Terzo capitolo...il capitolo potrebbe essere un intermezzo e la prima parte chiamiamola una sorta di preludio. Più o meno...?
Non starò a raccontarvi ogni singola volta in cui siamo andati al fiume, ogni singolo topless o nudità incontrata in quei frangenti...vi annoiereste, secondo me. Penso si capisca dal testo quanto spesso ci andassimo e come i nostri corpi non fossero certo dei segreti per noi.
Se avete domande specifiche riguardo questi avvenimenti, magari posso raccogliere tutte le domande e fare una risposta unica per tutti, ben strutturata e ben scritta, in cui rispondo alle vostre curiosità (quelle che non sarebbero anticipazioni per racconti futuri, ovviamente!). In caso contrario, andrò semplicemente avanti con i racconti.
Qualcuno si è fatto sfuggire l'indizio messo (involontariamente, tra l'altro!) nel primo racconto per suggerire quando si sono svolti i fatti. C'è l'età e l'anno di nascita di una persona...più facile di così!

Ne dedurrete che sono comunque fatti piuttosto recenti, e comunque in un modo o nell'altro, andando avanti nei racconti, capirete molto chiaramente quando si svolgono.
Capitolo 3
Parte 1
Io e Claudia durante la settimana successiva eravamo andati al fiume tutti i pomeriggi, e oramai incontravamo così spesso Giusy che il nostro rapporto si stava delineando come una vera amicizia, pur con le ovvie differenze dovute alle età così lontane. Ci contattava spesso per sapere se uno di noi andava al fiume per poter stare in compagnia. Anche per questa ragione, io e Claudia eravamo un po' contrariati dal fatto che Michele e Carlotta non erano ancora tornati lì con noi, quindi quel giovedì Claudia insistette fare un selfie con me (e le sue tette in bella vista!) e mandarlo sul
gruppo con Michele e Carlotta.
Claudia: Certo che ogni tanto potreste anche unirvi a noi eh! |
Carlotta: Claudia, ti odio! Eravamo impegnati tutta la settimana, non potevamo  |
Michele: Ahhhh, è Claudia quella dietro alle tette, non l'avevo notata! |
Claudia: Mic, non ti ricordavo così galante! |
Carlotta: Non capisco, chi sta scrivendo ora? Claudia o le sue tette? |
Claudia: ...fanculo a tutti e due, siete solo invidiosi ❤ |
Carlotta: Guarda, di tutto ciò di cui potremmo essere invidiosi, delle tue tette proprio no! Direi che io mi difendo benissimo! |
Samuele: Dai, venite anche voi la prossima volta, così almeno le tette le vediamo dal vivo! |
Qualche presa in giro, qualche punzecchiamento, e qualche commento sulle tette di Claudia più tardi, riuscimmo a metterci d'accordo per andare assieme al fiume il giorno dopo.
Chiedemmo a Giusy e ci fosse stata anche lei, ci avrebbe fatto piacere presentarla alla nostra coppia di amici, ma ci disse di essere impegnata. A conclusione della giornata sia io che Claudia eravamo un po' tristi per il doverci rivestire. Nudi stavamo meglio.
"Domani dovremmo chiedere anche agli altri se vogliono star nudi." Disse Claudia.
"Sì, potremmo provare. Non credo si farebbero troppi problemi..." Risposi
"O di sicuro non sarebbe un problema se volessimo spogliarci solo noi, anche se loro decidessero di non farlo." Continuò Claudia. "Dai, se domani è ancora così tranquillo qui e non c'è nessuno glielo chiediamo." Concluse.
***
Quando il giorno dopo andammo a prendere Michele e Carlotta all'uscita da scuola erano entusiasti di poter venire nuovamente al fiume. Pare che l'ultima volta avessero molto apprezzato e che quindi durante la settimana erano stati davvero impegnati.
"Dai dai dai, non vedo l'ora di stendermi al sole!" Commentò Carlotta. "Sono ancora così
bianca!"
"Non sperare di abbronzarti troppo con me." Intervenne Claudia, che era alla guida. "Crema solare ovunque e non si discute, chiaro?"
"Ok, ok. Me la metti tu però, vero?" La tensione sessuale dietro questa domanda era evidente.
"Ti piacerebbe!" Replicò pronta Claudia.
"Certo, ma piacerebbe di più a te!"
Claudia si prese un secondo per rispondere. "...facciamo che ti spalmo il doposole più tardi, in privato, così almeno non diamo spettacolo in pubblico!"
"Ma io
volevo lo spettacolo!" Replicai.
"No no!" Rispose Carlotta. "Queste son cose che facciamo in privato, vero?" Claudia e Carlotta si diedero il cinque come per suggellare l'accordo. Non capii quanto fossero serie in quel momento.
"Comunque davvero, quest'anno pare che almeno non avrò il segno del reggiseno, che è una cosa che
ODIO!"
"Su questo siamo in due, fidati. Non c'è cosa peggiore che indossare abiti scollati e far vedere il segno del reggiseno."
"Non parlarmene! Ho comprato questo vestito per il matrimonio di mia cugina che ha una scollatura praticamente fino all'ombelico. Una figata, ma è impossibile il segno non si veda...pensavo di fare delle lampade per evitarlo, ma se posso abbronzarmi naturalmente lo prefrisco! E costa meno..."
Il tema abbronzatura ci accompagnò per gran parte del viaggio. O meglio, accompagnò Carlotta e Claudia, che monopolizzarono la discussione.
Quando arrivammo al fiume...c'era gente. Molta più del solito.
"Azz, si vede che è il primo venerdì caldo e che siamo quasi a giugno." Claudia si guardò attorno. "Va be', andiamo al solito posto, di solito lì non c'è molta gente."
Notai un po' di delusione negli occhi di Carlotta, che probabilmente sperava in un po' più di privacy, mentre iniziavamo ad avviarci verso l'ansa del fiume che eravamo soliti frequentare. Al nostro solito posto, questa volta, si potevano vedere delle persone: quattro, per la precisione.
"Visto? Lì non c'è quasi nessuno." Disse Claudia, indicando l'ansa ombreggiata da lontano.
"Quasi, hai ragione." Rispose Carlotta.
Attraversato il fiume e avvicinatici all'ansa, potemmo notare chi erano i nostri vicini. Una coppia di ragazze, prone sul loro telo a prendere il sole, occupavano il primo tratto di sabbia. Poco più distante, una coppia che era probabilmente appena arrivata: erano ancora vestiti e si erano intrattenuti a fare alcune foto. Per poter sfruttare l'ombra, avremmo dovuto metterci in mezzo alle due coppie.
Claudia prese l'iniziativa e si chinò verso la coppia di ragazze, che sembrava essere stanziata lì da un po' e stava chiacchierando a bassa voce.
"Scusate...scusate...?" Chiese Claudia con gentilezza, interrompendo il loro discorso.
Una delle due ragazze si girò verso di lei. "Sì...?" Si sollevò sui gomiti. Notai solo in quell'istante che non indossava il reggiseno.
"Vi disturba se ci mettiamo qui vicino, che c'è ombra dove lasciare le cose?"
"No, no, figurati." Rispose la ragazza, che si voltò verso l'altra, in cerca di conferma.
"Solo..." L'altra ragazza si sollevò per parlare con Claudia e rivolgendosi anche noi altri. "Non mettete musica, vero?" Non indossava nemmeno lei il reggiseno. Iniziai a pensare che in questa zona il topless fosse una pratica comune.
"No no no, assolutamente!" Rispose Carlotta, questa volta. Sembrava aver riacquistato la voglia di vivere. "Al massimo parliamo, quello sì, ma niente musica."
"Allora ok." Rispose la ragazza, sorridendo. "Noi veniamo qui perché si sta tranquilli, di là c'è sempre un casino..." Disse indicando con lo sguardo il tratto di fiume più a monte.
"Concordo." Rispose Claudia. Nel frattempo avevamo iniziato a sistemare le nostre cose. "Qui la gente è più tranquilla, non rompe le palle."
"Sì, sembra essere in un posto completamente diverso. Peccato perché di là ci son le cascate che son belline." Ripose la prima ragazza.
Nel frattempo, io e Michele ci eravamo spogliati ed eravamo già in costume. Stendemmo al sole i nostri teli.
"Lo so." Rispose Claudia. Aveva steso il suo telo al sole, poco distante da una delle ragazze, e si era sfilata il vestito lungo che indossava. Aveva già addosso un costume a perizoma nero, ma sopra indossava ancora un normale reggiseno intimo. Un semplice reggiseno nero, che slacciò velocemente liberando i seni con un sonoro
"Aaaah!". "Però magari dopo un bagnetto alle cascate lo faccio lo stesso, magari aspetto che ci sia un po' meno gente che schiamazza."
Carlotta seguì a ruota Claudia. Indossava una T-shirt bianca con dei disegni colorati e degli shorts in jeans. Il costume era lo stesso della volta precedente, ma dopo aver tolto la maglietta slacciò immediatamente anche il reggiseno, rimanendo anche lei in topless.
In un attimo, l'unica persona ad avere il petto coperto era la ragazza della coppia vicino a noi. Tutti gli altri, uomini e donne, erano in quella che potremmo definire una situazione perfettamente egalitaria: eravamo tutti in topless.
La presenza di altre persone, chiaramente, annullò l'iniziale idea di me e Claudia di proporre una
sessione di nudismo in allegra compagnia. Ce ne facemmo una ragione e in poco tempo eravamo tutti stesi a crogiolarci al sole e parlare di scuola ed esami. Mentre Claudia e Carlotta erano perse in un qualche discorso di filosofia, mi isolai mentalmente e mi concentrai su uno dei miei passatempi preferiti: osservare con attenzione il luogo e le persone che mi circondano.
Era una giornata di sole intenso, e faceva davvero molto caldo. Nonostante ciò soffiava un discreto vento, evento raro da quelle parti, che rendeva piacevole la permanenza al sole nonostante la calura. Per questo motivo, nessuno dei presenti era all'ombra della vegetazione ed eravamo tutti distesi al sole, sulla comoda sabbia del letto del fiume.
Ero poggiato sui gomiti, semidisteso tra Claudia e Carlotta, rivolto verso il fiume. Alla mia destra, poco oltre Claudia, le due ragazze che avevamo disturbato.
La prima ragazza, più vicina a me, era la prima con cui aveva parlato Claudia: una ragazza minuta, nelle forme e nelle dimensioni. Era ancora distesa prona, stava sonnecchiando, forse, con la testa rivolta verso la sua compagna. La sua compagna di abbronzatura, accanto a lei, si era voltata a pancia in su. Teneva in mano un libro, che le faceva sia da lettura che da ombra per il viso. Chiaramente più alta e piazzata della prima, aveva anche una pelle più scura e uniformemente abbronzata, anche sul seno.
A fare da sfondo alle due ragazze vi era la parte a monte del fiume. Le cascatelle erano ancora visibili, e si potevano vedere le persone in miniatura muoversi, tuffarsi, nuotare. Si sentiva qualche schiamazzo, smorzato abbastanza dalla distanza e dalla conformazione del letto del fiume da non rappresentare un fastidio. Lo sguardo cadde a quel punto su Claudia, alla mia immediata destra, che parlava con Carlotta, alla mia sinistra. Entrambe erano seduta con la schiena dritta e le gambe incrociate.
Il corpo di Claudia ovviamente lo conoscevo bene, avevo avuto modo di osservarlo molto negli ultimi giorni. Mi concedetti comunque uno sguardo più lungo su di lei e sul suo seno. Se ne accorse, ma non ci diede peso né mi disse nulla, continuando a discorrere di filosofia. Mi piaceva spiegarle che quando la guardavo la apprezzavo come si apprezza un'opera d'arte, da cui mica avrei distolto lo sguardo! Ovviamente non era
esattamente la stessa cosa, uno sfondo di attrazione sessuale era presente, ma non era mai invasivo.
Carlotta, dall'altro lato, era una vista completamente diversa. Lei continuava a definirsi spesso grassa...e sebbene non fosse una falsità e il suo sovrappeso fosse evidente, nessuno di noi avrebbe mai osato utilizzare lo stesso termine per apostrofarla. Non per gentilezza, ma perché lei era molto di più del suo peso, sia caratterialmente che esteticamente.
Credo che tutti e tre avremmo affermato senza colpo ferire che era una bellissima ragazza, ma soprattutto che era molto
attraente. Chiaramente, il suo carattere e il suo modo di fare fornivano un sostanziale contributo in questa direzione.
Anche con lei il mio sguardo si soffermò principalmente sui suoi seni a dir poco generosi. Non che avessi scelta, erano
letteralmente davanti alla mia faccia. Carlotta, d'altro canto, non sembrava curarsene minimamente: sono sicuro fosse consapevole che li stessi guardando, ma non ha mai nascosto di apprezzare i nostri sguardi di apprezzamento e a volte Michele scherzava sul fatto che si mettesse in tiro più per me e Claudia che per lui.
Mi resi conto in quel momento che la sua pelle tendeva ad abbronzarsi facilmente: aveva già lo stesso colorito di Claudia, e i capezzoli dal colore molto scuro suggerivano una carnagione più mediterranea.
Il resto delle sue forme, molto abbondanti, nascondeva quasi del tutto il minuscolo perizoma che avevamo già visto la scorsa volta. Pur senza vederla, non avevo dubbi che il suo sedere avesse completamente assorbito la parte posteriore dell'indumento: probabilmente da lontano sarebbe sembrata nuda.
Alle sue spalle, Michele era steso prono, con le braccia a fargli da cuscino e il viso rivolto verso di noi. Sia io che Claudia potevamo chiaramente vedere che in realtà il suo sguardo era in rivolto - comprensibilmente - verso il culo della sua ragazza. Nessuno osò biasimarlo e c'era una discreta probabilità che Carlotta avesse scelto di dargli le spalle di proposito.
In quella posizione, le spalle di Michele sembravano ancora più grandi del solito. Il suo fisico da nuotatore, scolpito da anni di allenamento, era davvero bellissimo. E in questo caso posso affermare con serietà di averlo apprezzato come avrei apprezzato una statua greca. Era difficile distogliere lo sguardo dalla sua muscolatura definita, dalle spalle fino alle gambe. E un velo di sudore che luccicava al sole lo rendevano una vista piacevole a prescindere dal proprio orientamento sessuale.
Incrociammo lo sguardo e si rese conto di essere stato sorpreso nell'indugiare sulle forme posteriori di Carlotta. Mi fece una smorfa di compiacimento e scosse il capo, come a dirmi
"Non sai cosa ti stai perdendo". Annuii col capo, dandogli ragione.
Infine, sorpassando con lo sguardo qualche arbusto, sullo sfondo della vallata del fiume vi era la coppia arrivata poco prima di noi ad alcuni metri di distanza. Non avevo ancora avuto modo di soffermarmi su di loro, distratto dal sistemare gli asciugamani e mettermi d'accordo con i miei amici. Il ragazzo, sarò schietto, era piuttosto anonimo e ricordarne le fattezze a distanza di tempo è difficile. Capelli corti, né magro né grasso. Non sembrava essere particolarmente entusiasta di trovarsi lì: impugnava il suo smartphone con aria annoiata.
La ragazza quasi sicuramente era colei che aveva proposto questa gita. Stesa con la schiena al sole, aveva slacciato i lacci posteriori del proprio reggiseno a motivi floreali per non lasciare i segni e ascoltava musica con delle cuffiette. Muoveva la testa a tempo, facendo ondeggiare la sua folta chioma riccia, e mimava le parole con le labbra. La sua espressione sorridente era in totale contrasto con quella visibilmente annoiata del suo amico (o ragazzo?).
Notai come la ragazza lanciava spesso sguardi verso il nostro
gruppo. Inizialmente erano decisamente rivolti a me e Michele, ma poi iniziò a soffermarsi più spesso sulle ragazze. Ma d'altronde, come biasimarla?
Dopo del tempo la discussione di filosofia delle due ragzze finì e si concessero a chiacchiere più frivole. Michele si era addormentato, io invece indossai le cuffie e iniziai a rilassarmi ascoltando musica e osservandomi pigramente attorno. Notai casualmente la coppia scambiarsi delle parole. Tolsi le cuffie - perché in fondo sono un inguaribile pettegolo - ma erano troppo distanti per sentire cosa stessero dicendo.
La ragazza, forse stanca di stare stesa, si sollevò e si mise seduta, tenendo il reggiseno al petto col braccio durante il movimento. Una volta seduta, il reggiseno riusciva a reggersi da solo senza essere riallacciato grazie alle dimensioni generose del suo seno. Mi ritrovai ad apprezzare l'aspetto formoso della ragazza.
Sfilò le cuffie e si rivolse al ragazzo per dirgli qualcosa, il quale in risposta scosse la testa. Gli si rivolse nuovamente, seguì un nuovo diniego con la testa seguito da un
"Non se ne parla!" che poteva essere udito anche da noi. Michele aprì un occhio, era sveglio. La loro discussione, dopo un altro paio di battute scambiate a voce più bassa, iniziò a diventare chiara a tutti.
"Non essere stupido!" Lamentò la ragazza.
"Ah, lo stupido ora sarei io? Sei tu che te ne esci con certe idee assurde..." Il ragazzo alzò la voce.
"Ma quali idee assurde?! È una cosa
normale!"
"No che non è normale!" Disse il ragazzo a voce decisamente troppo alta.
"Ma non vedi che sembro io quella strana?" Disse la ragazza con un tono quasi disperato indicando nella nostra direzione.
"Non me ne frega un cazzo degli altri! Tu provaci e giuro che ne ne vado!"
"Se te ne vai non scomodarti nemmeno a contattarmi più, eh! Non puoi continuare a fare così, se continui con me hai chiuso!" Anche la ragazza aveva alzato un po' la voce.
"Provaci, dai! Mettimi alla prova, guarda che io non scherzo!"
"Oh, ma vaffanculo!" Concluse la ragazza.
D'impeto, la ragazza sfilò il suo reggiseno da sopra la testa e rimase in topless. Il ragazzo rimase a bocca aperta per alcuni secondi, poi si alzò e iniziò a raccogliere davvero le sue cose.
"Te ne vai davvero?!" Chiese la ragazza.
"Te l'avevo detto."
Dopo aver raccolto le sue cose, il ragazzo iniziò a incamminarsi.
"Sono solo un paio di tette! Cresci, coglione!"
La ragazza gli sollevò contro un sonoro dito medio. Il ragazzo la ignorò e andò via per davvero, lasciando sola quella che probabilmente era appena diventata la sua ex ragazza.
Tutti eravamo in silenzio, sconvolti dal litigio a cui avevamo appena assistito. La ragazza si piegò su se stessa, portando le ginocchia al petto e coprendo così anche il seno, forse in un impeto di pudore improvviso. Anche a qualche metro di distanza, si poteva chiaramente capire che il suo umore era sotto i piedi e probabilmente stava per scoppiare a piangere.
"State qui, ci penso io. Voi riprendete a parlare, non state in silenzio, altrimenti diventa pesante da sostenere!" Disse Carlotta.
Carlotta era senza dubbio la più sensibile ed empatica del
gruppo ed era anche colei che riusciva a trovare sempre le parole giuste al momento giusto. Anche quando Claudia e Walter si lasciarono, nonostante fossi io il migliore amico di Claudia e nonostante fui il primo a saperlo e confortarla, fu Carlotta quella che riuscì a far riprendere davvero Claudia, e anche in fretta. Era una delle sue qualità migliori.
Si alzò in piedi, recuperò un pacco di fazzoletti dal suo zaino e andò a porlo alla ragazza. Si piegò sulle ginocchia accanto a lei e le cinse una spalla con il braccio, accarezzandola. Iniziarono a scambiarsi delle parole a voce troppo bassa per essere udita. Noi, nel frattempo, riprendemmo a parlare di scuola ed esami. Il discorso era ovviamente un po' forzato e finto, ma ci sforzammo di farlo sembrare naturale.
Dopo svariati minuti la voce di Carlotta e dell'altra ragazza divenne più alta e potei ascoltare i loro discorsi.
"Dai, non c'è bisogno che vai via, ormai sei qui, goditi la giornata e il sole." Disse Carlotta.
La ragazza la guardò e annuì, poi disse qualcosa di non udibile.
"Non c'è mica nulla di male, è importante anche un po' di tempo per se stessi. Però se proprio non vuoi stare sola, puoi unirti a noi, sono sicura che farebbe piacere anche agli altri." Carlotta aveva sfoderato il suo irresistibile tono di voce caldo e colmo di gentilezza. Ci sapeva fare con le persone, e lo sapevamo tutti, per questo non l'abbiamo fermata dall'andare a consolare la ragazza.
"No, non voglio disturbarvi..." Rispose in maniera appena percettibile.
"Non ci disturbi affatto, tranquilla. Anzi, ci farebbe piacere!" Non potevo vederlo perché ci dava le spalle, ma ero sicuro che Carlotta avesse sfoggiato uno dei suoi sorrisi migliori.
"Sicura...?"
"Certo! E ti dirò...se vuoi sfogarti con qualche sconosciuto su quello che è appena successo, saremo felici di ascoltarti. Se non altro perché siamo tutti dei gran pettegoli e quindi siamo curiosi." Commentò scherzosamente Carlotta.
La ragazza rise alle parole di Carlotta, poi annuì. "Va bene...se non vi scoccia, preferirei avere un po' di compagnia."
"Bravissima così si fa!" Commentò felice Carlotta. "Vuoi rimetterti il reggiseno? Magari ti fa sentire più a tuo agio."
"Ma...siete tutte senza!"
"E quindi? Non ci imbarazziamo mica a vedere un reggiseno!" Commentò ironicamente Carlotta. "Hai bisogno di rilassarti, fai qualunque cosa ti faccia sentire più tranquilla."
"Io..." Prese il reggiseno che aveva poco prima poggiato sul suo telo.
"Vuoi una mano a riallacciare il reggiseno?" Propose Carlotta. La ragazza sembrava decisa, ma stava ancora coprendosi il petto con le proprie ginocchia.
"...no, non c'è bisogno. Davvero. Fanculo il reggiseno e fanculo quello stronzo." Prese il reggiseno e lo lanciò violentemente verso il fiume. Cadde su un tratto fangoso, poco distante dall'acqua.
"Bravissima!" Carlotta batté le mani. "Però quello dopo lo raccogliamo, vero?" Disse, ridacchiando.
"Sì, sì, non voglio inquinare il fiume, ci mancherebbe!" Rispose, ridendo di cuore. Sembrava finalmente una risata sincera.
"Vieni, ti presento gli altri allora!"
Carlotta si alzò in piedi e tese una mano verso la ragazza. Questa esitò un attimo, poi la afferrò. Rimasero ferme in quella posizione per alcuni secondi, finché la ragazza decise di tirarsi su con l'aiuto di Carlotta.
Vennero verso di noi, con Carlotta che quasi la trascinava per mano e la ragazza che camminava goffamente. Si poteva capire che aveva l'istinto di coprirsi il petto, perché sembrava non sapere dove mettere con cui stava tenendo il suo telo.
"Bene ragazzi, ecco a voi Veronica! Fate da bravi e salutate!"
Ci alzammo in piedi e ci presentammo a turno stringendoci la mano. Parlava delicatamente, ma non potevo distinguere se fosse per sua naturale timidezza o perché si sentiva "esposta". Quando fu il mio turno di stringerle la mano ed ebbi occasione di guardarla da vicino, notai che aveva degli enormi occhi verdi. Mi distrassero al punto che la mia stretta di mano durò qualche secondo in più del previsto.
Facemmo posizionare il telo di Veronica vicino ai nostri e iniziammo a parlare di cosa facevamo tutti nulla vita. Domanda che sembrava stupida per dei liceali come noi, ma lei era al primo anno di università, era una fuori sede, per cui viveva da sola e aveva una vita molto più interessante della nostra.
Mentre gesticolava le sue braccia vagavano all'altezza del suo petto, coprendo prima l'una e poi l'altra tetta, in maniera goffa e quasi comica. Era chiaro che stesse cercando di non farlo mentre l'istinto le diceva diversamente.
Per fortuna, una mezz'ora di chiacchiere dopo sembrava essersi rilassata e abituata alla situazione. Le braccia e le mani si muovevano in maniera spontanea e sembrava completamente a suo agio. Dal canto nostro, noi avevamo fatto di tutto per farglielo pesare il meno possibile: senza metterci d'accordo nessuno aveva mai abbassato lo sguardo sul suo seno, cosa che comunque sarebbe stata naturale e per nulla offensiva, e ci sforzavamo tutti di guardarla negli occhi. Non che fosse difficile, a essere sincero: i suoi enormi occhi verdi avevano conquistato tutti, non solo me.
Veronica si rivelò estremamente simpatica, con un sacco di hobby interessanti e un sacco di cose da dire. Non volle, tuttavia, toccare l'argomento del suo (ex?) ragazzo e nessuno di noi insistette. Sebbene la curiosità fosse tanta.
Le discussioni scemarono e lentamente ci riposizionammo tutti al sole. Io e Carlotta rimanemmo seduti sui nostri teli a leggere, gli altri optarono per stendersi e rilassarsi o sonnecchiare. Veronica non aveva nemmeno ripreso le sue cuffie, si era semplicemente stesa a occhi chiusi a riposare. Solo in quel momento notai un lieve segno del costume, indizio che questa non era la sua prima giornata di tintarella. Mentre leggevo mi sorpresi a sollevare spesso lo sguardo verso di lei per osservare questo e quel dettaglio del suo corpo.
Uno dei miei sguardi alle sue tette avvenne proprio nel momento in cui aveva deciso di aprire gli occhi per guardarsi attorno. Abituato con le mie amiche, con le quali uno sguardo in più non era di certo un problema, non mi ero preoccupato di essere troppo discreto e me ne resi conto quando era ormai troppo tardi. Spostai lo sguardo verso il suo volto, convinto di trovare fastidio, ma Veronica invece mi rivolse un semplice sorriso e richiuse gli occhi. Sollevato, tornai alla mia lettura e alle occhiate fugaci, felice di non averla infastidita.
Il caldo iniziava a farsi sentire più prepotentemente, eravamo tutti al sole da un bel po' ed eravamo cotti. Sebbene il pomeriggio si stesse inoltrando e il sole fosse più basso, era ancora lontano dall'essere nascosto dalla scarpata e quindi c'era bisogno di rinfrescarsi.
"Facciamo un bagno? Inizio ad avere caldo..." Proposi.
Seguirono teste che annuivano e mugolii sommessi di approvazione. "Andiamo di là, alle cascatelle?" Propose Claudia.
"Sì, ci sta." Risposi.
"Ragazze, venite con noi?" Claudia si rivolse alle due ragazze accanto a noi. "Il grosso della gente è andato via, si starà più tranquilli."
Claudia aveva ragione. C'erano ancora molte persone, ma non tante come quando eravamo arrivati e non c'era nessuno che schiamazzasse o sembrasse molesto. "Quasi quasi..." Commentò una delle ragazze.
"Dai, dai, andiamo!" Claudia si rivolse questa volta a Carlotta, le tese una mano e la fece sollevare.
"Aspetta, fammi riprendere il reggiseno!" Commentò Carlotta.
"E a cosa ti serve? Sei stata tette al vento finora, mi sembra tardi per avere pudori improvvisi!" Replicò Claudia.
"Sì, ma lì c'è altra gente, e poi sono grassa, attirerò l'attenzione..."
Carlotta fece una faccia sconvolta e indignata. "Ma chi se ne frega se sei grassa o no! Certo che attirerai l'attenzione,
perché sei bellissima! Poche storie e non osare coprire quel capolavoro di tette che ti ritrovi!"
Claudia le andò di spalle e spinse Carlotta verso le cascate. Carlotta fece un po' di resistenza ma alla fine cedette alle insistenze di Claudia e si avviarono assieme verso le cascate, mano nella mano. A seguirle le nostre due vicine di asciugamano.
"Voi se volete raggiungerci vi aspettiamo!" Disse Claudia rivolta a me, Michele e Veronica.
"Voi andate pure." Commentò Michele, ancora steso al sole e nuovamente impegnato a leggere qualcosa. "Sto bene qua, vi guardo la roba se volete."
"Ti va?" Mi rivolsi a Veronica.
"Sì, certo!" Mi rispose con un enorme sorriso.
"Hai bisogno del reggiseno? Se vuoi vado a recuperarlo." Mi offrii gentilmente. Da un lato avrei preferito non si coprisse per il banalissimo fatto che apprezzavo la vista dei suoi seni. Ma mi sembrava opportuno offrirle l'opportunità ricoprirsi qualora ne sentisse il bisogno: d'altronde era probabilmente il suo primo topless e aveva appena litigato col ragazzo, era in una situazione delicata.
"C'è tanta gente di là...?" Si sporse per guardare verso le cascate.
Osservai anche io con lei. "Be' sì, c'è un po' di gente, anche se meno di prima." C'era probabilmente una dozzina di persone, forse qualcuna in più.
Diede un altro sguardo. "Ma sì, dai, chi se ne importa! Tanto ne hanno di tette da guardare, vuoi che si mettano a fissare le mie?"
"Stai tranquilla, qui la gente è più abituata rispetto al mare. E comunque ci siamo noi, se qualcuno dovesse essere molesto lo mettiamo a posto!" Risposi con una certa sicurezza, cercando di trasmetterle quanta più fiducia possibile.
Mi alzai e le porsi una mano per aiutarla a fare lo stesso. Accertati che Michele sarebbe rimasto lì a controllare le cose, ci avviammo verso le cascate anche noi.
Effettivamente il paesaggio nei dintorni delle piccole cascate era più piacevole. Sebbene ci fosse meno vegetazione e nulla che offrisse un riparo naturale dal sole, l'acqua del torrente cadeva da un piccolo dislivello formando una cascata larga abbastanza da permettere a un paio di persone di posizionarvici sopra e usufruire di una sorta di idromassaggio naturale. Questa cascata poi si apriva su una piccola piscina naturale, sufficientemente profonda per fare una nuotata. Sul un lato della piscina vi erano la spiaggia e le rocce sulle quali si affacciava anche il sentiero da cui eravamo arrivati. Dall'altro lato le rocce formavano una piccola parete costeggiata qua e là da sporgenze rocciose che potevano essere sfruttate come sedute per stare al sole.
Carlotta e Claudia avevano già occupato la cascata, mentre le altre due ragazze erano immerse su un lato della piscina, sedute contro la roccia. Io e Veronica ci sedemmo invece su delle rocce vicine alle cascate per stare vicini alle nostre amiche. Notai Veronica guardarsi attorno con un accenno di preoccupazione: c'erano ancora un po' di persone stese sulla spiaggia, molti teli e qualche ombrellone. Tra l'altro, il nostro
gruppo non era l'unico scevro di reggiseni: una coppia di ragazze sedute sulle rocce e una signora solitaria seduta a leggere sul torrente erano a petto scoperto. Perciò nessuno sembrò fare particolarmente caso a noi o alle altre ragazze: qualcuno gettò degli sguardi, ma non in modo diverso rispetto a quanto sarebbe potuto accadere se avessero indossato i reggiseni.
Veronica si guardò attorno inizialmente con un minimo di preoccupazione, o almeno così mi sembrò. Ma si tranquillizzò in fretta notando come le persone attorno a lei continuarono a comportarsi come prima del nostro arrivo. Ci sedemmo vicino alla cascatella, dove si erano posizionate intanto Carlotta e Claudia.
"Voi venite spesso qui?" Veronica si rivolse improvvisamente a me.
"Io e Claudia abbastanza spesso, sì. Mic e Carlotta sono stati impegnati ultimamente." Risposi.
"È bello qui, me l'ha consigliato una mia compagna di corso qualche settimana fa. Molto più semplice che arrivare fino al mare...ma poi mi piace anche perché è un posto più tranquillo."
"Sì, decisamente. Lo apprezzo molto anche io per questo, c'è meno gente e meno calca." Concordai con lei.
"Non capisco perché Max non volesse venirci, che coglione..." Mi rispose. Aveva finalmente tirato fuori il discorso. Non risposi subito dandole qualche secondo per decidere se continuare il discorso o cambiarlo. "Penso che ormai l'abbiate capito tutti eh..." Continuò. "Max
era il mio ragazzo. Le cose non stavano andando da un po' eh, però era venuto a trovarmi e visto che mi avevano consigliato questo posto pensavo che venirci insieme sarebbe stato un momento di coppia carino. Invece si è messo di impegno per essere un coglione anche oggi, come sempre."
"Be', devo dire che avevo notato anche io che sembrava stare qui controvoglia, in effetti..."
"Vero?! Non vuole mai fare un cazzo. In giro no, a mangiar fuori no, in spiaggia sì ma solo dietro casa sua. Oh, non ha voluto nemmeno dormire da me perché ho due coinquiline, è andato a dormire da un suo amico...e indovina quindi quante volte abbiamo scopato in due settimane? Una, capito?
UNA!" Veronica sbottò ed era visibilmente arrabbiata, ma per fortuna non semprava sull'orlo delle lacrime come prima. "E poi dà di matto se dico di volermi mettermi in topless? Ah, no, proprio no, che tornasse a fare il bigotto represso nel suo paesino del cazzo...se lui non vuole apprezzare le mie tette, almeno ora lo potranno fare gli altri!"
Veronica stava parlando solo con me in teoria, ma i toni si erano alzati e ora anche Claudia e Carlotta erano all'ascolto. Non intervennero per educazione, ma io mi sentii in dovere di dire qualcosa.
"Be', se le cose stanno così, mi sembra ci fossero già tanti altri problemi no? Poi se pensa di poter avere voce in capitolo sul tuo indossare o meno uno stupido reggiseno del costume, se vuoi la mia opinione personale, è stato meglio perderlo che trovarlo, no?" Dissi.
"Ma fosse solo quello...lui vuole sempre avere un sacco di voce in capitolo su un sacco di cose. Non sai che storie mi fa, anzi
faceva, se mettevo un vestito corto o scollato. Dio..."
"Ma..." Decisi di azzardare una domanda. "Con tutti questi problemi...perché stavate ancora assieme?"
Veronica sospirò. "Abitudine. Stavamo insieme da 5 anni, ci siamo fidanzati al liceo. Sai, ti sembra quasi strano pensare di non stare più assieme a una persona, a quel punto. Solo che lui è strano forte, ma ho iniziato a rendermene conto quando sono andata via di casa. Già lui ha cercato di convincermi a non venire qui, poi dopo che sono venuta ha iniziato a dire che fossi cambiata. E sai cosa? Aveva ragione, sono cambiata...ma in meglio! Ho smesso di restare indietro per accontentare un deficiente come lui."
Le lamentele verso il suo ex ragazzo continuarono ancora per un po', con anche Claudia e Carlotta che iniziarono a intervenire dando man forte alle sue opinioni. Veronica era tutto fuorché triste in quel momento, le offrimmo la valvola di sfogo di cui aveva bisogno e la lasciammo liberarsi di quello che era evidentemente un enorme peso.
"Ma...voi siete restati tutto il tempo al sole." Commentò Claudia quando il discorso sembrava essere volto al termine. "Venite sotto le cascate anche voi, vi lasciamo il posto! Magari torniamo a fare compagnia a Mic che sarà solo da un po'."
Detto ciò ci cedettero il posto, che occupammo volentieri. Inizialmente fummo titubanti perché l'acqua che scorreva dalla cascata era fredda, ma una volta abituati ci rilassammo e iniziammo a godere dell'idromassaggio naturale offerto dal fiume. Claudia e Carlotta nel frattempo si congedarono e tornarono verso valle.
"Certo che sono proprio stupida, io che mi faccio problemi a comprare una brasiliana..." Commentò Veronica dopo aver osservato i culi delle mie amiche.
"Ma no, perché problemi per una semplice brasiliana? È praticamente la norma, ormai!" Chiesi un po' stupito.
"Eh, che ne so, chiedilo a Max, lui ha sempre detto che era un po' troppo." Rispose.
"Ma che vuol dire? Saranno cazzi tuoi se vuoi mettere uno slip, una brasiliana o un perizoma no?" Ribattei, sconvolto.
"Sai...in realtà due settimane fa avevo comprato proprio un perizoma, volevo indossarlo oggi con lui per fargli una sorpresa...ma con l'andazzo di questi giorni ci ho rinunciato. E col senno di poi, probabilmente si sarebbe pure incazzato."
"Chi ha il pane non ha i denti..." Commentai senza pensarci troppo.
"Oh, e il pane sarei io, giusto?" Mi chiese in risposta, e si mise a ridere. "Non rispondere, non rispondere, ho capito lo stesso! E comunque hai proprio ragione, ad averci perso è solo lui oggi, di certo non io. Forse è il momento di cambiare un po' vita per me..."
"Se posso essere schietto...a me sembra che il vostro rapporto fosse un po' tossico. E che lui avesse qualche mania di controllo o che ti considerasse di sua proprietà. Non esiste che lui, io, o chiunque altro possano dirti cosa indossare o cosa non indossare. Cioè, se al mare ci vuoi andare nuda, cazzi tuoi, mica suoi. E se ci vuoi andare in muta da sub, rimangono comunque cazzi tuoi, non suoi." Commentai schietto ma con serietà.
"Lo so, lo so, hai ragione. Voi ve la vivete proprio bene devo dire, poi nessuno di voi è minimamente geloso!"
"Michele e gelosia non possono nemmeno stare nella stessa frase, fidati. E lo stesso vale per Carlotta." Risposi, consapevole della recente discussione tra Carlotta e Claudia. "Ma anche io e Claudia, mai stati gelosi con i nostri rispettivi partner...anzi, il suo ultimo ragazzo è diventato un ex proprio perché era geloso di me. E Claudia non sopporta la gente gelosa..."
"Aspetta...tu e Claudia non state assieme?!" Mi chiese,
come tanti prima di lei.
"Ormai sono abituato a questa domanda...no. Mai stati assieme, niente sesso, mai nemmeno un bacetto. Zero."
Sgranò gli occhi. "Oddio, scusami! È che sembrava proprio ve la intendesse un sacco..."
"Ed è vero, siamo molto intimi e siamo migliori amici. E basta."
"Che bella amicizia la vostra...e dico anche con Michele e Carlotta. Sembrate tutti così sereni, nessuna gelosia..." Commentò. "Certo che poi parlo io, che trovavo inconcepibile fare topless, men che meno con degli amici..."
"Be', mica tanto inconcepibile, no? È letteralmente quello che stai facendo ora mi pare!" Feci osservare a Veronica. "Ora, capisco che ci siamo appena conosciuti e magari non siamo proprio 'amici amici', ma oramai mi sembri a tuo agio, no? Ti sottovaluti troppo secondo me."
"Eh, in effetti..." Nel dirlo, Veronica abbassò lo sguardo sul suo seno e senza pensarci prese le sue tette tra le mani, le soppesò un momento e le lasciò nuovamente. "Siete voi però che mi avete fatta sentire a mio agio, siete davvero tutti troppo carini!" E nel dirlo mi rivolse un altro sorriso.
"Ti ringrazio, ma credimi, non abbiamo fatto nulla di speciale. Hai fatto tutto da sola!"
Ci scambiammo ancora una manciata di cordiali complimenti ("Grazie a te!", "No, grazie a te!" e così via), e poi ricominciammo a raccontarci un po' delle nostre vite sotto il rilassante getto della cascata. La conversazione era molto piacevole e fui felice che nonostante lei fosse in un mondo ancora a me sconosciuto - l'università - la poca differenza di età non pesò affatto.
Lasciammo dopo un po' il posto sotto le cascate alle altre due ragazze e tornammo ai nostri teli. Questa volta, a differenza dell'andata, la lasciai camminare davanti a me e maledii mentalmente il suo ex ragazzo per averla spinta a indossare un semplice slip. Con le sue forme morbide e i fianchi larghi le mortificava oggettivamente la forma del sedere, nonostante rimanesse comunque un bel vedere.
Quando tornammo ai teli il sole stava iniziando a scomparire dietro la scarpata. Ci trattenemmo ancora per un'ora circa, poi decidemmo di comune accordo che era il caso di tornare. Claudia si offrì di accompagnare a casa Veronica, che era arrivata con i mezzi pubblici e per di più ora era sola. Prima di salutarci, ci scambiammo il numero di telefono e la promessa di vederci qualche volta. A seguire fu accompagnato a casa anche Michele, poi io. Chiesi se in serata ci saremmo incontrati per un aperitivo o qualcosa del genere.
"Non credo..." Rispose Claudia. "Devo spalmare il doposole a Carlotta!"
Feci probabilmente una faccia molto stupita, ma colsi al volo la metafora. "Certo, certo, ovvio!" Risposi ridendo. "Se mai dovessi stancarti e avessi bisogno di un cambio fammi sapere eh!"
Carlotta si mise a ridere particolarmente forte, poi ci salutammo. Nel farlo, Claudia mimò con le labbra
"Ti faccio sapere!"
Un'ultima cosa...ovviamente tutto ciò che scrivo lo scrivo per un motivo: o perché è interessante il racconto in sé, o perchè mi serve introddurre un personaggio, un luogo o una situazione particolare. La terza parte del capitolo precedente era entrambe le cose, per esempio: volevo introdurre Carmen, ma per farlo ho scelto una scambio di messaggi "divertente" da raccontare.
E questo capitolo invece? Secondo voi a cosa serve? Il cliff-hanger alla fine è quasi ovvio a cosa porterà,
ça va sans dire. Ma c'è dell'altro: perché mai dovrei spendere tante parole per una persona se poi questa non si rivelerà importante in futuro?
Sbizzarritevi con le ipotesi, anche se per le risposte dovrete attendere un po'!