Luca-VI
"Level 6"
- Messaggi
- 1,078
- Punteggio reazione
- 3,625
- Punti
- 124
Premessa : questa storia è in gran parte vera e in minima parte romanzata.
Non vi dirò ovviamente quale sia una parte o l'altra, tranne ovviamente la scelta dei nomi di fantasia.
Non sono uno scrittore, mi piace leggere, ho deciso di pubblicare questo ricordo per dare anch'io un contributo a tutti quelli a cui piace leggere e scrivere.
Non ci sono foto o video, i fatti come detto sono praticamente tutti reali, quindi esiste il solo ricordo nella mia mente.
**************
I fatti si svolgono una decina di anni fa, quando la mia relazione del momento stava trascinandosi stancamente, tanto da finire poco tempo dopo.
Il tutto si svolge tra colleghi di lavoro, in un settore lavorativo abbastanza maschile.
L'ufficio segreteria contava però su 2 ragazze niente male, Elena, simpatica, bionda, un po "curvy" e con una certa tendenza a darla, e Alessandra.
Alessandra era una mora dai lunghi capelli, alta quasi 1,80, con tutte le curve al punto giusto, un bel sedere tonico e alto, fianchi sinuosi e un seno non enorme ma bello pieno e solido.
Anche lei simpatica ma quasi irreprensibile, se escludiamo qualche battuta o scherzo che mai sconfinava nel pecoreccio.
Da qualche tempo però il suo matrimonio vacillava e aveva iniziato prima timidamente poi più regolarmente a unirsi alle nostre serate tra colleghi, come spesso anche Elena faceva.
Elena qualche volta aveva concesso qualche pompino o qualche scopata a un paio di colleghi , in serate particolarmente alcoliche o semplicemente più calde.
Senza che poi la cosa avesse conseguenze o implicazioni nei giorni successivi.
Con Alessandra avevo una sorta di "rapporto privilegiato", dovuto al fatto che abitavamo di fronte, che la conoscevo anche prima del rapporto lavorativo, e che avevamo più di qualche interesse comune,che sfociava spesso in fitti scambi di messaggi con consigli, scherzi, e qualche uscita assieme per acquisti o commissioni.
Insomma tra una cosa e l'altra avevo iniziato a cercare di approfondire e provare a portare la nostra conoscenza su binari diversi, incoraggiato dal fatto che lei iniziava a scaldarsi con noi, ad accettare di portare le conversazioni anche su argomenti di sesso ecc e confidandoci i problemi col marito e col fatto che ormai quasi non avevano più rapporti con sua insoddisfazione.
Scherzosamente avevo iniziato a fare qualche avances, mai troppo pesante, ma facendo capire che l'interesse c'era, lei accettava gli scherzi e ricambiava, insomma qualche mezzo flirt c'era.
Una sera, dopo una serata coi colleghi la riaccompagnai a casa, complice un po d'alcool in corpo di entrambi, nell'androne di casa sua lei sembro' finalmente sciogliersi...qualche sguardo, qualche silenzio carico di attesa, mi avvicinai al suo viso e partii con un bacio... Subito accettato e accompagnato da vari toccamenti, misi subito le mani sul suo culo per stringerlo a me, mentre immediata montava l'erezione che lei non poté fare a meno di sentire... Tanto che mise subito una mano prima sopra i pantaloni, poi dentro infilando superiormente te la mano tra la cintura e la pancia... Andando subito a trovare il mio cazzo ormai durissimo...sentìi la sua mano sfiorare prima la cappella e poi l'asta, con decisione.
E mentre presagivo finalmente il coronamento di un lungo sogno erotico, si ruppe l'incanto.
Di colpo si ritrasse, togliendo la mano e staccandosi dal bacio, dicendomi "Luca scusami ma non posso anche se vorrei..."
Rimasi qualche secondo interdetto, immobile, con l'uccello duro nei pantaloni,prima di riuscire a replicare.
"Ale che succede? Ho fatto qualcosa che non dovevo? “
Lei rispose sottovoce" no scusami, non hai fatto nulla, sono io che non dovevo provocarti prima e poi cedere, non posso, non voglio una storia adesso, sono ancora sposata e sopratutto non con colleghi di lavoro, perdonami ma anche se vorrei non posso proprio"
Io provai a tranquillizzarla, a dirle che non servivano né paranoie né implicazioni né film sul futuro, era solo un legittimo sfogo tra persone adulte, consenzienti e probabilmente un po in arretrato, che non ci sarebbe stato nulla di male... Insomma cercavo di riportare l'atmosfera a quel momento precedente che era ormai andato inspiegabilmente in frantumi... Provai ad avvicinarmi nuovamente, le cinsi i fianchi con le mani, mentre la mia erezione non si arrendeva al probabile fiasco in arrivo, ma Alessandra velocemente mi diede un bacio sulla guancia, mi ripete le sue scuse e velocemente si stacco' dall'abbraccio e ancora più velocemente si infilo su per le scale lasciandomi interdetto e solo... Attesi una manciata di secondi, sentii i passi allontanarsi e il rumore delle chiavi che aprivano una porta, che sommessamente poi si richiudeva.
A quel punto deluso uscii, accesi una sigaretta, presi il telefono con l'intenzione di mandarle un messaggio ma lasciai stare.
Tornai a casa mia, appunto di fronte alla sua, mi infilai nella doccia dove dovetti masturbarmi quasi rabbiosamente per placare l'erezione ancora troppo vigorosa e schizzai altrettanto rabbiosamente sul vetro della doccia, una serie davvero infinita di schizzi sprecati, che poi con il getto della doccia, guardai scivolare giù per lo scarico, probabilmente assieme ai miei sogni erotici e le mie idee su Alessandra.
Andai poi a dormire carico di delusione.
Il giorno successivo non ci fu occasione di incontrarci, e resistetti alla tentazione di scriverle,anche se speravo lo facesse lei.
Ovviamente nulla.
Due giorni dopo finalmente ci fu il pretesto di trovarci soli, entrai nel suo piccolo ufficio e lei mi saluto normalmente, come al solito, come se nulla fosse accaduto.
Io le chiesi "come stai, tutto bene?", lei mi risponde di sì, tutto come al solito, le solite cose i soliti scazzi ecc.
Io incalzai senza forzare.
"Ale scusa se non ti ho scritto dopo l'altra sera, non volevo farti ne ansia ne altro, però forse qualcosa dovremmo dirla"
Lei rispose subito "Luca non è successo nulla, avevamo bevuto, ci siamo spinti forse un pelo oltre ma non ricordo nulla di particolare... Nel caso scusami e non parliamone piu"
Io obiettai, non eravamo così ubriachi da avere dubbi o scarsi ricordi sull'accaduto, e che se era successo forse era perché entrambi lo volevamo... Ma ancora una volta Alessandra mi blocco' con la sua risposta : "so che qualcosa è successo e so anche che tu sei speciale per me, non sei uno come gli altri colleghi, ma non posso e non voglio relazioni con colleghi di lavoro, non finirebbe bene, ti prego di accettarlo".
Dissi che non ero d'accordo, ma che non potevo fare altro che accettare controvoglia il suo discorso.
Aggiunsi che se cambiava idea non aveva che da farmelo capire...e così fini lo scambio di opinioni.
Uscii dall'ufficio ancora una volta deluso e frustrato.
Nelle settimane successive non successe nulla di eclatante, tornammo ai nostri discorsi, qualche volta piccanti, qualche volta simili a un flirt, ma senza che si andasse oltre. Nemmeno in occasione di un altra serata dove come di consueto l'accompagnai poi a casa, senza che si ripetesse nulla di degno di nota.
Le cose cambiarono un mesetto dopo, quando ci fu una delle consuete uscite tra colleghi-amici ma a cui non partecipai per miei impedimenti....
To be continued
Andarono in uno dei ristoranti della zona, appena fuori città.
La serata si dipananava senza particolari eventi.
La prima avvisaglia fu nella tarda serata, quando il mio collega Alex mi mando' un messaggio "cosa ti sei perso..." al quale non replicati, pensando a qualche performance di Elena superiore alla media, ma non aveva mai riscosso in me particolari pulsioni.
La mattina dietro appena arrivato trovai proprio Alex e gli chiesi "Allora com'è andata"?
La risposta mi gelo' quasi come un tradimento della propria donna "Luca, Alessandra ieri si è scatenata, ci ha spompinati tutti e tre al termine della serata, persino Elena si era risentita, forse perché non le ha lasciato nulla e si era scatenata in modo fin troppo spudorato. Ti sei perso tutto"
Sono rimasto zitto, appunto gelato, sapevo che non poteva essere una balla ma ugualmente non potevo crederci.
Dopo qualche momento di smarrimento, riuscii a riscuotermi, e chiesi "Cosa? Ma dai! Raccontami tutto" come Alex si sarebbe aspettato.
Non volevo far trasparire il mio smarrimento e il fatto che mi sentivo tradito, quasi come se fosse stata la mia donna a farlo.
Anche se per primo sapevo che non aveva senso e non ero nella situazione per permettermi quelle sensazioni.
Alex comincio' il suo racconto : "il primo è stato Mario. Verso metà serata, non si era neppure bevuto chissà cosa, sono usciti a fumare in parcheggio. Mario ha detto di aver aperto la sua auto per sedersi dalla parte del guidatore, lasciando le gambe fuori con la portiera aperta. Alessandra a quel punto, gli si è avvicinata, ha gettato la sigaretta e gli ha detto "adesso mi devo fare qualcos'altro, è proprio tempo di farlo". Mario non ha avuto nemmeno di replicare o capire, che si è ritrovato lei accucciata davanti che armeggiava col la cerniera dei pantaloni per tirargli fuori l'uccello... Ovviamente non si è opposto e ha approfittato della sorpresa, lei si è chinata sul suo cazzo e ha iniziato subito a leccarglielo, facendoglielo rizzare in pochi secondi, e iniziando poi a pomparlo a gran ritmo. Mario ha detto che nel giro di 2 minuti l'ha fatto schizzare nella sua bocca, non fermandosi fino al termine, e sputando poi a terra tutto il seme versato. Poco dopo sono rientrati, con lei che ha fatto una tappa al bagno e Mario che invece è tornato diretto da noi raccontandoci tutto sottovoce per non farsi sentire da Elena."
Rimasi ancora più interdetto di quanto già fossi, mi sentivo geloso e anche deluso, persino con una punta di rancore nei confronti di Mario che pure era incolpevole e aveva fatto ovviamente benissimo a godersi la grazia ricevuta.
Gia cominciavo a pensare a come fosse una cazzata la motivazione che avevo ricevuto quando ci ritrovammo avvinghiati, quel "non voglio rapporti o relazioni sul lavoro" che ormai non aveva senso e suonava persino beffardo... Ma Alex non aveva finito il suo resoconto.
"quando Mario ci ha raccontato l'accaduto non ci credevamo, ma lui insisteva e non era tipo da inventare una storia così dal nulla. Ci disse" ora è andata al bagno a sciacquarsi la bocca dalla sborrata ricevuta, vediamo quando torna come si comporta ".
Alessandra torno al tavolo, le guance leggermente arrossate e lo sguardo che tradiva una certa eccitazione, ma non disse nulla né fece nulla di eclatante comportandosi come nulla fosse.
Ma una decina di minuti dopo chiese proprio a me se potevamo andare alla mia macchina (era venuta assieme a me in auto) per prendere una maglia, in quanto la serata era leggermente rinfrescata... Ovviamente dissi di sì ancora pensando al racconto di Mario di pochi minuti prima... Quindi siamo usciti. Appena arrivati alla macchina, le ho aperto la portiera per prendere la maglia, lei si è seduta, rimanendo seduta verso l'esterno, e mi ha chiamato "Alex puoi venire qui e farmi un piacere?" ovviamente mi sono avvicinato, ero già eccitato e speranzoso, e appena vicino mi ha afferrato per la tasca dei jeans, mi ha tirato a se è mi ha detto, mettendomi una mano sul pacco, se potevamo divertirci 5 minuti... Io ho annuito, e nel giro di pochi secondi avevo i pantaloni slacciati e il cazzo nella sua mano mentre lei da seduta mi guardava con occhi da vera troia.
Mi disse "stasera mi voglio proprio divertire“ e un secondo dopo stava leccandomi il cazzo.
Mi pareva di vedere coi miei occhi quanto mi aveva descritto Mario pochi minuti prima, solo che stavolta ero io, era il mio cazzo a finire nella sua bocca.
Mi pompo' per qualche minuto, ad un certo punto le tolsi il cazzo di bocca perché volevo palparla, spogliarla e magari provare a scoparla, li nel parcheggio.
Ma mi fermò dicendomi "lasciami finire, non farò altro stasera quindi goditi il pompino", al che mi rilassai e lasciai Alessandra finire il suo lavoro. Meno di 2 minuti e sentendomi piegare le ginocchia, venii nella sua bocca senza nemmeno avvisarla. Lei continuo come nulla fosse, sentivo la sua bocca riempirsi ma continuo per altri 30 secondi forse, staccandosi poi è lasciando volare lo spera lentamente dalla bocca. Una volta fatto uscire tutto, mi ha dato un ultima leccata alla cappella quasi a raccogliere l'ultima goccia, e mi disse di sistemarmi che dovevamo tornare dentro.
Ancora si ripete il copione di prima, con me a tornare al tavolo e lei fermarsi al bagno.
Stavolta Elena aveva capito qualcosa, mi guardo' tra il seccato e il pensieroso, e mi dise "ma che ha Alessandra stasera? Che state combinando?"
Io risposi nulla, che non c'era niente di strano ma sia Mario che Andrea (il terzo collega presente quella sera, il più giovane del gruppo) avevano ormai capito e se Mario era divertito adesso era Andrea ad essere diventato eccitato, nella speranza che anche a lui potesse toccare qualcosa. Che puntualmente accadde sul finire della serata, quando mentre si chiacchierava nel parcheggio apprestandosi a tornare alle rispettive auto e quindi al ritorno a casa, Alessandra chiamo in disparte Andrea con la scusa di dover domandare un favore. Si recarono al lato opposto del parcheggio in una zona buia e poco visibile tra alcune auto e un furgone, e li sparirono alla nostra vista per alcuni minuto, per riapparire poi con Andrea visibilmente arrossato in volto e Alessandra sorridente come nulla fosse. Noi e pure Elena avevamo capito tutto, e se noi maschietti ci limitammo a sorridere Elena invece era ormai seccata e salutò tutti abbastanza seccamente per andarsene.
Alessandra rimasta ormai sola con noi tre, ci ha detto "ragazzi siamo rimasti noi, inutile fingere di non sapere o che ognuno abbia tenuto il segreto. Stasera ho voluto farvi un regalo, e di farlo a me stessa che sognavo di farlo da mesi. Tra due giorni non lavorerò più qui in azienda, tra un paio di settimane mi trasferisco in altra città e avrò un altro lavoro, quindi non ci saranno conseguenze per noi o per voi. Quello che abbiamo fatto stasera finisce stasera, sarà spero un bel ricordo per noi e fine".
Siamo rimasti un po' senza parole, eravamo dispiaciuti di sapere se ne sarebbe andata così a breve, ed egoisticamente ero dispiaciuto anche di perdere questa collega proprio dopo aver combinato una serata simile.
Ecco cosa ti sei perso, Luca"
Rimasi in silenzio un tempo che mi parve lunghissimo ma che forse fu solo di una decina di secondi, poi me ne uscìi con un solo "pazienza" che nascondeva gelosia, amarezza, delusione... Un mix di sensazioni negative che non volevo far trasparire.
CONTINUERÀ NELLA SECONDA PARTE
Non vi dirò ovviamente quale sia una parte o l'altra, tranne ovviamente la scelta dei nomi di fantasia.
Non sono uno scrittore, mi piace leggere, ho deciso di pubblicare questo ricordo per dare anch'io un contributo a tutti quelli a cui piace leggere e scrivere.
Non ci sono foto o video, i fatti come detto sono praticamente tutti reali, quindi esiste il solo ricordo nella mia mente.
**************
I fatti si svolgono una decina di anni fa, quando la mia relazione del momento stava trascinandosi stancamente, tanto da finire poco tempo dopo.
Il tutto si svolge tra colleghi di lavoro, in un settore lavorativo abbastanza maschile.
L'ufficio segreteria contava però su 2 ragazze niente male, Elena, simpatica, bionda, un po "curvy" e con una certa tendenza a darla, e Alessandra.
Alessandra era una mora dai lunghi capelli, alta quasi 1,80, con tutte le curve al punto giusto, un bel sedere tonico e alto, fianchi sinuosi e un seno non enorme ma bello pieno e solido.
Anche lei simpatica ma quasi irreprensibile, se escludiamo qualche battuta o scherzo che mai sconfinava nel pecoreccio.
Da qualche tempo però il suo matrimonio vacillava e aveva iniziato prima timidamente poi più regolarmente a unirsi alle nostre serate tra colleghi, come spesso anche Elena faceva.
Elena qualche volta aveva concesso qualche pompino o qualche scopata a un paio di colleghi , in serate particolarmente alcoliche o semplicemente più calde.
Senza che poi la cosa avesse conseguenze o implicazioni nei giorni successivi.
Con Alessandra avevo una sorta di "rapporto privilegiato", dovuto al fatto che abitavamo di fronte, che la conoscevo anche prima del rapporto lavorativo, e che avevamo più di qualche interesse comune,che sfociava spesso in fitti scambi di messaggi con consigli, scherzi, e qualche uscita assieme per acquisti o commissioni.
Insomma tra una cosa e l'altra avevo iniziato a cercare di approfondire e provare a portare la nostra conoscenza su binari diversi, incoraggiato dal fatto che lei iniziava a scaldarsi con noi, ad accettare di portare le conversazioni anche su argomenti di sesso ecc e confidandoci i problemi col marito e col fatto che ormai quasi non avevano più rapporti con sua insoddisfazione.
Scherzosamente avevo iniziato a fare qualche avances, mai troppo pesante, ma facendo capire che l'interesse c'era, lei accettava gli scherzi e ricambiava, insomma qualche mezzo flirt c'era.
Una sera, dopo una serata coi colleghi la riaccompagnai a casa, complice un po d'alcool in corpo di entrambi, nell'androne di casa sua lei sembro' finalmente sciogliersi...qualche sguardo, qualche silenzio carico di attesa, mi avvicinai al suo viso e partii con un bacio... Subito accettato e accompagnato da vari toccamenti, misi subito le mani sul suo culo per stringerlo a me, mentre immediata montava l'erezione che lei non poté fare a meno di sentire... Tanto che mise subito una mano prima sopra i pantaloni, poi dentro infilando superiormente te la mano tra la cintura e la pancia... Andando subito a trovare il mio cazzo ormai durissimo...sentìi la sua mano sfiorare prima la cappella e poi l'asta, con decisione.
E mentre presagivo finalmente il coronamento di un lungo sogno erotico, si ruppe l'incanto.
Di colpo si ritrasse, togliendo la mano e staccandosi dal bacio, dicendomi "Luca scusami ma non posso anche se vorrei..."
Rimasi qualche secondo interdetto, immobile, con l'uccello duro nei pantaloni,prima di riuscire a replicare.
"Ale che succede? Ho fatto qualcosa che non dovevo? “
Lei rispose sottovoce" no scusami, non hai fatto nulla, sono io che non dovevo provocarti prima e poi cedere, non posso, non voglio una storia adesso, sono ancora sposata e sopratutto non con colleghi di lavoro, perdonami ma anche se vorrei non posso proprio"
Io provai a tranquillizzarla, a dirle che non servivano né paranoie né implicazioni né film sul futuro, era solo un legittimo sfogo tra persone adulte, consenzienti e probabilmente un po in arretrato, che non ci sarebbe stato nulla di male... Insomma cercavo di riportare l'atmosfera a quel momento precedente che era ormai andato inspiegabilmente in frantumi... Provai ad avvicinarmi nuovamente, le cinsi i fianchi con le mani, mentre la mia erezione non si arrendeva al probabile fiasco in arrivo, ma Alessandra velocemente mi diede un bacio sulla guancia, mi ripete le sue scuse e velocemente si stacco' dall'abbraccio e ancora più velocemente si infilo su per le scale lasciandomi interdetto e solo... Attesi una manciata di secondi, sentii i passi allontanarsi e il rumore delle chiavi che aprivano una porta, che sommessamente poi si richiudeva.
A quel punto deluso uscii, accesi una sigaretta, presi il telefono con l'intenzione di mandarle un messaggio ma lasciai stare.
Tornai a casa mia, appunto di fronte alla sua, mi infilai nella doccia dove dovetti masturbarmi quasi rabbiosamente per placare l'erezione ancora troppo vigorosa e schizzai altrettanto rabbiosamente sul vetro della doccia, una serie davvero infinita di schizzi sprecati, che poi con il getto della doccia, guardai scivolare giù per lo scarico, probabilmente assieme ai miei sogni erotici e le mie idee su Alessandra.
Andai poi a dormire carico di delusione.
Il giorno successivo non ci fu occasione di incontrarci, e resistetti alla tentazione di scriverle,anche se speravo lo facesse lei.
Ovviamente nulla.
Due giorni dopo finalmente ci fu il pretesto di trovarci soli, entrai nel suo piccolo ufficio e lei mi saluto normalmente, come al solito, come se nulla fosse accaduto.
Io le chiesi "come stai, tutto bene?", lei mi risponde di sì, tutto come al solito, le solite cose i soliti scazzi ecc.
Io incalzai senza forzare.
"Ale scusa se non ti ho scritto dopo l'altra sera, non volevo farti ne ansia ne altro, però forse qualcosa dovremmo dirla"
Lei rispose subito "Luca non è successo nulla, avevamo bevuto, ci siamo spinti forse un pelo oltre ma non ricordo nulla di particolare... Nel caso scusami e non parliamone piu"
Io obiettai, non eravamo così ubriachi da avere dubbi o scarsi ricordi sull'accaduto, e che se era successo forse era perché entrambi lo volevamo... Ma ancora una volta Alessandra mi blocco' con la sua risposta : "so che qualcosa è successo e so anche che tu sei speciale per me, non sei uno come gli altri colleghi, ma non posso e non voglio relazioni con colleghi di lavoro, non finirebbe bene, ti prego di accettarlo".
Dissi che non ero d'accordo, ma che non potevo fare altro che accettare controvoglia il suo discorso.
Aggiunsi che se cambiava idea non aveva che da farmelo capire...e così fini lo scambio di opinioni.
Uscii dall'ufficio ancora una volta deluso e frustrato.
Nelle settimane successive non successe nulla di eclatante, tornammo ai nostri discorsi, qualche volta piccanti, qualche volta simili a un flirt, ma senza che si andasse oltre. Nemmeno in occasione di un altra serata dove come di consueto l'accompagnai poi a casa, senza che si ripetesse nulla di degno di nota.
Le cose cambiarono un mesetto dopo, quando ci fu una delle consuete uscite tra colleghi-amici ma a cui non partecipai per miei impedimenti....
To be continued
Andarono in uno dei ristoranti della zona, appena fuori città.
La serata si dipananava senza particolari eventi.
La prima avvisaglia fu nella tarda serata, quando il mio collega Alex mi mando' un messaggio "cosa ti sei perso..." al quale non replicati, pensando a qualche performance di Elena superiore alla media, ma non aveva mai riscosso in me particolari pulsioni.
La mattina dietro appena arrivato trovai proprio Alex e gli chiesi "Allora com'è andata"?
La risposta mi gelo' quasi come un tradimento della propria donna "Luca, Alessandra ieri si è scatenata, ci ha spompinati tutti e tre al termine della serata, persino Elena si era risentita, forse perché non le ha lasciato nulla e si era scatenata in modo fin troppo spudorato. Ti sei perso tutto"
Sono rimasto zitto, appunto gelato, sapevo che non poteva essere una balla ma ugualmente non potevo crederci.
Dopo qualche momento di smarrimento, riuscii a riscuotermi, e chiesi "Cosa? Ma dai! Raccontami tutto" come Alex si sarebbe aspettato.
Non volevo far trasparire il mio smarrimento e il fatto che mi sentivo tradito, quasi come se fosse stata la mia donna a farlo.
Anche se per primo sapevo che non aveva senso e non ero nella situazione per permettermi quelle sensazioni.
Alex comincio' il suo racconto : "il primo è stato Mario. Verso metà serata, non si era neppure bevuto chissà cosa, sono usciti a fumare in parcheggio. Mario ha detto di aver aperto la sua auto per sedersi dalla parte del guidatore, lasciando le gambe fuori con la portiera aperta. Alessandra a quel punto, gli si è avvicinata, ha gettato la sigaretta e gli ha detto "adesso mi devo fare qualcos'altro, è proprio tempo di farlo". Mario non ha avuto nemmeno di replicare o capire, che si è ritrovato lei accucciata davanti che armeggiava col la cerniera dei pantaloni per tirargli fuori l'uccello... Ovviamente non si è opposto e ha approfittato della sorpresa, lei si è chinata sul suo cazzo e ha iniziato subito a leccarglielo, facendoglielo rizzare in pochi secondi, e iniziando poi a pomparlo a gran ritmo. Mario ha detto che nel giro di 2 minuti l'ha fatto schizzare nella sua bocca, non fermandosi fino al termine, e sputando poi a terra tutto il seme versato. Poco dopo sono rientrati, con lei che ha fatto una tappa al bagno e Mario che invece è tornato diretto da noi raccontandoci tutto sottovoce per non farsi sentire da Elena."
Rimasi ancora più interdetto di quanto già fossi, mi sentivo geloso e anche deluso, persino con una punta di rancore nei confronti di Mario che pure era incolpevole e aveva fatto ovviamente benissimo a godersi la grazia ricevuta.
Gia cominciavo a pensare a come fosse una cazzata la motivazione che avevo ricevuto quando ci ritrovammo avvinghiati, quel "non voglio rapporti o relazioni sul lavoro" che ormai non aveva senso e suonava persino beffardo... Ma Alex non aveva finito il suo resoconto.
"quando Mario ci ha raccontato l'accaduto non ci credevamo, ma lui insisteva e non era tipo da inventare una storia così dal nulla. Ci disse" ora è andata al bagno a sciacquarsi la bocca dalla sborrata ricevuta, vediamo quando torna come si comporta ".
Alessandra torno al tavolo, le guance leggermente arrossate e lo sguardo che tradiva una certa eccitazione, ma non disse nulla né fece nulla di eclatante comportandosi come nulla fosse.
Ma una decina di minuti dopo chiese proprio a me se potevamo andare alla mia macchina (era venuta assieme a me in auto) per prendere una maglia, in quanto la serata era leggermente rinfrescata... Ovviamente dissi di sì ancora pensando al racconto di Mario di pochi minuti prima... Quindi siamo usciti. Appena arrivati alla macchina, le ho aperto la portiera per prendere la maglia, lei si è seduta, rimanendo seduta verso l'esterno, e mi ha chiamato "Alex puoi venire qui e farmi un piacere?" ovviamente mi sono avvicinato, ero già eccitato e speranzoso, e appena vicino mi ha afferrato per la tasca dei jeans, mi ha tirato a se è mi ha detto, mettendomi una mano sul pacco, se potevamo divertirci 5 minuti... Io ho annuito, e nel giro di pochi secondi avevo i pantaloni slacciati e il cazzo nella sua mano mentre lei da seduta mi guardava con occhi da vera troia.
Mi disse "stasera mi voglio proprio divertire“ e un secondo dopo stava leccandomi il cazzo.
Mi pareva di vedere coi miei occhi quanto mi aveva descritto Mario pochi minuti prima, solo che stavolta ero io, era il mio cazzo a finire nella sua bocca.
Mi pompo' per qualche minuto, ad un certo punto le tolsi il cazzo di bocca perché volevo palparla, spogliarla e magari provare a scoparla, li nel parcheggio.
Ma mi fermò dicendomi "lasciami finire, non farò altro stasera quindi goditi il pompino", al che mi rilassai e lasciai Alessandra finire il suo lavoro. Meno di 2 minuti e sentendomi piegare le ginocchia, venii nella sua bocca senza nemmeno avvisarla. Lei continuo come nulla fosse, sentivo la sua bocca riempirsi ma continuo per altri 30 secondi forse, staccandosi poi è lasciando volare lo spera lentamente dalla bocca. Una volta fatto uscire tutto, mi ha dato un ultima leccata alla cappella quasi a raccogliere l'ultima goccia, e mi disse di sistemarmi che dovevamo tornare dentro.
Ancora si ripete il copione di prima, con me a tornare al tavolo e lei fermarsi al bagno.
Stavolta Elena aveva capito qualcosa, mi guardo' tra il seccato e il pensieroso, e mi dise "ma che ha Alessandra stasera? Che state combinando?"
Io risposi nulla, che non c'era niente di strano ma sia Mario che Andrea (il terzo collega presente quella sera, il più giovane del gruppo) avevano ormai capito e se Mario era divertito adesso era Andrea ad essere diventato eccitato, nella speranza che anche a lui potesse toccare qualcosa. Che puntualmente accadde sul finire della serata, quando mentre si chiacchierava nel parcheggio apprestandosi a tornare alle rispettive auto e quindi al ritorno a casa, Alessandra chiamo in disparte Andrea con la scusa di dover domandare un favore. Si recarono al lato opposto del parcheggio in una zona buia e poco visibile tra alcune auto e un furgone, e li sparirono alla nostra vista per alcuni minuto, per riapparire poi con Andrea visibilmente arrossato in volto e Alessandra sorridente come nulla fosse. Noi e pure Elena avevamo capito tutto, e se noi maschietti ci limitammo a sorridere Elena invece era ormai seccata e salutò tutti abbastanza seccamente per andarsene.
Alessandra rimasta ormai sola con noi tre, ci ha detto "ragazzi siamo rimasti noi, inutile fingere di non sapere o che ognuno abbia tenuto il segreto. Stasera ho voluto farvi un regalo, e di farlo a me stessa che sognavo di farlo da mesi. Tra due giorni non lavorerò più qui in azienda, tra un paio di settimane mi trasferisco in altra città e avrò un altro lavoro, quindi non ci saranno conseguenze per noi o per voi. Quello che abbiamo fatto stasera finisce stasera, sarà spero un bel ricordo per noi e fine".
Siamo rimasti un po' senza parole, eravamo dispiaciuti di sapere se ne sarebbe andata così a breve, ed egoisticamente ero dispiaciuto anche di perdere questa collega proprio dopo aver combinato una serata simile.
Ecco cosa ti sei perso, Luca"
Rimasi in silenzio un tempo che mi parve lunghissimo ma che forse fu solo di una decina di secondi, poi me ne uscìi con un solo "pazienza" che nascondeva gelosia, amarezza, delusione... Un mix di sensazioni negative che non volevo far trasparire.
CONTINUERÀ NELLA SECONDA PARTE