Esperienza reale La fine arriva cosi...(racconto scritto da mia moglie sul suo precedente matrimonio)

cazzondecazzis

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Non so dire quando è iniziato tutto, quando Alessandro ed io abbiamo smesso di guardarci davvero. Forse succede così, poco a poco, senza che te ne accorgi. La nostra vacanza a Positano doveva essere una tregua, un modo per ritrovarci. Lui sempre teso ai suoi giochetti, io complice sua obbligata. Amavamo gli scambi di coppia con amici, consenziente, ma tra di noi a casa tutto era normale. Lui negli ultimi tempi era diventato però più perverso, si masturbava solo guardando Gianni, il nostro amico di scambio, incularmi duro. La moglie di lui quasi neanche la toccava più. Eppure, fin dal primo giorno di questo nuovo mood, qualcosa dentro di me si ribellava. Ora finalmente Positano, sole, mare, buon cibo e la promessa di scopare solo tra di noi.
Era il pomeriggio del secondo giorno, io ero seduta a bordo piscina. Alessandro, con il solito libro in mano, non alzava nemmeno lo sguardo. Fu allora che lo notai. Vincenzo. Alto, abbronzato, con quel sorriso che sembrava volerti svelare un segreto. Incrociò i miei occhi e mantenne il contatto un secondo di troppo. Abbassai lo sguardo, ma il cuore mi batté più forte.
Quella sera, Alessandro andò a dormire presto. “Sono distrutto dal viaggio,” disse, mentre si infilava sotto le lenzuola. Io invece mi sentivo viva, irrequieta. Mi misi un vestito leggero, una spruzzata di profumo, e dissi che uscivo a prendere un po’ d’aria.
Non sapevo cosa cercavo, ma trovai Vincenzo al bar dell’hotel. Era lì, come se mi aspettasse. Mi offrì un bicchiere di vino, poi un altro. Parlava con un tono caldo, rassicurante, e ogni parola sembrava un invito. Mi raccontò dei suoi viaggi, faceva il tour operator, della sua vita, ma a un certo punto le parole divennero superflue. Quando mi sfiorò la mano, non mi tirai indietro. E quando mi invitò a seguirlo, lo feci come ipnotizzata.
Non era amore, neanche lontanamente. Era desiderio, puro e semplice, il bisogno di sentirmi viva. Una volta in camera sua mi denudò abbastanza facilmente, le mutandine erano bagnate dei miei umori caldi, sentivo il mio clitoride esplodere. Iniziò rapidamente e con metodo a leccarmela. Passava la lingua come un pennello, su e giù e dopo due o tre colpi mi penetrava a turno la figa e il buco del culo che si apriva famelico alla sua lingua. Nel frattempo aveva tirato fuori il cazzo, enorme durissimo. Mi alzai di scatto da sdraiata e mi inginocchiai. Iniziai a leccarlo dalla cappella alle palle, dure turgide, piene di seme caldo. Tenendomi la testa inizio a scoparmi la bocca infilandolo fino in gola. Soffocavo ma non riuscivo a staccarmi dal suo cazzo. Ci buttammo sul letto e mi penetrò ovunque. I miei buchi erano aperti e lubrificati come non mai. Dove non c'era il suo cazzo mi penetrava con 4 dita. Alla fine dopo diversi orgasmi lo feci venire nella mia bocca, sentire gli schizzi in gola e bere tutto il suo seme fu memorabile. La notte passò in un turbine di emozioni che non provavo da anni. Quando rientrai nella nostra stanza, Alessandro dormiva, se si fosse svegliato avrebbe capito immediatamente cosa era successo, ero sconvolta dalle emozioni. Lo guardai per un istante, cercando di provare quel senso di colpa che pensavo avrei dovuto sentire. Ma non arrivò, non provavo nulla solo piacere per quanto era accaduto.
Il giorno dopo, Alessandro sembrava diverso. Più distaccato, quasi assente. Mi disse che sarebbe sceso alla spiaggia per bere qualcosa. Non ci pensai troppo, ero persa nei miei stessi pensieri. Ma quando tornò, c’era qualcosa nei suoi occhi, un bagliore che non vedevo da tempo.
Quella sera, mentre stava facendo la doccia, il suo telefono vibrò sul comodino. Una notifica: “Non vedo l’ora di rivederti. Elisa.” Rimasi immobile, il cuore che sembrava fermarsi e poi ripartire a mille.
Non gli dissi nulla. Come avrei potuto? Forse non avevo nemmeno il diritto di farlo con quello che era successo la notte prima. Fino a quel giorno eravamo stati una coppia complice, avevamo scopato con altri ma sempre nel gioco della nostra relazione. Ora avevamo tradito l'un l'altra. Avevamo segreti. Continuammo la vacanza come se nulla fosse, indossando maschere di serenità per chiunque ci guardasse. Con Vincenzo scopai altre due volte, ma sinceramente a parte il sesso favoloso non mi interessava. Era un bell'uomo single che amava scopare le donne senza nessun coinvolgimento emotivo. Era ginnastica da vacanza. Dentro di me, però, sapevo che quel viaggio era la fine per me e mio marito. Non c'era più il noi, eravamo solo due persone che si tradivano in modi diversi. Quando tornammo a casa, la distanza tra noi era ormai una voragine.
A casa mi rivolsi al mio legale e comunicai a mio marito il desiderio di separarmi. Non ci poteva credere, era ignaro del mio sapere.
Per motivi logistici ed economici continuammo a vivere insieme per altri sei mesi. Lui si era messo con Elisa, io con quello che diventerà poi mio marito
Positano era rimasta lì, con il suo mare azzurro e le sue notti calde, testimone silenziosa dei nostri segreti.
 
Chapeau alla signora DeCazzis per lo stile e per essere riuscita così bene a far rimanere eccitante il racconto di una storia triste. ❤️
 
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