Esperienza reale Anna e l'industriale (molto) maiale

Niagara77

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Altra storia che voglio raccontarvi l’ho messa insieme con quanto mi ha detto Anna negli anni su un suo rapporto importante. Per come la vedo io questa è l’esperienza che l’ha portata alla piena maturazione sessuale, iniziata anche questa alle spalle del suo primo fidanzato, come il mulattino.

È la sintesi di una storia durata abbastanza tra lei ed un industrialotto di oltre 50 anni quando lei ne aveva 26.

Anna in quel periodo era nella fase finale del rapporto con massimotto. Oltre al mulatto, aveva avuto diverse altre scappatelle, tutto sommato brevi e poco importanti.
Le liti con lui erano diventate frequentissime e sempre più aspre. era una storia che sarebbe morta di li a poco, come in effetti avvenne.
Anna che aveva iniziato il lavoro di infermiera, per arrotondare aveva mantenuto il lavoretto dell sabato in una pizzeria di una discoteca e spesso a fine serata andava a ballare finendo a volte anche sul cubo a scatenarsi. In quella disco andava quasi tutti i sabati sera. una delle volte che non ci era andata conobbe il mulattino, come ho scritto in un altro racconto.

Una sera capitó lì anche il proprietario del locale che era un industrialotto del posto che amava farsi le cameriere e le cubiste dei suoi locali. Chiaramente le più fighe. Anna conosceva la sua fama. Tutti la conoscevano. Era fissato con le donne, ed era anche molto generoso con loro. Una sera volle farsi servire da Anna. Era chiaro che era diventata lei il nuovo bersaglio. Anna al tempo aveva 26 anni, un fisico da sportiva ben tornito da anni di palestra e sport, gambe lunghe ben fatte e seno piccolino e sodo. In pizzeria usavano una divisa classica niente di che, pantaloncini corti molto aderenti che facevano risaltare il suo bel culetto sodo , ma lei in genere proprio per non essere troppo vistosa andava struccata totalmente, cercando di non farsi importunare dai clienti.
Ma lui l’aveva puntata e la sua fama parlava per lui. Aveva iniziato la caccia e lei era la preda.
Generalmente riusciva dove voleva. Infatti, Anna non mi spiegó come, ma l’industriale, forse anche per la fine della sua storia da ragazzina con massimo che la indebolì emotivamente, fu imbroccata dopo quella che lei definisce la corte più serrata che aveva mai ricevuto.
Le chiesi se era un bell’uomo e lei mi disse bello no ma molto curato. Affascinante e di successo. Ed il successo piace e fa sesso. Alto, rasato, occhi castani, sicuro di se, un po’ di pancetta, con un cazzo grossotto sempre rasato ma nulla di fuori scala. Mi disse che nella corte che le fece usó tutte le armi che aveva, ovvero principalmente il suo fascino e quello che si poteva comprare non con i soldi ma con molti soldi.

Anna alla fine si concesse e la prima volta, mi disse, lo fecero nel Mercedes di lui dopo la serata in disco. Mi disse che non fu niente di che, lui era super eccitato e venne quasi subito e così sperava di avergli tolto la voglia. Non ci fu il secondo round perché Anna doveva andare a casa. Si ricorda che le chiese il perizomino, sicuramente come trofeo, proprio mentre se lo stava rimettendo, allora se lo sfiló di nuovo e glielo dette. Pensava di averlo accontentato, poteva così vantarsi di essersela finalmente portata a letto ed aveva le prove da mostrare. Lei invece tornó a casa con la sua punto blu senza mutande e con un fazzoletto sul sedile dell’auto per raccogliere gli umori che stavano uscendo dalla figa. L’industriale che chiameremo Paolo oltre ad essere ricco si era proprio fissato con lei. La sveltina non gli bastó affatto nè il souvenir. Anzi continuó a corteggiarla più di prima e alla fine Anna capitoló del tutto e si misero insieme. Massimotto era ormai fuori dai giochi, purtroppo per lui. Per quello che era la relazione tra un uomo di oltre i 50 con una ragazza di 30 anni più giovane nel ruolo di amante, fu anche una storia piuttosto lunga, che finì del tutto diversi mesi dopo che Anna si trasferì da me.

Mi disse che Paolo era sposato ma con la moglie avevano un rapporto aperto. Ognuno faceva il suo comodo. Non le aveva mai promesso di lasciarla. Fu chiaro subito il suo ruolo. Amante, e nessuna prospettiva di fare una famiglia con lei. Si trattava solo di sesso e divertirsi insieme. Aveva già due figli più o meno della età di Anna, dei quali non parlava mai e nemmeno aveva foto. Diventó quindi la sua amante ufficiale e la riempì di ogni tipo di regalo e non solo. Gli piaceva in particolare regalarle vestiti ed intimo sexy che le voleva vedere addosso quando la incontrava. Modèllini tutti estremamente discinti che su un fisico come quello di Anna, creavano un mix esplosivo. Anna nel tempo aveva fatto una collezione di intimo, anche costoso, che in parte aveva esibito anche da me per quel mitico fine settimana di cui ho già scritto. Lo stare con Paolo era impegnativo e le prendeva tutto il tempo libero. Aveva smesso il lavoretto alla discoteca e praticamente non usciva più con i maschi della sua età. Era la sua amante, full time. Paolo la voleva il più possibile e siccome odiava i peli, le richiese di essere sempre depilata total body, istruzione che Anna seguì alla lettera. Anche durante i giorni di ferie lui la portava spesso in giro per hotel e resort e la presentava come la sua assistente. Era evidente a tutti che fosse l’amante ma chiamarla così era più chic.

Mi disse che una volta dormirono in una stanza talmente grande che aveva un idromassaggio privato in camera, dove passarono tanto tempo ed è del tutto chiaro a farci cosa. Inutile dire che lei era affascinata da tutto quel lusso, dall’uomo di successo che poteva avere ció che voleva, lei inclusa e le presentava una vita che Anna non avrebbe mai potuto permettersi. Mi disse più volte che Paolo era un vero maiale ed in privato pensava solo al sesso.Molto dominante, quando trombavano le faceva dire anche cose strane del tipo che era la sua maiala, e altro che non volle riferirmi, ma capii il senso. Tutto perché così lui si eccitava ancora di più e si caricava per la monta. Mi raccontó che una estate se la portó in barca per due settimane a fare il giro della Croazia, dove non era mai stata. non era mai stata nemmeno in viaggio in una barca e non aveva la minima idea di cosa doversi mettere. Quando andò da lui con la valigia, Paolo non gliela fece neanche portare a bordo e le disse che in barca c’era un particolare dress code e che quindi per non farla sentire a disagio ci aveva già pensato lui. Appena salita sulla barca, poi, le chiese di sfilarsi le mutandine e metterle in una scatola trasparente giá piena di altre mutandine di tutti i tipi. Anna nel sfilarsele quasi fece vedere le sue grazie alla gente del porto e non ne capiva la ragione. glielo chiese proprio. Lui rispose una cosa del tipo

“Ma cara Anna ma che te ne fai delle mutandine a bordo. Le lasci come ricordo che sei stata mia ospite come tutte le altre hanno fatto prima di te. E poi le mutandine qui non si usano. Vatti a cambiare anzi. Ti ho preso delle cosette molto più appropriate .” Andò in cabina e vide la borsa che aveva preparato Paolo, trovó per lo più mini bikini, intimi micro, sandali e scarpe con tacchi vertiginosi, un paio di pareo trasparenti, alcuni vestiti da sera cortissimi ma comunque super aderenti e poco altro. In pratica il dress code era che sarebbe stata tutto il tempo in tiro, molto sexy e per lo più seminuda. In barca oltre a Paolo c’erano due marinai che la guardavano con occhi di desiderio. Quando uscì dalla cabina con il micro bikini mi disse che Paolo le spruzzó addosso lo champagne gelato di una bottiglia dandole il benvenuta a bordo. Fece un urletto. Era tutta appiccicosa e, come mi disse, sarebbe stata solo la prima volta di una lunga serie. Paolo non perse tempo, dopo averla spruzzata con la bottiglia , la riportó di corsa in cabina che ancora grondava di champagne per l’altro tipo di benvenuto.

I primi giorni mi disse era un po’ a disagio per quegli sguardi dei marinai sul suo corpo poi ci fece l’abitudine e non se curó più . Nei tratti di mare più lontani dalla costa Paolo le diceva di levarsi proprio tutto perché poteva avere una abbronzatura integrale lontana da occhi indiscreti. Peccato, mi disse, che quando era tutta nuda paolo si arrapasse ancora di più e cominciava a toccare dappertutto, se non proprio a scopare, e gli stessi marinai, mi disse sorridendo, la guardavano con occhi molto più che indiscreti. Scherzando prosegui dicendo che per l’abbronzatura invece dei segni del costume avrebbe potuto avere i segni delle mani o di altre parti del corpo di paolo. Mi disse che poi alla fine stava quasi sempre nuda, lui la voleva così, sempre pronta. Anna non sapeva dirgli no. Ne era attratta e schiava allo stesso tempo. Se Paolo la voleva in un modo, lei acconsentiva.

Mi disse che quelle due settimane furono sessualmente molto impegnative. Lei non sa spiegarselo, ma Paolo aveva una carica sessuale incredibile. Capitava di farlo anche più volte al giorno.

Praticamente lo fecero dappertutto sulla nave anche davanti ai marinai. Mi disse che quando lo faceva davanti ai marinai Paolo le faceva dire, mentre la penetrava, che era solo sua, che solo lui la faceva godere davvero o cose di questo tipo. A lui piaceva farlo osservato da altri. Era un esibizionista. Mi disse che paolo stava sempre nudo, anche al porto si copriva solo con un telo, e quando prendeva il sole amava sorseggiare un drink e farsi spompinare prendendo il sole. Insomma il cazzo di Paolo era super coccolato da Anna che mi diceva che si divertiva abbastanza, anche perché giocare a fare la maiala era una nuova esperienza come vivere in un lusso che non era alla sua portata. I marinai non potevano fare nè video nè foto. Li avrebbe licenziati. Mi descrisse il cazzo di Paolo come grossotto ma nulla di abnorme. Lo portava sempre completamente rasato secondo Anna per farselo ciucciare meglio. Io che ero più malizioso dissi forse per nascondere i peli bianchi del pube.

Era cmq una misura che Anna sapeva gestire bene ovunque, con venute mediamente abbondanti ma non esagerate. Teneva bene l’erezione durante il rapporto. Parole di Anna. Il fatto che la colpì, mi ripeteva sino allo sfinimento, è che stava tanto in tiro e lei lo riteneva strano per un uomo della sua età. Forse si aiutava con qualcosa, cocaina o viagra. Mi disse che era sessualmente molto dominante e gli piaceva da matti scoparla di prepotenza. Mi azzardai a chiedere dove e se lo facevano protetto, Anna disse che con lei Paolo non ha mai usato il condom e lo metteva dove voleva. Anna prendeva la pillola regolarmente già da dopo l’esperienza con il mulatto, quindi lui veniva in figa senza se e senza ma. Siccome ero moto arrapato ed incuriosito le chiesi quante volte glielo mise davanti e quante dietro. Mi guardó come fossi un cretino

“Ma scusa secondo te le stavo a contare? Per Paolo l’anale era parte del rapporto come per te i baci. Fai un po’ le tue stime…”

Se Anna era così aperta e accogliente dietro lo dovevo proprio a Paolo. Me lo disse lei. Mi confermò che lui più di tutti era stato un fan e maestro del buchetto. Fu lui che nei primi incontri con tanta pazienza le insegnó a rilassarsi e prenderlo, abituandola alla monta anale. Mi disse che ebbe una grandissima pazienza ripagata dal fatto che glielo infilava in culo con regolarità. Adorava il suo sedere. Mi disse che una sera durante un rapporto le fece dire che le piaceva più dietro che davanti, dove poi lui finì.

Non era per nulla romantico e insicuro. La prendeva quando voleva, dandole anche delle indicazioni che il più delle volte erano precise richieste in codice, quasi ordini educati “Anna ho voglia di un drink, tu no?” mi disse che voleva dire che stava per andare a prendere il sole e quindi lei doveva andare a fargli un pompino. È facile immaginare quale fosse il drink di Anna. “Anna forza su andiamo dai” doveva scendere in cabina per un rapporto completo, “Anna perché non ci godiamo un po’ il sole” ovvero facciamo sesso sul ponte.

Le chiesi se aveva fatto sesso con i marinai che la vedevano sempre all’opera. La risposta fu tutto un programma

“I marinai non potevano scoparmi senza il suo consenso”

Che voleva dire? Paolo lo aveva dato? Lo fecero in 3? Non l’ho mai saputo.

Cercai di sapere qualche dettaglio su come se la scopasse, ma lei non me li hai detti, salvo raccontarmi che Paolo amava lo champagne e spesso mentre erano in cabina lo versava sul suo corpo e lo leccava da lì. Mi disse anche che lo champagne paolo lo beveva freddo e quando lo versava, anche per il caldo in cabina, le faceva fare dei salti per la differente temperatura. Lo bevve anche lei lo champagne, nonostante sia stata sempre totalmente astemia.

Le chiesi se quella situazione le pesava e se si sentisse tutto sommato una prostituta ben pagata. Mi disse che lei la visse come una esperienza di vita, che non si sentiva una prostituta perché a lei Paolo piaceva, la faceva godere e divertire e non stava con lui controvoglia o per i soldi, ma perchè tutta la situazione a lei non dispiaceva affatto. Mi confermó che il rapporto per lei non è solo di uccello ma anche di cervello. E su quello Paolo giocava da fuori classe. Ed infatti, con sua sorpresa, proprio essere così dominata e coccolata allo stesso tempo in una situazione di lusso le piaceva parecchio e la eccitava.

Lei voleva essere l’amante di quell’uomo perché Paolo sapeva essere un mix di bastone e carota ad alto livello.

Le piaceva essere il desiderio e l’oggetto sessuale di un uomo di mezza età che aveva un fascino per lei irresistibile. Non la dominava solo sessualmente, ma soprattutto mentalmente facendole vivere situazioni precluse al 99/ delle persone.

Non sarebbe stata così tanto a lungo con lui solo per i soldi. Poi, concluse, lo lasció perché conobbe me, che sicuramente non potevo offrirle quella vita.

Mi disse che il giro fu molto bello, ogni tanto facevano tappa a terra in Croazia e lui la riempiva di attenzioni e regalini. Inizialmente si sentiva a disagio ad andare a giro in tacchi alti e costumini striminziti, praticamente nuda, coperta solo da parei trasparenti, ma Paolo diceva che aveva un corpo bello e da mostrare.

Anna imparó anche a gestire questa situazione. Mi disse che ci mise poco a sentirsi a suo agio a camminare così per i porti e le città croate. Anche nei ristoranti non ci fu alcun problema nonostante i camerieri buttassero spesso l’occhio su di lei e le sue forme.

Incontrarono anche degli amici pari età di Paolo a Rovigno che avevano delle assistenti altrettanto giovani, ma dell’est. Paolo era particolarmente contento di lei e che fosse italiana.

Uno degli amici disse a Paolo che stavolta aveva fatto proprio centro, ma anche lui aveva avuto tante assistenti straniere. Erano tutti brilli. Anche Anna. un altro dei suoi amici propose anche di scambiarle o di farlo tutti insieme. Qui il racconto di Anna non prosegue mai. Le chiesi se fecero un’orgia ma lei negó sempre. Le chiesi se scopó con uno dei signori alla cena ma ha sempre negato. Ho avuto sempre dei dubbi. Per l’aria libertina di Paolo e di quella barca non credo che scesero a terra facendo solo il baciamano alle signore, che consideravano poco più che oggetti sessuali da usare e/o esibire.

Secondo me l’orgia la fecero ma io non ero lì e Anna non so perché nn me lo vuole dire. Chissà cosa combinarono.

Comunque il giro che duró due settimane finì non prima dell’ennesimo intenso rapporto con Paolo. Lei si era abituata alla vita di mare, ad esaudire i voleri di Paolo, allo champagne pranzo cena, spesso anche a letto, al sesso libero e selvaggio, alle passeggiate semi nuda sulla terraferma, al pesce fresco (non solo quello di Paolo), agli occhi di tanti uomini che la desideravano più del solito, al lusso. la situazione le piaceva e parecchio.

Mi disse che quella fu una esperienza fantastica che ripeterebbe anche subito.

Paolo si era abituato ad averla sempre a disposizione, e lui anche se lo dimostrava a modo suo, a lei teneva.

Arrivati al porto mentre i marinai sistemavano la nave se la scopó ancora una volta nella cabina. Fu una scopatona lunga e molto intensa infatti scesero molto dopo l’attracco. Mi disse che aveva la sborra che gli colava dal micro bikini che non tratteneva nulla. Le chiesi scioccamente da dove la sentiva uscire. Mi guardó con dolcezza ma quasi incazzata

“Davanti e dietro, Mario, che domande fai? Non mi ascolti? Con paolo è sempre davanti e dietro…”

Quando arrivò in auto di Paolo lasció sul sedile di pelle un po’ della sborra che stava colando. La stesso Paolo la vide quando si alzò e scherzando le disse che qualcuno si era molto divertito. La salutó con un bacio dandole appuntamento per il prossimo incontro.

Prima di andare nella sua punto blu mi disse si era docciata e rivestita in modo meno appariscente. Indossó comunque una delle mutandine che le regaló Paolo che la facevano sentire sexy e poi tornó a casa.

Anche quando andava al lavoro le piaceva indossare i perizomini striminziti di Paolo. Non per comodità, perché mi dice che sono abbastanza scomodi quando ti muovi, ma per sentirsi sexy ed averlo vicino.

Quella di andare al lavoro con mutandine Mini è una abitudine che ha peraltro mantenuto per la gioia di medici e pazienti.

La storia con lui duró diversi altri mesi. Lui la prendeva appena poteva. Anna mi disse che le piaceva molto stare con lui. Non era amore, assolutamente. Spariva per qualche giorno e poi riappariva. Erano giorni in cui magari con la scusa di una uscita da qualche parte, se la scopava e poi la rimandava a casa. Anche mentre stava con me, diverse volte mi disse che tornava dalla madre ma alla stazione c’era l’auto di Paolo ad aspettarla e non per portarla dai genitori.

Me ne accorsi io cercandola a casa. La sua madre ingenua “Anna qui da noi? Non sale da un pezzo”

Non glielo rinfacciai mai. La lasciai fare. È sempre stata la domanda delle domande. Avrei dovuto lasciarla e trovare una donna che non mi sarebbe mai piaciuta come Anna oppure cercare di vivere con lei anche la sua incontenibile sessualità? Non ho mai avuto dubbi. Anna mi disse anche che le dispiaceva non aver troncato con Paolo prima, ma è andata così, lo aveva lasciato e non credo fu facile. Probabilmente se non ci fossi stato io sarebbe durata molto più a lungo. Ce la siamo divisa per qualche mese.

Io le dissi che non era importante. Importante è che stesse qui con me. Questo era il suo posto.
 
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