improvvisamente, Sara si alzò dal divano e si avvicinò pericolosamente.

"Che stai fac...." provai a dire mentre mia figlia mi mise un dito sulle labbra per farmi stare zitto.
Pochi secondi dopo Sara era inginocchiata davanti a me, proprio come avevo immaginato tantissime volte, col cazzo in bocca.

Mia figlia era brava a succhiare proprio come sua madre. Alternava perfettamente labbra e lingua sul glande.
Non potevo più resistere e provai a farle cenno di spostarsi.

Sara lasciò uscire un attimo il mio cazzo dalla sua bocca: "Non ti preoccupare...mi piace la sborra, papà".
Riprese a succhiarlo ma dopo pochi secondi esplosi tra le sue labbra. Sara riuscì a governare il mio orgasmo e ingoiò fino all'ultima goccia come aveva promesso.

Quindi si alzò dal pavimento, mi sorrise un'ultima volta, spense la tv e fece per andare in camera sua.

"Meglio di una sega in bagno, no? Buonanotte papà".
Fantasia dici?
 
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