Z
Zafir45
Guest
Posso dirmi una donna fortunata. Mi chiamo Daniela, 32 anni, sono funzionaria amministrativa di una azienda ospedaliera; sono sposata felicemente con Mauro, 35 anni, ingegnere presso una importante azienda elettronica; ho una suocera adorabile, Franca, di 60 anni, una matura signora ancora molto piacente, che insegna in un liceo, e un suocero, Gianni, di 63 anni, direttore di una filiale bancaria, fisico ancora molto giovanile, sempre allegro, gentile e premuroso.
Viviamo alla periferia di Orvieto, in una villetta bifamiliare.
Ma devo raccontarvi quello che ci è successo due anni fa in vacanza e che ha cambiato radicalmente il clima della nostra convivenza familiare.
La nostra vita andava avanti in modo sereno, la vicinanza dei genitori di Mauro -due persone splendide- aggiungeva sicurezza e tranquillità, non avevamo ancora avuto la piccola Noemi, che ha fatto da poco il suo primo compleanno, ma l’intesa sessuale con mio marito era soddisfacente.
Avevamo affittato un appartamento in Maremma, dalle parti di Castiglione della Pescaia, e nei fine settimana ci andavamo io e mio marito con i miei suoceri, un appartamento certo non grande, con una cucina all’americana, due camere da letto ma un solo bagno.
Un giorno al ritorno dalla spiaggia, credendo che nel bagno non ci fosse nessuno, entrai senza bussare e sorpresi mio suocero nudo che aveva appena fatto la doccia e si stava asciugando. Come lo vidi il mio sguardo, senza volerlo, andò al suo sesso, era lungo almeno 20 cm e particolarmente grosso; era molle penzoloni, ma mi fece impressione, mio marito non ce l’aveva così. Mi scusai ed uscii dal bagno, ero frastornata da quello che avevo visto, senza volerlo continuavo a immaginare come sarebbe diventato quel cazzone quando era in erezione.
Quella sera a tavola non riuscii a guardare in faccia mio suocero, avevo vergogna, ma lui appena alzati da tavola mi si avvicinò e mi disse sottovoce di non preoccuparmi, che non era successo nulla di irreparabile, e che per conto suo aveva già dimenticato il fatto.
Quella notte non riuscii a dormire, avevo ancora davanti ai miei occhi il suo sesso; in piena notte svegliai mio marito perché avevo voglia di fare l’amore, mi vergognai un po’ perché mentre mi scopava pensavo che al suo posto c’era mio suocero; godetti due volte al solo pensarci, perfino mio marito si accorse che qualcosa era successo e mi chiese a cosa era dovuta la mia forte eccitazione; lì su due piedi dissi che mi ero sognata che facevo l’amore con lui quando eravamo fidanzati.
Mio marito si addormentò subito ma io andai in bagno per fare un bidè, silenziosamente passai davanti alla camera dei suoceri e, dato che la porta era solo accostata, guardai dentro: alla luce fioca dell’abatjour vedevo che mia suocera era a gambe larghe e mio suocero la stava cavalcando alla grande. Ero come inebetita, non riuscivo a staccare gli occhi dal suo cazzo che entrava e usciva quasi tutto dalla figona della moglie e vi entrava fino alle palle. La scopò a lungo senza eiaculare, trattenevo il respiro ma ero paralizzata dalla scena che mi bagnai ancora, mi era venuta una voglia di farmi scopare così forte che mentre ero sul bidè non resistetti a farmi un ditalino.
In quel fine settimana non successe nulla, ma la settimana successiva mio marito dovette rientrare in ditta a Milano per un problema urgente, e al mare io rimasi insieme ai miei suoceri.
Accadde che il mattino seguente mia suocera ci avvertì che non sarebbe venuta in spiaggia perché aveva preso appuntamento col parrucchiere, ci disse di andare al mare senza di lei. In spiaggia io mi sdraiai a prendere un po’ di sole e mio suocero si incamminò sul bagnasciuga per una camminata; stanca di stare al sole mi alzai e mi diressi dove era andato mio suocero, lo incontrai e ritornammo insieme al nostro bagno. Strada facendo parlammo del più e del meno ma senza accennare minimamente al fatto del giorno precedente; del resto, mio suocero si mostrava molto discreto e non voleva farmi pesare la mia leggerezza, ma quella visione era restata impressa nella mia mente.
Decidemmo di fare una bella nuotata e al termine ci incamminammo per ritornare a casa; entrai prima io nella cabina per cambiarmi, ma destino volle che non mi accorsi che per terra c’era un asse del pavimento dove usciva un chiodino e messo su di esso un piede mi bucai il tallone, emisi un grido che fece accorrere preoccupato mio suocero; gli dissi che mi ero fatta male al piede ma gli dissi di non entrare perché ero nuda. Rimesso il prendisole, ma senza rimettere le mutandine, lo invitai ad entrare, mi fece sedere sulla panchina e mi sollevò il piede per controllare la ferita. Subito prese dall’armadietto i medicinali di pronto soccorso che si trovavano nella cabina e mi disinfettò e bendò il piede.
Mi sollevò in piedi e per non farmi appoggiare il piede per terra mi abbracciò; in quel momento non capii nulla, mi strinsi di più a lui, sfregando il mio pube contro il suo cazzo che sentivo che si stava ingrossando. Messaggio più che eloquente che Gianni colse al volo: mi girò verso di lui e mi prese il viso a due mani, si avvicinò al mio viso e mi dette un bacio sulla bocca, prima a labbra chiuse e poi, sentendo che non mi tiravo indietro, mi baciò con la lingua in bocca.
Senza staccarsi dalla mia bocca prese un materassino che stava appoggiato alla parete e lo fece cadere per terra, ci abbassammo contemporaneamente, mi misi supina tirando in su il prendisole e aprendo le gambe gli feci vedere la mia figa che era già bagnata; si levò gli slip e spuntò fuori quel cazzo da paura, mi venne sopra e senza dire una parola mentre mi metteva ancora la lingua in bocca mi appoggiò la punta del glande sulla patatina e lo introdusse piano, spinse fino a quando non lo senti che era entrato tutto.
Era bellissimo, mi sembrava di essere in paradiso, mi sentivo riempita come non mai: iniziò una cavalcata che durò almeno 15 minuti, ebbi un paio di orgasmi, ma lui non aveva ancora goduto. Mi chiese se prendevo la pillola, ma io lo volevo sentire godermi dentro, gli misi le gambe dietro la schiena come per dire che l’avrei lasciato quando mi avrebbe lasciato il suo seme nel mio pancino. Finalmente la scarica di sperma arrivò e io ebbi l’ultimo spasimo orgasmatico.
Ero felice come non mai, avevo realizzato un sogno, ma ero anche piena di vergogna per aver tradito mio marito. Gianni, intuendo il mio turbamento, mi rincuorò dicendomi che era solo colpa sua, che era stato lui ad approfittare della situazione confessando che era da tempo che mi spiava e mi desiderava. Mi strinsi a lui e lo baciai come si bacia un amante, poi ci rivestimmo in fretta e ritornammo a casa svuotati. Mia suocera, vedendoci spossati, ci chiese come mai, ma lui prontamente le disse che eravamo andati a nuoto fino alla boa al largo.
Per un po’ di tempo non riuscimmo a restare soli ed a rifare l’amore; ma, due mesi dopo, un giorno mia suocera venne ricoverata per un attacco di appendicite e in quei giorni mio suocero veniva da noi a pranzo e cena. Al solo vederlo mi si bagnava la patatina, ma non ci arrischiavamo a isolarci per paura che mio marito se ne accorgesse.
Fortuna volle che mio marito, proprio in quei giorni, venisse mandato dalla sua azienda a fare un corso di aggiornamento addirittura in Germania per l’utilizzo di una macchina speciale, si sarebbe trattenuto tre giorni.
Ne approfittammo subito, la prima sera che mio marito partì andai nella camera di mio suocero, era già a letto nudo; come entrai mi spogliai nuda e mi coricai vicino a lui e incominciammo a baciarci; mi fece stendere supina sul letto, mi aprì le gambe e incominciò a leccarmi la patatina, leccava dal clitoride fino al buchetto posteriore. Sentendo la sua lingua sul buchino ebbi un brivido, pensai che se mi voleva scopare lì, mi avrebbe aperto in due con il suo affare, ero ancora vergine dietro.
Ad un tratto Gianni mi sussurrò:
– Adesso, cara la mia Daniela, ti farò provare come un uomo vuole la sua femmina.
Ho capito tutto, mi vuole scopare in culo, pensai. Feci una debole protesta.
-Gianni, ho paura, dietro non l’ho mai fatto, se introduci il tuo bestione mi apri in due.
Mi rassicurò dicendomi:
-Daniela, ti voglio troppo bene e non voglio certo farti male, non preoccuparti, sarò dolcissimo; anche mia moglie la prima volta aveva paura, ma dopo averlo provato dietro non riesce più a farne a meno…. sentirai che bello, mi ringrazierai, lo sfintere non è mica fatto di ferro, è un muscolo elastico, mettiti a pancia in giù con sotto la pancia due cuscini, al resto penso io.
Mi sdraiai come mi disse e attesi preoccupata, mi spalmò della crema che teneva nel comodino, era quella che usava con sua moglie, me la spalmò dolcemente frizionandomela sul buchino, prima mi introdusse un dito e poi massaggiandomi mi infilò due dita; quando si accorse che mi ero rilassata, mi venne dietro e appoggiò il suo pene sul buco e dicendomi di spingere come se dovessi andare di corpo, lo fece entrare spingendo piano ma senza fermarsi.
Sentii una fitta e supplicai:
-Fai piano che mi fa un po’ male.
Mi disse che se volevo smetteva subito, ma io lo incitai ad andare avanti, adesso ero io che lo volevo dentro tutto, mi sentivo allargare, mi sembrava che la pelle si strappasse ma non volevo che lo togliesse; quando lo sentii tutto dentro gli dissi di fermarsi un attimo per fare in modo che il buchino, o meglio dire il bucone, chiedeva una tregua per adattarsi al suo bestione.
Incominciò la sua cavalcata, all’inizio dava un po’ fastidio ma cominciavo a sentire piacere, gli orgasmi che ebbi non li contai; ma quando, dopo avermi eiaculato dentro, lo tirò fuori mi sembrava di essere vuota. Avevo un forte bruciore al culo ma ero felice, mi sentivo pienamente appagata, dopo quella inculata, capii di invidiare mia suocera, lei lo aveva per se tutti i giorni e notti per farsi scopare e inculare, capii perché era sempre cosi contenta, aveva il cazzo tutte le volte in tutti e due i suoi buchi, mentre mio marito non mi scopava mai abbastanza e non mi aveva mai chiesto il culo.
Fu una parentesi felice, scopammo senza risparmio per tre sere di seguito, avevamo scopato così tanto che avevo la figa in fiamme e passavo tanto tempo sul bidè per rinfrescarmi la fighetta e il buco.
Qualche settimana successiva stavamo prendendo il sole al mare, ma mi annoiavo e chiesi a mio marito se aveva voglia di portarmi a fare un giro sul pattino, che avrei preso il sole sdraiata, ma lui mi disse che era stanchissimo e voleva dormire sotto l’ombrellone.
Mio suocero, sentendo che suo figlio non mi accontentava, disse:
- Daniela, vuoi che ti porti io a fare un giro in mare? Mi sto annoiando anche io a stare qui a fare nulla.
Accettai subito, prendemmo un pattino di quelli che ci si può sdraiare, presi un asciugamano grande e ci avventurammo in mare; mio suocero era un vogatore provetto e in 10 minuti mi portò cosi lontano dalla spiaggia che non vedevamo nemmeno gli ombrelloni.
Mi sdraiai sull’asciugamano, mi tolsi gli slip e il reggiseno, aprii le gambe e feci vedere a mio suocero la mia patatina aprendo le piccole labbra, non staccava gli occhi dalla mia fessura era come incantato che gli dissi :
- Guarda che io sono pronta, dai vieni e scopami, ho perfino preso la pillola, così mi puoi venire dentro.
Si tolse gli slip e mi venne vicino, mi mise la sua lingua dentro e incominciò a leccarmi dentro, poi si inginocchiò tra le mie gambe e mi introdusse il suo bestione nella figa e mi prese in mano il seno massaggiandomelo; mi scopò per un tempo interminabile, avevo perfino perso la cognizione del tempo, non me ne fregava niente di ritornare, volevo solo godere e basta, una mazza cosi non capita tutti i giorni; era instancabile, mi scopava da tanto e non eiaculava, io godevo cosi tanto che mi sembrava di stare male, lo sentii rallentare il ritmo e sentii una sborrata contro l’utero, poi si accasciò su di me e mi disse che non ce la faceva piu’, lui era stanchissimo e io felice con la figa in fiamme.
Mentre eravamo sdraiati a riposare mi chiese:
-Ma mio figlio come è a letto ?
-Quando eravamo fidanzati lo facevamo tutte le sere, ma adesso solo due volte alla settimana, una sveltina e poi dorme, il più delle volte non riesco nemmeno a godere, ho perfino pensato di farmi un amante, ma poi ho desistito, sono ancora innamorata di lui, e poi adesso che me ne faccio di un amante, ho te che mi scopi.
-Penso di sapere cos’è che lo frena. Se vuoi gliene parlo.
Reagii subito d’istinto, anche se la sua allusione misteriosa mi incuriosiva:
-Sei matto? E se si accorge di noi siamo fritti, io perdo lui e tu tua moglie.
Sorrise con una certa ironia, ma non mi contraddisse e aggiunse:
-Allora, dovrai accontentarti di me….
Viviamo alla periferia di Orvieto, in una villetta bifamiliare.
Ma devo raccontarvi quello che ci è successo due anni fa in vacanza e che ha cambiato radicalmente il clima della nostra convivenza familiare.
La nostra vita andava avanti in modo sereno, la vicinanza dei genitori di Mauro -due persone splendide- aggiungeva sicurezza e tranquillità, non avevamo ancora avuto la piccola Noemi, che ha fatto da poco il suo primo compleanno, ma l’intesa sessuale con mio marito era soddisfacente.
Avevamo affittato un appartamento in Maremma, dalle parti di Castiglione della Pescaia, e nei fine settimana ci andavamo io e mio marito con i miei suoceri, un appartamento certo non grande, con una cucina all’americana, due camere da letto ma un solo bagno.
Un giorno al ritorno dalla spiaggia, credendo che nel bagno non ci fosse nessuno, entrai senza bussare e sorpresi mio suocero nudo che aveva appena fatto la doccia e si stava asciugando. Come lo vidi il mio sguardo, senza volerlo, andò al suo sesso, era lungo almeno 20 cm e particolarmente grosso; era molle penzoloni, ma mi fece impressione, mio marito non ce l’aveva così. Mi scusai ed uscii dal bagno, ero frastornata da quello che avevo visto, senza volerlo continuavo a immaginare come sarebbe diventato quel cazzone quando era in erezione.
Quella sera a tavola non riuscii a guardare in faccia mio suocero, avevo vergogna, ma lui appena alzati da tavola mi si avvicinò e mi disse sottovoce di non preoccuparmi, che non era successo nulla di irreparabile, e che per conto suo aveva già dimenticato il fatto.
Quella notte non riuscii a dormire, avevo ancora davanti ai miei occhi il suo sesso; in piena notte svegliai mio marito perché avevo voglia di fare l’amore, mi vergognai un po’ perché mentre mi scopava pensavo che al suo posto c’era mio suocero; godetti due volte al solo pensarci, perfino mio marito si accorse che qualcosa era successo e mi chiese a cosa era dovuta la mia forte eccitazione; lì su due piedi dissi che mi ero sognata che facevo l’amore con lui quando eravamo fidanzati.
Mio marito si addormentò subito ma io andai in bagno per fare un bidè, silenziosamente passai davanti alla camera dei suoceri e, dato che la porta era solo accostata, guardai dentro: alla luce fioca dell’abatjour vedevo che mia suocera era a gambe larghe e mio suocero la stava cavalcando alla grande. Ero come inebetita, non riuscivo a staccare gli occhi dal suo cazzo che entrava e usciva quasi tutto dalla figona della moglie e vi entrava fino alle palle. La scopò a lungo senza eiaculare, trattenevo il respiro ma ero paralizzata dalla scena che mi bagnai ancora, mi era venuta una voglia di farmi scopare così forte che mentre ero sul bidè non resistetti a farmi un ditalino.
In quel fine settimana non successe nulla, ma la settimana successiva mio marito dovette rientrare in ditta a Milano per un problema urgente, e al mare io rimasi insieme ai miei suoceri.
Accadde che il mattino seguente mia suocera ci avvertì che non sarebbe venuta in spiaggia perché aveva preso appuntamento col parrucchiere, ci disse di andare al mare senza di lei. In spiaggia io mi sdraiai a prendere un po’ di sole e mio suocero si incamminò sul bagnasciuga per una camminata; stanca di stare al sole mi alzai e mi diressi dove era andato mio suocero, lo incontrai e ritornammo insieme al nostro bagno. Strada facendo parlammo del più e del meno ma senza accennare minimamente al fatto del giorno precedente; del resto, mio suocero si mostrava molto discreto e non voleva farmi pesare la mia leggerezza, ma quella visione era restata impressa nella mia mente.
Decidemmo di fare una bella nuotata e al termine ci incamminammo per ritornare a casa; entrai prima io nella cabina per cambiarmi, ma destino volle che non mi accorsi che per terra c’era un asse del pavimento dove usciva un chiodino e messo su di esso un piede mi bucai il tallone, emisi un grido che fece accorrere preoccupato mio suocero; gli dissi che mi ero fatta male al piede ma gli dissi di non entrare perché ero nuda. Rimesso il prendisole, ma senza rimettere le mutandine, lo invitai ad entrare, mi fece sedere sulla panchina e mi sollevò il piede per controllare la ferita. Subito prese dall’armadietto i medicinali di pronto soccorso che si trovavano nella cabina e mi disinfettò e bendò il piede.
Mi sollevò in piedi e per non farmi appoggiare il piede per terra mi abbracciò; in quel momento non capii nulla, mi strinsi di più a lui, sfregando il mio pube contro il suo cazzo che sentivo che si stava ingrossando. Messaggio più che eloquente che Gianni colse al volo: mi girò verso di lui e mi prese il viso a due mani, si avvicinò al mio viso e mi dette un bacio sulla bocca, prima a labbra chiuse e poi, sentendo che non mi tiravo indietro, mi baciò con la lingua in bocca.
Senza staccarsi dalla mia bocca prese un materassino che stava appoggiato alla parete e lo fece cadere per terra, ci abbassammo contemporaneamente, mi misi supina tirando in su il prendisole e aprendo le gambe gli feci vedere la mia figa che era già bagnata; si levò gli slip e spuntò fuori quel cazzo da paura, mi venne sopra e senza dire una parola mentre mi metteva ancora la lingua in bocca mi appoggiò la punta del glande sulla patatina e lo introdusse piano, spinse fino a quando non lo senti che era entrato tutto.
Era bellissimo, mi sembrava di essere in paradiso, mi sentivo riempita come non mai: iniziò una cavalcata che durò almeno 15 minuti, ebbi un paio di orgasmi, ma lui non aveva ancora goduto. Mi chiese se prendevo la pillola, ma io lo volevo sentire godermi dentro, gli misi le gambe dietro la schiena come per dire che l’avrei lasciato quando mi avrebbe lasciato il suo seme nel mio pancino. Finalmente la scarica di sperma arrivò e io ebbi l’ultimo spasimo orgasmatico.
Ero felice come non mai, avevo realizzato un sogno, ma ero anche piena di vergogna per aver tradito mio marito. Gianni, intuendo il mio turbamento, mi rincuorò dicendomi che era solo colpa sua, che era stato lui ad approfittare della situazione confessando che era da tempo che mi spiava e mi desiderava. Mi strinsi a lui e lo baciai come si bacia un amante, poi ci rivestimmo in fretta e ritornammo a casa svuotati. Mia suocera, vedendoci spossati, ci chiese come mai, ma lui prontamente le disse che eravamo andati a nuoto fino alla boa al largo.
Per un po’ di tempo non riuscimmo a restare soli ed a rifare l’amore; ma, due mesi dopo, un giorno mia suocera venne ricoverata per un attacco di appendicite e in quei giorni mio suocero veniva da noi a pranzo e cena. Al solo vederlo mi si bagnava la patatina, ma non ci arrischiavamo a isolarci per paura che mio marito se ne accorgesse.
Fortuna volle che mio marito, proprio in quei giorni, venisse mandato dalla sua azienda a fare un corso di aggiornamento addirittura in Germania per l’utilizzo di una macchina speciale, si sarebbe trattenuto tre giorni.
Ne approfittammo subito, la prima sera che mio marito partì andai nella camera di mio suocero, era già a letto nudo; come entrai mi spogliai nuda e mi coricai vicino a lui e incominciammo a baciarci; mi fece stendere supina sul letto, mi aprì le gambe e incominciò a leccarmi la patatina, leccava dal clitoride fino al buchetto posteriore. Sentendo la sua lingua sul buchino ebbi un brivido, pensai che se mi voleva scopare lì, mi avrebbe aperto in due con il suo affare, ero ancora vergine dietro.
Ad un tratto Gianni mi sussurrò:
– Adesso, cara la mia Daniela, ti farò provare come un uomo vuole la sua femmina.
Ho capito tutto, mi vuole scopare in culo, pensai. Feci una debole protesta.
-Gianni, ho paura, dietro non l’ho mai fatto, se introduci il tuo bestione mi apri in due.
Mi rassicurò dicendomi:
-Daniela, ti voglio troppo bene e non voglio certo farti male, non preoccuparti, sarò dolcissimo; anche mia moglie la prima volta aveva paura, ma dopo averlo provato dietro non riesce più a farne a meno…. sentirai che bello, mi ringrazierai, lo sfintere non è mica fatto di ferro, è un muscolo elastico, mettiti a pancia in giù con sotto la pancia due cuscini, al resto penso io.
Mi sdraiai come mi disse e attesi preoccupata, mi spalmò della crema che teneva nel comodino, era quella che usava con sua moglie, me la spalmò dolcemente frizionandomela sul buchino, prima mi introdusse un dito e poi massaggiandomi mi infilò due dita; quando si accorse che mi ero rilassata, mi venne dietro e appoggiò il suo pene sul buco e dicendomi di spingere come se dovessi andare di corpo, lo fece entrare spingendo piano ma senza fermarsi.
Sentii una fitta e supplicai:
-Fai piano che mi fa un po’ male.
Mi disse che se volevo smetteva subito, ma io lo incitai ad andare avanti, adesso ero io che lo volevo dentro tutto, mi sentivo allargare, mi sembrava che la pelle si strappasse ma non volevo che lo togliesse; quando lo sentii tutto dentro gli dissi di fermarsi un attimo per fare in modo che il buchino, o meglio dire il bucone, chiedeva una tregua per adattarsi al suo bestione.
Incominciò la sua cavalcata, all’inizio dava un po’ fastidio ma cominciavo a sentire piacere, gli orgasmi che ebbi non li contai; ma quando, dopo avermi eiaculato dentro, lo tirò fuori mi sembrava di essere vuota. Avevo un forte bruciore al culo ma ero felice, mi sentivo pienamente appagata, dopo quella inculata, capii di invidiare mia suocera, lei lo aveva per se tutti i giorni e notti per farsi scopare e inculare, capii perché era sempre cosi contenta, aveva il cazzo tutte le volte in tutti e due i suoi buchi, mentre mio marito non mi scopava mai abbastanza e non mi aveva mai chiesto il culo.
Fu una parentesi felice, scopammo senza risparmio per tre sere di seguito, avevamo scopato così tanto che avevo la figa in fiamme e passavo tanto tempo sul bidè per rinfrescarmi la fighetta e il buco.
Qualche settimana successiva stavamo prendendo il sole al mare, ma mi annoiavo e chiesi a mio marito se aveva voglia di portarmi a fare un giro sul pattino, che avrei preso il sole sdraiata, ma lui mi disse che era stanchissimo e voleva dormire sotto l’ombrellone.
Mio suocero, sentendo che suo figlio non mi accontentava, disse:
- Daniela, vuoi che ti porti io a fare un giro in mare? Mi sto annoiando anche io a stare qui a fare nulla.
Accettai subito, prendemmo un pattino di quelli che ci si può sdraiare, presi un asciugamano grande e ci avventurammo in mare; mio suocero era un vogatore provetto e in 10 minuti mi portò cosi lontano dalla spiaggia che non vedevamo nemmeno gli ombrelloni.
Mi sdraiai sull’asciugamano, mi tolsi gli slip e il reggiseno, aprii le gambe e feci vedere a mio suocero la mia patatina aprendo le piccole labbra, non staccava gli occhi dalla mia fessura era come incantato che gli dissi :
- Guarda che io sono pronta, dai vieni e scopami, ho perfino preso la pillola, così mi puoi venire dentro.
Si tolse gli slip e mi venne vicino, mi mise la sua lingua dentro e incominciò a leccarmi dentro, poi si inginocchiò tra le mie gambe e mi introdusse il suo bestione nella figa e mi prese in mano il seno massaggiandomelo; mi scopò per un tempo interminabile, avevo perfino perso la cognizione del tempo, non me ne fregava niente di ritornare, volevo solo godere e basta, una mazza cosi non capita tutti i giorni; era instancabile, mi scopava da tanto e non eiaculava, io godevo cosi tanto che mi sembrava di stare male, lo sentii rallentare il ritmo e sentii una sborrata contro l’utero, poi si accasciò su di me e mi disse che non ce la faceva piu’, lui era stanchissimo e io felice con la figa in fiamme.
Mentre eravamo sdraiati a riposare mi chiese:
-Ma mio figlio come è a letto ?
-Quando eravamo fidanzati lo facevamo tutte le sere, ma adesso solo due volte alla settimana, una sveltina e poi dorme, il più delle volte non riesco nemmeno a godere, ho perfino pensato di farmi un amante, ma poi ho desistito, sono ancora innamorata di lui, e poi adesso che me ne faccio di un amante, ho te che mi scopi.
-Penso di sapere cos’è che lo frena. Se vuoi gliene parlo.
Reagii subito d’istinto, anche se la sua allusione misteriosa mi incuriosiva:
-Sei matto? E se si accorge di noi siamo fritti, io perdo lui e tu tua moglie.
Sorrise con una certa ironia, ma non mi contraddisse e aggiunse:
-Allora, dovrai accontentarti di me….