Esperienza reale Nuovi orizzonti di coppia (Versione Restaurata)

CAPITOLO 27

— Cosa intendi esattamente? — chiesi, curioso.

— Intendo — rispose con una leggera pausa — che voglio vederti mentre fai l'amore con un'altra persona. È da un po’ che ci penso e credo che la cosa mi ecciterebbe molto.

La guardai scioccato.

— Scusa, ho capito bene? — chiesi, incredulo.

— Sì, amore, non fare quella faccia. Sai che mi è sempre piaciuto vedere altri in situazioni piccanti, e cosa ci sarebbe di meglio di vedere te? — spiegò lei, come se fosse il discorso più naturale del mondo — E poi, tu mi hai già visto fare un bel po’ di cose con altri. Credo ti sia piaciuto guardarmi, no? Ecco, vorrei provare lo stesso.

— Ok, capisco il tuo discorso... Ma passare dal farsi palpare le tette da un mio conoscente a fare sesso con un'altra persona mentre tu mi guardi, non credi sia un salto piuttosto grande? Cioè, non sto dicendo che avrei qualcosa in contrario, ma… — cercai di obiettare.

— Rispetto a quello che è successo quella volta nel boschetto, certo, non è la stessa cosa. Ma devo ricordarti Alessia? Non so cosa altro avrei potuto fare con lei, eppure non hai avuto nulla da ridire. O forse con lei non valeva perché era donna e non metteva a rischio il tuo essere uomo? — controbatté lei, quasi indispettita.

— Non sono così ipocrita da non ammettere che è esattamente così, mi dispiace. Con una donna è stato leggermente diverso — ammisi.

— Beh, non è che io starò esattamente a guardare e basta, ovviamente! E poi mi aspetto che, in futuro, se avessi io un'occasione del genere e lo volessi davvero, tu non sia troppo geloso, sai com'è… — fu la risposta, ma c'era ancora qualcosa di poco chiaro.

— Scusami, ma c'è qualcosa che non capisco allora. Mi hai appena detto di aver dato un bacio a Lucio in bagno e ora mi dici che se io facessi l'amore con la sua ragazza di fronte a te, voi due stareste a guardare o poco più? — chiesi, confuso.

— Esattamente — disse lei. O meglio, non proprio fermi a guardare, qualcosa potrei anche farci. Dopo tutto, avrebbe te di fronte che stai penetrando la sua ragazza, quindi immagino che dovrò tenerlo buono in qualche modo… ma no, le mie gambe rimarranno chiuse. E questo per due motivi più che validi — si interruppe un secondo per fare un sorso di vino bianco che doveva avere aperto in compagnia di Lucio.

Una volta deglutito, riprese con il suo elenco: — Il primo motivo è che fino ad ora sono sempre stata io in vantaggio, se mi concedi il termine. Sono stata io al centro dell'attenzione con Alessia, sono stata io a interagire con il tuo amico, a mostrarmi sempre di più in giro e così via. Ecco, questa cosa non mi sta bene, vorrei che questo tipo di esperienze le facessimo insieme. Quindi, per una volta, vorrei che tu andassi al prossimo livello mentre io sto a guardare. Ovviamente poi ci rimetteremo in pari e non voglio sentire storie in quel momento, come ti ho detto —.

Riflettei per un secondo, la cosa aveva un suo senso logico, se non fosse che stavo parlando del perché fosse giusto che facessi l'amore con una semisconosciuta di fronte alla mia ragazza.

— Ma il secondo — riprese lei — e forse più importante motivo, è che in bagno non ho sentito la scintilla con lui. Anche se ci siamo baciati, non mi sembrava nulla di che, non so come mai. Preferirei che una cosa del genere avvenga con una persona che mi attrae di più, mi capisci? —.

No, non lo capisco, avrei voluto rispondere. Forse era il mio punto di vista maschile a essere molto limitato sull'argomento, ma sicuramente non mi sarei fatto scappare questa occasione per questo motivo.

Avrei voluto rispondere che la capivo e rassicurarla sul fatto che in ogni momento potevamo interrompere tutto, per qualsiasi motivo, ma in quel momento i nostri amici stavano tornando al tavolo e non mi sembrava il caso di coinvolgerli in discorsi così privati. Lucio, completamente nudo, sembrava piuttosto rosso e non potei fare a meno di notare come il suo membro fosse ancora mezzo scappellato, come se fosse stato utilizzato di recente.

Questo dubbio fu comunque immediatamente fugato da Rachele, che ci informò come il suo ragazzo avesse apprezzato particolarmente il momento della doccia e avesse la necessità di essere calmato (mimando un gesto con mano e bocca che non lasciò più neanche il minimo mistero alla cosa).

La cena fu molto piacevole; il pesce cucinato con i nostri limitati mezzi era più che mangiabile e il vino andava giù bene. Inoltre, quando Rachele non era impegnata in pensieri o attività sconce, si rivelava essere una ragazza davvero interessante e con la testa sulle spalle.

Fece un discorso molto su quello che voleva dire per lei stare nuda in questo genere di posti, e le sue motivazioni erano molto diverse dalle nostre, che vertevano più sulla sensazione di libertà e la comodità di non avere un costume bagnato. Per lei, cresciuta in una famiglia estremamente religiosa e pudica, il fatto di poter mostrare a tutti il suo corpo era un'affermazione di quanto si sentisse diversa rispetto a loro e un approccio alla vita radicalmente opposto.

— Anche perché — concluse molto caustica — se almeno fossero stati coerenti con tutto questo bigottismo e paura verso il corpo nudo, avrei anche potuto comprenderli. Ma sapete perché alla fine i miei si sono separati?

Nessuno di noi due osò provare ad indovinare.

— Su su, non preoccupatevi, ormai ne è passata di acqua sotto i ponti. Mica mi offendo! Vabbè, ve lo dico io, alla fine mia madre ha scoperto cosa faceva mio papà quando si chiudeva nel suo studio con il computer per tutto quel tempo — rivelò con un sorrisino —. A quanto pare, se sua figlia girava in casa in mutandine era un'offesa al pudore, ma se invece la donna mezza nuda si trovava su internet non c'era nessun problema. Non che non lo capissi poi, poverini. In tutta la mia gioventù non ho mai sentito una volta rumori sospetti dalla loro camera da letto, era ovvio che dovesse sfogarsi almeno in qualche modo —.

E riprese, stavolta con un'espressione meno divertita: — Ma quello che non mi andava giù era la loro incoerenza. Perché cercare di nascondere il nostro corpo o i nostri bisogni, se poi di nascosto questi emergevano comunque? E soprattutto, questo atteggiamento ha rovinato il loro matrimonio alla fine. Da quella volta, le loro discussioni non si sono più fermate, e spesso mia madre utilizzava quell'evento come arma per chiudere il discorso. Fino a che un bel giorno mio padre si è stancato definitivamente ed è scappato a gambe levate. Un classico esempio di famigliola credente felice, no? — concluse, con un sorriso amaro, lasciandoci tutti in un momento di silenzio imbarazzato, senza sapere cosa dire.

Ci pensò il suo ragazzo fortunatamente a risolvere la situazione: — Ma poi hai trovato me, tesoro, no? E tutto è cambiato in meglio! — continuò lui allegro — ed è anche per questo che ci siamo trovati in fondo. Sappiamo entrambi che nascondere i nostri desideri è inutile e, alla lunga, rovina la relazione, quindi cerchiamo di non nasconderci a vicenda i nostri desideri, per quanto pericoloso questo possa essere. Non sapete che litigate all'inizio… —.

Erano davvero una coppia affiatata. Senza che ce ne accorgessimo, praticamente ci avevano appena confermato che quelli successi in bagno con noi non erano episodi isolati, ma parte del loro modo di essere.

Come al solito, quella che un giorno in futuro sarebbe stata mia moglie, ci aveva visto lunghissimo e improvvisamente l'idea di me e Rachele impegnati sul letto mi sembrava quasi una cosa inevitabile.

Mentre parlavamo, l'aria iniziò a raffreddarsi e lo stare mezzi nudi iniziò ad essere problematico. Io, la mia ragazza e Rachele indossavamo già da un po' le nostre magliette (tutti e tre senza null'altro sotto, ovviamente), mentre Lucio cercava ancora di stare stoicamente tutto nudo. Fu proprio lui, infatti, a proporre di spostarci tutti dentro per una partita a carte, proposta che tutti accettammo di buon grado.

CONTINUA...
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