Racconto di fantasia Peter Porn e le scopate sull'isola che non c'è

Gelato Alla Panna

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"ciao cari/e, questo è il mio primo racconto qui. la mia caratteristica principale credo sarà riadattare famose opere artistiche di vari tipi. Questa è la prima!
Come dirò sempre, la forma è quella che è, ma spero apprezzerete la fantasia :)"


C'era una volta un ragazzo adolescente di nome Peter. Era un ragazzo un po' in sovrappeso, e questo lo faceva sentire diverso dagli altri. A scuola, Peter osservava i suoi compagni interagire e ridere insieme, mentre lui si sentiva invisibile. Era un ragazzo gentile e intelligente, ma la sua timidezza e il suo aspetto fisico lo rendevano insicuro.

La sua giornata cominciava sempre allo stesso modo: alzandosi dal letto, andando in bagno e guardandosi allo specchio. Peter si scrutava, cercando di trovare qualcosa in sé che potesse valorizzarlo, qualcosa che potesse renderlo più simile agli altri ragazzi, peter era bruttino e già calvo a 18 anni e la pancia pendente non era il massimo della presentazione, l'unico lato positivo era più in basso, in quanto Peter aveva un cazzo lungo e grosso da far invidia a tanti suoi coetanei, era molto orgoglioso della sua asta ma allo stesso tempo la tristezza si impossessava di lui perché quel grosso arnese era inutilizzato, o perlomeno solamente per farsi delle grossissime seghe.

"Perché non posso essere come loro? Perché anche io non posso trovare due tettone da succhiare e sborrare?" si chiedeva, mentre passava il dito sui contorni della sua cappella. "Perché non riesco a ficcarlo dentro una bella figa?" Era una guerra silenziosa, combattuta ogni giorno, e spesso si sentiva esausto.

Un pomeriggio, mentre tornava a casa da scuola, Peter vide un gruppo di ragazzi nel parco vicino a casa sua. Erano 4 ragazzi della squadra di calcio della città e una loro amica nota per avere l'aureola dei capezzoli immensamente grande. Peter sapeva benissimo che ogni sera dopo la visita al parco andavano spesso a scoparsela, lei reggeva tutti e quattro i cazzi con estrema disinvoltura, era insaziabile. Si fermò a osservarli, sentendo un misto di tristezza e desiderio. Desiderava tanto unirsi a loro, togliere dalle mutande il suo grosso cazzo e farlo assaggiare all'amica che tutti desiderano. "Non sono come loro", pensava. "Non ho il loro carisma, ho solo un inutile enorme cazzo".

Un giorno, però, mentre sedeva su una panchina a guardare i giovani fortunati, una ragazzina di nome Trilly si avvicinò da sola. Aveva lunghi capelli castani e un sorriso luminoso. Peter non si aspettava quella visita e, sorpresa, un po’ arrossì.

"Heilà, cosa fai da solo?" chiese Trilly, con un tono che gli fece battere il cuore.

"Osservo," rispose lui, incredulo che una dolce ragazza stesse veramente parlando con lui. "I ragazzi divertirsi"

"Ti piace divertirti?" chiese ancora.

"Si, ma non ho amici," ammise Peter, abbassando lo sguardo che cadde immediatamente nell'invitante décolleté di Trilly

Trilly si sedette accanto a lui e disse: "A me piace fare squadra con tutti. l'importante è divertirsi, il resto è noia"

E improvvisamente la mano di Trilly finì a 2 cm dalla patta dei pantaloni di Peter, letteralmente sbalordito

"Si vede benissimo che hai un cazzo enorme...amo i casi disperati che nascondono una grossa sorpresa proprio lì"

"ma...ma...tu chi sei????" balbettò Peter

"mi piace definirmi come la fatina vogliosa con la figa sempre calda caro, ma chiamami Trilly"

Fu in quel momento che qualcosa cominciò a cambiare. Trilly si alzò dalla panchina con un balzo con Peter che allungò la mano per fermarla

"Trilly dove vai! Rimani ancora con me"

"Ci rivedremo caro, la tua vita sta per cambiare"

Il giorno seguente, Peter si trovava nuovamente nel parco, seduto nella stessa panchina, e mentre immaginava di rincontrare la sua nuova amica fatina vogliosa, pensava ad un mondo dove i sogni diventano realtà. Improvvisamente, un uomo apparve davanti a lui. Indossava un grembiule da lavoro e aveva un sorriso da zozzo maiale. La gente lo chiamava "Uncino" per via del suo cazzo estremamente curvo, ma il suo vero potere risiedeva nella sua capacità di trasformare i desideri in realtà.

"Benvenuto, Peter!" esclamò Uncino, come se già conoscesse i suoi pensieri. "Io posso aiutarti a realizzare qualunque desiderio tu abbia nel cuore. Che cosa desideri?"

Peter, colmo di emozione e spontaneità, rispose: "Desidero un posto magico dove le persone come me possano scopare quante volte vogliono, dove non saremo mai rifiutati, qualsiasi ragazza ci leccherà il cazzo e ci darà anche il culo"

Con un sorriso complice, Uncino tolse il suo cazzo fuori dalle mutande, lo infilò nella bocca di uno spaventatissimo Peter che come immobilizzato fu obbligato a succhiare per 10 minuti pieni quella grossa cappella anche un po lurida, Uncino non era amico dell'igiene, e dopo una spruzzata di calda sborra in piena faccia una luce brillante riempì l'aria attorno a loro. In un batter d'occhio, si trovarono in una foresta incantata, circondati da alberi alti e maestosi, fiori dai colori vivaci e un dolce profumo di avventura.

“Ecco il tuo posto, Peter!” disse Uncino. “Dì la verità, ora succhiarmelo non è stata una cattiva idea, magari ti è anche piaciuto! Questa è l'isola che non c'è, un rifugio per tutti coloro che hanno una voglia di scopare fuori dal comune. Qui, ogni albero racconta la storia di una ragazza consenziente che l'ha presa in culo e ha goduto”

Peter si guardò attorno, affascinato. Vide ragazze e ragazzi tutti nudi che ridevano e si abbracciavano, ognuno con il suo cazzo in tiro e tutte con la figa pronta ad ospitarli.

"Vai, scopa come se non ci fosse un domani" disse Uncino

Peter sorrise, il suo cuore si riempì di gioia. Iniziò a esplorare quel fantastico paradiso, si imbattè in ragazze con i capelli rossi, biondi, magre, formose, di tutti i tipo, e nessuna protestava quando Peter arrivava da dietro e senza nemmeno presentarsi infilava il suo cazzo nel loro culo, anzi, dicevano di continuare, godevano, "ancora ancora" ripetevano

In un attimo di pausa Peter tornò dall'amico e lo ringraziò calorosamente

“Grazie, Uncino!” esclamò Peter, abbracciando l'uomo magico “Hai trasformato il mio desiderio in realtà, perchè non rimani anche tu qui?”

Con un sorriso complice, Uncino annuì. “Ricordati, Peter, questa meraviglia esiste grazie alla tua volontà. Continua a leccare fighe e a condividerle con gli altri. ma ora inginocchiati e prendimelo in bocca, tu mi piaci dal primo momento che ti ho visto, dai su, succhiamelo”

Peter lo prese con tutte e due le mani, iniziando a godere da subito, una nuova sborrata in faccia era in arrivo per lui

E così, L'Isola Che Non C'è divenne un simbolo di speranza per molti, un posto dove ognuno poteva imparare che anche i brutti possono toccare tette di tutti i tipo e perchè no, anche succhiare cazzi e prenderli nel culo.

Uncino con il passare del tempo, come avrete capito, si era affezionato a Peter, e si sentiva sempre più trascurato e ignorato perchè il suo amico era diventato una vera troia. Ogni giorno che passava, Peter sembrava divertirsi di più con gli altri, abbandonando il gustoso cazzo dell'amico. La gelosia si impadronì di lui, e l'idea di dover riconquistare l'attenzione di Peter lo portò a un piano oscuro e vendicativo.

Una notte, quando il cielo era illuminato da una miriade di stelle e l'aria era carica di magia, Uncino decise di agire. Con astuzia e determinazione, rapì sua sorella Wendy e i suoi fratelli Michael e John e li portò a bordo di un antico veliero. Wendy, Michael e John si ritrovarono spaventati, e legati nella stiva con Uncino che li guardava e si sentiva trionfante.

“Finalmente darò a Peter la lezione che merita”

Peter, venuto a sapere del rapimento, decise che doveva affrontare l'amico improvvisato pirata, ma non si aspettava che quello che sarebbe accaduto non avrebbe solo cambiato le sorti di un incontro, ma anche le dinamiche del rapporto tra tutti loro.

Peter trovò i fratelli e la sorella nudi nella stiva, con Uncino a braghe calate che si teneva il cazzone in mano, e disse a Peter

"Non muoverti, non ti azzardare a fare un passo o distruggerò questo bellissimo posto che ho creato per te e tutti quelli come te"

Quindi si rivolse ai due fratelli con tono disgustoso

"Voi due, ora vi slegherò e dovrete fare esattamente quello che vi dico"

Michael e John piangendo pregarono Uncino di lasciarli andare ma lui non aveva nessuna intenzione di essere clemente con nessuno

"Ora alzatevi e infilatevi la lingua in bocca" Uncino era sempre più duro, non riusciva a togliere le sue mani dal cazzone che madre natura gli aveva donato, mentre i due ragazzi avvicinarono le loro labbra e timidamente iniziarono a baciarsi, mentre le lacrime bagnavano le loro bocche

"Bravi, ora Toccatevi il cazzo" le mani dei due fratelli scesero piano piano, iniziando addirittura a masturbarsi. I presenti, nessuno escluso, furono sorpresi nel constatare che i loro cazzi erano diventati duri come il marmo in pochi secondi

"aaah bene bene, qui si scoprono gli altarini, vi piace quindi!!!ora fate una bella cosa, visto che i vostri cazzi sono già pronti, scoperete vostra sorella, e mi raccomando dovete fare sul serio" Wendy con ennesima sorpresa di tutti si mise a ridere rivolgendosi a quel maiale di Uncino

"ah ah ah pensi che mi scandalizzo? non vedevo l'ora pezzo di merda, sono anni che voglio succhiare il loro cazzo, da piccola li spiavo e una volta sono stata ad un tanto così dal farmi scopare sotto ricatto" il suo sguardo si girò ai fratelli e disse "su dai venite dalla sorellina mmmmmm"

michael e john si guardarono senza sapere cosa dire.... ma il silenzio fu interrotto immediatamente da michael

"dai John al massimo rimaniamo a vivere qui e scopiamo ogni giorno, chi se ne frega"

in un secondo wendy si ritrovò un cazzo nella figa e uno in culo, con i due fratelli che iniziarono a trapanarla facendola urlare di piacere, e Uncino che sborrava e sborrava e sborrava urlando a Peter

"daiii grassone scopala anche tu, si vede che ne hai voglia, guardati il cazzo, lui non mente"

in effetti il cazzo di Peter era in erezione totale.

Si fiondò sopra la sorella, si attaccò ai capezzoli delle sua sesta di seno, toccò quelle tette come mai aveva fatto in quell'isola, non voleva più staccarsi, solo la voglia di provare i cazzi dei fratelli riuscì a fargli cambiare per un attimo le sue intenzioni, tutti godevano, tutti urlavano dal piacere, quella stiva aveva il profumo della sborra, il profumo di una scopata incredibile tra tre fratelli una sorella e un maniaco sessuale di 60 anni che esausto ancora non riusciva a staccare la mano del suo cazzo

"diciamo che alla fine vi ho fatto un piacere" disse Uncino

"eh si volevi farmi un dispetto, e invece..." disse ridendo Peter

l'allegra famiglia si diresse verso l'uscita del veliero quando all'improvviso si sentì

"hey peter, caro, sono qui"

Peter si guardò alle spalle e vide trilly che lo salutava

"hai visto? te lo dicevo che avresti cambiato vita, ho mandato io Uncino da te perchè sono veramente una fatina e sono anche ninfomane, quindi ci vediamo più tardi! verrò a farvi visita e ci divertiremo tutti assieme"

i fratelli e sorella annuirono con l'espressione felice

Trilly si girò verso Uncino

"zietto caro arrivooooo" con un balzo trilly finì con il suo bel culo sopra il cazzo di Uncino che nel frattempo era diventato di nuovo duro, e scoparono, finendo per riempire di sborra calda la dolce trilly.
 
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