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I raggi del sole attraversavano le tapparelle ancora abbassate e illuminavano già gran parte della stanza. Enzo era ancora a letto distrutto per la serata appena passata.
Lui ed il gruppo dei suoi amici storici avevano passato la serata a bere e a divertirsi per festeggiare la fine della sessione di esami, e adesso erano felici perché potevano finalmente godersi l'estate.
Mancavano 15 giorni al viaggio in Grecia, erano allegri, soddisfatti, eccitati per ciò che avrebbero potuto combinare laggiù.
La luce del sole lo aveva svegliato. Controlló l'orario sul cellulare, erano le 11:15.
Non abituato a svegliarsi a quell'ora, ma era andato a letto talmente stanco che non si meraviglió più di tanto.
Un fastidioso mal di testa non lo faceva ragionare in maniera chiara, ma c'era da aspettarselo dopo tutto quello che aveva bevuto.
Di fare colazione non se ne parlava proprio e aveva detto a sua madre di voler saltare anche il pranzo; aveva lo stomaco troppo in subbuglio per poter mangiare.
Con calma perparó le sue cose e andó nel bagno per farsi una doccia che lo potesse rimettere al mondo. Si guardó allo specchio, aveva un aspetto orribile. Ripensó alla sera prima.
"Quanto cazzo abbiamo fatto schifo ieri" pensó. Ed infatti era vero. Enzo non era nemmeno abituato a bere così tanto perché lo infastidiva proprio quella sensazione del giorno dopo che stava appena provando.
Squilló il telefono. Guardó il nome di chi lo stesse chiamando, era Ennio, uno dei suoi migliori amici. Erano cresciuti insieme i due ragazzi, si conoscevano da sempre.
"Ennio buongiorno... mi sento un schifo."
"Ahahah io lo stesso amico mio... ma c'era da festeggiare... dai una volta ogni tanto non fa male."
"Eh... ti sento con una bella voce però. Beato te."
"La fine della sessione mi mette di buon umore. Verso le 3 vuoi venire a casa ? Ci facciamo una Champions con l'Arsenal."
"Va bene... gli altri li hai sentiti ?"
"Solo Riccardo.."
"Ok dai... ci vediamo dopo"
Ennio era un fenomeno dei videogiochi, ma in quello di calcio era una schiappa. Enzo il contrario, non capiva una mazza della gran parte dei videogiochi, ma in quelli di calcio e di sport in generale era abbastanza forte. In quel periodo Ennio aveva preso la fissa di vincere la Champions con l'Arsenal ed Enzo doveva essere il suo aiuto.
Entrambi erano consapevoli che fosse un'enorme cazzata da fare, ma d'estate era tutto concesso, sopratutto fare i cazzoni.
Andare da Ennio comunque era un'abitudine sia per lui che per Riccardo, era il loro ritrovo e la cosa lo rilassava tanto. E poi c'era Lia, la mamma di Ennio; Enzo ne era affascinato da sempre, e soprattutto in adolescenza gliene aveva "dedicate tante", ma non aveva mai avuto il coraggio di fare o dire nulla a nessuno.
Lia era una bella donna sulla cinquantina, capelli ricci castani, occhi verdi, carnagione olivastra... fisico asciutto, seno abbastanza piccolo, ma compensava con un bel lato B a mandolino e delle gambe asciutte che mandavano in visibilio Enzo tutte le volte che le vedeva.
"Mamma scendo, vado da Ennio... ci vediamo nel pomeriggio". E così quando mancavano pochi minuti alle 15 Enzo scese di casa per raggiungere l'appartamento del suo amico.
Bussó, Ennio gli aprí il portone ed Enzo salí.
"Ohi Enzo accomodati."
Conosceva quella casa a memoria. Aveva perso il conto di tutte le volte in cui era stato lí.
Enzo si accomodó su uno dei due divani presenti in salotto, il solito divano, quello che dava le spalle alla finestra.
Ecco che arrivó ad accogliere l'ospite di suo figlio. Bella come da tradizione e come sempre aveva un vestitino corto che lasciava scoperte le gambe di cui Enzo era da sempre affascinato. Il ragazzo le notó come al solito, ma ormai aveva imparato a trattenere l'emozione e l'eccitazione nel vederle. Desiderava baciarle, leccarle millimetro per millimetro, ma mai si era permesso anche solo un commento al riguardo.
"Ciao Enzo, come stai ?"
"Bene grazie Lia... un po sconvolto per ieri ahaha"
"Non voglio nemmeno sapere cosa avete fatto ieri va..."
E così dicendo la donna aveva preso posto proprio accanto ad Enzo. Faceva terribilmente caldo. Troppo caldo..
"Antonio e Simona ? Vorrei salutarli"
Erano il padre e la sorella di Ennio. Antonio era simpaticissimo, Simona una pettegola di prima categoria invece. Aveva 3 anni meno del fratello ed aveva una cotta (non ricambiata assolutamente) per Enzo. Meno la vedeva e meglio stava, ma in quel momento doveva essere gentile e chiedere anche di lei.
"Antonio è ancora al lavoro, Simona è andata in piscina con le sue amiche. Anche loro devono festeggiare la fine della scuola" sentenzió con la sua innata dolcezza Lia.
"Scusami Enzo se ti ho fatto venire a vuoto, ma prima di iniziare il nostro torneo devo un attimo andare da Scalpo. Mamma ci tiene tanto che io lo passi a salutare". E in quel "tanto" era racchiuso tutta la voglia di Ennio nell'andare a trovare. Anche Enzo lo conosceva, abitava nello stesso quartiere di Enzo e di Ennio. Era un professore di matematica e fisica che lo aveva aiutato con delle lezioni private a superare alcuni esami e anche Ennio si era rivolto a lui. Scalpo era ferratissimo nella sua materia, estremamente gentile con tutti, ma era anche tremendamente logorroico.
"Ma scusa Ennio ti ha aiutato a superare l'esame, si è preoccupato per te ed è il minimo che tu vada almeno a fargli un saluto."
"Che palle..."
"Ennio non ti invidio ahah" disse Enzo che poi continuó: "Dai allora scendiamo insieme, però io torno a casa da lui non vengo, quando hai fatto mi mandi un messaggio e ritorno"
"Guarda che ho già studiato tutto. Vado, lo saluto, gli dico che devo scappare perché ho un appuntamento e sono giá in ritardo..10 minuti e sono di nuovo a casa. Aspettami qui, è inutile che te ne vai."
"Si dai, tanto a me fastidio non ne dai" aggiunse Lia...
Enzo ci pensò, sarebbe rimasto da solo in casa con Lia... "Ok dai. Ti aspetto qui". Lo disse in maniera decisa, quasi in maniera automatica.
"Ok allora vado. Ci vediamo tra poco."
Ed Ennio si chiuse la porta alle spalle.
Enzo rimase lí sul divano, con Lia al suo fianco.
[FINE PRIMA PARTE]
Lui ed il gruppo dei suoi amici storici avevano passato la serata a bere e a divertirsi per festeggiare la fine della sessione di esami, e adesso erano felici perché potevano finalmente godersi l'estate.
Mancavano 15 giorni al viaggio in Grecia, erano allegri, soddisfatti, eccitati per ciò che avrebbero potuto combinare laggiù.
La luce del sole lo aveva svegliato. Controlló l'orario sul cellulare, erano le 11:15.
Non abituato a svegliarsi a quell'ora, ma era andato a letto talmente stanco che non si meraviglió più di tanto.
Un fastidioso mal di testa non lo faceva ragionare in maniera chiara, ma c'era da aspettarselo dopo tutto quello che aveva bevuto.
Di fare colazione non se ne parlava proprio e aveva detto a sua madre di voler saltare anche il pranzo; aveva lo stomaco troppo in subbuglio per poter mangiare.
Con calma perparó le sue cose e andó nel bagno per farsi una doccia che lo potesse rimettere al mondo. Si guardó allo specchio, aveva un aspetto orribile. Ripensó alla sera prima.
"Quanto cazzo abbiamo fatto schifo ieri" pensó. Ed infatti era vero. Enzo non era nemmeno abituato a bere così tanto perché lo infastidiva proprio quella sensazione del giorno dopo che stava appena provando.
Squilló il telefono. Guardó il nome di chi lo stesse chiamando, era Ennio, uno dei suoi migliori amici. Erano cresciuti insieme i due ragazzi, si conoscevano da sempre.
"Ennio buongiorno... mi sento un schifo."
"Ahahah io lo stesso amico mio... ma c'era da festeggiare... dai una volta ogni tanto non fa male."
"Eh... ti sento con una bella voce però. Beato te."
"La fine della sessione mi mette di buon umore. Verso le 3 vuoi venire a casa ? Ci facciamo una Champions con l'Arsenal."
"Va bene... gli altri li hai sentiti ?"
"Solo Riccardo.."
"Ok dai... ci vediamo dopo"
Ennio era un fenomeno dei videogiochi, ma in quello di calcio era una schiappa. Enzo il contrario, non capiva una mazza della gran parte dei videogiochi, ma in quelli di calcio e di sport in generale era abbastanza forte. In quel periodo Ennio aveva preso la fissa di vincere la Champions con l'Arsenal ed Enzo doveva essere il suo aiuto.
Entrambi erano consapevoli che fosse un'enorme cazzata da fare, ma d'estate era tutto concesso, sopratutto fare i cazzoni.
Andare da Ennio comunque era un'abitudine sia per lui che per Riccardo, era il loro ritrovo e la cosa lo rilassava tanto. E poi c'era Lia, la mamma di Ennio; Enzo ne era affascinato da sempre, e soprattutto in adolescenza gliene aveva "dedicate tante", ma non aveva mai avuto il coraggio di fare o dire nulla a nessuno.
Lia era una bella donna sulla cinquantina, capelli ricci castani, occhi verdi, carnagione olivastra... fisico asciutto, seno abbastanza piccolo, ma compensava con un bel lato B a mandolino e delle gambe asciutte che mandavano in visibilio Enzo tutte le volte che le vedeva.
"Mamma scendo, vado da Ennio... ci vediamo nel pomeriggio". E così quando mancavano pochi minuti alle 15 Enzo scese di casa per raggiungere l'appartamento del suo amico.
Bussó, Ennio gli aprí il portone ed Enzo salí.
"Ohi Enzo accomodati."
Conosceva quella casa a memoria. Aveva perso il conto di tutte le volte in cui era stato lí.
Enzo si accomodó su uno dei due divani presenti in salotto, il solito divano, quello che dava le spalle alla finestra.
Ecco che arrivó ad accogliere l'ospite di suo figlio. Bella come da tradizione e come sempre aveva un vestitino corto che lasciava scoperte le gambe di cui Enzo era da sempre affascinato. Il ragazzo le notó come al solito, ma ormai aveva imparato a trattenere l'emozione e l'eccitazione nel vederle. Desiderava baciarle, leccarle millimetro per millimetro, ma mai si era permesso anche solo un commento al riguardo.
"Ciao Enzo, come stai ?"
"Bene grazie Lia... un po sconvolto per ieri ahaha"
"Non voglio nemmeno sapere cosa avete fatto ieri va..."
E così dicendo la donna aveva preso posto proprio accanto ad Enzo. Faceva terribilmente caldo. Troppo caldo..
"Antonio e Simona ? Vorrei salutarli"
Erano il padre e la sorella di Ennio. Antonio era simpaticissimo, Simona una pettegola di prima categoria invece. Aveva 3 anni meno del fratello ed aveva una cotta (non ricambiata assolutamente) per Enzo. Meno la vedeva e meglio stava, ma in quel momento doveva essere gentile e chiedere anche di lei.
"Antonio è ancora al lavoro, Simona è andata in piscina con le sue amiche. Anche loro devono festeggiare la fine della scuola" sentenzió con la sua innata dolcezza Lia.
"Scusami Enzo se ti ho fatto venire a vuoto, ma prima di iniziare il nostro torneo devo un attimo andare da Scalpo. Mamma ci tiene tanto che io lo passi a salutare". E in quel "tanto" era racchiuso tutta la voglia di Ennio nell'andare a trovare. Anche Enzo lo conosceva, abitava nello stesso quartiere di Enzo e di Ennio. Era un professore di matematica e fisica che lo aveva aiutato con delle lezioni private a superare alcuni esami e anche Ennio si era rivolto a lui. Scalpo era ferratissimo nella sua materia, estremamente gentile con tutti, ma era anche tremendamente logorroico.
"Ma scusa Ennio ti ha aiutato a superare l'esame, si è preoccupato per te ed è il minimo che tu vada almeno a fargli un saluto."
"Che palle..."
"Ennio non ti invidio ahah" disse Enzo che poi continuó: "Dai allora scendiamo insieme, però io torno a casa da lui non vengo, quando hai fatto mi mandi un messaggio e ritorno"
"Guarda che ho già studiato tutto. Vado, lo saluto, gli dico che devo scappare perché ho un appuntamento e sono giá in ritardo..10 minuti e sono di nuovo a casa. Aspettami qui, è inutile che te ne vai."
"Si dai, tanto a me fastidio non ne dai" aggiunse Lia...
Enzo ci pensò, sarebbe rimasto da solo in casa con Lia... "Ok dai. Ti aspetto qui". Lo disse in maniera decisa, quasi in maniera automatica.
"Ok allora vado. Ci vediamo tra poco."
Ed Ennio si chiuse la porta alle spalle.
Enzo rimase lí sul divano, con Lia al suo fianco.
[FINE PRIMA PARTE]