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Partiamo dal principio, parliamo di circa 10 anni fa, io 21 anni e lei 18, io già lavoravo lei frequentava ancora il liceo linguistico.
Ah, piccolo appunto, cercherò di romanzare quel che basta la storia per renderla più interessante a voi lettori ma attenendomi al 100% alla realtà dei fatti!
D’altronde, secondo il mio punto di vista è proprio la realtà dei racconti la cosa più eccitante di questo forum!
A quel tempo, tramite degli amici in comune, durante il periodo natalizio conobbi Elena.
Le prime uscite furono sempre in compagnia, finché una sera chiacchierando ci scambiammo i numeri di telefono.
Lei mi piaceva molto e quindi passato un po’ di tempo la invitai ad uscire soli.
Era ragazza normalissima, acqua e sapone, mai sopra le righe sia nei comportamenti che nel vestirsi/atteggiarsi
Aveva dei lunghi capelli castano chiaro che teneva quasi sempre raccolti con una coda, occhi verdi scuro quasi marrone e delle belle labbra carnose. Un visino dolce tipico della brava ragazza.
In mezzo alla gente era timida, schiva e un po’ per le sue. Non attirava di certo l’attenzione, anzi passava quasi inosservata.
L’unica cosa che non passava inosservata era la sua quarta di seno. Pur non usando vestiti succinti era impossibile non notare la sua grandezza e bellezza.
Essendo poi lei una ragazza piccola e minuta, sembravano ancora più grandi di quel che erano.
Un giorno, in uno dei nostri primi appuntamenti parlando del più e del meno, mi fa capire che lei non ha mai avuto un ragazzo e non era mai andata oltre il bacio.
Baci che oltretutto, mi disse di aver dato durante qualche gioco che si faceva da adolescenti, come il gioco della bottiglia.
Non eravamo ancora fidanzati e non avevo nemmeno provato a portarla a letto o cose simili, ma forse avendo 3 anni in più di lei e sapendo che io avevo già avuto qualche storia, prima o poi sarei arrivato a quel punto.
Presumo volesse già mettere le mani avanti, come per dire “con me devi andarci piano oppure ciao”.
Non fu un problema l’attesa, anche se inutile nascondere che in quel periodo tutte le volte che mi masturbavo pensavo a lei. E la cosa a quell’età succedeva spesso.
Dopo qualche appuntamento nel quale non siamo mai andati oltre al bacio, una sera la riporto a casa in macchina e prima di scendere come al solito ci scambiamo un bacio, bacio più caloroso ed appassionato del solito.
Anche se era una serata bella fredda dovetti aprire un po’ il finestrino per prendere aria. Iniziavano a sudarmi persino le mani.
Le carezze sul sedere mentre camminavamo o la mano sulla coscia mentre parlavano al bar poco prima forse l’avevano stuzzicata. O forse, più semplicemente il suo interesse nei miei confronti, mescolato con gli ormoni di una diciottenne fecero scattare qualcosa.
Fino ad allora non presi mai l’iniziativa. Il nostro primo bacio per esempio me lo diede lei. Io di certo non mi tirai indietro.
Per la prima volta decisi quindi di provare a condurre io il gioco e durante il bacio provai ad alzargli leggermente la maglia.
Non fece resistenza e quindi con la mano riuscì ad arrivare fino al suo seno.
La mia mano faceva fatica a contenere tutto quel ben di dio. Erano veramente piene e sode, meglio di come me le fossi immaginate.
Pur avendo il reggiseno, potevo sentire i sui capezzoli belli turgidi ed eccitati. Lo accarezzai per un po e vedendola presa dalla situazione cercai di andare oltre.
Lentamente feci scivolare la mia mano sul suo addome fino alla cinta. I pantaloni che indossava erano belli stretti ma con un po’ di fatica riuscì a infilare la mano. Oltre che nei suoi pantaloni ero riuscito ad entrare anche nelle sue mutandine.
Ero a pochi centimetri dal traguardo ma appena le sfiorai il monte di venere mi bloccò.
Ah, piccolo appunto, cercherò di romanzare quel che basta la storia per renderla più interessante a voi lettori ma attenendomi al 100% alla realtà dei fatti!
D’altronde, secondo il mio punto di vista è proprio la realtà dei racconti la cosa più eccitante di questo forum!
A quel tempo, tramite degli amici in comune, durante il periodo natalizio conobbi Elena.
Le prime uscite furono sempre in compagnia, finché una sera chiacchierando ci scambiammo i numeri di telefono.
Lei mi piaceva molto e quindi passato un po’ di tempo la invitai ad uscire soli.
Era ragazza normalissima, acqua e sapone, mai sopra le righe sia nei comportamenti che nel vestirsi/atteggiarsi
Aveva dei lunghi capelli castano chiaro che teneva quasi sempre raccolti con una coda, occhi verdi scuro quasi marrone e delle belle labbra carnose. Un visino dolce tipico della brava ragazza.
In mezzo alla gente era timida, schiva e un po’ per le sue. Non attirava di certo l’attenzione, anzi passava quasi inosservata.
L’unica cosa che non passava inosservata era la sua quarta di seno. Pur non usando vestiti succinti era impossibile non notare la sua grandezza e bellezza.
Essendo poi lei una ragazza piccola e minuta, sembravano ancora più grandi di quel che erano.
Un giorno, in uno dei nostri primi appuntamenti parlando del più e del meno, mi fa capire che lei non ha mai avuto un ragazzo e non era mai andata oltre il bacio.
Baci che oltretutto, mi disse di aver dato durante qualche gioco che si faceva da adolescenti, come il gioco della bottiglia.
Non eravamo ancora fidanzati e non avevo nemmeno provato a portarla a letto o cose simili, ma forse avendo 3 anni in più di lei e sapendo che io avevo già avuto qualche storia, prima o poi sarei arrivato a quel punto.
Presumo volesse già mettere le mani avanti, come per dire “con me devi andarci piano oppure ciao”.
Non fu un problema l’attesa, anche se inutile nascondere che in quel periodo tutte le volte che mi masturbavo pensavo a lei. E la cosa a quell’età succedeva spesso.
Dopo qualche appuntamento nel quale non siamo mai andati oltre al bacio, una sera la riporto a casa in macchina e prima di scendere come al solito ci scambiamo un bacio, bacio più caloroso ed appassionato del solito.
Anche se era una serata bella fredda dovetti aprire un po’ il finestrino per prendere aria. Iniziavano a sudarmi persino le mani.
Le carezze sul sedere mentre camminavamo o la mano sulla coscia mentre parlavano al bar poco prima forse l’avevano stuzzicata. O forse, più semplicemente il suo interesse nei miei confronti, mescolato con gli ormoni di una diciottenne fecero scattare qualcosa.
Fino ad allora non presi mai l’iniziativa. Il nostro primo bacio per esempio me lo diede lei. Io di certo non mi tirai indietro.
Per la prima volta decisi quindi di provare a condurre io il gioco e durante il bacio provai ad alzargli leggermente la maglia.
Non fece resistenza e quindi con la mano riuscì ad arrivare fino al suo seno.
La mia mano faceva fatica a contenere tutto quel ben di dio. Erano veramente piene e sode, meglio di come me le fossi immaginate.
Pur avendo il reggiseno, potevo sentire i sui capezzoli belli turgidi ed eccitati. Lo accarezzai per un po e vedendola presa dalla situazione cercai di andare oltre.
Lentamente feci scivolare la mia mano sul suo addome fino alla cinta. I pantaloni che indossava erano belli stretti ma con un po’ di fatica riuscì a infilare la mano. Oltre che nei suoi pantaloni ero riuscito ad entrare anche nelle sue mutandine.
Ero a pochi centimetri dal traguardo ma appena le sfiorai il monte di venere mi bloccò.