Michela

Ero un po' rimasto indietro con la lettura,che dirti oltre che i racconti sono bellissimi ed eccitanti e onestamente non mi aspettavo un'altra donna al pari di Michela.Complimenti,devo aggiungere che la vita te la sei goduta bene,anche grazie alle amicizie che riuscivi a crearti!:ok!::sbav::welcome::ave:
 
Chiedo scusa ma avevo preso questo fantastico ennesimo capitolo,[emoji15] [emoji15] queste due in una caserma la sfinirebbero in una giornata[emoji13]
 
Gran bei racconti. Un'italiano ricercato e mai banale. Strutturato bene e si legge agevolmente. Sei bravo e meriti che ti si dica chiaro.

Ho letto di corsa ... uff ... però poi ho riletto e riletto. Eccitanti e sinceramente me ne frego del fatto che hai dovuto "comprimere" o "allungare" per esigenze letterarie. Va benissimo.

Complimenti ancora :)
 
Grazie a tutti per i complimenti. Un nuovo capitolo ?? Eccovelo, e scusate per le lunghissime pause, ma il tempo è davvero tiranno.

P.S.: il nome del medico, ovviamente, è ispirato dal famosissimo film .......

Capitolo 6

Fu solo due mesi dopo che finalmente potemmo conoscere il misterioso Tersili. Ci accompagnarono i nostri nuovi amici una domenica mattina. Dove esattamente non lo ricordo, ma fu nell’hinterland napoletano, dove percorremmo vie intricate e assurdamente sporche, abbandonate e squallide, fino a fermarci davanti a un edificio molto ben tenuto, circondato da un vasto parco pieno di fiori. L’area di parcheggio era assolutamente vuota, eccezion fatta per tre auto, ferme a poca distanza dalla scalinata di accesso. “Analisi Cliniche Tersili” recitava un’insegna sulla facciata. Quando smontammo – io e Michela con la perplessità dipinta in faccia – sulla soglia apparve una giovane infermiera che ci accolse con un sorriso. “Il dottore vi aspetta nel suo studio, venite” ci disse. E chiuse la porta dietro di noi. Percorremmo un breve corridoio nella clinica deserta e venimmo introdotti in un grande studio. Il dottore si alzò al nostro ingresso con un sorriso smagliante. Era un omone enorme, che ci venne incontro e abbracciò Maddalena e Antonio “Carissimi, finalmente ci rivediamo. Quanto sarà, tre mesi? O quattro?”. “Augusto, sei sempre in splendida forma” tubò Maddalena. “Molta palestra” rispose lui ridendo, quindi mi strinse la mano e infine si rivolse a Michela. La squadrò un momento e le mise le mani sulle spalle, facendola girare su se stessa. “Ottima struttura ossea” mormorò quasi tra sé. “Ora vedremo cosa si può fare”. Poi a voce alta “Bene, si spogli signora”. Michela, assolutamente frastornata, mi guardò per vedere se sapessi cosa succedeva. Ma ovviamente ne sapevo quanto lei e mi strinsi nella spalle. “Può tenere le calze” aggiunse Tersili strizzando l’occhio ad Antonio. Michela aveva intuito che avrebbe ricevuto una qualche razione di cazzo e non si scompose più di tanto, sfilandosi il vestito e le scarpe e restando in calze e reggicalze. “Bene. Appoggi il busto al lettino, restando coi piedi a terra e allargando bene le gambe. Anna !” chiamò. L’infermiera fece capolino dall’uscio socchiuso. “Portami gli strumenti e fai venire Sergio”. Sergio arrivò immediatamente e fece un saluto circolare, focalizzando subito l’attenzione sul culo di mia moglie. “Ah, la paziente di cui mi hai parlato, per quell’indagine anale” commentò. “Già” commentò Tersili “ la tua prima impressione?”. “Beh così a caldo, direi che intanto sicuramente ha preso diversi cazzi in culo. Si vede bene che non è vergine. Poi noto anche senza toccarla che è già abbondantemente umida, quindi le piace la situazione in cui mostra le sue grazie al pubblico, dunque non ha inibizioni che la ostacolino.”. “No, Antonio e Maddalena mi hanno garantito che non ne ha”. “Resta da valutare la capacità fisica”. “Cosa che faremo. Appena arriva Anna che non so dove si sia cacciata”. “Nel frattempo vorrei farmi un’idea generale” disse Sergio. “Signora le spiace alzarsi in piedi?” Michela si alzò. “Alzi le braccia per favore e giunga le mani sopra la testa … bene, così”. Le osservò attentamente la schiena, poi la fece lentamente girare su se stessa. Osservò le tette sode e senza cedimenti verso il basso e le palpò, stringendole leggermente. “In gran forma” decise palpandole le natiche piene e poi scendendo ad accarezzarle le cosce sode. “Struttura assolutamente stupefacente” concluse. In quel mentre entrò Anna spingendo un carrello con gli strumenti richiesti da Tersili. Che, eccezion fatta per due divaricatori, non erano propriamente strumenti medici: si trattava di una invidiabile collezione di falli di gomma, delle forme più disparate! Sbirciai Maddalena e vidi che sorrideva: aveva ragione! Ci saremmo divertiti.
“Anna, guanti per favore. Signora si sdrai sul lettino a pancia sotto” ordinò Tersili, e sia lui che Sergio indossarono guanti di gomma da chirurgo. Disposti ai due lati del lettino, divaricarono le gambe di Michela, e mentre uno le allargava ulteriormente le chiappe, l’altro si chinò a esaminare l’ano, completamente esposto. Dalla mia posizione vedevo la fica spalancata che chiaramente era fradicia: mia moglie stava già godendo come una pazza.
“Anna, dammi il misuratore anale” chiese Tersili e aggiunse a nostro beneficio “serve per determinare il diametro anale a riposo”. “Assolutamente indispensabile per un’analisi scientifica del problema” aggiunse Sergio, che mostrava un evidente rigonfiamento dei pantaloni. Come me e Augusto del resto, mentre Maddalena e Anna osservavano rapite e deliziate la violenza che si compiva sul corpo di Michela, probabilmente invidiandola.
Anna allungò a Tersili una sorta di cono con cerchi concentrici numerati progressivamente. “Ecco, ora lo introduciamo esercitando una spinta minima … così …. E valutiamo lo stato dei muscoli anali … dunque vediamo 4 centimetri a riposo. Che ne pensi collega?”. “Direi abbastanza poco. Evidentemente non l’ha preso nel culo abbastanza”. “Infatti ogni volta per farmelo mettere in culo devo pregarli” era Michela che, ormai calata nella parte, recitava alla grande il suo ruolo. “Oppure ha incontrato solo cazzi di piccolo calibro, cara signora. Ma ora, grazie ad Antonio e Maddalena, ha incontrato l’uomo che le farà realizzare il suo sogno. Cioè io”. “Allora pensa che potremo riuscirci ?” chiesi, anch’io ormai nella parte e sinceramente molto, molto eccitato da questo giochino. “Dovremo lavorare molto, ma credo che ci riusciremo” disse Tersili “ e comunque ora vedremo meglio. Anna, lo speculum anale”. Anna scostò con un fianco Sergio e si chinò sul culo di Michela cospargendo l’ano con una crema trasparente (vaselina, immaginai); quindi, con la mano che calzava un guanto chirurgico, cominciò a strofinarla delicatamente prima all’esterno, per poi introdurla. Con movimenti lenti e precisi, introdusse prima un dito, poi due, lubrificando per bene il condotto anale e strappando un mugolio di piacere a mia moglie. “Ahhh, che meraviglia. E’ fresca. Mi stai facendo godere”. E infatti la fica era letteralmente fradicia. Quand’ebbe terminata la lubrificazione, Anna porse lo strumento ad Augusto, uno speculum di dimensioni ridotte, e si ritrasse. Il medico lo introdusse delicatamente nello sfintere fino al termine della parte “a becco” quindi cominciò a premere sui rebbi, dando inizio alla dilatazione. “Mi raccomando signora, non si faccia prendere dall’orgasmo!” raccomandò “e mi dica subito se e quando comincia a sentire dolore o comunque una eccessiva trazione. Non voglio fare danni”. Assistemmo affascinati alla progressiva, lenta dilatazione dell’ano di mia moglie. Noi maschi coi cazzi sempre più duri, le femmine con le fiche sempre più bagnate. Sembravamo ipnotizzati. Maddalena non resistette più e si ficcò una mano tra le gambe. Tersili le lanciò un’occhiata e ordinò “Anna, dai una mano alla signora Maddalena”. “Certo” rispose la ragazza e scelse un dildo sul carrello. “Maddalena, si tolga la gonna, per favore” e mentre Maddalena si sfilava l’indumento le si inginocchiò di fronte. In quel momento sentimmo Michela: “Basta così, basta. Mi stai spaccando in due”. Tersili bloccò lo strumento con l’apposito fermo e si rivolse a Sergio: “misuriamo, collega”. Anna nel frattempo allargava delicatamente le gambe di Maddalena, di fronte a lei solo con le calze nere e un reggicalze di pizzo, e con la mano ancora umida di lubrificante le scostò le grandi labbra rivelando la clitoride, gonfia e rossastra. Con l’altra mano azionò un interruttore sotto al dildo, che cominciò a vibrare, e l’accostò delicatamente, strappandole un gemito di piacere. “Meno di sei centimetri” Sergio “siamo piuttosto lontani, caro collega”. “Direi proprio di sì. Per una doppia penetrazione anale, abbiamo bisogno almeno di otto centimetri. Almeno. Dipende dai soggetti inculanti”. Il vibratore intanto si faceva strada lungo la vulva sgocciolante di Maddalena, aprendola per introdursi finalmente nella vagina fremente. “Reggilo tu per favore” disse Anna rialzandosi e lasciando il “controllo” a Maddalena, che cominciò a farselo scorrere su e giù. Si accostò nuovamente al carrello e ne prese un altro, più piccolo. Lo accese e lo infilò nel reggiseno di Maddalena, lasciandolo a vibrare a contatto col capezzolo. “Signora, riesce a resistere cosi?” Tersili. “Sì, ma vorrei qualcosa anche nella fica. Per piacere. Sto morendo”. “Anna” ordinò Tersili. Anna si chinò tra le gambe di Michela e le infilò due dita nella fica fradicia, come a valutare la situazione, quindi osservò la collezione di cazzi sul carrello e scelse un dildo, grande quasi come il nostro nero.
 
Purtroppo questo mese è estremamente problemtico per me. Devo e dovrò assentarmi e non trovo il tempo neppure di aggiornare il thread sulle riviste (il mio "must"), quindi vi prego di avere pazienza. Intanto, il

Capitolo 7​

Osservandolo meglio, notai però che, a differenza di quello che comprammo a Rimini, questo aveva la parte centrale curiosamente plissettata, a fisarmonica. Quando Anna prese una pompetta e la collegò alla parte di dietro del dildo, compresi: si trattava di un fallo gonfiabile. L’aria compressa al suo interno poteva farlo allungare e probabilmente anche allargare. Per introdurlo, Anna si mise di lato al lettino e con la destra allargò la fica di Michela premendo sulle grandi labbra con pollice e indice. Sembrava che lo facesse proprio per noi, spettatori arrapati di uno spettacolino osceno. Mia moglie a gambe aperte su un lettino a pancia in giù, con l’ano oscenamente dilatato da uno strumento meccanico e la fica tenuta aperta da una femmina intrigante che nell’altra mano reggeva un fallo di gomma di dimensioni notevoli. Il tutto sotto lo sguardo lubrico di cinque persone, cinque depravati. C’era di che perdere la testa. Maddalena comunque stava godendo alla grande col vibratore che andava a tutta birra nella sua fica sbrodolante. Anna finalmente introdusse il dildo nella fica fremente di Michela, che l’accolse con un lungo gemito. Augusto intanto si informava sulle sue condizioni: “Allora signora, va meglio ora che anche la fica è piena?µ. “Oh sì sì fantastico. Ma in bocca vorrei cazzi veri, per favore. Quegli altri non sanno di nullaµ. “Ah, una buongustaia, finalmente. Scommetto che anche la sborra calda le piace moltoµ. “Calda, fredda, mi piace comunque e dovunqueµ. Anna aveva introdotto il fallo completamente e cominciò a premere sulla pompetta. Maddalena aveva avuto almeno due orgasmi e si riscosse dalle sue fantasie onanistiche decisa a partecipare più attivamente alla festa. Io mi ero talmente strofinato sopra i pantaloni che decisi di tirarlo fuori, o mi sarei sborrato nelle mutande. E anche Augusto, che si era piazzato di fronte a Michela, con gesto plateale, si sbottonò i pantaloni e si abbassò le mutande. “Capisce cosa intendevo, dicendo che grazie ad Antonio e Maddalena avrebbe visto le cose in un’altra prospettiva, cara signora?µ. Ed esibì un cazzo di dimensioni monumentali, ornato da una cappella enorme, rossa tendente al viola. E non era nemmeno del tutto duro! “Oh signore, che meravigliaµ esclamò mia moglie ad occhi spalancati “è grosso come quello dei negroni. Voglio assaggiarloµ. “Assaggia questo intantoµ si intromise Maddalena, ficcandole in bocca il fallo grondante dei suoi umori e afferrando il cazzo di Augusto a piena mano e cominciando a segarlo per farlo indurire ben bene. “Sempre in forma questo tuo cazzone, eh, Augusto? Antonio invece …µ. “Lo ha sfruttato troppo da giovane, te lo dico io. Ha sfondato culi a destra e a mancaµ. Sergio intanto si era accucciato sotto a Maddalena e le aveva allargato le chiappe, cominciando a leccarle furiosamente la fica, che grondava talmente da bagnarla fino all’orlo delle calze. Io non ne potevo più e feci irruzione sulla scena, mentre la fica di Michela era ormai dilatata al massimo, piena del dildo che aveva raggiunto le dimensioni massime. “Io fra un secondo scoppioµ quasi gridai. “Quiµ mi disse Anna, chiamandomi con un cenno. Pensai che volesse succhiarselo lei e mi avvicinai, ma lei diede un colpetto con la mano sul lettino “inginocchiati qui, di fianco a tua moglieµ disse. Eseguii. Mi prese il cazzo in mano e mi masturbò velocemente. Maddalena intanto aveva guidato la cappella di Augusto in bocca a Michela, che aveva dovuto spalancare la bocca completamente per accoglierla e ora la ciucciava a tutto spiano. Sergio le aveva infilato tre dita nella fica e ora slinguava il suo buchetto del culo, menandoselo alla grande. Io con un rantolo schizzai sborra bollente che raggiunse la faccia di Anna e le impiastricciò il guanto; lestamente, la donna indirizzò il resto dell’abbondante flusso di sborra nel culo spalancato di mia moglie. Vidi la sborra accumularsi nell’imbuto formato dalla parte a becco dello strumento, poi lentamente svuotarsi nelle sue viscere. Quando me lo ebbe strizzato ben bene nel culo di Michela, Anna le andò davanti e le strofinò il guanto sulle labbra, impiastricciandole del mio sperma ancora caldo. Poi raccolse il dildo di Maddalena e se lo portò alla bocca, insalivandolo abbondantemente. Lo porse infine a Sergio. “Basta leccarla, ficcaglielo dentroµ disse, e si accovacciò tra le gambe di Maddalena, prendendogli in bocca il cazzo. Insalivò abbondantemente anche quello, poi “e questo sbattiglielo nella ficonaµ. Rialzatasi, costrinse Maddalena a compasso sul lettino e resse il dildo saldamente piantato nel suo culo finché Sergio non ebbe preso posizione infilandolo nella fica e cominciando a muoversi a ritmo. A quel punto, era lo stomaco di Sergio che teneva il dildo in culo. Maddalena continuava a reggere il grosso cazzo di Augusto con la sinistra, segandolo lentamente. Io ero rimasto inebetito dove Anna mi aveva lasciato, col cazzo moscio, completamente svuotato, che mi penzolava tra le gambe. Con un mezzo grido, Augusto sborrò nella bocca di mia moglie. Un flusso talmente abbondante che non riuscì a trattenere del tutto; due rivoli di sborra le scesero dai lati della bocca lungo il mento, gocciolando a terra.
 
complimenti per il racconto dettagliatamente preciso, potresti fare il radiocronista sportivo forza michela, se leggi vieni a fare le vacanze in puglia che vorrei tanto conoscerti 🤭
 
Capitolo 8

Un’ora dopo, rivestiti, Anna ci servì un caffè nell’ufficio di Tersili. A guardarla, sembrava che non fosse successo assolutamente nulla. Davvero una segretaria perfetta, pensai.
“Dunque come avrete già capito dai commenti del mio illustre collega “ si riferiva a Sergio, ovviamente “ per consentire una doppia penetrazione anale in condizioni … diciamo così … di sicurezza … insomma non traumatiche per la signora Michela, dobbiamo …. lavorare un po’ sul suo delizioso culetto, cara signora. Ora, si dà il caso che io possieda una casa molto bella e molto discreta nel potentino, in cui trascorro qualche periodo di riposo nei mesi estivi. Questa casa … insomma, è molto particolare. Diciamo che in effetti è un vero e proprio tempio del sesso. L’ho dedicata esclusivamente a questo scopo, raccogliendo oggetti, libri e disegni, alcuni veramente rari, e soprattutto invitando talora selezionatissimi gruppi di amici e amiche per giornate particolari. Considerando che Antonio e Maddalena fanno parte da tempo di questa ristretta cerchia e quindi in qualche modo estendono a voi la nostra amicizia, vi proporrei una vacanza di quindici giorni nel mio “ranchµ, tutta dedicata al sesso estremo. Confido che al termine la signora Michela potrà vedere esaudito il suo desiderio di sentire due cazzi contemporaneamente nel culo. E magari, con un po’ d’impegno, due GROSSI cazzi !!!!µ.
Questo pistolotto gli uscì di bocca praticamente d’un fiato e in effetti mi lasciò abbastanza interdetto : non riuscivo a coglierne tutte le implicazioni e trovavo la proposta inquietante, come se dietro si nascondesse non so quale trappola.
“Che ne pensate ?µ concluse Tersili guardando alternativamente me e mia moglie.
“Beh, in effetti forse è meglio chiarire di che si tratta ….µ Cominciai, subito interrotto da un gesto del medico.
“Certo certoµ si affrettò a dire “ma prima ho assoluto bisogno di un colloquio privato con la signora. Di natura strettamente medicaµ si affrettò a precisare “e gradirei che Sergio mi assistesseµ.
Ci rivolse quindi uno sguardo interrogativo, al quale rispondemmo uscendo tutti dall’ufficio e accomodandoci in un salottino attiguo. Ero estremamente irritato e non mi sfuggì che Anna, sia pure con discrezione, ci tenesse d’occhio, per evitare – evidentemente – che fossimo colti dalla tentazione di origliare.
Ed effettivamente, una mezza idea mi era venuta, lo confesso.
Facendo buon viso a cattivo gioco, mi rivolsi a Maddalena.
“Tu ci sei mai stata ?µ le chiesi. “Una sola volta, per una serata … a tema. Fu molto divertente. Penso che lo troverete molto stimolante. Non ci sono fantasie che non si possano esaudire, nel “ranchµ di Tersili, come lo chiama lui.µ
La mia inquietudine cresceva col passare del tempo. A un certo punto cominciai a prendermi in giro da solo.
“Di cosa hai paura, coglione, che si scopino tua moglie ? Due che hanno finito un attimo fa di riempirla di sborra. Geniale. O ti dà fastidio che la scopino non sotto il tuo controllo ? Che assurdità …µ
Ci volle un’ora, un’ora tutta intera, prima che Tersili si affacciasse alla porta del suo studio e ci richiamasse dentro.
La prima cosa che notai rientrando fu la faccia di Michela, tutta rossa, non sapevo se per la vergogna o per l’eccitazione. La seconda cosa, quella di Tersili : sembrava il classico gatto che ha adocchiato un sorcio. Campanelli di allarme mi squillavano in testa.
“Dunque, mi sembra che ci siano tutte le premesse … diciamo così psicologiche … per trarre grande beneficio dalla mia proposta, che quindi reitero. In effetti, la signora ha manifestato … diciamo così un particolare interesse per le situazioni che la vedono alle prese con una molteplicità di cazzi . Ora caso vuole che io abbia alle mie dipendenze una decina di lavoranti che curano sia i miei campi sia i miei animali. Di norma, stanno lontano da casa, alle prese coi loro compiti. Ma se volete, potrei organizzare, per il periodo della vostra permanenza, una costante presenza. Questo ci garantirebbe … diciamo così una notevole quantità di cazzi freschi in modo da soddisfare le esigenze di Michela e da garantire un costante allenamento in vista della fatidica doppia penetrazione analeµ.

“Insomma, faresti la puttana del gruppoµ. “No, farei quella che vuole provare nuove esperienze. E nuovi cazzi. Ma ci pensi ? Dieci cazzi duri, tutto intorno a me. Pensa a quanta sborra potrò bere !!! E magari …µ . “Magari cosa ?µ “Magari … non so se voglio dirteloµ. “Eggià, ora ci mettiamo anche a fare i misteriosi. Ma ti rendi conto di cosa stiamo facendo ? Ma possibile che non capisci che sono geloso ?µ finalmente, l’avevo detto. “Geloso ? Questa poi !!! E da quando sei geloso ? Pensi che non ti veda, come ti ecciti quando altri maschi sono tutti intorno a me ? O che non capisca che anche tu vorresti un po’ di quei cazzi ? Quando ti deciderai a prenderne in bocca qualcuno ? E poi, quando tu ti scopi le altre, io che dovrei dire ?µ.

La mattina dopo chiamammo Maddalena e confermammo le date.
L’estate si preannunciava torrida, ma era ancora molto, molto lontana.
 
Capitolo 9

Mancavano sei mesi all'appuntamento con Tersili e ormai la nostra amicizia con Antonio e Maddalena si era consolidata. Praticamente ogni venerdì sera partivamo per Napoli e trascorrevamo il fine settimana con loro.
Naturalmente quando si scrive una storia "porno" si induce in chi legge l'impressione che la nostra vita trascorresse tra continue scopate, ma ovviamente non era affatto così.
Nonostante le affinità elettive tra le nostre donne e - tutto sommato - la sintonia tra me e Antonio nel godere a vederle alle prese con gli altrui cazzi, c'erano periodi, anche lunghi, in cui non accadeva assolutamente nulla e le nostre vite assomigliavano a quelle (noiose e routinarie) di quasi tutti i comuni mortali.
Come sempre, l'idea venne a Michela (secondo me, anche oggi a distanza di trent'anni, la più troia tra le due); stavamo passeggiando tutti e quattro nei pressi di Piazza del Plebiscito, ed eravamo scesi per una traversa diversa e mai percorsa prima, quando ci imbattemmo in un cinemino a luci rosse. Allora esistevano, ed erano frequentati quasi esclusivamente da un pubblico maschile, che entrava tenendo lo sguardo sempre costantemente basso ed usciva letteralmente ingobbito per il terrore di incontrare qualche faccia conosciuta.
Ricordo con quasi assoluta certezza il nome di questo cinema, ormai da tempo scomparso : ROXY. Ma per quanto mi sforzi, non riesco a rammentare nemmeno uno dei film che vi vedemmo. E magari dopo capirete perché.
Va da sé che appena imbattuti in questo locale, a mia moglie partirono gli ormoni; a sua difesa aggiungerò solo che effettivamente da due settimane non si combinava quasi nulla sul piano sessuale, eccezion fatta per qualche leccatina lesbica tra e con Maddalena e un po' di attività dei dildo.
Comunque sia, la mia dolce metà si fermò ad osservare ostentatamente il cartellone pubblicitario, quindi mi cinse in un lascivo abbraccio e cinguettò : "Mi ci porti? Per favore !". "Ma scusa, che ci facciamo in un cinema a luci rosse ?". "Magari agganciamo qualche maschione arrapato?" sospirò subito lei. "Secondo me, non agganciamo un bel niente" replicai. "Qui sono tutti dei frustrati, altro che maschioni arrapati" conclusi. "Ma provare e vedere se succede qualcosa che ci costa?" si intromise Maddalena (alla quale evidentemente l'idea di qualche nuovo cazzo bello duro tra le labbra o tra le gambe non dispiaceva affatto).
E così entrammo. L'ambiente era decisamente fumoso - a quei tempi al cinema si fumava - in quanto il maschio medio arrapato e frustrato fuma maledettamente tanto; l'aria era satura dei gemiti che provenivano dal grande schermo; ci sedemmo nell'ultima fila ed osservammo l'umanità che popolava quel cinemino. Sembrava che avessimo messo piede in una realtà parallela; la luce del sole all'esterno, le macchine, i passanti, sembrava non fossero mai esistiti. Tra il fumo spesso molte più persone di quanto pensassi, tutte sedute rigorosamente lontane le une dalle altre, seguivano gli amplessi che si susseguivano sullo schermo. Molti si strofinavano le mani sui pantaloni, per quanto riuscivamo a vedere. Ci sedemmo nell'ultima fila. Dopo pochi minuti, finì il primo tempo e si riaccesero le luci in sala; luci molto fioche che rischiaravano l'ambiente più che illuminarlo. Ciò nonostante, nessuno si mosse dal suo posto e pochissimi si guardarono intorno; quei pochi si resero conto che c'erano anche delle femmine in sala e anche quando lo spettacolo riprese, continuavano a sbirciare nella nostra direzione. Evidentemente la situazione era assolutamente nuova. Comunque nessuno si avvicinò, come immaginavo, e meno che mai tentò di attaccar bottone con noi o le nostre donne.
Anche perché, in modo del tutto naturale ed inconscio, le avevamo fatte sedere al centro e pertanto rese irraggiungibili da qualunque manovra di avvicinamento. In meno di mezz'ora, la situazione risultò del tutto chiara e pertanto Michela - che evidentemente era entrata sognando mani che la frugavano dappertutto - decise di passare alla controffensiva.
"Mi scappa la pipì" sussurrò "accompagnami".
Trovata l'insegna delle toilettes, passammo mano nella mano lungo la parete di fondo del cinema poi lungo tutta la platea, mentre - questo lo ricordo molto bene - la protagonista sullo schermo succhiava a tutta forza un enorme cazzo nero che le riempì la faccia di sborra proprio mentre noi imboccavamo la porta dei bagni. "Beata lei" sussurrò Michela. Due porte conducevano ai bagni, distinti per sesso dalle note figurine; quello delle signore era addirittura asettico nella sua pulizia. Ci bastò affacciarci un attimo per constatarlo.
Michela si chiuse dentro mentre io facevo la guardia e nel giro di pochi minuti mi raggiunse nuovamente. "Fatto" disse; mi prese nuovamente la mano e si avviò per rientrare. Ma si fermò dietro la pesante tenda che chiudeva l'accesso ai bagni e ne scostò appena un lembo, scrutando, non vista, la sala. L'esame durò qualche minuto - immagino a causa del buio che rendeva difficile la sua ricerca - e quando prese la sua decisione, partì decisa.
Ma non si diresse verso la fila di Antonio e Maddalena, bensì verso la file centrale, occupata solo da un ragazzo. E gli si sedette accanto, avendo cura di strofinare le cosce sedendosi, in modo da far frusciare le calze di nylon. Del tutto casualmente, la gonna si impigliò nel bracciolo della poltrona, rivelando per un attimo le cosce tornite. Dopo di che, si concentrò sul film.
Naturalmente cominciai ad osservarla con attenzione con la coda dell'occhio, per capire cosa avesse intenzione di fare. Sempre ostentatamente concentrata sullo schermo, fece quasi casualmente scivolare la mano a sfiorare la mano del ragazzo, che si irrigidì visibilmente, ma non aveva il coraggio di guardarla e fissava a sua volta lo schermo.
Sembravano entrambi ipnotizzati (e vi garantisco che l’interminabile amplesso che si consumava sullo schermo era di una noia mortale !!!).
Il ragazzo non sapeva evidentemente come comportarsi, e non faceva nulla, così Michela abbassò la mano a sfiorargli la patta dei pantaloni, che evidentemente conteneva un cazzo duro già da prima che cominciassero le sue avances.
Vidi chiaramente che le sue dita si stavano muovendo nel tentativo di sbottonargli la patta, quando di scatto il ragazzo si alzò e si allontanò lungo la fila dalla parte opposta alla nostra. Pensai che scappasse in bagno a causa di una impellente sborrata, ma dovetti constatare che imboccava l'uscita !!!
"Un vero timidone" fu il commento di mia moglie che poi aggiunse, appoggiandomi la bocca all'orecchio "ma tu perché non te ne torni da Antonio ?".
La cosa mi fece stizzire, anche se capivo perfettamente che se volevo che mia moglie potesse maneggiare qualche bel cazzo, dovevo lasciarla sola. Così mi alzai e raggiunsi i miei amici. Maddalena mi apostrofò appena mi chinai per sedermi : "L'hai capita, finalmente. Se non la lasci sola non si avvicina nessuno. Certo che quando decide di trovarsi un bel cazzo, non la ferma nessuno, tua moglie". Le rivolsi un sorrisetto storto e mi misi a scrutare la sala per vedere cosa sarebbe successo. Ci fu un certo andirivieni tra uno spettacolo e l'altro, poi la sala ripiombò nel buio e cominciarono le manovre di avvicinamento. Evidentemente i nuovi arrivati, che non sapevano che quella donna era entrata in compagnia, pensarono che fosse disponibile. Ma non si avvicinavano decisamente, piuttosto tendevano ... a circondarla. Finalmente un omaccione grande e grosso si decise e le si sedette accanto.
Non resistevo. Volevo sentire cosa si sarebbero detti, quindi mi spostai silenziosamente e mi misi a sedere proprio dietro di lei. Aveva attaccato bottone, ovviamente, e stava ridacchiando per non so quale battuta. " ... anche farlo, carino, anche farlo. Mano cinquemila. Bocca dieci con protezione e quindici con ingoio. Fino all'ultima goccia" concluse fissandolo negli occhi. Uno che stava seduto davanti e che aveva evidentemente sentito, si girò. "Ehi, fai sconti comitive ? Se mi unisco anch'io, ce lo fai stereo con ingoio ? Due per ventimila in un colpo solo ?". Michela parve rifletterci un po', poi "Facciamo tre in contemporanea per ventunomila, pagamento anticipato e con preservativo". "E il terzo ?" chiese l'omone. "Questo qua dietro che sta ascoltando con tanta attenzione" rispose lei, indicandomi. "Forza su, settemila a testa e non vi pentirete". Ognuno pagò la sua quota in banconote che Michela si infilò nel reggiseno.
"Nel bagno delle signore" sussurrò e si allontanò. Uno alla volta, la raggiungemmo, facendole corona intorno alla tazza del gabinetto, su cui si era seduta.
"Ehi, ma almeno faccela vedere" disse l'omone, mentre si apriva la patta offrendo alle mani di mia moglie, che aveva già scartato un preservativo, un cazzo taurino dal glande rosso scappellato.
"Bello, qui state pagando solo per un pompino, non per vedermi la fica ..." replicò lei " .. e neppure per toccarmi le tette" concluse suonando un ceffone all'altro uomo che le aveva infilato la mano nella scollatura. Strappandoli coi denti, infilò i preservativi anche a noi due, toccandoci con arte consumata per farci indurire, e cominciò a spompinarci. Usava labbra, lingua e denti, e le mani per accarezzarci i coglioni o sfiorarci il buco del culo. In cinque minuti scarsi i nostri cazzi pendevano flosci con il sacchettino del preservativo pieno di sborra.
"Cazzo che pompino" sospirò l'omone, "non credevo ci fosse una puttana capace di farmi arrivare così subito. Alzati che scarichiamo 'sti cosi nel cesso". "Un momento, aspetta" disse una voce, facendoci trasalire. Era Maddalena che ci aveva raggiunti silenziosamente in compagnia di Antonio e sbirciava dalla porta socchiusa.
"Quanto ti hanno dato per il pompino?". "Venti". "Altri venti se i preservativi te li succhi tutti. Fino all'ultima goccia".
"Veramente se ne facevo tre con l'ingoio prendevo molto di più, ma a una bella signora così non si può rifiutare niente. Vuoi fare tu ?". "Va bene" rispose Maddalena allungando la mano verso Antonio che depositò due banconote da diecimila lire, prontamente scomparse nel reggiseno di Michela. “Cazzo ma sembra che abbia sempre fatto la puttana !!” pensai tra me e me.
Si chinò a sfilare il preservativo a ciascuno di noi. Accostò i tre preservativi alla bocca di mia moglie, che li strinse delicatamente tra i denti, quindi li sollevò lentamente facendo ruscellare la sborra ancora bella calda.
Michela assaporò fino all'ultima goccia, reclinando la testa all'indietro man mano che i preservativi si svuotavano. Alla fine, Maddalena strinse tra due dita ognuno dei preservativi per scaricare nell'avida bocca di mia moglie fino all'ultima goccia di sborra. Quando furono definitivamente vuoti, Michela li strinse in mano, si alzò e li buttò nel water.
"Piaciuto lo spettacolino ?" disse rivolta sia a Maddalena sia a tutti noi (che avevamo nuovamente i cazzi duri).
"Veramente il patto prevedeva fino all'ultima goccia" precisò Maddalena. "E fino all'ultima goccia li ho succhiati". "No, non proprio" replicò Maddalena, mostrando la mano destra che nel rimuovere i preservativi dai nostri cazzi flosci si era sporcata di sborra.
"Ah bè, i patti sono patti" rispose pronta Michela, e leccò con cura la mano dell'amica, succhiandole anche le dita. Mentre le ripuliva la mano, la fissava con intensità dritta negli occhi. Secondo me in quello sguardo c'era vero e proprio amore. "Se vuoi, io lavoro anche sulla fica" disse con voce roca "e sono molto brava secondo le mie clienti".
"Scusate, ma io una puttana a questo livello non l'avevo davvero mai vista" si intromise l'omone "e io di puttane ne conosco ! Se ti va di passare una serata fuori dall'ordinario e ben pagata, chiamami pure a questo numero e in questi orari" e le allungò un biglietto da visita !!!!!
Detto questo, riguadagnò l'uscita, seguito a ruota dal secondo uomo. Eravamo di nuovo soli. Michela abbracciò Maddalena e si baciarono a lungo sulla/nella bocca. "Sai di sborra" scherzò Maddalena. "Sei fantastica. Solo tu potevi avere un'idea simile. Dio, quanto ho goduto. Non solo per la sborra, che era fantastica, ma la situazione. Fare la puttana !! Farmi pagare. Farmi umiliare in quel modo, succhiando la sborra dai preservativi di due sconosciuti. Troppo bello, troppo.".
Uscimmo dal cinema, ognuno a braccetto della propria donna, e prendemmo la strada di casa.
 
Stupito ne sa sempre una in più, l'amica poi .......
Ho una domanda, sai se è ancora così, Michela? Non ricordo se già chiesto, anche se ricordo, non state più insieme ma hai avuto qualche contatto extra.
 
Stupito ne sa sempre una in più, l'amica poi .......
Ho una domanda, sai se è ancora così, Michela? Non ricordo se già chiesto, anche se ricordo, non state più insieme ma hai avuto qualche contatto extra.

La risposta corretta è : non lo so. Ma rifletti anche sui tempi : oggi ha (abbiamo) 66 anni e andiamo per i 67. Ergo ... anche se fosse (e davvero credo che sia ancora cosi', era malata di sesso (non è un giudizio, io ero/sono anche peggio)) la natura avrebbe comunque richiesto il suo prezzo.
In effetti ci siamo re-incontrati una sola volta, circa quindici anni fa : risposata con un medico (il suo ginecologo mi ha detto, lo giuro !!!) e dedita all'insegnamento.
E' finita con uno splendido pompino in macchina di cui serbo geloso ricordo.
Comunque l'occasione mi è gradita per comunicare a voi, miei sette affezionatissimi lettori, che fatico sempre di più a trovare il tempo per aggiornare le mie memorie.
Stavo pensando quindi di "ricicciare" gli appunti che conservo gelosamente scritti a più mani nel tempo, magari sistematizzandoli.
Il titolo potrebbe essere "Le fantasie di mia moglie" e potrei metterli o in coda a questo racconto lungo o piuttosto come singoli racconti.
Che ne dite ???? Magari cosi' riesco ad essere piu' presente.
Grazie a chi vorrà rispondermi.
 
La risposta corretta è : non lo so. Ma rifletti anche sui tempi : oggi ha (abbiamo) 66 anni e andiamo per i 67. Ergo ... anche se fosse (e davvero credo che sia ancora cosi', era malata di sesso (non è un giudizio, io ero/sono anche peggio)) la natura avrebbe comunque richiesto il suo prezzo.
In effetti ci siamo re-incontrati una sola volta, circa quindici anni fa : risposata con un medico (il suo ginecologo mi ha detto, lo giuro !!!) e dedita all'insegnamento.
E' finita con uno splendido pompino in macchina di cui serbo geloso ricordo.
Comunque l'occasione mi è gradita per comunicare a voi, miei sette affezionatissimi lettori, che fatico sempre di più a trovare il tempo per aggiornare le mie memorie.
Stavo pensando quindi di "ricicciare" gli appunti che conservo gelosamente scritti a più mani nel tempo, magari sistematizzandoli.
Il titolo potrebbe essere "Le fantasie di mia moglie" e potrei metterli o in coda a questo racconto lungo o piuttosto come singoli racconti.
Che ne dite ???? Magari cosi' riesco ad essere piu' presente.
Grazie a chi vorrà rispondermi.
Fai come vuoi caro amico,a noi basta che ci racconti!!!(Penso e spero che sia il pensiero di tutti!)PS Fantastico il capitolo 9!!!
 
Ultima modifica di un moderatore:
Salve io non so se va bene come dici tu comunque prova poi se non va bene te l'ho diciamo vai, poi non sono sette per esempio io non ti ho mai dato un giudizio ho letto il tuo racconto ed ce molto eccitante , io ho 67 anni e leggo abbastanza spesso i racconti su questo sito , poi dici che non ai tempo lavori ancora ,non stai in pensione, saluti Giò
 
La risposta corretta è : non lo so.
Stavo pensando quindi di "ricicciare" gli appunti che conservo gelosamente scritti a più mani nel tempo, magari sistematizzandoli.
Il titolo potrebbe essere "Le fantasie di mia moglie" e potrei metterli o in coda a questo racconto lungo o piuttosto come singoli racconti.
Che ne dite ???? Magari cosi' riesco ad essere piu' presente.
Grazie a chi vorrà rispondermi.

Dalnota per me tutto quelo che deciderai di regalarci sarà sempre ben accetto e sicuramente... molto eccitante, per cui vai, non ti fermare. Va bene anche la "ricicciation". Certo che un po' di curiosità per quello che è poi successo nel mitico "Ranch" del sesso di Tersili mi è rimasta... :-)
;-)
 
Allora è deciso : il riciclaggio degli "appunti infernali" (come li chiamavamo) lo faccio in un altro thread, che ovviamenti vi invito a leggere e commentare.
Qui continuiamo con le memorie di Michela.

Capitolo 10​

Raggiungere la casa di campagna di Tersili fu un vero e proprio viaggio, di cui ricordo immagini a brandelli.
L’auto di Antonio : una Lancia Prisma (non sono sicurissimo, ma me lo vendo per certo : auto prestigiosa adatta ad un notaio !).
I sedili in cuoio : ci stavamo praticamente incollati sopra, data la temperatura; non mi ricordo aria condizionata!
Il vestito di Michela : verde chiaro, ampio e tagliato corto dalla parte delle ginocchia (è uno dei ricordi più vividi che ho di lei).
Le donne stavano sedute dietro e ciarlavano di tutto, periodicamente sospirando al pensiero della scorpacciata di cazzi che avrebbero fatto di lì a poco; i brani che coglievamo di tanto in tanto me lo facevano venire duro (per Antonio non c’era più nulla da fare !).
Ricordo anche come un paesaggio lunare la strada che si arrampicava sulle colline aspre dopo Contursi, e ancora sterminati campi gialli e riarsi di grano mietuto.
L’accesso alla casa era per una strada sterrata, polverosa, che si allontanava dalla statale accessibile tramite un semplice cancello di legno, che trovammo già aperto. L’ultimo tratto, ghiaioso, dava accesso ad un vasto cortile su cui la casa si affacciava. In lontananza, un complesso di costruzioni costituito da una grande stalla, una casa più piccola e varie strutture che non riuscii subito a interpretare.
Tersili ci aspettava sulla soglia in compagnia della moglie, perfetto ospite.
Entrammo nella fresca penombra della casa e scambiammo i convenevoli di rito bevendo una limonata.
“I miei ragazzi tornano stasera dal pascolo. Stiamo preparando la cena, in modo che possiate conoscerli. Se siete d’accordo, vi presenterete separati : voi siete miei amici in visita, loro saranno due amiche di Anna invitate a godere dei cazzi dei miei ragazzi. Naturalmente potrete partecipare a vostro gradimento, ma non dormirete insieme come marito e moglie. Questo per evitare inutili imbarazzi e lasciare che i ragazzi si esprimano al meglio. Naturalmente, siete sempre in tempo per un eventuale ripensamento. Quando riterrò che sia giunto il momento, offriremo alla signora Michela la doppia penetrazione anale che tanto brama. D’accordo ?”.
“D’accordo” si precipitò a rispondere mia moglie. “Questo qui” e indicò me “non l’ho mai visto in vita mia”.
“Allora saliamo : vi mostro le vostre camere così che possiate ripulirvi dal viaggio e prepararvi per stasera. Vi avviso : i ragazzi sono stati tre mesi sui pascoli, praticamente senza donne salvo alcune rare puntate al paese, quindi saranno assatanati. Modulate le vostre arti di seduzione”.
Al piano di sopra si aprivano ben otto camere da letto, compresa quella dei padroni di casa, ciascuna con un bagno, quindi non ci fu nessun problema a sistemarci. I bagagli furono portati da un ragazzotto che faceva il factotum per Tersili, da aiuto cuoco a giardiniere. Lui sistemò anche la macchina di Antonio in una vasta rimessa dietro la casa.
Mi feci un lungo bagno tiepido ripulendomi della polvere e della fatica del viaggio, mi sdraiai sul letto e mi addormentai all’istante.
Mi risvegliarono rumori in lontananza. La luce del giorno virava al rosso del tardo pomeriggio. Mi alzai con l’intenzione di affacciarmi alla finestra, quando entrò Michela, completamente nuda e con un rasoio in mano.
“Mi aiuti tu a depilarmi ?” chiese “Maddalena si sta ancora preparando e Anna non ho idea di dove sia”.
“Depilarti ? Ma non hai orrore delle fiche glabre ?”
“No amore, non la fica, il culo : voglio che sia perfetto per quei cazzoni che stanno per arrivare”.
Ciò detto si sdraiò a pancia sotto sul letto allargando la gambe ed allargandosi le natiche con le mani. La vista mi fece immediatamente infoiare, ma, resistendo eroicamente, passai con cura il rasoio tutto intorno all’ano ed anche all’attaccatura delle cosce.
“Perfetta, pronta per essere sfondata davanti e dietro ! Sei davvero sicura di volerlo fare ? Questi sono uomini duri, violenti, abituati agli animali. Pensaci bene, Michela, siamo ancora in tempo”.
“Tesoro, vieni a vedere” disse prendendomi per mano “stanno facendosi la doccia. Insieme e all’aperto”.
E in effetti in lontananza si intravedeva, tra le strutture che sorgevano intorno alle stalle, una semplice doccia aperta, con tre soffioni, sotto la quale stavano altrettanti uomini, che si strofinavano con grossi pezzi di sapone. Al riparo delle tendine di pizzo, eravamo invisibili e inoltre loro ancora non sapevano della nostra presenza. Erano duri, asciutti ed abbronzati, coi segni delle mutande bianchissimi che “sparavano” contro lo scuro del resto della pelle. I cazzi dei tre erano begli esemplari scappellati, nodosi e in evidente stato di semi-rigidità. Il perché fu chiaro di lì a poco, quando scoprimmo che giocavano tra di loro, toccandosi con la scusa di scambiarsi i lavacri. Era evidente che avevano dimistichezza a contatti onosessuali. Ma non andarono oltre il gioco e vennero presto sostituiti da altri tre.
Ci girammo l’uno verso l’altra.
“Hai visto che uomini? Che cazzi? E dovrei rinunciarci? Dimmi la verità : fanno gola anche a te ! Vorresti ciucciarli, toccarli, leccarli ! Lo vedo, lo intuisco. Vuoi strofinare quei cazzi sul tuo, accompagnarli con le mani nella mia bocca, nella mia fica, aiutarli a sborrarmi in bocca e poi baciarmi per sentire il sapore della loro sborra. Bè, qui ed ora possiamo farlo. Tra dieci giorni torneremo ad essere due bravi borghesi senza grilli per la testa, una coppia modello che non può avere figli, una casa, un buon lavoro. E tutta quella merda lì ! Cazzo, ma godiamoci questi momenti in cui possiamo essere veri ! Io una grandissima troia e tu il più grande cornuto ciucciacazzi della Campania, nonché sciupafemmine a getto continuo.”.
Il pistolotto le uscì tutto d’un fiato e mi lasciò dapprima interdetto, poi divertito; infine, si fece strada nel mio cervello ma prima che potessi replicare qualsiasi cosa, lei era uscita.
Mi vestii e feci capolino nella sua stanza. Aveva optato per un bustino, regalo di Maddalena, che lasciava scoperte le tette, sostenendole, e la copriva fin sotto l’ombelico, con quattro lunghe giarrettiere e calze di seta trasparentissime. Avrebbe sopraffatto un santo, figuriamoci uomini che non scopavano da tre mesi !
Un abitino di seta gialla con due profondi spacchi laterali e scarpe con tacco a spillo completarono l’abbigliamento.
Eravamo pronti ad incontrarli.
 
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