FILM Porno soft - Erotici d'autore

Il peccato di Lola


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Il peccato di Lola è un film del 1984 (ITA) di genere Drammatico/Commedia, diretto da Bruno Gaburro, con Donatella Damiani, Scott Coffey, Gabriele Tinti, Peter Boom, Jacques Stany, Maurice Poli. Durata 88 minuti.




Sinossi

L'adolescente Alberto è rimasto da solo nell'immensa villa di famiglia dopo la partenza della madre. Il ragazzo sta per trascorrere l'ultima settimana di vacanza quando nella dimora arriva la nuova governante Lola, una ragazza affascinante che si veste con abiti sexy e succinti. Peccato che la donna perda accidentalmente la vita proprio all'interno della casa e Angus, su consiglio del suo maggiordomo, decida di seppellirla nel parco attiguo. Il giorno successivo il giovane scopre che la bara è stata profanata e nei pressi di essa rinviene un biglietto ricattatorio.



Trama


Albert, un giovane appartenente all'alta borghesia londinese, alla partenza della madre rimane nell'enorme villa di famiglia, in compagnia dell'autista Angus. L'arrivo della procace governante Lola mette in subbuglio i sensi del ragazzo. Lola cerca di sedurre Albert e si scontra, sin dall'inizio, con Angus che mette in guardia Albert dal carattere insidioso di Lola. In un momento in cui Lola avverte improvvisamente un malore, Albert la soccorre somministrandole un calmante adatto alle patologie cardiache. Quando finalmente riesce a sedurre il ragazzo e a portarselo a letto, Lola subisce un improvviso attacco di cuore e muore.

Albert, sconvolto e spaventato, chiede aiuto ad Angus che gli consiglia di non rivolgersi alla polizia per non creare uno scandalo; dopodiché Angus e Albert trascinano il cadavere in un sacco di plastica e lo seppelliscono in giardino. Il giorno dopo il cadavere scompare e al suo posto Angus e Albert trovano una lettera minatoria in cui si chiede un riscatto di 5 000 sterline per la restituzione del cadavere. Albert si trova costretto a sottostare al ricatto e, per racimolare la somma richiesta, decide d'impegnare una preziosa collana della madre. La serie dei misteriosi ritrovamenti non finisce qui: il cane di Albert viene ucciso e viene fatta trovare una scatola contenente un cuore. A questo punto Angus manifesta l'intenzione di non volere più subire ricatti e ammonisce Albert per la sua perseveranza, consigliandolo di arrendersi e avvisare la polizia. In piena nottata, Albert, attirato da alcuni rumori, si reca in bagno e vi ritrova Lola, che è viva e gli confessa di essere stata complice di un piano ordito da Angus. Albert tenta inutilmente di avvisare la polizia, poiché la linea telefonica è interrotta (a causa dei fili tagliati), ma trova una rivoltella (di proprietà del padre) in un cassetto. Angus entra ed avendo sorpreso i due a letto, impugnando un coltello, minaccia di ucciderli. Albert spara e uccide Angus: il suo cadavere viene trascinato nel portabagagli dell'auto. Poi Albert, avvolto in un sacco di plastica e con tracce di sangue sul viso, rientra a passi felpati nella propria camera, dove si trova Lola spaventata a morte. Questa volta l'infarto arriva davvero e Lola muore. Accanto alla sua mano Albert pone la rivoltella.

Così il ragazzo, sistemati i cadaveri in modo da simulare un delitto passionale tra Angus e Lola, avverte la polizia.




Produzione

La pellicola è un remake non ufficiale di Lezioni maliziose (1981), tuttavia mentre l'originale con Sylvia Kristel era una commedia dal lieto epilogo, Il peccato di Lola ha uno sviluppo thriller e drammatico della trama.

La pellicola inizia come una commedia erotica, dove la protagonista Lola rappresenta "l'elemento disturbante" che irrompe nella quiete familiare provocando il giovane inesperto di buona famiglia ma, a metà percorso, prende una strada diversa assumendo le caratteristiche del film thriller. Per il regista si tratta di un film non riuscito anche per la mancata funzionalità della protagonista Donatella Damiani.





Critica

«Fresco di notorietà per aver firmato la regia di Malombra, film erotico di sapore decadente, Bruno Gaburro gioca la sua seconda carta con Il peccato di Lola. Le atmosfere pruriginose degli Anni Trenta non costituiscono però l'intelaiatura del film, che ha invece la struttura tipica dei "gialli". Sul film pesano, forse, i tempi ristretti di lavorazione, ma Gaburro risolve brillantemente alcuni passaggi thrilling.»
(A. B., il Resto del Carlino, maggio 1984)



Potete vederlo più comodamente quando lo ripassano in tv. In onda oggi alle ore 21.20 su Cielo. (canale 26 del digitale terrestre).


link streaming = https://www.google.it/search?sca_es...IHHVSPDR0Q0pQJegQICxAB&biw=1188&bih=866&dpr=2

scene nude = http://it.ancensored.com/nude-appearance/Il-Peccato-di-Lola/Donatella-Damiani/

(P.S. I link sono presi da google ma se qualcuno ritiene che debbano essere tolti segnalatelo agli amministratori)
 

Allegati

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Ecstasy

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Ecstasy è un film del 1989 di genere Drammatico/Adulti, diretto da Luca Ronchi, con Moana Pozzi, Rocco Siffredi, Carrie Janisse, Barbarella, Elisabetta Lupetti. Durata 76 minuti.



Trama

Film italiano diretto da Luca Ronchi. Tra Carlo e Ursula è da tempo che le cose non vanno come dovrebbero. Ursula cerca di allontanarsi da quell'uomo che sente di amare ma che non riesce a perdonare. Per questo, decide di tornare nell'albergo dove lo aveva conosciuto. L'albergo è però frequentato da donne e uomini soli che condividono come unico desiderio quello di massimizzare il proprio piacere.


Critica

Se non del tutto riuscito, perlomeno curioso e sperimentale; il film di Ronchi ha ambizioni alte ma per una certa mancanza di mezzi, nonché per uno script frammentario, a tratti dà la sensazione di non andare a parare da nessuna parte. La parabola discendente della finta sorella di Moana (un'interessante Janisse) si fa comunque seguire, mentre i monologhi fuori campo della pornoattrice, qui in un ruolo metacinematografico, a volte sono un po' stucchevoli. La tetra ost e l'atmosfera notturna e di degrado comunque fanno il loro effetto.


Potete vederlo più comodamente quando lo ripassano in tv. In onda alle ore 23.10 su Cielo. (canale 26 del digitale terrestre).

link streaming = https://ilgeniodellostreaming.gold/film/8588-ecstasy.html

(P.S. I link sono presi da google ma se qualcuno ritiene che debbano essere tolti sarà fatto)
Peccato non si riesca ad avere il cast completo a parte Moana e Rocco e altre due attrici,chissa' se qualcuno ha i nomi di tutti gli attori....
 

Cara dolce nipote


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Cara dolce nipote è un film del 1977 (ITA) di genere Commedia, diretto da Andrea Bianchi, con Ursula Heinle, Femi Benussi, Francesco Parisi, Lucio Flauto. Durata 87 minuti.




Sinossi

Daniela, finito il collegio, va a vivere dallo zio Corrado, vedovo inconsolabile che vede quasi subito in lei la sua amata Laura. Se inizialmente si limita a prendersi cura di lei e proteggerla, in un secondo momento comincia a spiarla e desiderarla. Anche Riccardo, vicino di casa di Corrado e donnaiolo impenitente, sembra essere tentato dalla nipote, che non cede alle sue avances...




Trama

Milano. Il titolare di un albergo - Corrado (Francesco Parisi) -, da anni vedovo ma incapace di dimenticare la moglie, ospita la nipote Daniela (Ursula Heinle) dopo che questa ha terminato il collegio. Ben presto l'avvenente ragazza attira su di sé le attenzioni del vicino di casa, il pilota d'aereo Riccardo (Lucio Flauto) e dello stesso zio, in parte turbato dall'impressionante rassomiglianza di Daniela con la moglie defunta. Ad avere la meglio, nelle simpatie della giovane bellezza, sarà però un ufficiale della marina, pronto a trasferirsi a Genova con lei. A Riccardo e Corrado resta, come unica alternativa di conquista, Marietta (Femi Benussi), una colf piuttosto disinibita.






Produzione










Citazione




"L'attaccamento al passato ti proietta nel futuro, senza farti vivere il presente."

(Daniela, frase attribuita a Chéreau)


"Noi ragazze venete siamo un pò svelte di lingua."

(Marietta)




Note

- LA REVISIONE MINISTERIALE DEL 19/03/2018 HA ELIMINATO IL DIVIETO DI VISIONE AI MINORI DI 18 ANNI.


Visto censura



Cara dolce nipote ottiene visto censura e relativo nulla osta n. 68955 - con divieto ai minori di anni 18 - in data 10 settembre 1976, dopo che la produzione ha accettato di eseguire i seguenti tagli (pari a metri 137 di pellicola, circa cinque minuti), suggeriti dalla commissione di revisione cinematografica:



1) eliminazione totale della sequenza del vibratore;


2) alleggerimento sostanziale della scena del ballo e delle successive sequenze nella cantina con eliminazione dei toccamenti e sfregamenti;


3) eliminazione totale del rapporto lesbico;


4) alleggerimento sostanziale del primo e del secondo amplesso del pilota con la cameriera;


5) sostanziale alleggerimento della scena alla finestra tra il pilota, la nipote e l'ufficiale di marina, con riguardo particolarmente ai toccamenti e ai primi piani della nipote;


6) eliminazione della seconda scena con l'orgia dei drogati dal momento in cui incominciano a spogliare la protagonista fino all'arrivo dello zio;


7) eliminazione della scena finale dal momento in cui la nipote comincia a guardare il passeggero mentre sta abbracciando l'ufficiale di marina, fino alla fine.



In occasione di una annunciata (poi annullata) distribuzione home video della pellicola, in data 19/03/2018 viene assegnato nuovo n.o. n. 113075, con rimozione del divieto ai minori.

Dal verbale allegato:

"La Commissione visiona il film di lungometraggio dal titolo: (DVD) 'Cara dolce nipote', seconda edizione di nazionalità italiana. La prima edizione del film è stata visionata dalla Commissione di revisione in data 10 settembre 1976 e autorizzata alla proiezione in pubblico con il divieto per i minori degli anni 18 'in considerazione della tematica del film e delle varie sequenze erotiche'. Al termine della proiezione della nuova edizione del film, dopo una breve discussione, si esprime, a maggioranza, parere favorevole al rilascio di nulla osta per la proiezione in pubblico senza limite di età in quanto dati i tagli effettuati e il tempo trascorso, il film non è più in grado di turbare i minori di oggi."



Metri di pellicola accertati, all'origine, 2490 (circa 91'10").






Critica

L'arrivo della nipote, interpretata dalla sconosciuta Ursula Heinle (attrice al suo unico film) è scandito da una sequenza puramente erotica: su un autobus, un energumeno palpa con insistenza il sedere della ex collegiale. Una scena che sembra dovere molto a quella già vista nel più riuscito Quell'età maliziosa (Silvio Amadio, 1974), interpretato dall'allora giovane e splendida Gloria Guida. Cara dolce nipote, frutto in sceneggiatura di Piero Regnoli, ricalca pedissequamente il tema morboso limitrofo all'incesto, tipico della cinematografia italiana di metà anni Settanta e già superficialmente descritto - sempre da Regnoli - in opere tipo La cognatina (Sergio Bergonzelli, 1975), Le dolci zie (Mario Imperoli, 1975) o L'adolescente (Alfonso Brescia, 1976). In questo caso si tratta di una produzione voluta da Gabriele Crisanti, ovviamente limitatissima nel budget al punto di non poter garantire nemmeno un interprete di richiamo. A cominciare dalla protagonista, qui alla sua unica comparsa cinematografica, per proseguire con Parisi e Flauto, attori inadatti a reggere la scena sul più impegnativo percorso di un lungometraggio. Se si aggiunge che la regia è attribuita ad Andrea Bianchi, quel che ne esce è una debole commedia, imbastita su temi teoricamente morbosi (ma praticamente tediosi) che non brilla per comicità, tantomeno per erotismo. A rendere leggermente più animato il film contribuisce la presenza della Benussi, comunque scarsamente valorizzata in favore dell'ampio margine dato ad Ursula Heinle, bellezza dotata di certo fascino, che scompare però appena apre bocca. Si segnala la discreta cinematografia di Franco Villa, in grado di rendere passabili le modeste scenografie, mentre di nessun contributo figura la mediocre colonna sonora di Elsio Mancuso.




"L'uso della donna nel più commerciale cinema italiano ha toccato livelli d'abiezione che dovrebbero far urlare le più oneste femministe non solo contro i produttori e i registi di certi film, ma anche contro le protagoniste che ogni giorno vanno ad ingrossare il filone porno. In Cara dolce nipote c'è un'aspirante sosia di Laura Antonelli che, con falsa ingenuità, cerca di sedurre uno zietto maturo (...) Il luogo d'azione è una presunta Milano piccolo-borghese. La recitazione è squallida come la sceneggiatura. E che dire di una certa ridicola gioventù rappresentata mentre declama massime indiane e fuma droghe leggere?"

(Giovanna Grassi)




Potete vederlo più comodamente quando lo ripassano in tv. In onda il 1 Febbraio 2025 alle ore 02.06 su Cine34. (canale 34 del digitale terrestre).


link streaming = https://www.film1k.com/cara-dolce-nipote-1977.html

scene nude = http://it.ancensored.com/movies/Cara-dolce-nipote

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Giovane e Bella

Giovane e Bella

:finiti:

Continuiamo con Giovane e Bella (Francia 2013)

meno esplicito degli altri ma lei è veramente arrapante:

Il racconto della formazione di una diciassettenne francese – dalla comparsa del desiderio sessuale alla sua prima volta, dall’esplorazione dell’amore alla ricerca di un’identità propria – si sviluppa attraverso il corso di quattro stagioni e quattro canzoni…

Visualizza allegato 10042796 Visualizza allegato 10042797 Visualizza allegato 10042798

link agli streaming: http://www.cb01.eu/giovane-e-bella-hd-2013/

link funzionante (Openload): https://openload.co/f/mDHBApmPMRs/g10v4n3.3.b3ll4.72.mkv.mp4#

Buona visione

(P.S. I link sono presi da google ma se qualcuno ritiene che debbano essere tolti sarà fatto)
Visto e rivisti sto molto bello
 

La orca


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La orca è un film del 1976 (ITA) di genere Crime/Drammatico/Thriller, diretto da Eriprando Visconti, con Rena Niehaus, Michele Placido, Flavio Bucci, Bruno Corazzari, Gabriele Ferzetti, Miguel Bosé. Durata 90 minuti.





Sinossi

Alice è una giovane donna che viene rapida da tre uomini, di cui uno ha il compito di tenerla d'occhio giorno e notte. Col tempo, però, quest'ultimo finirà per affezionarsi, un errore che porterà la polizia a trovare la ragazza e ad arrestare il colpevole. E se fosse solo una trappola di Alice stessa?





Trama


Pavia. Michele (Michele Placido), Gino (Flavio Bucci) e Paolo (Bruno Corazzari) sono tre disperati che sopravvivono d'espedienti, con contrabbando illegale di sigarette e gioco d'azzardo. Accettano quindi, nella speranza di dare una svolta alla loro vita, la proposta di un mandante disposto a retribuirli sostanziosamente per compiere il sequestro di Alice (Rena Niehaus), figlia di un ricco e potente uomo d'affari. In un casolare abbandonato, la giovane viene tenuta prigioniera in attesa del pagamento. Paolo abbandona presto il luogo, per dedicarsi al gioco del biliardo, mentre Gino - che convive con una ragazza madre - torna ad occuparsi del contrabbando di sigarette. Michele resta solo con Alice, finendo per provare nei confronti della prigioniera un'attrazione sessuale irresistibile, alla quale la ragazza non pone alcun freno.









Produzione



Il film accenna alcuni temi del romanzo Horcynus Orca di Stefano D'Arrigo.

Nel cast compaiono i nomi di Michele Placido e Flavio Bucci, all'epoca attori ancora emergenti.

Quasi tutto il lungometraggio è ambientato nelle zone limitrofe di Pavia. Girato in appena 5 settimane, viene prodotto con un budget limitato, di appena 40 milioni di lire (equivalente a circa 214 000 euro del 2022).

Ottenendo un ottimo riscontro di pubblico, Visconti realizza l'anno seguente il seguito Oedipus orca.








Distribuzione




Uscito nelle sale italiane a partire dal 19 febbraio del 1976, venne vietato ai minori di 18 anni. Per un breve periodo fu addirittura sequestrato dal Tribunale di Roma. Soltanto nel 2006, tramite una revisione ministeriale, è stato abbassato il limite di età a 14 anni.

Edito in home video, è presente nelle principali piattaforme streaming.





Accoglienza



La orca incassò più di un miliardo di lire. É stato il più grande successo commerciale del regista.

La critica si divise all'epoca. Giovanni Grazzini si espresse favorevolmente, sottolineando come «Eriprando Visconti ha avuto ragione di trascurare i luoghi comuni del film d'azione e di puntare sulle tensioni psicologiche». Di parere opposto, Morando Morandini: «Nel cimentarsi ancora con la cronaca nera, E. Visconti, nipote di Luchino, ha combinato un maldestro pastrocchio in cui il basso costo è soltanto un'attenuante generica».

Col tempo, il film è stato riscoperto e apprezzato dai fan del cinema di genere. La rivista Nocturno lo considera un cult movie.









Critica


La storia di un sequestro di persona nella Pavia degli Anni di Piombo: tre poveracci (Bruno Corazzari, Flavio Bucci e Michele Placido) aggrediscono la bella Alice (Rena Niehaus) in pieno centro città e in auto la portano in un casolare di campagna che diventerà la sua prigione. Due di loro si defileranno abbastanza lasciando al terzo (Placido) il compito di sorvegliare la giovane in attesa del riscatto. Centrale, naturalmente, il rapporto tra vittima e carceriere, con i ruoli che talvolta si confondono e la sceneggiatura che prova a descrivere le diverse fasi dello stesso indugiando sul nudi della Niehaus. Placido le si avvicina prima in modo distaccato, ma presto non riuscirà a controllare l'istinto che lo spinge a cercare in lei sesso e amore. La sequestrata sta al gioco (il libro che stava leggendo e che ha ancora lì nel casolare è “Orcynus Orca”) e tratta spesso il carceriere con aria di sufficienza. Lo squallore dell'ambiente che avvolge i protagonisti contamina il film, il non indietreggiare di fronte alla volontà di mostrare la vittima anche durante i bisogni corporali dona un'aura di realismo che colpisce come deve, ma a ben guardare, al di là di un approccio quasi autoriale di Visconti al film, l'opera sembra costruita in modo troppo semplice, con parentesi extra-carcerarie un po' pretestuose, dato il poco spazio concessogli (Vittorio Mezzogiorno commissario fa poco più che una comparsata) e una ripetitività che presto stanca. Meno sesso e violenza di quanto si creda (anzi, quasi per nulla). Ottima invece la recitazione, e "vera". ( L'IMPRESSIONE DI MARCEL M.J. DAVINOTTI JR. )





Il nipote del più celebre Luchino Visconti decide di raccontare una storia particolarmente intensa, calata nel contesto sociale dell'epoca, ma ben poco convenzionale rispetto ai contemporanei film d'autore. Tanto che La orca sembra quasi la versione "politica" di Semaforo rosso (Mario Bava, 1974). Anche se il film attira l'attenzione del pubblico per un contesto morboso (piuttosto dettagliate alcune scene di sesso, in particolare la masturbazione subita passivamente da Alice), rivisto a distanza di oltre 40 anni acquista un significativo senso (a)morale. Visconti, prima del sequestro, propone Alice in cammino lungo le strade di Pavia e in due circostanze - sempre in campo lungo - sui muri della città appaiono alcune scritte in rosso: "Lotta comunista" e "Sciopero generale" (seguito dal simbolo con falce e martello). Non sono di certo finite nel film per caso. Che i tre rapitori siano degli emarginati è chiaro man mano che il racconto procede e ci mostra dettagli della loro vita quotidiana. Come altrettanto evidente è la posizione politica del comissario (Vittorio Mezzogiorno), che si rivela essere in subordine alle necessità dei più abbienti. Certo, nulla giustifica un rapimento, ma in questa triste vicenda dal finale tragico, nessuno dei protagonisti è completamente innocente. In una società governata da lupi (denaro è potere, e il potere rende gli umani bestie), Michele, Gino e Paolo finiscono per essere tre agnelli. Dei quali uno (Michele), quello sacrificale.

Dietro la dinamica sessuale che - in un primo momento - ricorda la Sindrome di Stoccolma, per quanto Alice sembra corrispondere alle attenzioni del rapitore, Visconti racconta ben altro. E lo fa egregiamente, grazie a una fotografia che risalta (in un claustrofobico interno) le sinuose forme della Niehaus, e a un montaggio poco in linea con lo standard dell'epoca. E per proiettare nel futuro questa tragica storia di amore e morte (in una società tanto iniqua), ricorre a sonorità eccentriche, opera di Federico Monti Arduini, più noto come Il guardiano del faro. La orca rappresenta il maggior successo commerciale per Eriprando Visconti, pertanto non deve sorprendere che l'anno seguente abbia scelto di dare un seguito alla storia di Alice con Oedipus Orca. A rendere prezioso il film, contribuisce non poco un cast semplicemente perfetto, a cominciare dai due "amanti" (eccezionale in particolare Michele Placido), proseguendo con il sempre nevrotico (e malinconico) Flavio Bucci. Ne La orca, Eriprando Visconti ritrae un momento storico (gli Anni '70) in maniera inequivocabilmente realistica. Ma lo fa con una tecnica che guarda avanti, proiettando nel futuro un quadro - sinceramente dipinto - di quell'ambiguo periodo politico.

(Undying su Film.tv ⭐⭐⭐)



"Era il simbolo di un mondo plebeo, notturno, gaio, vizioso, scelleratamente intrepido e sicuro di sé che fermentava di insaziabile vita intorno alla noia e alla rispettabilità dei borghesi." (Dino Buzzati)






Anche Eriprando, illustre nipote di Luchino è un autore tutto da scoprire e rivalutare. Il cinema come lo giravano questi autori è fantastico, prima ancora delle tematiche, scomode, impegnate, erano i crociati decisi a fare dell'italia un paese moderno, veniva la maestria nel girare, la tecnica sopraffina, l'utlizzo degli obbiettivi, dalla profondità di campo, della fotografia, della luce, della camera a mano , avevato tutto quanto oggi non esiste più.
Erano i compagni banco degli Antonioni, un nome a caso, utlizzavano anche l'erotismo per raccontare il paese, le ingiustizie, le arretratezze, il dominio di classe, imposto dai giudici, dai preti, dai ricchi, averceli oggi. (HULK1 su MyMovies.it ⭐⭐⭐⭐)








Potete vederlo più comodamente quando lo ripassano in tv. In onda il 15 Febbraio 2025 alle ore 02.05 su Cine34. (canale 34 del digitale terrestre).



link streaming =


scene nude = http://it.ancensored.com/movies/La-Orca


(P.S. I link sono presi da google ma se qualcuno ritiene che debbano essere tolti segnalatelo agli amministratori)
 

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La orca


🍿



La orca è un film del 1976 (ITA) di genere Crime/Drammatico/Thriller, diretto da Eriprando Visconti, con Rena Niehaus, Michele Placido, Flavio Bucci, Bruno Corazzari, Gabriele Ferzetti, Miguel Bosé. Durata 90 minuti.





Sinossi

Alice è una giovane donna che viene rapida da tre uomini, di cui uno ha il compito di tenerla d'occhio giorno e notte. Col tempo, però, quest'ultimo finirà per affezionarsi, un errore che porterà la polizia a trovare la ragazza e ad arrestare il colpevole. E se fosse solo una trappola di Alice stessa?





Trama


Pavia. Michele (Michele Placido), Gino (Flavio Bucci) e Paolo (Bruno Corazzari) sono tre disperati che sopravvivono d'espedienti, con contrabbando illegale di sigarette e gioco d'azzardo. Accettano quindi, nella speranza di dare una svolta alla loro vita, la proposta di un mandante disposto a retribuirli sostanziosamente per compiere il sequestro di Alice (Rena Niehaus), figlia di un ricco e potente uomo d'affari. In un casolare abbandonato, la giovane viene tenuta prigioniera in attesa del pagamento. Paolo abbandona presto il luogo, per dedicarsi al gioco del biliardo, mentre Gino - che convive con una ragazza madre - torna ad occuparsi del contrabbando di sigarette. Michele resta solo con Alice, finendo per provare nei confronti della prigioniera un'attrazione sessuale irresistibile, alla quale la ragazza non pone alcun freno.









Produzione



Il film accenna alcuni temi del romanzo Horcynus Orca di Stefano D'Arrigo.

Nel cast compaiono i nomi di Michele Placido e Flavio Bucci, all'epoca attori ancora emergenti.

Quasi tutto il lungometraggio è ambientato nelle zone limitrofe di Pavia. Girato in appena 5 settimane, viene prodotto con un budget limitato, di appena 40 milioni di lire (equivalente a circa 214 000 euro del 2022).

Ottenendo un ottimo riscontro di pubblico, Visconti realizza l'anno seguente il seguito Oedipus orca.








Distribuzione



Uscito nelle sale italiane a partire dal 19 febbraio del 1976, venne vietato ai minori di 18 anni. Per un breve periodo fu addirittura sequestrato dal Tribunale di Roma. Soltanto nel 2006, tramite una revisione ministeriale, è stato abbassato il limite di età a 14 anni.

Edito in home video, è presente nelle principali piattaforme streaming.





Accoglienza



La orca incassò più di un miliardo di lire. É stato il più grande successo commerciale del regista.

La critica si divise all'epoca. Giovanni Grazzini si espresse favorevolmente, sottolineando come «Eriprando Visconti ha avuto ragione di trascurare i luoghi comuni del film d'azione e di puntare sulle tensioni psicologiche». Di parere opposto, Morando Morandini: «Nel cimentarsi ancora con la cronaca nera, E. Visconti, nipote di Luchino, ha combinato un maldestro pastrocchio in cui il basso costo è soltanto un'attenuante generica».

Col tempo, il film è stato riscoperto e apprezzato dai fan del cinema di genere. La rivista Nocturno lo considera un cult movie.









Critica


La storia di un sequestro di persona nella Pavia degli Anni di Piombo: tre poveracci (Bruno Corazzari, Flavio Bucci e Michele Placido) aggrediscono la bella Alice (Rena Niehaus) in pieno centro città e in auto la portano in un casolare di campagna che diventerà la sua prigione. Due di loro si defileranno abbastanza lasciando al terzo (Placido) il compito di sorvegliare la giovane in attesa del riscatto. Centrale, naturalmente, il rapporto tra vittima e carceriere, con i ruoli che talvolta si confondono e la sceneggiatura che prova a descrivere le diverse fasi dello stesso indugiando sul nudi della Niehaus. Placido le si avvicina prima in modo distaccato, ma presto non riuscirà a controllare l'istinto che lo spinge a cercare in lei sesso e amore. La sequestrata sta al gioco (il libro che stava leggendo e che ha ancora lì nel casolare è “Orcynus Orca”) e tratta spesso il carceriere con aria di sufficienza. Lo squallore dell'ambiente che avvolge i protagonisti contamina il film, il non indietreggiare di fronte alla volontà di mostrare la vittima anche durante i bisogni corporali dona un'aura di realismo che colpisce come deve, ma a ben guardare, al di là di un approccio quasi autoriale di Visconti al film, l'opera sembra costruita in modo troppo semplice, con parentesi extra-carcerarie un po' pretestuose, dato il poco spazio concessogli (Vittorio Mezzogiorno commissario fa poco più che una comparsata) e una ripetitività che presto stanca. Meno sesso e violenza di quanto si creda (anzi, quasi per nulla). Ottima invece la recitazione, e "vera". ( L'IMPRESSIONE DI MARCEL M.J. DAVINOTTI JR. )





Il nipote del più celebre Luchino Visconti decide di raccontare una storia particolarmente intensa, calata nel contesto sociale dell'epoca, ma ben poco convenzionale rispetto ai contemporanei film d'autore. Tanto che La orca sembra quasi la versione "politica" di Semaforo rosso (Mario Bava, 1974). Anche se il film attira l'attenzione del pubblico per un contesto morboso (piuttosto dettagliate alcune scene di sesso, in particolare la masturbazione subita passivamente da Alice), rivisto a distanza di oltre 40 anni acquista un significativo senso (a)morale. Visconti, prima del sequestro, propone Alice in cammino lungo le strade di Pavia e in due circostanze - sempre in campo lungo - sui muri della città appaiono alcune scritte in rosso: "Lotta comunista" e "Sciopero generale" (seguito dal simbolo con falce e martello). Non sono di certo finite nel film per caso. Che i tre rapitori siano degli emarginati è chiaro man mano che il racconto procede e ci mostra dettagli della loro vita quotidiana. Come altrettanto evidente è la posizione politica del comissario (Vittorio Mezzogiorno), che si rivela essere in subordine alle necessità dei più abbienti. Certo, nulla giustifica un rapimento, ma in questa triste vicenda dal finale tragico, nessuno dei protagonisti è completamente innocente. In una società governata da lupi (denaro è potere, e il potere rende gli umani bestie), Michele, Gino e Paolo finiscono per essere tre agnelli. Dei quali uno (Michele), quello sacrificale.

Dietro la dinamica sessuale che - in un primo momento - ricorda la Sindrome di Stoccolma, per quanto Alice sembra corrispondere alle attenzioni del rapitore, Visconti racconta ben altro. E lo fa egregiamente, grazie a una fotografia che risalta (in un claustrofobico interno) le sinuose forme della Niehaus, e a un montaggio poco in linea con lo standard dell'epoca. E per proiettare nel futuro questa tragica storia di amore e morte (in una società tanto iniqua), ricorre a sonorità eccentriche, opera di Federico Monti Arduini, più noto come Il guardiano del faro. La orca rappresenta il maggior successo commerciale per Eriprando Visconti, pertanto non deve sorprendere che l'anno seguente abbia scelto di dare un seguito alla storia di Alice con Oedipus Orca. A rendere prezioso il film, contribuisce non poco un cast semplicemente perfetto, a cominciare dai due "amanti" (eccezionale in particolare Michele Placido), proseguendo con il sempre nevrotico (e malinconico) Flavio Bucci. Ne La orca, Eriprando Visconti ritrae un momento storico (gli Anni '70) in maniera inequivocabilmente realistica. Ma lo fa con una tecnica che guarda avanti, proiettando nel futuro un quadro - sinceramente dipinto - di quell'ambiguo periodo politico.

(Undying su Film.tv ⭐⭐⭐)



"Era il simbolo di un mondo plebeo, notturno, gaio, vizioso, scelleratamente intrepido e sicuro di sé che fermentava di insaziabile vita intorno alla noia e alla rispettabilità dei borghesi." (Dino Buzzati)






Anche Eriprando, illustre nipote di Luchino è un autore tutto da scoprire e rivalutare. Il cinema come lo giravano questi autori è fantastico, prima ancora delle tematiche, scomode, impegnate, erano i crociati decisi a fare dell'italia un paese moderno, veniva la maestria nel girare, la tecnica sopraffina, l'utlizzo degli obbiettivi, dalla profondità di campo, della fotografia, della luce, della camera a mano , avevato tutto quanto oggi non esiste più.
Erano i compagni banco degli Antonioni, un nome a caso, utlizzavano anche l'erotismo per raccontare il paese, le ingiustizie, le arretratezze, il dominio di classe, imposto dai giudici, dai preti, dai ricchi, averceli oggi. (HULK1 su MyMovies.it ⭐⭐⭐⭐)








Potete vederlo più comodamente quando lo ripassano in tv. In onda il 15 Febbraio 2025 alle ore 02.05 su Cine34. (canale 34 del digitale terrestre).



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(P.S. I link sono presi da google ma se qualcuno ritiene che debbano essere tolti segnalatelo agli amministratori)

Ho sempre adorato questa biondina. Film culto (almeno per me).
 

Il profumo di Yvonne


🍿



Il profumo di Yvonne è un film del 1994 (FRA) di genere Drammatico/Romance, diretto da Patrice Leconte, con Jean-Pierre Marielle, Hippolyte Girardot, Sandra Majani, Richard Bohringer, Paul Guers, Corinne Marchand. Durata 89 minuti. Titolo originale: Le parfum d'Yvonne.


È tratto dal romanzo Villa triste di Patrick Modiano.





Sinossi


Sul finire degli anni '50, in una calda estate, il nobiluomo Victor Chmara - origini di lusso ma ora al verde - fa la conoscenza dell'affascinante Yvonne Jacquest, che ha il sogno di diventare un'attrice famosa. Nella sua cerchia di conoscenze vi è René Meinthe, anziano omosessuale che avvisa Victor di non affezionarsi troppo alla ragazza, giacché potrebbe restare profondamente deluso. Yvonne infatti abbandona Victor per un dongiovanni campione di sci e quattro anni dopo il protagonista farà ritorno sui luoghi dove ha vissuto quell'indimenticata passione, facendo i conto con il proprio passato.




Trama


Nell'estate del '58 sulle rive del lago svizzero presso Ginevra, s'incontrano il conte Victor Chmara, la giovane ad attraente Yvonne, aspirante attrice, e l'eccentrico Renè Meinthe, medico omosessuale. Mentre in Algeria è guerra e l'Europa conosce le tensioni della guerra fredda, Victor ed Yvonne si innamorano sotto l'occhio un po' bonario ed un po' invidioso del vecchio dandy, che li scarrozza con la sua lussuosa decappottabile. Victor ha ereditato una collezione di farfalle dal padre, e vive di rendita vendendo questi suoi esemplari rari; la giovane donna, di modesta istruzione, invece aspira a diventare una star del cinema. Costei, desiderosa di far quattrini, vince la coppa Houligant e molti franchi svizzeri in un grande raduno di splendide autovetture promosso a Ginevra, al quale partecipa con Renè in veste di autista. Victor è completamente affascinato dalla donna: l'amore per Yvonne è pienamente ricambiato e lui le propone presto di sposarla e di partire insieme per New York. Una sera il terzetto incontra "da Pulli" Daniel Hendrickx, ex campione francese di sci, maturo donnaiolo e ovviamente ricco. Con questi Yvonne si abbarbica in una danza senza troppo ritegno a tal punto che Victor, presente, si sente umiliato. Poi nella visita fatta a casa dello zio di lei, Roland, che è meccanico, il giovanotto apprende che fin dall'adolescenza Yvonne era assai disinvolta e disponibile. Finche all'alba di una giornata piovosa, Yvonne scompare: è partita con Daniel per altri lidi. Renè aveva preavvertito Victor di fare bene attenzione di non guardare Yvonne come se lei fosse un bell'animale. Poi lo stesso Renè (ritrovato sullo stesso luogo anni dopo)- un uomo, tra l'altro, anche lui disgustato del mondo e della vita - si lancia con la sua bella automobile da una scarpata e tutto finisce in fiamme e fumo. Victor resta ancora più solo, girovagando e continuando a vendere per sopravvivere le variopinte farfalle avute in eredità










Critica



Vagamente ispirato al cinema di Antonioni, si traduce in un'opera senza uno stile proprio. Più che le immagini è la colonna sonora triste ma bella a farla da padrone. Ambientato negli anni 50 tra sfilate di moda, champagne e molta malinconia (con qualche caduta di stile, tipo quando lei si toglie le mutandine e le dà al Conte come ricordo, mentre il vento le alza la gonna in stile Marilyn facendo intravedere tutto), il film narra della vita di un giovane conte e di una donna accompagnata da uno zio omosessuale dichiarato. Troppo di testa. (Lucius su Davinotti)




Valutazione Pastorale

le foto patinate e le grazie levigate e sinuose della Majani, sono offerte dal prodigo obiettivo di Patrice Leconte per voyeur di palato fine. A parte la sceneggiatura di ottima qualità, sostenuta da una valida fotografia, quello che domina il film sembra essere il desiderio di cedere ad un gusto tardo romantico, decadente, tra il languido ed il retorico, che era tipico, negli anni '20 e '30, ma che oggi, e anche all'epoca del racconto, appare non solo datato, ma abbastanza improbabile. Il risultato è tutto sommato la noia, anche perché il continuo ricorso ad immagini erotiche, percorse da un decadentismo estetizzante ed estenuante, finisce per essere ripetitivo. Sandra Majani tutta sorrisi programmati, si limita a bamboleggiare dall'inizio alla fine con l'altrettanto inerte Hippolyte Girardot. Il solo convincente è il bravissimo Jean -Pierre Marielle, che cerca di dare al personaggio del medico omosessuale tutta la vitalità e la credibilità possibili in un contesto che sembra veramente fuori del tempo. Un film tutto sommato velleitario, molto pretenzioso, e moralmente inaccettabile, vuoi per il tema del suicidio, vuoi per le insistite sequenze erotiche. ( commissione film CEI )









Potete vederlo più comodamente quando lo ripassano in tv. In onda il 22 Febbraio 2025 alle ore 01.05 su Cielo. (canale 26 del digitale terrestre).



link streaming = https://m.ok.ru/video/1819001359098


scene nude = http://it.ancensored.com/movies/The-Perfume-of-Yvonne




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La vergine, il toro e il capricorno


🍿



La vergine, il toro e il capricorno è un film del 1977 (ITA) di genere Commedia-erotico, diretto da Luciano Martino, con Alberto Lionello, Edwige Fenech, Ray Lovelock, Erna Schürer, Olga Bisera, Riccardo Garrone. Durata 92 minuti.





Sinossi


Un affermato architetto milanese che vive a Roma, indomito traditore della moglie, fa di tutto per non farsi scoprire da lei. Ma quando questo accade, la moglie si vendica tradendo il marito con un giovane studente di architettura.





Trama


Gianni Ferretti, originario di Milano, vive a Roma dove si guadagna da vivere in maniera poco lecita come speculatore edilizio. L'uomo è sposato con Giulia ma la tradisce ripetutamente con altre donne, sempre e comunque sicuro che la moglie invece gli rimanga fedele. Giulia in realtà prima finge un finto adulterio allo scopo di ingelosirlo e poi decide di fargliela pagare con la stessa moneta, scegliendosi il giovane Patrizio - conosciuto a Ischia - come amante. Gianni comincia a sospettare qualcosa, ma decide di consolarsi con una bella dattilografa.






Produzione


REVISIONE MINISTERO DICEMBRE 1992. - III EDIZIONE - LUNGHEZZA: 958 METRI 16MM -
REVISIONE MINISTERO MARZO 1993 (TOLTO IL VIETATO AI 14).




Critica



Il motivo per il quale solitamente si ricorda questa poco riuscita commedia diretta dal produttore Luciano Martino è la quantità di facce note che la animano. Il cast infatti, al di là dell'insolita coppia protagonista composta da Edwige Fenech (nuda come in poche altre occasioni) e Alberto Lionello (attore di teatro saltuariamente prestato al cinema), vede la presenza di caratteristi arcinoti (Mario Carotenuto, Alvaro Vitali, Riccardo Garrone, Tiberio Murgia...) e volti secondari altrettanto celebri (Aldo Maccione, il belloccio Ray Lovelock...). Peccato che, come detto, il film non sia affatto divertente. A dire il vero Lionello ce la mette tutta e la sua incontenibile verve, che si estrinseca nella caratterizzazione del professionista milanese ricco e logorroico, a volte riesce a far centro. Ma più spesso si dedica a un umorismo ingenuo, elementare, eccessivo, troppo sopra le righe e sembra voglia a ogni costo guadagnare il centro dell'attenzione. In definitiva LA VERGINE, IL TORO E IL CAPRICORNO (che non è un film a episodi come forse il titolo potrebbe far supporre) è la solita commedia “di corna”, con la Fenech a mostrare le grazie e una serie di personaggi pronti come prevedibile a sbavarle dietro. Tra questi un Aldo Maccione poco incisivo, dal quale era lecito aspettarsi di più. La regia di Martino sembra più preoccupata a virtuosismi e carrelli che al ritmo comico, e infatti il film ne risente, lasciato com’è in balia delle improvvisazioni di Lionello che, se all'inizio appare travolgente, poi si rivela sfinente. La Fenech conosce la parte ormai a memoria e di più non è lecito chiederle. ( L'IMPRESSIONE DI MARCEL M.J. DAVINOTTI JR. su Il Davinotti )




Inanzitutto vorrei precisare che,a dispetto di come dice il morandini,la Fenech nel film non si chiama Giulia bensì Gioia.Ormai di questo genere sono diventato un fanatico e ne ho visti una ventina e passa,qiundi posso così dire che lei ha avuto il periodo della sua massima bellezza dal 1976 in poi.
Detto questo,la cosa insolita è che questo film è stato diretto da Luciano Martino,fratello di Sergio(quest'ultimo grande regista di questo tipo di film),ma decisamente più conosciuto come produttore e all'epoca appunto marito della Fenech.
Il film presenta una trama piuttosto articolata e anche con diverse scene erotiche sempre ben gradite.Insomma Luciano Martino nel suo secondo e penultimo film ha fatto un buon lavoro. ( LorenzoMnt su MyMovies )




"Pruriginosa commedia pseudoerotica dello specialista Luciano Martino, una greve storiella di cosce e corna, dove il cattivo gusto fa quasi sempre premio sull'umorismo. L'indiscutibilmente spettacolosa Edwige Fenech naviga nel solito brodo col vento in poppe; Alberto Lionello, chi l'avrebbe mai detto, prende la peggiore sbandata della sua cariera. Da Shakespeare ad Alvaro Vitali, che capitombolo". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 1 agosto 2000)




Le belle pere della bella Edwige sono sempre un bel vedere.





Potete vederlo più comodamente quando lo ripassano in tv. In onda il 22 Febbraio 2025 alle ore 21.15 su Cine34. (canale 34 del digitale terrestre).



link streaming =


scene nude = http://it.ancensored.com/movies/La-Vergine-il-toro-e-il-capricorno


(P.S. I link sono presi da google ma se qualcuno ritiene che debbano essere tolti segnalatelo agli amministratori)
 

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Casa di piacere


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Casa di piacere è un film del 1987 (ITA) di genere Romance, diretto da Alex Damiano (Bruno Gaburro), con Valentine Demy, Alessandro Freyberger, David D'Ingeo, Elisa Mainardi, Luciana Cirenei, Maurice Poli. Durata 88 minuti.

Libero adattamento del romanzo Il sofà (1745) di Claude-Prosper Jolyot de Crébillon.



Trama


Un'ex prostituta decide di cambiare vita. Ma nella sua nuova casa sembra esserci un divano rosso, simile a quello che c'era nel postribolo dove ha lavorato per anni. È un'opportunità per fantasticare sulle sue esperienze passate.




Critica

"Un Tom Sawyer finto-biondo, vestito oversize (violentato in camera da letto). La donna-mamma-amante pare soddisfatta nel raccontare favolette erotiche e preparare pranzetti. Ma i mocciosi sono rumorosi, frettolosi e infantili. Meglio un antiquario di mezza età butterato e con grana. Meno male che nel frattempo 'Qui, Quo e Qua' hanno messo su una florida azienda di piante e fiori (ma non del male...). Spacciata come 'la più sensuale attrice dell'ultimo film di Tinto Brass' (ha solo una piccola parte), Valentine Demy ispira qualsiasi emozione salvo quella erotica." (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 30 Giugno 1988)



Potete vederlo più comodamente quando lo ripassano in tv. In onda questa sera alle ore 21.15 su Cielo. (canale 26 del digitale terrestre).


link streaming ITA = https://hotmovs.com/videos/3445078/casa-di-piacere-1989/

scene nude = http://it.ancensored.com/nude-appearance/Casa-di-piacere/Valentine-Demy/

(P.S. I link sono presi da google ma se qualcuno ritiene che debbano essere tolti segnalatelo agli amministratori)
Quanto era Fica la Valentine Demy !!:love:
 
Outtakes are from P.O. Box Tinto Brass (26:54), Paprika (25:01) and All Ladies Do It (9:20). The footage varies between silent takes and snipped towards the end of final editing.


nelle uscite rimasterizzate della Cult Epics dei film del Maestro,ci sono contenuti bonus come le scene tagliate o gli errori o backstage di questi 4 film,potrebbero esserci perle dentro.
Qualcuno ha a disposizione questi bonus da condivivdere? Grazie
 

Collections privées


🍿



Collections privées è un film del 1979 (FRA - JAP) di genere Drammatico/Romance, diretto da Just Jaeckin, con Roland Blanche, Marie-Catherine Conti, Marpessa Dawn, Laura Gemser, Juzo Itami, Hiromi Kawai. Durata 103 minuti.


Costituito da tre episodi, L'île aux sirènes diretto da Just Jaeckin, Kusa-Meikyu diretto da Shūji Terayama e L'Armoire diretto da Walerian Borowczyk. Gli episodi di Terayama e Borowczyk hanno un'origine letteraria, rispettivamente un romanzo di Kyōka Izumi e un racconto di Guy de Maupassant.







Trama


Film a episodi: nel primo racconto, "L'ile aux sirènes" un naufrago si trova su un'isola abitata da affascinanti indigene che lo accolgono calorosamente, ma dietro l'apparenza idilliaca si nasconde un pericolo inaspettato, soprattutto quando viene attratto da una delle donne dell'isola. Nel secondo episodio, "The Glass Labyrinth", una sirena misteriosa si rifugia in un granaio e seduce gli uomini con il suo canto, ingannandoli con un fascino mortale. Nel terzo segmento, "L'armoire", un medico visita le Folies Bergère di Parigi, dove incontra una ballerina intrigante e decide di seguirla a casa sua, ma nell'armadio della donna scopre una sorpresa che lo lascerà senza fiato.






Produzione


Date di uscita e riprese - La data di uscita originale di Collections Privées è: 27 Giugno 1979 (Francia).




Critica


Collections Privées è stato accolto dalla critica nel seguente modo: su Imdb il pubblico lo ha votato con 5.3 su 10



Tre diversi registi per altrettanti episodi accomunati dallo stesso soggetto: l’erotismo. Il più intrigante e immediato è il primo (Jaeckin**1/2), una fantasia esotica con il naufrago Blanche e un gruppetto di amazzoni nere guidate dalla Gemser che approda ad un excipit splatter; il tutto commentato dalle inadatte musiche elettroniche di Bachelet che scopiazzano “Oxygène” di Jarre. Gli altri due episodi (Terayama** e Borowczyk**), più letterari e tortuosi, esibiscono l’estremo preziosismo scenografico dei due registi.
( Homesick su davinotti.com )






Davvero poco erotico .....

Tre episodi di una buona mezz' ora l' uno , diretti da altrettanti registi del Cinema erotico d' autore .... Il primo mediometraggio , diretto dal francese Just Jaeckin ( quello di " Emmanuelle " , " Histoire d' O " e " L' amante di Lady Chatterley " ) e girato nei lussureggianti scenari dell' isola di Mauritius , è l' unico abbastanza potabile e nella sua onirica ingenuità intriga e mette quasi paura .

Il secondo , teatralmente giapponese sino al midollo e diretto da Shuji Terayama , è di una noia mortale e il suo senso mi risulta del tutto incomprensibile .

Pure il terzo episodio , pur affidato alla raffinata regia del polacco Walerian Borowczyk ( sulla cresta della popolarità scatenata da film come " Racconti immorali " , " La bestia " e " Interno di un convento " ) si rivela elegantemente fiacco e noioso . Pur non scarseggiando i nudi femminili di parecchie belle ragazze ( all' epoca erano di moda evidentemente quelle magre ! ) l' erotismo risulta quasi sempre troppo blando e cerebrale .

Tanta tortuosa eleganza formale ma carnalita sotto zero , almeno nei due episodi più autoriali , che hanno pure delle basi letterarie . Una delusione totale , da 4- .

( La recensione su Collections privées di daniele64 su filmtv.it )




Potete vederlo più comodamente quando lo ripassano in tv. In onda il 14 Marzo 2025 alle ore 23.15 su Cielo. (canale 26 del digitale terrestre).



link streaming = https://tubepornclassic.com/videos/148960/collections-privees/


scene nude = https://www.aznude.com/view/movie/p/privatecollections.html


(P.S. I link sono presi da google ma se qualcuno ritiene che debbano essere tolti segnalatelo agli amministratori)
 

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Hitzig - ein Saunagang​


🍿



Hitzig - ein Saunagang - "Caldo - una seduta in sauna" è una fiction del 2021 (GER) , diretta da Katharina Bischof. Durata 19 minuti.





Trama


Una storia sui rituali e gli incontri in una tipica sauna pubblica in Germania. Diventa subito chiaro che ottenere ciò che si desidera non è facile, soprattutto il relax, che è ciò che ha portato tutti lì in primo luogo.


link al video = https://noodlemagazine.com/watch/-201700894_456240614

scene = https://thisvid.com/videos/cmnf-sauna/
 

Allegati

  • Video Cmnf sauna - ThisVid.com [thisvid.com - 7831985].mp4
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Nathalie...


🍿



Nathalie... è un film del 2003 (FRA) di genere Drammatico, diretto da Anne Fontaine, con Fanny Ardant, Emmanuelle Béart, Gérard Depardieu, Wladimir Yordanoff, Judith Magre, Rodolphe Pauly. Durata 105 minuti.





Sinossi


Catherine, una donna affascinante e benestante della borghesia francese, ingaggia Marlène, che lavora in un night club, affinché cominci una relazione con suo marito Bernard, convinta che l'uomo l'abbia già tradita. Il patto prevede che "Nathalie" (il nome che Marlène adotta per svolgere il suo incarico) condivida con Catherine tutti i dettagli degli incontri con Bernard, anche quelli più intimi e riservati, e la situazione prende una piega imprevista.





Trama


La borghese Catherine rimane scioccata quando scopre che il marito Bernard la tradisce con altre donne. Durante una sua visita in un night, Catherine assiste allo spettacolo di Nathalie, una sensuale entraineuse; decide d'assumerla per sedurre suo marito per poi farsi raccontare tutti i particolari, anche i più espliciti dei loro incontri. Nathalie, il cui vero nome è Marlene, accetta l'incarico dietro ricco corrispettivo, promettendole d'esaudirne le richieste. Hanno così luogo diversi incontri tra le due donne, in cui ogni volta Nathalie narra in maniera dettagliata a Catherine, sua ansiosa ascoltatrice, i rapporti sessuali che ha avuto la sera prima con Bernard; i suoi racconti si fanno via via sempre più interessanti e spinti, almeno fino all'ultimo e decisamente rivelatorio.






Citazioni e riferimenti ad altre pellicole




Remake

Nel remake Chloe - Tra seduzione e inganno, le parti di Catherine, Nathalie e Bernard (Catherine, Chloe e David nella nuova versione) sono state interpretate rispettivamente da Julianne Moore, Amanda Seyfried e Liam Neeson. Inoltre in Chloe ci sono alcune sostanziali differenze con Nathalie...;

  • Chloe nel film si innamora di Catherine e inizia con lei una relazione fisica;
  • Chloe finisce a letto anche con il figlio di Catherine e di David;
  • Chloe alla fine del film muore suicida, dopo essere stata lasciata da Catherine.




Critica


  • La regia “conferisce al racconto un andamento vagamente ipnotico, quasi onirico. L'affiatato trio degli interpreti fa il resto. Commento del dizionario Morandini che assegna al film due stelle e mezzo su cinque di giudizio.
  • Una perversione gridata, vissuta nelle esplicite parole della donna. Questo è il punto di forza e di debolezza del film. La freddezza delle emozioni rende il film a tratti cerebrale.Commento del dizionario Farinotti che assegna al film due stelle su cinque di giudizio
  • Rotten Tomatoes assegna al film un punteggio di 6.4/10.



Mattia Nicoletti - www.mymovies.it ⭐⭐
La capacità del cinema francese di affrontare l'amore in tutte le sue sfaccettature è ancora una volta
protagonista in questo film di Anne Fontaine, che annovera un cast di tutto rispetto e una nuova
possibilità per lo spettatore di vedere nuovamente insieme due mostri sacri quali Gerard Depardieu e
Fanny Ardant.
Catherine è una donna che scopre irrimediabilmente che il proprio matrimonio è in crisi. Il marito
Bernard la tradisce infatti periodicamente, e per metterlo alla prova, Catherine incontra Nathalie (il cui
vero nome è Marlene), una entreneuse, per convincerla a corteggiarlo e sedurlo, in una totale
perversione d'amore. Nathalie trasmetterà a Catherine, con i racconti degli incontri con Bernard, la
passione ormai svanita dal legame coniugale.
Nathalie è una perversione d'amore gridata, mai sottile, vissuta nei dettagli descritti dalle esplicite
parole della bella e giovane donna. Questo elemento è il punto di forza e di debolezza del film. La
freddezza delle emozioni, trasmesse con convinzione dalla nuovamente affascinante Beart, rende il film
a tratti, cerebrale, figlio di quell'amore parlato, caratteristico del cinema transalpino. Le magistrali
interpretazioni degli attori, che raccontano con le espressioni del viso e del corpo ogni singolo istante,
compensano la mancanza di pathos, e ci consegnano comunque un'opera che vale la pena di essere
vista.





Potete vederlo più comodamente quando lo ripassano in tv. In onda il 18 Aprile 2025 alle ore 21.15 su Cielo. (canale 26 del digitale terrestre).



link streaming FRA = http://ok.ru/video/5517991742050


scene nude = https://www.aznude.com/view/movie/n/nathalie.html


(P.S. I link sono presi da google ma se qualcuno ritiene che debbano essere tolti segnalatelo agli amministratori)
 

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Nathalie...


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Nathalie... è un film del 2003 (FRA) di genere Drammatico, diretto da Anne Fontaine, con Fanny Ardant, Emmanuelle Béart, Gérard Depardieu, Wladimir Yordanoff, Judith Magre, Rodolphe Pauly. Durata 105 minuti.





Sinossi


Catherine, una donna affascinante e benestante della borghesia francese, ingaggia Marlène, che lavora in un night club, affinché cominci una relazione con suo marito Bernard, convinta che l'uomo l'abbia già tradita. Il patto prevede che "Nathalie" (il nome che Marlène adotta per svolgere il suo incarico) condivida con Catherine tutti i dettagli degli incontri con Bernard, anche quelli più intimi e riservati, e la situazione prende una piega imprevista.





Trama


La borghese Catherine rimane scioccata quando scopre che il marito Bernard la tradisce con altre donne. Durante una sua visita in un night, Catherine assiste allo spettacolo di Nathalie, una sensuale entraineuse; decide d'assumerla per sedurre suo marito per poi farsi raccontare tutti i particolari, anche i più espliciti dei loro incontri. Nathalie, il cui vero nome è Marlene, accetta l'incarico dietro ricco corrispettivo, promettendole d'esaudirne le richieste. Hanno così luogo diversi incontri tra le due donne, in cui ogni volta Nathalie narra in maniera dettagliata a Catherine, sua ansiosa ascoltatrice, i rapporti sessuali che ha avuto la sera prima con Bernard; i suoi racconti si fanno via via sempre più interessanti e spinti, almeno fino all'ultimo e decisamente rivelatorio.






Citazioni e riferimenti ad altre pellicole




Remake

Nel remake Chloe - Tra seduzione e inganno, le parti di Catherine, Nathalie e Bernard (Catherine, Chloe e David nella nuova versione) sono state interpretate rispettivamente da Julianne Moore, Amanda Seyfried e Liam Neeson. Inoltre in Chloe ci sono alcune sostanziali differenze con Nathalie...;

  • Chloe nel film si innamora di Catherine e inizia con lei una relazione fisica;
  • Chloe finisce a letto anche con il figlio di Catherine e di David;
  • Chloe alla fine del film muore suicida, dopo essere stata lasciata da Catherine.




Critica


  • La regia “conferisce al racconto un andamento vagamente ipnotico, quasi onirico. L'affiatato trio degli interpreti fa il resto. Commento del dizionario Morandini che assegna al film due stelle e mezzo su cinque di giudizio.
  • Una perversione gridata, vissuta nelle esplicite parole della donna. Questo è il punto di forza e di debolezza del film. La freddezza delle emozioni rende il film a tratti cerebrale.Commento del dizionario Farinotti che assegna al film due stelle su cinque di giudizio
  • Rotten Tomatoes assegna al film un punteggio di 6.4/10.



Mattia Nicoletti - www.mymovies.it ⭐⭐
La capacità del cinema francese di affrontare l'amore in tutte le sue sfaccettature è ancora una volta
protagonista in questo film di Anne Fontaine, che annovera un cast di tutto rispetto e una nuova
possibilità per lo spettatore di vedere nuovamente insieme due mostri sacri quali Gerard Depardieu e
Fanny Ardant.
Catherine è una donna che scopre irrimediabilmente che il proprio matrimonio è in crisi. Il marito
Bernard la tradisce infatti periodicamente, e per metterlo alla prova, Catherine incontra Nathalie (il cui
vero nome è Marlene), una entreneuse, per convincerla a corteggiarlo e sedurlo, in una totale
perversione d'amore. Nathalie trasmetterà a Catherine, con i racconti degli incontri con Bernard, la
passione ormai svanita dal legame coniugale.
Nathalie è una perversione d'amore gridata, mai sottile, vissuta nei dettagli descritti dalle esplicite
parole della bella e giovane donna. Questo elemento è il punto di forza e di debolezza del film. La
freddezza delle emozioni, trasmesse con convinzione dalla nuovamente affascinante Beart, rende il film
a tratti, cerebrale, figlio di quell'amore parlato, caratteristico del cinema transalpino. Le magistrali
interpretazioni degli attori, che raccontano con le espressioni del viso e del corpo ogni singolo istante,
compensano la mancanza di pathos, e ci consegnano comunque un'opera che vale la pena di essere
vista.





Potete vederlo più comodamente quando lo ripassano in tv. In onda il 18 Aprile 2025 alle ore 21.15 su Cielo. (canale 26 del digitale terrestre).



link streaming FRA = http://ok.ru/video/5517991742050


scene nude = https://www.aznude.com/view/movie/n/nathalie.html


(P.S. I link sono presi da google ma se qualcuno ritiene che debbano essere tolti segnalatelo agli amministratori)
Emmanuelle Beart, la mia passione da quando l'ho conosciuta in "Cuore d'inverno".
 
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