Ora arriverà il solito genio che scriverà che sono tutte cazzate non capendo che divulgare materiale privato senza consenso è reato.
Esatto, diffondere pubblicamente materiale “privato” senza l’esplicito consenso del proprietario violando i suoi diritti d’autore può configurare reato.
Questo a livello legislativo è un principio cardine indiscutibile ed è grave che molte persone siano ancora convinte del contrario.
Contestualizzando peró questa norma nel panorama odierno, ci si rende palesemente conto della sua difficile se non quasi impossibile applicabilità dato che nel momento in cui si pubblicano contenuti in rete se ne perde fin da subito il controllo.
Ormai è innegabile che il termine “privato” abbia sostanzialmente perso gran parte del suo valore: ce ne rendiamo tutti conto anche nei più piccoli dettagli della nostra vita quotidiana (es. le continue chiamate dei call center sul nostro numero di cellulare “privato” appunto).
Va da sè che queste intrusioni nella sfera personale, chiamiamole così, diventano ancora più evidenti e purtroppo inevitabili per chi sceglie di esporsi pubblicamente lavorando online, qualsiasi sia il suo ambito.
Non voglio in alcun modo giustificare o difendere nessuno nè incoraggiare o sostenere comportamenti illeciti, ma bisogna essere realisti e credo che ogni creator debba essere consapevole che la fuga incontrollata dei propri prodotti sia al giorno d’oggi più una certezza che una probabilità e che prima di iniziare sia fondamentale tenere in considerazione ció come parte integrante dei rischi del mestiere.
D’altronde ogni lavoro ha i propri.
Lo so che non è giusto, che è fastidioso e come ho detto all’inizio anche illegale in linea di principio, ma è l’inesorabile rovescio della medaglia di uno strumento potentissimo qual è internet, che se da una parte ci consente di compiere azioni fino a poco fa anche solo impossibili da pensare dall’altra ci chiede lo scotto di una delle cose più preziose che abbiamo: la nostra privacy.
Questa è una realtà oggettiva che tutti noi dobbiamo accettare, ahimè, senza condizioni.