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Ero seduto alla mia scrivania, fissando lo schermo del computer, cercando di capire come far tornare i numeri sul foglio di calcolo. Lavoravo su questo file da quando ero tornato dal pranzo ed erano quasi le quattro. Dovevo completare questo progetto entro venerdì e questo significava che avevo solo un altro giorno prima che si scatenasse l'inferno. Avevo bisogno di concentrare tutti i miei sforzi sul progetto davanti a me. Quello di cui non avevo bisogno era che il mio capo mi rompesse i coglioni in quel momento.
Stavo modificando una tabella quando il telefono alla mia scrivania si illuminò.
"Sono un po' impegnato Ale", pensai, poi alzai il ricevitore. "Sì Alessandro, dimmi"
"Ehi, Marco", disse il mio supervisore. "So che sei impegnato con il resoconto di Aprile, ma Stefano ha bisogno di vederti."
Stefano era il COO della società. Un pezzo grosso, uno a cui difficilmente si può dire di no ed io non ero ad un livello tale da poterlo fare. Stefano è una di quelle persone che sa di avere il potere e lo esercita senza farsi molti problemi. Ad ogni modo, se ha chiesto di me deve esserci qualcosa di particolare di cui ha bisogno.
"Non può chiamarmi?"
"Marco, fatti un favore e vai nel suo ufficio adesso."
Ale ha riattaccato prima che potessi rispondere. Invece di richiamare il mio capo per cercare di ottenere una sorta di spiegazione, ho salvato il mio lavoro e mi sono diretto agli uffici nei piani alti.
Durante il tragitto verso l'ascensore mi sono innervosito un po', Stefano aveva la reputazione del rompipalle che amava chiamare il personale nel suo ufficio per fare dei cazziatoni pesantissimi. Non l'ha mai fatto davanti ai colleghi, ma lo sapevamo tutti. Mi chiedevo allora cosa potesse volere da me.
Ho sempre fatto il mio lavoro senza mai essere ripreso o richiamato, mai una nota disciplinare o un commento fuori luogo. Ero davanti all'ufficio di Stefano, sulla targetta c'erano il nome e il cognome e sotto la scritta Chief Operations Officer. Alzo la mano per bussare quando la porta si apre ed esce Martina, la sua assistente personle.
“Ti sta aspettando", disse Martina “Accomodati”.
“Grazie”, dissi mentre scivolavo dentro.
"Chiudi la porta dietro di te e mettiti a sedere", disse Stefano non appena varcai la soglia.
Il COO dell'azienda non si era nemmeno voltato, stava guardando fuori dalla finestra del suo lussuoso ufficio. Mi avvicinai alla sua scrivania di mogano e mi sedetti.
Stefano era in piedi, immobile davanti alla finestra mentre giocava con le chiavi della sua Lamborghini, era sfacciatamente ricco e non faceva nulla per nasconderlo.
“Come va?” mi chiese lui voltandosi verso di me.
“Tutto ok, tu?” risposta automatica, ma nella mia testa mi chiedevo se era l'incipit per una risciacquata colossale.
Stefano andò a sedersi alla sua comodissima sedia di pelle nera e mi guardò dritto negli occhi.
"Marco, fammi arrivare al punto. Ho un evento di beneficenza in arrivo il prossimo fine settimana e ho bisogno di una donna bellissima che mi accompagni."
Rimasi di pietra, non capivo. Sapevo che Stefano non era sposato, ma era un uomo di colore ricco e bello che non avrebbe dovuto avere difficoltà a trovare una donna senza doverla pagare o chiederla a me. Anzi rimasi sorpreso che non avesse già una ragazza fissa.
"Si lo so. Ti stai chiedendo: 'perché è questo dovrebbe essere un mio problema?' Bene, te lo dirò senza troppi giri di parole. Sin dalla festa aziendale di Agosto alla spa di Monsummano, non riesco a togliermi dalla mente il corpo di tua moglie."
Fece una pausa per farmi assimilare ciò che aveva appena detto.
Scrollai la testa incredulo, pensavo di aver capito male.
Lui allora aggiunse “Sarò schietto. Marco, voglio che tua moglie mi accompagni alla serata di beneficenza. La sertata è stata organizzata da un mio amico con cui sono in competizione da quasi venti anni, ogni volta mi batte portando una donna più bella della mia. Allora ho pensato che tua moglie Manuela fosse perfetta. Ha un corpo mozzafiato ed è bellissima. Con lei al mio fianco, in un vestito che ho già ordinato per lei sarò il più invidiato della serata”.
Mi tornarono in mente i commenti e i complimenti di Stefano a mia moglie, quel giorno della fets aziendale, avevamo tutti bevuto un po', lui un po' più degli altri. Era brillo quella notte e nella vasca idromassaggio chiese a mia moglie se aveva voglia di salire con lui nella sua suite per passare qualche ora di divertimento con un uomo di colore. Non reagii perché ero lì con loro mentre lui la corteggiava e soprattutto perché il mio cazzo divenne duro all'istante. Per fortuna Manuela non era brilla e riuscì a gestire la cosa alla grande senza creare scandalo in azienda e soprattutto senza fare incazzare Stefano.
Lui incalzò “Marco, tua moglie è una donna eccezionalmente bella, ti prego di non dirmi di no senza prima averle chiesto di pensarci”. Io allora non potetti dire di no e gli dissi “Va bene, gliene parlerò stasera”. Feci per alzarmi e lui mi disse “Marco, sono un uomo estremamente generoso con le persone che mi aiutano, non ti considero un prostituto, nemmeno tua moglie lo è, ho bisogno di lei per giungere a un obiettivo che non raggiungo da 20 anni, credimi, saprò come sdebitarmi, in modo più che adeguato allo sforzo che ti so chiedendo”
Ho sentito il mio cazzo iniziare a gonfiarsi mentre Stefano mi diceva queste parole. Stefano si alzò dalla poltrona e si avvicinò a me. Marco, ovviamente questa cosa rimarrà tra noi, anche la mia richiesta, che mi rendo conto essere quanto meno poco ortodossa. Lo so che sembro in malafede agendo in una posizione di potere, quindi ti dirò che se la risposta fosse no, sappi che non ci saranno ripercussioni, solo promettimi che ne parlerai con lei stasera.
Io mi alzai e dissi “Ok, ne parlo con mia moglie stasera”. Lui allungò la mano ed io gliela strinsi. Uscii dal suo ufficio. Mi girava la testa. Non so nemmeno come avrei potuto dire una cosa del genere a mia moglie. Pensai “e poi come pensa di ricompensarmi di avergli ceduto mia moglie per una serata?”. Tornai a casa pensieroso.
Poco dopo lei si accorse del mio stato d'animo e mi chiese
“va tutto bene amore?”
“Sì.. o meglio boh, proprio non lo so”
“Dimmi cosa ti succede”
“Non so nemmeno come dirtelo”
“Prova a cominciare dall'inizio”
E così feci.
Le spiegai della chiamata di Stefano nel suo ufficio. Le raccontai della irchiesta e che avremmmo ottenuto una grande ricompensa
Lei sorrise e mi disse “Ha proprio una fissa per me, alla spa ci provò davvero pesantemente”
“Nell'idromassaggio?”
“Nooo quella è stata un tentativo velato” si mise a ridere
“e quando?” chiesi cadendo dalle nuvole
“eheheh non te l'ho mai detto perché non volevo metterti in difficoltà con il tuo COO, ma dopo la vasca idromassaggio, nella sauna, eravamo solo noi due e lui si avvicinò per parlarmi, mi fece chiaramente vedere la sua enorme erezione nello slippino che indossava. Si sedette accanto a me e fece uscire il suo uccello di fuori, mi prese la mano e poggiò il mio polso sul suo cazzo duro dicendomi 'Guarda Manuela, il mio uccello è lungo quanto il tuo avambraccio'”
Rimasi a bocca aperta, il cazzo mi si induriva nei pantaloni.
“Ma come?” riuscii a balbettare “hai toccato il suo cazzo?”
“Amore, sai bene che il tuo non è il primo che io abbia mai visto. Certo, non ne avevo mai visti così grandi in vita mia, in fatti ne rimasi piuttosto impressionata, ma non per questo mi scandalizzo per così poco.”
La testa mi girava ancor più di prima
“Ma amore, gli hai toccato il cazzo e non mi hai detto nulla?”
Lei cambiò espressione, sul suo viso campeggiò lo sguardo 'Non sono una santa..' ma capii all'istante
“c'è dell'altro?” chiesi.
“eh... amore, c'è di più, è giusto che tu sappia tutto”
Rimasi in attonito silenzio.
“Mentre il mio polso era appoggiato al suo uccello nero lui con le dita si era intrufolato nello slip del costume e aveva iniziato a massaggiarmi lì, io non volevo, ma non potevo nemmeno dirgli di no, credo che lui lo abbia preso come una mia disponibilità, infatti mi aveva già presa la testa e stava per infilarmi quel coso enorme in bocca, poi gli presi il polso e gli dissi ' Non mi sembra il caso Stefano, sono sposata con un tuo dipendente' inoltre la fortuna giocò in mio favore, stava arrivando gente e ha dovuto smettere”
“Ha sentito che eri bagnata per caso?”
“Amore, lo sai che la mia amichetta è molto sensibile agli uccelli, figurati e ne vedo uno del genere cosa è disposta a fare, certo che ha sentito che ero bagnata”
Mi lasciai cadere sul divano, ero senza parole.
“amore, non mi ha fatto niente, non è riuscito a combinare assolutamente nulla, non te l'ho detto perché tanto non lo avrei mai più rivisto e non volevo crearti problemi a lavoro”
Le presi una mano e le dissi “Amore, tranquilla, non sono arrabbiato”
e lei “Beh, più che arrabbiato mi sembri arrapato” disse stringendo nella mano la potente erezione che avevo.
E niente, le strappai i vestiti di dosso e la scopai sul divano. Ci divertimmo molto entrambi, ci regalammo grandiosi orgasmi quella sera.
La mattina dopo mi svegliai e chiesi a Manuela “Amore, come pensi che debba dirgli di no a Stefano?”
“Amore, basta dirgli di no, ma sei sicuro di volerlo fare?”
Rimasi interdetto “perché? Stai pensando di farlo?”
“Beh, dipende dalla posta in gioco, posso anche fare l'accompagnatrice, SENZA SESSO, per una serata, se per questo potrai ottenere la promozione che desideri da tanto... perché no?”
“Che ne sai che non voglia fare sesso?”
“oooohhh lo vorrà fare di sicuro, ma io glielo impedirò, so gestirlo e lo sai”
“beh, è vero, ma come posso fare a starmene a casa e pensare che sei con lui?”
“Bene, allora metti un paio di paletti come condizioni, uno è che tu venga invitato, te ne starai in disparte, ma almeno non starai a casa a ucciderti dalle seghe pensando che io stia scopando con lui”
Divenni rosso dalla vergogna in quel momento, però lei mi venne in soccorso
“Amore mio, ti amo e ti conosco, non hai bisogno di nascondermi nulla, lo so che il pensiero ti eccita, ma non voglio perderti e quindi saprò chiaramente cosa devo fare con Stefano”.
La baciai e lei mi accarezzò il viso.
“Ok allora, gli dirò che per noi va bene a condizione che non ci sia sesso, che io partecipi alla serata e che io ottenga la promozione a direttore associato. Penso che sia equo no?”
“Perfettamente, so già come spendere i soldi della tua promozione”.
Tornai in ufficio. Ero abbastanza sereno per il fatto che avrei accontentato Stefano e che allo stesso tempo avremmo ottenuto un reale beneficio per la nostra famiglia. Andai a bussare alla porta di Stefano, entrai e chiusi la porta.
“Buongiorno” mi disse distogliendo lo sguardo dal monitor “sembri di buon umore, spero che mi porti buone notizie”.
Mi sedetti davanti a lui e gli dissi “Manuela verrà con te alla festa, ma a tre condizioni”
Lui annuì in ascolto
“Uno, niente sesso”
“Due, io dovrò essere invitato, arriverò da solo, me ne starò in disparte, non romperò i coglioni, ma dovrò esserci”
“Tre, mi chiedevo quale fosse il compenso... e mi sono azzardato a sperare in quella promozione a direttore associato”
Lui parve riflettere sulle condizioni
“Uno, non farei mai a Manuela niente che non voglia fare, non uso violenza sulle donne, mai”
“Due, non sarà un problema rimediare un invito per te”
“Tre, sei un furbone, ma del resto ti chiedo un bello sforzo e lo capisco, quindi meriti un grande sforzo anche da parte mia. Del resto non posso nemmeno dire che non lo meriti, sarà facile giustificarlo con Carl”.
Carl era il CEO ovviamente.
Ci alzammo e ci stringemmo la mano.
“Ti manderò una mail con i dettagli per la serata e l'invito per te”
“Ok”
Uscii dal suo ufficio. La promozione a direttore associato significava non solo un sostanzioso aumento, ma anche una serie di benefit importanti. Mi sentivo un po' una puttana, ma alla fine l'importante era il risultato e Manuela era al mio fianco.
Arrivò la sera dell'evento.
Manuela ricevette a casa il vestito coordinato con un paio di scarpe e una borsetta che Stefano aveva ordinato per lei, indossò vestito e scarpe e cazzo se era sexy in quello straccetto e quei tacchi vertiginosi. Il vestito era stato confezionato da un marchio molto famoso e le scarpe avevano una vistosissima suola rossa, Manuela mi disse che probabilmente avrà speso sui 15.000 euro per tutto. Rimasi di stucco.
Fece una passerella solo per me e pensai che se on fosse dovuta uscire l'avrei scopata sul posto con tutto quello che indossava, doveva avermelo letto negli occhi.
Stefano passò a prendere Manuela con la sua Lamborghini. Lei salì sull'auto cercando di non far salire troppo il vestitino.
“Sei una meraviglia per gli occhi e per il cuore Manuela” le disse lui
“Grazie Stefano” disse lei, poi si girò verso di me “Amore, ci vediamo lì tra un paio d'ore”
Io annuii e salutai Stefano che ricambiò agitando la mano. Partirono quasi sgommando. In pochi secondi svoltò l'angolo ed uscì dal mio campo visivo.
Tornai in casa, iniziai anche io a prepararmi, doccia, barba, deodorante, ecc.
Mi segai due volte prima di riuscire a calmarmi. Pensai a Manuela con il vestito tirato su che cavalcava il cazzo di Stefano nella sua Lamborghini... poi pensai a lei chiavata da Stefano messa a pecorina appoggiata al cofano della macchina. Non mi davano pace queste fantasie.
Arrivai all'evento, c'era davvero tanta gente ricca. Mi sentivo un p' fuori luogo, del resto non conoscevo nessuno. Poi vidi Manuela, mi vide anche lei e mi sorrise salutandomi. Io andai a prendermi da bere e come avevo promesso, me ne stavo da una parte e non rompevo i coglioni a Stefano.
Il mio capo ovviamente si pavoneggiava di essere accompagnato da lei. Notai che Manuela non portava la fede, probabilmente gliel'aveva fatta togliere per non creare sospetti nel suo amico.
La sera andò avanti così, con discorsi, alcool, applausi per la beneficenza fatta e progetti per nuove scuole e nuove fabbriche in chissà quale nazione nel mondo. Iniziarono le danze e ovviamente Stefano era un ottimo ballerino, anche Manuela lo era, quindi i balli latino americani risultavano ben coordinati tra loro due... e maledettamente sensuali.
Lui le parlava all'orecchio e lei rideva in continuazione.
Lui si strusciava a lei e lei non lo allontanava.
Pausa, nuovo drink, poi di nuovo danze erotiche in pista. Andarono avanti così quasi due ore.
Le mani di Stefano diventavano via via più audaci, Manuela all'inizio riusciva a scostarle dal culo, al seno con gesti che quasi non si notavano, poi probabilmente non riuscendo nell'intento ha deciso di lasciarlo fare, l'importante era che non superasse un limite.
Quasi al termine della seconda ora di balli latino americani, sempre più erotici, lui la teneva stretta a se, una mano sul culo che le spingeva il bacino contro il suo cazzo duro. Le stava chiaramente baciando il collo. Lei teneva gli occhi chiusi.
Stefno ad un certo punto le infila una mano tra le cosce e arriva a sfiorare la fica di mia moglie. Lei si ritrae e si irrigidisce. Si gira verso di me e con uno sguardo mi fa capire che è tutto sotto controllo.
Lui le dice qualcosa all'orecchio, lei risponde, ma sembra seria. Lui insiste e le dice altro, lei allora ride, sembra che si stia rilassando, probabilmente le ha chiesto scusa. Lei gli dice altro all'orecchio e lui si volta verso di me. Annuisce e le dice qualcosa. Lei annuisce di rimando.
Stefano prende mia moglie per la mano e lei si fa portare via. Li seguo, a debita distanza, nel buio illuminato solo dai faretti della discoteca.
Entrano in una porta che non avevo notato prima, dopo pochi secondi entro anche io.
Un corridoio con una serie di porte, faccio in tempo a vedere una di quelle porte che si chiude, poi sento il rumore di una chiave che gira nella serratura. Mi avvicino e sento Manuela che parla.
“Sei sicuro che non ci abbia visti?”
“Dio che pezzo di fica che sei”
“Aspetta, e se ci sentono?”
“Non preoccuparti, sono insonorizzati questi privé”
Rumori di fiati affannati e mugolii di piacere.
Mi ribolle il sangue, sto per sfondare la porta che mi accorgo che la porta accanto era aperta, entro e incredibilmente c'è un vetro. Vedo Manuela e Stefano avvinghiati in un bacio pieno di passione. Mi metto davanti alla finestra cercando di farli smettere, ma è evidente che non mi vedono. Penso “è un cazzo di specchio, non mi vedono”.
Chiudo la porta della stanza dove mi trovavo, a chiave, senza farmi sentire. Inizio a godermi lo spettacolo.
“Dio quanto mi sei mancata Manu” dice Stefano ansimando e passandole le mani ovunque
“Anche tu Stefano”
“un mese senza scoparti è un'eternità”
“Lo so, ma non potevamo”
Rimasi di pietra “cosa cazzo ho sentito?” pensai. Un mese? Ma se l'ultima volta che si erano visti era alla festa aziendale alla spa? Erano passati nove mesi.
“non parlare adesso e scopami Stefano”
Lui le tolse il vestito in un movimento solo. Manuela non indossava biancheria intima, addosso aveva solo le scarpe e un ciuffetto di peli curato appena sopra la fica. Sembrava una pista di atterraggio privata dedicata solo a lui.
La fece inginocchiare per farle ingoiare il grosso pezzo di carne che era il suo enorme cazzo nero.
Lei succhiava e segava contemporaneamente. Lui le teneva la mano sulla nuca e sigodeva il pompino dalla donna che amo.
“Cazzo, sei bravissima, del resto l'ho scoperto nella spa ad Agosto quando ti ho scopata nella sauna. Che cazzo di esperienza e pensare che tuo marito era a un metro da noi fuori dalla sauna, se fosse entrato ti avrebbe trovata così, a succhiarmi il cazzo”
Nella mia testa qualcosa fece “clack”. “Troia” pensai, ero arrabbiato, ma il mio cazzo esplodeva e non potevo farci niente.
“oppure” disse mia moglie alzandosi e mettendosi a pecorina “mi avrebbe trovata così e tu dentro di me”
Lui non si fece ripetere l'invito e penetrò mia moglie con il suo cazzo durissimo.
“oooooohhhhhh sìììììììììììììììììììììììì, che meraviglia Stefano!”
“lo so che ti piace troia”
“sono ancora la tua troia?”
“certo che lo sei, nessun'altra mi fa godere così”
Manuela si voltò verso di lui e gli lanciò uno sguardo pieno di soddisfazione.
“Sì, sono la tua troia, adesso montami come sai fare”
Stefano inizò a stantuffare mia moglie e a farla urlare di piacere, lei gli teneva stretto un polso con una mano e con l'altra si appoggiava ad una poltroncina.
Dopo pochi minuti mia moglie viene con un possente orgasmo
Dopo poco viene di nuovo, questa volta trema tutta dal piacere intenso che Stefano le sta regalando.
E viene ancora, poi ancora. Perdo il conto degli orgasmi di mia moglie sotto i colpi di cazzo di Stefano.
“Hai smesso di prendere la pillola come ti ho chiesto?”
“Sì, l'ho fatto”
“Allora adesso mi svuoto dentro di te, talmente in profondità che non potrai non rimanere incinta”
“ok”
“Chiedimelo troia”
“ok.... amore, mettimi incinta ti prego”
“Sai fare di meglio lurida puttana”
“Amore, ti prego riempimi del tuo seme, voglio rimanere incinta di te”
Stefano prese i capelli di Manuela con una mano e tirò molto forte, la testa di lei si piegò all'indietro e con l'altra mano la teneva ferma al bacino in modo che non potesse sfuggirgli.
Stefano iniziò la fase finale del suo orgasmo rallentando i colpi, ma intensificando la potenza.
Sbam, pelle bagnata contro pelle bagnata
Sbam
Sbam
“Cazzo vengo troiaaaa”
“anche io amoreeeee”
Sbam
SBAM
SBAM
Gli ultimi due colpi erano stati talmente forti che Manuela rischiò di cadere in avanti entrambe le volte, ma lui la teneva salda per il fianco e per i capelli.
“aaaaahhhhhhhhhh eccomiiiiiiiii” urlo con un acuto mia moglie
“Aaaargh aaaaaaaaaaaaahhh sììììì troiaaaaaaa” venne Stefano con un urlo da Tarzan.
Smise di sbatterla, i glutei del toro nero si contraevano ritmicamente, in quel momento stava iniettando tutto il suo sperma trasferendolo dai suoi coglioni all'utero di mia moglie.
Lei si teneva stretta ancorata ai polsi di lui, occhi chiusi e una O di piacere stampata sulle labbra.
Erano esausti, con il fiatone. Lui si sedette sulla poltroncina e lei gli si sedette sulle gambe.
“Cazzo Manu, sei la donna più meravigliosa che conosca e non credo che tuo marito sia qui con noi alla festa pensando che non stiamo scopando”
Lei lo baciò, “Stefano, è solo sesso e lo sai, io non lo lascerò mai, lo amo da morire e lui ama me”.
“Ma io ti soddisfo di più”
“E' vero, ma è solo questo, io non ti amo, adoro il tuo uccello sin dal primo bacio che gli diedi nella sauna... e sì, sapere che Marco era a un metro da noi, che lo vedevo dietro alla porta che chiacchierava con altre persone ha reso la nostra prima volta qualcosa di incredibilmente pericoloso ed erotico”.
“ok ok, però mi devi concedere un altro fine settimana soli tu ed io”
“possiamo farlo la settimana dopo il compleanno di Marco, potrei dirgli che parto per un week-end di lavoro”
“ottimo, organizziamoci, va bene dove l'altra volta?”
“Sì, ci torno volentieri, stavolta però usciamo almeno un paio d'ore dalla stanza”
I due risero complici.
Si rivestirono. Lei uscì per prima, lui attese un paio di minuti, poi uscì.
Io aspettai ancora e uscii, non c'era nessuno nel corridoio e approfittai del buio per uscire dalla porta che dava nella sala da ballo.
Cercai Manuela, lei mi vide e mi sorrise da lontano.
Stavo modificando una tabella quando il telefono alla mia scrivania si illuminò.
"Sono un po' impegnato Ale", pensai, poi alzai il ricevitore. "Sì Alessandro, dimmi"
"Ehi, Marco", disse il mio supervisore. "So che sei impegnato con il resoconto di Aprile, ma Stefano ha bisogno di vederti."
Stefano era il COO della società. Un pezzo grosso, uno a cui difficilmente si può dire di no ed io non ero ad un livello tale da poterlo fare. Stefano è una di quelle persone che sa di avere il potere e lo esercita senza farsi molti problemi. Ad ogni modo, se ha chiesto di me deve esserci qualcosa di particolare di cui ha bisogno.
"Non può chiamarmi?"
"Marco, fatti un favore e vai nel suo ufficio adesso."
Ale ha riattaccato prima che potessi rispondere. Invece di richiamare il mio capo per cercare di ottenere una sorta di spiegazione, ho salvato il mio lavoro e mi sono diretto agli uffici nei piani alti.
Durante il tragitto verso l'ascensore mi sono innervosito un po', Stefano aveva la reputazione del rompipalle che amava chiamare il personale nel suo ufficio per fare dei cazziatoni pesantissimi. Non l'ha mai fatto davanti ai colleghi, ma lo sapevamo tutti. Mi chiedevo allora cosa potesse volere da me.
Ho sempre fatto il mio lavoro senza mai essere ripreso o richiamato, mai una nota disciplinare o un commento fuori luogo. Ero davanti all'ufficio di Stefano, sulla targetta c'erano il nome e il cognome e sotto la scritta Chief Operations Officer. Alzo la mano per bussare quando la porta si apre ed esce Martina, la sua assistente personle.
“Ti sta aspettando", disse Martina “Accomodati”.
“Grazie”, dissi mentre scivolavo dentro.
"Chiudi la porta dietro di te e mettiti a sedere", disse Stefano non appena varcai la soglia.
Il COO dell'azienda non si era nemmeno voltato, stava guardando fuori dalla finestra del suo lussuoso ufficio. Mi avvicinai alla sua scrivania di mogano e mi sedetti.
Stefano era in piedi, immobile davanti alla finestra mentre giocava con le chiavi della sua Lamborghini, era sfacciatamente ricco e non faceva nulla per nasconderlo.
“Come va?” mi chiese lui voltandosi verso di me.
“Tutto ok, tu?” risposta automatica, ma nella mia testa mi chiedevo se era l'incipit per una risciacquata colossale.
Stefano andò a sedersi alla sua comodissima sedia di pelle nera e mi guardò dritto negli occhi.
"Marco, fammi arrivare al punto. Ho un evento di beneficenza in arrivo il prossimo fine settimana e ho bisogno di una donna bellissima che mi accompagni."
Rimasi di pietra, non capivo. Sapevo che Stefano non era sposato, ma era un uomo di colore ricco e bello che non avrebbe dovuto avere difficoltà a trovare una donna senza doverla pagare o chiederla a me. Anzi rimasi sorpreso che non avesse già una ragazza fissa.
"Si lo so. Ti stai chiedendo: 'perché è questo dovrebbe essere un mio problema?' Bene, te lo dirò senza troppi giri di parole. Sin dalla festa aziendale di Agosto alla spa di Monsummano, non riesco a togliermi dalla mente il corpo di tua moglie."
Fece una pausa per farmi assimilare ciò che aveva appena detto.
Scrollai la testa incredulo, pensavo di aver capito male.
Lui allora aggiunse “Sarò schietto. Marco, voglio che tua moglie mi accompagni alla serata di beneficenza. La sertata è stata organizzata da un mio amico con cui sono in competizione da quasi venti anni, ogni volta mi batte portando una donna più bella della mia. Allora ho pensato che tua moglie Manuela fosse perfetta. Ha un corpo mozzafiato ed è bellissima. Con lei al mio fianco, in un vestito che ho già ordinato per lei sarò il più invidiato della serata”.
Mi tornarono in mente i commenti e i complimenti di Stefano a mia moglie, quel giorno della fets aziendale, avevamo tutti bevuto un po', lui un po' più degli altri. Era brillo quella notte e nella vasca idromassaggio chiese a mia moglie se aveva voglia di salire con lui nella sua suite per passare qualche ora di divertimento con un uomo di colore. Non reagii perché ero lì con loro mentre lui la corteggiava e soprattutto perché il mio cazzo divenne duro all'istante. Per fortuna Manuela non era brilla e riuscì a gestire la cosa alla grande senza creare scandalo in azienda e soprattutto senza fare incazzare Stefano.
Lui incalzò “Marco, tua moglie è una donna eccezionalmente bella, ti prego di non dirmi di no senza prima averle chiesto di pensarci”. Io allora non potetti dire di no e gli dissi “Va bene, gliene parlerò stasera”. Feci per alzarmi e lui mi disse “Marco, sono un uomo estremamente generoso con le persone che mi aiutano, non ti considero un prostituto, nemmeno tua moglie lo è, ho bisogno di lei per giungere a un obiettivo che non raggiungo da 20 anni, credimi, saprò come sdebitarmi, in modo più che adeguato allo sforzo che ti so chiedendo”
Ho sentito il mio cazzo iniziare a gonfiarsi mentre Stefano mi diceva queste parole. Stefano si alzò dalla poltrona e si avvicinò a me. Marco, ovviamente questa cosa rimarrà tra noi, anche la mia richiesta, che mi rendo conto essere quanto meno poco ortodossa. Lo so che sembro in malafede agendo in una posizione di potere, quindi ti dirò che se la risposta fosse no, sappi che non ci saranno ripercussioni, solo promettimi che ne parlerai con lei stasera.
Io mi alzai e dissi “Ok, ne parlo con mia moglie stasera”. Lui allungò la mano ed io gliela strinsi. Uscii dal suo ufficio. Mi girava la testa. Non so nemmeno come avrei potuto dire una cosa del genere a mia moglie. Pensai “e poi come pensa di ricompensarmi di avergli ceduto mia moglie per una serata?”. Tornai a casa pensieroso.
Poco dopo lei si accorse del mio stato d'animo e mi chiese
“va tutto bene amore?”
“Sì.. o meglio boh, proprio non lo so”
“Dimmi cosa ti succede”
“Non so nemmeno come dirtelo”
“Prova a cominciare dall'inizio”
E così feci.
Le spiegai della chiamata di Stefano nel suo ufficio. Le raccontai della irchiesta e che avremmmo ottenuto una grande ricompensa
Lei sorrise e mi disse “Ha proprio una fissa per me, alla spa ci provò davvero pesantemente”
“Nell'idromassaggio?”
“Nooo quella è stata un tentativo velato” si mise a ridere
“e quando?” chiesi cadendo dalle nuvole
“eheheh non te l'ho mai detto perché non volevo metterti in difficoltà con il tuo COO, ma dopo la vasca idromassaggio, nella sauna, eravamo solo noi due e lui si avvicinò per parlarmi, mi fece chiaramente vedere la sua enorme erezione nello slippino che indossava. Si sedette accanto a me e fece uscire il suo uccello di fuori, mi prese la mano e poggiò il mio polso sul suo cazzo duro dicendomi 'Guarda Manuela, il mio uccello è lungo quanto il tuo avambraccio'”
Rimasi a bocca aperta, il cazzo mi si induriva nei pantaloni.
“Ma come?” riuscii a balbettare “hai toccato il suo cazzo?”
“Amore, sai bene che il tuo non è il primo che io abbia mai visto. Certo, non ne avevo mai visti così grandi in vita mia, in fatti ne rimasi piuttosto impressionata, ma non per questo mi scandalizzo per così poco.”
La testa mi girava ancor più di prima
“Ma amore, gli hai toccato il cazzo e non mi hai detto nulla?”
Lei cambiò espressione, sul suo viso campeggiò lo sguardo 'Non sono una santa..' ma capii all'istante
“c'è dell'altro?” chiesi.
“eh... amore, c'è di più, è giusto che tu sappia tutto”
Rimasi in attonito silenzio.
“Mentre il mio polso era appoggiato al suo uccello nero lui con le dita si era intrufolato nello slip del costume e aveva iniziato a massaggiarmi lì, io non volevo, ma non potevo nemmeno dirgli di no, credo che lui lo abbia preso come una mia disponibilità, infatti mi aveva già presa la testa e stava per infilarmi quel coso enorme in bocca, poi gli presi il polso e gli dissi ' Non mi sembra il caso Stefano, sono sposata con un tuo dipendente' inoltre la fortuna giocò in mio favore, stava arrivando gente e ha dovuto smettere”
“Ha sentito che eri bagnata per caso?”
“Amore, lo sai che la mia amichetta è molto sensibile agli uccelli, figurati e ne vedo uno del genere cosa è disposta a fare, certo che ha sentito che ero bagnata”
Mi lasciai cadere sul divano, ero senza parole.
“amore, non mi ha fatto niente, non è riuscito a combinare assolutamente nulla, non te l'ho detto perché tanto non lo avrei mai più rivisto e non volevo crearti problemi a lavoro”
Le presi una mano e le dissi “Amore, tranquilla, non sono arrabbiato”
e lei “Beh, più che arrabbiato mi sembri arrapato” disse stringendo nella mano la potente erezione che avevo.
E niente, le strappai i vestiti di dosso e la scopai sul divano. Ci divertimmo molto entrambi, ci regalammo grandiosi orgasmi quella sera.
La mattina dopo mi svegliai e chiesi a Manuela “Amore, come pensi che debba dirgli di no a Stefano?”
“Amore, basta dirgli di no, ma sei sicuro di volerlo fare?”
Rimasi interdetto “perché? Stai pensando di farlo?”
“Beh, dipende dalla posta in gioco, posso anche fare l'accompagnatrice, SENZA SESSO, per una serata, se per questo potrai ottenere la promozione che desideri da tanto... perché no?”
“Che ne sai che non voglia fare sesso?”
“oooohhh lo vorrà fare di sicuro, ma io glielo impedirò, so gestirlo e lo sai”
“beh, è vero, ma come posso fare a starmene a casa e pensare che sei con lui?”
“Bene, allora metti un paio di paletti come condizioni, uno è che tu venga invitato, te ne starai in disparte, ma almeno non starai a casa a ucciderti dalle seghe pensando che io stia scopando con lui”
Divenni rosso dalla vergogna in quel momento, però lei mi venne in soccorso
“Amore mio, ti amo e ti conosco, non hai bisogno di nascondermi nulla, lo so che il pensiero ti eccita, ma non voglio perderti e quindi saprò chiaramente cosa devo fare con Stefano”.
La baciai e lei mi accarezzò il viso.
“Ok allora, gli dirò che per noi va bene a condizione che non ci sia sesso, che io partecipi alla serata e che io ottenga la promozione a direttore associato. Penso che sia equo no?”
“Perfettamente, so già come spendere i soldi della tua promozione”.
Tornai in ufficio. Ero abbastanza sereno per il fatto che avrei accontentato Stefano e che allo stesso tempo avremmo ottenuto un reale beneficio per la nostra famiglia. Andai a bussare alla porta di Stefano, entrai e chiusi la porta.
“Buongiorno” mi disse distogliendo lo sguardo dal monitor “sembri di buon umore, spero che mi porti buone notizie”.
Mi sedetti davanti a lui e gli dissi “Manuela verrà con te alla festa, ma a tre condizioni”
Lui annuì in ascolto
“Uno, niente sesso”
“Due, io dovrò essere invitato, arriverò da solo, me ne starò in disparte, non romperò i coglioni, ma dovrò esserci”
“Tre, mi chiedevo quale fosse il compenso... e mi sono azzardato a sperare in quella promozione a direttore associato”
Lui parve riflettere sulle condizioni
“Uno, non farei mai a Manuela niente che non voglia fare, non uso violenza sulle donne, mai”
“Due, non sarà un problema rimediare un invito per te”
“Tre, sei un furbone, ma del resto ti chiedo un bello sforzo e lo capisco, quindi meriti un grande sforzo anche da parte mia. Del resto non posso nemmeno dire che non lo meriti, sarà facile giustificarlo con Carl”.
Carl era il CEO ovviamente.
Ci alzammo e ci stringemmo la mano.
“Ti manderò una mail con i dettagli per la serata e l'invito per te”
“Ok”
Uscii dal suo ufficio. La promozione a direttore associato significava non solo un sostanzioso aumento, ma anche una serie di benefit importanti. Mi sentivo un po' una puttana, ma alla fine l'importante era il risultato e Manuela era al mio fianco.
Arrivò la sera dell'evento.
Manuela ricevette a casa il vestito coordinato con un paio di scarpe e una borsetta che Stefano aveva ordinato per lei, indossò vestito e scarpe e cazzo se era sexy in quello straccetto e quei tacchi vertiginosi. Il vestito era stato confezionato da un marchio molto famoso e le scarpe avevano una vistosissima suola rossa, Manuela mi disse che probabilmente avrà speso sui 15.000 euro per tutto. Rimasi di stucco.
Fece una passerella solo per me e pensai che se on fosse dovuta uscire l'avrei scopata sul posto con tutto quello che indossava, doveva avermelo letto negli occhi.
Stefano passò a prendere Manuela con la sua Lamborghini. Lei salì sull'auto cercando di non far salire troppo il vestitino.
“Sei una meraviglia per gli occhi e per il cuore Manuela” le disse lui
“Grazie Stefano” disse lei, poi si girò verso di me “Amore, ci vediamo lì tra un paio d'ore”
Io annuii e salutai Stefano che ricambiò agitando la mano. Partirono quasi sgommando. In pochi secondi svoltò l'angolo ed uscì dal mio campo visivo.
Tornai in casa, iniziai anche io a prepararmi, doccia, barba, deodorante, ecc.
Mi segai due volte prima di riuscire a calmarmi. Pensai a Manuela con il vestito tirato su che cavalcava il cazzo di Stefano nella sua Lamborghini... poi pensai a lei chiavata da Stefano messa a pecorina appoggiata al cofano della macchina. Non mi davano pace queste fantasie.
Arrivai all'evento, c'era davvero tanta gente ricca. Mi sentivo un p' fuori luogo, del resto non conoscevo nessuno. Poi vidi Manuela, mi vide anche lei e mi sorrise salutandomi. Io andai a prendermi da bere e come avevo promesso, me ne stavo da una parte e non rompevo i coglioni a Stefano.
Il mio capo ovviamente si pavoneggiava di essere accompagnato da lei. Notai che Manuela non portava la fede, probabilmente gliel'aveva fatta togliere per non creare sospetti nel suo amico.
La sera andò avanti così, con discorsi, alcool, applausi per la beneficenza fatta e progetti per nuove scuole e nuove fabbriche in chissà quale nazione nel mondo. Iniziarono le danze e ovviamente Stefano era un ottimo ballerino, anche Manuela lo era, quindi i balli latino americani risultavano ben coordinati tra loro due... e maledettamente sensuali.
Lui le parlava all'orecchio e lei rideva in continuazione.
Lui si strusciava a lei e lei non lo allontanava.
Pausa, nuovo drink, poi di nuovo danze erotiche in pista. Andarono avanti così quasi due ore.
Le mani di Stefano diventavano via via più audaci, Manuela all'inizio riusciva a scostarle dal culo, al seno con gesti che quasi non si notavano, poi probabilmente non riuscendo nell'intento ha deciso di lasciarlo fare, l'importante era che non superasse un limite.
Quasi al termine della seconda ora di balli latino americani, sempre più erotici, lui la teneva stretta a se, una mano sul culo che le spingeva il bacino contro il suo cazzo duro. Le stava chiaramente baciando il collo. Lei teneva gli occhi chiusi.
Stefno ad un certo punto le infila una mano tra le cosce e arriva a sfiorare la fica di mia moglie. Lei si ritrae e si irrigidisce. Si gira verso di me e con uno sguardo mi fa capire che è tutto sotto controllo.
Lui le dice qualcosa all'orecchio, lei risponde, ma sembra seria. Lui insiste e le dice altro, lei allora ride, sembra che si stia rilassando, probabilmente le ha chiesto scusa. Lei gli dice altro all'orecchio e lui si volta verso di me. Annuisce e le dice qualcosa. Lei annuisce di rimando.
Stefano prende mia moglie per la mano e lei si fa portare via. Li seguo, a debita distanza, nel buio illuminato solo dai faretti della discoteca.
Entrano in una porta che non avevo notato prima, dopo pochi secondi entro anche io.
Un corridoio con una serie di porte, faccio in tempo a vedere una di quelle porte che si chiude, poi sento il rumore di una chiave che gira nella serratura. Mi avvicino e sento Manuela che parla.
“Sei sicuro che non ci abbia visti?”
“Dio che pezzo di fica che sei”
“Aspetta, e se ci sentono?”
“Non preoccuparti, sono insonorizzati questi privé”
Rumori di fiati affannati e mugolii di piacere.
Mi ribolle il sangue, sto per sfondare la porta che mi accorgo che la porta accanto era aperta, entro e incredibilmente c'è un vetro. Vedo Manuela e Stefano avvinghiati in un bacio pieno di passione. Mi metto davanti alla finestra cercando di farli smettere, ma è evidente che non mi vedono. Penso “è un cazzo di specchio, non mi vedono”.
Chiudo la porta della stanza dove mi trovavo, a chiave, senza farmi sentire. Inizio a godermi lo spettacolo.
“Dio quanto mi sei mancata Manu” dice Stefano ansimando e passandole le mani ovunque
“Anche tu Stefano”
“un mese senza scoparti è un'eternità”
“Lo so, ma non potevamo”
Rimasi di pietra “cosa cazzo ho sentito?” pensai. Un mese? Ma se l'ultima volta che si erano visti era alla festa aziendale alla spa? Erano passati nove mesi.
“non parlare adesso e scopami Stefano”
Lui le tolse il vestito in un movimento solo. Manuela non indossava biancheria intima, addosso aveva solo le scarpe e un ciuffetto di peli curato appena sopra la fica. Sembrava una pista di atterraggio privata dedicata solo a lui.
La fece inginocchiare per farle ingoiare il grosso pezzo di carne che era il suo enorme cazzo nero.
Lei succhiava e segava contemporaneamente. Lui le teneva la mano sulla nuca e sigodeva il pompino dalla donna che amo.
“Cazzo, sei bravissima, del resto l'ho scoperto nella spa ad Agosto quando ti ho scopata nella sauna. Che cazzo di esperienza e pensare che tuo marito era a un metro da noi fuori dalla sauna, se fosse entrato ti avrebbe trovata così, a succhiarmi il cazzo”
Nella mia testa qualcosa fece “clack”. “Troia” pensai, ero arrabbiato, ma il mio cazzo esplodeva e non potevo farci niente.
“oppure” disse mia moglie alzandosi e mettendosi a pecorina “mi avrebbe trovata così e tu dentro di me”
Lui non si fece ripetere l'invito e penetrò mia moglie con il suo cazzo durissimo.
“oooooohhhhhh sìììììììììììììììììììììììì, che meraviglia Stefano!”
“lo so che ti piace troia”
“sono ancora la tua troia?”
“certo che lo sei, nessun'altra mi fa godere così”
Manuela si voltò verso di lui e gli lanciò uno sguardo pieno di soddisfazione.
“Sì, sono la tua troia, adesso montami come sai fare”
Stefano inizò a stantuffare mia moglie e a farla urlare di piacere, lei gli teneva stretto un polso con una mano e con l'altra si appoggiava ad una poltroncina.
Dopo pochi minuti mia moglie viene con un possente orgasmo
Dopo poco viene di nuovo, questa volta trema tutta dal piacere intenso che Stefano le sta regalando.
E viene ancora, poi ancora. Perdo il conto degli orgasmi di mia moglie sotto i colpi di cazzo di Stefano.
“Hai smesso di prendere la pillola come ti ho chiesto?”
“Sì, l'ho fatto”
“Allora adesso mi svuoto dentro di te, talmente in profondità che non potrai non rimanere incinta”
“ok”
“Chiedimelo troia”
“ok.... amore, mettimi incinta ti prego”
“Sai fare di meglio lurida puttana”
“Amore, ti prego riempimi del tuo seme, voglio rimanere incinta di te”
Stefano prese i capelli di Manuela con una mano e tirò molto forte, la testa di lei si piegò all'indietro e con l'altra mano la teneva ferma al bacino in modo che non potesse sfuggirgli.
Stefano iniziò la fase finale del suo orgasmo rallentando i colpi, ma intensificando la potenza.
Sbam, pelle bagnata contro pelle bagnata
Sbam
Sbam
“Cazzo vengo troiaaaa”
“anche io amoreeeee”
Sbam
SBAM
SBAM
Gli ultimi due colpi erano stati talmente forti che Manuela rischiò di cadere in avanti entrambe le volte, ma lui la teneva salda per il fianco e per i capelli.
“aaaaahhhhhhhhhh eccomiiiiiiiii” urlo con un acuto mia moglie
“Aaaargh aaaaaaaaaaaaahhh sììììì troiaaaaaaa” venne Stefano con un urlo da Tarzan.
Smise di sbatterla, i glutei del toro nero si contraevano ritmicamente, in quel momento stava iniettando tutto il suo sperma trasferendolo dai suoi coglioni all'utero di mia moglie.
Lei si teneva stretta ancorata ai polsi di lui, occhi chiusi e una O di piacere stampata sulle labbra.
Erano esausti, con il fiatone. Lui si sedette sulla poltroncina e lei gli si sedette sulle gambe.
“Cazzo Manu, sei la donna più meravigliosa che conosca e non credo che tuo marito sia qui con noi alla festa pensando che non stiamo scopando”
Lei lo baciò, “Stefano, è solo sesso e lo sai, io non lo lascerò mai, lo amo da morire e lui ama me”.
“Ma io ti soddisfo di più”
“E' vero, ma è solo questo, io non ti amo, adoro il tuo uccello sin dal primo bacio che gli diedi nella sauna... e sì, sapere che Marco era a un metro da noi, che lo vedevo dietro alla porta che chiacchierava con altre persone ha reso la nostra prima volta qualcosa di incredibilmente pericoloso ed erotico”.
“ok ok, però mi devi concedere un altro fine settimana soli tu ed io”
“possiamo farlo la settimana dopo il compleanno di Marco, potrei dirgli che parto per un week-end di lavoro”
“ottimo, organizziamoci, va bene dove l'altra volta?”
“Sì, ci torno volentieri, stavolta però usciamo almeno un paio d'ore dalla stanza”
I due risero complici.
Si rivestirono. Lei uscì per prima, lui attese un paio di minuti, poi uscì.
Io aspettai ancora e uscii, non c'era nessuno nel corridoio e approfittai del buio per uscire dalla porta che dava nella sala da ballo.
Cercai Manuela, lei mi vide e mi sorrise da lontano.