Esperienza reale Le mie giovani esperienze

Jason9x

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Ciao a tutti,
sono Jason e ho 27 anni, bazzico spesso e volentieri su questo sito già da qualche anno, ma mai ho pensato di raccontare qualcosa come nell'ultimo periodo e finalmente eccomi qua, il freddo e la poca voglia di vivere mi ha trovato il tempo di dedicarmi alla scrittura.

Da circa due anni mi sono trasferito per necessità lavorative in una città del nord Italia, essendo la prima esperienza ho subito molto il cambiamento, non ero abituato alla totale libertà che ti può donare il fatto di vivere da soli, agli orari inesistenti e al viavai, diciamo che più ci penso e più mi pento di non averlo fatto prima.

Vengo da una relazione finita male, la rottura era nell'aria già da mesi e la svolta ci fu proprio qualche settimana prima del trasferimento, diciamo che mi sono sentito trasportato da una serie di eventi che mi hanno portato ad essere single, pieno di energie e totalmente libero in poco tempo, quasi senza accorgermene.

Dopo le prime settimane di ambientamento ho iniziato a pensare a me stesso, il nuoto era diventato una solida routine, utile sia fisicamente che mentalmente, come ben sapete lo stress lavorativo è una brutta bestia, ma questo non bastava, la necessità di fare altri tipi di attività è ritornata e cosa può esserci meglio di Tinder? Nulla, e a distanza di mesi penso che nessuna scelta sia stata più azzeccata.

Nell'ultimi due anni ho conosciuto molte persone e vissuto situazioni totalmente nuove, sia dal lato emotivo, sia da quello sessuale, che vorrei condividere con voi, entrando nei dettagli quando il racconto lo permette.


Spero che l'introduzione vi sia piaciuta, presto pubblicherò la prima esperienza!
 
From Africa with love #1

Una calda sera di Novembre, ero appena uscito dal centro sportivo, quando una notifica mi accese il telefono nella tasca della tuta.
Una ragazza catturò la mia attenzione, capelli castani, di media altezza e con un sorriso stampato in viso.
Parlammo del più e del meno per giorni, giusto il tempo di conoscerci meglio. Si scoprì una ragazza acqua e sapone, non di origine italiana ma completamente inserita nel nostro paese, aveva hobbies diversi dai miei ma parlarci risultò davvero piacevole.

Essendo sempre stato una persona molto diretta le feci capire che conoscere una persona tramite cellulare è una cosa che ho sempre cercato di evitare, soprattutto se la distanza non era un problema.
Il giorno successivo sapevo di trovarla a casa e dopo lavoro decisi di farle una sorpresa, presentandomi sotto casa sua.

L'incontro non cambiò l'idea che mi ero fatto, su quel marciapiede il tempo e le parole passarono veloci. Si capì subito che c'era sintonia, sintonia accompagnata da un minimo di timore, timore di rovinare tutto con un semplice gesto.
Il mio sguardo la studiava, dalle mani al seno, dagli occhi alla bocca, dove si fermò per singolari secondi, sperando sospettasse della mia intenzione.
La conferma non si fece attendere quando la mia bocca si appoggiò sulla sua, senza la minima opposizione, come se stesse aspettando solo quello.

Le mie dita fra i suoi lunghi capelli, le nostre lingue a cercarsi costantemente, i nostri denti accennando morsi, mentre le nostre mani ci fecero capire quello che volevamo davvero, quello che lei non aveva ricevuto da troppo tempo.

Tornai a casa, la doccia mi aiutò a calmare l'euforia del momento fino a quando non sentii la vibrazione del telefono.
Era lei. "Vediamoci domani sera.", mi scrisse.

Andai a letto sereno ma eccitato come non lo ero da tempo.
 
From Africa with love #1

Una calda sera di Novembre, ero appena uscito dal centro sportivo, quando una notifica mi accese il telefono nella tasca della tuta.
Una ragazza catturò la mia attenzione, capelli castani, di media altezza e con un sorriso stampato in viso.
Parlammo del più e del meno per giorni, giusto il tempo di conoscerci meglio. Si scoprì una ragazza acqua e sapone, non di origine italiana ma completamente inserita nel nostro paese, aveva hobbies diversi dai miei ma parlarci risultò davvero piacevole.

Essendo sempre stato una persona molto diretta le feci capire che conoscere una persona tramite cellulare è una cosa che ho sempre cercato di evitare, soprattutto se la distanza non era un problema.
Il giorno successivo sapevo di trovarla a casa e dopo lavoro decisi di farle una sorpresa, presentandomi sotto casa sua.

L'incontro non cambiò l'idea che mi ero fatto, su quel marciapiede il tempo e le parole passarono veloci. Si capì subito che c'era sintonia, sintonia accompagnata da un minimo di timore, timore di rovinare tutto con un semplice gesto.
Il mio sguardo la studiava, dalle mani al seno, dagli occhi alla bocca, dove si fermò per singolari secondi, sperando sospettasse della mia intenzione.
La conferma non si fece attendere quando la mia bocca si appoggiò sulla sua, senza la minima opposizione, come se stesse aspettando solo quello.

Le mie dita fra i suoi lunghi capelli, le nostre lingue a cercarsi costantemente, i nostri denti accennando morsi, mentre le nostre mani ci fecero capire quello che volevamo davvero, quello che lei non aveva ricevuto da troppo tempo.

Tornai a casa, la doccia mi aiutò a calmare l'euforia del momento fino a quando non sentii la vibrazione del telefono.
Era lei. "Vediamoci domani sera.", mi scrisse.

Andai a letto sereno ma eccitato come non lo ero da tempo.
Bello, mi fai rivivere alcune esperienze passate.
Continua!
 
From Africa with love #2

La sveglia del giorno dopo fu meno drammatica del solito, a lavoro non ci furono grosse novità e la giornata lavorativa passò magicamente in fretta.

Andai a prenderla verso le 21:00, felicemente sorpreso della puntualità la ringraziai con un bacio sulla guancia.
Una sigaretta ci preparò a quello che sarebbe stato un viaggio senza meta.

Durante il tragitto si parlò di quotidianità, di cose ordinarie, per aggiungere contorno a quella che sarebbe stata una serata ormai scritta, o almeno cosi pensavo.
Passarono circa 40 minuti prima di decidersi dove parcheggiare e il parcheggio di un centro commerciale ormai chiuso sembrava la scelta migliore.

L'attesa di una giornata finalmente terminò, era mia, eravamo soli, lontano da tutti e da tutto.
Tempo qualche secondo e me la ritrovai addosso, la sua foga nei baci fece svegliare immediatamente qualcosa dentro me, nello specifico dentro gli slip.
Mi desiderava. Voleva me, voleva lasciarsi andare.

La luce penetrò dai finestrini appannati, mostrandomi quella seconda di seno che tanto avevo sognato.
La mia lingua ci si fiondò sopra, con movimenti lenti e circolari, dall'areola al capezzolo turgido. La sentivo gemere. Impazziva. Il mio indice si fece spazio tra la sua bocca. Lo succhiava con foga. Non si aspettava lo usassi per massaggiarle il capezzolo rimasto solo, quello escluso dalla mia lingua.
Il modo in cui mi leccava l'indice mi fece capire quello che stava arrivando. Sentivo la sua mano scendere e in pochi secondi aveva già il mio cazzo duro tra le mani, iniziando una timida sega, un movimento rilassato, quasi compiaciuto.

Capì che era arrivato il momento, quello che più desideravo, quello di sentire la sua lingua sulla mia cappella ormai umida.
Aprì le labbra e lentamente fece entrare metà del cazzo nella sua bocca calda, iniziando un pompino carico, voglioso di trasmettermi la voglia che aveva dentro.
La sua testa si mosse velocemente, su e giù, con un ritmo regolare, degno di chi sapeva come fare.

Passarono minuti che sembravano ore, le feci capire che non era ancora finita. La fissai. Mi fissò.
Con una semplice frase le feci capire quello che sarebbe arrivato: "Andiamo a casa mia?", le dissi, inconsapevole che quella sera fu la nostra prima esperienza, sotto due punti di vista completamente diversi.

La sua risposta tardò ad arrivare e presto capì il perchè.


Ci vediamo nel prossimo anno, tanti auguri a tutti! ;)
 
From Africa with love #2

La sveglia del giorno dopo fu meno drammatica del solito, a lavoro non ci furono grosse novità e la giornata lavorativa passò magicamente in fretta.

Andai a prenderla verso le 21:00, felicemente sorpreso della puntualità la ringraziai con un bacio sulla guancia.
Una sigaretta ci preparò a quello che sarebbe stato un viaggio senza meta.

Durante il tragitto si parlò di quotidianità, di cose ordinarie, per aggiungere contorno a quella che sarebbe stata una serata ormai scritta, o almeno cosi pensavo.
Passarono circa 40 minuti prima di decidersi dove parcheggiare e il parcheggio di un centro commerciale ormai chiuso sembrava la scelta migliore.

L'attesa di una giornata finalmente terminò, era mia, eravamo soli, lontano da tutti e da tutto.
Tempo qualche secondo e me la ritrovai addosso, la sua foga nei baci fece svegliare immediatamente qualcosa dentro me, nello specifico dentro gli slip.
Mi desiderava. Voleva me, voleva lasciarsi andare.

La luce penetrò dai finestrini appannati, mostrandomi quella seconda di seno che tanto avevo sognato.
La mia lingua ci si fiondò sopra, con movimenti lenti e circolari, dall'areola al capezzolo turgido. La sentivo gemere. Impazziva. Il mio indice si fece spazio tra la sua bocca. Lo succhiava con foga. Non si aspettava lo usassi per massaggiarle il capezzolo rimasto solo, quello escluso dalla mia lingua.
Il modo in cui mi leccava l'indice mi fece capire quello che stava arrivando. Sentivo la sua mano scendere e in pochi secondi aveva già il mio cazzo duro tra le mani, iniziando una timida sega, un movimento rilassato, quasi compiaciuto.

Capì che era arrivato il momento, quello che più desideravo, quello di sentire la sua lingua sulla mia cappella ormai umida.
Aprì le labbra e lentamente fece entrare metà del cazzo nella sua bocca calda, iniziando un pompino carico, voglioso di trasmettermi la voglia che aveva dentro.
La sua testa si mosse velocemente, su e giù, con un ritmo regolare, degno di chi sapeva come fare.

Passarono minuti che sembravano ore, le feci capire che non era ancora finita. La fissai. Mi fissò.
Con una semplice frase le feci capire quello che sarebbe arrivato: "Andiamo a casa mia?", le dissi, inconsapevole che quella sera fu la nostra prima esperienza, sotto due punti di vista completamente diversi.

La sua risposta tardò ad arrivare e presto capì il perchè.


Ci vediamo nel prossimo anno, tanti auguri a tutti! ;)
Ci lasci sulle spine, adesso sono curiosissimo.
Comunque ottimo stile di scrittura.
 
From Africa with love #3

Mi guardò negli occhi e mi disse "Sono vergine, ma voglio farlo, sono pronta".
Accesi la macchina. Tempo 15 minuti e ci trovammo in appartamento.
Ripresi da dove avevamo lasciato, ma questa volta eravamo nudi, completamente abbandonati all'altro.

La mia lingua iniziò a darle piacere nello stesso momento in cui la sua mano iniziò a darlo a me.
Con movimenti lenti e decisi i suoi capezzoli tornarono duri in pochi secondi, facendomi dimenticare di averli visti normali.

Arrivò il momento di andare oltre, dove prima non era arrivato. Se ne accorse quando notò che mi stava succhiando due dita, pronte per massaggiare quella che sarebbe stata la protagonista della serata.
La mia lingua raggiunse pian piano le dita, trovando la sua figa ormai umida, quasi da ritenere la mia saliva inutile.
Stava impazzendo. Non di certo abituata a questo tipo di cose.
Un piccolo gemito la percorse. La mia lingua passò sul suo clitoride.

Le mie lunghe dita ormai si stavano facendo strada da qualche minuto, liberando umori sulle labbra, facendole provare sensazioni nuove e un pizzico di dolore.

"Prendo il preservativo".

Mi guardò. "Fai piano, ok?".

Appoggiai la cappella sulle labbra bagnate, uno sputo abbondante e pian piano provai a penetrarla.
Smorfie di dolore non ci fermarono. Dentro e fuori. Lei sotto. Io sopra.

"Ti faccio male?"
"Un pò, ma continua, ti prego.."

Continuammo così per tanto, il ritmo regolare mi aiutò a non venire subito e lei sembrò non averne ancora abbastanza.

La girai. Aveva già capito cosa fare.
Mi si presentò sopra, prese il mio cazzo in mano e con impegno se lo puntò sulla figa.

Le piaceva. Non aveva mai provato la sensazione di dettare le regole del gioco, il ritmo svelava il suo stato di estasi.

Aumentò il ritmo. Vederla gemere non fu d'aiuto e in pochi minuti arrivò.
"Scendi scendi!"
La girai con foga. Mi misi sopra di lei.
"Sto venendo, cazzo". Fiocchi di sborra calda le ricoprirono le tette.


Quella sera fu la prima volta per entrambi, ma la mia prima volta in questa nuova vita non fu nulla in confronto alla sua prima scopata.
 
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