Softhand
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Ciao a tutti, premetto un paio di cose:
-questa storia è vera, nel caso in cui vengano aggiunti passaggi di fantasia sarà esplicitato;
-non è tanto un racconto ma più un confronto con voi, per cui mi piacerebbe interagire in modo educato e intelligente (per quanto mi sarà possibile rispondere);
-non chiedetemi foto o screen, mio malgrado in un momento in cui non ero molto lucido ho eliminato tutto e non riesco a recuperare nulla, anche perchè parliamo di eventi di quasi dieci anni fa;
-come da titolo, è una storia che riguarda principalmente sexting e “tensione” sessuale, più che ginnastica riproduttiva vera e propria. Se non siete interessati o vi aspettate delle acrobazie, non chiedete nemmeno e andate oltre, ci sono tanti thread molto più interessanti del mio sul forum.
Detto questo, a voi il racconto di quanto mi è successo:
Si sa, quando si finiscono le scuole superiori spesso ci si sente spaesati dal confronto con la realtà da “adulti”. C’è chi decide di continuare a studiare iscrivendosi all’università, chi invece inizia a lavorare. Molti devono quindi trasferirsi altrove, soprattutto se abiti in una cittadina di provincia.
Nel giro di un annetto, quindi, rimangono poche amicizie e gli incontri si fanno sempre più radi.
Ci si ritrova quindi in alcuni luoghi sicuri, sempre statici: in altri tempi erano il circolo, il bar, più di recente i club/discoteca, il campetto…per me, è stato l’oratorio.
All’epoca mi ero aggregato al gruppo di amici storici di mia sorella, che in realtà erano pure miei amici, perchè in oratorio alla fine si formano dei gruppi in cui ci si conosce da sempre. Ed è questo l’aspetto più importante di questa storia: le relazioni tra le persone, in oratorio, sono “fluide”. Ci si mette insieme, ci si tradisce, non ci si vede per tanto tempo, ma rimarrà sempre un legame.
Per cui, in questo gruppo di amici ero tra i più piccoli. Nel tempo questo gruppo era formato dalle tre coppie “storiche” trainanti, di cui una coppia era formata da mia sorella Francesca e il suo ragazzo dell’epoca, Michele, e da altre due coppie: Alessandra e Alberto, Bianca e Ignazio. In più c’era un numero imprecisato di noi single o in relazioni troppo poco durature per essere accettate dal “branco”.
Ebbene, per un paio d’anni le cose andarono avanti molto tranquillamente. Non eravamo un gruppo troppo puritano, quelli erano altri, ogni tanto qualche serata alcolica ci scappava.
Prima di arrivare a quel fatidico capodanno in cui tutto inizió, ci sarebbe un primo episodio da raccontare.
Bianca era la migliore amica di mia sorella. Spesso si vedevano assieme, anche a casa mia; non immaginatevi peró situazioni in stile porno americano con loro due che si chiudono in camera a confidarsi i segreti o che girano in intimo (avevano entrambe sui 25 anni all’epoca). Parliamo di cene, qualche pranzo, qualche compleanno, e qualche ospitata al mare o a casa nostra in collina.
Proprio in questo luogo inizia il primo episodio.
Devo ammettere che io, platonicamente parlando, sono sempre stato attratto da Bianca. Probabilmente perchè avevamo una certa affinità di carattere, io un tranquillone timido e introverso, lei decisa, intraprendente e schietta. Forse fin troppo schietta sotto alcuni punti di vista, ma alla fine gli opposti si attraggono. Inoltre, era la migliore amica di mia sorella, per qualche inspiegabile motivo ne siamo sempre attratti noi fratelli più piccoli. E poi ero infatuato dai suoi capelli ricci, o perchè mi immaginavo cosa potesse nascondere sotto quei vestiti che spesso non la valorizzavano troppo, o perchè le sue lentiggini erano così affettuose.
Beh, non ci crederete ma oltre a una attrazione platonica non avevo mai fantasticato su di lei.
Fino a quella calda giornata di agosto.
Magari a qualcuno sembrerà strano di aver avuto tutti questi “incontri ravvicinati” con una ragazza che all’epoca era già fidanzata da tempo e che tutti sapevano si sarebbe sposata con Ignazio (che stava ancora studiando). In casa nostra siamo sempre stati ospitali con tutti, per cui diversi amici erano spesso e volentieri ospiti per cene, pranzi o anche per alcune notti, finchè i posti letto bastavano. Per cui era normale che Bianca fosse presente in casa nostra, e questo succederà abbastanza spesso in questo racconto.
Come dicevo, eravamo in collina e d’estate è bello mangiare all’aperto. Non badavamo molto alle apparenze, per cui c’erano tavoli di legno, panche, tante poltroncine, sdraio, panchette…insomma, la tipica situazione bucolica. Ci si lascia anche un po’ andare, ci si veste con quelle magliette un po’ sgualcite o quei costumi un po’ vecchi, tanto si è praticamente in famiglia e noi eravamo in un luogo particolarmente isolato.
Con tutte queste premesse vi aspetterete una evoluzione incredibile, magari nel boschetto dietro casa, una sveltina tra le piante?
Assolutamente no. La cosa che mi fece ingrifare di più fu un upskirt di Bianca.
Quel giorno, me lo ricordo come fosse ieri, si presentó con questa gonna di jeans e una maglietta bianca. Sandali ai piedi. Niente di particolare, d’altronde mica andavamo al ristorante.
Come detto prima, eravamo all’aperto, mangiare sulle tovaglie? Già era tanto se usavamo i piatti di carta! Poi bisognava pulire tutto…(no in realtà le usavamo, mica siamo trogloditi).
Dunque, siamo in attesa del pranzo e arrivano Bianca con mia sorella. Noto subito la gonna, penso che stia molto bene, ma finisce lì, finchè sedendosi sulle poltroncine per l’aperitivo non inizio a scorgere qualcosa (è inevitabile). Mutandine rosa, mi sembrano.
Ovviamente, a noi uomini basta veramente poco per farci scattare la molla. E visto che esistevano già gli iPhone, non mi ci volle molto per scattare qualche foto di nascosto sotto il tavolo, dato che casualmente mi ero seduto proprio di fronte a lei.
Inutile dire che su quelle cosce in cui si vedeva una mutandina rosa con una stampa sopra di forse una tigre o felino simile mi abbia provocato qualche callo sulle dita.
Sì, in realtà anche questa è una premessa, ma tenetela a mente.
Perdonate il mio essere prolisso, ma i dettagli sono importanti, e ancora oggi il battito cardiaco accelera a ricordarli. Sì, è bello anche il sesso vero e proprio, ci mancherebbe, ma quando sei in prima la frizione va rilasciata con calma, poi se tutto va bene in un attimo le marce più alte entrano da sole.
Passano quindi dei mesi e senza altri dettagli rilevanti arriviamo al capodanno. Avevamo preso in affitto questa casetta in montagna per stare tutti quanti assieme e festeggiare come si deve (principalmente mangiando e bevendo, mica con delle orge). Eravamo quindi divisi per camere, una per ogni coppietta e una per i single.
I ricordi del cenone sono molto confusi, a parte il vestito blu abbastanza corto di Bianca, corredato da calze velate e stivaloni alti. Io, come gli altri, non ero troppo “appariscente”, una semplice camicia mezza sportiva e dei jeans.
Durante la serata il vino era compagno instancabile delle nostre chiacchere, oltre ad altri superalcolici e a qualche gioco di società per ammazzare l’attesa. Forse a un certo punto partì pure il momento dei balli sfrenati, probabilmente sui soliti tormentoni degli anni d’oro e i soliti discorsi su quanto la musica di prima fosse meglio.
Beh, non sono mai stato un Roberto Bolle, ma nemmeno un tronco di legno, soprattutto dopo l’assunzione di un po’ di innocuo coraggio liquido.
Dopo un po’, non so come, mi ritrovai vicino a Bianca e ad un altro elemento non ben identificato a parlare; ci ritrovammo a parlare di abbigliamento femminile e di provocazione. Bianca non si faceva troppi problemi a vestirsi in modo “provocante” (per lo standard del gruppo), ma non rivelava mai troppi dettagli sulla propria vita intima. Ignazio era giù estroverso su quell’aspetto, tra uomini era quello che faceva gli apprezzamenti più espliciti ad altre ragazze, ma mai sulla propria donna. Eppure eravamo sicuri che scopassero abbastanza tra loro (o almeno, di occasioni ne avevano abbastanza spesso).
Grazie all’alcool, sono convinto che Bianca avesse perso qualche freno inibitore per entrare più nel dettaglio del discorso. Ricordo che diceva che vestirsi in modo provocante non era solo uno strumento per ottenere qualcosa, ma anche un modo per sentirsi più sicuri di sè. E che sì, le piaceva sentirsi apprezzata (non si sa se solo da Ignazio o anche da altri…). Beh, colsi al volo questo sottinteso per dire che io apprezzavo come era vestita e che faceva bene a sentirsi “libera” di vestirsi provocante; lei abbassó la voce e si avvicinó per dirmi che c’erano altri dettagli provocanti che avrebbe riservato a Ignazio e che comunque ci avrebbe guadagnato anche lei da tutto questo.
Mi cadde la mascella, ma cercai di mantenere la faccia di bronzo, dicendo che era bello che dopo tanti anni ci fosse ancora questo spirito tra loro e che lei si “impegnasse” ancora con queste sorprese, facendo un complimento generico alle donne (boh, ero giovane e abbastanza ubriaco…).
Continuó lei facendo esempi su un tipo di intimo che riteneva particolarmente efficace: una culotte di pizzo, alludendo a un particolare tipo che poi tornerà più avanti nel racconto e che, col senno di poi, penso stesse indossando quella sera. Oltretutto la culotte a cui alludeva era rossa.
Beh, non ricordo molto altro di quella sera, sicuro qualcuno vomitó dando poi la colpa al freddo e il giorno dopo eravamo tutti zombie. Non ricordo altri dettagli di quella vacanza, se non la serenità di aver passato del tempo di qualità con i propri amici.
Passa qualche settimana, siamo quindi a Febbraio, nel frattempo ci eravamo visti qualche volta per qualche cena/evento.
Ricordo che una mattina trovai un suo messaggio.
Più o meno era questo:
“Ciao, stanotte ho fatto un sogno strano in cui c’eri tu. Penso che c’entri per quello che ci siamo detti a Capodanno, che ricordo di aver apprezzato molto.”
Sicuramente c’erano scritte altre cose, ma a posteriori il senso era questo.
Ora, immaginatevi una ragazza che comunque apprezzate, che un po’ ve lo fa tirare, che a Capodanno era provocante sia nel vestiario che a parole, che vi racconta delle sue mutandine…e che vi scrive pure dal nulla di un suo sogno.
Fosse stata single ero sicuramente sotto casa sua in meno di dieci minuti, ma qua stiamo parlando di Bianca. Oltretutto eravamo abbastanza legati, ma non ci eravamo mai scritti in privato su whatsapp (o almeno, non ricordo conversazioni così).
Ricordo che, stupido com’ero, o forse no, pensai tutto il giorno a come rispondere. Risposi dopo un po’ dicendo che mi faceva piacere che si ricordasse dei discorsi di Capodanno, parandomi il culo dicendo che ero un po’ ubriaco e che pensavo che anche lei non poteva ricordarseli, visto lo stato psicofisico.
Beh, niente di che, ma da lì ci furono un paio di settimane di conversazioni abbastanza anonime, fino a quando…
…non uscì 50 Sfumature di Grigio al Cinema.
Ricordo che mi disse qualche sera prima che sarebbe andata a vederlo, ovviamente insieme a mia sorella Francesca e a Alessandra.
Ovviamente era sulla bocca di tutti come film, anche se pochi di noi avevano letto il libro. Io ci avevo provato e l’avevo trovato abbastanza insulso e poco verosimile, ma de gustibus. A lei dissi che non lo avevo mai letto e non sapevo di cosa parlasse (!!!), e che mi aspettavo una sua recensione. Ovviamente lei mi disse che lo aveva letto, perchè glielo aveva prestato mia sorella (sì lo avevo visto in casa, è un po’ difficile da nascondere un libro; da lì il mio interesse).
Vabbè, immaginatevi il racconto:
“(commenti sul film)…comunque eravamo le uniche giovani in sala, il resto erano tutte signore che ridacchiavano e facevano commenti, ma in modo anche abbastanza sboccato…era abbastanza imbarazzante, almeno ci siamo fatte due risate”.
Vecchio mio, l’amo era stato lanciato.
Dissi, con la faccina sorridente a mo di scherzo: “dai non pensavo fosse un film comico…
”
e lei: “beh, comico no, qualche scena è forte, si vede un po’ di nudo, ma dal libro sembrava più interessante”.
“in che senso?”
“diciamo che la descrizione nel libro della sensazione di dominazione è forte, non che io abbia sperimentato quelle cose lì o che ne sia interessata”
Così, boom. Pensai che tanto si era abbastanza esposta, per cui potevo calare l’asso.
“Ma a te piace essere dominata o vuoi comandare?”
Quando si fa una domanda così intima, le risposte sono due: o ci sta, o ricevi uno schiaffo.
E lei: “beh…mi piace essere dominata, ma a volte mi piace prendere l’iniziativa e comandare io”.
E ragazzi, in quel momento avevo già il cazzo sulla luna, da quanto si era alzato.
Ricordo che dopo qualche giorno mi volle raccontare del sogno che aveva fatto…in pratica, eravamo entrambi in questa casa in collina e che, con una scusa banale, ci trovavamo in intimo in camera. A quanto disse lei, nel sogno le facevo dei complimenti, ma finiva lì; eccolo il collegamento con i discorsi di Capodanno.
Mi confidó peró che il sogno l’aveva turbata. Chiesi in che senso, a questo punto ci eravamo abbastanza esposti…
“eh…dai, nel senso che i complimenti fanno effetto…e la situazione, insomma, mi ha eccitata.”
Boom, colpito e affondato.
Avevo la sensazione che da lì sarebbe andato tutto in discesa, ma non pensate che fosse sempre propensa a raccontare dettagli così intimi: dovevo scriverle per ore, di solito a tarda notte, per convincerla ad aprirsi con me…e ovviamente, non erano gli unici argomenti di discussione; oltretutto, per alcuni giorni non ne voleva parlare, per poi magari con una mezza frase farmi capire che mi avrebbe raccontato altro.
In più, lei stava con Ignazio, si vedevano praticamente tutti i giorni (anche solo per qualche ora), per cui c’erano dei momenti in cui non potevo comunicare con lei (questo lo avevo capito da un po’, lei con intelligenza a volte “annunciava” l’assenza, per poi utilizzare una emoji per darmi libertà di parola).
Dopo la rivelazione sul sogno, dovevo andarci più a fondo. Le chiesi se ci ripensava all’evento onirico, mi confidó che le sembrava strano fare un sogno su qualcuno che non fosse il suo ragazzo, che non le era mai capitato (ci credo poco). Passammo a raccontarci anche le esperienze sessuali passate, io molto poche mentre lei aveva iniziato abbastanza da giovane a darci giù di mano e di bocca…ma sesso vero e proprio solo con Ignazio.
È sottinteso ma chiaro che io, ad ogni nuova rivelazione, mi sparavo una sega epica…questi dettagli ti fanno eccitare sempre e fantasticare alla fine è automatico.
Io ovviamente non mi esponevo troppo, beh oddio a dire il vero qualche commento forse mi scappava di tanto in tanto.
Dopo qualche giorno, notando un mio “interesse” sospetto su alcuni dettagli, mi scrisse:
“sì ok, ma devo solo raccontare io dettagli su di me, tu non ti esponi ma in realtà l’interesse mi sembra che non manchi. […] Quante volte ti sei masturbato pensando a quello che ti ho detto in questi giorni?”
Era così evidente? Non pensavo di poter essere sgamato così presto.
Con un tono un po’ rassegnato ammisi di averlo fatto, ma replicai subito:
“…beh perchè, tu dopo il sogno non hai fatto nulla?”
“Subito no…quel giorno non potevo, anche se avrei voluto e sono rimasta strana tutto il giorno, come ti avevo detto. Poi alla sera sono stata con Ignazio e diciamo che mi sono sfogata facendo quello che dovevo fare…”
“posso chiederti cosa avete fatto?”
“ma un po’ di tutto…di tutto quello che piace a me (faccina ammiccante)”.
Era sempre un po’ reticente a raccontare dettagli espliciti degli avvenimenti tra lei e Ignazio, poveretta in realtà avevano (hanno) seri problemi di coppia, magari si vergognava di alcuni aspetti e temeva il giudizio. Boh.
Io fino a quel momento non avevo mai praticato sexting con nessuna. Nemmeno qualche ammiccamento o battuta, non usavo nemmeno così tanto whatsapp a essere sincero. Non sapevo “come” arrivare a dirsi le cose in diretta e abbattere quel muro virtuale, ma quella notte capii che in realtà era più facile di quanto credessi.
“Ad essere sincero, apprendere tutti questi dettagli su di te Bianca, adesso un certo effetto me lo fa…”
“E caro…pure a me, mica sono indifferente alla cosa”.
“…e cosa vorresti fare a riguardo?”
“Non lo so, so che sono eccitata in questo momento”.
“partiamo da una cosa semplice…come sei vestita adesso?”
“mutande e maglietta, normalissimo…tu?”
“pure io, boxer grigi peró, assolutamente anonimi. Immagino invece il tuo intimo unico e abbastanza aggressivo
”
“nono ti sbagli…slip muccati da casa, abbastanza vecchiotte ma comode”
“beh…a essere sincero, mi eccitano comunque”
“ma cosa ti eccita? le mutande?”
“no beh, immaginare il tuo corpo così…sì ti ho vista in costume più volte ma sarebbe diverso…mi immagino le tue cosce ben in evidenza, il tuo seno gonfio con i capezzoli eccitati…”
Pensavo di essere andato un po’ oltre, e invece:
“non sei troppo distante dalla realtà, in questo momento sono molto eccitata…tu no?”
“sì sono molto eccitato…ed è molto visibile!”
“sì? pure per me…o meglio non visibile ma percepibile al tatto”
“ah sì? ti stai bagnando?”
“più che bagnando sono un lago”
(cadute di mascella continue nel mentre)
“ok…e vorresti fare qualcosa per risolvere?”
“sì…vorrei toccarmi…tu no?”
“sì certo pure io vorrei toccarti!”
“scemo…io intendevo se volevi toccarti tu…peró non mi dispiace l’idea che a toccarmi sia tu…come faresti?”
“beh…inizierei passando sulle labbra, con molta calma…poi ti palperei il seno, una tetta alla volta, arrivando al capezzolo, stringendo un pochino…poi passerei sui fianchi, sulla pancia con molta calma…tocchi lievi, lenti, tracciando linee immaginarie tra i punti più sensibili…poi passerei alle gambe, ai polpacci, al ginocchio da dietro fino a davanti…le cosce in tutti i punti, a volte premendo di più con i polpastrelli a volte semplicemente sfiorando…poi posso andare oltre?”
Sapevo già la risposta, ma volevo farla eccitare ancora di più.
“non puoi…devi!”
“benissimo…allora passerei dall’interno coscia a sfiorarti il bordino delle mutande…passerei ogni tanto appena sotto…e sfiorerei da sopra le tue parti più sensibili.
Ogni tanto affonderei un po’ di più le dita, in questo modo posso sentire quanto sei bagnata e calda…poi sposterei le mutande e vorrei toccare direttamente il tuo sesso”
“sì…lo vorrei pure io…sono molto eccitata in questo momento…e mi sto pure toccando”
“ah…potevi dirlo…beh allora potresti continuare tu descrivendo quello che stai facendo in questo momento”.
“mi sto toccando il clitoride…è molto sensibile…mi piace farlo”
“continua…”
“mi tocco anche un po’ più sotto, tra le labbra…e confermo che c’è proprio un lago”
“di cosa sai?”
“so di buono…sono salata”
“continua…”
“no dai…adesso dimmi tu cosa stai facendo”
“beh…non è molto difficile da intuire…mi sto toccando…vorrei che la tua mano fosse la mia…a stringere forte l’asta…a fare su e giù prima lentamente e poi sempre più forte…”
“sì…lo vorrei fare, e pure io vorrei che a toccarmi fossi tu…mi hai eccitato molto…ora mi sto penetrando con un dito”
“benissimo…vorrei essere lì e osservarti mentre ti stai dando piacere…e vorresti aggiungere un altro dito dentro di te?”
“certo…ora sono due dita dentro di me…se appoggio il telefono mi tocco anche il clitoride e vengo”
“va bene…vengo pure io Bianca…”
L’orgasmo fu abbastanza forte. Insomma, l’attività fisica dal vero è tutta un’altra cosa, d’accordo, ma anche così non è male. È sicuramente più cerebrale e, parere mio, più “equilibrato” tra le due parti.
In realtà penso che le parole usate in questa seduta di sexting fossero abbastanza standard e banali, e a dire il vero non ricordo tutto al 100%, avendo eliminato in modo definitivo tutte le conversazioni, screenshot e dati dal telefono dell’epoca.
Ovviamente non finisce qua, andammo avanti a fasi alterne per altri due anni, con anche alcuni scambi “fisici” e altre situazioni molto intriganti.
Se vi puó far piacere, continueró il racconto, se no sarà un mio sfogo notturno su questo avvenimento della mia vita.
-questa storia è vera, nel caso in cui vengano aggiunti passaggi di fantasia sarà esplicitato;
-non è tanto un racconto ma più un confronto con voi, per cui mi piacerebbe interagire in modo educato e intelligente (per quanto mi sarà possibile rispondere);
-non chiedetemi foto o screen, mio malgrado in un momento in cui non ero molto lucido ho eliminato tutto e non riesco a recuperare nulla, anche perchè parliamo di eventi di quasi dieci anni fa;
-come da titolo, è una storia che riguarda principalmente sexting e “tensione” sessuale, più che ginnastica riproduttiva vera e propria. Se non siete interessati o vi aspettate delle acrobazie, non chiedete nemmeno e andate oltre, ci sono tanti thread molto più interessanti del mio sul forum.
Detto questo, a voi il racconto di quanto mi è successo:
Si sa, quando si finiscono le scuole superiori spesso ci si sente spaesati dal confronto con la realtà da “adulti”. C’è chi decide di continuare a studiare iscrivendosi all’università, chi invece inizia a lavorare. Molti devono quindi trasferirsi altrove, soprattutto se abiti in una cittadina di provincia.
Nel giro di un annetto, quindi, rimangono poche amicizie e gli incontri si fanno sempre più radi.
Ci si ritrova quindi in alcuni luoghi sicuri, sempre statici: in altri tempi erano il circolo, il bar, più di recente i club/discoteca, il campetto…per me, è stato l’oratorio.
All’epoca mi ero aggregato al gruppo di amici storici di mia sorella, che in realtà erano pure miei amici, perchè in oratorio alla fine si formano dei gruppi in cui ci si conosce da sempre. Ed è questo l’aspetto più importante di questa storia: le relazioni tra le persone, in oratorio, sono “fluide”. Ci si mette insieme, ci si tradisce, non ci si vede per tanto tempo, ma rimarrà sempre un legame.
Per cui, in questo gruppo di amici ero tra i più piccoli. Nel tempo questo gruppo era formato dalle tre coppie “storiche” trainanti, di cui una coppia era formata da mia sorella Francesca e il suo ragazzo dell’epoca, Michele, e da altre due coppie: Alessandra e Alberto, Bianca e Ignazio. In più c’era un numero imprecisato di noi single o in relazioni troppo poco durature per essere accettate dal “branco”.
Ebbene, per un paio d’anni le cose andarono avanti molto tranquillamente. Non eravamo un gruppo troppo puritano, quelli erano altri, ogni tanto qualche serata alcolica ci scappava.
Prima di arrivare a quel fatidico capodanno in cui tutto inizió, ci sarebbe un primo episodio da raccontare.
Bianca era la migliore amica di mia sorella. Spesso si vedevano assieme, anche a casa mia; non immaginatevi peró situazioni in stile porno americano con loro due che si chiudono in camera a confidarsi i segreti o che girano in intimo (avevano entrambe sui 25 anni all’epoca). Parliamo di cene, qualche pranzo, qualche compleanno, e qualche ospitata al mare o a casa nostra in collina.
Proprio in questo luogo inizia il primo episodio.
Devo ammettere che io, platonicamente parlando, sono sempre stato attratto da Bianca. Probabilmente perchè avevamo una certa affinità di carattere, io un tranquillone timido e introverso, lei decisa, intraprendente e schietta. Forse fin troppo schietta sotto alcuni punti di vista, ma alla fine gli opposti si attraggono. Inoltre, era la migliore amica di mia sorella, per qualche inspiegabile motivo ne siamo sempre attratti noi fratelli più piccoli. E poi ero infatuato dai suoi capelli ricci, o perchè mi immaginavo cosa potesse nascondere sotto quei vestiti che spesso non la valorizzavano troppo, o perchè le sue lentiggini erano così affettuose.
Beh, non ci crederete ma oltre a una attrazione platonica non avevo mai fantasticato su di lei.
Fino a quella calda giornata di agosto.
Magari a qualcuno sembrerà strano di aver avuto tutti questi “incontri ravvicinati” con una ragazza che all’epoca era già fidanzata da tempo e che tutti sapevano si sarebbe sposata con Ignazio (che stava ancora studiando). In casa nostra siamo sempre stati ospitali con tutti, per cui diversi amici erano spesso e volentieri ospiti per cene, pranzi o anche per alcune notti, finchè i posti letto bastavano. Per cui era normale che Bianca fosse presente in casa nostra, e questo succederà abbastanza spesso in questo racconto.
Come dicevo, eravamo in collina e d’estate è bello mangiare all’aperto. Non badavamo molto alle apparenze, per cui c’erano tavoli di legno, panche, tante poltroncine, sdraio, panchette…insomma, la tipica situazione bucolica. Ci si lascia anche un po’ andare, ci si veste con quelle magliette un po’ sgualcite o quei costumi un po’ vecchi, tanto si è praticamente in famiglia e noi eravamo in un luogo particolarmente isolato.
Con tutte queste premesse vi aspetterete una evoluzione incredibile, magari nel boschetto dietro casa, una sveltina tra le piante?
Assolutamente no. La cosa che mi fece ingrifare di più fu un upskirt di Bianca.
Quel giorno, me lo ricordo come fosse ieri, si presentó con questa gonna di jeans e una maglietta bianca. Sandali ai piedi. Niente di particolare, d’altronde mica andavamo al ristorante.
Come detto prima, eravamo all’aperto, mangiare sulle tovaglie? Già era tanto se usavamo i piatti di carta! Poi bisognava pulire tutto…(no in realtà le usavamo, mica siamo trogloditi).
Dunque, siamo in attesa del pranzo e arrivano Bianca con mia sorella. Noto subito la gonna, penso che stia molto bene, ma finisce lì, finchè sedendosi sulle poltroncine per l’aperitivo non inizio a scorgere qualcosa (è inevitabile). Mutandine rosa, mi sembrano.
Ovviamente, a noi uomini basta veramente poco per farci scattare la molla. E visto che esistevano già gli iPhone, non mi ci volle molto per scattare qualche foto di nascosto sotto il tavolo, dato che casualmente mi ero seduto proprio di fronte a lei.
Inutile dire che su quelle cosce in cui si vedeva una mutandina rosa con una stampa sopra di forse una tigre o felino simile mi abbia provocato qualche callo sulle dita.
Sì, in realtà anche questa è una premessa, ma tenetela a mente.
Perdonate il mio essere prolisso, ma i dettagli sono importanti, e ancora oggi il battito cardiaco accelera a ricordarli. Sì, è bello anche il sesso vero e proprio, ci mancherebbe, ma quando sei in prima la frizione va rilasciata con calma, poi se tutto va bene in un attimo le marce più alte entrano da sole.
Passano quindi dei mesi e senza altri dettagli rilevanti arriviamo al capodanno. Avevamo preso in affitto questa casetta in montagna per stare tutti quanti assieme e festeggiare come si deve (principalmente mangiando e bevendo, mica con delle orge). Eravamo quindi divisi per camere, una per ogni coppietta e una per i single.
I ricordi del cenone sono molto confusi, a parte il vestito blu abbastanza corto di Bianca, corredato da calze velate e stivaloni alti. Io, come gli altri, non ero troppo “appariscente”, una semplice camicia mezza sportiva e dei jeans.
Durante la serata il vino era compagno instancabile delle nostre chiacchere, oltre ad altri superalcolici e a qualche gioco di società per ammazzare l’attesa. Forse a un certo punto partì pure il momento dei balli sfrenati, probabilmente sui soliti tormentoni degli anni d’oro e i soliti discorsi su quanto la musica di prima fosse meglio.
Beh, non sono mai stato un Roberto Bolle, ma nemmeno un tronco di legno, soprattutto dopo l’assunzione di un po’ di innocuo coraggio liquido.
Dopo un po’, non so come, mi ritrovai vicino a Bianca e ad un altro elemento non ben identificato a parlare; ci ritrovammo a parlare di abbigliamento femminile e di provocazione. Bianca non si faceva troppi problemi a vestirsi in modo “provocante” (per lo standard del gruppo), ma non rivelava mai troppi dettagli sulla propria vita intima. Ignazio era giù estroverso su quell’aspetto, tra uomini era quello che faceva gli apprezzamenti più espliciti ad altre ragazze, ma mai sulla propria donna. Eppure eravamo sicuri che scopassero abbastanza tra loro (o almeno, di occasioni ne avevano abbastanza spesso).
Grazie all’alcool, sono convinto che Bianca avesse perso qualche freno inibitore per entrare più nel dettaglio del discorso. Ricordo che diceva che vestirsi in modo provocante non era solo uno strumento per ottenere qualcosa, ma anche un modo per sentirsi più sicuri di sè. E che sì, le piaceva sentirsi apprezzata (non si sa se solo da Ignazio o anche da altri…). Beh, colsi al volo questo sottinteso per dire che io apprezzavo come era vestita e che faceva bene a sentirsi “libera” di vestirsi provocante; lei abbassó la voce e si avvicinó per dirmi che c’erano altri dettagli provocanti che avrebbe riservato a Ignazio e che comunque ci avrebbe guadagnato anche lei da tutto questo.
Mi cadde la mascella, ma cercai di mantenere la faccia di bronzo, dicendo che era bello che dopo tanti anni ci fosse ancora questo spirito tra loro e che lei si “impegnasse” ancora con queste sorprese, facendo un complimento generico alle donne (boh, ero giovane e abbastanza ubriaco…).
Continuó lei facendo esempi su un tipo di intimo che riteneva particolarmente efficace: una culotte di pizzo, alludendo a un particolare tipo che poi tornerà più avanti nel racconto e che, col senno di poi, penso stesse indossando quella sera. Oltretutto la culotte a cui alludeva era rossa.
Beh, non ricordo molto altro di quella sera, sicuro qualcuno vomitó dando poi la colpa al freddo e il giorno dopo eravamo tutti zombie. Non ricordo altri dettagli di quella vacanza, se non la serenità di aver passato del tempo di qualità con i propri amici.
Passa qualche settimana, siamo quindi a Febbraio, nel frattempo ci eravamo visti qualche volta per qualche cena/evento.
Ricordo che una mattina trovai un suo messaggio.
Più o meno era questo:
“Ciao, stanotte ho fatto un sogno strano in cui c’eri tu. Penso che c’entri per quello che ci siamo detti a Capodanno, che ricordo di aver apprezzato molto.”
Sicuramente c’erano scritte altre cose, ma a posteriori il senso era questo.
Ora, immaginatevi una ragazza che comunque apprezzate, che un po’ ve lo fa tirare, che a Capodanno era provocante sia nel vestiario che a parole, che vi racconta delle sue mutandine…e che vi scrive pure dal nulla di un suo sogno.
Fosse stata single ero sicuramente sotto casa sua in meno di dieci minuti, ma qua stiamo parlando di Bianca. Oltretutto eravamo abbastanza legati, ma non ci eravamo mai scritti in privato su whatsapp (o almeno, non ricordo conversazioni così).
Ricordo che, stupido com’ero, o forse no, pensai tutto il giorno a come rispondere. Risposi dopo un po’ dicendo che mi faceva piacere che si ricordasse dei discorsi di Capodanno, parandomi il culo dicendo che ero un po’ ubriaco e che pensavo che anche lei non poteva ricordarseli, visto lo stato psicofisico.
Beh, niente di che, ma da lì ci furono un paio di settimane di conversazioni abbastanza anonime, fino a quando…
…non uscì 50 Sfumature di Grigio al Cinema.
Ricordo che mi disse qualche sera prima che sarebbe andata a vederlo, ovviamente insieme a mia sorella Francesca e a Alessandra.
Ovviamente era sulla bocca di tutti come film, anche se pochi di noi avevano letto il libro. Io ci avevo provato e l’avevo trovato abbastanza insulso e poco verosimile, ma de gustibus. A lei dissi che non lo avevo mai letto e non sapevo di cosa parlasse (!!!), e che mi aspettavo una sua recensione. Ovviamente lei mi disse che lo aveva letto, perchè glielo aveva prestato mia sorella (sì lo avevo visto in casa, è un po’ difficile da nascondere un libro; da lì il mio interesse).
Vabbè, immaginatevi il racconto:
“(commenti sul film)…comunque eravamo le uniche giovani in sala, il resto erano tutte signore che ridacchiavano e facevano commenti, ma in modo anche abbastanza sboccato…era abbastanza imbarazzante, almeno ci siamo fatte due risate”.
Vecchio mio, l’amo era stato lanciato.
Dissi, con la faccina sorridente a mo di scherzo: “dai non pensavo fosse un film comico…


e lei: “beh, comico no, qualche scena è forte, si vede un po’ di nudo, ma dal libro sembrava più interessante”.
“in che senso?”
“diciamo che la descrizione nel libro della sensazione di dominazione è forte, non che io abbia sperimentato quelle cose lì o che ne sia interessata”
Così, boom. Pensai che tanto si era abbastanza esposta, per cui potevo calare l’asso.
“Ma a te piace essere dominata o vuoi comandare?”
Quando si fa una domanda così intima, le risposte sono due: o ci sta, o ricevi uno schiaffo.
E lei: “beh…mi piace essere dominata, ma a volte mi piace prendere l’iniziativa e comandare io”.
E ragazzi, in quel momento avevo già il cazzo sulla luna, da quanto si era alzato.
Ricordo che dopo qualche giorno mi volle raccontare del sogno che aveva fatto…in pratica, eravamo entrambi in questa casa in collina e che, con una scusa banale, ci trovavamo in intimo in camera. A quanto disse lei, nel sogno le facevo dei complimenti, ma finiva lì; eccolo il collegamento con i discorsi di Capodanno.
Mi confidó peró che il sogno l’aveva turbata. Chiesi in che senso, a questo punto ci eravamo abbastanza esposti…
“eh…dai, nel senso che i complimenti fanno effetto…e la situazione, insomma, mi ha eccitata.”
Boom, colpito e affondato.
Avevo la sensazione che da lì sarebbe andato tutto in discesa, ma non pensate che fosse sempre propensa a raccontare dettagli così intimi: dovevo scriverle per ore, di solito a tarda notte, per convincerla ad aprirsi con me…e ovviamente, non erano gli unici argomenti di discussione; oltretutto, per alcuni giorni non ne voleva parlare, per poi magari con una mezza frase farmi capire che mi avrebbe raccontato altro.
In più, lei stava con Ignazio, si vedevano praticamente tutti i giorni (anche solo per qualche ora), per cui c’erano dei momenti in cui non potevo comunicare con lei (questo lo avevo capito da un po’, lei con intelligenza a volte “annunciava” l’assenza, per poi utilizzare una emoji per darmi libertà di parola).
Dopo la rivelazione sul sogno, dovevo andarci più a fondo. Le chiesi se ci ripensava all’evento onirico, mi confidó che le sembrava strano fare un sogno su qualcuno che non fosse il suo ragazzo, che non le era mai capitato (ci credo poco). Passammo a raccontarci anche le esperienze sessuali passate, io molto poche mentre lei aveva iniziato abbastanza da giovane a darci giù di mano e di bocca…ma sesso vero e proprio solo con Ignazio.
È sottinteso ma chiaro che io, ad ogni nuova rivelazione, mi sparavo una sega epica…questi dettagli ti fanno eccitare sempre e fantasticare alla fine è automatico.
Io ovviamente non mi esponevo troppo, beh oddio a dire il vero qualche commento forse mi scappava di tanto in tanto.
Dopo qualche giorno, notando un mio “interesse” sospetto su alcuni dettagli, mi scrisse:
“sì ok, ma devo solo raccontare io dettagli su di me, tu non ti esponi ma in realtà l’interesse mi sembra che non manchi. […] Quante volte ti sei masturbato pensando a quello che ti ho detto in questi giorni?”
Era così evidente? Non pensavo di poter essere sgamato così presto.
Con un tono un po’ rassegnato ammisi di averlo fatto, ma replicai subito:
“…beh perchè, tu dopo il sogno non hai fatto nulla?”
“Subito no…quel giorno non potevo, anche se avrei voluto e sono rimasta strana tutto il giorno, come ti avevo detto. Poi alla sera sono stata con Ignazio e diciamo che mi sono sfogata facendo quello che dovevo fare…”
“posso chiederti cosa avete fatto?”
“ma un po’ di tutto…di tutto quello che piace a me (faccina ammiccante)”.
Era sempre un po’ reticente a raccontare dettagli espliciti degli avvenimenti tra lei e Ignazio, poveretta in realtà avevano (hanno) seri problemi di coppia, magari si vergognava di alcuni aspetti e temeva il giudizio. Boh.
Io fino a quel momento non avevo mai praticato sexting con nessuna. Nemmeno qualche ammiccamento o battuta, non usavo nemmeno così tanto whatsapp a essere sincero. Non sapevo “come” arrivare a dirsi le cose in diretta e abbattere quel muro virtuale, ma quella notte capii che in realtà era più facile di quanto credessi.
“Ad essere sincero, apprendere tutti questi dettagli su di te Bianca, adesso un certo effetto me lo fa…”
“E caro…pure a me, mica sono indifferente alla cosa”.
“…e cosa vorresti fare a riguardo?”
“Non lo so, so che sono eccitata in questo momento”.
“partiamo da una cosa semplice…come sei vestita adesso?”
“mutande e maglietta, normalissimo…tu?”
“pure io, boxer grigi peró, assolutamente anonimi. Immagino invece il tuo intimo unico e abbastanza aggressivo

“nono ti sbagli…slip muccati da casa, abbastanza vecchiotte ma comode”
“beh…a essere sincero, mi eccitano comunque”
“ma cosa ti eccita? le mutande?”
“no beh, immaginare il tuo corpo così…sì ti ho vista in costume più volte ma sarebbe diverso…mi immagino le tue cosce ben in evidenza, il tuo seno gonfio con i capezzoli eccitati…”
Pensavo di essere andato un po’ oltre, e invece:
“non sei troppo distante dalla realtà, in questo momento sono molto eccitata…tu no?”
“sì sono molto eccitato…ed è molto visibile!”
“sì? pure per me…o meglio non visibile ma percepibile al tatto”
“ah sì? ti stai bagnando?”
“più che bagnando sono un lago”
(cadute di mascella continue nel mentre)
“ok…e vorresti fare qualcosa per risolvere?”
“sì…vorrei toccarmi…tu no?”
“sì certo pure io vorrei toccarti!”
“scemo…io intendevo se volevi toccarti tu…peró non mi dispiace l’idea che a toccarmi sia tu…come faresti?”
“beh…inizierei passando sulle labbra, con molta calma…poi ti palperei il seno, una tetta alla volta, arrivando al capezzolo, stringendo un pochino…poi passerei sui fianchi, sulla pancia con molta calma…tocchi lievi, lenti, tracciando linee immaginarie tra i punti più sensibili…poi passerei alle gambe, ai polpacci, al ginocchio da dietro fino a davanti…le cosce in tutti i punti, a volte premendo di più con i polpastrelli a volte semplicemente sfiorando…poi posso andare oltre?”
Sapevo già la risposta, ma volevo farla eccitare ancora di più.
“non puoi…devi!”
“benissimo…allora passerei dall’interno coscia a sfiorarti il bordino delle mutande…passerei ogni tanto appena sotto…e sfiorerei da sopra le tue parti più sensibili.
Ogni tanto affonderei un po’ di più le dita, in questo modo posso sentire quanto sei bagnata e calda…poi sposterei le mutande e vorrei toccare direttamente il tuo sesso”
“sì…lo vorrei pure io…sono molto eccitata in questo momento…e mi sto pure toccando”
“ah…potevi dirlo…beh allora potresti continuare tu descrivendo quello che stai facendo in questo momento”.
“mi sto toccando il clitoride…è molto sensibile…mi piace farlo”
“continua…”
“mi tocco anche un po’ più sotto, tra le labbra…e confermo che c’è proprio un lago”
“di cosa sai?”
“so di buono…sono salata”
“continua…”
“no dai…adesso dimmi tu cosa stai facendo”
“beh…non è molto difficile da intuire…mi sto toccando…vorrei che la tua mano fosse la mia…a stringere forte l’asta…a fare su e giù prima lentamente e poi sempre più forte…”
“sì…lo vorrei fare, e pure io vorrei che a toccarmi fossi tu…mi hai eccitato molto…ora mi sto penetrando con un dito”
“benissimo…vorrei essere lì e osservarti mentre ti stai dando piacere…e vorresti aggiungere un altro dito dentro di te?”
“certo…ora sono due dita dentro di me…se appoggio il telefono mi tocco anche il clitoride e vengo”
“va bene…vengo pure io Bianca…”
L’orgasmo fu abbastanza forte. Insomma, l’attività fisica dal vero è tutta un’altra cosa, d’accordo, ma anche così non è male. È sicuramente più cerebrale e, parere mio, più “equilibrato” tra le due parti.
In realtà penso che le parole usate in questa seduta di sexting fossero abbastanza standard e banali, e a dire il vero non ricordo tutto al 100%, avendo eliminato in modo definitivo tutte le conversazioni, screenshot e dati dal telefono dell’epoca.
Ovviamente non finisce qua, andammo avanti a fasi alterne per altri due anni, con anche alcuni scambi “fisici” e altre situazioni molto intriganti.
Se vi puó far piacere, continueró il racconto, se no sarà un mio sfogo notturno su questo avvenimento della mia vita.