PrincipeGoloso
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Mi chiamo Elisa, sono sindaca di una cittadina di 60000 abitanti, di professione Architetto, purtroppo divorziata dopo 25 anni di matrimonio in quanto il mio ex marito aveva intrapreso una relazione con una donna più giovane e addirittura ebbe un figlio.
All’età di 55 anni mi colpisce un grave lutto, mia figlia Luna insieme al marito Claudio perdono la vita in un grave incidente d’auto, lasciano orfano il figlio unico Demetrio di anni 17.
Fu un periodo molto difficile; il trauma del lutto mi impedi di continuare a fare la sindaca, inoltre avendo preso in carico mio nipote - anch’egli molto provato dalla perdita dei genitori – gli impegni istituzionali mi avrebbero impedito di seguirlo come giusto.
Ripresi la professione di Architetto, lavorando solo per pochi clienti, amici più che altro.
Gestire mio nipote non fu cosa semplice, un po per l’età(divenne maggiorenne) ma anche per il lutto mai accettato, tant’è lo feci seguire dalla psicologa, mia conoscente.
A scuola non rendeva, non socializzava neanche con i compagni di scuola. Trascorreva molto tempo leggendo, ascoltando musica, guardando la tv fino a tarda notte.
Cecavo di assecondarlo in ogni modo, gli parlavo sempre con tono pacato, ma capitava di rimproverarlo con toni aspri, l’intenzione era di scuoterlo. Ma l’unico risultato era che mi abbracciava forte, mi chiedeva di perdonarlo e singhiozzava un pianto soffocato.
Ero disperata, non sapevo come affrontare e risolvere il grave disagio di Demetrio.
Un giorno mi chiama la psicologa convocandomi in studio.
Psicologa: Ciao Elisa, come stai?
Io: Benino, mi preoccupa Demetrio, non migliora assolutamente;
Psicologa: Lo so, ti ho chiesto di venire in studio proprio per Demetrio; mi dispiace ma non lo posso più seguire, sarebbe meglio farlo seguire da un professionista uomo, ti posso indicare qualche nome;
Io: Ma perchè, cosa è successo? Del fatto che non migliora non hai nessuna responsabilità lo capisco da sola che è un caso abbastanza complicato, occorre tempo;
Psicologa: Grazie Elisa, ma il problema si è aggravato; Demetrio manifesta pulsioni sessuali, è meglio lo segua un uomo;
Io: Addirittura?
Psicologa: Si, addirittura! Non dovrei farlo, ma a te lo dico in modo che abbia le informazioni corrette e comprendi l’entità del problema. Demetrio un giorno mi ha abbracciata, ha iniziato a palparmi i seni, il sedere; ho tentato di svincolarmi ma non riuscivo, ho avuto paura ed ho pensato di assecondarlo fino a doverlo masturbare. In effetti quando è venuto si è calmato. Ma io ero scossa.
Pensavo fosse un caso isolato; la seduta successiva tutto bene, ma nell’altra si è ripetuto l’episodio, ma mentre lo masturbavo si è alzato ed ha preteso che avessi un rapporto orale, è stato un po violento, mi ha messo con forza il pene in bocca. Ho dovuto assecondarlo e dopo qualche minuto è venuto, fortunatamente fuori dalla bocca.
Io: Noooo, mi dispiace, che vergogna(mi metto le mani ai capelli). Lo vuoi denunciare?;
Psicologa: Non preoccuparti Elisa, ma quale denuncia, povero ragazzo. Adesso capisci il problema e la mia decisione;
Io: Ma certo, lo devo rimproverare, che devo fare?
Psicologa: Niente, gli comunichi che cambierà dottore.
Io: Va bene, non so come ringraziarti.
Esco il carnet degli assegni, le do 2000 euro.
Io: Ecco a te, scusami tanto, per favore perdonalo per quello che ti ha fatto;
Psicologa: Elisa ma è tanto questo denaro, non dovevi;
Io: Ti prego, non aggiungere altro. Sono a pezzi, vado via scusami.
Entro in auto, mi faccio un pianto dirotto, mai avrei pensato di sentirmi dire certe cose, gravissime tra l’altro.
Vado a casa, entro, ero ancora sconvolta. Demetrio era in cucina, stava mangiando. Non lo saluto nemmeno.
Demetrio: Ciao nonna, tutto bene?
Io: Ciao, avvicinati per favore. Devo cambiarti il dottore, la dottoressa mi ha detto che non potrà più seguirti, adesso cerco un dottore uomo.
Demetrio: Perchè? Io non voglio cambiare dottore.
Cerco una motivazione plausibile in modo che non capisca che conosco la triste verità.
Io: Demetrio, si deve trasferire in un altra città;
Demetrio: Ok, ma non voglio dottori uomini;
Io: Ma lei era l’unica donna, gli altri sono tutti uomini.
Demetrio: Ha, capisco, va bene.
Dopo una settimana trovo lo psicologo, un professore sui 50 anni, con ottime referenze. Lo accompagno fiduciosa che possa aiutarci, ma in primis Demetrio.
Passa qualche mese.
Io: Demetrio come va con il dottore, ti trovi bene?
Demetrio: Si nonna, abbastanza bene, è molto affettuoso;
Io: In che senso affettuoso?
Demetrio: Si lascia abbracciare, mi coccola, mi bacia, mi accarezza, facciamo dei giochi.
Ogni tre sedute andavo dal professore, chiedevo come andasse con Demetrio e mai lamentato, anzi mi lusingava di avere un bravo nipote.
Io: Che gioche fate?
Demetrio: Giochiamo con il corpo;
Io: Con il corpo?
Demetrio: Si, basta non parliamo più, va tutto bene!
Un giorno, volevo capire e metto un registratore nello zaino di Demetrio. Lo accompagno dal professore e prima di farlo entrare le chiedo di entrare al tabacchi e comprarmi le sigarette; attivo il registratore e partono i 60 minuti di registrazione. Arriva, lo saluto.
Io: Tesoro, ci vediamo a casa, torna da solo, fai una passaggiata;
Demetrio: Ok nonna, ciao.
Tardo pomeriggio torna a casa, mangia qualcosa, va in camera, guarda la tv, arriva l’ora di cena.
Io: Tesoro tutto bene?
Demetrio: Sisi nonna, tu?
Io: Bene grazie, ti piace il pesce al forno?
Demetrio: Buonissimo nonna.
Finita la cena, si avvicina e mi abbraccia.
Demetrio: Vado in camera, vedo un film e poi dormo, sono stanco;
Io: Vai tesoro, buonanotte.
Verso mezzanotte entro in camera di Demetrio, dorme, cerco lo zaino e prendo il registratore. Scendo giù, metto le cuffie ed inizio a ascoltare.
Professore: Ciao Demetrio, come stai?
Demetrio: Bene prof, tu?
Professore: Bene grazie. Raccontami, che hai fatto in questi giorni? Hai fatto amicizia con i compagni di classe?
Demetrio: Sisi, adesso comincio a parlare con qualcuno di loro, sono simpatici, mi aiutano negli studi. Agata in particolare ha deciso di sedere nel mio stesso banco, sono contento.
Sentire Demetrio raccontare quei fatti mi rende felice, continuo ad ascoltare.
Professore: Agata ti piace, cosa ti piace?
Demetrio: E’ una bella ragazza, ha dei seni enormi, vorrei toccarli, vorrei baciarla ma non posso, mi vergogno;
Professore: Perchè ti vergogni?
Demetrio: Non siamo soli! Senti prof, voglio giocare, posso?
Professore: Va bene, certo, vieni.
Sento dei passi, rumorini che non riesco a capire cosa fossero, improvvisamente la voce di Demetrio che dice “ bravo prof, succhialo, leccalo, siiii cosi “.
Intuisco cosa accade, mi cade il mondo addosso, fermo il registratore, tolgo le cuffie. Sono disperata, piango. Riaccendo il registratore, ascolto.
Demetrio: Prof, ti piace il mio cazzo?
Professore: Si, molto!
Demetrio: Continua, leccami la palle;
Professore: Siii, ummm.
Ero sconvolta!
Demetrio: Dai adesso sdraiati sul tavolo.
Sento rumore della fibia del pantalone, spostare oggetti e:
Demetrio: Allarga bene le gambe;
Professore: Siii, dai, entralo dentro, sfondami il culo;
Demetrio: Eccolo;
Professore: Ahia, un po pianino, spingilo dentro, siii;
Demetrio: Scusa prof, continuo?
Professore: Sisi, dai, forte, spingi forte, siiii, godo.
Ascolto quei dialoghi, mi metto la mano in bocca dallo stupore, allucinante quello che sento. Rumore di corpi che sbattono con ritmo cadenzato.
Demetrio: Siii, mi piace prof, godo;
Professore: Bravo, più forte, scopami più forte, ahhh, godo, con quel cazzone mi stai sfondando il culo;
Demetrio: Vengoooo, ahhhh, siiiii;
Professore: Siii, vengo anch’io, ummm.
Basta spengo, sono stupita, distrutta dal dolore, ma allo stesso tempo furiosa con quel porco del professore. Non riesco a dormire, penso e ripenso a come comportarmi. Bevo caffè e fumo.
CONTINUA
All’età di 55 anni mi colpisce un grave lutto, mia figlia Luna insieme al marito Claudio perdono la vita in un grave incidente d’auto, lasciano orfano il figlio unico Demetrio di anni 17.
Fu un periodo molto difficile; il trauma del lutto mi impedi di continuare a fare la sindaca, inoltre avendo preso in carico mio nipote - anch’egli molto provato dalla perdita dei genitori – gli impegni istituzionali mi avrebbero impedito di seguirlo come giusto.
Ripresi la professione di Architetto, lavorando solo per pochi clienti, amici più che altro.
Gestire mio nipote non fu cosa semplice, un po per l’età(divenne maggiorenne) ma anche per il lutto mai accettato, tant’è lo feci seguire dalla psicologa, mia conoscente.
A scuola non rendeva, non socializzava neanche con i compagni di scuola. Trascorreva molto tempo leggendo, ascoltando musica, guardando la tv fino a tarda notte.
Cecavo di assecondarlo in ogni modo, gli parlavo sempre con tono pacato, ma capitava di rimproverarlo con toni aspri, l’intenzione era di scuoterlo. Ma l’unico risultato era che mi abbracciava forte, mi chiedeva di perdonarlo e singhiozzava un pianto soffocato.
Ero disperata, non sapevo come affrontare e risolvere il grave disagio di Demetrio.
Un giorno mi chiama la psicologa convocandomi in studio.
Psicologa: Ciao Elisa, come stai?
Io: Benino, mi preoccupa Demetrio, non migliora assolutamente;
Psicologa: Lo so, ti ho chiesto di venire in studio proprio per Demetrio; mi dispiace ma non lo posso più seguire, sarebbe meglio farlo seguire da un professionista uomo, ti posso indicare qualche nome;
Io: Ma perchè, cosa è successo? Del fatto che non migliora non hai nessuna responsabilità lo capisco da sola che è un caso abbastanza complicato, occorre tempo;
Psicologa: Grazie Elisa, ma il problema si è aggravato; Demetrio manifesta pulsioni sessuali, è meglio lo segua un uomo;
Io: Addirittura?
Psicologa: Si, addirittura! Non dovrei farlo, ma a te lo dico in modo che abbia le informazioni corrette e comprendi l’entità del problema. Demetrio un giorno mi ha abbracciata, ha iniziato a palparmi i seni, il sedere; ho tentato di svincolarmi ma non riuscivo, ho avuto paura ed ho pensato di assecondarlo fino a doverlo masturbare. In effetti quando è venuto si è calmato. Ma io ero scossa.
Pensavo fosse un caso isolato; la seduta successiva tutto bene, ma nell’altra si è ripetuto l’episodio, ma mentre lo masturbavo si è alzato ed ha preteso che avessi un rapporto orale, è stato un po violento, mi ha messo con forza il pene in bocca. Ho dovuto assecondarlo e dopo qualche minuto è venuto, fortunatamente fuori dalla bocca.
Io: Noooo, mi dispiace, che vergogna(mi metto le mani ai capelli). Lo vuoi denunciare?;
Psicologa: Non preoccuparti Elisa, ma quale denuncia, povero ragazzo. Adesso capisci il problema e la mia decisione;
Io: Ma certo, lo devo rimproverare, che devo fare?
Psicologa: Niente, gli comunichi che cambierà dottore.
Io: Va bene, non so come ringraziarti.
Esco il carnet degli assegni, le do 2000 euro.
Io: Ecco a te, scusami tanto, per favore perdonalo per quello che ti ha fatto;
Psicologa: Elisa ma è tanto questo denaro, non dovevi;
Io: Ti prego, non aggiungere altro. Sono a pezzi, vado via scusami.
Entro in auto, mi faccio un pianto dirotto, mai avrei pensato di sentirmi dire certe cose, gravissime tra l’altro.
Vado a casa, entro, ero ancora sconvolta. Demetrio era in cucina, stava mangiando. Non lo saluto nemmeno.
Demetrio: Ciao nonna, tutto bene?
Io: Ciao, avvicinati per favore. Devo cambiarti il dottore, la dottoressa mi ha detto che non potrà più seguirti, adesso cerco un dottore uomo.
Demetrio: Perchè? Io non voglio cambiare dottore.
Cerco una motivazione plausibile in modo che non capisca che conosco la triste verità.
Io: Demetrio, si deve trasferire in un altra città;
Demetrio: Ok, ma non voglio dottori uomini;
Io: Ma lei era l’unica donna, gli altri sono tutti uomini.
Demetrio: Ha, capisco, va bene.
Dopo una settimana trovo lo psicologo, un professore sui 50 anni, con ottime referenze. Lo accompagno fiduciosa che possa aiutarci, ma in primis Demetrio.
Passa qualche mese.
Io: Demetrio come va con il dottore, ti trovi bene?
Demetrio: Si nonna, abbastanza bene, è molto affettuoso;
Io: In che senso affettuoso?
Demetrio: Si lascia abbracciare, mi coccola, mi bacia, mi accarezza, facciamo dei giochi.
Ogni tre sedute andavo dal professore, chiedevo come andasse con Demetrio e mai lamentato, anzi mi lusingava di avere un bravo nipote.
Io: Che gioche fate?
Demetrio: Giochiamo con il corpo;
Io: Con il corpo?
Demetrio: Si, basta non parliamo più, va tutto bene!
Un giorno, volevo capire e metto un registratore nello zaino di Demetrio. Lo accompagno dal professore e prima di farlo entrare le chiedo di entrare al tabacchi e comprarmi le sigarette; attivo il registratore e partono i 60 minuti di registrazione. Arriva, lo saluto.
Io: Tesoro, ci vediamo a casa, torna da solo, fai una passaggiata;
Demetrio: Ok nonna, ciao.
Tardo pomeriggio torna a casa, mangia qualcosa, va in camera, guarda la tv, arriva l’ora di cena.
Io: Tesoro tutto bene?
Demetrio: Sisi nonna, tu?
Io: Bene grazie, ti piace il pesce al forno?
Demetrio: Buonissimo nonna.
Finita la cena, si avvicina e mi abbraccia.
Demetrio: Vado in camera, vedo un film e poi dormo, sono stanco;
Io: Vai tesoro, buonanotte.
Verso mezzanotte entro in camera di Demetrio, dorme, cerco lo zaino e prendo il registratore. Scendo giù, metto le cuffie ed inizio a ascoltare.
Professore: Ciao Demetrio, come stai?
Demetrio: Bene prof, tu?
Professore: Bene grazie. Raccontami, che hai fatto in questi giorni? Hai fatto amicizia con i compagni di classe?
Demetrio: Sisi, adesso comincio a parlare con qualcuno di loro, sono simpatici, mi aiutano negli studi. Agata in particolare ha deciso di sedere nel mio stesso banco, sono contento.
Sentire Demetrio raccontare quei fatti mi rende felice, continuo ad ascoltare.
Professore: Agata ti piace, cosa ti piace?
Demetrio: E’ una bella ragazza, ha dei seni enormi, vorrei toccarli, vorrei baciarla ma non posso, mi vergogno;
Professore: Perchè ti vergogni?
Demetrio: Non siamo soli! Senti prof, voglio giocare, posso?
Professore: Va bene, certo, vieni.
Sento dei passi, rumorini che non riesco a capire cosa fossero, improvvisamente la voce di Demetrio che dice “ bravo prof, succhialo, leccalo, siiii cosi “.
Intuisco cosa accade, mi cade il mondo addosso, fermo il registratore, tolgo le cuffie. Sono disperata, piango. Riaccendo il registratore, ascolto.
Demetrio: Prof, ti piace il mio cazzo?
Professore: Si, molto!
Demetrio: Continua, leccami la palle;
Professore: Siii, ummm.
Ero sconvolta!
Demetrio: Dai adesso sdraiati sul tavolo.
Sento rumore della fibia del pantalone, spostare oggetti e:
Demetrio: Allarga bene le gambe;
Professore: Siii, dai, entralo dentro, sfondami il culo;
Demetrio: Eccolo;
Professore: Ahia, un po pianino, spingilo dentro, siii;
Demetrio: Scusa prof, continuo?
Professore: Sisi, dai, forte, spingi forte, siiii, godo.
Ascolto quei dialoghi, mi metto la mano in bocca dallo stupore, allucinante quello che sento. Rumore di corpi che sbattono con ritmo cadenzato.
Demetrio: Siii, mi piace prof, godo;
Professore: Bravo, più forte, scopami più forte, ahhh, godo, con quel cazzone mi stai sfondando il culo;
Demetrio: Vengoooo, ahhhh, siiiii;
Professore: Siii, vengo anch’io, ummm.
Basta spengo, sono stupita, distrutta dal dolore, ma allo stesso tempo furiosa con quel porco del professore. Non riesco a dormire, penso e ripenso a come comportarmi. Bevo caffè e fumo.
CONTINUA