Io e Marco siamo grandi amici fin dall' infanzia, stessa età, stessa scuola. Vivendo nella stessa contrada praticamente siamo cresciuti insieme, le nostre case distaziavano di qualche centinaio di metri. Si stava come fratelli, è si condivideva qualsiasi cosa, anche quando arrivò la fatidica età di ormoni galoppanti, scambiandoci quei rarissimi fumetti porno o ancora meglio quando si riusciva a trafugare qualche vhs delle collezioni clandestine dei nostri padri.
Lui era molto sempliciotto e timido rispetto alla testa di cazzo del sottoscritto: faticava parecchio a rompere il ghiaccio con le ragazze. Io almeno avevo avuto qualche avventura "scottante" con la fidanzatina ( la prima sega e il primo pompino non si scorda mai) e lui niente. Comunque ci confidavamo su tutto di noi, io cercavo di spronarlo, ma in un modo o in un altro andava sempre a vuoto (secondo me si ammazzava troppo di seghe che magari finivano per appagarlo...così!). Quando arrivò il suo diciottesimo compleanno addirittura pagai 5.000 lire a una mezza cozza porcella della scuola col fine di fargli almeno una sega... a detta di lei neanche glielo sfiorò che venne. Era proprio messo male...
Vabe'...tornando alla storia... quotidianamente ci frequentavano, dopo la scuola, magari io andando da lui a casa sua o viceversa. Per un periodo si trasferì, all' appartamento sotto casa sua dove viveva la sua povera nonnina, sua zia, figlia della vecchia che aveva bisogno di assistenza: zitella (45 anni) chiacchierona e sempliciotta, non molto curante nel vestirsi (vabe' che eravamo in campagna...) sempre con il solito grembiule o al massimo in tuta. Particolare da non sottovalutare: tettona esagerata...quasi sproporzionata al resto del corpo.
Beh...a vederla la prima volta...come donna non era un gran che...ma quelle mammellone innescavano tanti di quei pensieri. Ovvio che con il passare dei giorni intensificavo di più i nostri incontri a casa sua... per qualche sbirciatina qua e là... Non parlai mai all' amico dell' interesse che cominciavo a provare per la sua parente: un po' per non ferirlo o offenderlo...forse perché neanche io ero convinto più di tanto...Non so.
Un giorno andai a casa sua. La madre era fuori la porta e chiesi di Marco. Disse "è in camera...puoi entrare" ero comunque di casa... Mi intrufolai in casa dirigendomi alla sua camera. La porta era socchiusa, lo chiamai e aprii... si stava frettolosamente risistemando: gli avevo interrotto la sega. Ci eravamo capiti e ci siamo messi a ridere...Non era la prima volta.
"Chi ti segavi?" Dissi guardandomi un po' intorno: tv spenta...nessuna rivista... "no niente...così..." rispose un po' impacciato.
Non mi curai più di tanto e gli chiesi se aveva voglia di andare a fare un giro in paese. Accettò e uscì dalla stanza per andare in bagno. Rimasi solo in camera e ci misi poco a capire chi era il soggetto della sega dell' amico: dalla finestra, al piano di sotto c'era la zia che stava lavando delle bottiglie, credo per la salsa, in un lavandino. Aveva si il grembiule, ma era talmente scollato e sbottonato che ai movimenti energici di sdillazzamento delle bottiglie le mammelle quasi cercavano di uscirle. Spettacolo e quasi mi eccitavo. Assistetti allo spettacolo fino all' arrivo di Marco senza farmi scoprire e dopo un po' uscimmo.
Non ne parlai della cosa... ma avevo quelle tette danzanti fisse in mente è quasi invidiavo l'amico che se le poteva segare tranquillamente.
Passarono i giorni, sempre di quell' estate, è sempre a casa sua... un giorno la zia ci vide la fuori a chiaccherare e ci disse se potevamo darle una mano a spostare dei cocci che erano ammucchiati in garage, un po' pesanti e ingombranti. Sempre solito grembiule scollato...zizzoni che si muovevano qua e là...cercavo di mantenere la calma...Marco sembrava che soffocasse...
Finita la faccenda, la frase della zia che fece scattare la molla: "quest' ultimo pacco era proprio grosso " quasi maliziosamente.
Rimasi di sasso; Marco comunque resistette poco e si precipitò in casa. Ne avevo abbastanza anche per me ma non era il momento.
Quando tornò l'amico gli chiesi cosa avesse avuto, ironicamente. Si capiva che scoppiava.
Insistendo sono riuscito a farlo confessare " è troppo esagerata...visto com' è?" Disse.
Cercavo di confortarlo " dai...è tua zia!!"
"Si...ma è una porcellona "
"Ma dai...solo per quelle tette che si ritrova... Non è bello giudicare una donna solo per quello"
" seeee...da quando sta qua comunque mi provoca. E comunque in questi quindici giorni si sarà scopata una decina di tipi del paese...compreso il dottore "
"Balle! Te che ne sai"
"L'ho visto"r
" Non ci credo"
" ti darò la prova".
Avevo tutto l'occorrente per segarmi, una volta tornato a casa , quelle due tettone per di più di un troione. Credevo a ciò che diceva, lo conosco troppo bene per dirmi cazzate.
"Ma come fa? Mica può in casa... i tuoi si accorgetebbero di 'sto via vai" dissi
Raccontò che un giorno andò a trovare giù la nonna: la vecchia dormiva e la zia si faceva trapanare dal dottore. Marco sentì tutto origliando alla porta della camera dove si erano rinchiusi. Mentre alcuni soggetti li incontra di nascosto al fienile dietro casa. "Pure Franco ci viene" aggiunse.
"Franco chi? L'orso? Sbigottito domandai.
"Si...proprio lui. Franco è un contadino che abita proprio di fianco a loro: è una sorta di armadio travestito da uomo. Farebbe paura anche a Mike Tyson per quanto è brutto e grosso.
"Se ci va Franco deve essere proprio maiala doc " (Franco, per come si dice in paese, ha la fama di essere superdotato...perciò fatica a trovare moglie...).
"Quasi sicuramente domani pomeriggio verrà Franco..." disse.
"Ok...come si fa?
"Appena dopo pranzo vieni qua ".
All' indomani, come stabilito mi recai a casa di Marco: i genitori non c'erano e ovviamente la zia era a fare bada alla nonna.
Andammo, nel retro del casolare dove ergeva un grosso capannone per le balle di fieno che riempivano quasi a scalare un po' tutta il volume.
"Ci metteremo lassù " indicando il mucchio di balle "tanto se lo verrannno lo faranno su queste basse"
"I tuoi genitori?"
"Torneranno tardi".
Arrampicandoci sul mucchio e disponendo alcune balle per ottenere una buona visuale senza farci notare da far invidia anche a un cecchino. C'era luce sufficiente che proveniva dai lucernai del tetto.
Aspettammo. Tanto tempo...troppo. quasi mi veniva il sonno...
Passarono più di due ore quando sentimmo on lontananza un trattore in avvicinamento. Così fu'! Il trattore si fermò proprio davanti al portone del fienile. Noi muti...il problema non era fi non farci scoprire...ma era Franco che ci avrebbe scuoiato vivi!
Pochissimi minuti di attesa, il portone si aprì e i due, Franco e la zia entrarono.
L'orso era in classica tuta da meccanico mentre la zia sempre in grembiule. Si dissero qualcosa riguardo al tempo mentre la zia si voltò per chiudere la porta Franco gli diede una pacca al culo.
Messosi una do fronte all' altro iniziarono gli maneggi: la donna intenta a accarerzargli le possenti braccia da wrestler e lui palpandole le tette.
"Fammi sentire che odore ha oggi" disse Franco sedendosi su una balla appoggiandosi le mani sulle gambe. La zia gli si mise di fronte, si volto' e chinandosi alzò il grembiule; culo in bella vista...proprio un bel culo! Rapidamente Franco abbassò le abbassò le mutande per appiccicare la faccia a quel culo, come volendo penetrarla col naso. La porca rise.
La nostra postazione era ottima, ce li avevamo di fronte. E ci stavamo inevitabilmente eccitando...
Franco alzò la faccia dal culo di lei per esplorare con una mano all'interno delle cosce... un dito entrò dentro di lei e partì un profondo gemito di piacere.
Franco si alzò e abbassando la lunga lampo della tuta se ne liberò: rimaneva in mutande...una parte del pisello ne usciva fuori. La zia che nel frattempo si liberò, con una mano, delle mutandine giù per le caviglie, mentre con l'altra massaggiava il pacco del maschio ancora in mutande: con tutte e due le mani gliele abbassò. Era moscio...ma enormemente moscio...una proboscite!
Lentamente cominciò a segarlo...prima con una poi con tutte e due le mani facendogli prendere vigore...cresceva a vista d'occhio. Senza staccare le mani dal cazzo, si sedette sulla balla e se lo mise in bocca.
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Pompando, l'enorme cazzo a malapena riusciva a contenerlo in bocca. Franco grugniva tenendola bloccata la testa con ambo le mani. Nonostante le dimensioni riusciva a lubrificare l'asta egregiamente sentendo i vari sciacquetii e soffoconi.
Ad un certo punto la zia si bloccò dicendo di dover rientrare per dar una controllato ma alla vecchia mamma. Era comunque ancora vestita, si risistemo' stirando le mani sulle coscie e uscì lasciando solo le mutandine in compagnia di Franco.
Era più delicata la cosa: se poco.prima dovevamo non fare nessun tipo di rumore ora era peggio vista la pericolosità del soggetto che stava laggiù.
Nel frattempo Franco sistemo' la sua tuta sulla balla a mo' di coperta, si sedette guardandosi l'uccello che pian piano perdeva vigore.
5 minuti fu l'attesa è la donna tornò. Si avvicinò all' uomo ancora seduto sbattendogli in faccia l'enorme davanzale accarezzandogli la capa.
"Mi si è ammosciato " disse l'orso.
La zia sorridendo e senza dire niente sbottono' lentamente uno a uno i bottoni del grembiule, se lo tolse o lo buttò ai suoi piedi. Era senza reggiseno, completamente nuda. Con le tettone a penzoloni di istante mi si induri'...erano enormi.
Si inginocchio' sul grembiule e avvicinò la faccia tra le gambe di Franco è con una mano si riprese il cazzo in bocca, pompando con foga e in poco tempo si irrigidirsi nuovo
Lui era molto sempliciotto e timido rispetto alla testa di cazzo del sottoscritto: faticava parecchio a rompere il ghiaccio con le ragazze. Io almeno avevo avuto qualche avventura "scottante" con la fidanzatina ( la prima sega e il primo pompino non si scorda mai) e lui niente. Comunque ci confidavamo su tutto di noi, io cercavo di spronarlo, ma in un modo o in un altro andava sempre a vuoto (secondo me si ammazzava troppo di seghe che magari finivano per appagarlo...così!). Quando arrivò il suo diciottesimo compleanno addirittura pagai 5.000 lire a una mezza cozza porcella della scuola col fine di fargli almeno una sega... a detta di lei neanche glielo sfiorò che venne. Era proprio messo male...
Vabe'...tornando alla storia... quotidianamente ci frequentavano, dopo la scuola, magari io andando da lui a casa sua o viceversa. Per un periodo si trasferì, all' appartamento sotto casa sua dove viveva la sua povera nonnina, sua zia, figlia della vecchia che aveva bisogno di assistenza: zitella (45 anni) chiacchierona e sempliciotta, non molto curante nel vestirsi (vabe' che eravamo in campagna...) sempre con il solito grembiule o al massimo in tuta. Particolare da non sottovalutare: tettona esagerata...quasi sproporzionata al resto del corpo.
Beh...a vederla la prima volta...come donna non era un gran che...ma quelle mammellone innescavano tanti di quei pensieri. Ovvio che con il passare dei giorni intensificavo di più i nostri incontri a casa sua... per qualche sbirciatina qua e là... Non parlai mai all' amico dell' interesse che cominciavo a provare per la sua parente: un po' per non ferirlo o offenderlo...forse perché neanche io ero convinto più di tanto...Non so.
Un giorno andai a casa sua. La madre era fuori la porta e chiesi di Marco. Disse "è in camera...puoi entrare" ero comunque di casa... Mi intrufolai in casa dirigendomi alla sua camera. La porta era socchiusa, lo chiamai e aprii... si stava frettolosamente risistemando: gli avevo interrotto la sega. Ci eravamo capiti e ci siamo messi a ridere...Non era la prima volta.
"Chi ti segavi?" Dissi guardandomi un po' intorno: tv spenta...nessuna rivista... "no niente...così..." rispose un po' impacciato.
Non mi curai più di tanto e gli chiesi se aveva voglia di andare a fare un giro in paese. Accettò e uscì dalla stanza per andare in bagno. Rimasi solo in camera e ci misi poco a capire chi era il soggetto della sega dell' amico: dalla finestra, al piano di sotto c'era la zia che stava lavando delle bottiglie, credo per la salsa, in un lavandino. Aveva si il grembiule, ma era talmente scollato e sbottonato che ai movimenti energici di sdillazzamento delle bottiglie le mammelle quasi cercavano di uscirle. Spettacolo e quasi mi eccitavo. Assistetti allo spettacolo fino all' arrivo di Marco senza farmi scoprire e dopo un po' uscimmo.
Non ne parlai della cosa... ma avevo quelle tette danzanti fisse in mente è quasi invidiavo l'amico che se le poteva segare tranquillamente.
Passarono i giorni, sempre di quell' estate, è sempre a casa sua... un giorno la zia ci vide la fuori a chiaccherare e ci disse se potevamo darle una mano a spostare dei cocci che erano ammucchiati in garage, un po' pesanti e ingombranti. Sempre solito grembiule scollato...zizzoni che si muovevano qua e là...cercavo di mantenere la calma...Marco sembrava che soffocasse...
Finita la faccenda, la frase della zia che fece scattare la molla: "quest' ultimo pacco era proprio grosso " quasi maliziosamente.
Rimasi di sasso; Marco comunque resistette poco e si precipitò in casa. Ne avevo abbastanza anche per me ma non era il momento.
Quando tornò l'amico gli chiesi cosa avesse avuto, ironicamente. Si capiva che scoppiava.
Insistendo sono riuscito a farlo confessare " è troppo esagerata...visto com' è?" Disse.
Cercavo di confortarlo " dai...è tua zia!!"
"Si...ma è una porcellona "
"Ma dai...solo per quelle tette che si ritrova... Non è bello giudicare una donna solo per quello"
" seeee...da quando sta qua comunque mi provoca. E comunque in questi quindici giorni si sarà scopata una decina di tipi del paese...compreso il dottore "
"Balle! Te che ne sai"
"L'ho visto"r
" Non ci credo"
" ti darò la prova".
Avevo tutto l'occorrente per segarmi, una volta tornato a casa , quelle due tettone per di più di un troione. Credevo a ciò che diceva, lo conosco troppo bene per dirmi cazzate.
"Ma come fa? Mica può in casa... i tuoi si accorgetebbero di 'sto via vai" dissi
Raccontò che un giorno andò a trovare giù la nonna: la vecchia dormiva e la zia si faceva trapanare dal dottore. Marco sentì tutto origliando alla porta della camera dove si erano rinchiusi. Mentre alcuni soggetti li incontra di nascosto al fienile dietro casa. "Pure Franco ci viene" aggiunse.
"Franco chi? L'orso? Sbigottito domandai.
"Si...proprio lui. Franco è un contadino che abita proprio di fianco a loro: è una sorta di armadio travestito da uomo. Farebbe paura anche a Mike Tyson per quanto è brutto e grosso.
"Se ci va Franco deve essere proprio maiala doc " (Franco, per come si dice in paese, ha la fama di essere superdotato...perciò fatica a trovare moglie...).
"Quasi sicuramente domani pomeriggio verrà Franco..." disse.
"Ok...come si fa?
"Appena dopo pranzo vieni qua ".
All' indomani, come stabilito mi recai a casa di Marco: i genitori non c'erano e ovviamente la zia era a fare bada alla nonna.
Andammo, nel retro del casolare dove ergeva un grosso capannone per le balle di fieno che riempivano quasi a scalare un po' tutta il volume.
"Ci metteremo lassù " indicando il mucchio di balle "tanto se lo verrannno lo faranno su queste basse"
"I tuoi genitori?"
"Torneranno tardi".
Arrampicandoci sul mucchio e disponendo alcune balle per ottenere una buona visuale senza farci notare da far invidia anche a un cecchino. C'era luce sufficiente che proveniva dai lucernai del tetto.
Aspettammo. Tanto tempo...troppo. quasi mi veniva il sonno...
Passarono più di due ore quando sentimmo on lontananza un trattore in avvicinamento. Così fu'! Il trattore si fermò proprio davanti al portone del fienile. Noi muti...il problema non era fi non farci scoprire...ma era Franco che ci avrebbe scuoiato vivi!
Pochissimi minuti di attesa, il portone si aprì e i due, Franco e la zia entrarono.
L'orso era in classica tuta da meccanico mentre la zia sempre in grembiule. Si dissero qualcosa riguardo al tempo mentre la zia si voltò per chiudere la porta Franco gli diede una pacca al culo.
Messosi una do fronte all' altro iniziarono gli maneggi: la donna intenta a accarerzargli le possenti braccia da wrestler e lui palpandole le tette.
"Fammi sentire che odore ha oggi" disse Franco sedendosi su una balla appoggiandosi le mani sulle gambe. La zia gli si mise di fronte, si volto' e chinandosi alzò il grembiule; culo in bella vista...proprio un bel culo! Rapidamente Franco abbassò le abbassò le mutande per appiccicare la faccia a quel culo, come volendo penetrarla col naso. La porca rise.
La nostra postazione era ottima, ce li avevamo di fronte. E ci stavamo inevitabilmente eccitando...
Franco alzò la faccia dal culo di lei per esplorare con una mano all'interno delle cosce... un dito entrò dentro di lei e partì un profondo gemito di piacere.
Franco si alzò e abbassando la lunga lampo della tuta se ne liberò: rimaneva in mutande...una parte del pisello ne usciva fuori. La zia che nel frattempo si liberò, con una mano, delle mutandine giù per le caviglie, mentre con l'altra massaggiava il pacco del maschio ancora in mutande: con tutte e due le mani gliele abbassò. Era moscio...ma enormemente moscio...una proboscite!
Lentamente cominciò a segarlo...prima con una poi con tutte e due le mani facendogli prendere vigore...cresceva a vista d'occhio. Senza staccare le mani dal cazzo, si sedette sulla balla e se lo mise in bocca.
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Pompando, l'enorme cazzo a malapena riusciva a contenerlo in bocca. Franco grugniva tenendola bloccata la testa con ambo le mani. Nonostante le dimensioni riusciva a lubrificare l'asta egregiamente sentendo i vari sciacquetii e soffoconi.
Ad un certo punto la zia si bloccò dicendo di dover rientrare per dar una controllato ma alla vecchia mamma. Era comunque ancora vestita, si risistemo' stirando le mani sulle coscie e uscì lasciando solo le mutandine in compagnia di Franco.
Era più delicata la cosa: se poco.prima dovevamo non fare nessun tipo di rumore ora era peggio vista la pericolosità del soggetto che stava laggiù.
Nel frattempo Franco sistemo' la sua tuta sulla balla a mo' di coperta, si sedette guardandosi l'uccello che pian piano perdeva vigore.
5 minuti fu l'attesa è la donna tornò. Si avvicinò all' uomo ancora seduto sbattendogli in faccia l'enorme davanzale accarezzandogli la capa.
"Mi si è ammosciato " disse l'orso.
La zia sorridendo e senza dire niente sbottono' lentamente uno a uno i bottoni del grembiule, se lo tolse o lo buttò ai suoi piedi. Era senza reggiseno, completamente nuda. Con le tettone a penzoloni di istante mi si induri'...erano enormi.
Si inginocchio' sul grembiule e avvicinò la faccia tra le gambe di Franco è con una mano si riprese il cazzo in bocca, pompando con foga e in poco tempo si irrigidirsi nuovo
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