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Buongiorno phicomani, con un po’ di fantasia oggi mi piacerebbe raccontarvi cosa succede con il mio compagno da un po’ di tempo a questa parte. I nomi sono inventati e le dinamiche non sono proprio andate così ma mano a mano svelerò i fatti come sono andati realmente. Fatemi sapere se vi piace! Ci ho messo un po’ per scrivere 
In una tranquilla città di periferia, lontana dal trambusto del centro, c’era una casa accogliente con un giardino curato e una grande finestra che dava su un vicolo tranquillo. Livia e Marco vivevano lì da anni, circondati dal comfort delle loro abitudini e dal calore della loro relazione. Tuttavia, quella sera, c’era qualcosa di diverso nell’aria.
Dopo una cena leggera, si erano sistemati sul divano in soggiorno, le luci soffuse e la TV accesa solo per creare un po’ di sottofondo. La notte era calda e, come spesso accadeva durante l’estate, avevano lasciato la finestra aperta per far entrare un po’ di brezza fresca. Dalla loro posizione, potevano vedere le finestre illuminate delle case vicine, le tende tirate o appena socchiuse, rivelando squarci di vita altrui.
Livia si spostò leggermente, avvicinandosi a Marco, che nel frattempo stava sorseggiando un bicchiere di vino. Entrambi avevano sempre trovato eccitante osservare, non tanto per curiosità, quanto per la sottile complicità che si creava tra chi guarda e chi, forse, inconsapevolmente, si lascia guardare. C’era qualcosa di elettrizzante nel condividere un segreto, un gioco intimo che solo loro due conoscevano.
Attraverso la finestra, una delle case di fronte era illuminata, e la tenda lasciava intravedere i movimenti lenti di una coppia. Non era la prima volta che Livia e Marco notavano i loro vicini, ma quella sera decisero di lasciarsi trasportare dall’atmosfera. Le sagome all’interno della casa si muovevano con grazia, come in una danza lenta e intima. Le mani di Marco si posarono con naturalezza sulle spalle di Livia, e lei rispose abbandonandosi al tocco rassicurante del suo compagno.
Le loro attenzioni erano divise tra il morbido bagliore delle luci in casa e il sottile gioco di ombre che si svolgeva oltre il vetro. Mentre i loro vicini si avvicinavano l’uno all’altro, Livia e Marco sentivano crescere l’eccitazione, un’onda di desiderio che li avvolgeva lentamente. Senza parole, Livia lasciò cadere il suo cardigan, rivelando la pelle nuda sotto la sottile stoffa del suo top. Marco la seguì, accarezzandola con delicatezza, i loro corpi sincronizzati con il ritmo che avevano osservato.
Il tempo sembrava dilatarsi in quel momento sospeso. La casa dei loro vicini era ora un teatro, e loro gli spettatori silenziosi, ma non passivi. Sentivano un legame con quelle ombre al di là del vicolo, un legame che non aveva bisogno di essere spiegato. Con ogni carezza, ogni sussurro, costruivano la loro intimità, alimentata da ciò che osservavano.
Mentre la notte avanzava, Livia chiuse gli occhi, assaporando ogni singola sensazione che Marco le regalava. Il gioco si faceva più intenso, e il mondo esterno sembrava dissolversi, lasciandoli soli nella loro bolla di piacere condiviso. Quando riaprì gli occhi, la casa di fronte era tornata al silenzio, le luci spente e le tende tirate. Marco la guardò con un sorriso complice, un segno che quel momento sarebbe rimasto tra di loro, un segreto che li avrebbe legati ancora di più.
Si abbandonarono l’uno all’altra, completando quella serata con una passione che solo loro potevano comprendere, un gioco che continuava nella loro casa, tra le mura che custodivano non solo i loro ricordi, ma anche il piacere di essere complici in qualcosa di unico.

In una tranquilla città di periferia, lontana dal trambusto del centro, c’era una casa accogliente con un giardino curato e una grande finestra che dava su un vicolo tranquillo. Livia e Marco vivevano lì da anni, circondati dal comfort delle loro abitudini e dal calore della loro relazione. Tuttavia, quella sera, c’era qualcosa di diverso nell’aria.
Dopo una cena leggera, si erano sistemati sul divano in soggiorno, le luci soffuse e la TV accesa solo per creare un po’ di sottofondo. La notte era calda e, come spesso accadeva durante l’estate, avevano lasciato la finestra aperta per far entrare un po’ di brezza fresca. Dalla loro posizione, potevano vedere le finestre illuminate delle case vicine, le tende tirate o appena socchiuse, rivelando squarci di vita altrui.
Livia si spostò leggermente, avvicinandosi a Marco, che nel frattempo stava sorseggiando un bicchiere di vino. Entrambi avevano sempre trovato eccitante osservare, non tanto per curiosità, quanto per la sottile complicità che si creava tra chi guarda e chi, forse, inconsapevolmente, si lascia guardare. C’era qualcosa di elettrizzante nel condividere un segreto, un gioco intimo che solo loro due conoscevano.
Attraverso la finestra, una delle case di fronte era illuminata, e la tenda lasciava intravedere i movimenti lenti di una coppia. Non era la prima volta che Livia e Marco notavano i loro vicini, ma quella sera decisero di lasciarsi trasportare dall’atmosfera. Le sagome all’interno della casa si muovevano con grazia, come in una danza lenta e intima. Le mani di Marco si posarono con naturalezza sulle spalle di Livia, e lei rispose abbandonandosi al tocco rassicurante del suo compagno.
Le loro attenzioni erano divise tra il morbido bagliore delle luci in casa e il sottile gioco di ombre che si svolgeva oltre il vetro. Mentre i loro vicini si avvicinavano l’uno all’altro, Livia e Marco sentivano crescere l’eccitazione, un’onda di desiderio che li avvolgeva lentamente. Senza parole, Livia lasciò cadere il suo cardigan, rivelando la pelle nuda sotto la sottile stoffa del suo top. Marco la seguì, accarezzandola con delicatezza, i loro corpi sincronizzati con il ritmo che avevano osservato.
Il tempo sembrava dilatarsi in quel momento sospeso. La casa dei loro vicini era ora un teatro, e loro gli spettatori silenziosi, ma non passivi. Sentivano un legame con quelle ombre al di là del vicolo, un legame che non aveva bisogno di essere spiegato. Con ogni carezza, ogni sussurro, costruivano la loro intimità, alimentata da ciò che osservavano.
Mentre la notte avanzava, Livia chiuse gli occhi, assaporando ogni singola sensazione che Marco le regalava. Il gioco si faceva più intenso, e il mondo esterno sembrava dissolversi, lasciandoli soli nella loro bolla di piacere condiviso. Quando riaprì gli occhi, la casa di fronte era tornata al silenzio, le luci spente e le tende tirate. Marco la guardò con un sorriso complice, un segno che quel momento sarebbe rimasto tra di loro, un segreto che li avrebbe legati ancora di più.
Si abbandonarono l’uno all’altra, completando quella serata con una passione che solo loro potevano comprendere, un gioco che continuava nella loro casa, tra le mura che custodivano non solo i loro ricordi, ma anche il piacere di essere complici in qualcosa di unico.