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Tempo fa lavoravo in un'azienda di moda, non particolarmente grande e con un clima abbastanza amichevole e tranquillo tra colleghi.
In campionario, c'era questa bellissima ragazza di origine argentine, ma nata e cresciuta in Italia che chiamerò d'ora in poi "Lara", alta circa 1.75, capelli castani molto lunghi, fisico snello, non particolarmente formosa, direi una 2 di seno, ma il pezzo forte erano i suoi occhi verdissimi e quegli occhiali grandi da tipica segretaria sexy che mi facevano impazzire.
Eravamo entrambi fidanzati quando entrò in azienda, ma come molti in questo forum ed essendo molto giovane, l'idea di cominciare a stuzzicarla per vedere le sue reazioni cominciò a bazzicarmi per la testa.
I primi approcci furono molto semplici e piuttosto normali, le tipiche conversazioni tra colleghi davanti alla macchina del caffè.
Aveva una risata fragorosa, di quelle che non puoi dimenticare, ma ciò che mi faceva restare incollato a lei era il suo sguardo magnetico ,i suoi occhi da cerbiatta così profondi che non riuscivi a toglierle gli occhi di dosso.
Oltretutto, aveva una sensualità fuori dal comune, ti ispirava sesso solo nel vederla camminare tra un ufficio e l'altro.
Con il passare dei giorni, le conversazioni diventavano sempre più intense, le risate più fragorose e le visite nel mio ufficio sempre più frequenti.
Da lì a poco scoprii che aveva problemi con il ragazzo, era super controllata ed iperprotettivo, quasi in maniera maniacale.
Questo la intimoriva molto e capii che probabilmente le impediva di avere anche un rapporto fisico normale con lui.
Così tentai i primi approcci con battute provocatorie via skype, per poi passare alla bellezza dei suoi occhi e sul fatto che aveva quella risata così forte che non riuscivo a togliermela dalla testa.
Le visite si facevano sempre più frequenti, anche per futili motivi.. una penna dimenticata, domande banali sul programma aziendale e a mano mano che continuavamo a chiacchierare, anche i contatti fisici cominciarono ad intensificarsi.
Prima la classica spintarella sul torace a seguito di una battuta divertente, con la mano che rimaneva più a lungo del normale sul mio corpo.
Poi un avvicinarsi sempre di più durante le consultazioni di lavoro alla mia sedia, finendo molto spesso a pochi cm dal mio viso.
Un giorno entrò con quel suo passo lento , ma estremamente sexy nel mio ufficio, con dei fogli in mano per chiedermi una mia opinione in merito ad un ultimo modello da lei realizzato.
Cominciammo a parlare seduti uno accanto all'altro. I suoi occhi verdi e così profondi erano una calamita.
Non riuscivo a rimanere concentrato e per deviare, spostavo lo sguardo sulle sue labbra…
Lì cominciai però ad avere voglia di baciarla, letteralmente saltarle addosso su quella sedia e passare la mia lingua sul suo corpo.
Notai che anche lei mi guardava in modo diverso dal solito e le sue mani scivolarono lentamente sulla mia gamba mentre continuava a parlare.
Cominciammo entrambi ad avere delle pause molto lunghe e fissarci intensamente .. la sua mano scivolava sempre più su ed io ormai ero già gonfio ed eccitato che non riuscivo più a tenerlo nei pantaloni.
Così mi lanciai su di lei tra uno sguardo e l'altro e non trovai rifiuti da parte sua, ma molto coinvolgimento.
I baci cominciarono ad essere più profondi, la sua pelle era liscia come la seta.
Le sue mani finirono sul mio pacco, accarezzandolo da sopra i pantaloni delicatamente e poi sempre più con voga, facendole uscire sorrisi provocatori che nulla avevano a che fare con quelle sue risate fragorose, ma bensì erano solo una carica maggiore al suo essere già molto attraente e sensuale.
Passarono alcuni secondi prima che mi accorgessi che eravamo letteralmente uno sopra l'altro; in quelle sedie con le rotelle che cominciarono a sbattere contro il muro, mentre le mani scivolavano senza controllo sui nostri corpi.
Ero al primo piano e con un ufficio privato, ma non ero di certo l'unico in azienda.
Ormai però eravamo totalmente fuori controllo, le mie dita scivolarono sotto la sua maglia fino ad arrivare al seno.
Due capezzoli duri, non particolarmente sporgenti e grandi le attendevano e cominciai letteralmene a sfiorarli con le dita.
Un movimento lento, delicato tutto intorno ai suoi capezzoli che sentivo vibrare ad ogni passaggio.
La fece impazzire, la sua lingua finì sul mio collo mentre con la mano continuava a sfregarmi il pacco ed in pochi secondi arrivò alla cinta slacciandola.
Sapevamo di non essere soli, ma in quei momenti il sangue di entrambi era totalmente concentrato altrove.
Alzai la maglia e cominciai a leccare ciò che prima avevo stuzzicato con le dita e spostai le mani nei pantaloni, dove mi ritrovai con un bagno di umori nelle sue mutandine di pizzo.
Eravamo oltre ogni limite e non riuscivamo a fermarci..
Quando infilai le prime dita nella sua calda figa bagnata, un urlo di piacere le uscii d'improvviso che risuonò in tutta la stanza.
Ci guardammo di scatto, i suoi occhialoni scesi sul naso e gli occhi verdi che mi fissavano colmi di piacere, ma allo stesso tempo di paura.
Subito sentimmo una sedia spostarsi e dei passi veloci venire verso la nostra direzione.
Lara si gettò indietro sulla sua sedia ed io infilai le gambe, con i pantaloni ormai completamente slacciati, sotto la scrivania.
Benedii il giorno in cui scelsi proprio quell'ufficio con la scrivania chiusa sul fronte ed i due lati.
Dalla porta entrò dopo pochi secondi il nostro capo che aveva sentito l'urlo di Lara e capire se fosse successo qualcosa..
Non so bene cosa vide, ma cercando di ributtare giù il mio cazzo con una mano che fuoriusciva dalle mutande, mi voltai lentamente verso di lei per capire in che stato fosse.
Non so come avesse fatto, ma aveva la maglia quasi apposto ed i pantaloni in ordine.. Fece finta di essere inciampata ed essere caduta sulla sedia emettendo una delle sue famose fragorose risate..
Il capo, abbastanza incredulo alla fine sorrise e ci disse di tornare a lavorare piuttosto che star lì a chiacchierare e perder tempo.
Entrambi ci guardammo e ci salutammo con un sorriso d'intesa tornando ai nostri impegni.
Mentre cercavo di tenere a bada la bestia che aveva scatenato, in cuor mio sapevo bene che quella sarebbe stata solo la prima di una lunga serie d'incontri.
In campionario, c'era questa bellissima ragazza di origine argentine, ma nata e cresciuta in Italia che chiamerò d'ora in poi "Lara", alta circa 1.75, capelli castani molto lunghi, fisico snello, non particolarmente formosa, direi una 2 di seno, ma il pezzo forte erano i suoi occhi verdissimi e quegli occhiali grandi da tipica segretaria sexy che mi facevano impazzire.
Eravamo entrambi fidanzati quando entrò in azienda, ma come molti in questo forum ed essendo molto giovane, l'idea di cominciare a stuzzicarla per vedere le sue reazioni cominciò a bazzicarmi per la testa.
I primi approcci furono molto semplici e piuttosto normali, le tipiche conversazioni tra colleghi davanti alla macchina del caffè.
Aveva una risata fragorosa, di quelle che non puoi dimenticare, ma ciò che mi faceva restare incollato a lei era il suo sguardo magnetico ,i suoi occhi da cerbiatta così profondi che non riuscivi a toglierle gli occhi di dosso.
Oltretutto, aveva una sensualità fuori dal comune, ti ispirava sesso solo nel vederla camminare tra un ufficio e l'altro.
Con il passare dei giorni, le conversazioni diventavano sempre più intense, le risate più fragorose e le visite nel mio ufficio sempre più frequenti.
Da lì a poco scoprii che aveva problemi con il ragazzo, era super controllata ed iperprotettivo, quasi in maniera maniacale.
Questo la intimoriva molto e capii che probabilmente le impediva di avere anche un rapporto fisico normale con lui.
Così tentai i primi approcci con battute provocatorie via skype, per poi passare alla bellezza dei suoi occhi e sul fatto che aveva quella risata così forte che non riuscivo a togliermela dalla testa.
Le visite si facevano sempre più frequenti, anche per futili motivi.. una penna dimenticata, domande banali sul programma aziendale e a mano mano che continuavamo a chiacchierare, anche i contatti fisici cominciarono ad intensificarsi.
Prima la classica spintarella sul torace a seguito di una battuta divertente, con la mano che rimaneva più a lungo del normale sul mio corpo.
Poi un avvicinarsi sempre di più durante le consultazioni di lavoro alla mia sedia, finendo molto spesso a pochi cm dal mio viso.
Un giorno entrò con quel suo passo lento , ma estremamente sexy nel mio ufficio, con dei fogli in mano per chiedermi una mia opinione in merito ad un ultimo modello da lei realizzato.
Cominciammo a parlare seduti uno accanto all'altro. I suoi occhi verdi e così profondi erano una calamita.
Non riuscivo a rimanere concentrato e per deviare, spostavo lo sguardo sulle sue labbra…
Lì cominciai però ad avere voglia di baciarla, letteralmente saltarle addosso su quella sedia e passare la mia lingua sul suo corpo.
Notai che anche lei mi guardava in modo diverso dal solito e le sue mani scivolarono lentamente sulla mia gamba mentre continuava a parlare.
Cominciammo entrambi ad avere delle pause molto lunghe e fissarci intensamente .. la sua mano scivolava sempre più su ed io ormai ero già gonfio ed eccitato che non riuscivo più a tenerlo nei pantaloni.
Così mi lanciai su di lei tra uno sguardo e l'altro e non trovai rifiuti da parte sua, ma molto coinvolgimento.
I baci cominciarono ad essere più profondi, la sua pelle era liscia come la seta.
Le sue mani finirono sul mio pacco, accarezzandolo da sopra i pantaloni delicatamente e poi sempre più con voga, facendole uscire sorrisi provocatori che nulla avevano a che fare con quelle sue risate fragorose, ma bensì erano solo una carica maggiore al suo essere già molto attraente e sensuale.
Passarono alcuni secondi prima che mi accorgessi che eravamo letteralmente uno sopra l'altro; in quelle sedie con le rotelle che cominciarono a sbattere contro il muro, mentre le mani scivolavano senza controllo sui nostri corpi.
Ero al primo piano e con un ufficio privato, ma non ero di certo l'unico in azienda.
Ormai però eravamo totalmente fuori controllo, le mie dita scivolarono sotto la sua maglia fino ad arrivare al seno.
Due capezzoli duri, non particolarmente sporgenti e grandi le attendevano e cominciai letteralmene a sfiorarli con le dita.
Un movimento lento, delicato tutto intorno ai suoi capezzoli che sentivo vibrare ad ogni passaggio.
La fece impazzire, la sua lingua finì sul mio collo mentre con la mano continuava a sfregarmi il pacco ed in pochi secondi arrivò alla cinta slacciandola.
Sapevamo di non essere soli, ma in quei momenti il sangue di entrambi era totalmente concentrato altrove.
Alzai la maglia e cominciai a leccare ciò che prima avevo stuzzicato con le dita e spostai le mani nei pantaloni, dove mi ritrovai con un bagno di umori nelle sue mutandine di pizzo.
Eravamo oltre ogni limite e non riuscivamo a fermarci..
Quando infilai le prime dita nella sua calda figa bagnata, un urlo di piacere le uscii d'improvviso che risuonò in tutta la stanza.
Ci guardammo di scatto, i suoi occhialoni scesi sul naso e gli occhi verdi che mi fissavano colmi di piacere, ma allo stesso tempo di paura.
Subito sentimmo una sedia spostarsi e dei passi veloci venire verso la nostra direzione.
Lara si gettò indietro sulla sua sedia ed io infilai le gambe, con i pantaloni ormai completamente slacciati, sotto la scrivania.
Benedii il giorno in cui scelsi proprio quell'ufficio con la scrivania chiusa sul fronte ed i due lati.
Dalla porta entrò dopo pochi secondi il nostro capo che aveva sentito l'urlo di Lara e capire se fosse successo qualcosa..
Non so bene cosa vide, ma cercando di ributtare giù il mio cazzo con una mano che fuoriusciva dalle mutande, mi voltai lentamente verso di lei per capire in che stato fosse.
Non so come avesse fatto, ma aveva la maglia quasi apposto ed i pantaloni in ordine.. Fece finta di essere inciampata ed essere caduta sulla sedia emettendo una delle sue famose fragorose risate..
Il capo, abbastanza incredulo alla fine sorrise e ci disse di tornare a lavorare piuttosto che star lì a chiacchierare e perder tempo.
Entrambi ci guardammo e ci salutammo con un sorriso d'intesa tornando ai nostri impegni.
Mentre cercavo di tenere a bada la bestia che aveva scatenato, in cuor mio sapevo bene che quella sarebbe stata solo la prima di una lunga serie d'incontri.