Salve a tutti, sono nuovo di questo forum, ma un mio amico molto stretto mi ha consigliato di farmi un giro e, perché no, di raccontare una mia esperienza che considero assurda di cui gli avevo parlato.
Ho 23 anni, mi chiamo Alessio e l’anno scorso con due amici, che chiameremo per comodità Vincenzo e Lorenzo, ci siamo recati in una nota località balneare italiana, famosa per la bellezza delle sue spiagge, della quale non specificherò il nome per tenere la storia il più riservato possibile.
È doverosa una premessa, riguardante vari aspetti in modo che la lettura vi risulti il più scorrevole possibile, anche se probabilmente per questioni di tempo dovrò spezzare la narrazione in diverse parti (spero il meno possibile).
Inizio col dire che nonostante la nostra giovane età sia io che i miei due amici abbiamo deciso di optare per una vacanza molto rilassante e più “turistica”, per così dire.
Una volta prenotata la logistica, ci restava solo da trovare un alloggio, che grazie ad agganci tramite la famiglia di Vincenzo, non abbiamo faticato a rintracciare, e anche a buon prezzo.
La posizione rimaneva un po’ più nell’entroterra ma non era un problema visto che avevamo la macchina, che oltretutto avremmo usato per spostarci e vedere le varie spiagge.
La casa era una villetta su due piani, in una strada privata, preceduta da altre due villette prima di immettersi nella strada provinciale sottostante.
Avevamo affittato il piano di sopra, mentre quello di sotto era effettivamente la residenza di mare dei proprietari, che in quel periodo per motivi lavorativi non la occupavano.
Questo è un dettaglio che più avanti sarà importante ricordare.
Il piano di sopra comunque era un ottima sistemazione, salotto/cucina con grande balcone con tavolino da cui si vedeva l’orizzonte col mare, due camere e un bagno, abbastanza spazioso.
Nella zona salotto molto ampia c’erano ben 2 divani da tre posti ciascuno e due poltrone, oltre al tavolo da pranzo.
Insomma, una casa perfetta per rilassarsi e forse anche sopra gli standard, visto anche il prezzo di favore.
Visto che vi ho parlato esaurientemente di tutto quello che farà da sfondo alla mia storia, direi di iniziare.
(Per quanto riguarda i discorsi diretti, andrò un po’ a memoria e sicuramente cercherò di rattoppare qua e là dove non mi ricordo).
Dopo il primo giorno passato in spiaggia, la sera decidiamo di uscire a bere qualcosa ma vista la necessità di un guidatore designato, capiamo presto che anche appresa la presenza di tanti posti di blocco, l’indomani è necessario rifornirci di alcolici per conto nostro, anche se la discussione è, come per tutti i gruppi di maschi, come trovare da scopare rimanendo in casa a bere.
La mattina quindi ci svegliamo di buon ora vista la scadente serata e ci rechiamo al supermercato, forse esagerando un po’ ma facendo una bella scorta.
Nel tornare a casa per deporre i viveri, ci accorgiamo della presenza di due macchine parcheggiate davanti alla villetta sotto alla nostra, ma non ci facciamo granché caso e ci rechiamo in un’altra spiaggia in macchina.
A una certa ora torniamo a casa (e le due macchine non ci sono più), ci facciamo la doccia a turno e ci mettiamo sul terrazzo aspettando l’ora di cena.
Intorno alle 18:30, le due macchine parcheggiano di nuovo e da queste scendono 5 ragazze, più o meno della nostra età, qualcuna con un pareo, qualcuna con shorts e maglietta che entrano nella villetta sotto alla nostra, e vi lascio immaginare la nostra reazione alla visione di quella maestosa botta di culo, che risolveva in buona parte il problema che ci aveva attanagliato la sera prima.
Finita l’euforia, ceniamo in terrazzo e nel frattempo la musica nella villetta delle ragazze si ferma e viene sostituita da versi di disappunto, quando una di loro ci nota dalla terrazza e ci chiama, riferendoci che l’acqua in casa loro manca e di controllare se è così anche per noi.
Controllato che a noi funzionasse tutto regolarmente, Vincenzo scende da loro e risale poco dopo con una delle ragazze, che chiameremo Sara, lei con in mano una pentola, che era salita da noi per riempire d’acqua per la pasta.
Sara era qualcosa di assurdo, indossava un pareo bianco, aperto davanti, attraverso il quale si notava un grosso seno, rotondo e abbastanza sodo, pressato dal costume, mentre il culo era anch’esso bello tondo e grosso al punto giusto, un fisichetto in carne ma di quelli arrapanti, oltre a una faccia molto provocante e bella da vedere.
Riempita la padella, comunque, Sara ci ringrazia e torna a casa, dopo averci chiesto da dove venivamo e quanti anni avessimo, più qualche chiacchiera del più e del meno.
Vincenzo non fa nemmeno in tempo a guardarla scendere le nostre scale che subito esclama: “Questa è mia raga!”
La litigata che è partita dopo ve la potete figurare bene dopo aver letto la sua descrizione.
Comunque fra commenti e cose varie finiamo di mangiare e osserviamo loro preparare la tavola nel loro terrazzo e prepararsi per la cena, senza togliersi i vestiti con cui erano arrivate.
Come già detto, quella serata l’avevamo pensata in casa, a bere e guardare un film, convinti anche da quell’evento miracoloso, che però ci arrovellavamo per portare a nostro vantaggio.
Nonostante non avessimo problemi estetici, vista la cura del corpo a cui tenevamo tutti e tre, salvo qualche inciucio e una relazione di Vincenzo di alcuni mesi, non avevamo granché esperienza nel rimorchio, quindi era diventato l’argomento di discussione dalla fine della cena per tutta l’ora successiva (il classico vado io, vai tu che non si risolve mai)
Continuo più tardi…
Ho 23 anni, mi chiamo Alessio e l’anno scorso con due amici, che chiameremo per comodità Vincenzo e Lorenzo, ci siamo recati in una nota località balneare italiana, famosa per la bellezza delle sue spiagge, della quale non specificherò il nome per tenere la storia il più riservato possibile.
È doverosa una premessa, riguardante vari aspetti in modo che la lettura vi risulti il più scorrevole possibile, anche se probabilmente per questioni di tempo dovrò spezzare la narrazione in diverse parti (spero il meno possibile).
Inizio col dire che nonostante la nostra giovane età sia io che i miei due amici abbiamo deciso di optare per una vacanza molto rilassante e più “turistica”, per così dire.
Una volta prenotata la logistica, ci restava solo da trovare un alloggio, che grazie ad agganci tramite la famiglia di Vincenzo, non abbiamo faticato a rintracciare, e anche a buon prezzo.
La posizione rimaneva un po’ più nell’entroterra ma non era un problema visto che avevamo la macchina, che oltretutto avremmo usato per spostarci e vedere le varie spiagge.
La casa era una villetta su due piani, in una strada privata, preceduta da altre due villette prima di immettersi nella strada provinciale sottostante.
Avevamo affittato il piano di sopra, mentre quello di sotto era effettivamente la residenza di mare dei proprietari, che in quel periodo per motivi lavorativi non la occupavano.
Questo è un dettaglio che più avanti sarà importante ricordare.
Il piano di sopra comunque era un ottima sistemazione, salotto/cucina con grande balcone con tavolino da cui si vedeva l’orizzonte col mare, due camere e un bagno, abbastanza spazioso.
Nella zona salotto molto ampia c’erano ben 2 divani da tre posti ciascuno e due poltrone, oltre al tavolo da pranzo.
Insomma, una casa perfetta per rilassarsi e forse anche sopra gli standard, visto anche il prezzo di favore.
Visto che vi ho parlato esaurientemente di tutto quello che farà da sfondo alla mia storia, direi di iniziare.
(Per quanto riguarda i discorsi diretti, andrò un po’ a memoria e sicuramente cercherò di rattoppare qua e là dove non mi ricordo).
Dopo il primo giorno passato in spiaggia, la sera decidiamo di uscire a bere qualcosa ma vista la necessità di un guidatore designato, capiamo presto che anche appresa la presenza di tanti posti di blocco, l’indomani è necessario rifornirci di alcolici per conto nostro, anche se la discussione è, come per tutti i gruppi di maschi, come trovare da scopare rimanendo in casa a bere.
La mattina quindi ci svegliamo di buon ora vista la scadente serata e ci rechiamo al supermercato, forse esagerando un po’ ma facendo una bella scorta.
Nel tornare a casa per deporre i viveri, ci accorgiamo della presenza di due macchine parcheggiate davanti alla villetta sotto alla nostra, ma non ci facciamo granché caso e ci rechiamo in un’altra spiaggia in macchina.
A una certa ora torniamo a casa (e le due macchine non ci sono più), ci facciamo la doccia a turno e ci mettiamo sul terrazzo aspettando l’ora di cena.
Intorno alle 18:30, le due macchine parcheggiano di nuovo e da queste scendono 5 ragazze, più o meno della nostra età, qualcuna con un pareo, qualcuna con shorts e maglietta che entrano nella villetta sotto alla nostra, e vi lascio immaginare la nostra reazione alla visione di quella maestosa botta di culo, che risolveva in buona parte il problema che ci aveva attanagliato la sera prima.
Finita l’euforia, ceniamo in terrazzo e nel frattempo la musica nella villetta delle ragazze si ferma e viene sostituita da versi di disappunto, quando una di loro ci nota dalla terrazza e ci chiama, riferendoci che l’acqua in casa loro manca e di controllare se è così anche per noi.
Controllato che a noi funzionasse tutto regolarmente, Vincenzo scende da loro e risale poco dopo con una delle ragazze, che chiameremo Sara, lei con in mano una pentola, che era salita da noi per riempire d’acqua per la pasta.
Sara era qualcosa di assurdo, indossava un pareo bianco, aperto davanti, attraverso il quale si notava un grosso seno, rotondo e abbastanza sodo, pressato dal costume, mentre il culo era anch’esso bello tondo e grosso al punto giusto, un fisichetto in carne ma di quelli arrapanti, oltre a una faccia molto provocante e bella da vedere.
Riempita la padella, comunque, Sara ci ringrazia e torna a casa, dopo averci chiesto da dove venivamo e quanti anni avessimo, più qualche chiacchiera del più e del meno.
Vincenzo non fa nemmeno in tempo a guardarla scendere le nostre scale che subito esclama: “Questa è mia raga!”
La litigata che è partita dopo ve la potete figurare bene dopo aver letto la sua descrizione.
Comunque fra commenti e cose varie finiamo di mangiare e osserviamo loro preparare la tavola nel loro terrazzo e prepararsi per la cena, senza togliersi i vestiti con cui erano arrivate.
Come già detto, quella serata l’avevamo pensata in casa, a bere e guardare un film, convinti anche da quell’evento miracoloso, che però ci arrovellavamo per portare a nostro vantaggio.
Nonostante non avessimo problemi estetici, vista la cura del corpo a cui tenevamo tutti e tre, salvo qualche inciucio e una relazione di Vincenzo di alcuni mesi, non avevamo granché esperienza nel rimorchio, quindi era diventato l’argomento di discussione dalla fine della cena per tutta l’ora successiva (il classico vado io, vai tu che non si risolve mai)
Continuo più tardi…