Esperienza reale Mia moglie e il centro migranti: umiliato, truffato e ricattato, la storia del mio inferno

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Ho deciso di raccontare la mia storia perché - qui sul forum, ma anche in diversi altri siti a tema - spesso mi capita di leggere frasi tipo “beato te che sei cornuto” oppure di storie di mariti eccitati dai tradimenti delle proprie mogli o fidanzate e che, anzi, le spingono a essere ancora più troie.

Senza dubbio ognuno è libero di vivere i propri rapporti di coppia e la propria vita sessualità come meglio crede, ci mancherebbe, però voglio dirvi che per me aver visto mia moglie con un altro è stato un trauma dal quale ancora non riesco a riprendermi. Se poi ci mettiamo il contesto di assoluta perversione - e anche degrado per i miei canoni - ecco che per me l’umiliazione è completa.

Voglio subito premettervi alcune cose: è innegabile che tutto quello che mi è successo in qualche modo me lo sono meritato, una sorta di contrappasso per le tante nefandezze fatte in vita mia. Io sono una persona cattiva, ma quando da carnefice mi sono ritrovato a essere vittima ho capito che merda di persona che sono.

Detto questo ora vi racconterò la mia storia: su alcuni aspetti resterò volontariamente vago per garantire al massimo la mia di privacy e quella degli altri protagonisti. Anche alcune situazioni sono state modificate per lo stesso motivo, per il resto questo è quello che mi è accaduto negli anni che hanno preceduto la pandemia, con gli “strascichi” che però me li porto dentro ancora oggi.

Il mio nome è Giovanni, sono un ex calciatore e quando questa storia ha inizio mi ero da poco ritirato dall’attività agonistica e stavo seguendo un corso per diventare allenatore e, in parallelo, stavo facendo degli studi per poter essere iscritto all’albo degli agenti sportivi. Non avevo ben chiaro ancora cosa volessi “fare da grande”, ma durante la mia carriera - ho fatto diversi anni in A, molti in B, un’esperienza all’estero per poi concludere in C e un anno nei dilettanti - ho guadagnato molto bene, con i soldi che sono un fattore fondamentale in questa storia.

Arrivato quasi alla soglia dei 40 anni, sono ancora in perfetta forma ma ho preferito dedicarmi a tempo pieno a studiare per ottenere il patentino invece che continuare a rubare lo stipendio per un altro paio d’anni in qualche serie minore. Da anni inoltre mi sono stabilito in una città di provincia, non piccola ma neanche una città metropolitana, visto che è il luogo dove mia moglie è nata e dove l’ho conosciuta.

Rosaria - Rosy per tutti - al momento in cui ha preso il via questa storia aveva compiuto invece da poco i trent’anni, ma era stato un compleanno amaro come per tutti noi per dei motivi che tra poco vi spiegherò. Lei è la perfetta spiegazione “mendeliana” del periodo di dominazione dei Normanni in Sicilia.

I suoi sono siciliani doc e si sono trasferiti più al Nord prima di avere tre figli: Stefania la più grande, Salvatore il mediano e Rosy la più piccola. Mia moglie è alta circa 1,70 e ha un fisico magro e tonico, senza però particolari curve. Le gambe sono lunghe e dritte, il sedere è alto, rotondo e sodo, ma abbastanza piccolino, la pancia piatta e il seno piccolo.

Un fisico che di certo non vi fa girare per strada - anche se è fatta veramente bene per chi piace certe tipologie di fisicità -, ma se ve la ritrovate di fronte… beh restate a bocca aperta come è capitato a me la prima volta che l’ho visto nel bar dove lavorava. Una cascata di capelli neri corvini, molto mossi quasi ricci, che porta spesso raccolti. I lineamenti del viso la fanno assomigliare a Sophia Loren da giovane, con il naso alla francese e la bocca carnosa, poi gli occhi… due magnifiche perle di color blu acqua.

Una bambolina, ma al tempo stesso è una ragazza molto seria, religiosa e tranquilla, anche se di certo non è un genio. In quel periodo giocavo con la squadra della sua città, dopo che l’ho vista la prima volta sono ritornato in quel bar, lei non c’era e allora ho chiesto a una collega se fosse fidanzata e quando la potessi trovare. Lei subito scrisse a Rosy dicendole “non puoi immaginare chi ti è venuto a cercare, il calciatore…”.

Lei non era fidanzata all’epoca, aveva avuto solo una storia lunga ma era finita da alcuni mesi. Parlammo diverse volte al bar poi accettò un invito a cena. Alla terza uscita ci baciammo, alla quinta me la dette: avevo trovato la ragazza ideale per mettere su famiglia.

Io ho da sempre due problematiche: oltre a un carattere duro, con idee senza dubbio retrograde su come debba essere una famiglia, fin da ragazzo sono stato un gran porco e facendo il calciatore… ho avuto tantissime donne anche perché sono un bel ragazzo: moro con occhi scuri, fisico da terzino ben delineato. In mezzo alle gambe ho un cazzo normale, forse un po’ più piccolo della media, ma che mi ha permesso di riuscire a inculare tante ragazze anche vergini dietro.

Ho sempre diviso le donne in due categorie: quelle da trombare e quelle da sposare. Ecco Rosy apparteneva decisamente alla seconda categoria, bellissima, seria e timorata di Dio, anche se a letto scopava decisamente male: pompini pessimi, molto rigida a letto a lungo ho provato a scioglierla, senza però mostrarle il mio lato di gran porco. Alla fine a me non importava: il sesso spinto continuavo a farlo con altre e con prostitute, lei invece era il mio angelo del focolare, diventata presto prima mia moglie e poi madre dei miei due figli.

Comprai cash un bell’appartamento in città, andammo a vivere lì e mettemmo su famiglia. Lei si occupava della casa e dei bambini, io ero l’uomo di casa e un paio di volte al mese me la scopavo, mentre sia di giorno sia la sera uscivo e mi divertivo. Per me era una sorta di vita perfetta, anche perché riuscivo anche a conciliare il mio secondo vizio: il gioco.

Non sono di certo un ludopatico, però mi piace giocare d’azzardo a carte o nei casinò. Credo di essere inoltre uno dei pochi che con il poker è in attivo, anche di parecchio, tanto che spesso ho prestato soldi a dei compagni di squadra più sfortunati - e meno bravi di me - al tavolo verde.

Fatto questo necessario cappello introduttivo, vi devo raccontare quello che è stato l’evento che ha messo in moto questa storia tanto incredibile quanto perversa, che solo per miracolo non è finita sui giornali sputtanandoci incredibilmente.
 
Scusate i refusi ma non ho modo di rileggere.

Sia quando giocavo per la squadra della città sia poi quando sono tornato in pianta stabile mettendo radici, ho allacciato una buona rete di rapporti: donne, bische, ultras e l’immancabile sottobosco - lecito e illecito - che gravita attorno al mondo del calcio. Ho fatto orge pazzesche, ho scopato fiche indicibili anche più di una alla volta.

Mia moglie ha mantenuto le sue poche amiche storiche, poi ance se per carattere non è esibizionista oppure eccessivamente vanitosa, di certo le piace essere la moglie del calciatore: sui social ha un buon seguito anche se mette tutte foto da madre di famiglia. Inoltre è molto attiva in parrocchia, oltre che nei vari gruppi delle classi dei bambini o degli sport.

Quando dopo il secondo figlio concordammo ora stop, le timidamente provò a farmi capire che le sarebbe piaciuto rifarsi il seno, non grosso massimo una terza. Anche se adoro le donne prosperose, le risposi “che vuoi diventare come tua sorella?? sei bellissima così amore, non hai bisogno di rovinarti il tuo splendido corpo”.

Lei come suo solito accettò la mia decisione senza protestare, del resto la sorella (più grande di dieci anni di lei, a forza di gonfiarsi labbra e seno e diventata grottesca, più bassa di mia moglie ma con un bel culone. Canotti a parte, di viso non c’è paragone con Stefania che è sempre mora ma con i capelli lisci e gli occhi scuri. Sempre iper truccata, mi sono sempre chiesto come facesse a non ferire i figli con le sue unghie lunghissime.

Il marito è un napoletano alto e con la faccia da ebete. Lavora nell’immobiliare e mi è sempre stato molto antipatico, con io che ho sempre cercato di evitarlo. La moglie invece più di una volta mi ha lanciato certi sguardi… ma figuriamoci se mi metto a scopare la sorella di mia moglie, anche se una botta gliela darei volentieri.

Come vi dicevo durante la mia carriera ho guadagnato molto bene, con mia moglie che mai ha messo becco nei miei conti. A lei le ho tenuto nascoste molte cose: da investimenti fatti in attività - quote di un supermercato e di una tabaccheria che mi rendono bene - oltre a una cassetta di sicurezza dove negli anni ho depositato un piccolo tesoretto frutto di pagamenti in nero, vincite al gioco, partite vendite e relative vincite di scommesse.

Lei vedeva naturalmente il conto corrente familiare dove poteva attingere tranquillamente per spese per lei, per i figli e per la casa. Non le ho mai rimproverato delle spese anche perché lei è molto morigerata, anzi più volte le ho detto di non preoccuparsi e fare shopping, naturalmente senza esagerare.

Nella stessa banca avevo anche un conto - di conti ne avevo anche diversi altri - con una parte dei miei guadagni, una bella cifra che sarebbe servita per gli studi dei nostri figli e per il loro mantenimento fino a quanto non fossero diventati autonomi, anche se con quei soldi avrebbero potuto vivere parecchi anni senza lavorare dandosi alla pazza gioia.

Il padre di Rosy è un siciliano all’antica, ora in pensione, che le due figlie le ha mandate a lavorare in attesa che si maritassero, mentre al figlio maschio l’ha fatto studiare. Salvatore - il fratello di mia moglie - così un giorno mi scrisse di vederci e mi propose un investimento, non tutto lecito.

Mio malgrado chiesi il parere al marito di Stefania - la sorella - visto che si trattava di una cosa immobiliare, anche lui mi disse che era una cosa in teoria molto buona anche se non pienamente lecita, aggiungendo che se avesse avuto i soldi l’investimento l’avrebbe fatto lui. Parlai con Rosy e lei mi disse che il fratello era una sorta di genietto per queste cose, ma io in quel momento gli unici soldi che potevo toccare erano quelli messi da parte per i figli.

L’investimento però era proprio redditizio.. avrebbe pensato a tutto lui, io dovevo solo metterci i soldi e non sarei comparso in nessuna carta, per poi passare all’incasso al massimo dopo un paio di anni. Rosy era d’accordo e così accettai anche se non fu semplice svuotare quel conto.

Il problema fu non che l’investimento non era buono, ma che il fratello incassati i soldi sparì letteralmente e tuttora non sappiamo che fine abbia fatto, di certo è all’estero. Immaginatevi lo shock e neanche potevo denunciarlo altrimenti rischiavo di finire nei guai io… Il padre di Rosy ebbe un malore scoperta la cosa, immaginatevi poi la mortificazione di mia moglie.

Io ero furioso, mi aveva fregato bei soldi anche se di certo non mi aveva messo sul lastrico, ma Rosy non conosceva di tutti gli altri soldi. In più ero convinto che il marito della sorella fosse in combutta con quel truffatore, ma vi assicuro che il mio primo pensiero era rivolto a mia moglie che definirla disperata era riduttivo.

Si sentiva in colpa ed ebbi paura che potesse fare qualche gesto insano. Non mangiava quasi più e ci vollero mesi prima che si riprendesse grazie alle mie rassicurazioni. Il padre quando si riebbe mi disse che potevo prendermi tutto quello che aveva - non molto.. - e raramente ho visto un uomo che si sentiva così umiliato nel guardarmi in faccia.

Loro sono brave persone, solo che hanno generato un bastardo che se un giorno lo ritrovo farà una brutta fine. Vi ripeto, era una bella cifra ma potevo andare avanti tranquillamente, però continuai a tenere tutto il resto nascosto e per rendere la pantomima più credibile accettai un’offerta di lavoro che mi era stata fatta poco prima.

La parrocchia che frequentiamo ha anche una scuola calcio, con alcune squadre delle giovanili anche di buon livello. Oltre alla chiesa e le grandi sale parrocchiali c’è un campo da calcio, un campo da calciotto e due da calcetto tutti in sintetico. Una sorta di bar e una sorta di parco giochi, una sorta di palestra al chiuso e due edifici: uno ci vivevano preti e frati e l’altro al momento vuoto perché appena ristrutturato. Poi in altri locali operavano tutta una serie di associazioni di volontariato, con il complesso che praticamente occupava tutto un isolato in uno dei quartieri periferici - ma carini - della città.

Padre Ivo - il responsabile di tutta la struttura e che vive lì, mi aveva offerto di diventare il coordinatore di tutte le squadre, visto che non volevo allenare per non bruciarmi ben altre chiamate. Dopo la truffa lo chiamai e accettai, visto che comunque lo stipendio era superiore a quello di molti lavoratori e che per iniziare poteva essere un buon modo.

Mia moglie si rasserenò un po’, ma potete immaginare come il sesso si fosse praticamente azzerato: tornammo a scopare solo dopo diversi mesi, anche se lei non perse mai il suo splendore. Come squadre arrivavamo fino agli allievi che erano allenati da Sandro, altro ex calciatore che conosco bene anche se non abbiamo mai giocato insieme dato che lui ha fatto al massimo qualche anno di C.

Sandro fisicamente è come me, moro con la carnagione scura, però è un po’ più basso e decisamente più moderno, con tutto il corpo coperto di tatuaggi. Nel complesso un bel ragazzo e tempo fa insieme capitammo a una festicciola dove di certo il sesso non mancava.Pian piano poi vi andrò a presentare tutti i protagonisti perché ragazzi adesso si mette in moto il tutto.

Questo lungo preambolo infatti è stato necessario per farvi capire bene in che situazione a breve ci andammo a cacciare. Dopo qualche settimana nel mio nuovo lavoro - ogni tanto dovevo assentarmi per seguire il corso - padre Ivo mi prese in disparte. Con la sua pancia pronunciata, la risata fragorosa, il viso tondo e rosso e i capelli una volta biondi ora diventati quasi bianchi, sembrava essere uscito dalle pagine di Manzoni.

Senza girarci troppo attorno mi fece un discorso che mi scioccò: in sintesi mi disse che anche a lui come a me piacevano due cose, le donne e il gioco, che per le donne poteva pensarci lui, ma sul gioco io l’avrei dovuto introdurre in alcune bische in città vicine che frequentavo e che erano assolutamente off limits se qualcuno non garantiva per il nuovo avventore.

Quello che successe poi non lo troverete neanche nei libri più spinti di De Sade.
 
Scusate i refusi ma non ho modo di rileggere.

Sia quando giocavo per la squadra della città sia poi quando sono tornato in pianta stabile mettendo radici, ho allacciato una buona rete di rapporti: donne, bische, ultras e l’immancabile sottobosco - lecito e illecito - che gravita attorno al mondo del calcio. Ho fatto orge pazzesche, ho scopato fiche indicibili anche più di una alla volta.

Mia moglie ha mantenuto le sue poche amiche storiche, poi ance se per carattere non è esibizionista oppure eccessivamente vanitosa, di certo le piace essere la moglie del calciatore: sui social ha un buon seguito anche se mette tutte foto da madre di famiglia. Inoltre è molto attiva in parrocchia, oltre che nei vari gruppi delle classi dei bambini o degli sport.

Quando dopo il secondo figlio concordammo ora stop, le timidamente provò a farmi capire che le sarebbe piaciuto rifarsi il seno, non grosso massimo una terza. Anche se adoro le donne prosperose, le risposi “che vuoi diventare come tua sorella?? sei bellissima così amore, non hai bisogno di rovinarti il tuo splendido corpo”.

Lei come suo solito accettò la mia decisione senza protestare, del resto la sorella (più grande di dieci anni di lei, a forza di gonfiarsi labbra e seno e diventata grottesca, più bassa di mia moglie ma con un bel culone. Canotti a parte, di viso non c’è paragone con Stefania che è sempre mora ma con i capelli lisci e gli occhi scuri. Sempre iper truccata, mi sono sempre chiesto come facesse a non ferire i figli con le sue unghie lunghissime.

Il marito è un napoletano alto e con la faccia da ebete. Lavora nell’immobiliare e mi è sempre stato molto antipatico, con io che ho sempre cercato di evitarlo. La moglie invece più di una volta mi ha lanciato certi sguardi… ma figuriamoci se mi metto a scopare la sorella di mia moglie, anche se una botta gliela darei volentieri.

Come vi dicevo durante la mia carriera ho guadagnato molto bene, con mia moglie che mai ha messo becco nei miei conti. A lei le ho tenuto nascoste molte cose: da investimenti fatti in attività - quote di un supermercato e di una tabaccheria che mi rendono bene - oltre a una cassetta di sicurezza dove negli anni ho depositato un piccolo tesoretto frutto di pagamenti in nero, vincite al gioco, partite vendite e relative vincite di scommesse.

Lei vedeva naturalmente il conto corrente familiare dove poteva attingere tranquillamente per spese per lei, per i figli e per la casa. Non le ho mai rimproverato delle spese anche perché lei è molto morigerata, anzi più volte le ho detto di non preoccuparsi e fare shopping, naturalmente senza esagerare.

Nella stessa banca avevo anche un conto - di conti ne avevo anche diversi altri - con una parte dei miei guadagni, una bella cifra che sarebbe servita per gli studi dei nostri figli e per il loro mantenimento fino a quanto non fossero diventati autonomi, anche se con quei soldi avrebbero potuto vivere parecchi anni senza lavorare dandosi alla pazza gioia.

Il padre di Rosy è un siciliano all’antica, ora in pensione, che le due figlie le ha mandate a lavorare in attesa che si maritassero, mentre al figlio maschio l’ha fatto studiare. Salvatore - il fratello di mia moglie - così un giorno mi scrisse di vederci e mi propose un investimento, non tutto lecito.

Mio malgrado chiesi il parere al marito di Stefania - la sorella - visto che si trattava di una cosa immobiliare, anche lui mi disse che era una cosa in teoria molto buona anche se non pienamente lecita, aggiungendo che se avesse avuto i soldi l’investimento l’avrebbe fatto lui. Parlai con Rosy e lei mi disse che il fratello era una sorta di genietto per queste cose, ma io in quel momento gli unici soldi che potevo toccare erano quelli messi da parte per i figli.

L’investimento però era proprio redditizio.. avrebbe pensato a tutto lui, io dovevo solo metterci i soldi e non sarei comparso in nessuna carta, per poi passare all’incasso al massimo dopo un paio di anni. Rosy era d’accordo e così accettai anche se non fu semplice svuotare quel conto.

Il problema fu non che l’investimento non era buono, ma che il fratello incassati i soldi sparì letteralmente e tuttora non sappiamo che fine abbia fatto, di certo è all’estero. Immaginatevi lo shock e neanche potevo denunciarlo altrimenti rischiavo di finire nei guai io… Il padre di Rosy ebbe un malore scoperta la cosa, immaginatevi poi la mortificazione di mia moglie.

Io ero furioso, mi aveva fregato bei soldi anche se di certo non mi aveva messo sul lastrico, ma Rosy non conosceva di tutti gli altri soldi. In più ero convinto che il marito della sorella fosse in combutta con quel truffatore, ma vi assicuro che il mio primo pensiero era rivolto a mia moglie che definirla disperata era riduttivo.

Si sentiva in colpa ed ebbi paura che potesse fare qualche gesto insano. Non mangiava quasi più e ci vollero mesi prima che si riprendesse grazie alle mie rassicurazioni. Il padre quando si riebbe mi disse che potevo prendermi tutto quello che aveva - non molto.. - e raramente ho visto un uomo che si sentiva così umiliato nel guardarmi in faccia.

Loro sono brave persone, solo che hanno generato un bastardo che se un giorno lo ritrovo farà una brutta fine. Vi ripeto, era una bella cifra ma potevo andare avanti tranquillamente, però continuai a tenere tutto il resto nascosto e per rendere la pantomima più credibile accettai un’offerta di lavoro che mi era stata fatta poco prima.

La parrocchia che frequentiamo ha anche una scuola calcio, con alcune squadre delle giovanili anche di buon livello. Oltre alla chiesa e le grandi sale parrocchiali c’è un campo da calcio, un campo da calciotto e due da calcetto tutti in sintetico. Una sorta di bar e una sorta di parco giochi, una sorta di palestra al chiuso e due edifici: uno ci vivevano preti e frati e l’altro al momento vuoto perché appena ristrutturato. Poi in altri locali operavano tutta una serie di associazioni di volontariato, con il complesso che praticamente occupava tutto un isolato in uno dei quartieri periferici - ma carini - della città.

Padre Ivo - il responsabile di tutta la struttura e che vive lì, mi aveva offerto di diventare il coordinatore di tutte le squadre, visto che non volevo allenare per non bruciarmi ben altre chiamate. Dopo la truffa lo chiamai e accettai, visto che comunque lo stipendio era superiore a quello di molti lavoratori e che per iniziare poteva essere un buon modo.

Mia moglie si rasserenò un po’, ma potete immaginare come il sesso si fosse praticamente azzerato: tornammo a scopare solo dopo diversi mesi, anche se lei non perse mai il suo splendore. Come squadre arrivavamo fino agli allievi che erano allenati da Sandro, altro ex calciatore che conosco bene anche se non abbiamo mai giocato insieme dato che lui ha fatto al massimo qualche anno di C.

Sandro fisicamente è come me, moro con la carnagione scura, però è un po’ più basso e decisamente più moderno, con tutto il corpo coperto di tatuaggi. Nel complesso un bel ragazzo e tempo fa insieme capitammo a una festicciola dove di certo il sesso non mancava.Pian piano poi vi andrò a presentare tutti i protagonisti perché ragazzi adesso si mette in moto il tutto.

Questo lungo preambolo infatti è stato necessario per farvi capire bene in che situazione a breve ci andammo a cacciare. Dopo qualche settimana nel mio nuovo lavoro - ogni tanto dovevo assentarmi per seguire il corso - padre Ivo mi prese in disparte. Con la sua pancia pronunciata, la risata fragorosa, il viso tondo e rosso e i capelli una volta biondi ora diventati quasi bianchi, sembrava essere uscito dalle pagine di Manzoni.

Senza girarci troppo attorno mi fece un discorso che mi scioccò: in sintesi mi disse che anche a lui come a me piacevano due cose, le donne e il gioco, che per le donne poteva pensarci lui, ma sul gioco io l’avrei dovuto introdurre in alcune bische in città vicine che frequentavo e che erano assolutamente off limits se qualcuno non garantiva per il nuovo avventore.

Quello che successe poi non lo troverete neanche nei libri più spinti di De Sade.
Attendo la continuazione!
 
Era chiaro che fosse stato Sandro - l’altro ex calciatore e allenatore degli allievi - a spifferare a padre Ivo dei miei “vizi”. La cosa mi disturbò non poco, visto che nel nostro ambiente l’omertà è la parola d’ordine, perché tutti abbiamo qualche scheletro nell’armadio e nel mio abbondano in particolar modo.

In altri periodi avrei mandato tutti a cagare, ma in quel momento ero abbastanza frastornato: la fine dell’attività agonistica, i dubbi sulla strada da imboccare, la truffa subita con la conseguente rabbia in corpo che tentavo di celare e il sesso zero con mia moglie, tutte cose che mi avevano spinto ad accettare anche quella richiesta così strana da parte di un prete.

Senza tanti preamboli vado dritto al punto. Padre Ivo mi si rivelò subito nella sua vera natura: cocainomane, ludopatico ed erotomane. Se io pensavo di essere un gran porco, presto dovetti rivedere al ribasso la considerazione che avevo di me se confrontata a quell’uomo di Chiesa.

I soldi in quella parrocchia scorrevano a fiumi, ma a lui servivano sempre di più. Così quando una fedele gli venne a chiedere aiuto economico, lui pensò bene di mettere in piedi una sorta di giro di prostituzione che presto si allargò coinvolgendo molte donne e ragazze anche delle località limitrofe.

Oltre a padre Ivo sempre della stessa parrocchia avevano i suoi stessi vizi anche padre Mauro - della mia età, moro, bassetto e cicciottello con grandi occhi chiari, aveva un’aria inquietante - e padre Alvaro, alto e corpulento, quasi pelato, con un nasone orribile e i denti irregolari, che però di calcio capiva abbastanza. C’erano poi altri due preti che, seppur sapendo tutto, non prendevano parte però a quelle cose.

Poi una cerchia ristretta di imprenditori mettevano la grana, con i preti che trattenevano una parte, e tutto si svolgeva in alcuni locali della parrocchia abbastanza lontani da occhi indiscreti. Spesso partecipava anche Sandro, l’allenatore, a quanto pare molto dotato e bravo a letto che spesso eseguiva “gli ordini” dei preti o degli imprenditori quando si trovava a scopare le malcapitate.

Quando accettai di portare padre Ivo alla bisca ancora tutto questo non mi era ancora chiaro, ma l’ho scoperto a mano a mano. Dissi a mia moglie che andavo a cena con il prete fuori città per vedere si chiudevamo un accordo per uno sponsor. A cena ci andammo veramente e lui si presentò con una giacca elegante di velluto sopra un girocollo, naturalmente niente tunica.

A cena si vedeva che stava pippato e si bevve quasi da solo una bottiglia di vino, poi quando ordinai la seconda gli feci “senti, a me di quello che fai tu nella vita non frega un cazzo, ma io stasera garantirò per e se ti presenti ridotto male o fai delle cazzate lì dentro, ti apro in due quella panzona e mi mangio le tue budella da maiale”.

Lui fece un sorrisino e mi dette ragione, annullando l’ordine della seconda bottiglia. Alla fine andò tutto bene e vincemmo entrambi. Anzi, quando ormai era tardi lo presi in disparte, gli dissi di far rientrare un po’ gli altri al tavolo “tra venti minuti andiamo via, perdi qualcosina che se vinci troppo la prima volta non ti presenti al meglio”.

Mi ascoltò anche in quella occasione, quando andammo via mi ringraziò e mi disse “ci vediamo domani, poi ti farò sapere come mi sdebiterò”. Il come lo venni a scoprire due mattine dopo, quando mi condusse a braccetto verso la parte non abitata del complesso. Era riandato a giocare e aveva rivinto, così mi stava raccontando alcune mani. Poi entrammo dentro una stanza dove dentro c’era una donna “buon divertimento” fece, poi mi sussurrò all’orecchio “puoi fare tutto quello che vuoi a sta morta di fame, pago io”.

La stanza era ben riscaldata e assomigliava a quella di un bordello: due grossi divani ai lati e un grande letto al centro, con intorno un cestino pieno di preservativi e tutta una sfilza di sex toys e gel. Sul divano c’era una donna mulatta, vestita con stivaletti, jeans e un maglione, mentre il cappotto lo aveva tolto.

Come si alzò mostrò di essere abbastanza alta, le chiesi di dove fosse e lei mi disse della Repubblica Dominicana. Magra, riccia con i capelli lunghi, il volto era magro e smunto, con una bocca stretta e pronunciata. In quel momento mi resi conto che l’avevo vista un paio di volte in un parco con una bambina.

Le dissi di spogliarsi e nel mentre pensai che, in vita mia, probabilmente era la donna più brutta con cui ero stato. Non che fosse un cesso, ma era una tipa anonima anche se fisicamente non male, di faccia invece rivedibile. Come detto però io sono una persona cattiva e quella situazione mi prese subito molto bene.

Aveva la fica pelosissima, un pelo nero e riccio, scorsi un bagno e le dissi di andarsi a lavare le zone intime. Come tornò la feci sdraiare sul letto e sprofondai la testa in quel bosco: anche mia moglie ha il pelo - molto più curato - ed è una cosa che adoro. Lei si sciolse un po’ e quando la penetrai con le dita la trovai bagnata.

“Adesso tirami fuori il cazzo e fammi vedere quanto sei brava tu con la bocca”. Lei obbedì e iniziò un pompino lento ma gustoso. Mi eccitava il saperla lì perché dettata dalla necessità economica, mi eccitava pensare che poteva essere la madre di una compagna di scuola di mio figlio. Quando iniziai a spingerle la nuca per farla andare più profonda lei non disse una parola e anche questo mi piaceva molto.

La misi a pecora e calzato il condom iniziai scoparla prima lentamente, poi più forte. Lei emetteva dei piccoli rantoli di piacere, la sua fica era stretta e quando presi a sculacciarla uscì fuori anche il razzista che è in me e iniziai a darle della zoccola negra. Andai avanti per 5 minuti poi mi sfilai e le sborrai in faccia, con lei che teneva la bocca serrata mentre le schizzavo sul viso.

Senza dire una parola poi andai in bagno, mi rivestii e me ne andai senza dire una parola con lei che stava ancora nuda e immobile seduta sul letto, coprendosi il seno e le parti intime. Fuori dalla porta c’era padre Ivo che ridacchiando mi chiese come fosse andata, gli dissi tutto ok e lui sempre ridendo mi salutò dandomi appuntamento per il pomeriggio al campo.

Fu il mio battesimo con loro e da quel momento divenni un ingranaggio del loro meccanismo. Era incredibile, mi aveva eccitato più scopare quella negretta che una bella figa. Dopo un paio di settimane feci a padre Ivo se non avesse altro per me e lui sempre ridendo mi riorganizzò con un’altra, questa volta italiana. Gli dissi cosa mi eccitava di quegli incontri e lui mi disse che era normale, anzi di essere ancora più spinto “manco le hai inculate, misà che ti dobbiamo far vedere noi come si fa”.

Fare certi discorsi con un prete era impensabile, ma a breve per me divenne la normalità. Mi chiese se avessi voluto partecipare - a gratis - a un festino e gli dissi certo, allora lui “prima però devi farmi un favore, c’è un ragazzino in un centro migranti che dicono sia un fenomeno a calcio, dagli un’occhiata che nel caso lo portiamo qui.

Da tempo infatti erano pronti a entrare nel business dell’ospitalità dei migranti che sarebbero stati messi nella zona ora vuota. Naturalmente anche questo poi divenne a modo loro.
 
Da tempo ero abituato ad avere una sorta di doppia vita. A mia moglie però lasciavo intuire solo del gioco, del resto quando tornavo a casa all’alba con i vestiti impregnati di fumo - io non sono un fumatore - non era facile inventare scuse credibili. Lei però mangiava la foglia, visto che sembrava più un passatempo che un vizio cronico, non faceva troppe domande e io preferivo che pensasse a me come un giocatore d’azzardo più che un marito fedifrago.

Gestire quella situazione dal punto di vista familiare di conseguenza non fu difficile: era prassi che mi assentassi intere notti o più giorni per viaggi, con Rosy che non rompeva mai le palle. Dal punto di vista emotivo però fu diverso. Non si trattava infatti di semplici scappatelle, ma di qualcosa di più complesso che riguardava persone in qualche modo vicine alla nostra famiglia.

Rosy infatti era un membro attivo della parrocchia, mai però avrebbe pensato di aver commesso un grave errore quando, nel confessionale, ha parlato a padre Alvaro dei suoi sensi di colpa per la vicenda della truffa. Il prete gli disse che se voleva poteva chiedere un colloquio con padre Ivo e lei così fece, sfogandosi e piangendo senza dirmi nulla, del resto la confessione è segreta, ma non in questo caso.

Per questioni di tempo e per arrivare più celermente possibile al vero succo di questa storia, farò solo un rapido cenno a tutta una serie di situazioni che però sono necessarie da citare per capire bene cosa è successo. Torniamo allora a quel ragazzino da andare a visionare.

Partimmo in auto di buon mattino io e padre Alvaro, che del prete aveva solo il collare visto che sembrava un vecchio picchiatore ora con la pancia. Il viaggio fu piacevole, lui di calcio ne sapeva più di me anche per quanto riguarda i vari meandri. Ci fermammo a pranzo e complice un paio di bicchieri di buon vino e la sua buona compagnia, tornati in auto mi sbottonai raccontandogli molti retroscena e nefandezze che avevo sempre tenute segrete. Altro grave errore.

Questo ragazzino Mamadou - Mama per tutti - all’epoca aveva 15 anni e li dimostrava, anche se con i ragazzi africani spesso non si sa mai. Capelli rasati, fisico brevilineo ma già abbastanza strutturato e un bel sorriso che però non celava la sua timidezza. Veniva dalla Guinea e stava in un centro per migranti dove incantava per come giocava a calcio: velocità incredibile e ottima tecnica, scartava tutti e andava a fare gol.

Parlammo con il responsabile del centro e ci disse anche che era un ragazzo molto educato, timido e che si impegnava anche nel cercare di apprendere l’italiano e nelle attività scolastiche. Io avendo giocato in Francia il francese lo mastico e, parlandoci, ho avuto la stessa ottima impressione.

Al centro era insieme al fratello Ibrahima - Ibra - che di anni invece ne aveva 19, a loro detta altri parenti non ne avevano e la loro storia è abbastanza triste. Ibra nonostante anche lui fosse giovane già aveva completamente sviluppato il fisico. Credetemi, raramente ho visto un ragazzo di colore così bello, ma proprio bello.

Abbastanza alto credo oltre il metro e ottanta, dal punto di vista fisico è una statua, con quei muscoli che si vede non sono frutto di punture oppure di lunghe sessioni in palestra ma solo merito del Creatore. Con delle treccine portate all’indietro, i lineamenti del viso sono altrettanto belli, anche lui poi ha uno splendido sorriso e di carattere è più allegro ed espansivo mantenendo sempre una grande educazione.

Mentre tornavamo a casa padre Alvaro con grande disinvoltura mi disse qual era il loro “piano” iniziale: avevano agganci in altri centri, dove belle ragazze immigrate erano disposte a offrirsi se pagate o meglio ancora se con la prospettiva di trovare un lavoro normale. Quei maiali così praticamente selezionandole - di Santi in paradiso ne avevano tanti - le volevano portare nella struttura, incassando anche la diaria spettante per ogni migrante.

Un modo questo per allargare il loro giro, ma quel ragazzino poteva far cambiare i loro piani: si poteva infatti portarlo da noi, farlo giocare con la nostra squadra e magari poi guadagnarci bene anche con la sua procura, e qui entravo in gioco io che stavo studiando anche a riguardo. Di certo sarebbe dovuto venire anche il fratello, però a quel punto si creavano delle difficoltà nel mischiare uomini e donne.

Padre Ivo però non ebbe dubbi dopo il nostro resoconto: prendiamo il ragazzo che le troie al momento non ci mancano. Il tempo di sbrigare le formalità e i due fratelli furono ben felici di arrivare in parrocchia: Mama entusiasta di poter giocare veramente a calcio, Ibra invece lo avviarono ai piccoli lavoretti che di certo mancavano.

Quando arrivò l’ufficialità del loro arrivo, padre Ivo volle festeggiare tirando fuori una grappa d’annata e mi “costrinse” a buttare giù due bicchierini. Tornato a casa i bambini erano dai nonni, salutai Rosy e come passai vicino la nostra camera la vidi che si stava mettendo il pigiama: come in un raptus la cinsi da dietro, iniziandole poi a baciare il collo mentre con le mani la palpavo.

Lei fu sorpresa da quell’atto ma per nulla infastidita, anzi. Con la mano cercava la mia patta, io ero già duro e con una spinta la buttai sul letto, tirai giù le mutandine e iniziai a leccarle da dietro la sua fica pelosa. Lei gemeva così la penetrai di colpo e, come la strada fu ben predisposta, iniziai a scoparla furiosamente fino a venirle sulle chiappe.

Non mi fregava che lei non fosse venuta, ma anche mia moglie era tutta felice di quella scopata così veemente dopo tutto quel tempo. La sera tutta felice venne ad allungarsi sul divano mentre vedevo una partita, stette lì anche se di calcio non capisce molto fino a che non prese sonno. Di certo era ancora altissimo il suo senso di colpa e io, anche continuando a nasconderle cose, ci tenevo che fosse più tranquilla.

Prima che arrivassero i due ragazzi, padre Ivo come vi avevo detto volle farmi partecipare a una delle loro festicciole. Prima però disse che aveva un altro regalo per me. Mi fece andare così in un appartamento fuori città “suona a questo citofono a quest’ora, poi sali al terzo piano e bussa alla porta tutta a destra”.

Incuriosito così feci e, quando bussai alla porta, mi venne ad aprire una ragazza italiana molto giovane, mora e con dei grandi occhiali da vista, il fisico invece celato da una tuta sportiva sembrava interessante. Lei non diceva una parola, sul divano vidi uno zaino di scuola e così le chiesi quanti anni avesse. “Ne ho 18” fece lei non molto intimidita, io le chiesi allora se potevo vedere un documento.

Lei rise e mi fece vedere la sua carta d’identità: era vero, aveva compiuto 18 anni da qualche mese. “Che scuola fai” le dissi, “ultimo anno del linguistico” rispose, allora io “allora vieni qui e fammi vedere come usi la tua lingua sul mio cazzo”. Lei rise e inginocchiandosi mi tirò giù pantaloni e mutande, iniziando un bel pompino profondo.

“Che vuoi fare finite le superiori” le chiesi mentre mi stava leccando per bene l’asta, lei allora menandomelo lentamente con la mano mi disse che la sua passione è la danza e che non sapeva avesse fatto. “A succhiare il cazzo sei brava, potresti avere un futuro, ora vediamo come scopi”. La spogliai: il seno piccolo e sodo era molto eccitante, anche il culetto tondo, la fica pelosa però era un po’ maleodorante.

La masturbai allora con le dita e lei era abbastanza bagnata. Eravamo nel piccolo soggiorno di quella casa, così la misi a gambe aperte sul tavolino e, messo il preservativo, la penetrai senza troppa fatica. Scopare la sua fica era bellissimo, al pari di tastare quelle tette così sode. Le misi le gambe sulle mie spalle e iniziai ad andare forte, lei gradiva e godeva e dopo qualche minuto tolsi il preservativo e le venni in faccia, sporcandole tutti gli occhiali.

Lei come da me intimato mi ripulì per bene il cazzo, poi senza passare per il bagno mi tirai su mutande e pantaloni e me ne andai. Per le scale pensai “cazzo anche questa volta ho dimenticato di incularla”, ma forse qualcuno di voi si sarà domandato: perché mi hanno mandato in quell’appartamento e non in uno dei locali della parrocchia come in precedenza?

La risposta la scoprii qualche tempo dopo: così potevano riprendermi che scopavo una giovane ragazza in un luogo esterno alla parrocchia, un modo per potermi ricattare all’occorrenza. Erano dei figli del demonio, non del Signore.
 
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