Racconto di fantasia Quella maiala della zia

Ripper79

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Io e Marco siamo grandi amici fin dall' infanzia, stessa età, stessa scuola. Vivendo nella stessa contrada praticamente siamo cresciuti insieme, le nostre case distaziavano di qualche centinaio di metri. Si stava come fratelli, è si condivideva qualsiasi cosa, anche quando arrivò la fatidica età di ormoni galoppanti, scambiandoci quei rarissimi fumetti porno o ancora meglio quando si riusciva a trafugare qualche vhs delle collezioni clandestine dei nostri padri.
Lui era molto sempliciotto e timido rispetto alla testa di cazzo del sottoscritto: faticava parecchio a rompere il ghiaccio con le ragazze. Io almeno avevo avuto qualche avventura "scottante" con la fidanzatina ( la prima sega e il primo pompino non si scorda mai) e lui niente. Comunque ci confidavamo su tutto di noi, io cercavo di spronarlo, ma in un modo o in un altro andava sempre a vuoto (secondo me si ammazzava troppo di seghe che magari finivano per appagarlo...così!). Quando arrivò il suo diciottesimo compleanno addirittura pagai 5.000 lire a una mezza cozza porcella della scuola col fine di fargli almeno una sega... a detta di lei neanche glielo sfiorò che venne. Era proprio messo male...
Vabe'...tornando alla storia... quotidianamente ci frequentavano, dopo la scuola, magari io andando da lui a casa sua o viceversa. Per un periodo si trasferì, all' appartamento sotto casa sua dove viveva la sua povera nonnina, sua zia, figlia della vecchia che aveva bisogno di assistenza: zitella (45 anni) chiacchierona e sempliciotta, non molto curante nel vestirsi (vabe' che eravamo in campagna...) sempre con il solito grembiule o al massimo in tuta. Particolare da non sottovalutare: tettona esagerata...quasi sproporzionata al resto del corpo.
Beh...a vederla la prima volta...come donna non era un gran che...ma quelle mammellone innescavano tanti di quei pensieri. Ovvio che con il passare dei giorni intensificavo di più i nostri incontri a casa sua... per qualche sbirciatina qua e là... Non parlai mai all' amico dell' interesse che cominciavo a provare per la sua parente: un po' per non ferirlo o offenderlo...forse perché neanche io ero convinto più di tanto...Non so.
Un giorno andai a casa sua. La madre era fuori la porta e chiesi di Marco. Disse "è in camera...puoi entrare" ero comunque di casa... Mi intrufolai in casa dirigendomi alla sua camera. La porta era socchiusa, lo chiamai e aprii... si stava frettolosamente risistemando: gli avevo interrotto la sega. Ci eravamo capiti e ci siamo messi a ridere...Non era la prima volta.
"Chi ti segavi?" Dissi guardandomi un po' intorno: tv spenta...nessuna rivista... "no niente...così..." rispose un po' impacciato.
Non mi curai più di tanto e gli chiesi se aveva voglia di andare a fare un giro in paese. Accettò e uscì dalla stanza per andare in bagno. Rimasi solo in camera e ci misi poco a capire chi era il soggetto della sega dell' amico: dalla finestra, al piano di sotto c'era la zia che stava lavando delle bottiglie, credo per la salsa, in un lavandino. Aveva si il grembiule, ma era talmente scollato e sbottonato che ai movimenti energici di sdillazzamento delle bottiglie le mammelle quasi cercavano di uscirle. Spettacolo e quasi mi eccitavo. Assistetti allo spettacolo fino all' arrivo di Marco senza farmi scoprire e dopo un po' uscimmo.
Non ne parlai della cosa... ma avevo quelle tette danzanti fisse in mente è quasi invidiavo l'amico che se le poteva segare tranquillamente.
Passarono i giorni, sempre di quell' estate, è sempre a casa sua... un giorno la zia ci vide la fuori a chiaccherare e ci disse se potevamo darle una mano a spostare dei cocci che erano ammucchiati in garage, un po' pesanti e ingombranti. Sempre solito grembiule scollato...zizzoni che si muovevano qua e là...cercavo di mantenere la calma...Marco sembrava che soffocasse...
Finita la faccenda, la frase della zia che fece scattare la molla: "quest' ultimo pacco era proprio grosso " quasi maliziosamente.
Rimasi di sasso; Marco comunque resistette poco e si precipitò in casa. Ne avevo abbastanza anche per me ma non era il momento.
Quando tornò l'amico gli chiesi cosa avesse avuto, ironicamente. Si capiva che scoppiava.
Insistendo sono riuscito a farlo confessare " è troppo esagerata...visto com' è?" Disse.
Cercavo di confortarlo " dai...è tua zia!!"
"Si...ma è una porcellona "
"Ma dai...solo per quelle tette che si ritrova... Non è bello giudicare una donna solo per quello"
" seeee...da quando sta qua comunque mi provoca. E comunque in questi quindici giorni si sarà scopata una decina di tipi del paese...compreso il dottore "
"Balle! Te che ne sai"
"L'ho visto"r
" Non ci credo"
" ti darò la prova".
Avevo tutto l'occorrente per segarmi, una volta tornato a casa , quelle due tettone per di più di un troione. Credevo a ciò che diceva, lo conosco troppo bene per dirmi cazzate.
"Ma come fa? Mica può in casa... i tuoi si accorgetebbero di 'sto via vai" dissi
Raccontò che un giorno andò a trovare giù la nonna: la vecchia dormiva e la zia si faceva trapanare dal dottore. Marco sentì tutto origliando alla porta della camera dove si erano rinchiusi. Mentre alcuni soggetti li incontra di nascosto al fienile dietro casa. "Pure Franco ci viene" aggiunse.
"Franco chi? L'orso? Sbigottito domandai.
"Si...proprio lui. Franco è un contadino che abita proprio di fianco a loro: è una sorta di armadio travestito da uomo. Farebbe paura anche a Mike Tyson per quanto è brutto e grosso.
"Se ci va Franco deve essere proprio maiala doc " (Franco, per come si dice in paese, ha la fama di essere superdotato...perciò fatica a trovare moglie...).
"Quasi sicuramente domani pomeriggio verrà Franco..." disse.
"Ok...come si fa?
"Appena dopo pranzo vieni qua ".
All' indomani, come stabilito mi recai a casa di Marco: i genitori non c'erano e ovviamente la zia era a fare bada alla nonna.
Andammo, nel retro del casolare dove ergeva un grosso capannone per le balle di fieno che riempivano quasi a scalare un po' tutta il volume.
"Ci metteremo lassù " indicando il mucchio di balle "tanto se lo verrannno lo faranno su queste basse"
"I tuoi genitori?"
"Torneranno tardi".
Arrampicandoci sul mucchio e disponendo alcune balle per ottenere una buona visuale senza farci notare da far invidia anche a un cecchino. C'era luce sufficiente che proveniva dai lucernai del tetto.
Aspettammo. Tanto tempo...troppo. quasi mi veniva il sonno...
Passarono più di due ore quando sentimmo on lontananza un trattore in avvicinamento. Così fu'! Il trattore si fermò proprio davanti al portone del fienile. Noi muti...il problema non era fi non farci scoprire...ma era Franco che ci avrebbe scuoiato vivi!
Pochissimi minuti di attesa, il portone si aprì e i due, Franco e la zia entrarono.
L'orso era in classica tuta da meccanico mentre la zia sempre in grembiule. Si dissero qualcosa riguardo al tempo mentre la zia si voltò per chiudere la porta Franco gli diede una pacca al culo.
Messosi una do fronte all' altro iniziarono gli maneggi: la donna intenta a accarerzargli le possenti braccia da wrestler e lui palpandole le tette.
"Fammi sentire che odore ha oggi" disse Franco sedendosi su una balla appoggiandosi le mani sulle gambe. La zia gli si mise di fronte, si volto' e chinandosi alzò il grembiule; culo in bella vista...proprio un bel culo! Rapidamente Franco abbassò le abbassò le mutande per appiccicare la faccia a quel culo, come volendo penetrarla col naso. La porca rise.
La nostra postazione era ottima, ce li avevamo di fronte. E ci stavamo inevitabilmente eccitando...
Franco alzò la faccia dal culo di lei per esplorare con una mano all'interno delle cosce... un dito entrò dentro di lei e partì un profondo gemito di piacere.
Franco si alzò e abbassando la lunga lampo della tuta se ne liberò: rimaneva in mutande...una parte del pisello ne usciva fuori. La zia che nel frattempo si liberò, con una mano, delle mutandine giù per le caviglie, mentre con l'altra massaggiava il pacco del maschio ancora in mutande: con tutte e due le mani gliele abbassò. Era moscio...ma enormemente moscio...una proboscite!
Lentamente cominciò a segarlo...prima con una poi con tutte e due le mani facendogli prendere vigore...cresceva a vista d'occhio. Senza staccare le mani dal cazzo, si sedette sulla balla e se lo mise in bocca.
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Pompando, l'enorme cazzo a malapena riusciva a contenerlo in bocca. Franco grugniva tenendola bloccata la testa con ambo le mani. Nonostante le dimensioni riusciva a lubrificare l'asta egregiamente sentendo i vari sciacquetii e soffoconi.
Ad un certo punto la zia si bloccò dicendo di dover rientrare per dar una controllato ma alla vecchia mamma. Era comunque ancora vestita, si risistemo' stirando le mani sulle coscie e uscì lasciando solo le mutandine in compagnia di Franco.
Era più delicata la cosa: se poco.prima dovevamo non fare nessun tipo di rumore ora era peggio vista la pericolosità del soggetto che stava laggiù.
Nel frattempo Franco sistemo' la sua tuta sulla balla a mo' di coperta, si sedette guardandosi l'uccello che pian piano perdeva vigore.
5 minuti fu l'attesa è la donna tornò. Si avvicinò all' uomo ancora seduto sbattendogli in faccia l'enorme davanzale accarezzandogli la capa.
"Mi si è ammosciato " disse l'orso.
La zia sorridendo e senza dire niente sbottono' lentamente uno a uno i bottoni del grembiule, se lo tolse o lo buttò ai suoi piedi. Era senza reggiseno, completamente nuda. Con le tettone a penzoloni di istante mi si induri'...erano enormi.
Si inginocchio' sul grembiule e avvicinò la faccia tra le gambe di Franco è con una mano si riprese il cazzo in bocca, pompando con foga e in poco tempo si irrigidirsi nuovo
 
Ultima modifica:
Quella splendida azione di pompino ci accitava parecchio: l'amico pian piano se lo tirò fuori e si sego', io resistetti ancora un po' e decisi la stessa cosa.
"Dai...mettiamolo dentro" disse Franco ansimando.
"No..." rispose la vacca sempre intenda a leccare la mazza "...è troppo grosso...Non ci siamo riusciti neanche l'altra volta... è troppo per me...mi spaccheresti ". Infatti lo era veramente! Sarebbe stata titubante anche una pornostar a quelle misure.
La zia interruppe il pompino si alzò e dando le spalle al maschio disse " lo facciamo solo strusciare tra le gambe...dentro no" e si adagio' sull' uomo danzandoci sopra senza penetrazione. Era comunque spettacolare.
Durò diversi minuti fino a quando un cenno di Franco si alzarono entrambi, la donna si sedette sulla balla e l'altro gli schiaffo il cazzo tra le tettone... una molto movimentata spagnola fece si che scarico' una buona quantità di sperma .
Sborrano a turno anche noi.
La zia si alzò guardandosi il petto: aveva rivoli copiosi di sborra che dal collo svendevano fino alle tettone. Non aveva con che pulirsi. Riprese il grembiule dandogli una mezza spolverata e se lo indosso.
Una volta rivestiti, poche parole vennero scambiate tra i due e notai che Franco diede qualcosa alla vaccona: denaro! Cazzo...si faceva pure pagare!!!
Abbandonarono il capanno...il trattore si avviò e temporeggiando ancora un po' uscimmo anche noi.
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"... l'hai capita alla zietta!" Dissi a Marco.
" te l'avevo detto che è troia!"
" cazzo...si è fatta pure pagare...".
Infatti quella cosa mi impensieri' non poco: pensavo di racimolare qualche soldi, magari solo per una sega.
Rimanemmo d'accordo di assistere ad un'altra ipotetica imboscata della zia, se ci fosse stata. Non era facile far coincidere le cose.
"Perché non ci provi tu?"dissi all'amico.
Aveva paura di far casino, e ci poteva stare.
Comunque facemmo passare un paio di giorni per un altra spiata...stessa ora, stesso posto...rimanemmo tutto il pomeriggio nascosti nel fienile per niente: la zia quel giorno non "lavorò ".
Parallelamente quando capitava l'occasione di affrontare la zia cercavo di guardarla con occhi maliziosi magari per farle capire qualcosa ma senza risultati.
Un giorno andai a casa di Marco senza avvisarlo, era una domenica on tarda mattinata e non C'era: era uscito con i genitori, avevo dimenticato che aveva un ricevimento quel giorno. Approfittai per fare un saluto alla nonna, magari dando qualche frecciatina alla zia. Suonati il campanello aprii la porta ed ad alta voce mi presentai: la vecchia era seduta in poltrona guardando la messa in tv. Un rapido saluto spiegando le ragioni della mia presenza e me ne andai: la zia non era in casa...Era fuori per qualche servizio? No, l'auto era parcheggiata. Iniziarono le pippe mentali di investigatore. Non C'era nessuno la in giro...ero comunque di casa...Non potevano scambiarmi per un ladro. Pensai al capanno... anche se fosse li dentro con qualcuno sarebbe poco o niente per me rimanendoci fuori... mi ci avviai lo stesso. Con passo felpato giunsi fino li ma la porta era chiusa e non si sentiva nessuna presenza. Lasciai perdere per tornare avanti casa quando in lontananza, a una cinquantina di metri vidi la zia giù per l'orto tornare verso casa:ero in penombra e lei non poteva notarmi. Qualcosa mi bloccò e aspettai...cercavo il coraggio di fare la prima mossa...poteva essere un occasione.
Avvicinandosi mi accorsi che veniva seguita da un tipo che non riuscii a riconoscere: ogni tanto lei si girava a guardarlo...sapeva di essere seguita. Detti subito le conclusioni: si preparava un altra scopata!
Avevo pochissimo tempo...come un gatto tornai al fienile e mi introfolai dentro andando a prendere posto su in alto al mucchio di balle...Era ancora come lo lasciammo l'altro giorno. Non hanno potuto ne vedermi ne sentirmi: dovevo solo rimanere muto e paziente.
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Passarono pochi minuti quando la porta si aprì: entrò la signora e dopo qualche secondo il tipo. Chiusero la porta e lui una volta tolto il berretto lo riconobbi: era Alberto, 25 anni, il cugino di Marco nonché nipote (figlio del fratello) della signora. Rimasi senza fiato.
Rapidamente si abbracciarono e si palparono:la zia oggi vestita in tuta gimnica si faceva toccare dappertutto. Cominciarono a spogliarsi: lui in t-shirt e pantaloncino rimase solo in box mentre la vacca si liberò del giacchino della tuta rimanendo in reggiseno. Lui maneggiava quelle grazie (beato lui) e la aiutò a slacciarsi il top e gliele ciuccio. La signora si sedette sulla solita balla, lui si avvicinò a lei che gli abbassò il box per liberare il cazzo già in tirò e lo ingoio'.
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La zia si stava pompando il nipote: aumentavano le possibilità di poter ottenere qualcosa pure io pensai.
"Hai proprio un bel cazzo duro"
"Siii zia... come lecchi bene... mmm...".
"La passera della tua zietta è già tutta bagnata...ti vuole dentro..."
Interruppe la pompata, si alzò e si tolse il pantalone e gli slip mettendo in bella mostra tutta la sua nudità, figa sufficientemente pelosa e tettone in bella mostra che Alberto continuava a palpare.
Era appeso a un lato del capanno un telo che la vacca prese coprendo un paio di balle; Alberto prese un preservativo che aveva nel pantaloncino e se lo mise mentre la zia si sdraio' sulle balle allargando le gambe e toccandosi la fica "Dai che aspetti a sfondarmi..."
Alberto non esitò: con una mano teneva una gamba della zia e con l'altra invitava il cazzo in fica avviando una frenetica scopata.
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La martellava freneticamente.
"Ohi che bel cazzo...si...daiii...spingi..." ansimava, gemiti di piacere della vacca echeggiavano. Mi menavo alla vista di tutto ciò.
Interruppero per cambio posizione: Alberto si sdraio' e la zia gli salì in groppa divorandosi il cazzo in fica e con un ritmo indiavolato avviò la galoppata gemendo sempre più forte. A quella vista, con le tettone ballonzolandi resistetti poco e sborrai.
Allentarono il ritmo quando un gemito forte fece capire che la donna era venuta ma rimanendo sempre appiccicati si dicevano zozzerie varie.
La zia si alzò con aria quasi esausta cercando di pulirsi con un fazzoletto che aveva in un taschino della giacca poggiata poco più in là le parti intime. Alberto ancora sdraiato si teneva il cazzo con una mano dopo che se lo era liberato dal cappuccio: la zia tornò su di lui, afferrò il cazzo segandoglielo tra le tette facendolo sborrare.
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Rimasero un minuto così uno vicino l'altro.
"Adesso torno un attimo dentro dalla nonna a vedere se è tutto ok. Tu aspetta qua" disse la vacca al nipote.
Si rivesti solo della tuta lasciando l'intimo e uscì mentre Alberto si ripuliva dagli schizzi di sperma che aveva sull' addome.
Passarono buoni 10 minuti e la zia tornò con una busta con dentro una bottiglietta d'acqua che offrì ad Alberto ancora nudo seduto sulle balle.
Lei si spoglio' di nuovo e si sedette al fianco di lui: rapide carezze per poi andare a cercare tra le gambe di lui e lo masturbo'. Anche Alberto fece la stessa cosa: si masturbavano a vicenda.
"Adesso è di nuovo pronto a tornare dentro la zietta" disse la vacca sempre maneggiando il cazzo di nuovo in tiro. Anche il mio lo era di nuovo.
Prima di sistemarsi la zia prese un contenitore dalla busta, era crema, ne prese un po' per lucidare il cazzo di Alberto. Si mise a pecora sulle balle "ora mi sfondi il culo ma prima passavi un po' di vasellina al buco ". Lui cosi fece: lentamente massaggio' lo spacco delle chiappe con le dita esplorando con una l'ano della vacca che già gemeva fi piacere. Presentò il cazzo al buco e lentamente infilò. La stava inculando! Pazzesco! Spettacolare erano le tettone penzolandi che di muovevano al ritmo dell' inculata, contornati dai rumori "Ciaf Ciaf "delle chiappe e del corpo di lui e dei gemiti di piacere dei due.
Sborrano quasi in contemporanea, l'unica differenza è che Alberto ha riempito il culo alla zia.
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Feci passare parecchio tempo prima di uscire dal fienile, dopo che la coppia abbandono' lo stesso. Non dovevo comunque stare la: non avevo scuse. Evitati di passare davanti casa e come una volpe mi dileguai per le campagne e una volta intrufolato a un frutteto si fece più facile il ritorno a casa senza essere visto.
Il pomeriggio stesso, con quello spettacolo che mi ritornava sempre in mente, mi masturbai di nuovo. Avevo una voglia di raccontare tutto all' amico, parallelamente a quella di scoparmi anche io quella vaccona.
Nei giorni seguenti, alla prima occasione di rivedere Marco gli raccontai tutto, dettagliatamente. "Provaci anche te! Fregatene che è tua zia! Quella è ninfomane... tu che puoi...Non perdere l'occasione " gli dissi ma lui molto titubante e timido la cosa lo metteva veramente in crisi. "No...Non me la sento..."
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Qualche giorno dopo la zia di Marco venne a casa mia per chiedere qualcosa a mia madre... un lavoro di cucitura. Io ero lì fuori per i fatti miei ascoltando le chiacchere delle due donne, erano comunque amiche da tanto tempo. Il momento che mia madre si assento' per rientrare in casa per preparare il caffè, la zia si rivolse a me quasi minacciosa a bassa voce " cazzo ci facevi l'altro giorno da noi"?
Io muto quasi per dire di non sapere di cosa stava parlando "ti ho visto sappi... quando uscisti dal capanno". Merd...mi sono fatto sgamare...
"Stavo quasi per chiamare i carabinieri se non fosse che ti ho riconosciuto ". Rosso dalla vergogna non riuscivo a dire niente.
"Non lo dire a nessuno quello che hai visto " era troppo tardi...già avevo confessato tutto all'amico.
"Ma come ti è venuto in mente di fare lo spione? Ho visto come mi guardi...ma spingerti così oltre è troppo".
Dissi che non lo avrei fatto più.
"Almeno ti è piaciuto lo spettacolo?"quelle parole me lo fecero venire duro
 
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"Mi raccomando...Non lo dire a nessuno" disse la vaccona. Presi la palla al balzo dicendo " farò come dici se solo continuerai a farmi assistere alle tue infrattate ". Acconsentì nel frattempo tornò mia madre.
"Senti Tina " la signora riferendosi a mia madre "Stavo proprio dicendo a tuo figlio se aveva voglia di passare da noi...avevo bisogno di forza maschile per tirare fuori un armadio da buttare...Marco da solo non ce la farebbe". "Certamente...strano che è ancora qua...stanno sempre insieme". Risposi di non avere problemi, sarei andato subito.
Facemmo la strada insieme, a piedi.
Io " Ma è la verità o una scusa?
"Certo che è una scusa. A momenti incontrerò uno...sempre nel fienile "
"Ma Marco è a casa...come farò a non fargli capire niente". Non volevo 'tradire' l'amico che oramai già sapeva tutto e volevo comunque condividere quella cosa con lui ma quell'improvvisazione mi aveva spiazzato. Disse "sposterete quel mobile e tu con una scusa andrai via e ti andrai a nascondere nel fienile...tantola strada la conosci".
Arrivati alla casa di Marco, la zia lo chiamò tramite citofono. Non capii cosa dissero tramite l'apparecchio ma subito dopo la signora "Marco scenderà appena finisce di farsi la doccia".
Entrammo nel garage dove c'era quest' armadio che doveva essere buttato via.
"Beh...frattempo che aspettiamo...fai vedere un po' come sei fatto là sotto!" Non credevo alle mie orecchie.
"Dai su...prima che arriva l'amico tuo...".
Freddamente lo tirai fuori che già era duro.
"Ah però...perfetto!!!" Lo prese e mi sego' sempre attenta se non fosse venuto qualcuno.
Sega fantastica! Un po' impacciato poggiai una mano sul suo pettone...era morbidoso...enormemente morbido. Mai avevo palpato un tettone del genere. Cercai di infilarlgli una mano nella scollatura ma lei disse no intensificando la sega. Gli sborrai addosso sul grembiule all' altezza del suo addome. "Scemo...mi hai sporcata...".
Rimisi la ceppa ancora dura dentro...si notava troppo l'erezione. Cercavo di distrarmi e di recuperare lo sbandamento morboso. Lei si ripuli' grossolanamente il vestito dal mio sperma facendo rimanere gli inevitabili aloni di umido. Quando arrivò Marco eravamo già intenti a vedere come tirar fuori il mobile: non si accorse di niente.
Mentre io e l'amico eravamo indaffarati a spostare fuori quello scoglio, una chiamata della nonna che cercava la zia che si assento' per un po'. Approfittai per dire a Marco, di quello che sarebbe successo dopo nel fienile, pianificando di non poterci andare insieme , sempre se lui ne avesse avuto voglia, perdipiu anche oggi i suoi genitori non c'erano . Capì il tutto e finimmo di fare la faccenda.
Fatto quello, come nei piani, andai via per fare un lungo giro tra frutteti e campi e trovarmi nel retro, al fienile, entrarci dentro ed andare in postazione. Marco sarebbe arrivato comunque dopo di me, senza farsi sgamare da sua zia...era una cosa abbastanza delicata. Mi è venuto qualche dubbio su quello che avevo pianificato: perdere un amico o la possibilità di scoparmi quella vacca.
Si aprì la porta: entrò Marco. Senza dire niente mi feci vedere e anche lui salì in postazione.
"Sicuro che non ti ha visto" dissi. Disse di no. Gli avrei confessato della sega che sua zia mi aveva fatto poco prima ma non so il perché non dissi niente.
Aspettammo.
Al rumore di trattore in lontananza già ci mise sull' attenti. Così come l'altra volta dopo poco entrarono Franco e la signora. Lui con la solita tuta da meccanico mentre la zia sempre in grembiule, ma un altro, dato che quello di prima glielo sporcaii io...
Non persero tempo a maneggi vari: tutto abbastanza frettolosamente si spogliarono: la zia tolto il grembiule non aveva niente di intimo sotto, completamente nuda. Franco, anch' esso spogliatosi di tutto, si fiondo' alla vacca cozzandole addosso l'enorme proboscite che aveva tra le gambe.
Inizia la festa.
Pochi colpi di sega si inginocchio' a lui e se lo prese in bocca con tutte e due le mani appresate all' asta. Franco gemeva quasi rinchiando.
La signora indaffarata al pompino e Franco quasi in supplica chiedeva di scoparla. Lei non rispose concentrata più che mai al quel cazzone in bocca.
Si staccò dal cazzo e senza parlare tirò fuori dalla tasca del grembiule un flaconcino,di olio o gel, è se lo passò in fica. Dopodiché lubrifico' per bene l'enorme ceppa di lui.
La signora si sdraio' sulle solite balle già coperte da un telo e allargò le gambe. Franco si presentò senza dire niente tenendo il cazzo per la mano.
"Fai piano" disse lei.
Un gridolio di lei faceva capire il grado di resistenza. Si vedeva chiaramente che metà della ceppa ne rimaneva fuori per quanto fosse grosso. Franco lentamente aumentò il ritmo al dilatarsi della fica che intensificarono i continui gemiti della troia più che contenta di tutta quella carne.
Franco lo tirò fuori solo per sborrare tutto il suo contenuto: sborra che copriva buona parte della pancia con schizzi che raggiunsero le tette e la faccia di lei.
Ovviamente sborrano anche noi, nascosti...
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Subito dopo essersi puliti e rivestiti, Franco diede la paghetta alla zia, aprirono il portone e uscirono lasciandolo aperto. Il trattore si accese e partì e la vacca rientro dentro.
"Giovane...dai su esci fuori!"Disse. Io e Marco ci guardavamo sbigottiti.
"Dai... neanche ti vedo per come ti sei nascosto bene". Mi feci coraggio, mi alzai. "Puoi scendere ora...". Fatto questo mi avvicinai a lei muto. "T'è piaciuto?"
Dissi di si.
"Visto quanto era grosso? Ho la fregna tutta dolorante...uff... e quanta sborra che caccia quell' animale...una cisterna".
"Ho visto che ti sei fatta pagare"
"E certo...mica la do a tutti per niente, anche se un cazzo del genere lo prenderei gratis notte e giorno..."
"Da tutti prendi la paghetta?"
"Certo che no...secondo te da Alberto mio nipote non prendo soldi...solo cazzo e sborra". Sentirla parlare così la rendeva più troia che mai e mi eccitavo di nuovo. Lei se ne accorse e disse "te la sei fatta una sega lassù?". Dissi di si. " Ahh...voi giovani... siete sempre carichi...". Mi accarezzo' il pacco e disse "aspettami qua dentro...torno un attimo in casa...Non ti muovere " e andò via.
Poco dopo Marco si fece vivo:" Ohh. Allora... ma ho capito bene?"
"Credo proprio di sì..."
"...E Ma allora che faccio?"
"Stai lassù... se ti scoprisse sarebbe un casino per tutti e due!".
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Aspettando il ritorno della signora, pensavo a cosa sarebbe successo dopo e inevitabilmente mi rimaneva la ceppa dura tra le mutande. Ero emozionatissimo.
Tornò, chiuse la porta e si voltò a me con aria maliziosa ma severa... " Dai...abbassati i pantaloni...abbiamo poco tempo!. Qualche secondo di titubanza ma feci ciò che mi è stato chiesto.
"...come immaginavo... già bello duro". Si sedette sulla balla con me di fronte, incrociò le gambe e mi disse "dai...fatti una sega". Mi cominciai a menare lentamente, ritmo regolare. "Mmm...cosa faresti a una come me ora?"disse con voce maliziosa. Risposi di scoparla avvicinandomi cercando di palparla.
"Fermo...Non mi toccare...continua la sega". Continuai.
"Hai mai avuto una fregna matura come la mia?"
"No...mai"
"Pensi che ci riusciresti a soddisfarmi?
"Ci posso provare...spero ".
"Il tuo cazzo non è grosso come l'altro... come pensi di accontentarmi? Continua a segare...più forte!". Aumentai il ritmo e lei sempre impassibile guardava la mia operazione. Non capivo dove volesse arrivare. Avendo già scaricato due volte poteva durare un po' di più la cosa, ma quella freddezza mi metteva quasi in disagio.
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Continuai a masturbarmi con lei di fronte, in silenzio con aria divertita osservava. Chiesi con cortesia se si tirasse fuori le tette. "No...continua così...più forte... e sborrami in faccia".
Vabe'... l'avevo provato. Per non deludere la signora cambiai marcia. Avvicinai il cazzo ad un palmo da lei e gli sborrai tutto sul viso, schizzando anche sui capelli. Con un dito ne prese un po' che colava dalla guancia e se lo gusto. "Mmm...buono...gustoso " disse deliziata. "Nonostante ti fossi già scaricato ne hai tirata fuori abbastanza...bravo ciccio". Meno male che non ha citato niente della sega che mi fece prima...Marco non sapeva niente.
"Dai...risistemati e vai via che ho da fare"
"Ma ci sarà un modo per rivederci" dissi un Po perplesso.
"Chissà...magari un giorno..."
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Più tardi, in serata, mi incontrai con Marco e ci scambiammo qualche battuta su ciò che successe quel pomeriggio.
"Dobbiamo intensificare la cosa " dissi " ci ricorderemo di quest' estate per molto tempo". Effettivamente era così: emozionante e fantastica situazione. Marco si complimento' su quello che mi disse accaduto...io ridimensionai il tutto! Dopotutto era solo una sega di fronte a lei, vestita perdipiu' (ovvio che non sapeva e non ha mai saputo della sega che mi fece prima, la porcona).
La domenica mattina successiva ero solo in casa quando squillo' il telefono: risposi ed era la zia! " so che sei solo in casa...ho visto passare i tuoi genitori in macchina. Hai tempo mezz' ora massimo per andare nel fienile. Siamo sole io e la mamma. Corri subito...". Sapevo che neanche Marco e con tutta la famiglia non c'era, perciò non mi misi il pensiero di avvisare il compare.
Mi precipitai al fienile. Lei già era là. "Sbigati...entra e va al tuo posto lassù ".
"Chi ci sarà questa volta?".
"Alberto...chi sennò!" Rispose un po' acidula.
Entrai e mi sistemai al solito posto e attesi l'evento.
Dopo un po' arrivò Alberto. Si chiusero dentro e si abbracciarono amoreggiando.
Assisstetti alla loro scopata, menandomi senza concludere (sperando in qualcosa dopo...per me).
 
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Zia e nipote conclusero la loro scopata. Rimasero per un po' a parlare. Alberto uscì e sr ne andò.
La signora mi chiese di uscire allo scoperto e io così feci.
"Come scopa bene quel ragazzo " disse la vacca tutta soddisfatta.
"Anche tu sei bravissima...sei una bomba del sesso".
"...e lo so...mi piace il cazzo...tanto tanto... ma sei duro di già..." disse guardando il pacco.
" e si...ho resistito...speravo in qualcosa...ora..." dissi quasi balbettante.
Si mise a ridere.
"Dai...caro...spogliati e sistemati su quelle balle ". Con la rapidità di flash lo feci.
"Wow...che bel cazzo..." osservava con lussuria
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Mi sedetti con lei di fronte a braccia conserte disse: " cosa vorresti fare con me?"
"Qualsiasi cosa... tutto quello che vuoi..."
"L'altro giorno so che non eravamo soli io e te...giusto?"
Abbassai lo sguardo... Non era il caso di mentire. Feci un segno con la testa.
" immaginavo che ti saresti confidato con Marco. Siete molto amici ed è giusto così che lo rispetti...la cosa mi fa molto piacere."
"E colpa mia se anche lui si è sbilanciato..."
"Non fa niente...rilassati...Non sono arrabbiata".
Qualche secondo di silenzio e lei " cosa dice di me?"
"Gli piaci...abbiamo goduto entrambi a vederti in azione".
Sorrise e disse "è un Po troppo timido: ho cercato di provocarlo ma senza risultati."
"Lo so...è fatto così "
"Te invece sei più spavaldo... per questo che non te la darò. "
Mi rattristii.
"...non prima di avergliela data a Marco " aggiunse.
Mi rincuorai "cercherò di convincerlo a fare il grande passo...promesso".
"Appunto...vedi come puoi ma fallo!!!".
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"Ehm...è ora che si fa?" dissi abbassando lo sguardo sull' uccello.
"Divertiti così...per ora" risposta della signora mentre piano piano si sbottono' il camice mostrandosi tutta nuda di fronte a me. Mi masturbavo mentre lei maneggiava le tettone con molta sensualità...era spettacolare! Si avvicinò a me e quasi cercava di intrappolarmi la testa tra le sue mammelle... le leccavo i capezzoli. Qualche suo mugolio mi fece capire che piaceva anche a lei.
Allungò una mano per impossessarsi del mio cazzo e prese lei il comando di segarlo...godevo. con le mani appresate ad una tetta...
"Sto per godere..." dissi balbettando.
"Aspetta..." disse interrompendo e allontanandosi. Mi fece alzare e prese il mio posto. " schiaffalo qua in mezzo..." prendendosi le tette con le mani. Lo feci in un baleno. Intrappolato il cazzo tra le tette, rapida spagnola e scaricai tutto il carico di sperma tra di esse. All' ultimo schizzo, prese parte della sborra con la mano per riprendersi in cazzo e continuare a segarlo. La troppa sensibilità mi fece gridare e lei continuava imperterrita. Per troppo sfregare lo sperma Si fece come una schiumetta bianca e il glande arrossato. Interruppe il tutto dopo diversi minuti...provavo quasi dolore...mi tremavano le gambe.
Dopo puliti ci risistemammo e disse:"Dai...vai a casa...sai cosa devi fare...".
 
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Tornai a casa a mo' di zombie. Era troppo emozionante quel momento appena trascorso ma era ancora poco in confronto a quello che si sarebbe concretizzato in quei giorni.
Più determinato che mai alla prima occasione di rivedere l'amico gli feci il lavaggio del cervello: doveva assolutamente provarci, sbloccarsi. "È un rimorso che ti porterai per tutta la vita...fai in fretta: tra pochi giorni tua zia andrà via" Gli dissi tra le tante cose. Sua zia, infatti, sarebbe andata via agli inizi di settembre per tornare a lavoro, perciò ogni giorno che passava era un giorno perso.
Un giorno Marco si liberò parlandomi: " ok... lo farò...ma ho bisogno del tuo aiuto... organizzala tu 'sta cosa...io non ho il coraggio di affrontarla ". Gli dissi di non preoccuparsi, non aspettavo altro e alla prima occasione di rivedere sua zia pianificammo l'incontro clandestino... solito fienile...oramai tappa fissa.
Il giorno stabilito mi presentai a casa loro: io e il compagno, una volta entrati nel fienile, cercavo di incoraggiarlo dicendo di tutto e di più. Stavo per abbandonare il locale quando lui mi disse di non andare via. Voleva che assistessi alla loro performance. Dissi che non mi andava, di volere lasciarli soli ma lui insistette. Dissi "ok...però non far capire che ci sono anch'io ". Detto questo mi andai a nascondere nello stesso storico modo.
La zia tardava a venire e ogni minuto metteva in disagio il povero Marco. Comunque gli accordi erano quelli e in quel momento...avrà avuto un contrattempo.
E così fu'...quando si presentò tutta frettolosa si intrufolo' dentro scusandosi del ritardo.
"...ma sei solo soletto ?"
"Si... Gianni è andato via... Non è voluto rimanere"
"Uhm...vabe'... poco mi importa" disse la vaccona con aria indifferente " tu piuttosto...insomma... che mi combini?"
" eh...Non so...ma io..." sembrava che si stesse cagando sotto...
"Dai...rilassati...Non c'è niente di male...è naturale...".
Lui muto confermava la sua timidezza.
"Avvicinati e abbracciami".
Goffamente Marco lo fece.
"Dai...Non essere così timido...lo sai che farò tutto per te". Detto questo gli accarezzo' il pacco è pian piano glielo tirò fuori e lo sego' per un po' per poi abbassandosi se lo prese in bocca.
 
Raccomandai Marco di segarsi prima, per evitare di concludere subito ed infatti...così fu!
Meno di mezzo minuto di pompino e gli sborro' tutto in bocca: la zia ingoio' tutto pulendo l'asta leccandola lentamente.
"Che peccato...già sei venuto" disse mettendogli una mano sulla guancia " non ti preoccupare, tesorino, sicuramente recupererai subito...sei giovane!".
Si sedettero e abbracciandosi parlarono per un po': "ora farai una bella cosina alla zietta, vero?"
"Si...tutto quello che mi dici..."
La vacca si scoprì, dalla lunga gonna zingaresca che aveva, le cosce allargandole " ora baciami la passera " e si sdraio'.
Era senza mutande. Marco ci si inginocchio' e gli bacio' il pube peloso.
" un po' più giù caro..." rapidi bacetti fi Marco tastarono le labbra di quella fica con inevitabile mugolio di piacere della zia.
"Assaggiala...leccala...". L'amico obbedi'.
"Ora infilaci un dito..." continuarono per diversi minuti fino a quando la zia facendo pressione sulla testa di Marco ordinò di fermarsi.
"Ti é tornato di nuovo durello..
Wow...visto quando sei bravo? Dai sdraiati qui al posto mio... ora penso io a te!".
Marco lo fece e la zia prendendosi il cazzo lo scappello' e infilò rapidamente il profilattico: si adagio' su di lui, spostandosi quel tanto il gonnone per infilarsi la ceppa in fica e iniziò a cavalcare. Durante l'energetica azione sbottono' uno a uno i bottoni della camicetta per far uscire i tettoni: non aveva reggiseno. Marco la palpava, quasi inerme e passivo con la zia che lo galoppava furiosamente.
"Sto per venire...sborro..." disse accompagnando un urlo. La zia non si curò continuando a scoparlo ancora per diversi secondi.
Si staccò da lui e disse "Ti é piaciuto?".
"Si...sei fantastica zia..."
"Per oggi credo che può bastare...sappi che quando vorrai, potrai sempre contare su di me" e lo bacio' sulla fronte. "Ora andiamo via..."
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Uscirono insieme e lasciandomi solo aspettai qualche minuto prima di uscire allo scoperto: la signora ignorava la mia presenza e comunque non avevamo pianificato niente per me, almeno in quel giorno. Una volta fuori feci il lungo e solito giro per le campagne e tornai a casa.
In serata mi incontrai con l'amico: mostrava ancora i segni di sbattimento. È stato molto emozionante, specie per lui.
"Ma tu, invece... quando lo farete?"
"Boh...dipende da lei...far coincidere la cosa non è facile...spero domani". C'era comunque solo una settimana di tempo...lei sarebbe andata via.
Il pomeriggio del giorno seguente andai a casa di Marco, con la speranza di assaggiare quel ficone, ma poco tempo ci misi a capire che non si sarebbe concretizzato niente: in giro per la masseria c'erano i genitori dell' amico...era troppo rischioso anche nel fienile.
Amareggiato rimasi comunque con Marco per un oretta.
Decisi di andare a salutare la nonnina ed entrammo io e Marco in casa: guardava la tv e gli facemmo un po' compagnia. La zia era on casa intenta alle faccende domestiche: alla prima occasione gli lanciai qualche sguardo malizioso e lei rispondendo con sorrisetti.
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Ad una certa ora andai via un po' demoralizzato. Pensiero unico in testa di come pianificare la cosa.
Passarono un paio di giorni e tornai a casa di Marco: non c'era nessuno. Suonai al campanello anche all' appartamento della nonnina ma nessuno rispose. Però l'auto della zia era la parcheggiata.
Pensai subito al fienile e rapidamente mi diressi sul retro: nessuno era la dentro...Non si sentiva nessuna presenza. Mi guardavo intorno...stessa cosa.
Feci retro marcia per tornare davanti casa notando il motorino di Marco parcheggiato:era rientrato...Non l'avevo sentito stando dietro. Salii le scale per andare a chiamarlo, suonai il campanello e nessuna risposta. Scendendo vidi la porta dell'abitazione della nonna aperta: senza esitare un pensiero mi passò per la testa. Entrai senza dire niente e già sentivo segni di presenze...gemiti! Senza far rumore, percorrendo il corridoio seguendo il punto di provenienza dei rumori fino a una camera: Marco si stava sbattendo la zia a pecora sul letto. Hanno approfittato dell' assenza di tutti...quale migliore occasione. Spiai per un po' e andai via ma non tornai a casa. Aspettai ad un angolo, senza farmi vedere.
Come immaginavo dopo una decina di minuti Marco uscì, riprese il motorino e andò via. In quel momento, non so perché, ho preferito non chiamarlo, di lasciarlo andare.
Stavo pensando di provarci io...la zia era sola in casa. Quando decisi di passare in azione lei uscì di casa venendo nella mia direzione e notandomi quasi sorpresa disse " hey...tu che ci fai qua"
Risposi con un sorrisetto.
"Ma cazzo...vi siete messi d'accordo...tutti oggi! Va via...Non ci pensare...ora ho da fare"
Io insistetti avvicinandomi e mentendo le mani sui suoi fianchi "Dai ti prego...me l'hai promesso...quando ricapita..."
"Ho detto di no...a momenti arriverà Franco...sparisci..."
Non intendevo insistere, non fa parte della mia natura, deluso salutai e mi allontanai.
Feci diversi metri "heyy aspetta...scusa..." disse " senti...fa una cosa... entra in casa e aspetta. Non farti notare quando arriverà Franco "
Entrai in casa e aspettai in piedi in soggiorno. Davo per scontato che sarebbero andati nel capanno.
Invece no. Vidi arrivare, dalla finestra, Franco in compagnia di una signora , a me sconosciuta, a piedi mentre la signora si sedette intorno a un tavolo fuori di fronte alla stessa finestra. I due arrivati si sedettero allo stesso tavolo...parlarono. Ero a non più di due metri da loro: C'era comunque la persiana parzialmente socchiusa e tra i spiragli riuscivo a vedere tranquillamente...Ma non dovevo far rumore: la finestra era comunque aperta.
Le due donne si conoscevano già.
I discorsi che facevano erano abbastanza noiosetti...classiche cose della vita ecc. fino alla domanda della zia che si rivolse alla signora:" cara...vedi che Franco è un po' pericoloso...la sotto...".
Risero tutti e tre e io aguzzavo le orecchie...cazzo avranno da combinare!
"Non ci credi? Dai Franco...fatti vedere..."
Franco non esitò. Vestito in jeans e maglietta anziché la solita tuta, si sbottono' il capo e con una mano si tirò fuori il bestione moscio. Lo stupore della signora e la zia soddisfatta da quella vista.
"E mostruoso..."esclamò l'amica.
"Vabe'" disse la zia "io vado dentro e preparo il caffè...voi fate i bravi..." si alzò e venne dentro.
Io ero proprio lì in cucina e quando entrò la zia feci un cenno con la mano come per chiedere che cosa stesse succedendo.
Mentre lei, intenta a preparare il caffè, mi ci avvicinai da dietro e strusciai il mio corpo al suo. Le palpai le tette. Lei se lo fece fare. Rimanendo ferma sempre di spalle con le mani appoggiate al top della cucina, gli alzai la gonna e ti cacciai fuori rapidamente il cazzo per strisciarlo tra le sue chiappe. Qualche secondo e mi scosto' dicendo: " calma giovane...dopo sarà il tuo turno ".
Tornai alla finestra... la signora stava facendo un pompino a Franco.
 
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La zia tornò dai due fuori con il vassoio dei caffè, la signora continuò a ciucciare il cazzone senza curarsi del ritorno dell' amica. Io abbastanza eccitato mi masturbavo alla vista di quel pompino.
"Insomma...Non avete perso tempo..."disse la zia rivolgendosi a loro che non si disturbavano affatto. Si sedette e ammirava lo spettacolo sorseggiando il suo caffè. Poco dopo gli altri due fecero la stessa cosa con Franco con la tazzina in una mano e con l'altra si teneva il bastone duro grosso e massiccio gloriosamente come un trofeo. Ovviamente la signora si affretto' a finire il suo di caffè per tornare a pompare il bastone mentre la zia sempre attenta a ciò che facessero rimase seduta e in silenzio.
" ...vi potete accomodare dentro così state più tranquilli" disse la zia e la signora dopo un po' smise la pompa e sorridendo si alzò. Scherzarono su qualcosa e al momento che si prepararono per entrare mi dileguai nascondendomi nel ripostiglio dietro la cucina: se fossi rimasto lì mi avrebbero visto.
Sentii i due entrare e andare in una delle camere da letto.
Nel frattempo rientrò anche la zia e io le feci capire dove fossi: rimanemmo muti fino al momento dei primi gemiti: Franco già era passato in azione stantuffando la signora che gridava come un ossessa, abbastanza forte...ci credo...con una ceppa così...ovvio.
L'idea di andare a sbirciare neanche lontanamente: quell' animale mi avrebbe massacrato di botte mentre la zia ogni tanto andava a dare un occhiata.
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Mentre i due si divertivano in camera io e la zia eravamo in soggiorno, salvo quando lei decideva di andarli a spiare. Io col cazzo fuori e in tiro cercavo qualche suo contatto ma lei a malapena me lo toccava: "stai a cuccia...calmati..."mi disse.
Quando sentimmo un attimo di pausa tra i due amanti di la, la zia mi lasciò solo per entrare anch'essa in quella camera lasciando la porta un filino aperta. Non poco tempo ci volle per farmi coraggio per avvicinarmici a dare una sbirciata: Franco era disteso sul letto e la signora seduta al suo fianco mentre la zia sbocchinava. Per evitare di essere visto tornai in soggiorno. Un forte gemito della zia mi fece capire che se lo stesse trombando anche lei.
Quando capii che era quasi ora di conclusione,tornai dentro il ripostiglio e aspettai.
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Mentre i due si divertivano in camera io e la zia eravamo in soggiorno, salvo quando lei decideva di andarli a spiare. Io col cazzo fuori e in tiro cercavo qualche suo contatto ma lei a malapena me lo toccava: "stai a cuccia...calmati..."mi disse.
Quando sentimmo un attimo di pausa tra i due amanti di la, la zia mi lasciò solo per entrare anch'essa in quella camera lasciando la porta un filino aperta. Non poco tempo ci volle per farmi coraggio per avvicinarmici a dare una sbirciata: Franco era disteso sul letto e la signora seduta al suo fianco mentre la zia sbocchinava. Per evitare di essere visto tornai in soggiorno. Un forte gemito della zia mi fece capire che se lo stesse trombando anche lei.
Quando capii che era quasi ora di conclusione,tornai dentro il ripostiglio e aspettai.
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A scopata ultimata uscirono tutti e tre insieme e andarono fuori: aspettai di uscire anch'io. Poi mi diressi alla finestra dove potessi osservare tranquillamente e vidi i due che si allontanarono per
andare via: la zia li accompagnò per un po' sino al cancello.
Quando la coppia sparì dalla mia vista uscii per andarmi a sedere al tavolo fuori. La zia si avvicinò quasi non curante della mia presenza e senza neanche degnarmi di uno sguardo rientrò dicendo che andava in bagno.
Quando riuscì aveva con sé una bibita che mi offri' e si sedette anche lei.
"Ma chi era la tipa" chiesi.
"Filomena...la cugina di Franco non lo hai riconosciuta?"
"No...assolutamente...tanti anni che non la vedo...ma è ingrassata parecchio"
"E già infatti..."
"Franco si scopa la cugina...Non ci posso credere..."
"E si...infatti...perciò sono venuti qua e comunque era la prima volta"
"E si...lo avevo capito ".
"Ho fatto in modo che lo facessero una volta per tutte"disse con aria soddisfatta.
Nel frattempo girai la sedia verso di lei e abbassandomi i pantaloni lo tirai fuori menandolo mentre la guardavo.
Lei mi gusrdava sorridendo. "Un altro cazzo...nella stessa mattinata...sono una donna fortunata ".
Si alzò e si sedette sul tavolo e alzandosi la gonna disse prepotentemente di leccargliela. Così feci appiccicandomici leccando selvaggiamente...la sua risposta "mmm come lecchi bene...dove hai imparato..." continuavo senza sosta.
"Ora fai così con le dita "indicandomi il clitoride " massaggia forte...dai..."
Feci così... "più forte...di piu" stava godendo. Un urletto accompagno un getto...aveva squirtato...una fontana mai vista...se non mi fossi messo di lato mi avrebbe investito in pieno.
"Wow...che bello..." disse ansimando "bravissimo...".
"Scusa un attimo...Vado a darmi un pulita. Era tutta colante fino ai piedi e rientrò mentre sentii in lontananza un motorino avvicinarsi: era Marco che tornava.
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Mi risistemai e mi sedetti aspettando.
Quando l'amico mi vide disse cosa ci facessi là.
"Ero appena arrivato...tua zia mi ha offerto qualcosa da bere"dissi.
"Ah vabe'..." rispose, quando la zia tornò
"Ciao Marco "
"Ciao zia"
"Già fatto in paese?"
"Si...ho trovato tutto quello che ti serviva" rivolgendosi a una serie di fascicoli che aveva con sé.
"Ah...buono...diamo un occhiata.
Erano delle riviste di cucito o roba varia. Marco si sedette al lato di fianco al mio illustrando alla zia ciò che trovò. La zia si mise tra noi due rimanendo in piedi ascoltando ciò che il nipote gli indicava tra quelle pagine: io furbescamente le palpavo il culo...lei se lo fece fare.
Approfittando della lunga lettura (La zia chiese a Marco di leggere...Non aveva gli occhiali con se) con la mano scesi per alzargli la gonna attraversando tutto l'interno coscia fino in fica (sempre senza mutande) senza farmi notare dal compagno. Ultimata la lettura rimisi la mano apposto.
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Purtroppo era quasi ora di pranzo...anche questa non avevo concluso niente anche se è stato lo stesso emozionante. Mi alzai dicendo di andare via
"Aspetta "disse Marco " ti vado a prendere quei cd che mi prestasti...". E salì a casa sua
"Mi dispiace, Ciccio, torna nel pomeriggio...mia sorella mio cognato e mia madre torneranno solo in serata (quel giorno la vecchia doveva passare una visita medica, abbastanza lontano)". Mi accarezzo' in mezzo alle gambe.
"Al diavolo quanto ci mette..." disse la vacca riferendosi al nipote. Velocemente Me lo tirò fuori e mi masturbo'. Quando tornò l'amico trovò la zia col mio cazzo in mano...sborrando.
Nessuno di noi parlò. Salutai a dritto a casa.
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Oramai eravamo entrati nel giro, nel suo giro perverso, fantastico.
Appena dopo pranzo mi affrettai a tornare da Marco.
La zia era seduta su un dondolo al fresco e leggeva una rivista.
Salutai
"Già qua...porcellino mio..."
"Eh sì...sai com' è..."
"Lo so... lo so..."
"Marco?"
"Abbiamo pranzato ed è andato a farsi un riposino".
Cazzo si fa a fare il riposino, con quel fregnone da scopare ininterrottamente, pensai dell'amico aggiungendo Coglione.
Lei continuava con la sua lettura e io impalato davanti a lei
"Che fai così imbambolato senza dire niente?"
Mi avvicinai. Lei lasciò il giornale, tolse gli occhiali e mi accarezzo' il pacco.
"Rimettiti gli occhiali, per favore"dissi "l'aria dell' intellettuale porca mi eccita parecchio "
"Ah si..." sorridendo se li rimise.
"Do' l'aria della professoressa porca, Eh?"
Mi avvicinai di più per palparla; lei, sempre seduta, continuava a maneggiare il pacco guardandomi negli occhi. Infilò la mano nel pantalone, si impossesso' della ceppa già dura e lo ingoio' lentamente.
Era Ora! Fino ad allora tutta questa storia andava avanti a seghe per me è finalmente un pompino.
Leccava con sensualità e maestria. Bocca caldissima come un forno...era un sogno.
"Vuoi che continui cosi" disse. Gli misi le mani tra i suoi capelli invitandola a continuare. Lei lo fece con più forza e determinazione.
Stoppo' "dai...andiamo dentro..." la seguii come un cagnolino col cazzo eretto di fuori. Appena chiusa la porta la afferrai da dietro e camminando e palpando arrivammo in camera. La invitai ad inginocchiarsi sul letto e gli alzai la gonna facendo prendere aria al suo culo, sempre senza intimo
"Se hai il preservativo mettilo..."
Merda che li avevo dimenticati... " non li ho...
"Neanche io... li ho finiti. Pazienza significa che andrai sull'altro canale!"
Secondi di titubanza
"Sbrigati... schiaffamelo nel culo...forza... prima sputaci sul buco e sulla cappella. Lo fece anche lei con la saliva a lubrufucarsi l'ano.
"Dai...dentro e piano..."
La inculai...bellissimo...alla grande. Pian piano aumentando il ritmo e lei gemitava forte.
"Cazz...sei forte a scoparmi il culo...bravissimo...dai...spingi di più..."
Sborrai scaricando fino all' ultima goccia dentro di lei .
 
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Mi adagiai sul letto mentre lei si alzò e si diresse verso il bagno: rumore di acqua fece capire che si dava una sciacquata.
Quando tornò, con le mani ai fianchi disse: "allora...che ci fai così...Non è ora di riposare...". Si sdraio' affianco "Mi devi leccare la fregna...come sai fare tu..." alzandosi la gonna e allargando le gambe.
La leccai e alternavo la cosa infilandoci un dito.
Mi bloccò. "Forza...corri a chiamare l'amico tuo... datti una sciacquata al pisello e tornate qua da me...con i preservativi".
Ritrovato e indossati i miei vestiti mi precipitai a chiamare Marco.
Era effettivamente a riposare.
"Cazzo ci fai a dormire...ma ti sei rincoglionito? Corri..scendi giù "
Si mise sull'attenti e si preparò a uscire.
"Ce li hai i preservativi? gli dissi. Rispose di no.
"Maledizione " ringhiai.
Di corsa tornai a casa, ci misi 10 minuti in tutto e mi precipitai dentro all' appartamento.
"Dai forza..." disse la zia " voi due mi fate perdere un mucchio di tempo".
Andammo in camera da letto tutti e tre...ovvio che eravamo ai suoi ordini.
"Spogliatevi".
Chi prima chi dopo lo facemmo: completamente nudi con le ceppe semidure.
"Sdraiatevi sul letto e mettetevi i cappucci" era il secondo ordine. E così facemmo, disponendoci uno di fianco all' altro. Solo dopo che ci sistemammo la zia si liberò del suo camice rimanendo con aria autoritaria di fronte a noi.
Salì in groppa al nipote e si infilò il cazzo in fica avviando lo smorzacandela
"Tu altro masturbati" riferendosi a me è così feci ma con delicatezza "il primo che sborra è fuori gioco".
La vacca si alternava tra un cazzo e un altro: era proprio porca, malata di cazzo.
Marco venne prima di me...io resistetti un po' di più ma c'era poco da fare di fronte quella macchina del sesso.
 
Conclusosi quel round ci ordinò di leccargli la fica a turno e così facemmo.
"Al primo che diventa duro... lo metterà di nuovo dentro. Ci menavamo le nostre ceppe che lentamente si irrugidiroro ma lasciai comunque a Marco la precedenza.:una volta incappucciato salì sulla zia e la scopo' alla missionaria.
Dopo un po' l'amico si fece da parte per lasciarmi il posto: salii sulla pancia della vacca loggiando il cazzo tra le tette che lei strinse e avviò la spagnola. Con una mano gli massaggiai la fica penetrandola con due dita. Alla zia piaceva...si sentiva per come godeva. Fui rapido con i movimenti e stuzzicandola al punto giusto inevitabilmente squirto'.
Mi spostai di lato e invitai Marco di trapanarla di nuovo e così fece mentre posizionavo la mia cappella sulle labbra di lei e me lo ciuccio.
Quando Marco sborro' di nuovo lentamente mi mise da parte. Senza perdere tempo mi rincappucciai di nuovo e la penetrai. Successivamente, cambiata la posizione, a pecorina la stantuffai di nuovo in fica afferrandogli una delle tettone a penzoloni. Sborrai anch'io.
Passammo tutto il pomeriggio a porcate varie fino ad esaurimento di cariche ormonali, forze e sperma. Ci salutammo e ognuno per i fatti suoi...ne abbiamo avuto abbastanza.
Due o tre giorni dopo la zia andò via: desideravo reincontrarla di nuovo ma non ci fu l'occasione... la possibilità in un futuro chi lo sa...
 
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