Nonostante la giovane età dei ragazzi spesso per loro non era facile avere rapporti con le varie donne dato che erano più o meno piacenti, anche se alla fine ognuno ha i suoi gusti. Padre Ivo così iniziò a fornire loro un pizzichino di viagra prima dei rapporti così da avere la certezza che i tre fossero sempre in perfetta erezione, rendendo i loro cazzi come degli autentici pezzi di legno come disse una volta una delle “protagoniste”.
I preti prima fecero fare le proposte a quelle meno belle o che potevano essere più propense, un modo questo anche per rodare al meglio tutta la situazione, per passare poi ai bocconcini più prelibati tra cui anche mia moglie. Io in pratica vivevo in attesa di quel momento, come una sorta di condannato nel braccio della morte.
Ogni volta che vedevo un video oppure che padre Ivo mi prendeva in disparte pensavo che fosse giunto il momento, ma a riguardo tutto sembrava tacere. Anche Rosy sembrava sostanzialmente normale a casa, con i nostri rapporti intimi che furono inesistenti durante quel periodo a causa del mio stato di totale caos cerebrale. Inoltre per un periodo padre Ivo - con varie scuse - non mi faceva più ascoltare gli incontri di mia moglie con la psicologa e, quando le fece, tutti i discorsi vertevano sul suo sentirsi in colpa e sulle frustrazioni conseguenti.
In più arrivammo a giugno e, finita la scuola, con le categoria più grandi iniziammo anche a fare dei tornei fuori città che ci portarono anche a pernottare fuori. Come detto l’unica cosa positiva era Mama, sempre più forte tanto che diverse società professioniste iniziarono a bussare alla nostra porta. Se dal punto di vista professionale tutto sembrava andare per il meglio, tutto il resto invece potete immaginare che inferno fosse.
Anche se con la fine della scuola e degli allenamenti c’era molta meno gente in parrocchia, ormai gli incontri si susseguivano senza che al momento a me sembrasse che qualcosa potesse iniziare a trapelare. Ulteriore umiliazione per me fu quando mi lasciarono solo a vedere i video per lasciarmi libero di masturbarmi come un guardone, sempre minacciandomi di tutto se per caso avessi provato a estrapolare quei video.
Ma i preti volevano solo guardare i video e magari segarsi anche loro in privato? Assolutamente no, visto che iniziarono anche a organizzare dei festini nel famoso appartamento insieme ai tre ragazzi di colore, i loro amici e alcune donne finite nella loro rete: tutto dipendeva dal loro sentore, alcune che non navigavano nell’oro venivano convinte con i soldi, altre invece più porcelline accettarono per piacere e infine altre erano semplicemente ricattate.
Quando ci fu il primo festino ammetto che ero terribilmente eccitato e, come fui invitato, alla fine accettai subito ribadendo la richiesta di indossare l’ormai famoso passamontagna. Altra piccola umiliazione fu che mi toccò andare un’ora prima dell’arrivo del
gruppo a pulire e sistemare l’appartamento, accendendo anche i condizionatori visto il caldo.
Il primo ad arrivare fu padre Ivo e mi disse che a tra una ventina di minuti sarebbero arrivati gli altri maschietti, mentre le donne arrivavano dopo; come si mise a pippare la paranoia prese il sopravvento sull’eccitazione: i rischi erano davvero tanti, troppi, così dopo qualche minuto dissi al prete che andavo via e tra le sue risatine abbandonai l’appartamento prima che arrivasse padre Alvaro con i ragazzi.
Visto che a mia moglie avevo detto che avrei fatto tardi pensai di appostarmi per vedere quali donne fossero le protagoniste di quella festicciola, ma poi pensai che dovevo chiudere totalmente con questa storia e l’unico modo era soprattutto cercare di non pensarci per nulla, basta stop finito, così me ne andai a fare un giro.
Non chiesi più ai preti di vedere video, ascoltare gli audio di mia moglie dalla psicologa o cose del genere. Mi limitavo al mio lavoro fino a che a luglio ci fu un liberi tutti e un arrivederci a dopo Ferragosto. Un paio di serate padre Ivo mi disse se volevo andare con lui in una bisca e accettai, ma parlammo solo di carte e della scuola calcio oltre a Mama che a breve avrebbe iniziato la sua carriera in un settore giovanile degno di tal nome.
Loro avevano capito che non avrei fatto la spia e che volevo solo essere lasciato in pace. Certo era difficile a non pensare a quel contesto, ma dopo diverse settimane - se non mesi - di rapporti zero - riapprocciai anche con mia moglie e ci facemmo alcune scopate anche se di certo non entusiasmanti. Lei aveva litigato forte con la sorella e di certo non passò un’estate con il sorriso.
Io invece troppo ero tranquillo, anche perché avevo avuto alcuni abboccamenti importanti lavorativi anche se al momento restavo dove stavo. Io sostanzialmente da quel giorno ho iniziato a ignorare le zozzerie che accadevano intorno a me, anche se qualche mezza frase ogni tanto la carpivo e alcune situazioni le intuivo. Pensavo “con tutto sto casino avranno altro a cui pensare rispetto alla mia famiglia”.
Causa panico da ristrettezze economiche mia moglie non volle fare vacanze, ma io e due figli andammo in una sorta di campo estivo incentrato sullo sport dove io in pratica lavoravo e i piccoli si divertivano, così noi siamo stati via dieci giorni e tornammo poco prima di ferragosto. Poi le categorie più grandi ripresero una sorta di preparazione e prima di settembre tornai in parrocchia che lentamente si ripopolò come la gente tornava dalle vacanze.
Poco dopo però ci fu il momento che io tanto aspettavo: da biscazziere ero abituato che una bisca chiudeva dopo che tot mogli - esasperate dalle perdite dei mariti - iniziavano a presentarsi dai carabinieri. Il centro gestito dall’Hippie e da dove venivano gli ultimi due ragazzi arrivati era finito sotto indagine, ma ancora l’inchiesta era nel riserbo più assoluto.
Qualche uccellino però fece arrivare la voce a padre Ivo e soprattutto alla Curia che, sebbene la parrocchia al momento non era finita nell’inchiesta - hanno indagato pure lì ma probabilmente non essendoci chiari passaggi di denaro non fecero nulla, o non vollero fare nulla -, decisero che era arrivato il momento di porre fine a quella cosa.
In breve tempo tra lo stupore dei parrocchiani - il 95% dei quali non poteva immaginare i reali motivi - padre Ivo, padre Mauro e padre Alvaro annunciarono che a breve sarebbero partiti chi in missione evangelica e chi invece in ritiro spirituale, mentre i tre neri rimanenti furono mandati in un altro centro. Finalmente ero libero pensai, ma il momento dei saluti con padre Ivo fu il momento più brutto della mia vita.
Io mi presentai nel suo ufficio con l’aria di chi pensa “ci siamo odiati, abbiamo avuto dei buoni momenti, ora addio e vaffanculo”. Lui invece mi fece “sai qual è il mio più grande rammarico? Che non hai assistito di persona mentre ci scopavamo quella zoccola di tua moglie… scopala meglio in futuro che l’abbiamo abituata bene, tieni questo è il mio regalo d’addio, la pass è 12345”.
Mi dette così un vecchio portatile, mi dette un buffetto e mi disse di sparire mentre io impietrito come un automa me ne andai verso i campi per poi, con una scusa, dire che tornavo a casa. Non vidi mai più quei tre preti, ma in fondo meglio così perché dopo che accesi quel pc se li avessi rivisti li avrei picchiati a sangue e la colpa di tutto fu incredibilmente del passamontagna. CONTINUA
N.B. Continuate a votare, poi quando la storia arriverà a conclusione vedremo quale lettera è stata la più votata