Alex666
"Level 5"
- Messaggi
- 1,693
- Punteggio reazione
- 2,113
- Punti
- 124
Carlotta entra in casa e si dirige verso la stanza da letto.
Sono solo le tre del pomeriggio, ma è stanca e vuole riposarsi.
E’ in bikini, anche se non si trova al mare.
Lei e i suoi compagni di liceo sono ospiti da un paio di giorni nella casa di campagna di Federica, una sorta di piccola vacanza al termine dell’anno scolastico, e quel giorno ha passato diverse ore al sole.
Troppe, a giudicare dal mal di testa, causato probabilmente anche dal poco sonno.
Apre la porta di quella che è la stanza da letto dei genitori di Federica, in quel momento impegnati in una crociera in Grecia.
Fortunatamente, perché diversamente loro non avrebbero potuto essere lì.
E’ per altro rimasta piuttosto sorpresa quando Federica l’aveva invitata, giacchè tra loro non corre propriamente buon sangue.
Nessun motivo particolare, ma non si piacciono.
Si sdraia sul letto a pancia in giĂą e chiude gli occhi.
Vuole riposarsi un paio di ore, a quel punto sarĂ di nuovo in grado di connettere, e magari rispondere a quello stronzo di Giacomo che la sera prima via messaggio le aveva detto di ritenersi libera per le vacanze.
Pezzo di merda.
Lei ritenersi libera, non lui che andava ad Amsterdam con gli amici.
Non aveva avuto neppure il coraggio di lasciarla esplicitamente.
Sente il sonno avvolgerle il corpo.
Sta sognando di litigare con sua sorella quando sente una voce chiamarla.
“Carlotta?”.
Non apre gli occhi, sperando che Stefano - il proprietario della voce - realizzi che sta dormendo e se ne vada.
"Carlotta?".
Niente.
“Ho sonno Stefano”, bofonchia.
“Ma se dormi ora poi come fai stanotte?”, obietta lui.
Cosa gliene frega?
“Ho sonno ora, stanotte vediamo”.
Sente che lui le poggia una mano sulla caviglia.
“Vuoi che ti aiuti a svegliarti?”.
Ma basta! Perché non la lascia stare?
“Il caffè non mi fa effetto”, risponde senza aprire gli occhi.
“Non pensavo al caffè”.
Carlotta non ha voglia di chiedergli cosa abbia in mente, si augura solo che non si sia portato qualche sostanza stupefacente.
Sente un dito passare sotto la pianta del piede e istintivamente prova a ritrarlo, ma la mano di Stefano le impedisce di muoverlo.
“Non provarci, odio il solletico!”.
Sente un’altra mano immobilizzarle l’altra caviglia, a quel punto apre gli occhi.
Sul letto, oltre a Stefano, c’è anche Michele.
“Ragazzi, non fate scherzi eh”, li ammonisce, ma - come se avesse detto il contrario - sia Stefano che Michele cominciano a solleticarle la pianta di ciascun piede.
Carlotta vorrebbe opporsi, ma la presa dei due ragazzi è salda e non riesce a ritrarre i piedi.
Senza poterne fare a meno comincia a ridere.
Qualcuno entra nella stanza, si tratta di Alberto e Carlo.
“Alberto! Carlo! Aiutatemi!”, urla tra le risate.
Alberto sale sul letto e, senza dire nulla, si siede sul sedere di Carlotta.
"Perché limitarci a farle il solletico sotto ai piedi - dice - quando abbiamo a disposizione anche i fianchi e le ascelle?”.
Carlo le prende i polsi e li tira verso la testiera del letto, scoprendo le parti del corpo appena menzionate da Alberto.
Un attimo dopo Carlotta sente le dita di Alberto attaccarle i fianchi nudi e sobbalza.
“Pezzo di merda, smettila! - urla tra le risate - Mi fai morire! Basta!”.
Alberto non rallenta i suoi tocchi, anzi estende il suo raggio di azione anche al collo e alla schiena, mentre Stefano e Michele, sempre tenendola ferma, risalgono con le dita lungo le gambe della ragazza.
Carlotta sta veramente soffrendo, ma la forza dei quattro ragazzi non le permette di sottrarsi neppure temporaneamente da quel supplizio.
Sente Alberto che comincia ad armeggiare con la chiusura del suo reggiseno.
“Ehi, che cazzo fai? Non ci pensare neanche!”, lo ammonisce.
Alberto non reagisce, ma la ragazza sente la chiusura aprirsi e le due bande ricadere sul materasso accanto a lei.
Le dita di lui le percorrono i fianchi e le impediscono di stare ferma, così dopo poco i movimenti incontrollati del suo busto fanno sì che il reggiseno si stacchi dal suo corpo.
Alberto allunga una mano, lo afferra e lo getta a terra, poi riprende a solleticare Carlotta.
Lei è stordita dal solletico che quasi non si rende conto che Alberto, solleticandola lungo i fianchi e approfittando dei suoi movimenti scomposti, spesso passa le dita sulla base dei suoi seni, ormai nudi.
Si accorge però quando Alberto le slaccia uno dei laccetti che tengono assieme la mutandina del bikini.
“Alberto, non scherzare neppure! Lascia stare!”.
Prova a sollevarsi, ma Alberto è seduto sul suo sedere e gli è sufficiente appoggiarle una mano in mezzo alla schiena per farla ricadere sul materasso.
Le slaccia anche l’altra coppia di laccetti.
Prova a rotolare sul letto per disarcionare l’amico, ma è troppo pesante e non riesce a muoversi.
Finalmente Alberto parla, ma non pronuncia le parole che Carlotta vorrebbe sentire: “Stefano, mi sollevo per un momento, quando mi stacco strappale via le mutandine”.
Stefano acconsente e un attimo dopo Alberto compie una specie di sobbalzo sul sedere di Carlotta, e mentre è sollevato la ragazza sente una mano ghermirle la stoffa delle mutandine e strapparle via.
Ora è totalmente nuda.
Per la prima volta pensa che sta per essere stuprata.
Sono i suoi amici, ma sono visibilmente sovraeccitati e non si erano mai comportati così.
Dove si trova sua sorella?
E dove è Alex, che le vuole bene e non permetterebbe che nulla di male le succedesse?
“Ragazzi, non fate cose di cui vi pentireste. Siamo amici da una vita!”, li supplica.
Le mani di Alberto ormai corrono lungo il suo torso e le toccano i seni, piĂą sotto sente delle dita insinuarsi tra le sue natiche.
“Allargale le gambe!”, dice Stefano, e un attimo dopo Carlotta sente le due caviglie muoversi in direzione opposta, rendendo più accessibile la via verso il suo sesso.
La violenteranno, ora ne è certa.
Le mani di Alberto si stringono a coppa sui suoi seni.
Smette di agitarsi.
E se le andasse bene?
Loro sono quattro amici, e se è vero che le hanno messo le mani addosso senza chiederle il permesso, è altrettanto vero che forse lei quel permesso glielo avrebbe accordato.
Ecco, forse non tutti e quattro contemporaneamente, ma singolarmente glielo avrebbe accordato.
Sente delle dita insinuarsi tra le natiche e solleticarle le grandi labbra.
E’ bagnata.
“E’ bagnata!”, riferisce Stefano.
Un dito le entra dentro, neppure troppo delicatamente.
“Piano ragazzi!”, mormora Carlotta.
Il dito si muove dentro di lei, come un piccolo serpente epilettico.
Le piace, e non trattiene un sospiro, mentre anche le mani di Carlo corrono sui suoi seni.
“Allargale le chiappe”, sente dire Michele.
La mano libera di Stefano si posa sulla sua natica sinistra, Michele mette la sua su quella destra e gliele allargano, scoprendole il buco del sedere.
Un attimo dopo sente la punta di un dito - quello di Michele - stimolarle l’orifizio.
Non l’ha mai fatto, nulla è mai entrato da quel buco.
“Michele, per piacere”, gli dice, mentre il dito di Stefano continua a agitarsi nella sua vagina.
“Cosa fai, prima ci inviti qui e poi ti tiri indietro?”, le dice Michele all’orecchio.
Il suo alito sa di birra.
“Stefano, togli quel dito! - dice presagendo nulla di buono - Lasciatemi stare!”.
Prova a dimenarsi, ma sono in quattro e anche solo uno di loro avrebbe facilmente ragione su di lei, figuriamoci tutti assieme.
Stefano non toglie il dito e Michele affonda il suo di qualche centimetro.
Si lamenta.
“Ti piace stronza?”, le chiede Michele.
Sembra eccitato.
“No, vai via!”.
“Allora perchè sei venuta qui in bikini? Volevi provocarci?”.
“Volevo riposarmi!”.
Carlo le afferra le spalle e la solleva, in modo che Alberto possa insinuare le mani sotto al suo busto e toccarle i seni.
Carlotta sente le dita dell’amico pinzarle i capezzoli.
“Ragazzi state esagerando! Andate via, lasciatemi stare!”.
Come se avesse detto esattamente il contrario, gli amici intensificano i tocchi sul suo corpo.
Michele affonda l’intero dito dentro l’ano di Carlotta, strappandole un altro urletto, Stefano la stantuffa nella vagina.
Vuole che se ne vadano perchè non sa come potrebbe finire tutto ciò, ma allo stesso tempo sente il suo corpo vibrare dal piacere.
Basta, devono smetterla!
Cosa direbbe sua sorella se sapesse che sta loro permettendo di farle quello?
Prova a sollevarsi e a disarcionarli, ma sono troppo pesanti, ma per fortuna in quel momento si apre la porta ed entra Federica.
“Che sta succedendo qui?”, domanda sorpresa.
“Stanno per violentarmi!”, si lamenta Carlotta.
Federica si avvicina e vede meglio il dettaglio di quanto sta succedendo sul letto: Carlotta è nuda, Carlo le sta stringendo i capezzoli, Michele le ha infilato un dito nel sedere e Stefano un’altro nella passera.
“Stefano, ti spiace togliere il dito?”, chiede Federica.
Stefano esegue, così Carlotta tira un sospiro di sollievo.
Federica infila il dito al posto di quello di Stefano.
“Ehi, che fai?”, chiede Carlotta, ancora immobilizzata dagli amici e impossibilitata ad opporsi.
“Sei bagnata”, sentenzia Federica estraendo il dito.
“Io qui non vedo una che stava per essere violentata - dice facendo un passo indietro - ma una che viene a fare la puttana a casa mia. E le puttane vanno punite”.
Indica il comodino.
“Stefano, lì dentro ci sono delle corde, prendile. Voi nel frattempo non mollatela”.
(continua)
Sono solo le tre del pomeriggio, ma è stanca e vuole riposarsi.
E’ in bikini, anche se non si trova al mare.
Lei e i suoi compagni di liceo sono ospiti da un paio di giorni nella casa di campagna di Federica, una sorta di piccola vacanza al termine dell’anno scolastico, e quel giorno ha passato diverse ore al sole.
Troppe, a giudicare dal mal di testa, causato probabilmente anche dal poco sonno.
Apre la porta di quella che è la stanza da letto dei genitori di Federica, in quel momento impegnati in una crociera in Grecia.
Fortunatamente, perché diversamente loro non avrebbero potuto essere lì.
E’ per altro rimasta piuttosto sorpresa quando Federica l’aveva invitata, giacchè tra loro non corre propriamente buon sangue.
Nessun motivo particolare, ma non si piacciono.
Si sdraia sul letto a pancia in giĂą e chiude gli occhi.
Vuole riposarsi un paio di ore, a quel punto sarĂ di nuovo in grado di connettere, e magari rispondere a quello stronzo di Giacomo che la sera prima via messaggio le aveva detto di ritenersi libera per le vacanze.
Pezzo di merda.
Lei ritenersi libera, non lui che andava ad Amsterdam con gli amici.
Non aveva avuto neppure il coraggio di lasciarla esplicitamente.
Sente il sonno avvolgerle il corpo.
Sta sognando di litigare con sua sorella quando sente una voce chiamarla.
“Carlotta?”.
Non apre gli occhi, sperando che Stefano - il proprietario della voce - realizzi che sta dormendo e se ne vada.
"Carlotta?".
Niente.
“Ho sonno Stefano”, bofonchia.
“Ma se dormi ora poi come fai stanotte?”, obietta lui.
Cosa gliene frega?
“Ho sonno ora, stanotte vediamo”.
Sente che lui le poggia una mano sulla caviglia.
“Vuoi che ti aiuti a svegliarti?”.
Ma basta! Perché non la lascia stare?
“Il caffè non mi fa effetto”, risponde senza aprire gli occhi.
“Non pensavo al caffè”.
Carlotta non ha voglia di chiedergli cosa abbia in mente, si augura solo che non si sia portato qualche sostanza stupefacente.
Sente un dito passare sotto la pianta del piede e istintivamente prova a ritrarlo, ma la mano di Stefano le impedisce di muoverlo.
“Non provarci, odio il solletico!”.
Sente un’altra mano immobilizzarle l’altra caviglia, a quel punto apre gli occhi.
Sul letto, oltre a Stefano, c’è anche Michele.
“Ragazzi, non fate scherzi eh”, li ammonisce, ma - come se avesse detto il contrario - sia Stefano che Michele cominciano a solleticarle la pianta di ciascun piede.
Carlotta vorrebbe opporsi, ma la presa dei due ragazzi è salda e non riesce a ritrarre i piedi.
Senza poterne fare a meno comincia a ridere.
Qualcuno entra nella stanza, si tratta di Alberto e Carlo.
“Alberto! Carlo! Aiutatemi!”, urla tra le risate.
Alberto sale sul letto e, senza dire nulla, si siede sul sedere di Carlotta.
"Perché limitarci a farle il solletico sotto ai piedi - dice - quando abbiamo a disposizione anche i fianchi e le ascelle?”.
Carlo le prende i polsi e li tira verso la testiera del letto, scoprendo le parti del corpo appena menzionate da Alberto.
Un attimo dopo Carlotta sente le dita di Alberto attaccarle i fianchi nudi e sobbalza.
“Pezzo di merda, smettila! - urla tra le risate - Mi fai morire! Basta!”.
Alberto non rallenta i suoi tocchi, anzi estende il suo raggio di azione anche al collo e alla schiena, mentre Stefano e Michele, sempre tenendola ferma, risalgono con le dita lungo le gambe della ragazza.
Carlotta sta veramente soffrendo, ma la forza dei quattro ragazzi non le permette di sottrarsi neppure temporaneamente da quel supplizio.
Sente Alberto che comincia ad armeggiare con la chiusura del suo reggiseno.
“Ehi, che cazzo fai? Non ci pensare neanche!”, lo ammonisce.
Alberto non reagisce, ma la ragazza sente la chiusura aprirsi e le due bande ricadere sul materasso accanto a lei.
Le dita di lui le percorrono i fianchi e le impediscono di stare ferma, così dopo poco i movimenti incontrollati del suo busto fanno sì che il reggiseno si stacchi dal suo corpo.
Alberto allunga una mano, lo afferra e lo getta a terra, poi riprende a solleticare Carlotta.
Lei è stordita dal solletico che quasi non si rende conto che Alberto, solleticandola lungo i fianchi e approfittando dei suoi movimenti scomposti, spesso passa le dita sulla base dei suoi seni, ormai nudi.
Si accorge però quando Alberto le slaccia uno dei laccetti che tengono assieme la mutandina del bikini.
“Alberto, non scherzare neppure! Lascia stare!”.
Prova a sollevarsi, ma Alberto è seduto sul suo sedere e gli è sufficiente appoggiarle una mano in mezzo alla schiena per farla ricadere sul materasso.
Le slaccia anche l’altra coppia di laccetti.
Prova a rotolare sul letto per disarcionare l’amico, ma è troppo pesante e non riesce a muoversi.
Finalmente Alberto parla, ma non pronuncia le parole che Carlotta vorrebbe sentire: “Stefano, mi sollevo per un momento, quando mi stacco strappale via le mutandine”.
Stefano acconsente e un attimo dopo Alberto compie una specie di sobbalzo sul sedere di Carlotta, e mentre è sollevato la ragazza sente una mano ghermirle la stoffa delle mutandine e strapparle via.
Ora è totalmente nuda.
Per la prima volta pensa che sta per essere stuprata.
Sono i suoi amici, ma sono visibilmente sovraeccitati e non si erano mai comportati così.
Dove si trova sua sorella?
E dove è Alex, che le vuole bene e non permetterebbe che nulla di male le succedesse?
“Ragazzi, non fate cose di cui vi pentireste. Siamo amici da una vita!”, li supplica.
Le mani di Alberto ormai corrono lungo il suo torso e le toccano i seni, piĂą sotto sente delle dita insinuarsi tra le sue natiche.
“Allargale le gambe!”, dice Stefano, e un attimo dopo Carlotta sente le due caviglie muoversi in direzione opposta, rendendo più accessibile la via verso il suo sesso.
La violenteranno, ora ne è certa.
Le mani di Alberto si stringono a coppa sui suoi seni.
Smette di agitarsi.
E se le andasse bene?
Loro sono quattro amici, e se è vero che le hanno messo le mani addosso senza chiederle il permesso, è altrettanto vero che forse lei quel permesso glielo avrebbe accordato.
Ecco, forse non tutti e quattro contemporaneamente, ma singolarmente glielo avrebbe accordato.
Sente delle dita insinuarsi tra le natiche e solleticarle le grandi labbra.
E’ bagnata.
“E’ bagnata!”, riferisce Stefano.
Un dito le entra dentro, neppure troppo delicatamente.
“Piano ragazzi!”, mormora Carlotta.
Il dito si muove dentro di lei, come un piccolo serpente epilettico.
Le piace, e non trattiene un sospiro, mentre anche le mani di Carlo corrono sui suoi seni.
“Allargale le chiappe”, sente dire Michele.
La mano libera di Stefano si posa sulla sua natica sinistra, Michele mette la sua su quella destra e gliele allargano, scoprendole il buco del sedere.
Un attimo dopo sente la punta di un dito - quello di Michele - stimolarle l’orifizio.
Non l’ha mai fatto, nulla è mai entrato da quel buco.
“Michele, per piacere”, gli dice, mentre il dito di Stefano continua a agitarsi nella sua vagina.
“Cosa fai, prima ci inviti qui e poi ti tiri indietro?”, le dice Michele all’orecchio.
Il suo alito sa di birra.
“Stefano, togli quel dito! - dice presagendo nulla di buono - Lasciatemi stare!”.
Prova a dimenarsi, ma sono in quattro e anche solo uno di loro avrebbe facilmente ragione su di lei, figuriamoci tutti assieme.
Stefano non toglie il dito e Michele affonda il suo di qualche centimetro.
Si lamenta.
“Ti piace stronza?”, le chiede Michele.
Sembra eccitato.
“No, vai via!”.
“Allora perchè sei venuta qui in bikini? Volevi provocarci?”.
“Volevo riposarmi!”.
Carlo le afferra le spalle e la solleva, in modo che Alberto possa insinuare le mani sotto al suo busto e toccarle i seni.
Carlotta sente le dita dell’amico pinzarle i capezzoli.
“Ragazzi state esagerando! Andate via, lasciatemi stare!”.
Come se avesse detto esattamente il contrario, gli amici intensificano i tocchi sul suo corpo.
Michele affonda l’intero dito dentro l’ano di Carlotta, strappandole un altro urletto, Stefano la stantuffa nella vagina.
Vuole che se ne vadano perchè non sa come potrebbe finire tutto ciò, ma allo stesso tempo sente il suo corpo vibrare dal piacere.
Basta, devono smetterla!
Cosa direbbe sua sorella se sapesse che sta loro permettendo di farle quello?
Prova a sollevarsi e a disarcionarli, ma sono troppo pesanti, ma per fortuna in quel momento si apre la porta ed entra Federica.
“Che sta succedendo qui?”, domanda sorpresa.
“Stanno per violentarmi!”, si lamenta Carlotta.
Federica si avvicina e vede meglio il dettaglio di quanto sta succedendo sul letto: Carlotta è nuda, Carlo le sta stringendo i capezzoli, Michele le ha infilato un dito nel sedere e Stefano un’altro nella passera.
“Stefano, ti spiace togliere il dito?”, chiede Federica.
Stefano esegue, così Carlotta tira un sospiro di sollievo.
Federica infila il dito al posto di quello di Stefano.
“Ehi, che fai?”, chiede Carlotta, ancora immobilizzata dagli amici e impossibilitata ad opporsi.
“Sei bagnata”, sentenzia Federica estraendo il dito.
“Io qui non vedo una che stava per essere violentata - dice facendo un passo indietro - ma una che viene a fare la puttana a casa mia. E le puttane vanno punite”.
Indica il comodino.
“Stefano, lì dentro ci sono delle corde, prendile. Voi nel frattempo non mollatela”.
(continua)