Racconto di fantasia Gita in campagna

Alex666

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Carlotta entra in casa e si dirige verso la stanza da letto.
Sono solo le tre del pomeriggio, ma è stanca e vuole riposarsi.
E’ in bikini, anche se non si trova al mare.
Lei e i suoi compagni di liceo sono ospiti da un paio di giorni nella casa di campagna di Federica, una sorta di piccola vacanza al termine dell’anno scolastico, e quel giorno ha passato diverse ore al sole.
Troppe, a giudicare dal mal di testa, causato probabilmente anche dal poco sonno.
Apre la porta di quella che è la stanza da letto dei genitori di Federica, in quel momento impegnati in una crociera in Grecia.
Fortunatamente, perché diversamente loro non avrebbero potuto essere lì.
E’ per altro rimasta piuttosto sorpresa quando Federica l’aveva invitata, giacchè tra loro non corre propriamente buon sangue.
Nessun motivo particolare, ma non si piacciono.
Si sdraia sul letto a pancia in giĂą e chiude gli occhi.
Vuole riposarsi un paio di ore, a quel punto sarĂ  di nuovo in grado di connettere, e magari rispondere a quello stronzo di Giacomo che la sera prima via messaggio le aveva detto di ritenersi libera per le vacanze.
Pezzo di merda.
Lei ritenersi libera, non lui che andava ad Amsterdam con gli amici.
Non aveva avuto neppure il coraggio di lasciarla esplicitamente.
Sente il sonno avvolgerle il corpo.
Sta sognando di litigare con sua sorella quando sente una voce chiamarla.
“Carlotta?”.
Non apre gli occhi, sperando che Stefano - il proprietario della voce - realizzi che sta dormendo e se ne vada.
"Carlotta?".
Niente.
“Ho sonno Stefano”, bofonchia.
“Ma se dormi ora poi come fai stanotte?”, obietta lui.
Cosa gliene frega?
“Ho sonno ora, stanotte vediamo”.
Sente che lui le poggia una mano sulla caviglia.
“Vuoi che ti aiuti a svegliarti?”.
Ma basta! Perché non la lascia stare?
“Il caffè non mi fa effetto”, risponde senza aprire gli occhi.
“Non pensavo al caffè”.
Carlotta non ha voglia di chiedergli cosa abbia in mente, si augura solo che non si sia portato qualche sostanza stupefacente.
Sente un dito passare sotto la pianta del piede e istintivamente prova a ritrarlo, ma la mano di Stefano le impedisce di muoverlo.
“Non provarci, odio il solletico!”.
Sente un’altra mano immobilizzarle l’altra caviglia, a quel punto apre gli occhi.
Sul letto, oltre a Stefano, c’è anche Michele.
“Ragazzi, non fate scherzi eh”, li ammonisce, ma - come se avesse detto il contrario - sia Stefano che Michele cominciano a solleticarle la pianta di ciascun piede.
Carlotta vorrebbe opporsi, ma la presa dei due ragazzi è salda e non riesce a ritrarre i piedi.
Senza poterne fare a meno comincia a ridere.
Qualcuno entra nella stanza, si tratta di Alberto e Carlo.
“Alberto! Carlo! Aiutatemi!”, urla tra le risate.
Alberto sale sul letto e, senza dire nulla, si siede sul sedere di Carlotta.
"Perché limitarci a farle il solletico sotto ai piedi - dice - quando abbiamo a disposizione anche i fianchi e le ascelle?”.
Carlo le prende i polsi e li tira verso la testiera del letto, scoprendo le parti del corpo appena menzionate da Alberto.
Un attimo dopo Carlotta sente le dita di Alberto attaccarle i fianchi nudi e sobbalza.
“Pezzo di merda, smettila! - urla tra le risate - Mi fai morire! Basta!”.
Alberto non rallenta i suoi tocchi, anzi estende il suo raggio di azione anche al collo e alla schiena, mentre Stefano e Michele, sempre tenendola ferma, risalgono con le dita lungo le gambe della ragazza.
Carlotta sta veramente soffrendo, ma la forza dei quattro ragazzi non le permette di sottrarsi neppure temporaneamente da quel supplizio.
Sente Alberto che comincia ad armeggiare con la chiusura del suo reggiseno.
“Ehi, che cazzo fai? Non ci pensare neanche!”, lo ammonisce.
Alberto non reagisce, ma la ragazza sente la chiusura aprirsi e le due bande ricadere sul materasso accanto a lei.
Le dita di lui le percorrono i fianchi e le impediscono di stare ferma, così dopo poco i movimenti incontrollati del suo busto fanno sì che il reggiseno si stacchi dal suo corpo.
Alberto allunga una mano, lo afferra e lo getta a terra, poi riprende a solleticare Carlotta.
Lei è stordita dal solletico che quasi non si rende conto che Alberto, solleticandola lungo i fianchi e approfittando dei suoi movimenti scomposti, spesso passa le dita sulla base dei suoi seni, ormai nudi.
Si accorge però quando Alberto le slaccia uno dei laccetti che tengono assieme la mutandina del bikini.
“Alberto, non scherzare neppure! Lascia stare!”.
Prova a sollevarsi, ma Alberto è seduto sul suo sedere e gli è sufficiente appoggiarle una mano in mezzo alla schiena per farla ricadere sul materasso.
Le slaccia anche l’altra coppia di laccetti.
Prova a rotolare sul letto per disarcionare l’amico, ma è troppo pesante e non riesce a muoversi.
Finalmente Alberto parla, ma non pronuncia le parole che Carlotta vorrebbe sentire: “Stefano, mi sollevo per un momento, quando mi stacco strappale via le mutandine”.
Stefano acconsente e un attimo dopo Alberto compie una specie di sobbalzo sul sedere di Carlotta, e mentre è sollevato la ragazza sente una mano ghermirle la stoffa delle mutandine e strapparle via.
Ora è totalmente nuda.
Per la prima volta pensa che sta per essere stuprata.
Sono i suoi amici, ma sono visibilmente sovraeccitati e non si erano mai comportati così.
Dove si trova sua sorella?
E dove è Alex, che le vuole bene e non permetterebbe che nulla di male le succedesse?
“Ragazzi, non fate cose di cui vi pentireste. Siamo amici da una vita!”, li supplica.
Le mani di Alberto ormai corrono lungo il suo torso e le toccano i seni, piĂą sotto sente delle dita insinuarsi tra le sue natiche.
“Allargale le gambe!”, dice Stefano, e un attimo dopo Carlotta sente le due caviglie muoversi in direzione opposta, rendendo più accessibile la via verso il suo sesso.
La violenteranno, ora ne è certa.
Le mani di Alberto si stringono a coppa sui suoi seni.
Smette di agitarsi.
E se le andasse bene?
Loro sono quattro amici, e se è vero che le hanno messo le mani addosso senza chiederle il permesso, è altrettanto vero che forse lei quel permesso glielo avrebbe accordato.
Ecco, forse non tutti e quattro contemporaneamente, ma singolarmente glielo avrebbe accordato.
Sente delle dita insinuarsi tra le natiche e solleticarle le grandi labbra.
E’ bagnata.
“E’ bagnata!”, riferisce Stefano.
Un dito le entra dentro, neppure troppo delicatamente.
“Piano ragazzi!”, mormora Carlotta.
Il dito si muove dentro di lei, come un piccolo serpente epilettico.
Le piace, e non trattiene un sospiro, mentre anche le mani di Carlo corrono sui suoi seni.
“Allargale le chiappe”, sente dire Michele.
La mano libera di Stefano si posa sulla sua natica sinistra, Michele mette la sua su quella destra e gliele allargano, scoprendole il buco del sedere.
Un attimo dopo sente la punta di un dito - quello di Michele - stimolarle l’orifizio.
Non l’ha mai fatto, nulla è mai entrato da quel buco.
“Michele, per piacere”, gli dice, mentre il dito di Stefano continua a agitarsi nella sua vagina.
“Cosa fai, prima ci inviti qui e poi ti tiri indietro?”, le dice Michele all’orecchio.
Il suo alito sa di birra.
“Stefano, togli quel dito! - dice presagendo nulla di buono - Lasciatemi stare!”.
Prova a dimenarsi, ma sono in quattro e anche solo uno di loro avrebbe facilmente ragione su di lei, figuriamoci tutti assieme.
Stefano non toglie il dito e Michele affonda il suo di qualche centimetro.
Si lamenta.
“Ti piace stronza?”, le chiede Michele.
Sembra eccitato.
“No, vai via!”.
“Allora perchè sei venuta qui in bikini? Volevi provocarci?”.
“Volevo riposarmi!”.
Carlo le afferra le spalle e la solleva, in modo che Alberto possa insinuare le mani sotto al suo busto e toccarle i seni.
Carlotta sente le dita dell’amico pinzarle i capezzoli.
“Ragazzi state esagerando! Andate via, lasciatemi stare!”.
Come se avesse detto esattamente il contrario, gli amici intensificano i tocchi sul suo corpo.
Michele affonda l’intero dito dentro l’ano di Carlotta, strappandole un altro urletto, Stefano la stantuffa nella vagina.
Vuole che se ne vadano perchè non sa come potrebbe finire tutto ciò, ma allo stesso tempo sente il suo corpo vibrare dal piacere.
Basta, devono smetterla!
Cosa direbbe sua sorella se sapesse che sta loro permettendo di farle quello?
Prova a sollevarsi e a disarcionarli, ma sono troppo pesanti, ma per fortuna in quel momento si apre la porta ed entra Federica.
“Che sta succedendo qui?”, domanda sorpresa.
“Stanno per violentarmi!”, si lamenta Carlotta.
Federica si avvicina e vede meglio il dettaglio di quanto sta succedendo sul letto: Carlotta è nuda, Carlo le sta stringendo i capezzoli, Michele le ha infilato un dito nel sedere e Stefano un’altro nella passera.
“Stefano, ti spiace togliere il dito?”, chiede Federica.
Stefano esegue, così Carlotta tira un sospiro di sollievo.
Federica infila il dito al posto di quello di Stefano.
“Ehi, che fai?”, chiede Carlotta, ancora immobilizzata dagli amici e impossibilitata ad opporsi.
“Sei bagnata”, sentenzia Federica estraendo il dito.
“Io qui non vedo una che stava per essere violentata - dice facendo un passo indietro - ma una che viene a fare la puttana a casa mia. E le puttane vanno punite”.
Indica il comodino.
“Stefano, lì dentro ci sono delle corde, prendile. Voi nel frattempo non mollatela”.

(continua)
 
Mi spiace ti abbia infastidito, ma è fantasia.
Non hai mai visto un film di Tarantino?
Mai visto un horror?
Ecco, tolto che non mi permetto di paragonarmi a Tarantino, il senso è quello
 
Mi spiace ti abbia infastidito, ma è fantasia.
Non hai mai visto un film di Tarantino?
Mai visto un horror?
Ecco, tolto che non mi permetto di paragonarmi a Tarantino, il senso è quello
No, mai visto intero nessun film di Tarantino, qualche pezzo, soprattutto Pulp Fiction.
Qualsiasi rappresentazione della violenza implicitamente la giustifica e la rende accettabile.
 
No, mai visto intero nessun film di Tarantino, qualche pezzo, soprattutto Pulp Fiction.
Qualsiasi rappresentazione della violenza implicitamente la giustifica e la rende accettabile.
Mi sembra una maniera molto semplicistica di affrontare l'argomento, e non sono d'accordo.
Carlo Lucarelli quando in Almost Blue racconta di un serial killer giustifica l'omicidio seriale?
O Michael Connelly?
O Jo Nesbo?
La letteratura è piena di violenza, giustificarla è ben altra cosa, e - se vogliamo rimanere legati al sesso - non credo che scoprirai ora che esiste il sado maso.
Ripeto: è un racconto di fantasia, non sto raccontando di una mia amica che è stata violentata, i personaggi non esistono.
Cmq metto un disclaimer
[automerge]1666867127[/automerge]
No, avrei voluto mettere un disclaimer ma non posso piĂą modificarlo.
 
Mi sembra una maniera molto semplicistica di affrontare l'argomento, e non sono d'accordo.
Carlo Lucarelli quando in Almost Blue racconta di un serial killer giustifica l'omicidio seriale?
O Michael Connelly?
O Jo Nesbo?
La letteratura è piena di violenza, giustificarla è ben altra cosa, e - se vogliamo rimanere legati al sesso - non credo che scoprirai ora che esiste il sado maso.
Ripeto: è un racconto di fantasia, non sto raccontando di una mia amica che è stata violentata, i personaggi non esistono.
Cmq metto un disclaimer
[automerge]1666867127[/automerge]
No, avrei voluto mettere un disclaimer ma non posso piĂą modificarlo.
Cos'è un disclaimer che non lo so?

Non è una maniera semplicistica, purtroppo è così: non si parla della cronaca dei fatti, quella che può fare Lucarelli, ma della rappresentazione, letteraria, teatrale o cinematografica che sia (per altro compiaciuta, ma questo è un mio giudizio soggettivo) di atti di violenza, e come tale ognuna di queste rappresentazioni tende per definizione a rendere accettabile se stessa, da qui purtroppo non si scappa

Comunque tolgo il disturbo
 
Piccolo aggiornamento: alcuni mi hanno scritto chiedendo di proseguire, e così ho iniziato a scrivere un seguito.
Siccome però questo racconto mi è stato ispurato da un fatto vero capitato a quella che una volta era una mia amica e che ora è la mia compagna - decisamente meno spinto, ovviamente - sto valutando di raccontare quest'ultimo episodio.
Ditemi se vi sembra una buona idea.
 
Carlotta si gira sulla pancia e chiude gli occhi.
Si trova nel giardino della casa di campagna di Federica e sta prendendo il sole sdraiata in bikini sul suo telo mare.
E’ l’estate tra la quarta e la quinta liceo e con alcuni compagni di scuola hanno deciso di ritagliarsi una piccola vacanza approfittando della disponibilità della casa dell’amica.
E’ stanca: sono lì ormai da tre giorni e sta cominciando a patire il poco sonno e l’abuso di alcolici ai quali non è abituata.
Però ci tiene ad abbronzarsi per bene: ha una bella pelle ambrata che - esposta al sole - diventa subito scura e vuole sfoggiare una magnifica abbronzatura quando due settimane dopo sarebbe andata al mare con i suoi genitori.
Proprio a proposito di abbronzatura, si slaccia la chiusura del reggiseno per evitare che rimanga il segno bianco.
Chiude gli occhi e prova a riposarsi un attimo, quando sente qualcuno che si avvicina.
“Disturbo?”.
E’ Stefano.
Cosa gli può dire, di sì?
“No”.
“Prendi il sole?”.
“Sei perspicace, eh”.
Stefano ride.
“Il sole è forte, non hai paura di scottarti?”.
“No, sono resistente. Ma, già che sei qui, mi spalmi un po’ di crema?”.
Senza sollevarsi prende un flacone di crema dalla borsa e lo sporge all’amico.
Stefano si siede accanto a lei e versa un po’ di lozione sulla mano, poi la passa sulla schiena della ragazza.
Carlotta sospira.
“Tutto bene?”, chiede Stefano.
“Sì, è fresca. Fa piacere”.
Il ragazzo versa ancora un po’ di crema sulla schiena di Carlotta e prende a frizionarla.
Con la punta delle dita le spalma la crema sulle scapole, poi scende lungo la spina dorsale.
Il tocco è piacevole e Carlotta sospira nuovamente.
“Sei bravo a massaggiare”, dice con gli occhi chiusi.
Stefano sorride e con entrambe le mani estende il movimento ai fianchi della ragazza, poi risale.
Carlotta ha una terza abbondante e, avendo il reggiseno slacciato, la parte esterna dei seni sporge dalla sua figura.
Stefano, con noncuranza, passa le dita proprio lì sopra e le ritrae subito, cercando di carpire un’eventuale reazione avversa da parte dell’amica, che però non arriva.
Carlotta, da parte sua, ha avvertito il tocco di Stefano e sa che certamente non è stato casuale, ma non sa cosa fare.
Lui è solo un amico, ma quella carezza le è piaciuta.
Le dita di lui continuano a correre lungo la schiena, poi scendono di nuovo lungo i fianchi, poi ancora, fugacemente, sui seni.
Ora Carlotta si sta eccitando.
Allunga le braccia lungo la testa, in modo da lasciargli maggiore libertĂ  di movimento, e dopo un attimo le dita di Stefano sono nuovamente ad accarezzarla alla base delle tette.
E’ piacevole.
“Cosa succede qui?”.
E’ la voce di Michele, si sta avvicinando alle spalle di Carlotta.
“Le sto spalmando la crema sulla schiena”, risponde Stefano. Dal suo tono di voce è chiaro come non stia apprezzando l’arrivo dell’amico.
Michele sembra non cogliere e si siede sull’asciugamano all’altezza delle caviglie di Carlotta.
“Non sarebbe meglio spalmarla anche sulle gambe?”, domanda Michele.
Senza attendere risposta prende possesso del tubetto di crema e ne versa un po’ sulla mano.
Ecco, se Stefano può essere considerato un ragazzo carino, Michele è decisamente bello, è forse il più bello della scuola.
Appoggia la mano sul polpaccio di Carlotta e risale lentamente, mentre Stefano compie il movimento opposto lungo la sua spina dorsale.
La ragazza sente un brivido lungo il corpo.
Le dita di Michele indugiano sul tratto di pelle dietro al ginocchio, quello più sensibile, poi proseguono verso l’alto.
Con delicatezza risale lungo il suo interno coscia, poi con il polpastrello segue il profilo della mutandina fino ad arrivare all’altra gamba, poi ridiscende.
Stefano nel frattempo sta passando le dita sulla base dei seni di Carlotta, la quale inarca leggermente la schiena in modo da favorire il tocco.
Il ragazzo coglie l’invito e insinua le mani sotto il busto di lei, in cerca dei capezzoli, che però lei tiene ancora appoggiati all’asciugamano.
La mano di Michele ridiscende lungo l’altra gamba e si ferma nuovamente dietro al ginocchio.
Ha un tocco molto delicato e Carlotta si lascia sfuggire un sospiro.
“Ah, ecco dove siete!”, dice qualcuno.
E’ Alberto. E’ appena tornato dal supermercato e per questo è completamente vestito, a differenza degli altri che sono in costume.
Si inginocchia accanto a Michele.
Si lascia toccare?, domanda a bassa voce all’amico, che annuisce, così il nuovo arrivato si sposta in corrispondenza dei piedi della ragazza.
Con un dito passa lungo la pianta del piede destro.
Carlotta sospira.
I piedi sono per lei una parte del corpo molto sensibile e Alberto è decisamente bravo in quello. Pochi mesi prima, in gita scolastica, Alberto si era prestato a massaggiarglieli dopo una giornata in giro e Carlotta aveva apprezzato il suo tocco.
Si era bagnata, anche se non glielo aveva detto.
Con il pollice Alberto le friziona la pianta del piede, provocando l’ennesimo brivido nel corpo della ragazza, mentre Michele sta stimolando con la punta delle dita quella zona di pelle dell’interno coscia molto prossima alla sua figa.
Stefano ha ormai accesso ai capezzoli di Carlotta e li sta stringendo tra i polpastrelli, provocandole un gemito.
“Hai un bel culo, vediamo di abbronzarlo un po’”, dice Michele, e un attimo dopo raccoglie la stoffa delle mutandine di Carlotta nel solco tra le chiappe, come se portasse un perizoma.
Non l’ha mai fatto, non ha mai pensato di avere un sedere che meritasse di essere esposto, ma ora non oppone resistenza, così come non si ritrae alle dita di Michele che - con la scusa della crema - le passano lungo le chiappe.
Alberto nel frattempo le sta accarezzando ogni singolo dito dei piedi, trasmettendole piccole scariche di brividi.
Carlotta apre gli occhi e si guarda attorno.
Sempre sul prato, non lontana da lei, Federica si è messa in topless. certamente per sfoggiare la sua quarta di seno.
Poco lontano anche Martina è senza il reggiseno, anche se è distesa sulla pancia.
Non vede Gabriella, la sua sorella gemella.
“Ragazzi, mi volto un secondo”, dice velocemente per non avere modo di pentirsi.
Fa perno su un gomito e si volta, sdraiandosi sulla schiena e raccogliendo le mani dietro alla nuca.
Le sue tette nude fanno bella mostra di sè, così come i suoi capezzoli perfettamente eretti.
“Bisogna mettere un po’ di crema protettiva anche qui”, dice Stefano.
Mesce un po’ di liquido sulla pancia della ragazza e prende a spalmarlo con un movimento circolare.
E’ palesemente una scusa per toccarla, ma lo sanno tutti.
Coperta la pancia, compie la stessa operazione sul seno destro.
“Passami la crema”, lo esorta Michele, e quando ne entra in possesso lascia cadere un po’ di prodotto sul capezzolo sinistro.
L’effetto è fresco e molto eccitante, a maggior ragione dopo che l’amico comincia a frizionarle il seno con la punta delle dita.
Carlotta è ormai parecchio eccitata e si domanda se non debba porre uno stop a tutto questo prima che i ragazzi vadano fuori controllo.
Un gemito le esce dalla gola e interrompe i suoi pensieri: Alberto con la punta di tre dita le sta frizionando la figa attraverso la stoffa delle mutandine.
“Alberto, non esageriamo”, dice, ma nel frattempo allarga le gambe.
Il ragazzo non rimane turbato dalla contraddizione tra i gesti e le parole di Carlotta e prosegue con il suo movimento.
Si sta bagnando e un alone scuro sta emergendo sulla stoffa rosa del costume.
Alberto le slaccia il costume sul lato sinistro.
“No, fermo”, le dice lei, ma non fa nulla per fermarlo realmente, così Alberto slaccia anche il lato destro.
Ora l’unica parte del corpo di Carlotta ancora coperta è la sua figa, la cui vista è celata da pochi centimetri di costume.
Lei tiene le gambe larghe e le mani sotto la nuca, Stefano e Michele le stanno leccando i capezzoli, uno a testa.
Alberto rimuove anche l’ultimo indumento, scoprendo la rada peluria che copre la passera di Carlotta.
La ragazza tiene gli occhi chiusi, sembra non essersi accorta di essere ora completamente nuda.
Alberto le passa una mano tra le gambe, è bagnata.
La ragazza non reagisce al tocco, così le infila due dita dentro.
Carlotta apre occhi e bocca e geme.
“Ragazzi, sta cosa è andata oltre”, dice, ma tiene le gambe aperte.
Alberto la stantuffa con le dita un paio di volte.
Stefano e Michele si guardano.
“Andiamo in casa?”, dice Stefano.
Michele annuisce.
“No, ora mi rivesto e amici come prima”, dice Carlotta.
Michele le passa dietro alle spalle e la solleva afferrandola da sotto le ascelle, Stefano la prende per le caviglie.
La sollevano di peso e si indirizzano verso casa.
Entrano in casa e passano dal salone, dove una mezza dozzina tra ragazzi e ragazze sono seduti attorno al tavolo intenti a giocare a Risiko.
Gli occhi di tutti si posano sul corpo nudo di Carlotta che, in quella posizione, non può neppure coprirsi.
Imboccano la scala che porta al piano di sopra e entrano nella stanza da letto.
Lì, sul letto, c’è Gabriella, la sorella gemella di Carlotta, con Alex.
Lei ha addosso solo un paio di mutandine e il ragazzo le sta baciando le tette.
Chiudono la porta e si spostano nella stanza accanto, gettano Carlotta sul letto e serrano la porta.
 
Ciao.
Rispondo collettivamente a chi mi ha scritto.
Ho scelto di chiudere il racconto in quella maniera perché io personalmente non ero entrato nella stanza e non ero testimone di quanto successo.
Negli anni Carlotta - ora diventata la mia compagna - mi aveva sempre detto che anche una volta in stanza si erano limitati a toccarla, versione dei fatti alla quale onestamente poco credevo, visto che nella pratica la stavano già toccando fuori all’aperto e avrebbero potuto continuare li.
Avevo evitato di approfondire, frattanto che non stava con me non era un mio problema.
Pero scrivendo il racconto mi era venuta la curiosità e così qualche giorno fa le ho chiesto di dirmi la verità, e che tanto nulla sarebbe cambiato essendo trascorso parecchio tempo.
Ebbene, una volta nella stanza Stefano se le scopata davanti agli altri, poi Alberto e Michele hanno fatto Una doppia (inteso come figa e bocca).
Saluti.
 
Stefano chiude la porta a chiave.
Carlotta si mette in ginocchio sul materasso e mette a fuoco la situazione.
E’ nuda, si è già fatta toccare ovunque, i quattro ragazzi sono chiaramente eccitati, almeno a giudicare dalle erezioni facilmente intuibili sotto i loro costumi.
Vuole veramente farsi scopare da tutti e quattro?
Lei, che al suo attivo ha due rapporti sessuali con il suo ragazzo, il quale la sta aspettando a casa?
“Non preoccuparti, siamo tutti solo amici”, gli aveva detto lei quando lo aveva salutato tre giorni prima.
No, non voleva tradirlo, ma allo sesso tempo sì, lo voleva fortissimamente.
Voleva quei ragazzi.
Stefano le salta addosso e le strofina il pacco sulla figa.
Ha ancora il costume addosso, ma l’erezione è prepotente e la stoffa è intrisa di liquido seminale.
“Ora ti scopo!”, le dice.
“Se mi volete - gli dice lei all’orecchio - dovete tenermi ferma”.
Stefano si solleva un attimo.
“In che senso?”.
“Immobilizzatemi. Non fatemi scappare”.
“Ma a te sta bene, vero?”.
“A me sta bene, ma voglio che sia così”.
Claudio capisce prima degli altri, si getta sul letto alle spalle di Carlotta e le afferra i polsi, costringendola a sdraiarsi sul materasso con le braccia sopra la testa.
Michele le prende la caviglia sinistra e Alberto la destra, poi le allargano le gambe.
Carlotta si lascia sfuggire un gemito di eccitazione.
Non può toccarsi, ma se lo facesse constaterebbe che la sua passera è intrisa di umori.
Stefano si libera del costume, esponendo un’erezione importante.
“Sei una troia, sai?”, le dice.
Questo lo eccita ancora di piĂą.
“Allora infilamelo dentro, mentre i tuoi amici mi tengono”.
Stefano non se lo fa ripetere: si sdraia sulla ragazza e le infila il cazzo dentro.
Penetra senza difficoltà, e il suo ingresso è accolto da un forte sospiro di Carlotta.
Comincia a stantuffarla: è tanto che non fa sesso con una ragazza e ha voglia di venire, non importa se durerà poco.
Carlotta da parte sua l’ultima volta che aveva avvertito un corpo estraneo dentro di sè era stato la settimana prima, quando - da sola in casa - si era data piacere con un cetriolo trovato nel frigorifero, quello stesso cetriolo che la sera suo padre si era tagliato nell’insalata.
Vengono assieme, il tutto dopo al massimo due minuti di rapporto.
Stefano si sfila e torna in piedi.
Sta ancora ansimando.
“Michele, vuoi scopartela tu?”, chiede all’amico che ancora trattiene la caviglia di Carlotta tra le mani.
“Io voglio che me lo prenda in bocca”, ribatte Michele.
Angela, la sua ragazza, non aveva mai voluto cedere alle sue insistenze; Carlotta, da parte sua, l’aveva fatto solo tre volte.
Era il momento giusto di ampliare l’esperienza.
Scende dal letto e si inginocchia.
Apre la bocca.
Michele si libera del costume e introduce il membro eretto tra le labbra di Carlotta, che lo accoglie in profonditĂ .
Non ha molta esperienza, ma sa come funziona un membro maschile e così con la lingua lo accarezza alla base.
Michele da parte sua ha ancora meno esperienza: sta con Angela da due anni e scopano senza problemi, ma lei non ha mai voluto cedere al sesso orale.
Le fa schifo, dice, e poi lo trova una pratica da troia.
“Sei una troia”, dice a Carlotta.
Lei allunga la mano verso lo scroto dell’amico e lo stimola con la punta delle dita.
Michele reagisce con un sospiro.
Le labbra di Carlotta scendono e risalgono lungo l’asta, che ora ha la stessa consistenza del granito.
Michele poggia la mano sulla nuca dell’amica e detta il ritmo.
Gli sta piacendo molto, ma la presenza degli altri ragazzi lo turba un po’, così chiude gli occhi per non vederli.
Carlotta sente il glande di Michele passarle sul palato, nel contempo lavora ancora di lingua.
L’eiaculazione del ragazzo è tanto improvvisa quanto copiosa: un getto di sperma le riempie la bocca, accompagnato da una specie di ululato da parte dell’amico.
Carlotta ingoia diligentemente e si alza in piedi, mentre Michele, esausto, si lascia cadere su una sedia.
Alberto e Carlo la guardano come due leoni guarderebbero una preda, tanto che Carlotta si sente quasi intimidita.
Arretra verso la parete.
I loro sguardi la eccitano, ma come può dire quello che le passa per la mente senza passare per una puttana?
“Vi prego, non prendetemi in due!”, dice.
La sua frase genera nei due compagni di scuola un desiderio che prima non avevano.
Prima che possa pentirsi di quanto appena detto sente due braccia che la cingono da dietro.
E’ Stefano che la solleva e la getta sul letto, poi si inginocchia accanto a lei e le immobilizza i polsi dietro alla schiena.
“Dai ragazzi che la tengo io!”, dice.
Carlotta è eccitata a mille, sta per vivere nella realtà un’esperienza che a malapena aveva sognato durante le sue fantasie masturbatorie.
Stefano la forza a chinarsi sul materasso, Alberto e Carlo si denudano.
Carlotta è in ginocchio con la faccia sul letto.
“Allarga ste gambe!”, le ordina Carlo.
La ragazza esegue e dopo un attimo sente il membro di Carlo appoggiarsi al suo ano.
“No, ti prego, non lì”, gli chiede.
Carlo abbassa il raggio di azione e Carlotta sente il glande sfiorarle le grandi labbra.
La ragazza sospira.
L’amico entra dentro di lei, che si lascia sfuggire un gemito.
Il pene di Carlo è grosso e la riempie bene,
Lui la afferra per i fianchi e comincia a pompare dentro di lei, nel frattempo anche Alberto sale sul materasso.
Si porta davanti al volto di Carlotta e le porge il membro, lei apre la bocca e lo accoglie.
Carlo guida il movimento tenendola per i fianchi, Alberto fa lo stesso poggiandole una mano sulla nuca; Stefano, in piedi accanto al letto, è di nuovo duro e si sta segando.
Carlotta cerca di concentrarsi su entrambi i cazzi che la stanno riempiendo.
Non ha mai fatto nulla del genere e ha paura di sembrare inesperta, così cerca di stimolare entrambi.
Fa caldo ed è stanca, ma per fortuna i due ragazzi son già sufficientemente eccitati di loro e vengono dopo poco: prima Carlo dietro, poi Alberto in bocca.
Senza dire una parola scendono dal letto e si rivestono.
“Tu non ti rivesti, puttana?”. chiede Stefano a Carlotta che è ancora nuda sul letto.
“Ho lasciato il costume sul prato”, risponde la ragazza.
Si corica su un fianco.
“Non puoi rimettertelo”, le dice Alberto.
“E perchè?”, domanda lei.
“Hai perso la scommessa, devi stare nuda un’ora”.
Lei ride.
“E se contravvengo cosa fate, mi scopate in quattro?”.
“No, ma diciamo a tutti cosa è successo qui. Se invece rimani nuda diremo che ci siamo limitati a toccarti un po’”.
Carlotta non replica.
“Scegli tu”, ribadisce Alberto, e se ne vanno.
Carlotta si abbandona sul letto.
Deve farsi una doccia.
 
Si avvolge nell’asciugamano e torna sul prato.
La guardano in diversi e abbassa lo sguardo; fa solo in tempo a notare che sua sorella si è a sua volta tolta il reggiseno e si sta facendo accarezzare da Alex.
Quella è chiaramente una doppia vendetta: Alex è tutto l’anno che le sta dietro e interessandosi a sua sorella le sta facendo capire che non ha apprezzato la sua mossa di farsi toccare da tutti (qualcuno innamorato avrebbe potuto farlo?), sua sorella le sta facendo capire che qualcuno si interessa anche a lei se vuole.
Getta l’asciugamano a terra e si sdraia sulla pancia.
Se ne è appena scopati quattro, e allora?
Deve rendere conto a qualcuno di quello che fa?
Forse a Paolo, il suo ragazzo, ma non è lì.
Il sole le accarezza la pelle.
Non avrebbe mai preso il sole nuda e certamente non di fronte ai suoi compagni di scuola, ma ora che si trova in quella condizione le piace la sensazione.
Il calore sulla pelle è piacevole e certamente il suo corpo sarà ancora più bello con un’abbronzatura uniforme.
Si volta per abbronzare seni e inguine.
Il sole è molto forte, così si copre gli occhi con l’avambraccio.
La mossa non passa inosservata a Marco, Andrea, Fabrizio e Gianfranco che subito impugnano le macchine fotografiche e si avvicinano alla ragazza.
Le scattano una decina di foto a testa e tornano al loro posto prima che lei se ne accorga.
Alex, impossibilitato a fotografarla a sua volta poichè intento ad accarezzare la sorella, al rientro della vacanza si sarebbe fatto fare un duplicato delle foto di Carlotta dagli amici e le avrebbe custodite a lungo nel cassetto del comodino, a portata di mano per innumerevoli seghe.
Il fratello di Alex, piĂą giovane di due anni, le avrebbe trovate cercando una gomma da cancellare e, assieme ai suoi tre migliori amici, ci si sarebbe segato a lungo.
Ovviamente la diffusione delle foto cartacee - certamente meno agevole rispetto al digitale, ma comunque di facile realizzazione - non si sarebbe limitata al solo Alex, e a settembre altri sette ragazzi della scuola avrebbero avuto tra le mani le istantanee di Carlotta nuda.
Questi sarebbero stati così incauti di guardarle in classe e il professore di fisica, attirato da quel ridacchiare sommesso, se le sarebbe fatte consegnare, ovviamente senza che la ragazza nemmeno sospettasse di quali foto fossero.
Le avrebbe portate in sala insegnanti e mostrate anche al professore di inglese e quello di educazione fisica, il quale già era solito masturbarsi pensando alle sue allieve più carine, tra le quali già c’era Carlotta.
Non in ultimo, il fotografo al quale si rivolsero per stampare i duplicati pensò bene di farne uno anche per lui, anche perchè lo studio si trovava a pochi isolati di distanza dall’abitazione di Carlotta e conosceva quella ragazzina.
A tirare le somme, dopo quel pomeriggio oltre venti persone avrebbero posato gli occhi sul corpo nudo di Carlotta, chi perchè direttamente presente e chi attraverso le foto.
Anni dopo, quando Alex e Carlotta si sarebbero sposati, alla cerimonia avrebbero quindi assistito una trentina di persone che l’avevano vista senza vestiti, nove che se la erano scopata - cinque dei quali erano amici anche dello sposo e altri quattro colleghi di lei - e una quarantina che si erano masturbati pensando a lei, tra i quali il padre dello sposo e la sorella di lei.
Ma questa è un’altra storia.
 
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