Porcoperverso
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Bello!!! Prosegui dai !!!
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Grazie. Tra non molto la storia di Marco e la sorella Claudia volgerà al termine: si comprenderà come incidenti e sofferenze in effetti segnano la vita. In questo caso, malgrado le ultime sofferenze che segneranno ulteriormente i fratelli, ci sarà un lieto finale.Bello!!! Prosegui dai !!!
Che escalation tragica e fine del tutto repentina... si vedeva che non avevi più voglia di continuare... poteva andare meglio... grazie per gli altri capitoliLa prendo in braccio e andiamo nel suo lettone, ci sistemiamo, io con la testa nel suo petto...stiamo in silenzio...lei mi accarezza i capelli, io la pancia...dopo poco ci addormentiamo.
Sento suonare il campanello, fuori era ancora buio, erano quasi le 6; metto al volo una maglietta, apro e c’erano due carabinieri “ buongiorno, scusi per l’orario, senta i suoi genitori si trovano a Parigi?”;
Io: Sisi, cos’è successo?
Mi leggono le generalità dei miei, prendono le mie e chiedono quelle di mia sorella.
Carabiniere: Ci dispiace tanto, ieri sera intorno alle 22 c’è stato un brutto incidente...i suoi genitori sono deceduti...condoglianze.
Rimango impietrito.
Carabiniere: Senta, domani dopo le 9 passi in caserma e le diamo tutte le informazioni ed i contatti di Parigi per recuperare le salme. Condoglianze...buongiorno.
Io: Buongiorno.
Entro in casa...escono lacrime e cerco di metabolizzare la notizia...li per li pensavo potesse essere un brutto sogno, ma la razionalità mi diceva “Marco, è successo quanto di più sconvolgente possa accadere....reagisci”.
Claudia dormiva, non sapevo come darle la notizia. Pensavo alle parole da dire, come dirle; ma in ogni caso la triste verità è che i genitori erano morti!
Vado in camera, non piangevo ma le lacrime scendevano continuamente, tento di svegliare Claudia, ci riesco.
Claudia: Amore buongiorno, che ore sono?
Io: Amore è presto..ti devo dire una cosa.
A quelle parole apre bene gli occhi, chiede di alzarsi leggermente sul letto.
Claudia: Dimmi...perchè piangi?
Io: Prima hanno suonato i carabinieri...mamma e papà hanno avuto un brutto incidente;
Claudia: Nooo, e come stanno?
Io: Purtroppo sono morti;
Claudia: Ma che cazzo dici?
Io: Purtroppo è cosi.
Si mette le mani alla testa e si accascia sul letto.
Io: Claudia..Claudia,cos’hai? Era svenuta e non si riprendeva. Chiamo l’ambulanza, le sistemo una maglietta e un pantaloncino. Arriva l’ambulanza, mi chiedono cosa fosse successo; racconto - anche i tre medici restano basiti qualche secondo, mi dicono condoglianze -, andiamo nella camera e trovano Claudia supina nel letto.
Attaccano una macchina, sentono i battiti, tentano di rianimarla, ma niente; “senta la portiamo in ospedale, ha un collasso, tra qualche ora arriva la psicologa e aiuterà in qualche modo sua sorella.
Io:Va bene, mi preparo e vi raggiungo.
La portano via. Appena rientro a casa mi siedo sul pavimento, scoppio a piangere disperato. Penso ai miei, a mia sorella, a tutto ciò che sarebbe cambiato da quel giorno.
Mi faccio forza, adesso devo pensare a tutto, Claudia in primis!
Arrivo in ospedale, entro nella cameretta e trovo Claudia con gli occhi chiusi. L’infermiera mi riferisce che aveva preso coscienza ma non rispondeva.
Io: Claudia, tesoro, come ti senti?
Apre gli occhi, scende una lacrima.
Claudia: Mamma e papà sono morti...non li vedrò più?
Con le lacrime agli occhi rispondo:
Io: Tesoro...purtroppo è successa questa disgrazia, ma...
Non finisco la frase che Claudia inizia a piangere disperata, chiama mamma e papà...urla, li cerca. Ero impietrito e dispiaciuto per quella scena, piangevo. Entra il medico, inietta un qualcosa nella flebo...cerca di tranquillizzarla...dopo poco si calma, chiude gli occhi, dorme.
Medico: Ho saputo della tragedia..condoglianze...sua sorella ha subito un forte trauma emozionale...quando si sveglia ci sarà la psicologa, l’aiuterà a superare il lutto...stia tranquillo.
Rientro a casa, nel mentre arriva Katrina, le racconto l’accaduto, piange, mi abbraccia. Le dico che devo andare dai carabinieri e dopo ritornare in ospedale da Claudia.
Katrina: Va bene, vai, stai tranquillo io aspetto che rientrate a casa, a qualsiasi orario;
Io: Grazie.
Vado dai carabinieri, mi consegnano il verbale con le informazioni di Parigi. Nei vari spostamenti telefono in azienda e informo la segretaria, chiamo qualche parente e arrivo in ospedale.
Trovo la psicologa che parla con Claudia, sento piangere...decido di non entrare, aspetto la dottoressa. Esce.
Dottoressa: Buongiorno, condoglianze. Sua sorella ha avuto un crollo emotivo ma sta bene. Abbiamo parlato a lungo..adesso è coscente dell’accaduto e lo sta metabolizzando, piange - è normale – ma affronta il dolore, questo è l’importante..se vuole può entrare.
Io: Grazie mille dottoressa.
Io: Claudia, tesoro, come ti senti?
Piange, mi abbraccia, mi stringe forte.
Claudia: Non mi abbandonare;
Io: Ma che dici tesoro!
Claudia: Voglio andare via da qui...troppo dolore...basta!
Io: Va bene, ci penso io tesoro.
L’abbraccio, la bacio in fronte, le sussurro nell’orecchio “ti amo, stai tranquilla, supereremo anche questa”...piangendo anche lei mi dice sottovoce”ti amo anch’io”.
Da quel giorno, non mi sono fermato un attimo. Parto da solo per Parigi, lascio Claudia con Katrina; rientro con le salme, organizzo il funerale, faccio cremare mamma e papà.
Vado dal notaio, dal commercialista, in azienda, nelle banche...sistemo ogni aspetto burocratico. Vendo le quote dell’azienda agli altri soci.
Passano quasi tre mesi, tra me e Claudia niente sesso, non ci pensavamo neanche; tanto affetto, baci, coccole, lunghe chiacchierate.
Io: Tesoro, allora, dove ci trasferiamo? Vendiamo anche questa casa?
Claudia: Basta che ci sia il mare, il clima non rigido, fai tu....la casa da vendere al 100%...io con questo posto ho chiuso per sempre!
Io: Ok tesoro.
Ci baciamo in bocca, le nostre lingue si toccano con affetto.
Metto in vendita la casa completa di arredamento, pratico un prezzo che non faccia perdere tempo; dopo qualche settimana riusciamo a vendere.
Partiamo per Valencia, affittiamo un grazioso trolocale, acquistiamo un’ ampio rudere che ristruttureremo per fare un B&B; rientriamo in paese, definiamo la vendita della casa, organizzo il trasloco....salutiamo amici e parenti.
Partiamo per Valencia, portiamo le urne dei nostri genitori, che farò sistemare nel cimitero del paese dove viviamo.
Sono passati quasi 5 mesi da quel tragico giorno della morte dei nostri genitori; io e Claudia ci siamo concentrati sul desiderio di andare via, ed in effetti in quegli intensi mesi abbiamo realizzato il nostro desiderio.
Un pomeriggio dopo pranzo, decidemmo di andare a riposarci a letto; la baciai con passione e ricambiò, le dissi ”mi sei mancata un casino”....mi accarezzò i capelli e rispose”anche tu amore”.
Le massaggiavo i seni, slinguavo i capezzoli e con una mano le toccavo la fica....entro il dito nella vagina(ebbe un sussulto) e la masturbo:
Io: Sei bellissima...ti desidero...ummm;
Claudia: Ummm...mi siete mancati, ho desiderio del cazzo.
Mi sistemo per un bel 69, io sotto lei sopra; prende il cazzo in bocca e inizia a spompinarlo, io lecco la fica, entro la lingua nella vagina...con una mano le strizzo i capezzoli...le infilo il dito nella vagina per spostarlo nel buco del culo.
Godiamo, ansimiamo, ci contorciamo dall’eccitazione...lei con la testa fa giù e sù abbastanza velocemente...con una mano mi massaggia i testocoli e con le labbra mi masturba il cazzo.
Io: Godooo,amore fai piano che vengo;
Claudia: Va bene amore...dopo questi mesi di astinenza sono affamata di cazzo.
Cambio posizione, lei sotto, io sopra, le allargo bene le gambe...ci baciamo con passione, metto un dito nella vagina, lei mi tocca il cazzo....ad un tratto ci stringiamo entrambe la mani...punto il cazzo nella figa...lo entro piano piano(ha un sussulto e gode).
Io: Tosoro, forse sentirai dolore;
Claudia: Non ti preoccupare, entralo, lo voglio....siiii.
Con delicatezza lo entro sempre più, lei fa un cenno di dolore...la scopo con delicatezza.
Claudia: Siiii, più forte..dai...più forte.
Inizio a dare colpi energici....guardo il cazzo ed è un po sporco di sangue...mi eccita quella vista....la scopo con vigore, lei ansima e gode, quasi urla.
Claudia: Si si ...più forte..ancora...lo sento, bellissimo...ahhh, siiii;
Io: Fantastico....mi stringi il cazzo con la vagina...quanto mi piace...siii.
Le sistemo le gambe sulle spalle e do colpi rapidi...le palle sbattevano sul culo....ci guardavamo, ci baciavamo....eravamo in estasi.
Claudia: Sto venendo amore...spingi forte... sento il cazzo in pancia;
Io: Siiii, sto venendo anch’io.
Per ogni spruzzata di sperma dentro la fica le davo colpi secchi...lei ad ogni colpo sussultava e godeva.
Quando stavo per finire, mi prende il cazzo con una mano; lo strige in modo che ogni goccia entri nella fica.
Claudia: Ti amo da impazzire....finalmente abbiamo fatto l’amore;
Io: Si amore, ormai la nostra vita è insieme per sempre...ti amo.
Passavano i mesi, tutto ritornò quasi nella normalità. Ogni tanto trovavo Claudia con la foto dei nostri genitori nelle mani e piangeva; ci abbracciavamo facendoci coraggio a vicenda.
Un giorno, era l’ora di pranzo, mi disse ti devo parlare:
Io: Certo, dimmi tesoro;
Claudia: Stamani mentre eri in cantiere sono andata in farmacia e..;
Io: Eee?
Claudia: Sono incinta...aspettiamo un bambino o bambina(sorride);
Io: Wow, sono felicissimo amore!
L’abbraccio, la bacio, ci baciamo...le diventano gli occhi verdi lucidi.
Claudia: Sono felice di diventare mamma e che questa creatura sia nostra!
Io: Anch’io ne sono felice amore mio.
Dopo qualche mese andammo a fare la visita e l’ecografia, aspettavamo una femminuccia.
Ci baciammo guardando quell’immagine nello schermo, dicendoci ”ti amo”.
FINE.
Che escalation tragica e fine del tutto repentina... si vedeva che non avevi più voglia di continuare... poteva andare meglio... grazie per gli altri capitoliLa prendo in braccio e andiamo nel suo lettone, ci sistemiamo, io con la testa nel suo petto...stiamo in silenzio...lei mi accarezza i capelli, io la pancia...dopo poco ci addormentiamo.
Sento suonare il campanello, fuori era ancora buio, erano quasi le 6; metto al volo una maglietta, apro e c’erano due carabinieri “ buongiorno, scusi per l’orario, senta i suoi genitori si trovano a Parigi?”;
Io: Sisi, cos’è successo?
Mi leggono le generalità dei miei, prendono le mie e chiedono quelle di mia sorella.
Carabiniere: Ci dispiace tanto, ieri sera intorno alle 22 c’è stato un brutto incidente...i suoi genitori sono deceduti...condoglianze.
Rimango impietrito.
Carabiniere: Senta, domani dopo le 9 passi in caserma e le diamo tutte le informazioni ed i contatti di Parigi per recuperare le salme. Condoglianze...buongiorno.
Io: Buongiorno.
Entro in casa...escono lacrime e cerco di metabolizzare la notizia...li per li pensavo potesse essere un brutto sogno, ma la razionalità mi diceva “Marco, è successo quanto di più sconvolgente possa accadere....reagisci”.
Claudia dormiva, non sapevo come darle la notizia. Pensavo alle parole da dire, come dirle; ma in ogni caso la triste verità è che i genitori erano morti!
Vado in camera, non piangevo ma le lacrime scendevano continuamente, tento di svegliare Claudia, ci riesco.
Claudia: Amore buongiorno, che ore sono?
Io: Amore è presto..ti devo dire una cosa.
A quelle parole apre bene gli occhi, chiede di alzarsi leggermente sul letto.
Claudia: Dimmi...perchè piangi?
Io: Prima hanno suonato i carabinieri...mamma e papà hanno avuto un brutto incidente;
Claudia: Nooo, e come stanno?
Io: Purtroppo sono morti;
Claudia: Ma che cazzo dici?
Io: Purtroppo è cosi.
Si mette le mani alla testa e si accascia sul letto.
Io: Claudia..Claudia,cos’hai? Era svenuta e non si riprendeva. Chiamo l’ambulanza, le sistemo una maglietta e un pantaloncino. Arriva l’ambulanza, mi chiedono cosa fosse successo; racconto - anche i tre medici restano basiti qualche secondo, mi dicono condoglianze -, andiamo nella camera e trovano Claudia supina nel letto.
Attaccano una macchina, sentono i battiti, tentano di rianimarla, ma niente; “senta la portiamo in ospedale, ha un collasso, tra qualche ora arriva la psicologa e aiuterà in qualche modo sua sorella.
Io:Va bene, mi preparo e vi raggiungo.
La portano via. Appena rientro a casa mi siedo sul pavimento, scoppio a piangere disperato. Penso ai miei, a mia sorella, a tutto ciò che sarebbe cambiato da quel giorno.
Mi faccio forza, adesso devo pensare a tutto, Claudia in primis!
Arrivo in ospedale, entro nella cameretta e trovo Claudia con gli occhi chiusi. L’infermiera mi riferisce che aveva preso coscienza ma non rispondeva.
Io: Claudia, tesoro, come ti senti?
Apre gli occhi, scende una lacrima.
Claudia: Mamma e papà sono morti...non li vedrò più?
Con le lacrime agli occhi rispondo:
Io: Tesoro...purtroppo è successa questa disgrazia, ma...
Non finisco la frase che Claudia inizia a piangere disperata, chiama mamma e papà...urla, li cerca. Ero impietrito e dispiaciuto per quella scena, piangevo. Entra il medico, inietta un qualcosa nella flebo...cerca di tranquillizzarla...dopo poco si calma, chiude gli occhi, dorme.
Medico: Ho saputo della tragedia..condoglianze...sua sorella ha subito un forte trauma emozionale...quando si sveglia ci sarà la psicologa, l’aiuterà a superare il lutto...stia tranquillo.
Rientro a casa, nel mentre arriva Katrina, le racconto l’accaduto, piange, mi abbraccia. Le dico che devo andare dai carabinieri e dopo ritornare in ospedale da Claudia.
Katrina: Va bene, vai, stai tranquillo io aspetto che rientrate a casa, a qualsiasi orario;
Io: Grazie.
Vado dai carabinieri, mi consegnano il verbale con le informazioni di Parigi. Nei vari spostamenti telefono in azienda e informo la segretaria, chiamo qualche parente e arrivo in ospedale.
Trovo la psicologa che parla con Claudia, sento piangere...decido di non entrare, aspetto la dottoressa. Esce.
Dottoressa: Buongiorno, condoglianze. Sua sorella ha avuto un crollo emotivo ma sta bene. Abbiamo parlato a lungo..adesso è coscente dell’accaduto e lo sta metabolizzando, piange - è normale – ma affronta il dolore, questo è l’importante..se vuole può entrare.
Io: Grazie mille dottoressa.
Io: Claudia, tesoro, come ti senti?
Piange, mi abbraccia, mi stringe forte.
Claudia: Non mi abbandonare;
Io: Ma che dici tesoro!
Claudia: Voglio andare via da qui...troppo dolore...basta!
Io: Va bene, ci penso io tesoro.
L’abbraccio, la bacio in fronte, le sussurro nell’orecchio “ti amo, stai tranquilla, supereremo anche questa”...piangendo anche lei mi dice sottovoce”ti amo anch’io”.
Da quel giorno, non mi sono fermato un attimo. Parto da solo per Parigi, lascio Claudia con Katrina; rientro con le salme, organizzo il funerale, faccio cremare mamma e papà.
Vado dal notaio, dal commercialista, in azienda, nelle banche...sistemo ogni aspetto burocratico. Vendo le quote dell’azienda agli altri soci.
Passano quasi tre mesi, tra me e Claudia niente sesso, non ci pensavamo neanche; tanto affetto, baci, coccole, lunghe chiacchierate.
Io: Tesoro, allora, dove ci trasferiamo? Vendiamo anche questa casa?
Claudia: Basta che ci sia il mare, il clima non rigido, fai tu....la casa da vendere al 100%...io con questo posto ho chiuso per sempre!
Io: Ok tesoro.
Ci baciamo in bocca, le nostre lingue si toccano con affetto.
Metto in vendita la casa completa di arredamento, pratico un prezzo che non faccia perdere tempo; dopo qualche settimana riusciamo a vendere.
Partiamo per Valencia, affittiamo un grazioso trolocale, acquistiamo un’ ampio rudere che ristruttureremo per fare un B&B; rientriamo in paese, definiamo la vendita della casa, organizzo il trasloco....salutiamo amici e parenti.
Partiamo per Valencia, portiamo le urne dei nostri genitori, che farò sistemare nel cimitero del paese dove viviamo.
Sono passati quasi 5 mesi da quel tragico giorno della morte dei nostri genitori; io e Claudia ci siamo concentrati sul desiderio di andare via, ed in effetti in quegli intensi mesi abbiamo realizzato il nostro desiderio.
Un pomeriggio dopo pranzo, decidemmo di andare a riposarci a letto; la baciai con passione e ricambiò, le dissi ”mi sei mancata un casino”....mi accarezzò i capelli e rispose”anche tu amore”.
Le massaggiavo i seni, slinguavo i capezzoli e con una mano le toccavo la fica....entro il dito nella vagina(ebbe un sussulto) e la masturbo:
Io: Sei bellissima...ti desidero...ummm;
Claudia: Ummm...mi siete mancati, ho desiderio del cazzo.
Mi sistemo per un bel 69, io sotto lei sopra; prende il cazzo in bocca e inizia a spompinarlo, io lecco la fica, entro la lingua nella vagina...con una mano le strizzo i capezzoli...le infilo il dito nella vagina per spostarlo nel buco del culo.
Godiamo, ansimiamo, ci contorciamo dall’eccitazione...lei con la testa fa giù e sù abbastanza velocemente...con una mano mi massaggia i testocoli e con le labbra mi masturba il cazzo.
Io: Godooo,amore fai piano che vengo;
Claudia: Va bene amore...dopo questi mesi di astinenza sono affamata di cazzo.
Cambio posizione, lei sotto, io sopra, le allargo bene le gambe...ci baciamo con passione, metto un dito nella vagina, lei mi tocca il cazzo....ad un tratto ci stringiamo entrambe la mani...punto il cazzo nella figa...lo entro piano piano(ha un sussulto e gode).
Io: Tosoro, forse sentirai dolore;
Claudia: Non ti preoccupare, entralo, lo voglio....siiii.
Con delicatezza lo entro sempre più, lei fa un cenno di dolore...la scopo con delicatezza.
Claudia: Siiii, più forte..dai...più forte.
Inizio a dare colpi energici....guardo il cazzo ed è un po sporco di sangue...mi eccita quella vista....la scopo con vigore, lei ansima e gode, quasi urla.
Claudia: Si si ...più forte..ancora...lo sento, bellissimo...ahhh, siiii;
Io: Fantastico....mi stringi il cazzo con la vagina...quanto mi piace...siii.
Le sistemo le gambe sulle spalle e do colpi rapidi...le palle sbattevano sul culo....ci guardavamo, ci baciavamo....eravamo in estasi.
Claudia: Sto venendo amore...spingi forte... sento il cazzo in pancia;
Io: Siiii, sto venendo anch’io.
Per ogni spruzzata di sperma dentro la fica le davo colpi secchi...lei ad ogni colpo sussultava e godeva.
Quando stavo per finire, mi prende il cazzo con una mano; lo strige in modo che ogni goccia entri nella fica.
Claudia: Ti amo da impazzire....finalmente abbiamo fatto l’amore;
Io: Si amore, ormai la nostra vita è insieme per sempre...ti amo.
Passavano i mesi, tutto ritornò quasi nella normalità. Ogni tanto trovavo Claudia con la foto dei nostri genitori nelle mani e piangeva; ci abbracciavamo facendoci coraggio a vicenda.
Un giorno, era l’ora di pranzo, mi disse ti devo parlare:
Io: Certo, dimmi tesoro;
Claudia: Stamani mentre eri in cantiere sono andata in farmacia e..;
Io: Eee?
Claudia: Sono incinta...aspettiamo un bambino o bambina(sorride);
Io: Wow, sono felicissimo amore!
L’abbraccio, la bacio, ci baciamo...le diventano gli occhi verdi lucidi.
Claudia: Sono felice di diventare mamma e che questa creatura sia nostra!
Io: Anch’io ne sono felice amore mio.
Dopo qualche mese andammo a fare la visita e l’ecografia, aspettavamo una femminuccia.
Ci baciammo guardando quell’immagine nello schermo, dicendoci ”ti amo”.
FINE.
In un racconto essenzialmente di monogamia difficile trovare spunti in continuità. Continuare per diventare un racconto banale, letto e riletto in contenuti diversi(tradimenti ecc..), francamente mi annoiava e penso annoi i lettori. Una narrativa accattivante con episodi di sesso la trovo più interessante, per chi la scrive e per coloro che la leggono. Il prossimo racconto potrebbe non aver mai fine, ogni singolo caso - anche di sesso - è autonomo rispetto alla narrazione generale ed in continuità. Dovrebbe essere una figata: SPEROChe escalation
Che escalation tragica e fine del tutto repentina... si vedeva che non avevi più voglia di continuare... poteva andare meglio... grazie per gli altri capitoli
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Che escalation
Che escalation tragica e fine del tutto repentina... si vedeva che non avevi più voglia di continuare... poteva andare meglio... grazie per gli altri capitoli![]()
Per coloro che non l'hanno visto o letto, anche questo è un bel racconto incestuoso ma non prettamente a sfondo sessuale considerato l'inizio della storia. Buona lettura.Purtroppo a 14 anni io(Marco) e mia sorella(Claudia) - di 16 anni - avemmo un brutto incidente con il motorino e lei resto paralizzata, obbligata sulla sedia a rotelle.
Mi senti sempre responsabile di quel brutto incidente in quanto insistetti molto per guidare il motorino e l’inesperienza causò quella tragedia; mia sorella mi consolò spesso dicendo che non era colpa di nessuno e che sarebbe accaduto lo stesso pur se fosse stata lei a guidare. Ma io conoscevo la verità ed il mio senso di colpa non mi abbandonava.
Da quando accadde l’incidente diventai praticamente l’ombra di mia sorella, ci separavamo solo durante le lezioni a scuola, quando lei studiava con la sua migliore amica o la notte quando si dormiva.
La nostra vita sociale era molto limitata, chiaramente non facevamo le stesse cose dei nostri coetanei. Quando si usciva ero io a spingere la carrozzina, la portavo ovunque e lei era molto contenta di questa mia attenzione; con i suoi compagni di scuola non si sentiva a proprio agio, capiva che la sua condizione limitava lo svago del gruppo.
Anche la sfera sessuale degli anni adolescianziali fu molto trascurata; i primi due anni dopo l’incidente furono per mia sorella molto duri, sia psicologicamente che fisicamente. Aveva spesso dolori agli arti, faceva terapia, ed io ero sempre al suo fianco. Insomma non ci pensavamo più di tanto.
Lei spesso mi invitava ad uscire con gli amici, a frequentare qualche ragazza, ma io non mi sentivo di iniziare un rapporto troppo vincolante. Con qualche ragazza molto audace, avevo avuto qualche esperienza di pompini in qualche aula della scuola fortunatamente inutilizzata. O qualche scopata con una vicina di casa che la notte passando dal balcone entrava in camera mia.
Passavano gli anni e la nostra vita correva su unico binario; il momento più significativo fu quando presi la patente e papà ci regalò l’auto, una bellissima Mercedes station wagon, adatta a poter caricare facilmente la carrozzina e comoda per i passeggeri.
Fortunatamente mia sorella con il tempo stava molto meglio, le terapie erano sempre meno frequenti, ero io che le facevo giornalmente dei massaggi alle gambe con delle creme particolari ed esercizi passivi alle articolazioni. Ci iscrivemmo anche in una palestra, in modo che anch’io facessi attività fisica.
Iniziammo a conoscere e frequentare persone diverse, organizzare gite fuori porta, uscire la sera per andare nei vari locali, al cinema o al teatro: insomma dopo 6 anni circa da quel tragico incidente e periodi abbastanza complicati, tutto sembrava andare finalmente nella giusta direzione.
Un ragazzo - Giacomo - dimostrava interesse per mia sorella, la invitava ad uscire da soli, ma lei trovava sempre scuse; dopo un po sembrava depressa e ne parlammo:
io: Claudia cosa ti succede,ultimamente ti vedo strana, triste o nervosa;
Claudia: Hai ragione, Giacomo sta diventando troppo insistente, ed io non mi sento pronta a conoscerlo in modo approfondito;
io: Ma come, Giacomo è un bravissimo ragazzo, simpatico, premuroso ed anche di bell’aspetto;
Claudia: Lo so, ma prima o poi tenterà approcci intimi ed io mi sento a disagio in questa condizione. Penso che tu lo capisca da solo cosa intendo;
io: No, non lo capisco, tu stai mettendo dei paletti a ciò che viene naturale, e non è certamente una carrozzina che potrebbe ostacolare un rapporto o un sentimento d’amore;
Claudia: Fratello, ti ringrazio, ma al momento non mi sento di iniziare un rapporto, chiudiamo l’argomento per favore;
io: Ok, al momento lo chiudiamo ma lo riprenderemo,ok?
Claudia: Ok, dammi un bacione.
Passarono i mesi ed un bel giorno mia sorella mi comunicò di aver deciso di uscire con Giacomo; io ne ero felice, le dissi che quel giorno potevano prendere l’auto e le diedi un forte abbraccio e bacione.
Uscirono insieme un quattro, cinque volte. Io nel mentre la notte mi scopavo sempre la vicina di casa(Rosa), che si era pure fidanzata.
Una mattina andando a fare il controllo annuale di mia sorella, le chiesi:
io: Come va con Giacomo?
Claudia:Tutto bene, lo sto conoscendo meglio, è veramente simpatico;
io: Sono contento sorellina, vi siete dati un bacetto?
Claudia: Si, ma lui prova a fare altro e io non voglio!
io: In che senso prova?
Claudia:Quando ci baciamo allunga le mani, cerca di toccare i seni o scende con le mani fino a giù;
io: Ma insiste troppo?
Claudia: Nooo, è un galantuomo, ma ci prova. Io lo lascio fare ma quando esagera lo blocco!
io: Esagera?
Claudia: Si, quando tenta di toccare i seni dall’interno dei vestiti o toccare la patatina scostando gli slip. Io lo blocco, mi blocco e voglio rientrare a casa;
io: Ma è tutto normale sorellina, perchè reagisci cosi, non provi niente?
Claudia: Si che provo qualcosa, ma con lui al momento non mi sento di andare avanti. E poi fatti i cazzi tuoi(e ride);
io: Ok sorellina(ridendo e dandole un bacione come nostra abitudine).
Facciamo la visita, il dottore ci dice che tutto procede bene, i muscoli sono tonici, di continuare con i massaggi e gli esercizi passivi, che le visite periodiche si possono organizzare ogni 24 mesi.
Continuiamo la nostra vita serenamente, ma una notte accade ciò che avrei voluto evitare.
Stavo scopando con Rosa, tentando di non fare rumore per non svegliare mia sorella nella stanza accanto, ma mentre la scopavo a pecorina e stavamo per venire sento bussare alla parete; era mia sorella.
Io, in estasi non riuscivo a fermarmi, metto le mani in bocca a Rosa per evitare di far sentire i gemiti, e veniamo entrambi; nel mentre sento bussare una seconda volta, metto velocemente il boxer(era estate inoltrata), busso ed entro da mia sorella:
io: Sorella, che hai, stai male?
Claudia: Io starei male? Sei tu che parli o fai strani suoni;
io: In effetti stavo facendo un brutto sogno, forse mi lamentavo, scusami tanto;
Claudia: Ma nooo, mi stavo preoccupando;
io: No tranquilla, tutto bene;
Claudia: Fratellino, scusa se approfitto, ho crampi alla gamba, mi faresti i massaggi con la crema?
io: Certo sorellina.
CONTINUA..