Salve a tutti, grazie ad alcuni utenti del forum mi è tornata la voglia di riscrivere e condividere con voi alcune esperienze particolarmente piccanti che hanno lasciato il segno nella mia vita.
Premetto che questo racconto l'avevo già narrato, ma in maniera molto più sintetica e con meno particolari, ma grazie a @timassaggio ho trovato molto più gusto nel riscriverlo arricchendolo e romanzandolo per renderlo molto più piacevole.
Di base la storia è la stessa ed è un'esperienza realmente accaduta seppur con qualche aggiunta.
Buona lettura!
Agosto 2001, la scuola è ormai finita da un pezzo e per racimolare qualche extra per l'università accettai di buon grado per il secondo anno consecutivo, un lavoro come receptionist presso un villaggio in Calabria, sito sulla costa tirrenica.
Le leggende delle scopate selvagge nei villaggi al momento erano rimaste tali, in quanto già il primo anno non avevo battuto chiodo e la speranza di poterlo fare in questa stagione era pressochè vana.
La poca stima di me stesso ne era la causa principiale, nonostante gli anni passati in palestra non ero mai contento del mio fisico, a causa del sovrappeso, o probabilmente era la mia idea di fisico piacente che non collimava con il mio essere, ne ero consapevole, ma allo stesso tempo non potevo farci nulla, così come adesso a distanza di 25 anni sono consapevole di aver perso svariate occasioni per non aver colto determinati segnali che mi venivano lanciati a dispetto del mio aspetto fisico.
Già da giugno il numero di villeggianti era decisamente alto ed in costante aumento, ma fu ad agosto che i clienti iniziarono ad arrivare a flotte, la meta era ambita, la costa e le spiagge stupende così come il mare, limpido e cristallino, anche se l'alto numero di presenze in quel mese, rendeva il tutto molto meno attraente.
Il villaggio si presentava con un ampio parco verde che portava al polo centrale nel quale veniva effettuato il check-in sia per gli ospiti che prendevano in affitto i bungalow, sia per coloro che volevano usufruire di un comodo e confortevole albergo con le camere ai rispettivi 4 piani che si ergevano sopra la reception.
Le giornate erano così piene che i giorni volarono e superata la bolgia di ferragosto, la calca iniziava a scemare per ritornare verso una forma di pseudo normalità con ritmi molto più “tranquilli”.
Mi si presentò al desk una donna, “strana”, perché aveva il viso di una persona vissuta, segnato da diverse rughe, ma il corpo di una trentenne, vestita con una minigonna di tessuto leggero quasi svolazzante ed una t-shirt indossata senza reggiseno visto che i capezzoli premevano con prepotenza diventando 2 punti quasi ipnotici... rimasi basito per qualche attimo, ma poi dovetti destarmi e proseguire nel mio lavoro; completato il check-in le diedi la chiave della camera al relativo piano, indicai la via per l'ascensore, ma prontamente mi rispose che preferiva le scale, visto che la camera era soltanto al secondo piano, e nel mentre mi lanciò uno sguardo per me indecifrabile, abbozzando un sorriso velato.
Non so bene cosa mi successe in quell'istante, ma dentro di me scattò qualcosa. Mi alzai subito dalla sedia e con fare gentile mi avvicinai a lei e l'accompagnai verso le scale aprendole la porte che davano l'accesso ai piani, cercando di scrutare cosa si celasse sotto la minigonna mentre si appropinquava a salire i primi gradini; probabilmente se ne accorse, ma fece finta di nulla, chiusi la porta e tornai al mio posto di lavoro.
Rimasi per tutto il giorno con quella figura stampata in testa, con la sua immagine che scorreva davanti ai miei occhi come una diapositiva e fu così anche la notte tanto che iniziai una lenta sega che culminò in un paio di schizzi lunghi e potenti, alimentati dalle fantasie che la mia mente aveva elaborato al solo pensiero e desiderio di poter possedere quel corpo così tonico e bello, la cui età realmente era soltanto un numero scritto sul documento, ma nient'affatto corrispondente a ciò che i miei occhi avevano appena visto.
I primi 3 giorni dal suo arrivo trascorsero tranquilli, senza particolari avvenimenti, fatta eccezione per il continuo mormorio accompagnato da commenti relativamente spinti in riferimento alla “vecchia in minigonna” eh si perché Francesca, così si chiamava indossava perennemente gonne molto corte, dalla mattina quando scendeva per la prima colazione alla sera quando rientrava accompagnata da qualche amico, in quanto è vero che alloggiasse sola, e che avesse un accento tipicamente Lombardo, ma aveva origini calabresi ed era scesa in vacanza per trovare dei vecchi amici.
Ad ogni suo passaggio i miei occhi si incollavano sul suo corpo come 2 magneti, aveva delle gambe perfettamente dritte e calzava sempre delle scarpe con un po' di tacco, per aumentare l'altezza visto che era circa 1,60m e soprattutto le slanciavano le gambe e le alzavano il culetto che appariva bello tondo e sodo fasciato nelle minigonne.
Probabilmente Francesca si accorse di come la guardavo, mi rendo conto di farlo tuttora, è una reazione quasi inconsapevole, che prontamente ritorna consapevole quando vengo reguardito da mia moglie.
Fu così che una sera, poco dopo le 20 squillò il centralino, risposi ed era Francesca che chiedeva se potesse salire qualcuno in camera sua a sistemare il telecomando della televisione. Il tempo di mettere giù la cornetta ed ero già dall'altra parte del desk, con 2 pile in mano, pronto a risolvere la situazione. Un'occasione così non me la sarei fatta assolutamente sfuggire. Salgo di corsa per le scale e arrivo davanti alla porta della sua camera che era semi aperta; in quel momento mi si gelò il sangue, i battiti aumentarono, iniziai un po' a sudare e contemporaneamente a sentire un leggero movimento nelle parti basse. Mi trovai Francesca chinata in avanti e data la minigonna, mi ero pietrificato ammirandole il culo che era realmente bello tondo e sodo come avevo immaginato diviso da un sottilissimo filo che in teoria sarebbe dovuto essere un perizoma. Uno spettacolo al quale mai avrei immaginato di assistere.
Eehmm, mi schiarii la voce palesando la mia presenza, lei di rialzò e mi accolse senza scomporsi più di tanto, controllai il telecomando, e a stento riuscii a cambiare le batterie, ero agitato, mi tremavano le gambe e soprattutto le mani dall'eccitazione, una volta sistemato salutai e tornai giù con la gola secca e bocca impastata.
Quella visione fu un pensiero costante per tutta la serata, un tarlo che si stava insinuando continuamente nella mia testa ed una volta rosicchiato quel poco di buon senso rimasto, mi fece azzardare una mossa per me inaspettata.
Avevo capito che non sarebbe uscita, erano passate le 23 e giù la situazione era decisamente tranquilla. Tra me e me pensai, faccio la cazzata? E se poi succede un casino, che figura ci fai? Mi sentivo come in un cartone animato dove a destra c'era l'angioletto che mi diceva di stare bello tranquillo ed a sinistra il diavoletto che mi spronava ad alzare la cornetta del centralino e comporre il numero della sua camera. Finii per dare ascolto al diavoletto, alzai la cornetta e composi il 225... primo squillo, nessuna risposta, i battiti del mio cuore erano talmente accelerati che sembrano il suono di un motore da Formula 1, secondo squillo, nessuna risposta; terzo squillo, nessuna risposta, stavo già palesando l'idea di mettere giù ed evitare il disastro, ma esitai, e fu proprio in quell'attimo di esitazione che rispose: pronto?
Signorina Francesca, sono Davide della reception... furono le uniche parole che riuscii a dire con voce tremula e balbettando leggermente tant'era l'agitazione.
Dimmi, è successo qualcosa? Rispose con un tono che non mi sembrò realmente di una persona preoccupata, ma quasi di chi una chiamata in fin dei conti la stesse aspettando.
Ero curioso di sapere se con il televisore fosse tutto apposto, eee.. visto che non sta ancora dormendo, mi chiedevo se le andasse di bere qualcosa... per un attimo il silenzio, strizzai gli occhi come in attesa di chi sta per ricevere un sonoro rimprovero quando all'improvviso mi rispose: Sisi grazie, la tv adesso funziona, grazie... ed in riferimento alla mia richiesta dopo un attimo di pausa continuò:
Non saprei, ma adesso? Sinceramente non mi va di scendere a quest'ora, stavo quasi per andare a letto...
Ah ok, ma nel caso (con voce ancora più traballante) le andrebbe se salissi io?
Ecco, ho fatto la cazzata pensai tra me e me apostrofandomi con i peggiori insulti, ma nel mentre mi rispose: Ok dai, ma dammi 5 minuti, il tempo di mettermi qualcosa addosso.
Perfetto a tra poco. Risposi con un po' più di coraggio e mi diressi di volata in cantina a prendere una bottiglia di prosecco e 2 flutes. Cercai di salire le scale in maniera furtiva per non essere sgamato, mentre il cuore aveva iniziato a ritmarsi con dei tonfi al posto della tachicardia, alternandosi a battiti aritmici. Eccomi di fronte la porta della stanza 225, esitai un attimo prima di bussare per fare qualche profondo respiro, e mi diedi un pizzicotto sul braccio per capire se tutto ciò fosse reale o meno. Un leggero “toc toc” per non fare troppo rumore e mi aprì la porta accogliendomi con un babydoll in pizzo nero, cortissimo che lasciava poco spazio alla fantasia, ma soprattutto in bella vista il culo vestito da un perizoma g-string abbinato, con un balzo felino saltò sul letto e si coprì con il lenzuolo. Mi chiusi la porta alle spalle e iniziai a vivere una situazione surreale.
Mi avvicinai al letto, sedendomi sulla poltroncina accanto a lei e stappai la bottiglia.
Allora, come mai questa idea? Mi chiese con sguardo ammiccante mentre versavo il prosecco nei flutes.
Ho pensato che le sarebbe piaciuto fare 4 chiacchiere; risposi con la mia solita ed impacciata timidezza, ma facendo il gesto di brindare provocando il classico “tin” del contatto tra bicchieri di vetro.
I miei sentimenti erano contrastanti, avevo una paura fottuta di fare una gran figura di merda, ma un desiderio inaudito di poter finalmente possedere una donna, di fare sesso!
Ma non ti sembra ora di darmi del tu? O ti sembro così vecchia? Incalzò quasi stizzita.
Hai ragione, anzi se proprio vuoi saperlo credo che l'età per te sia soltanto un numero, hai un corpo che alcune mie coetanee possono solo sognare...
Ma lo sai che potrei essere tua madre? Booom A quella affermazione mi si fermò il cuore, pensai che con quella frase volesse stroncare sul nascere ogni possibile approccio e mi giocai il tutto per tutto
Si, ma tanto non lo sei, e nel dirlo mi avvicinai a lei baciandole il collo. Nonostante la mia verginità sono sempre stato un amante del sesso e delle donne e non perdevo occasione per informarmi su zone erogene, punti di piacere, punto G e tutto ciò che potesse dare piacere alla donna, così che all'atto pratico, avendo fatto bene i compiti non avrei fatto la figura del fessacchiotto, anche se la mia inesperienza mi avrebbe tradito qualche istante più tardi.
Quel gesto diede inizio alle danze, solo oggi, ricordando gli avvenimenti, mi rendo conto che non fui io ad andare da lei, ma fu lei ad attirarmi come il pifferaio magico.
Inutile dire che di prosecco ne fu bevuto solo un sorso, posati i bicchieri sul comodino iniziai lentamente ad esplorare il suo corpo, il suo magnifico corpo.
I seni erano ben proporzionati, morbidi e setosi anche se leggermente calanti, con i capezzoli che non appena stimolati si inturgidirono diventando quasi il doppio. Mi concentrai li baciandoli con alternanza e mordicchiandoli, nel frattempo la sua mano si insinuò tra le mie gambe in cerca del mio cazzo che già da un pezzo spingeva con forza contro i jeans quasi a volerli bucare per trovare un po' di sollievo.
Continuai a scendere accarezzandole il ventre e le cosce, toniche e dalla pelle liscia come una pesca, era chiaro si prendesse molta cura del suo corpo.
Arrivato al paradiso le sfilai delicatamente il perizoma e lei facilitò la manovra inarcando la schiena ed alzando il bacino, e finalmente decise di liberarmi il cazzo da pantaloni e slip che stava letteralmente esplodendo e pur non avendo misure da superdotato ho scoperto avere sempre erezioni DDC (secondo la scala di durezza del cazzo, appresa di recente da un caro amico). Ed ecco che la voglia di infilarlo e l'inesperienza nel prediligere i preliminari, mi tirarono un brutto scherzo, in quanto non mi azzardai e sinceramente nemmeno ci pensai ad affondare la faccia tra le sue gambe che teneva aperte pronte per me, con la figa già grondante di umori e totalmente depilata, di conseguenza lei non me lo prese in bocca, mi limitai soltanto a toccarla un po' infilandole prima un dito simulando la penetrazione e poi anche il secondo, ma più che le dita, il mio obbiettivo era di infilarci il pisello, per cui mi staccai da lei e tirai fuori un preservativo che tenevo nel portafogli come tutti i miei coetanei, più che altro per vantarmi di averlo, ma consapevole che sarebbe scaduto come tutti gli altri presi in precedenza, lo aprii evitando di pizzicarlo ed appoggiandolo sulla cappella, lo srotolai fino alla base. Lei era pronta, mugolava ed ansimava in maniera quasi ipnotica, credo mi desiderasse in maniera direttamente proporzionale a quanto desiderassi lei e nel mentre si toccava in sapientemente stimolandosi il clitoride.
Fu così che puntai il cazzo verso la sua figa e in un attimo fui dentro fino in fondo, era così bagnata che non oppose la minima resistenza nonostante abbia una discreta circonferenza, iniziando un lento movimento su e giù.
In quello stesso istante dentro di me ci fu un'esplosione di sensazioni, di stimoli, di percezioni anche olfattive che non avevo mai provato prima, e che scoprii in un secondo momento essere l'essenza del sesso!
Siiiiii che bel cazzo duro che hai, continua, continua cosiiiiiiì...
Era una sensazione fantastica, nonostante il preservativo riuscivo a percepire il suo calore, la cappella che sfregava contro le pareti della sua vagina, sentivo sul mio pube una sensazione di umido dovuta alla fuoriuscita dei suoi umori.
Continuavo con quel movimento quasi come un automa, cercando di uscire quasi fino alla cappella e rientrare giù tutto fino alla base del pene, ma ad un certo punto mi fermò, ebbi la sensazione che le sua gambe stavano tremando e mi disse:
Fermati un attimo... cambiamo posizione
Non appena lo sfilai mi resi conto che la sua figa brillava, illuminata dalla sola luce delle abatjours e portandosi nuovamente la mano al suo sesso e si toccò e mi disse:
Guarda cosa mi hai fatto fare... ma purtroppo non capivo a cosa si riferisse, vedevo il tutto molto umido, anzi forse un po' troppo umido... ancora oggi non so se venne solo in maniera molto bagnata oppure squirtò, perché non ricordo chiazze sul lenzuolo e comunque non ero particolarmente bagnato.
Si girò a pecora e mi diede il via per ricominciare....
Ooooh siii che spettacolo!, furono le mie uniche parole da quando ebbe inizio l'amplesso, nel vedere quel culo così perfettamente tondo e tonico davanti ai miei occhi e la sua figa così ben fatta e soprattutto ben proporzionata, non slabbrata come quelle che spesso mi capitava di vedere nei porno che, paragonati ad oggi, si può dire fossero i “tutorial” del sesso. La infilai nuovamente, questa volta da dietro e nuovamente quelle esplosioni si impossessarono dei miei sensi, sensazioni che capii mi davano quasi assuefazione; ripresi a penetrarla, dapprima lentamente fino a prendere poi un ritmo deciso aggrappandomi ai suoi fianchi; il movimento si fece così intenso da spostare leggermente la rete che scivolando sulle piastrelle lisce, si allontanò dalla testiera del letto provocando dei colpi cupi... stavamo iniziando a fare un po' troppo rumore, ma ormai la testa di sopra non si preoccupava più delle possibili conseguenze, le sensazioni che arrivavano al mio cervello erano inebrianti, stupefacenti nel vero senso della parola.
L'aria nella stanza era satura del suo profumo e soprattutto era satura di sesso, il profumo del sesso mandò in tilt tutti i recettori del cervello.
Mentre ero concentrato a percepire ogni singola sensazione, vibrazione, stimolazione che mi arrivava dal connubio dei nostri corpi, mi interruppe nuovamente, con voce strozzata da quello che successivamente capii essere un orgasmo.
Mi sfilai e con mio grande stupore e paura, mi accorsi che il preservativo era rotto...
Glielo dissi, ma non si scompose più di tanto, le sue uniche parole furono:
Non sei venuto, non preoccuparti, e guardando l'orologio incalzò: Caspita se è tardi... domani devo alzarmi ad un quarto alle 8 e ho bisogno di dormire, ora vai, tanto ci vediamo in questi giorni...
Mi stampò un bacio sulle labbra, mi diede una pacca sul culo mentre mi alzai per rivestirmi. Mi infilai di volata i pantaloni senza nemmeno gli slip, la t-shirt e mi apprestai ad uscire. Mi voltai per salutarla e lei ricambiò mordendosi il labbro inferiore e facendomi l'occhiolino.
Avevo ancora il cazzo come un pezzo di marmo di Carrara, con l'elastico del preservativo a mo di anello alla base ed il resto a brandelli che penzolava dentro i pantaloni.
Tornai al desk sudato e tremante come una foglia, guardai l'orologio e mi accorsi che era trascorsa più di un'ora, un rapido sguardo al centralino per appurare che non ci fossero state chiamate e lentamente ripresi a respirare e a riprendere il controllo delle mie funzioni vitali.
Non credevo a quanto accaduto, finalmente avevo infilato il pisello in una passera, e che passera visto che consideravo Francesca una gran bella figa, ma purtroppo il tutto solo a metà perché l'amplesso non era completo, non ero ancora venuto! Il cazzo che per un attimo aveva perso tono rimanendo per lo più barzotto, al solo pensiero di ciò che era appena accaduto torno prepotente a spingere contro i jeans, ma stavolta lo sentii di più perché senza slip, mi dava anche fastidio visto che la cappella premeva sul tessuto crespo del jeans
Visto che era ormai tardi, consapevole che nessuno mi avrebbe disturbato, decisi di porre fine a quella “piacevole sofferenza” e mi recai in bagno dove iniziai una sega ripercorrendo istante per istante tutto ciò che era accaduto poco prima in quella camera. Finalmente l'orgasmo arrivò anche per me, con uno schizzo così lungo e potente da oltrepassare oltre al water impattando sulle piastrelle, il resto cercai di indirizzarlo nella tazza. Mi ripulii alla bell'e meglio e tornai al desk per completare il mio turno di notte, ora completamente soddisfatto, ma con un retrogusto amarognolo, consapevole e speranzoso che ci sarebbe stato un seguito.
Continua...
Premetto che questo racconto l'avevo già narrato, ma in maniera molto più sintetica e con meno particolari, ma grazie a @timassaggio ho trovato molto più gusto nel riscriverlo arricchendolo e romanzandolo per renderlo molto più piacevole.
Di base la storia è la stessa ed è un'esperienza realmente accaduta seppur con qualche aggiunta.
Buona lettura!
Prima parte: La stanza 225
Agosto 2001, la scuola è ormai finita da un pezzo e per racimolare qualche extra per l'università accettai di buon grado per il secondo anno consecutivo, un lavoro come receptionist presso un villaggio in Calabria, sito sulla costa tirrenica.
Le leggende delle scopate selvagge nei villaggi al momento erano rimaste tali, in quanto già il primo anno non avevo battuto chiodo e la speranza di poterlo fare in questa stagione era pressochè vana.
La poca stima di me stesso ne era la causa principiale, nonostante gli anni passati in palestra non ero mai contento del mio fisico, a causa del sovrappeso, o probabilmente era la mia idea di fisico piacente che non collimava con il mio essere, ne ero consapevole, ma allo stesso tempo non potevo farci nulla, così come adesso a distanza di 25 anni sono consapevole di aver perso svariate occasioni per non aver colto determinati segnali che mi venivano lanciati a dispetto del mio aspetto fisico.
Già da giugno il numero di villeggianti era decisamente alto ed in costante aumento, ma fu ad agosto che i clienti iniziarono ad arrivare a flotte, la meta era ambita, la costa e le spiagge stupende così come il mare, limpido e cristallino, anche se l'alto numero di presenze in quel mese, rendeva il tutto molto meno attraente.
Il villaggio si presentava con un ampio parco verde che portava al polo centrale nel quale veniva effettuato il check-in sia per gli ospiti che prendevano in affitto i bungalow, sia per coloro che volevano usufruire di un comodo e confortevole albergo con le camere ai rispettivi 4 piani che si ergevano sopra la reception.
Le giornate erano così piene che i giorni volarono e superata la bolgia di ferragosto, la calca iniziava a scemare per ritornare verso una forma di pseudo normalità con ritmi molto più “tranquilli”.
Mi si presentò al desk una donna, “strana”, perché aveva il viso di una persona vissuta, segnato da diverse rughe, ma il corpo di una trentenne, vestita con una minigonna di tessuto leggero quasi svolazzante ed una t-shirt indossata senza reggiseno visto che i capezzoli premevano con prepotenza diventando 2 punti quasi ipnotici... rimasi basito per qualche attimo, ma poi dovetti destarmi e proseguire nel mio lavoro; completato il check-in le diedi la chiave della camera al relativo piano, indicai la via per l'ascensore, ma prontamente mi rispose che preferiva le scale, visto che la camera era soltanto al secondo piano, e nel mentre mi lanciò uno sguardo per me indecifrabile, abbozzando un sorriso velato.
Non so bene cosa mi successe in quell'istante, ma dentro di me scattò qualcosa. Mi alzai subito dalla sedia e con fare gentile mi avvicinai a lei e l'accompagnai verso le scale aprendole la porte che davano l'accesso ai piani, cercando di scrutare cosa si celasse sotto la minigonna mentre si appropinquava a salire i primi gradini; probabilmente se ne accorse, ma fece finta di nulla, chiusi la porta e tornai al mio posto di lavoro.
Rimasi per tutto il giorno con quella figura stampata in testa, con la sua immagine che scorreva davanti ai miei occhi come una diapositiva e fu così anche la notte tanto che iniziai una lenta sega che culminò in un paio di schizzi lunghi e potenti, alimentati dalle fantasie che la mia mente aveva elaborato al solo pensiero e desiderio di poter possedere quel corpo così tonico e bello, la cui età realmente era soltanto un numero scritto sul documento, ma nient'affatto corrispondente a ciò che i miei occhi avevano appena visto.
I primi 3 giorni dal suo arrivo trascorsero tranquilli, senza particolari avvenimenti, fatta eccezione per il continuo mormorio accompagnato da commenti relativamente spinti in riferimento alla “vecchia in minigonna” eh si perché Francesca, così si chiamava indossava perennemente gonne molto corte, dalla mattina quando scendeva per la prima colazione alla sera quando rientrava accompagnata da qualche amico, in quanto è vero che alloggiasse sola, e che avesse un accento tipicamente Lombardo, ma aveva origini calabresi ed era scesa in vacanza per trovare dei vecchi amici.
Ad ogni suo passaggio i miei occhi si incollavano sul suo corpo come 2 magneti, aveva delle gambe perfettamente dritte e calzava sempre delle scarpe con un po' di tacco, per aumentare l'altezza visto che era circa 1,60m e soprattutto le slanciavano le gambe e le alzavano il culetto che appariva bello tondo e sodo fasciato nelle minigonne.
Probabilmente Francesca si accorse di come la guardavo, mi rendo conto di farlo tuttora, è una reazione quasi inconsapevole, che prontamente ritorna consapevole quando vengo reguardito da mia moglie.
Fu così che una sera, poco dopo le 20 squillò il centralino, risposi ed era Francesca che chiedeva se potesse salire qualcuno in camera sua a sistemare il telecomando della televisione. Il tempo di mettere giù la cornetta ed ero già dall'altra parte del desk, con 2 pile in mano, pronto a risolvere la situazione. Un'occasione così non me la sarei fatta assolutamente sfuggire. Salgo di corsa per le scale e arrivo davanti alla porta della sua camera che era semi aperta; in quel momento mi si gelò il sangue, i battiti aumentarono, iniziai un po' a sudare e contemporaneamente a sentire un leggero movimento nelle parti basse. Mi trovai Francesca chinata in avanti e data la minigonna, mi ero pietrificato ammirandole il culo che era realmente bello tondo e sodo come avevo immaginato diviso da un sottilissimo filo che in teoria sarebbe dovuto essere un perizoma. Uno spettacolo al quale mai avrei immaginato di assistere.
Eehmm, mi schiarii la voce palesando la mia presenza, lei di rialzò e mi accolse senza scomporsi più di tanto, controllai il telecomando, e a stento riuscii a cambiare le batterie, ero agitato, mi tremavano le gambe e soprattutto le mani dall'eccitazione, una volta sistemato salutai e tornai giù con la gola secca e bocca impastata.
Quella visione fu un pensiero costante per tutta la serata, un tarlo che si stava insinuando continuamente nella mia testa ed una volta rosicchiato quel poco di buon senso rimasto, mi fece azzardare una mossa per me inaspettata.
Avevo capito che non sarebbe uscita, erano passate le 23 e giù la situazione era decisamente tranquilla. Tra me e me pensai, faccio la cazzata? E se poi succede un casino, che figura ci fai? Mi sentivo come in un cartone animato dove a destra c'era l'angioletto che mi diceva di stare bello tranquillo ed a sinistra il diavoletto che mi spronava ad alzare la cornetta del centralino e comporre il numero della sua camera. Finii per dare ascolto al diavoletto, alzai la cornetta e composi il 225... primo squillo, nessuna risposta, i battiti del mio cuore erano talmente accelerati che sembrano il suono di un motore da Formula 1, secondo squillo, nessuna risposta; terzo squillo, nessuna risposta, stavo già palesando l'idea di mettere giù ed evitare il disastro, ma esitai, e fu proprio in quell'attimo di esitazione che rispose: pronto?
Signorina Francesca, sono Davide della reception... furono le uniche parole che riuscii a dire con voce tremula e balbettando leggermente tant'era l'agitazione.
Dimmi, è successo qualcosa? Rispose con un tono che non mi sembrò realmente di una persona preoccupata, ma quasi di chi una chiamata in fin dei conti la stesse aspettando.
Ero curioso di sapere se con il televisore fosse tutto apposto, eee.. visto che non sta ancora dormendo, mi chiedevo se le andasse di bere qualcosa... per un attimo il silenzio, strizzai gli occhi come in attesa di chi sta per ricevere un sonoro rimprovero quando all'improvviso mi rispose: Sisi grazie, la tv adesso funziona, grazie... ed in riferimento alla mia richiesta dopo un attimo di pausa continuò:
Non saprei, ma adesso? Sinceramente non mi va di scendere a quest'ora, stavo quasi per andare a letto...
Ah ok, ma nel caso (con voce ancora più traballante) le andrebbe se salissi io?
Ecco, ho fatto la cazzata pensai tra me e me apostrofandomi con i peggiori insulti, ma nel mentre mi rispose: Ok dai, ma dammi 5 minuti, il tempo di mettermi qualcosa addosso.
Perfetto a tra poco. Risposi con un po' più di coraggio e mi diressi di volata in cantina a prendere una bottiglia di prosecco e 2 flutes. Cercai di salire le scale in maniera furtiva per non essere sgamato, mentre il cuore aveva iniziato a ritmarsi con dei tonfi al posto della tachicardia, alternandosi a battiti aritmici. Eccomi di fronte la porta della stanza 225, esitai un attimo prima di bussare per fare qualche profondo respiro, e mi diedi un pizzicotto sul braccio per capire se tutto ciò fosse reale o meno. Un leggero “toc toc” per non fare troppo rumore e mi aprì la porta accogliendomi con un babydoll in pizzo nero, cortissimo che lasciava poco spazio alla fantasia, ma soprattutto in bella vista il culo vestito da un perizoma g-string abbinato, con un balzo felino saltò sul letto e si coprì con il lenzuolo. Mi chiusi la porta alle spalle e iniziai a vivere una situazione surreale.
Mi avvicinai al letto, sedendomi sulla poltroncina accanto a lei e stappai la bottiglia.
Allora, come mai questa idea? Mi chiese con sguardo ammiccante mentre versavo il prosecco nei flutes.
Ho pensato che le sarebbe piaciuto fare 4 chiacchiere; risposi con la mia solita ed impacciata timidezza, ma facendo il gesto di brindare provocando il classico “tin” del contatto tra bicchieri di vetro.
I miei sentimenti erano contrastanti, avevo una paura fottuta di fare una gran figura di merda, ma un desiderio inaudito di poter finalmente possedere una donna, di fare sesso!
Ma non ti sembra ora di darmi del tu? O ti sembro così vecchia? Incalzò quasi stizzita.
Hai ragione, anzi se proprio vuoi saperlo credo che l'età per te sia soltanto un numero, hai un corpo che alcune mie coetanee possono solo sognare...
Ma lo sai che potrei essere tua madre? Booom A quella affermazione mi si fermò il cuore, pensai che con quella frase volesse stroncare sul nascere ogni possibile approccio e mi giocai il tutto per tutto
Si, ma tanto non lo sei, e nel dirlo mi avvicinai a lei baciandole il collo. Nonostante la mia verginità sono sempre stato un amante del sesso e delle donne e non perdevo occasione per informarmi su zone erogene, punti di piacere, punto G e tutto ciò che potesse dare piacere alla donna, così che all'atto pratico, avendo fatto bene i compiti non avrei fatto la figura del fessacchiotto, anche se la mia inesperienza mi avrebbe tradito qualche istante più tardi.
Quel gesto diede inizio alle danze, solo oggi, ricordando gli avvenimenti, mi rendo conto che non fui io ad andare da lei, ma fu lei ad attirarmi come il pifferaio magico.
Inutile dire che di prosecco ne fu bevuto solo un sorso, posati i bicchieri sul comodino iniziai lentamente ad esplorare il suo corpo, il suo magnifico corpo.
I seni erano ben proporzionati, morbidi e setosi anche se leggermente calanti, con i capezzoli che non appena stimolati si inturgidirono diventando quasi il doppio. Mi concentrai li baciandoli con alternanza e mordicchiandoli, nel frattempo la sua mano si insinuò tra le mie gambe in cerca del mio cazzo che già da un pezzo spingeva con forza contro i jeans quasi a volerli bucare per trovare un po' di sollievo.
Continuai a scendere accarezzandole il ventre e le cosce, toniche e dalla pelle liscia come una pesca, era chiaro si prendesse molta cura del suo corpo.
Arrivato al paradiso le sfilai delicatamente il perizoma e lei facilitò la manovra inarcando la schiena ed alzando il bacino, e finalmente decise di liberarmi il cazzo da pantaloni e slip che stava letteralmente esplodendo e pur non avendo misure da superdotato ho scoperto avere sempre erezioni DDC (secondo la scala di durezza del cazzo, appresa di recente da un caro amico). Ed ecco che la voglia di infilarlo e l'inesperienza nel prediligere i preliminari, mi tirarono un brutto scherzo, in quanto non mi azzardai e sinceramente nemmeno ci pensai ad affondare la faccia tra le sue gambe che teneva aperte pronte per me, con la figa già grondante di umori e totalmente depilata, di conseguenza lei non me lo prese in bocca, mi limitai soltanto a toccarla un po' infilandole prima un dito simulando la penetrazione e poi anche il secondo, ma più che le dita, il mio obbiettivo era di infilarci il pisello, per cui mi staccai da lei e tirai fuori un preservativo che tenevo nel portafogli come tutti i miei coetanei, più che altro per vantarmi di averlo, ma consapevole che sarebbe scaduto come tutti gli altri presi in precedenza, lo aprii evitando di pizzicarlo ed appoggiandolo sulla cappella, lo srotolai fino alla base. Lei era pronta, mugolava ed ansimava in maniera quasi ipnotica, credo mi desiderasse in maniera direttamente proporzionale a quanto desiderassi lei e nel mentre si toccava in sapientemente stimolandosi il clitoride.
Fu così che puntai il cazzo verso la sua figa e in un attimo fui dentro fino in fondo, era così bagnata che non oppose la minima resistenza nonostante abbia una discreta circonferenza, iniziando un lento movimento su e giù.
In quello stesso istante dentro di me ci fu un'esplosione di sensazioni, di stimoli, di percezioni anche olfattive che non avevo mai provato prima, e che scoprii in un secondo momento essere l'essenza del sesso!
Siiiiii che bel cazzo duro che hai, continua, continua cosiiiiiiì...
Era una sensazione fantastica, nonostante il preservativo riuscivo a percepire il suo calore, la cappella che sfregava contro le pareti della sua vagina, sentivo sul mio pube una sensazione di umido dovuta alla fuoriuscita dei suoi umori.
Continuavo con quel movimento quasi come un automa, cercando di uscire quasi fino alla cappella e rientrare giù tutto fino alla base del pene, ma ad un certo punto mi fermò, ebbi la sensazione che le sua gambe stavano tremando e mi disse:
Fermati un attimo... cambiamo posizione
Non appena lo sfilai mi resi conto che la sua figa brillava, illuminata dalla sola luce delle abatjours e portandosi nuovamente la mano al suo sesso e si toccò e mi disse:
Guarda cosa mi hai fatto fare... ma purtroppo non capivo a cosa si riferisse, vedevo il tutto molto umido, anzi forse un po' troppo umido... ancora oggi non so se venne solo in maniera molto bagnata oppure squirtò, perché non ricordo chiazze sul lenzuolo e comunque non ero particolarmente bagnato.
Si girò a pecora e mi diede il via per ricominciare....
Ooooh siii che spettacolo!, furono le mie uniche parole da quando ebbe inizio l'amplesso, nel vedere quel culo così perfettamente tondo e tonico davanti ai miei occhi e la sua figa così ben fatta e soprattutto ben proporzionata, non slabbrata come quelle che spesso mi capitava di vedere nei porno che, paragonati ad oggi, si può dire fossero i “tutorial” del sesso. La infilai nuovamente, questa volta da dietro e nuovamente quelle esplosioni si impossessarono dei miei sensi, sensazioni che capii mi davano quasi assuefazione; ripresi a penetrarla, dapprima lentamente fino a prendere poi un ritmo deciso aggrappandomi ai suoi fianchi; il movimento si fece così intenso da spostare leggermente la rete che scivolando sulle piastrelle lisce, si allontanò dalla testiera del letto provocando dei colpi cupi... stavamo iniziando a fare un po' troppo rumore, ma ormai la testa di sopra non si preoccupava più delle possibili conseguenze, le sensazioni che arrivavano al mio cervello erano inebrianti, stupefacenti nel vero senso della parola.
L'aria nella stanza era satura del suo profumo e soprattutto era satura di sesso, il profumo del sesso mandò in tilt tutti i recettori del cervello.
Mentre ero concentrato a percepire ogni singola sensazione, vibrazione, stimolazione che mi arrivava dal connubio dei nostri corpi, mi interruppe nuovamente, con voce strozzata da quello che successivamente capii essere un orgasmo.
Mi sfilai e con mio grande stupore e paura, mi accorsi che il preservativo era rotto...
Glielo dissi, ma non si scompose più di tanto, le sue uniche parole furono:
Non sei venuto, non preoccuparti, e guardando l'orologio incalzò: Caspita se è tardi... domani devo alzarmi ad un quarto alle 8 e ho bisogno di dormire, ora vai, tanto ci vediamo in questi giorni...
Mi stampò un bacio sulle labbra, mi diede una pacca sul culo mentre mi alzai per rivestirmi. Mi infilai di volata i pantaloni senza nemmeno gli slip, la t-shirt e mi apprestai ad uscire. Mi voltai per salutarla e lei ricambiò mordendosi il labbro inferiore e facendomi l'occhiolino.
Avevo ancora il cazzo come un pezzo di marmo di Carrara, con l'elastico del preservativo a mo di anello alla base ed il resto a brandelli che penzolava dentro i pantaloni.
Tornai al desk sudato e tremante come una foglia, guardai l'orologio e mi accorsi che era trascorsa più di un'ora, un rapido sguardo al centralino per appurare che non ci fossero state chiamate e lentamente ripresi a respirare e a riprendere il controllo delle mie funzioni vitali.
Non credevo a quanto accaduto, finalmente avevo infilato il pisello in una passera, e che passera visto che consideravo Francesca una gran bella figa, ma purtroppo il tutto solo a metà perché l'amplesso non era completo, non ero ancora venuto! Il cazzo che per un attimo aveva perso tono rimanendo per lo più barzotto, al solo pensiero di ciò che era appena accaduto torno prepotente a spingere contro i jeans, ma stavolta lo sentii di più perché senza slip, mi dava anche fastidio visto che la cappella premeva sul tessuto crespo del jeans
Visto che era ormai tardi, consapevole che nessuno mi avrebbe disturbato, decisi di porre fine a quella “piacevole sofferenza” e mi recai in bagno dove iniziai una sega ripercorrendo istante per istante tutto ciò che era accaduto poco prima in quella camera. Finalmente l'orgasmo arrivò anche per me, con uno schizzo così lungo e potente da oltrepassare oltre al water impattando sulle piastrelle, il resto cercai di indirizzarlo nella tazza. Mi ripulii alla bell'e meglio e tornai al desk per completare il mio turno di notte, ora completamente soddisfatto, ma con un retrogusto amarognolo, consapevole e speranzoso che ci sarebbe stato un seguito.
Continua...