Premesse:
1 - non sono uno scrittore quindi chiedo venia per errori di grammatica e di costrutto
2 - tutto ciò che leggerete è successo realmente
3 - ovviamente i nomi non sono veri
buongiorno a tutti, sono un uomo di mezza età, sposato con un lavoro normale, in una cittadina normale, nella normale provincia italiana.
come tanti al mattino prima di recarmi in ufficio, mi piace fermarmi al bar a bere un caffè e leggere la Gazzetta della Sport (angolo culturale del giorno). Durante queste soste mi capita di incontrare varia umanità, dal muratore che sta andando sul cantiere, all'operaio che ha appena finito il turno e desidera andare a dormire, dall'Avvocato che fa un salto in studio prima di andare in Tribunale, al Geometra sempre al telefono con il committente.
in genere non mi lascio coinvolgere in discussioni o altro, mi leggo la gazzetta, bevo il mio caffè e poi vado in ufficio.
una mattina però il mio sguardo venne attirato dal sedere di una cliente mai vista prima, un bel sedere avvolto in un paio di normalissimi jeans, niente di sexy o altro, ma semplicemente un bel sedere. Io ho sempre avuto un debole (non sono l’unico credo…) per il lato B delle donne, e mi sono soffermato ad osservarlo, senza malizia o altro, un’occhiata discreta e professionale.
Questa cliente incominciò a venire quasi tutti i giorni, dedicai quindi uno studio al soggetto: bella donna, circa 40 anni, fisico longilineo, capelli neri lunghi fino a metà schiena, lineamenti del viso delicati.
Entrava, beveva il caffè, leggeva distrattamente i titoli del giornale locale e se ne andava, non diceva una parola se non l’ordinare il caffè e ringraziare al momento di pagare. Dopo 4/5 volte, al momento di pagare la mia consumazione, dissi al barista di comprendere anche il caffè della signora e me ne andai.
Non so perché lo feci, un semplice gesto di cortesia, non avevo secondi fini.
Dopo un paio di giorno, mentre ero intento a leggere un articolo sulla mia squadra, venni disturbato da una voce: “volevo ringraziarla per il caffè, ma non ce n’era bisogno”
Alzai gli occhi era lei chi e mi fissava, notai per la prima volta che aveva gli occhi scuri, e mi sorrideva.
“ ma si figuri – risposi – è bello ogni tanto dare un piccolo gesto di cortesia”
“ oggi però glielo offro io “ mi disse
“assolutamente no! Non è in obbligo” ribattei
“insisto”
“ e va bene, però mi deve dare il suo numero di telefono”
Davanti a questa risposta, si mise a ridere e mi snocciolò un numero, me lo segnai e chiesi “ è veramente il suo ?”
Si mise ancora a ridere e disse “ chissà…” e se ne andò
Non so perché non verificai subito, forse era l’ora, forse ero divertito della situazione, sta di fatto che me ne ricordai durante la pausa caffè: mandai un messaggio interlocutorio, non ricordo bene cosa scrissi, credo una cosa del tipo: “buongiorno sono l’uomo del caffè, questo è il numero di *** o no?”
Niente
Nessuna risposta
Vabbè pensai, una figura di merda, amen, e tornai al lavoro senza più pensarci.
Verso mezzogiorno, il ronzio tipico di un messaggio, guardo ed è la risposta al mio messaggio, non resisto e guardo subito “Buongiorno uomo del caffè, sono proprio io, ***, pensavo mi scrivesse subito, si è fatto desiderare” mi scappò un sorriso e abbozzai una risposta diplomatica, e passai subito al “tu” al posto del più distaccato “lei”.
Seguirono giorni con scambi di messaggi, niente di che, 4/5 messaggi al giorno senza nessuna allusione o altro, semplice conversazione.
Un giovedì presi l’iniziativa: io al venerdì andavo a giocare a basket con gli amici, finivo alle 21 e le proposi di andare a bere qualcosa dopo. Non rispose subito, dopo una mezz’ora mi scrisse “ok, ma ci troviamo direttamente al locale”
Rimasi un po’ stupito di fronte a questa risposta, non che avessi intenzione di saltarle addosso, ma mi sembrava un po’ “fredda” come risposta.
Arriva il venerdì: finisco di giocare, doccia, due battute con gli amici e parto, mi dirigo verso il locale e le scrivo dicendo che sto arrivando, subito mi risponde che si mette in macchina per raggiungermi. Dentro di me ero convinto che mi tirasse il bidone.
Arrivo, parcheggio, ed entro accomodandomi ad un tavolo, dopo 5 minuti arriva lei.
È la prima volta che la vedo in abiti “non da lavoro” è vestita in maniera semplice ma elegante: pantaloni a sigaretta, stivali (mi ero dimenticato di dire che fine febbraio) ed una magli leggermente scollata.
Si siede e subito si giustifica per la scelta di arrivare con due macchine “… perché non ci conosciamo bene, e non vorrei che ti facessi strane idee, ecc.”
Subito la bloccai
“calma! Ti ho solo proposto di bere qualcosa insieme e di fare due chiacchiere uno di fronte all’altro, non per telefono. Non ho altre intenzioni”
Mi guardò sgranando gli occhi e cambiò atteggiamento, si tranquillizzò.
Da quel momento la serata trascorse piacevolmente, mi raccontò della sua vita, che era separata, con due figli, non aveva più avuto relazioni “serie” da quando aveva mollato il marito, che le piaceva andare in bicicletta e correre le mezze maratone.
Durante quell’oretta e mezza non ci furono allusioni o doppi sensi, si chiacchierò tranquillamente. Al momento di andare, dopo aver pagato ( dovetti insistere per offrirle la sua consumazione ), nel parcheggio ci salutammo, io mi limitai a ringraziare per la bella chiacchierata e le augurai la buonanotte, lei sorrise contraccambiò
Tempo di arrivare a casa che mi arrivò un messaggio “ grazie ancora, spero ci sia una prossima volta, magari con una macchina sola”
Sorrisi
1 - non sono uno scrittore quindi chiedo venia per errori di grammatica e di costrutto
2 - tutto ciò che leggerete è successo realmente
3 - ovviamente i nomi non sono veri
buongiorno a tutti, sono un uomo di mezza età, sposato con un lavoro normale, in una cittadina normale, nella normale provincia italiana.
come tanti al mattino prima di recarmi in ufficio, mi piace fermarmi al bar a bere un caffè e leggere la Gazzetta della Sport (angolo culturale del giorno). Durante queste soste mi capita di incontrare varia umanità, dal muratore che sta andando sul cantiere, all'operaio che ha appena finito il turno e desidera andare a dormire, dall'Avvocato che fa un salto in studio prima di andare in Tribunale, al Geometra sempre al telefono con il committente.
in genere non mi lascio coinvolgere in discussioni o altro, mi leggo la gazzetta, bevo il mio caffè e poi vado in ufficio.
una mattina però il mio sguardo venne attirato dal sedere di una cliente mai vista prima, un bel sedere avvolto in un paio di normalissimi jeans, niente di sexy o altro, ma semplicemente un bel sedere. Io ho sempre avuto un debole (non sono l’unico credo…) per il lato B delle donne, e mi sono soffermato ad osservarlo, senza malizia o altro, un’occhiata discreta e professionale.
Questa cliente incominciò a venire quasi tutti i giorni, dedicai quindi uno studio al soggetto: bella donna, circa 40 anni, fisico longilineo, capelli neri lunghi fino a metà schiena, lineamenti del viso delicati.
Entrava, beveva il caffè, leggeva distrattamente i titoli del giornale locale e se ne andava, non diceva una parola se non l’ordinare il caffè e ringraziare al momento di pagare. Dopo 4/5 volte, al momento di pagare la mia consumazione, dissi al barista di comprendere anche il caffè della signora e me ne andai.
Non so perché lo feci, un semplice gesto di cortesia, non avevo secondi fini.
Dopo un paio di giorno, mentre ero intento a leggere un articolo sulla mia squadra, venni disturbato da una voce: “volevo ringraziarla per il caffè, ma non ce n’era bisogno”
Alzai gli occhi era lei chi e mi fissava, notai per la prima volta che aveva gli occhi scuri, e mi sorrideva.
“ ma si figuri – risposi – è bello ogni tanto dare un piccolo gesto di cortesia”
“ oggi però glielo offro io “ mi disse
“assolutamente no! Non è in obbligo” ribattei
“insisto”
“ e va bene, però mi deve dare il suo numero di telefono”
Davanti a questa risposta, si mise a ridere e mi snocciolò un numero, me lo segnai e chiesi “ è veramente il suo ?”
Si mise ancora a ridere e disse “ chissà…” e se ne andò
Non so perché non verificai subito, forse era l’ora, forse ero divertito della situazione, sta di fatto che me ne ricordai durante la pausa caffè: mandai un messaggio interlocutorio, non ricordo bene cosa scrissi, credo una cosa del tipo: “buongiorno sono l’uomo del caffè, questo è il numero di *** o no?”
Niente
Nessuna risposta
Vabbè pensai, una figura di merda, amen, e tornai al lavoro senza più pensarci.
Verso mezzogiorno, il ronzio tipico di un messaggio, guardo ed è la risposta al mio messaggio, non resisto e guardo subito “Buongiorno uomo del caffè, sono proprio io, ***, pensavo mi scrivesse subito, si è fatto desiderare” mi scappò un sorriso e abbozzai una risposta diplomatica, e passai subito al “tu” al posto del più distaccato “lei”.
Seguirono giorni con scambi di messaggi, niente di che, 4/5 messaggi al giorno senza nessuna allusione o altro, semplice conversazione.
Un giovedì presi l’iniziativa: io al venerdì andavo a giocare a basket con gli amici, finivo alle 21 e le proposi di andare a bere qualcosa dopo. Non rispose subito, dopo una mezz’ora mi scrisse “ok, ma ci troviamo direttamente al locale”
Rimasi un po’ stupito di fronte a questa risposta, non che avessi intenzione di saltarle addosso, ma mi sembrava un po’ “fredda” come risposta.
Arriva il venerdì: finisco di giocare, doccia, due battute con gli amici e parto, mi dirigo verso il locale e le scrivo dicendo che sto arrivando, subito mi risponde che si mette in macchina per raggiungermi. Dentro di me ero convinto che mi tirasse il bidone.
Arrivo, parcheggio, ed entro accomodandomi ad un tavolo, dopo 5 minuti arriva lei.
È la prima volta che la vedo in abiti “non da lavoro” è vestita in maniera semplice ma elegante: pantaloni a sigaretta, stivali (mi ero dimenticato di dire che fine febbraio) ed una magli leggermente scollata.
Si siede e subito si giustifica per la scelta di arrivare con due macchine “… perché non ci conosciamo bene, e non vorrei che ti facessi strane idee, ecc.”
Subito la bloccai
“calma! Ti ho solo proposto di bere qualcosa insieme e di fare due chiacchiere uno di fronte all’altro, non per telefono. Non ho altre intenzioni”
Mi guardò sgranando gli occhi e cambiò atteggiamento, si tranquillizzò.
Da quel momento la serata trascorse piacevolmente, mi raccontò della sua vita, che era separata, con due figli, non aveva più avuto relazioni “serie” da quando aveva mollato il marito, che le piaceva andare in bicicletta e correre le mezze maratone.
Durante quell’oretta e mezza non ci furono allusioni o doppi sensi, si chiacchierò tranquillamente. Al momento di andare, dopo aver pagato ( dovetti insistere per offrirle la sua consumazione ), nel parcheggio ci salutammo, io mi limitai a ringraziare per la bella chiacchierata e le augurai la buonanotte, lei sorrise contraccambiò
Tempo di arrivare a casa che mi arrivò un messaggio “ grazie ancora, spero ci sia una prossima volta, magari con una macchina sola”
Sorrisi