Racconto di fantasia Come far godere la sorellina

pollicino1

"Level 8"
Da 10 Anni su Phica.net
Élite Fase 3
Messaggi
22,707
Punteggio reazione
23,807
Punti
139
Posizione
Lazio
1. Prologo.

Anita lo aveva preso duramente nel culo davanti a Luciano, il suo fidanzato (vedi il capitolo precedente: "Nel culo di Anita davanti al cornuto"), e quel che era peggio era che a sventrarle l'ano era stato il miglior amico del ragazzo, Pietro.

Inoltre, ad Anita era piaciuto così tanto che lei e Pietro erano diventati un sodalizio sessuale alla "Bonnie e Clyde"...

Quella notte, durante il "gioco" che era seguito alla festa ufficiale, i due avevano scattato a Luciano una infinità di foto: mentre era legato nudo, con il suo minuscolo pisellino di fuori, mentre ripuliva il corpo di Anita dalla sborra di Pietro, e in tante altre situazioni non meno scabrose.

Ed ora, era arrivato il momento di servirsene...

Fu la stessa Anita, ormai troia dichiarata, a dare al suo sodale una notizia bomba che gli avrebbe permesso di utilizzare quelle foto:
- "Sai", gli disse una sera dopo l'ennesima inculata, "che Luciano ha una sorellina? Bene, è diventata maggiorenne da poco... È molto carina, con due tettone da spagnola clamorose... Direi una quarta, solidissima, tipica delle teenagers. Lei, fin da bambina, è perdutamente innamorata di te, ma il fratello non lo sa, altrimenti – geloso com'è – la ammazzerebbe... Purtroppo è molto timida, ma questo non dovrebbe essere un problema per te: lui è un vigliacco, e vedrai che crollerà subito appena vedrà le foto che gli abbiamo fatto l'altra volta alla villa...".

2. Ricatto e "castigo".

Pietro, era un ragazzo molto deciso, e ricevuta quella rivelazione da parte di Anita, prese le foto e chiamò immediatamente Luciano, ignorando l'imbarazzo dovuto alla sua condizione di traditore della fiducia dell'amico:
- "Ciao Luciano... No, non mi interrompere... So che sei molto arrabbiato, ma – a dire la verità – a me non me ne frega niente... In guerra e in amore tutto è permesso... Ti ricordi della serata alla piscina? Certamente ti ricorderai che mentre eri lì legato e nudo, io e Anita ti abbiamo scattato un bel pò di foto... Ebbene, ora quelle foto ce le ho io, e potrei restituirtele se tu farai il bravo e farai esattamente quello che ti dirò... Pensa cosa succederebbe se dovessi darle in pasto al giornale dell'università... Che vergogna che sarebbe!!! Oltre alle corna, dovrai portare pure il marchio del frocetto! Ahahah...".

All’udire quelle parole, Luciano non seppe che pensare... Adesso capiva perché quei due si erano dilungati a fargli tutte quelle foto... Già allora avevano in progetto di ricattarlo! Ma cosa potevano volere ancora da lui? Cosa voleva quell'ingrato che già gli aveva soffiato la donna?
All'altro capo del telefono Pietro – attendendo una risposta – taceva, e così lui prese coraggio e gli disse:
- "Non ho più nulla, non capisco cosa puoi ancora volere da me... Vuoi pure ricattarmi? Ma dopo che mi avrai sputtanato, che ti resta? Nulla!".
Pietro non si aspettava quella reazione apparentemente coraggiosa, e dovette riflettere un momento per tener testa a uno che considerava uno smidollato. Si ripeté:" È la reazione di un disperato", e reagì:
- "Ah si?, non hai nulla da perdere? E la tua dolce sorellina? Ha appena compiuto 18 anni, che ne diresti se mi divertissi un pò con lei? Mi hanno riferito che spasima per me… Non è bello lasciarla soffrire quelle pene d’amore... Pensa se quelle foto dovessero finire nelle sue mani… Ahahah...".
La "sorellina"… Chi era costei?
Era una giovane donna che si stava affacciando allora ai piaceri della vita, ma che – come Anita – aveva avuto la sfortuna di innamorarsi di un minidotato che non l’avrebbe mai fatta godere...
Si chiamava Adele, frequentava l'ultimo anno di liceo, era alta un metro e 62 centimetri, magrissima al limite dell'anoressia, con una soda quarta misura di tette (coppa "D") che sembrava ancora più enorme data la sua fisionomia così esile.
Occhi scuri e capelli neri tagliati corti "a caschetto" con frangetta, mostrava pure dei fianchi stretti, e sotto un culetto piccolo e compatto.

Percui Luciano – al solo sentir parlare in quei termini di sua sorella – gli andò il sangue al cervello, e accecato da una morbosa gelosia urlò nel microfono del suo cellulare:
- "Brutto schifoso, tu Adele non la tocchi, non è roba per te... Spassatela con quella puttanella a cui hai rotto il culo!".
Ma Pietro non si diede per vinto, e – conscio dell'asso che teneva in mano – gli rispose:
- "Ascolta, razza di incapace… Lo vedi che hai molto in gioco? Comunque, io Adele, prima o poi, me la scoperò, resta invece da decidere la figura che farai tu di fronte alla tua famiglia e ai tuoi amici quando ti vedranno in quelle condizioni... Ad ogni modo, fai come ti pare, hai due ore di tempo per pensarci...".
Ma il poveretto non lasciò passare neanche un minuto, e si arrese subito:
- "E va bene, dimmi quello che vuoi!".

Pietro, tutto soddisfatto, si fregò le mani e gli presentò il conto:
- "Voglio che tu fotografi – senza fartene accorgere – Adele nei momenti più disparati della sua giornata...".
- "Tutto qua?", ribattè sorpreso il vigliacco.
- "Sì, tutto qua; e a fine settimana, quando mi farò vivo, tu mi darai il materiale che avrai realizzato", gli ripeté Pietro, consapevole che il cappio intorno al collo di Luciano aveva cominciato a stringersi.

Chiusa la conversazione, quell'uomo così spregiudicato chiamò Anita per metterla al corrente dell'accaduto:
- "Il pesciolino ha abboccato... Ora, non ci resta che aspettare...

3. Fotografo suo malgrado.

Luciano non era molto convinto della promessa fatta a Pietro: per salvare il suo "onore", avrebbe dovuto dare in pasto a quel maiale la sua giovane sorellina... Era vero che ciò che gli aveva chiesto non era poi una cosa tanto sconveniente, ma la prospettiva che lui avesse in mano qualcosa che non lo riguardava gli faceva rodere il fegato...

Ad ogni modo, decise di assecondarlo, nella speranza che tutto si sarebbe concluso lì.
Cominciò, quindi, con scatti “casti”, di lei in cucina mentre si preparava un tramezzino, in sala con un libro di scuola in mano o mentre ascoltava musica; la riprese mentre si truccava, di spalle dinanzi allo specchio, o ancora in camera sua in tuta da ginnastica elasticizzata, o davanti alla scuola con le sue amiche... il tutto rigorosamente di nascosto, come concordato.

Aveva collezionato ormai centinaia e centinaia di scatti quando Pietro si fece vivo con un breve SMS:

- "EHI, CORNUTO, HAI CIO' CHE TI HO CHIESTO? MANDALE ALL'INDIRIZZO CHE SAI".

Luciano, sottomesso e obbediente, fece esattamente secondo il volere di Pietro, il quale dopo pochi istanti ebbe quel materiale, lo visionò e lo passò ad Anita perché lo potesse esaminare...
E la troia, non appena lo ebbe sotto gli occhi, non poté fare a meno di esclamare:
- "Ma cosa è questo schifo? Cazzo!, ma che ci sta prendendo in giro? Forse non ha capito che noi facciamo sul serio...".

Afferrò il telefono e chiamò l’amico:
- “Ciao… Hai visto che capolavoro… Uff… Non ci volevo credere… Quello è stato solo tempo perso, noi abbiamo bisogno di molto meglio…”.
Era furiosa, ma lui cercò di tranquillizzarla:
- “Stai calma, e vedrai che le cose andranno per il verso giusto… Diamogli tempo… Lui non ha spirito d’iniziativa, ha bisogno di essere guidato, che gli si dia un ordine preciso…”.
- “Calma un corno”, sbottò Anita, “ma non ti rendi conto? O questo è tutto scemo o ci sta prendendo per scemi… Fai fare a me questa volta e non te ne pentirai…”.

Decise, quindi, di fare di testa sua… La sera tardi, mentre era a letto, le scrisse:

- “CI STAI PRENDENDO PER IL CULO? HAI FATTO UNO SCHIFO… ADESSO PERO’ COMINCIAMO A DIVERTIRCI… VOGLIO CHE QUESTA SETTIMANA CI FAI UN BEL REPORTAGE DI ADELE NUDA. ANITA”.

Luciano ricevette questo messaggio che stava quasi per addormentarsi, e non fece in tempo a rispondere che subito ne arrivò un altro:

- “MI RACCOMANDO, IMMORTALA OGNI DETTAGLIO E SOPRATTUTTO CHE SI VEDA IL VISO”.

Certo, era un bel “bacino” della buona notte quello che gli aveva inviato la sua ex.
Si bloccò… Voleva contattarla, ma – dopo quelle parole – non ne ebbe il coraggio, e trascorse tutta la notte schiacciato tra la paura di fallire un’altra volta le aspettative dei suoi “committenti”, e quella di esporre ai loro sguardi la sua consanguinea… L’aveva sempre trattata come una regina, ed ora stava per sferrarle una pugnalta alle spalle!

La mattina seguente, di buon’ora, prese la sua reflex e quatto quatto si appostò nella speranza che Adele facesse qualcosa per finire, in maniera osé, dinanzi al suo obiettivo.
La sentì muoversi di là dalla porta della sua stanza… e andò a vedere dal buco della chiave… Si era tolta il pigiama, e – dandogli le spalle – stava leggendo dal suo cellulare…
Luciano si disse: “E’ il momento… non devi perdere l’occasione!”. Forse, si stava convincendo che anche per lui poteva essere l’occasione giusta per fare sfogo ai suoi repressi impulsi sessuali…
Così, adagio, girò la maniglia e socchiuse l’uscio, ed allungò una mano quel tanto che bastava per far passare la macchina fotografica. Poi, cominciò a scattare all’impazzata, senza vedere cosa inquadrava, mentre la sorellina – inconsapevole di tutto ciò – aveva continuato a spogliarsi: via il reggiseno, via le mutandine, era rimasta completamente senza veli… Si era alzata dal letto, e si era avvicinata al lavabo per lavarsi; poi si era voltata “a favore di camera”, ma non aveva avuto sentore di nulla di strano… Aveva continuato nelle sue operazioni, e alla fine si era rivestita…
Muovendosi, aveva fatto per avvicinarsi alla porta, e Luciano – svelto – aveva fatto appena in tempo a ritirarsi con tutta la sua attrezzatura…
Era, però, rimasto nei paraggi, pronto a pedinarla ancora… E infatti, dopo poco, vestita di tutto punto – con un gonnellino a minigonna che le nascondeva a malapena il perizoma, e un top dal quale stava per esplodere il suo seno stratosferico – aprì la porta e si diresse verso il bagno.
Lesto, Luciano la precedette, nascondendosi nel box della doccia, lasciando aperto uno spiraglio che gli consentiva di avere libera la visuale su tutta la stanza.
Poco dopo, ecco Adele che entrò, e – abbassandosi le mutandine – si sedette per fare pipì… mentre il fratello stava azionando il meccanismo di scatto e imprimeva a non finire fotogramma dopo fotogramma.

Finalmente, la ragazza, sistemandosi l’abito, uscì per andare a fare colazione, liberando anche lui che potè così fare ritorno nella sua stanza…
Passarono ancora una decina di minuti, e adele – lanciandogli una voce dall’ingresso – gli disse:
- “Io vado!”.

Era solo, adesso, Luciano… Accese il suo notebook, collegò la macchina fotografica e scaricò tutte le immagini… Scartate quelle venute male, saranno state un migliaio, questa volta le foto che aveva fatto alla “piccola”…
Cominciò a visionarle: si partiva dalla sua esile figura, di spalle, con quel sedere avvolto nella culotte, poi stessa immagine ma – dopo che si era tolto il reggiseno – con la schiena nuda da cui si intravedeva traboccare una piccola porzione di tette; e ancora, un’altra, in cui lei era seduta sul letto con nulla più addosso…
Luciano non avrebbe mai immaginato che quel corpicino l’avrebbe così tanto eccitato, in fondo erano cresciuti insieme, ma fu proprio in quel momento che – come un lampo accecante – comprese che quella bambina era ormai una donna…
Proseguì nell’esame di quel materiale… Ormai, il set si era spostato in bagno, e vide – per la prima volta – spudoratamente esposti – le mammelle enormi e la vagina di Adele!
Che spettacolo che era! Se non fosse stato incesto, avrebbe voluto conquistare i suoi favori, ma intanto erano lì a far godere i suoi occhi…
Quella leggera peluria, poi, che ricopriva il suo monte di venere, lo aveva ipnotizzato, e la fessurina bella stretta lo stava portando a un livello di eccitazione ai provato prima, nemmeno con Anita.

Quando uscì da quello stato estatico, lo scorrere di quelle immagini era terminato, e lui si sentì il minuscolo cazzettino “affogato” in un liquido umidiccio che gli aveva bagnato le mutande, lasciandone traccia anche sui pantaloni.
Corse a cambiarsi, e mentre era ancora con il pene gocciolante di fuori, il trillo del suo cellulare lo fece sussultare…
Non aveva molti amici, percui non potevano che essere i due malefici “compagni di merende”. Andò a scorrere la cartella degli SMS, e lesse:

- “TI VUOI SBRIGARE, IDIOTA? SPERO CHE HAI FATTO QUELLO CHE TI HO ORDINATO STANOTTE”.

Come immaginava… Era Anita che, con i suoi modi di fare spicci, gli chiedeva di mostrare il frutto del suo lavoro…
Questa volta, non la deluse affatto, anzi, e quando lei ebbe sottomano la cartella delle immagini che Luciano le aveva inviato, urlò:
- “Bingo! Finalmente quel fesso si è mosso!”.
Era quasi orgogliosa di lui, si accese una sigaretta e girò il prezioso dono a Pietro:
- “Ciao, pisellone… Ecco il lavoro del frocetto… Non ti dico nente, guarda tu stesso… A più tardi!”.
Il ragazzo, una volta esaminato il contenuto, rimase allibito: “porca miseria, Luciano è un detective perfetto… Mannaggia non averlo saputo prima…”.
Chiamò la troia, e le spiegò il suo prossimo piano:
- “Allora, direi che qui c’è abbastanza per compromettere fratello e sorella, ma ancora non basta… Certamente quella puttanella si farà sbattere da qualcuno… Che ne diresti se gli chiediamo di fare un video mentre la insifonano per bene? Naturalmente, questa volta sarò io a chiederglielo, voglio proprio gustarmi la sua reazione…”.
E scoppiarono in una grande risata…

4. Da fotografo a cameraman.

Pietro si mise subito all'opera, e questa volta decise che voleva umiliarlo davvero, voleva sentire la sua voce, tutto il suo imbarazzo... Ovviamente, lo avrebbe registrato, per Anita ma soprattutto per il ricatto finale...

Compose il suo numero... Attese a lungo... Forse perché Luciano - attendendosi un SMS - era indeciso se fosse il caso di rispondere.
Alla fine, quel bellimbusto, udì bisbigliare, quasi un soffio... Era la voce di Luciano...
- "Pronto... Sono stato ai patti, adesso per favore basta... Che colpa ha Adele in tutto questo? Lasciatela in pace, almeno lei...", disse il cornuto.
Al che, Pietro perse la pazienza:
- "Stammi bene a sentire, basta lo dirò io quando mi sarò stancato di voi... Intanto apri bene le orecchie... Le foto che hai fatto a quella puttanella mi sono piaciute molto, ma... Come dire?, non basta per capire se a letto è davvero brava... Anche perché mi hanno detto che anche il fidanzatino non ha certo un mostro la sotto... Anzi! Perciò, adesso tu farai così: tra 10 giorni mi porterai un video di una loro scopata... Voglio vedere come si muove sul cazzo, la santarellina...".

Luciano non credeva alle sue orecchie... Fare qualche foto osé va bene, ma addirittura essere costretto a fare il guardone per conto terzi...
Provò a ribellarsi:
- "Siete due pervertiti, malati... Entrare nell'intimità di mia sorella... Ma siete matti? Questo è davvero troppo... Noooo... Scordatevelo!".
Ma Pietro, più deciso che mai, lo tacitò:
- "Non ti permettere mai più di dire cosa fai e cosa non fai... Qui, decido io... E se ti dico di fare una cosa, tu la fai... Capito???".
- "Si", sussurrò remissivo Luciano.
- "Bene", riprese il ragazzo senza scrupoli, "quindi, organizzati come credi meglio, ma portami quel maledetto video...".

Il cornuto dovette sottostare anche a questo ricatto... Ma come fare? Innanzitutto, non sapeva se la sorella faceva sesso: a chi avrebbe potuto chiederlo? Certo, non a lei... E poi, se lo faceva, mica poteva chiedergli: "Scusa, che mi faresti fare un film mentre ti fai sbattere?".
Era un bel problema, e rischiava un sonoro schiaffone...

Ma un giorno, inaspettatamente, quando non sapeva più dove andare a sbattere la testa, gli si presentò l'occasione propizia, e ciò proprio attraverso un'altra telefonata.
Infatti, passando davanti alla stanza di Adele, la udì parlare al cellulare con il fidanzatino, appunto, e dirgli:
- "Stai tranquillo, anch'io ho tanta voglia... Domani, mio fratello sarà in Università e i miei saranno a lavoro fino a tardi... Vieni da me e non te ne pentirai... Sarò tua...".
Dopo un primo impeto di gelosia in cui avrebbe voluto conoscere quel disgraziato che aveva approfittato della sorellina, Luciano si sentì più sollevato... Aveva finalmente trovato il modo di raggiungere l'obiettivo...

Ora, però, doveva sbrigarsi ad allestire una vera e propria sala da ripresa cinematografica.
Approfittando di un momento in cui Adele era uscita a fare la spesa, trasformò la sua stanza, allestendo con una serie di micro telecamere a circuito chiuso, che avrebbero rimandato le immagini sul suo pc...
La sera, infine, quando lei si preparò per andare a letto, poté verificare che tutto era a posto per il gran giorno.

La mattina, Luciano fece come se fosse pronto per uscire: lasciò aperta la finestra della sua stanza al piano terra, chiuse a chiave la porta, poi salutò e si avviò giù per le scale... Ma non appena fu fuori, girò tutto intorno alla casa rientrò dalla finestra che aveva lasciato aperta.
Così facendo, era pronto a sistemarsi in postazione per godersi lo spettacolo...

Non passò molto altro tempo che sentì suonare il campanello: era Mirko, il fidanzatino della sorella che era arrivato per divertirsi... Poi si udì la ragazza, più sveglia del fratello in queste cose, dire:
- "No, non qui, andiamo in camera mia che stiamo più comodi".
Si spostarono nell'altra stanza, e da quel momento Luciano ebbe tutto inquadrato.
Il ragazzino cominciò a spogliare Adele... Anche se in giovane età, era un amante dei piedi, e così - seduti l'uno di fronte all'altra - le fece togliere le scarpe da ginnastica e accolse le sue estremità sulle sue cosce.
Le accarezzò ponendo le sue mani sul suo collo del piede, e andando velocemente avanti e indietro, e chinandosi ogni tanto a baciarli.
Per tutta risposta, lei cominciò a sbottonargli la camicia candida, e mise le due mani aperte sul petto glabro di lui...
Ma il giovane era smanioso di andare al dunque, e con gesto rapido quanto irruento la aiutò a togliersi il top grigio scollato, che finì a terra e fece sobbalzare rigidamente - benché ancora racchiuso nel reggiseno - quel grosso paio di tette da urlo.
Si vedeva anche che Adele non aspettava altro, che voleva offrirgli come primizia tutto il ben di dio che c'era lì sotto... E siccome il ragazzo sembrava tergiversare, lei si mise una mano sulla schiena e si apri il gancetto metallico, mentre con l'altra mano si strappò letteralmente di dosso il tessuto.
Fu un attimo, e poi quella meraviglia delle meraviglie si palesò senza veli...
Mirko non sapeva dove mettere le mani, tanta era quella roba, ma alla fine si decise e posò le labbra sui suoi capezzoli, iniziando a succhiare come un lattante.
Adele si eccitò molto a quel "trattamento", e non poté fare a meno di gemere:
- "Ohhh, siiii... Dai, ancoraaa... È meravigliosooo!".
Intanto aveva tutte e due le mani sui fianchi del maschio, che cercava di trovare la fibbia della sua cintura. La trovò, e liberò da quell'accessorio i pantaloni... Sbottonò l'unico bottone presente... Tirò giù la cerniera... Tornò nuovamente sui fianchi e con uno strattone deciso gli tolse jeans e mutande...
Mirko si guardò il membro flaccido... Era davvero minuscolo, e quasi se ne vergognò... Ma Adele, per metterlo a suo agio - con la stessa velocità usata su di lui - si liberò del gonnellino e del perizoma...

Ora erano definitivamente nudi entrambi, faccia a faccia, entrambi emozionati, quando la fanciulla glielo prese tra le mani... Effettivamente, era qualcosa di ridicolo, un pisellino di quattro, cinque centimetri di "lunghezza", molto sottile, poco più di una matita... Prese a massaggiarlo, nella speranza di vederlo crescere, si impegnò in un pompino in piena regola, molto intenso, ma dopo circa un quarto d'ora - quando il suo polso cominciava ad essere tutto un dolore - la situazione non era migliorata di molto: in erezione, sarà diventato non più di 10 centimetri...
Adele, era un po' sconfortata, ma non voleva umiliarlo, e così - dopo averlo scappellato per bene - lo prese e se lo diresse in mezzo alla fessurina... Si disse, speranzosa:
- "Chissà che sentendo i miei umori non reagisca...".
Così fece, e comincio a muoversi avanti e indietro, ma pur usando tutta la cautela del caso, ad ogni movimento quel pisellino le usciva fuori...

Provò, allora, un’altra strada, per verificare se così fosse cresciuto almeno un altro po’, tanto da riuscire a rimanerle dentro: quella delle parolacce…
Lo estrasse dal suo paradiso, gli guardò l’asta che si stava di nuovo ammosciando, e con voce roca dalla voglia – guardandolo fisso negli occhi, con fare da vera porca – gli disse (ovviamente, fingendo):
- “Come mi hai eccitato, porco bastardo!“.
Le supertette di Adele erano davanti a lui, e con un semplice movimento della ragazza precipitarono sulle cosce di lui, come una valanga inarrestabile…
Finalmente, qualcosa si mosse nello spirito di Mirko, il quale si lanciò a baciarle e a succhiarle i capezzoli...
Continuò così per un bel pò, incitato dai suoi guaiti di piacere, mentre lei gli aveva preso quel pisellino in mano e lo stava scuotendo a dovere.
Sotto, aveva la fica che colava come una fontana... era fantastica... e i suoi capezzoli erano diventati duri come l’acciaio…
Poi, Adele gli disse:
- “Dai, prendilo e ficcamelo tra le tette, vediamo se così funziona…”.
Mirko obbedì, e la giovane glielo strinse tra la sua soffice carne. Iniziò a dare ritmo… ma purtroppo quel membro non ne volle sapere, e scomparve in quelle immense montagne, e nonostante le movenze profonde di lei non riuscì a sbucare fuori per consentire ad Adele almeno di dare una leccata consolatoria alla cappella.

La ragazza temette di non riuscire mai più a godere con lui, che avrebbe dovuto inventarsi ancora qualcos’altro di diverso, ma proprio in quel momento, all'improvviso si udì una chiave girare con suono metallico nella toppa... Erano i genitori che, causa un contrattempo, erano rientrati anticipatamente e la chiamavano.
Di corsa, i ragazzi si rivestirono e si presentarono in sala, facendo finta di stare studiando.

Ma per Luciano questo imprevisto fu una vera catastrofe. Si chiese, tra se e se:
- "Maledizione... E ora? Che dico a Pietro?".
In fondo, anche le sue aspettative per quella scopata erano state grandi, ci aveva fatto la bocca, era curioso di vedere sua sorella posseduta selvaggiamente da un uomo, tanto che quell'attesa lo aveva sfiancato come se li con Adele ci fosse stato lui...
Nel pomeriggio, andò a rimuovere tutta l’attrezzatura, e poi cercò di riflettere, a mente fredda, sul da farsi, concludendo che in fondo lui aveva fatto il massimo e che il suo “traditore” si sarebbe dovuto accontentare.

Stavano per mettersi a cena quando arrivò l’ormai atteso SMS. Era Anita, anziché Pietro, ansiosa di vedere cosa quella cagnetta era capace di fare:

- “PIETRO E’ STATO FIN TROPPO BUONO CON TE. GUARDA DI NON APPROFITTARTENE. HAI IL VIDEO?”.

Luciano sussultò: con lui, sapeva bene o male come prenderlo, ma lei era una bestia, e quando voleva qualcosa non c’erano storie, se la prendeva, con le buone o con le cattive.
Perciò, si rassegnò a rispondere:

- “TRA UN’ORA AVRAI TUTTO. MA LA SCOPATA NON C’E’ STATA. I MIEI SONO RIENTRATI SUL PIU’ BELLO ED E’ SALTATO TUTTO”.

Anita, a leggere quello scarno messaggio, si arrabbiò moltissimo… Attese di avere in mano il filmato – che visionò toccandosi la sua patata –, lo girò a Pietro e dopo un paio di minuti lo chiamò telefonicamente:
- “Hai visto cosa ha combinato quel deficiente? Non gli si può affidare un compitino semplice semplice che fallisce, come sempre! Ad ogni modo, quella troia direi che si muove bene e che mette in mostra abbastanza…”.
E l’altro:
- “Stai calma, che adesso viene il bello… Con questo materiale in mano, vedrai che non ci vorrà molto a far sì che mi apra quelle stupende cosce…”.

Infatti, era il momento di raccogliere i frutti di tutto quel lavoro, e di far cadere nella trappola fratello e sorella…

5. Fratello e sorella uniti da un unico crudele destino.

Era fin dal primo momento del loro sodalizio che Pietro e Anita avevano in mente di far divertire davvero Adele, di farne una vera femmina da letto; di portarla a che ogni posizione non avesse più segreti per lei; e di fare di Luciano un doppio cornuto…
Presto, avrebbero capito se lei aveva la stoffa della "macchina da sesso", non solo a parole ma con i fatti, e per questo motivo, decisero di passare subito all'azione.

Capitò, dunque, che passarono pochi giorni da quella mancata scopata, quando Pietro invitò a casa sua l'ex amico, con la scusa di restituirgli ogni cosa, e dicendogli che "il gioco è bello quando dura poco":
- "Dai, non te la prendere, ci siamo solo voluti divertire un pò... Anzi, sai che ti dico? Vieni su da che ci facciamo una bella bevuta sopra!".
Convinto che stavolta i due dicevano la verità, non ebbe timori ed accettò.
Ma quando fu nella dimora di lui, si ritrovò – a fine serata, con addosso un tasso alcolemico da far paura – dinanzi all'ennesima amara delusione.
Fu Anita a parlare:
- Possibile che non riesci proprio a capire? Che ti fidi ancora di noi? Ahahah... che ingenuone che sei!".
E Pietro:
-"Vedi, io ti avrei pure restituito tutto, ma quel video mi ha eccitato molto, e allo stesso tempo mi ha lasciato un certo amaro in bocca... Mi sono chiesto: chissà se con un altro la ragazzina si sarebbe davvero fatta sbattere... E' un tarlo che mi frulla per la testa e che vorrei togliermi... Oltretutto, lei ha un debole per me, ricordi? Facciamo cosi: organizza una bella cena, alla villa, dove tutto è cominciato... Inviti me e Anita, e ti porti dietro Adele... Soltanto noi quattro! ".
Luciano era irritato per la trappola in cui era cascato come uno sciocco, ma ancor di più dalla prospettiva che quel farabutto gli aveva presentato... Non poteva gettarle Adele in pasto, soprattutto a sua insaputa... Anche perché quello che le sarebbe toccato era chiaro.
Provò a contrattaccare, minacciando di rivelare tutto alla sorella, la quale già lo odiava per fatti suoi...
- "Adesso basta, Pietro... O mi restituisci le foto, o dico tutto...".
- "Ancora con questa storia?", replicò con aria disgustata quello, "guarda: ho già pronta la e-mail con tutto il reportage, dall'inizio alla fine, da inviare alla redazione del giornale dell'università... Basta un solo click... Suvvia, cerca di essere ragionevole... Vuoi davvero farla rimanere illibata?".
E per l'ennesima volta Luciano fu costretto a soddisfare il loro volere...

Tornato a casa, lontano dalle orecchie dei genitori, prese da parte Adele e le spiegò ogni cosa per filo e per segno.
Al che la ragazza, dapprima rimase incredula, e poi esplose in un urlo:
- "Ma sei diventato tutto scemo? Ti sei fatto fregare come un cretino, e adesso io devo essere il loro giocattolino per salvarti il culo?".
Timidamente, Luciano, non poté fare a meno di rivelarle che le aveva fatto un'infinità di foto e un video, per conto loro, a dir poco compromettenti, e che anche queste cose erano nelle loro mani...
Alla fine, Adele scoppiò in lacrime, ma poi – riflettendoci bene – si disse: "in fondo sbavo fin da piccola per questo stronzo, chissà che finalmente non mi fa fare una chiavata come si deve... E peggio per loro... Cornuto il fratello, cornuto il fidanzato!".
Accettò, ma con la clausola che Pietro e Anita dovevano sapere che – al di là della cena – lei era all'oscuro di tutto...

6. La cena delle beffe.

Per quel fine settimana Luciano chiese ai genitori – che sapeva sarebbero rimasti a casa in città – le chiavi della villetta di campagna.
Insieme ad Adele, che per tutto il tragitto non spiccicò parola tanto era ancora arrabbiata con lui, prepararono la piscina e la tavola, e accesero i lampioni… Proprio quei lampioni a cui lui era stato legato e fotografato nudo la volta precedente…

Era il tramonto quando Bonnie e Clyde arrivarono con un sorriso smagliante e portando una bottiglia di spumante comprata per l'occasione.

Anita, contrariamente alla sera che cambiò il suo rapporto con Luciano, era vestita con un tubino rosso fuoco, sotto al quale – insieme al suo magro figurino – risaltava quell’aggressivo e ingombrante culo che non trascurava mai di esibire con orgoglio.
Davanti, invece, sotto una vertiginosa scollatura a V si stagliava un busto quasi piatto, con la sua seconda misura scarsa ma soda: forse per questo non poteva soffrire la piccola Adele, che con la sue quinta naturale e tremendamente solida la innervosiva...
Inoltre, aveva con sé una piccola borsetta da sera, contenente gli "attrezzi del mestiere".

La sorellina, invece, aveva deciso di esagerare – per far ingelosire ancora di più Luciano –, scegliendo un completino sexy nero fatto di una gonnellina ascellare lunga (si fa per dire) non più di 15 centimetri dalla vita, dove era tenuta su da una cintura dello stesso colore.
Sopra, un corpetto di pelle borchiato si apriva nel mezzo, e risaliva su fino a chiudersi dietro al collo, lasciando nude – oltre che le spalle – quasi metà di quelle splendide mammelle che per la forza di gravità scendevano leggermente verso il basso, appoggiandosi graziosamente al suo ventre.
In tutto questo tripudio di erotismo, la sua eccitazione veniva spudoratamente manifestata dai capezzoli turgidi...

Anche Luciano faceva il sostenuto, ma per ragioni diametralmente opposte, e cioè perché sapeva bene che Pietro avrebbe sfoggiato, con le "sue" donne, tutti i suoi 25 centimetri di virilità, lasciandolo angosciarsi in una invidia che se lo mangiava vivo.

La cena a bordo vasca scivolava via tranquilla, quando il "Don Giovanni" della serata si alzò in piedi e – dando un leggero colpo di forchetta sul vetro del suo calice – suggerì un brindisi:
- "Alle signore qui presenti, che la vita gli sorrida sempre...".
- "E al cornuto", aggiunse malignamente Anita, guardando decisa Luciano, "che anche questa sera imparerà qualcosa dell'arte amatoria".
Poi, scoppiò in una sonora risata, si portò dietro l'ex compagno e gli sussurrò in un orecchio:
- "Sai cosa devi fare, vero? Non ci sarà bisogno di legarti, ormai ti è chiaro qual'è la tua funzione... Vai, e spogliati...".

Luciano, a testa bassa obbedì, evitando di incrociare lo sguardo di sua sorella, a cui – nel frattempo – si era dipinta sul volto una smorfia di disprezzo nei suoi confronti...
Dietro la sapiente regia di Anita, che via via gli indicò da vera mi stress l'indumento da togliere, il poveretto in breve tempo restò completamente nudo, con la sua grottesca "appendice" di 12 centimetri, penzolante.

Allora, fu la volta del vero uomo, Pietro, che fu introdotto al centro di quell’immaginaria corte dalla "cerimoniera" con poche ma avvincenti parole:
- "Questo, invece, signori, è il maschio, il macho... Impara a riconoscerlo, Adele!".
Disse ciò fissando la ragazzina che, d'altra parte, già se lo mangiava con gli occhi...
Il suo vigore fisico si palesò, e quando quel biscione di 23 centimetri prese a oscillare tra le gambe del fortunato proprietario, Adele non poté fare altro che rimanere a bocca aperta, entusiasta di cotanta magnificenza.

Messi sinceramente a confronto, quei maschi sembrarono provenire da pianeti differenti, un “bronzo di Riace” contro un insignificante ranocchio…

E fu l’ora delle due femmine... Pietro, porgendo cavallerescamente la mano ad Anita, e guardando Adele, la invitò:
- "Mia cara, vieni qui e diamo una bella lezione alla bimba di come si spoglia una vera femme fatale...".
Anita non se lo fece ripetere due volte, e subito – come una cubista che si libra a suon di musica – iniziò a levarsi quel tubino che la fasciava così stupendamente...
Si fece aiutare dal suo uomo ad aprire la cerniera che da dietro al collo scendeva giù fino quasi all’osso sacro; poi, dando le spalle a quel piccolo insieme di "spettatori", svestì anche le maniche, e poi ancora la parte che le vestiva il torace fino alla vita... Lentamente, restando ferma sulle gambe, girò il tronco verso Adele e le disse, con tono di sfida:
- "Vedi, non è necessario fare sfoggio di un paio di tette gigantesche per prendersi un uomo...", mettendo così in chiaro che tutto quello che sarebbe successo di lì in avanti tra lei (Adele) e Pietro era solo una parentesi, e che lui le apparteneva.
La ragazzina, ad ogni modo, rimase incantata da quella seconda misura: infatti, su quel petto molto particolare innalzavano due capezzoli che – sebbene normalmente fossero poco più che rispettabili – ora erano diventati appuntiti come spilli e pronti a "scorticare" ogni cappella che gli si fosse parata dinanzi...

Anita, comunque, ritenne essere quello il momento di offrire la sua parte migliore… Si calò fino ai piedi ciò che restava ancora a coprire le sue grazie, e non indossando sotto nemmeno un piccolo perizoma, svelò in totale libertà il suo celebre e immenso culo…

7. Esame orale… e di equitazione .

Anita, recuperò il suo posto accanto a Pietro, il quale la “premiò” per l’ottima esibizione con un leggero schiaffetto su quelle natiche paffute.
Ma la ragazza non si sentì ancora soddisfatta: spinse il bacino all'infuori, come a porgere a chi lo desiderava la visione della sua fica perfettamente liscia e rasata di fresco, con le grandi labbra un pò più disunite del normale, forse a causa delle ormai frequenti, energiche penetrazioni “subite” da parte del palo di carne di quel macho.
Pietro, a quella vista, non resse oltre, e – ripensando a tutte le volte che gliela aveva leccata fino a farla godere – pensò bene che adesso toccava a lei far vedere a tutti cosa sapeva fare…
Perciò, le chiese:
- “Ninì” – già si chiamavano con i nomignoli – “stasera ho bisogno di essere in splendida forma… Datti da fare, facciamo vedere di che pasta sei fatta e insegna alla ragazzina come far godere un uomo…”.

Anita, in poco tempo da quando stava con lui, era diventata una vera e propria “Principessa del Pompino”, e così – mettendosi in ginocchio ai suoi piedi e chiudendo gli occhi – glielo prese ed iniziò a pomparlo a due mani.
Poi, si fermò guardandolo negli occhi, e gli fece una promessa solenne:
- “Ti farò un lavoretto indimenticabile, da manuale!”.
Allungò una mano ed afferrò il barattolo di cioccolata che era sul tavolo, e con due dita ne prese un pò e la spalmò sul glande.
Si chinò con la testa, racchiudendolo tra le labbra che accarezzarono tutta la lunghezza dell’asta.
La leccò dolcemente, partendo dalla cappella e finendo sui testicoli, e dopo ogni leccata prese il cazzo e lo ingoiò completamente, facendolo sbattere in fondo alla gola…
Con la bocca era fantastica, la sua lingua saettava sulla testa turgida, enorme e paonazza di quel cazzo così ciclopico… Ci sapeva davvero fare, e Pietro dovette ammettere in cuor suo di non aver mai incontrato, prima, una donna cosi speciale.
Pompata dopo pompata, era diventato così grosso che Anita non riuscì più a farlo entrare completamente dentro.
Ma non era ancora soddisfatta, quindi piegando la testa di lato riprese a scendere lungo l’asta, giù fino a leccare le palle.
Dopo quel meraviglioso, esperto pompino di dieci minuti, fatto con passione, Pietro era molto eccitato, e il suo cazzo pulsava all’impazzata, e stava per venire.

Allora glielo strappò di mano, e lei – come una bimba a cui era stato tolto il giocattolo preferito – lo fulminò con lo sguardo. Poi gli ordinò:
- “Cattivo, sdraiati!”.
A questo punto, il macho si era fatto remissivo, ben sapendo che quella ragazza era molto fantasiosa e non l’avrebbe deluso…
Gli salì sopra, a cavalcioni, dandogli la schiena, e se l’infilò tutto dentro – guidandolo con una mano –, con una lentezza esasperante. Arrivata a sbattere sull’utero, lo strinse – come fosse una tenaglia – con la fica, che pareva lo volesse stritolare con la forza dei suoi muscoli vaginali…
Lì, sul fondo, cominciò a muoversi con determinazione, facendo il classico movimento “dentro-fuori” e ogni tanto ciondolando in “avanti-indietro”.
Quel “missile” sembrava impazzito, e lei, urlò fuori controllo:
- “Prendimi, sono la tua troia, possiedimi, donami una gran sborrata…”.
In quel frangente, Anita non seppe nemmeno lei quante volte venne: era l’immagine perfetta della lussuria, e ogni tanto lui sentiva la sua vagina bagnarsi e il suo umore gocciolare lungo l’asta.
Continuò a cavalcarlo in quel modo fino a quando una bollente e interminabile sborrata non venne accolta nel suo ventre…

8. L'imbarazzo di Adele.

Adele, benché etero, provava un grande piacere nel contemplare il corpo nudo di una donna… Ebbe un fremito di compiacimento dinanzi ai ripetuti orgasmi – di lei e di lui – che si erano succeduti in poco tempo, e le venne istintivo toccarsi nelle parti basse...
La cosa non sfuggì a Pietro, che – con quel cazzo massiccio, oscillante e ancora grondante di umori e di sperma – gli si avvicinò e, prendendola per un braccio, la strattonò fino a metterla in mezzo tra se e Anita (anch'essa ancora nuda), e a muso duro le disse:
- "Visto che sei già così calda, puledrina, vediamo un pò come sei fatta?".
E stava per toglierle di dosso – con irruenza – ogni sorta di indumento, quando ecco che intervenne Anita e lo bloccò:
- "Fermati... Ci penso io...".

Posò poi amabilmente una mano sul capo della ragazza, e le carezzò i capelli, seguendo il contorno del viso e risalendo sfiorandole le labbra e la cresta di quel nasino così provocante...
Tornò indietro, nuovamente sui capelli, e ridiscese fino alle spalle, seguendone la siluette con un dito. Descrisse tutta la sua sagoma, dalla schiena nuda fino al sedere fasciato nella mini.
Adesso era Anita che si stava eccitando: senza veli, non ebbe difficoltà a strofinarsi in mezzo a quella fessura che aveva già accolto Pietro, ma che ora era ben altro ciò che voleva...
Insomma, si stava risvegliando in lei quel lato lesbo che aveva conosciuto da bambina...
Le sorrise, e in quel sorriso non c'era più l’asprezza che l'aveva contraddistinta per tutta la serata.
Adele, dal canto suo, cominciò a sentirsi confusa, in autentico imbarazzo: in tutta la sua vita, infatti, non aveva mai pensato di puntare le sue attenzioni erotiche su una donna, seppur molto attraente come Anita.
La quale, improvvisamente, la baciò, senza lasciare più le sue labbra, ma anzi riuscì a “scardinare” la sua bocca serrata e vi introdusse la lingua bagnata di autentica cupidigia.
Era una situazione incredibilmente piacevole ed eccitante... Anita sentì un improvviso calore in mezzo alle gambe, e fu chiaro che sarebbe rimasta inappagata se il loro contatto si fosse fermato ad un semplice bacio.
- "Ora sei tutta mia", le bisbigliò poi all'orecchio cominciando a succhiarle il lobo grassottello, e a umettarlo con la sua saliva.
Le mise le mani sulle spalle e la fece girare... Il collo della ragazzina era splendido, di un candore assoluto, circuito dal cordino che sorreggeva il corpetto in pelle...
Anita, prese tra due dita delle due mani i capi di ciascun laccetto e tirò... In breve, lo sciolse e quel bustino le scivolò sul davanti... Ora la schiena di Adele era scoperta, così come anche l'esuberante seno...
Le mise le mani sui fianchi, mentre si chinava per omaggiare con un tenue bacio la nuca.
Sempre stando dietro di lei, la abbracciò e le risalì il torace, fino ad andare a stringerle i capezzoli che nel frattempo erano diventati durissimi... Ci giocherellò per qualche istante, e poi palpeggiò con trasporto le grosse tette...
Non avrebbe mai immaginato di trovare su un corpicino così esile ma ben strutturato, delle mammelle tanto notevoli.
Con un breve gesto fece di nuovo voltare la piccola, si inginocchiò ai suoi piedi e non poté fare a meno di soddisfare il prepotente richiamo di quei chiodini... Li afferrò gentilmente tra le labbra, e con altrettanta morbidezza li tirò a se... Li trattenne ancora, e poi li fece rimbalzare all'indietro, mentre le tette non si mossero di un millimetro, non ebbero il benché minimo sobbalzo.
Anita le baciò il ventre, mentre scendeva... Aveva voglia di scoprire di più, voglia di lei, e il profumo di femmina che emanava da quel corpo sempre più forte la avvolgeva, e lei non seppe resistere...
Con la guancia appoggiata sulla sua pancia, Anita ne ascoltò il respiro, e dopo pochi secondi le due cominciarono a respirare all’unisono.
- "Come vorrei che il mondo intorno svanisse e restassimo solo io e te... Su, fammi vedere cos'altro c'è di bello...", le disse, innamorata del suo corpo. E senza darle il tempo di ribattere, cominciò a sbottonare anche la minigonna, che immediatamente volò via.
A quella bellissima creatura restava solo il perizoma…
Anita le tastò il culetto, e constatò che quella sottile strisciolina verticale di tessuto le si era introdotta in profondità tra le chiappe.
Ma non si scoraggiò… Era troppo presa dal voler scoprire ciò che restava ancora nascosto, e abbassò le mutandine di Adele fino alle caviglie.
Restò muta dinanzi a quello spettacolo così sublime, e la ragazzina stava lì, immobile per l'imbarazzo.
Poi, a rompere quel silenzio irreale fu proprio Adele, che con un timido filo di voce le chiese:
- "Ti va di baciarmi?".
Erano in eccezionale sintonia, e fu allora che – per la prima volta – la piccola cominciò senza indugio ad accarezzare in ogni parte il corpo di Anita, senza vergogna, ne pudore.
Era incredibilmente attratta dalla sua patatina: la sfiorò con le dita… ma non le bastò, volle sentirla meglio e così gliela baciò con passione.

Aveva un buon profumo, che non si poteva spiegare a parole, e Anita – dopo averla fatta coricare nella posizione del “69” – fece lo stesso con Adele, e fu meraviglioso: le prese le cosce fra le braccia e le allargò le gambe; le parve di impazzire, il contatto tra la lingua ed il clitoride provocò ad entrambe dei goduriosi brividi lungo la schiena...
Adele cominciò a gemere forte quando sento la sua lingua tra le labbra, finchè arrivò l’orgasmo, che la fece letteralmente impazzire.

Mentre ormai quell’intenso piacere stava scemando, la ragazzina si accorse – con stupore – che non provava più alcun disagio...
Era assolutamente serena, e si sentiva appagata!

11. Finalmente... in fica.

Pietro era un vero stallone, un maschio che – oltre ad avere la resistenza di un toro – aveva anche l'incredibile qualità che gli bastava poco per ritornare in tiro.
E così fu anche quella volta, quando decise che era arrivato il momento di fare di Adele una “femmina”.
Con una manata, sgomberò il tavolo da ogni suppellettile, e vi adagiò la ragazza.
Mentre Anita aveva ripreso a limonare con lei, lui controllò la situazione in mezzo alle gambe della piccola... Con due dita le divaricò le strette labbra vaginali, e verificò che si stava bagnando sempre di più, in attesa del momento in cui lo avrebbe ricevuto nel suo grembo e avrebbe provato quel piacere immenso che solo un cazzo di quel calibro poteva darle.
Finalmente, ma lentamente, con un colpo solo Pietro le entrò dentro a pelle, fino in fondo, al modo di una lama infuocata che irrompe nel burro.
Come la ragazza aveva immaginato, quell’attrezzatura bellica non riuscì ad entrare del tutto, ma la sensazione fu ugualmente stupenda: era arrivato fino in fondo, fino a dove quelli di dimensioni normali non arrivano mai...
Andò a cozzare contro l'utero, provocando un forte grido di dolore di Adele: la ragazza non era più vergine da parecchio, ma siccome aveva sempre ricevuto dentro di sé il piccolo cazzetto del suo fidanzatino, con quel "mostro" era come se ancora lo fosse...
Pietro cominciò a sbatterla veramente, e allora lei non riuscì a trattenere un altro tipo di grida, questa volta di piacere.
Mentre un buon terzo dell'asta era rimasta fuori insieme alle grosse palle, più gonfie che mai, Adele aveva gli occhi sbarrati dallo sgomento, ma lui la rassicurò amorevolmente:
- "Rilassati, respira profondo, e vedrai che andrà tutto bene...".
La stantuffò per bene per una decina di minuti, la fottè con forza, e le disse:
- "Ma lo sai che sei una bella porcellotta?".
Continuò ancora, e a lei gemette in tutte le posizioni, finché – scossa da un forte fremito – non ebbe il suo primo vero orgasmo.
Il ragazzo, imperturbabile, continuò a pomparla, finché non si rese conto che –se avesse continuato cosi – le sarebbe venuto dentro, e dunque fece per uscire, quando intervenne risoluta Anita:
- "Ma dai, vuoi veramente privarla del piacere più grande?".
E poi, rivolta a lei:
- "La sborrata dentro è l'apoteosi di ogni scopata...", e le stampò un bacio in bocca...
Adele era in uno stato di semi-incoscenza, dovuta al grande godimento, percui non era in grado di decidere per sè...
Pietro, invece, lo aveva già fatto per entrambi: scaricò nell'utero della giovane una quantità tale di sperma da farlo in breve tempo tracimare fuori dal suo corpo, ancora impreparato a una “terapia” così forte...

Sfiancati entrambi, giacettero a terra senza rivolgersi né uno sguardo né una parola, fin tanto che Adele, riprendendo i sensi e sentendosi tutta appiccicosa tra le cosce, si ricordò di quanto era avvenuto poco prima...
Provò un tuffo al cuore, pensò che nemmeno al suo fidanzatino aveva mai dato il permesso di riempirle la patatina, e che Pietro – invece – aveva violato così profondamente il suo grembo.
Subito dopo quell'istante di struggente serenità, ecco che però Adele piombò drammaticamente in un incubo. Si disse:
-"Che cazzo ho fatto!!! E se dovessi rimanere incinta? Oltretutto sono nei giorni in cui è più probabile che ciò possa accadere... Beh, ormai la frittata è fatta, aspettiamo e vedremo il da farsi...".

12. Anita e Adele, doppio pompino.

Dopo quell'incidente di percorso, si erano fatte ormai le tre di notte, e i quattro ragazzi – scossi da quanto era accaduto – erano incerti su cosa fare, se andare avanti o chiudere lì quella sessione di sesso sfrenato.
Si erano divertiti, ma il rischio che stava correndo Adele era troppo grande per far finta di niente e continuare con quella leggerezza che li aveva spinti fin lì.
Anita, che era la più spregiudicata, tolse tutti d'impaccio prendendo la decisione per il gruppo:
- "Ragazzi, sarebbe un peccato sciupare quest'occasione e lasciare le cose a metà, chissà se e quando ci ricapiterà di vivere una situazione così eccitante... A un’eventuale gravidanza ci penseremo dopo, per adesso andiamo avanti! Fino alla fine...".
Furono tutti d'accordo, e le due femmine – allontanandosi di qualche passo – presero a parlottare fitto fitto tra di loro. Poi, spinsero Pietro su una sedia e gli fecero una promessa:
-" Stavolta ti facciamo un servizietto che ricorderai per parecchio tempo".

Si accucciarono davanti a lui, e Anita prese a massaggiargli con una mano lo scroto, controllando in profondità i grossi testicoli; poi, con la punta della lingua, gli praticò una delicata manovra che gli provocò una istantanea erezione, e con decisione gli abbassò completamente la pelle del prepuzio, fino a mettere a nudo tutta la cappella che stava assumendo la dimensione di un piccolo pugno chiuso.
Con vera padronanza prese ad avvolgerla con tutta la sua lingua, andando a colpire di tanto in tanto il sensibilissimo filetto.
Negli stessi frangenti, Adele cominciava – con lente pennellate – a leccare l'asta per tutta la sua lunghezza, da sopra a sotto e viceversa, provocandogli un infinito brivido lungo la schiena.
A questo punto, Anita abbandonò la cappella e iniziò a dedicarsi – simmetricamente all'altra femmina – anche lei a quell'asta che stava letteralmente impazzendo.
Si alternavano, l'una da sopra a sotto, e l'altra da sotto a sopra, usando le labbra contrapposte come un guanto perfettamente aderente.
Dopo un pò di questo "lavoretto", Adele si spostò, e andò ad ingoiare tutto il glande... Ormai ci si era abituata… Lo trattò come fosse un ciuccio da neonato, succhiando ininterrottamente per qualche minuto.
Alla fine, le prime gocce di sperma cominciarono a lambire le labbra della ragazza, crescendo in quantità e in intensità man mano che lei continuava a gustarne il sapore, e colarono dai lati della sua bocca, facendola sembrare ancor più troia.
E quando finalmente, dopo aver ingoiato tutto, si stacco dal pene, Anita, Pietro e Luciano videro la giovane sporca di una densa crema bianca, come un bimbo con la bocca imbrattata di cioccolata.
Anita, era rimasta a bocca asciutta, e rivolta al compagno gli disse:
- "Caspita, non credevo che questa maialina imparasse così alla svelta…".
Pietro, da parte sua, gli replicò:
- "Stai calma, che presto avrai la tua rivincita...".
Infine, Luciano, esterrefatto:
- "Da non credere… Ho una sorella che non avrei mai immaginato di avere!".

Pietro, mantenne la parola con Anita, e le consentìl di mettere in opera l'ultima follia...

13. Fratello e sorella... contro natura.

Con il via libera di Pietro, Anita prese la sua borsetta con cui era arrivata e ne tirò fuori un oggetto molto particolare...
D'accordo (tacitamente) con il suo compagno, aveva fatto piegare, con i gomiti appoggiati sul tavolo su cui avevano cenato, quasi alla pecorina, i due fratelli, messi faccia a faccia e con le gambe leggermente divaricate.
Dietro di loro, Anita aveva preso possesso di Luciano, mentre Pietro stava approssimandosi ad Adele.
Anita cominciò allargando le chiappe del maschio, e a limonargli con la lingua lo sfintere e il buco del culo. Lo lubrificò per bene e molto più a lungo del solito, poi gli si accostò e piano piano gli violò l’ano con un dito.
Lo girava e rigirava dentro l’intestino... e poi ne infilava un secondo, ripetendo la stessa operazione...
Luciano taceva, cosicché Anita indossò in vita il grosso cazzo finto che si era portata e lo ficcò nel culo del ragazzo, mentre con una mano gli spompinava il minuscolo membro.
Luciano, allora, sentendosi dilatato come non mai, e sentendo spingere dentro di sé provò un pò di dolore, e la implorò:
- “Fai piano, mi fai male… Ti prego, smettila…”.
Ma lei, aizzata da quelle parole e sghignazzando, continuò – nonostante lo sentì rantolare –, non volle fermarsi. Anzi, era soddisfatta di procurargli sofferenza, e così lo apostrofò:
- “Adesso ti sfondo quel culetto da cagna, puttanella…”.
E lui, sodomizzato, sentiva sempre di più quelle palle di silicone sbattergli sulle natiche, sentiva quel buco aprirsi e chiudersi con contrazioni lancinanti…

Dal canto suo, Pietro aveva iniziato a lavorarsi – alla stessa maniera e per lo stesso scopo – la sorellina…
La quale lo scongiurò:
– “Fai piano che nel culo non l’ho mai preso, ma lo voglio, oh se lo voglio, e sarai tu a rompermi il culo!”.
A quelle parole tanto schiette e dirette, Pietro si sentì ancora più infoiato, non poteva crederci, Adele gli stava chiedendo di incularla, che troia che era!
Le leccò quel culetto tanto attraente, e le infilò dentro prima una, poi due e infine tre dita per allargare il suo buchino stretto, in modo che si abituasse… Adele si lamentò un poco, ma sostanzialmente non fece resistenza…
Poi Pietro si rialzò e le disse:
– “Rilassati come ti ho detto prima, e cerca di spingere come quando fai la cacca, così entrerò più facilmente e non sentirai dolore…”.
Quindi, appoggio la cappella, che ormai era diventata enorme, contro il piccolo foro, e manovrò opportunamente, spingendo gradatamente, e quel mostro cominciò ad entrare.
– “Cazzo, fai piano! Mi stai sventrando! Sei grosso, te ne rendi conto?, e io sono davvero vergine lì dietro”, inveì Adele che si sentiva squartata come un capretto al macello.
E l’uomo:
– “Ma se te l’ho appena appoggiato, vedrai quando sarà dentro come godrai…
Dai, resisti, che dopo te lo rompo tutto il tuo bel culetto!”.
Provò più volte, sputò anche della saliva per lubrificare meglio il passaggio.
Infine, con un ultima spinta decisa la penetrò completamente, ma anche in questo caso una buona parte dell’asta restò fuori; poi, si fermò per farla abituare a quell’intruso…
La prese per i fianchi, mentre Adele tentò un’ultima ribellione, e gridò:
– Cazzo, cazzo, cazzo!, mi sembra di svenire, ti sento dentro fino in pancia e mi brucia il buco del culo!”.
Era davvero doloroso prendere un cazzo di quelle dimensioni nel culo…
Per tutta risposta, Pietro cominciò a muoversi avanti e indietro, facendo in modo che lo sfintere si rilassasse, e quando si accorse che era pronta cominciò a incularla forte, togliendolo e rimettendolo dentro di colpo.
Adele era pronta a godere, e infatti dopo poche altre spinte si lasciò andare ad orgasmi multipli, finchè – toccandosi energicamente il clitoride – schizzò violentemente tutto il suo piacere sul pavimento…
Dopo il suo primo orgasmo, quella sera aveva anche squirtato per la prima volta!
Pietro intanto stava continuando a incularla, e lo fece con tale vigore che alla fine scaricò dentro di lei la seconda sborrata di quel giorno.

Intanto, Anita aveva finito di divertirsi con Luciano, e – proprio nel momento in cui lui stava per venire – si fermò e gli disse:
- “E ricordati, che ti posso avere quando voglio io, e tu non devi godere, capito?”.
Il ragazzo si stava struggendo, e ciò non solo per il dolore pazzesco che provava nelle sue carni, ma anche perché stava assistendo inerme alla sofferenza della sorellina che – faccia a faccia con lui – veniva inculata da un cazzo così incredibile…

14. Epilogo.

Albeggiava quando i ragazzi si erano tuffati in piscina per darsi una ripulita e recuperare le forze.
Quella serata, nata da un ricatto, si era rivelata molto positiva per Adele, che ora stava meditando di lasciare il fidanzatino, palesemente incapace di essere un vero uomo che sappia soddisfare sessualmente una donna, e soprattutto ora che il seme di Pietro poteva aver lasciato dentro di sé tracce i cui sviluppi potevano essere disastrosi.
Anita, che aveva organizzato tutto fin dal primo momento, era quella che si sentiva più realizzata: aveva scopato tutti e si era fatta scopare, che cosa avrebbe potuto volere di più? Oltretutto, aveva ridicolizzato il suo ex, mostrandogli cosa avrebbe dovuto fare per continuare ad essere il suo ragazzo...
Pietro, poi, aveva realizzato il suo sogno, soffiando la donna all'amico, e svezzando in tutto e per tutto quella ragazzina che sembrava tanto timida ma che invece aveva solo bisogno di essere "accesa"...
E Luciano? Beh, questa vicenda non poteva che concludersi nel modo peggiore: dopo essere tornato single, aveva offerto su un piatto d'argento la sua sorellina a quei due affamati di sesso, e in più si era attirato su di sé tutto il disprezzo di Adele, per cui lui stravedeva.

Insomma, tornando a casa, ognuno di loro poteva dire di essere stato protagonista di una storia contro e secondo natura.

FINE.
 
Back
Top Bottom